Qualcuno parla di democrazia senza contenuti, ma è così?
Possiamo scegliere i candidati o, come dice Sartori, solo quello il leader che non vogliamo, il resto un'organizzazione a delinquere?
Sabina Guzzanti sull'informazione dei Tg
25 settembre 2007
24 settembre 2007
La Casta promette ma non mantiene. Come mai?

Cosa deve accadere, perché capiscano? Devono esplodere il Vesuvio, fallire l'Alitalia, rinsecchirsi il Po, crollare la Borsa, chiudere gli Uffizi, dichiarare bancarotta la Ferrari? Ecco la domanda che si stanno facendo molti cittadini italiani. Stupefatti dalla reazione di una «casta» che, nel pieno di polemiche roventi intorno a quanto la politica costa e quanto restituisce, pare ispirarsi a un antico adagio siciliano: «Calati juncu ca passa a china», abbassati giunco, finché passa la piena. Un giorno o l'altro la gente si rassegnerà...
Non sono bastati infatti mesi di discussioni su certi privilegi insopportabili di quanti governano a livello nazionale o locale, decine di titoli a tutta pagina di quotidiani e settimanali, ore e ore di infuocati dibattiti televisivi, code mai viste nelle librerie di lettori affamati di volumi che li aiutassero a capire. Non è bastata la sbalorditiva rimonta nella raccolta delle firme del referendum elettorale che dopo essere partita maluccio è arrivata in porto trionfalmente. Non sono bastate le piazze stracolme intorno a Beppe Grillo e le centinaia di migliaia di sottoscrizioni alle sue proposte di legge di iniziativa popolare.
Macché: non vogliono capire. Non tutti, certo. Ma in troppi non vogliono proprio capire. Lo dimostra, ad esempio, il bilancio appena varato della Camera dei deputati. Dove una cosa spicca su tutte: dopo tante dichiarazioni di buona volontà e pensosi inviti a rifiutare ogni tesi precostituita e sospirate ammissioni che alcuni «benefit » erano proprio indifendibili e solenni impegni a tagliare, le spese sono cresciute ancora. E ben oltre l'inflazione. Il palazzo presieduto da Fausto Bertinotti era costato nel 2006, quando i primi mesi erano stati gestiti dalla destra, 981.020.000 euro: quest'anno, alla faccia di quanti sostenevano che tutta la colpa fosse della maggioranza berlusconiana che aveva lasciato una «macchina » spendacciona, ne costerà 1.011.505.000. Con un aumento del 3,11 per cento: il doppio dell'inflazione.
LE SPESE PER I VIAGGI - Quanto ai viaggi, le polemiche sull'uso spropositato degli aerei di Stato prima nell'era berlusconiana e poi nell'era unionista, sono scivolate via come acqua. Basti dire che le spese di trasporto, alla Camera, aumentano del 31,82%. Diranno: è perché da questa legislatura ci sono 12 deputati degli Italiani all'estero che devono tenere i rapporti con i nostri elettori emigrati. Costoso ma giusto. Tesi inesatta. È vero che 1.450.000 euro (121 mila per ogni parlamentare) se ne vanno in «trasporti aerei circoscrizione estero». Ma il costo complessivo dei viaggi aerei, al di là del via vai di questa pattuglia di deputati «esteri», salirà da 6 milioni a 7 milioni 550 mila. Un'impennata sconcertante.
Ma mai quanto quella dei costi dei gruppi parlamentari. La regola sarebbe chiara: si può dar vita a un gruppo parlamentare se si hanno almeno 20 deputati. Su questa base, all'inizio della legislatura avrebbero dovuto essere otto. Ma grazie alle deleghe concesse dal subcomandante Fausto sono saliti via via a quattordici. Con una moltiplicazione delle sedi (che ha costretto a prendere in affitto nuovi uffici nonostante i deputati potessero già contare su spazi procapite per 323 metri quadri), delle segreterie (più 12,3% sul 2006), delle spese varie. Al punto che i contributi ai gruppi, che nel 2005 erano pari a 28 milioni 700 mila euro e nel 2006 erano già saliti a quasi 33, sono cresciuti ancora fino a 34.300.000 euro. Cioè quasi 14 in più rispetto a sette anni fa. Il che vuol dire che nel quinquennio berlusconiano e in questa successiva stagione unionista, il peso di questi gruppi sulle pubbliche casse è cresciuto del 67,4 per cento.
DEMOCRAZIA E ANTIPOLITICA - Tutti «costi della democrazia»? Pedaggi obbligatori che altri paesi non pagano (non così, non così!) ma che gli italiani dovrebbero essere felici di versare per tenersi stretti «questo» sistema parlamentare, «questa» macchina pubblica, «questi» governi statali, regionali, provinciali, comunali che i loro protagonisti presentano, facendo il verso al «Candido» voltairiano, come il migliore dei mondi possibili? Tutti costi impossibili da ridurre al punto che il bilancio della Camera prevede già di costare come prima e più di prima anche negli anni a venire a dispetto di ogni dubbio e di ogni critica? Dice la storia che la Regina Elisabetta, invitata dal governo inglese a tagliare, ha preso così sul serio questo impegno che la spesa pubblica per la Corona è scesa dai 132 milioni di euro del 1991-1992 a meno di 57 milioni.
Eppure, guai a ricordarlo. C'è subito chi è pronto a levare l'indice ammonitore: attenti a non titillare l'antipolitica, attenti a non gonfiare il qualunquismo, attenti a non fare della demagogia. Ne sappiamo qualcosa noi, ne sa qualcosa chiunque in questi mesi ha rilanciato con forza alcune denunce, ne sa qualcosa Beppe Grillo. Ma certo, non tutto quello che ha detto il «giullare- à-penser» genovese può essere condiviso. Dall'invettiva del «Vaffanculo Day» lanciata in un Paese che ha bisogno come dell'ossigeno di un linguaggio più sobrio fino all'appoggio alle tentazioni di rivolta fiscale. Un acerrimo avversario dello Stato italiano come Sylvius Magnago, straordinario protagonista di durissimi scontri in difesa dei sudtirolesi di lingua tedesca, lo ha spiegato benissimo sottolineando di sentirsi «un patriota austriaco ma un cittadino italiano»: «prima» si devono pagare le tasse, «poi» si può dare battaglia.
Ma quale autorevolezza hanno per liquidare Grillo quanti per anni e anni non sono riusciti a dimostrare la volontà, la capacità, la credibilità, la forza per cambiare sul serio questo Paese? L'Umberto Bossi che intima a Grillo che «occorre stare attenti a non esagerare» non è forse lo stesso Bossi che diceva che «il Vaticano è il vero nemico che le camicie verdi affogheranno nel water della storia»? Gerardo Bianco che al Grillo che vorrebbe un limite massimo di due legislature risponde dicendo che «non bisogna seguire la piazza a rimorchio di istrioni della suburra» non è lo stesso che siede in Parlamento dal 1968? E il Massimo D'Alema che liquida gli attacchi di Grillo ai partiti dicendo che per sua esperienza «se si eliminano i partiti politici dopo arrivano i militari e governano i banchieri» non è lo stesso che nei giorni pari dice che «la politica rischia di essere travolta come nel 1992» e nei dispari che «i costi della politica sono un'invenzione di giornalisti sfaccendati»?
E la destra che, Udc a parte, ha firmato col proprio questore il bilancio della Camera e poi si è rifiutata di votarlo nella speranza di cavalcare la tigre, non è quella stessa destra che governava con una maggioranza larghissima nei cinque anni in cui le spese delle principali istituzioni pubbliche sono cresciute di quasi il 24 per cento oltre l'inflazione? Per quel po' di esperienza che abbiamo fatto in questi mesi dopo l'uscita del nostro libro, incontrando diverse migliaia di persone, ci andremmo molto cauti, prima di liquidare l'insofferenza di milioni di cittadini, confermata inequivocabilmente dai sondaggi e dalle analisi di Ilvo Diamanti, come «tentazioni antipolitiche». Noi abbiamo visto piuttosto crescere una nuova consapevolezza. Quella che «prima» del legittimo diritto di ognuno di noi di sentirsi di destra o di sinistra, abbiamo tutti insieme un problema: una politica che ha allagato la società. E che, come dimostra il dibattito di queste settimane, non ha la forza non solo per risolvere i problemi ma neppure per metterli sul tavolo.
BILANCI TRASPARENTI - È «antipolitico» chiedere come mai non vengono neppure ipotizzati l'abolizione delle province o l'accorpamento dei piccoli comuni? Che tutte le amministrazioni pubbliche siano obbligate a fare bilanci trasparenti dove «acquisto carta da fax» si chiami «acquisto carta da fax» e «noleggio aerei privati» si chiami «noleggio aerei privati» così da spazzare via tanti bilanci fatti così proprio per essere illeggibili? Che anche il Quirinale metta in Internet il dettaglio delle proprie spese come Buckingham Palace? Che venga rimossa quella specie di «scala mobile» dell'indennità dei parlamentari ipocritamente legata a quella dei magistrati due decenni abbondanti dopo l'abolizione del meccanismo per tutti gli altri italiani? Insomma: viva le istituzioni, viva il Parlamento, viva i partiti. Però diversi: diversi. E soprattutto: è antipolitico chiedere che certi politici italiani la smettano di essere così presuntuosi da pretendere di identificarsi automaticamente con la Democrazia?
Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella
22 settembre 2007
Il Pc rispose :"Sì, adesso Dio esiste!"

Il computer ha un processore principale al suo interno e organo decisionale, vera "mente " del PC, dalla quale passano tutte le informazioni in entrata ed in uscita. Un mini-programma è contenuto nella memoria non volatile [ROM – Read Only Memory] che racchiude tutte le informazioni permanenti, installate in fase di “creazione” della macchina. Esso è il vero DNA o codice genetico del computer.
La memoria centrale [RAM – Random Access Memory] trattiene le informazioni finché la macchina rimane accesa. Possiamo paragonare questa RAM con la memoria a corto termine dell’uomo.
Poi la memoria di massa permette di aggiungere un innumerevole numero di dati nella macchina, e di conservarli in modo permanente. Potremmo paragonare questa memoria, sia alla memoria a lungo termine dell’uomo, sia a dei libri sui quali l'uomo archivia tutto. Infine bisogna aggiungere che per poter funzionare, ma soprattutto comunicare con l’operatore umano, la macchina ha bisogno di un linguaggio chiamato "sistema operativo" [OS] che come un traduttore simultaneo interpreta e traduce tutte le comunicazioni e le interazioni tra uomo e macchina. Già da questo possiamo notare nettamente la similitudine tra computer e uomo, che per ora abbiamo analizzato solamente nei fondamentali più semplici.
Sempre di più negli ultimi anni.. suoni, immagini e scene video sono creati a partire dai computer. I suoni digitalizzati invadono le nostre musiche che oramai sono quasi tutte composte al computer partendo da 'basi sintetizzate'. Bè, potrebbe obiettare più di qualcuno, che problema c'è? Gli mp3 sono la rivoluzione tecnologica più stupefacente degli ultimi anni.. mmh.. sì avete letto bene “STUPEFACENTE”, nel senso annesso alle sostanze allucinogene. Se non vi siete mai chiesti come si sia potuto raggiungere un tasso di compressione musicale tanto elevato da far entrare centinaia di brani in pochi megabyte..? Allora è tempo che ve lo chiediate! La spiegazione prima e ufficiale è il “taglio” di molte frequenze non percettibili dall'orecchio umano e quindi “inutili” nell'ascolto della musica.. ma in realtà quali parti vengono tagliate e perché? Inoltre perchè alle parti tagliate vengono aggiunte, nello stesso tempo, altre frequenze che ugualmente non sono udibili dall'orecchio umano?
COSA STANNO FACENDO?
Andate a leggere questi due brevetti che sono stati applicati anche agli mp3. [United States Patent 4,777,529 Schultz, et al. October 11, 1988] e [United States Patent 5,159,703 Lowery, October 27, 1992] questi sono i due fondamentali ma ce ne sono altri che potete ricercare voi stessi qui: “http://patft.uspto.gov/netahtml/search-adv.htm”.
Anche per le immagini digitali è lo stesso discorso. Con le immagini virtuali create da un computer, oggi possiamo vedere delle scene reali ma che non esistono nella realtà! Create direttamente dal computer, sono presenti dappertutto sugli schermi del cinema e della televisione . Così, ci dovremmo chiedere non solo se ciò che vediamo e udiamo con i nostri sensi oggettivi esiste realmente ma “qual è il vero fine di questa mastodontica finzione inserita nella nostra realtà”.
Infatti molte volte succede che non vediamo e non ci accorgiamo di immagini, suoni e impulsi luminosi di varie frequenze che sono però realmente presenti all'interno di una scena. Per non parlare qui e ora delle immagini subliminali, ma per far percepire il problema, soffermiamoci solo sulle immagini stereo "3D" apparse da qualche anno e create dal computer. Si tratta di un disegno che implica la ripetizione di un tema qualunque. Guardando l’immagine da una determinata angolazione, è possibile vederci apparire all'interno una seconda immagine, in rilievo. Dietro questa immagine però può nascondersi una seconda immagine e pure una terza… L’osservatore ha quindi l’impressione di utilizzare un’altro tipo di vista che gli permette di scoprire cose nascoste dietro l’incomprensibile 'prima immagine', e di passare quindi su un'altro piano di percezione. Quindi dato che vediamo ciò che non esiste [le immagini digitali] e non percepiamo vedendolo immediatamente ciò che invece è davanti ai nostri occhi [immagini nascoste e impulsi luminosi], dobbiamo prima chiederci se il mondo esiste tale quale i nostri sensi oggettivi lo descrivono. E cosa molto più importante; chiederci se nella nostra realtà siano inserite altre realtà o dimensioni che solamente con la giusta angolazione si possono vedere [Matrix].
Questo ci fa venire in mente un altra applicazione dell’informatica. La realtà virtuale. Così, ad esempio, due persone si incontrano "virtualmente" - grazie a questa tecnica – nell’arena del Colosseo a Roma [oggi solo in parte intatto, ma ricostruito virtualmente con immagini sintetizzate - ndr], quando in realtà una era a Roma e l’altra era a New York. Con questo genere di tecnologia avviene un annullamento dello spazio e del tempo
Dobbiamo renderci conto, dunque, che il computer, sia nella struttura genetica intesa come 'cuore' del sistema, che nell’utilizzo, possiede punti in comune con l’essere umano. Il mondo virtuale della macchina è l'immaginazione dell'uomo, la riproduzione musicale sintetica della macchina è la capacità umana di riprodurre mentalmente musiche ascoltate, la memorizzazione in data base di informazioni e la loro ricerca è la capacità della mente umana di ricordare.L’uomo ha forse voluto creare una macchina a sua immagine e somiglianza?
La nostra società ha forse generato un Golem, come enunciato nella 'Qabbalah', oppure un mostro come quello di Frankenstein che gli si rivolgerà contro?
Ma se le vibrazioni energetiche insite nella nostra materia sono peraltro contenute in una simile macchina, né la Vita, né la coscienza, né lo spirito.. sono però presenti in essa, 'obietterà qualcuno'. Vero solo oggi.., per quello che “presupponiamo di sapere” sulla nostra realtà, ma di fatto.. progetto reale già realizzato nelle crypte sotterranee dai veri “poteri sovranazionali”.
In effetti una parte di questo progetto viene pubblicizzata per abituare le menti dei popoli all'idea di questa autonomia decisionale e vita cosciente della macchina. Grazie "all’intelligenza artificiale", già oggi viviamo immersi in decisioni prese proprio dalla mente della macchina. Programmi “intelligenti” dirigono lavatrici, frigoriferi, forni, lavastoviglie, ecc. per citare le cose a cui non diamo importanza, sino ad arrivare ai comportamenti autonomi e intelligenti di mezzi ed entità nelle realtà virtuali non solo di videogiochi ma anche di tutte le infrastrutture umane sia civili che [soprattutto] militari e di cui si è già parlato in parte .
Questo progetto ha come scopo di modellare e di riprodurre nelle macchine il comportamento intelligente e cosciente dell’uomo. Per questo sfrutta altri campi, quali la psicologia cognitiva, la linguistica, la psicolinguistica, la filosofia e la logica. Così è già possibile oggi che delle macchine non siano 'solamente' capaci di far volare e controllare aerei, elicotteri, satelliti e navicelle spaziali, ma di interagire con l'uomo e di prendere decisioni, utilizzando programmi sviluppati dagli studi sull'intelligenza artificiale. Allo stesso modo, abbiamo visto comparire il concetto di "sistema esperto", software capace di adottare il ragionamento di un esperto in un ramo specifico [per esempio la diagnosi nelle riparazioni auto, l’individuazione di malattie genetiche o l’identificazione, la classificazione e il riconoscimento di cose e persone - ndr].
L’intelligenza artificiale è articolata principalmente in due aspetti: la rappresentazione della conoscenza ed il ragionamento. Diversi modi di ragionare sono quindi riprodotti sulle macchine: “deduttivo, induttivo, per analogia, sulla base di casi ed esempi, per reti di neuroni artificiali, per reti di computer utilizzati nelle varie conoscenze umane”. Alcune ricerche sono guidate verso diversi mezzi di rappresentazione delle conoscenze: “logica dei predicati, logica temporale, reti semantiche, scritture, rappresentazioni orientate, oggetti.. ecc”.
Il concetto di "metaconoscenza" è anch’esso interessante. Riguarda la "coscienza della conoscenza", in altre parole il plasmare ciò che conosciamo. Così, il computer può, dotato di tale metaconoscenza, essere capace di “autoanalizzarsi”, dissociando ciò che conosce da ciò che ignora, avendo dunque "coscienza" della propria conoscenza.
Legato alle conoscenze ed al ragionamento, appare pure il concetto di "apprendimento automatico". Si tratta programmi logici che permettono alla macchina di imparare da sola [senza intervento umano – ndr] nuove conoscenze sulla base di casi concreti, di "situazioni vissute" [proprio dall'uomo – ndr] e già descritte in questi due articoli. Per questo internet come mezzo per raccogliere enormi quantità di tali esperienze di vita e conoscenza è lo “STATO DELL'ARTE” di questo progetto. Qui compare anche il concetto di intelligenza artificiale distribuita (DAI), che utilizza sistemi multi agenti (MAS) composti da un insieme di agenti artificiali autonomi [vedi allegato – ndr], cioè di diversi programmi capaci di comunicare fra di loro e di interagire con lo scopo di risolvere un preciso problema a livello globale. Così, i computer si associano [come gli uomini – ndr] per realizzare compiti complessi, ognuno essendo più o meno specializzato in un campo specifico e "subalterno" ad altri computer. Qui ancora, ritroviamo come l’uomo provi a creare a sua immagine e somiglianza un essere capace di assecondarlo, di aiutarlo, oppure “di sostituirlo” nel compimento di varie mansioni. Ritroviamo soprattutto il pensiero cabalistico del Golem.. ma con quale fine..?
Il libro base della Qabbalah, il "Sepher Yetzirah", insegna le capacità creative dalla combinazione delle lettere [ebraiche]. Rabbi Eleazar de Worms, cabalista del passato, spiega che è la forza creativa delle combinazioni di lettere [il Verbo Divino] che permise a Dio di creare il mondo e che permise all’uomo di creare un essere artificiale: il Golem. Moshe Idel, commentando Eleazar de Worms, scrive a proposito della creazione di un uomo artificiale: "L’operatore crea una figura o un corpo dalla polvere; questa forma è chiamata Golem… L’operazione che consiste nel pronunciare le lettere dell’alfabeto incomincia solo dopo il plasmare della forma umana… Una volta che il materiale è pronto, l’operatore comincia il procedimento che comprende fra l’altro la recita delle lettere dell’alfabeto. L’operatore crea 231 combinazioni di lettere che corrispondono ad altrettanti “portali”.
Il Golem viene creato quindi come un essere basato sul linguaggio, così come il computer. Così, le antiche discussioni tra rabbini che sembravano appartenere ad una mistica arcaica e sorpassata dal progresso della scienza e della tecnologia, si trovano essere al centro delle attività scientifiche più moderne. I vecchi interrogativi etici dei saggi della tradizione ebrea sul tema del Golem, assumono solo oggi tutto il loro significato. Henri Atlan, nella prefazione del libro di Moshe Idel, ci invita a porci il problema sullo statuto morale di un 'tale essere' ed in particolare sulla sua autonomia e delle sue responsabilità davanti alla legge.
Come il Golem creato dal fango della terra è reso vivente al servizio dell'uomo tramite un 'codice di parole'... così il Golem informatico creato dalla materia è reso vivente al servizio dell'uomo tramite un 'codice binario'... esso è reale, presente nella nostre vite e vive accanto a noi, crescendo di giorno in giorno.
Con quale fine ultimo...? Forse quello della creazione dell'immagine della bestia preannunciata nelle profezie?
In “La risposta” (Answer, 1954) di Fredric Brown, il più potente computer dell’universo viene finalmente inaugurato. Può rispondere a qualsiasi domanda, e quando gli viene chiesto se Dio esista, egli risponde implacabile: «Sì, adesso Dio esiste!»
Bojs
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25 settembre 2007
L'informazione senza contenuto.
Qualcuno parla di democrazia senza contenuti, ma è così?
Possiamo scegliere i candidati o, come dice Sartori, solo quello il leader che non vogliamo, il resto un'organizzazione a delinquere?
Sabina Guzzanti sull'informazione dei Tg
Possiamo scegliere i candidati o, come dice Sartori, solo quello il leader che non vogliamo, il resto un'organizzazione a delinquere?
Sabina Guzzanti sull'informazione dei Tg
24 settembre 2007
La Casta promette ma non mantiene. Come mai?

Cosa deve accadere, perché capiscano? Devono esplodere il Vesuvio, fallire l'Alitalia, rinsecchirsi il Po, crollare la Borsa, chiudere gli Uffizi, dichiarare bancarotta la Ferrari? Ecco la domanda che si stanno facendo molti cittadini italiani. Stupefatti dalla reazione di una «casta» che, nel pieno di polemiche roventi intorno a quanto la politica costa e quanto restituisce, pare ispirarsi a un antico adagio siciliano: «Calati juncu ca passa a china», abbassati giunco, finché passa la piena. Un giorno o l'altro la gente si rassegnerà...
Non sono bastati infatti mesi di discussioni su certi privilegi insopportabili di quanti governano a livello nazionale o locale, decine di titoli a tutta pagina di quotidiani e settimanali, ore e ore di infuocati dibattiti televisivi, code mai viste nelle librerie di lettori affamati di volumi che li aiutassero a capire. Non è bastata la sbalorditiva rimonta nella raccolta delle firme del referendum elettorale che dopo essere partita maluccio è arrivata in porto trionfalmente. Non sono bastate le piazze stracolme intorno a Beppe Grillo e le centinaia di migliaia di sottoscrizioni alle sue proposte di legge di iniziativa popolare.
Macché: non vogliono capire. Non tutti, certo. Ma in troppi non vogliono proprio capire. Lo dimostra, ad esempio, il bilancio appena varato della Camera dei deputati. Dove una cosa spicca su tutte: dopo tante dichiarazioni di buona volontà e pensosi inviti a rifiutare ogni tesi precostituita e sospirate ammissioni che alcuni «benefit » erano proprio indifendibili e solenni impegni a tagliare, le spese sono cresciute ancora. E ben oltre l'inflazione. Il palazzo presieduto da Fausto Bertinotti era costato nel 2006, quando i primi mesi erano stati gestiti dalla destra, 981.020.000 euro: quest'anno, alla faccia di quanti sostenevano che tutta la colpa fosse della maggioranza berlusconiana che aveva lasciato una «macchina » spendacciona, ne costerà 1.011.505.000. Con un aumento del 3,11 per cento: il doppio dell'inflazione.
LE SPESE PER I VIAGGI - Quanto ai viaggi, le polemiche sull'uso spropositato degli aerei di Stato prima nell'era berlusconiana e poi nell'era unionista, sono scivolate via come acqua. Basti dire che le spese di trasporto, alla Camera, aumentano del 31,82%. Diranno: è perché da questa legislatura ci sono 12 deputati degli Italiani all'estero che devono tenere i rapporti con i nostri elettori emigrati. Costoso ma giusto. Tesi inesatta. È vero che 1.450.000 euro (121 mila per ogni parlamentare) se ne vanno in «trasporti aerei circoscrizione estero». Ma il costo complessivo dei viaggi aerei, al di là del via vai di questa pattuglia di deputati «esteri», salirà da 6 milioni a 7 milioni 550 mila. Un'impennata sconcertante.
Ma mai quanto quella dei costi dei gruppi parlamentari. La regola sarebbe chiara: si può dar vita a un gruppo parlamentare se si hanno almeno 20 deputati. Su questa base, all'inizio della legislatura avrebbero dovuto essere otto. Ma grazie alle deleghe concesse dal subcomandante Fausto sono saliti via via a quattordici. Con una moltiplicazione delle sedi (che ha costretto a prendere in affitto nuovi uffici nonostante i deputati potessero già contare su spazi procapite per 323 metri quadri), delle segreterie (più 12,3% sul 2006), delle spese varie. Al punto che i contributi ai gruppi, che nel 2005 erano pari a 28 milioni 700 mila euro e nel 2006 erano già saliti a quasi 33, sono cresciuti ancora fino a 34.300.000 euro. Cioè quasi 14 in più rispetto a sette anni fa. Il che vuol dire che nel quinquennio berlusconiano e in questa successiva stagione unionista, il peso di questi gruppi sulle pubbliche casse è cresciuto del 67,4 per cento.
DEMOCRAZIA E ANTIPOLITICA - Tutti «costi della democrazia»? Pedaggi obbligatori che altri paesi non pagano (non così, non così!) ma che gli italiani dovrebbero essere felici di versare per tenersi stretti «questo» sistema parlamentare, «questa» macchina pubblica, «questi» governi statali, regionali, provinciali, comunali che i loro protagonisti presentano, facendo il verso al «Candido» voltairiano, come il migliore dei mondi possibili? Tutti costi impossibili da ridurre al punto che il bilancio della Camera prevede già di costare come prima e più di prima anche negli anni a venire a dispetto di ogni dubbio e di ogni critica? Dice la storia che la Regina Elisabetta, invitata dal governo inglese a tagliare, ha preso così sul serio questo impegno che la spesa pubblica per la Corona è scesa dai 132 milioni di euro del 1991-1992 a meno di 57 milioni.
Eppure, guai a ricordarlo. C'è subito chi è pronto a levare l'indice ammonitore: attenti a non titillare l'antipolitica, attenti a non gonfiare il qualunquismo, attenti a non fare della demagogia. Ne sappiamo qualcosa noi, ne sa qualcosa chiunque in questi mesi ha rilanciato con forza alcune denunce, ne sa qualcosa Beppe Grillo. Ma certo, non tutto quello che ha detto il «giullare- à-penser» genovese può essere condiviso. Dall'invettiva del «Vaffanculo Day» lanciata in un Paese che ha bisogno come dell'ossigeno di un linguaggio più sobrio fino all'appoggio alle tentazioni di rivolta fiscale. Un acerrimo avversario dello Stato italiano come Sylvius Magnago, straordinario protagonista di durissimi scontri in difesa dei sudtirolesi di lingua tedesca, lo ha spiegato benissimo sottolineando di sentirsi «un patriota austriaco ma un cittadino italiano»: «prima» si devono pagare le tasse, «poi» si può dare battaglia.
Ma quale autorevolezza hanno per liquidare Grillo quanti per anni e anni non sono riusciti a dimostrare la volontà, la capacità, la credibilità, la forza per cambiare sul serio questo Paese? L'Umberto Bossi che intima a Grillo che «occorre stare attenti a non esagerare» non è forse lo stesso Bossi che diceva che «il Vaticano è il vero nemico che le camicie verdi affogheranno nel water della storia»? Gerardo Bianco che al Grillo che vorrebbe un limite massimo di due legislature risponde dicendo che «non bisogna seguire la piazza a rimorchio di istrioni della suburra» non è lo stesso che siede in Parlamento dal 1968? E il Massimo D'Alema che liquida gli attacchi di Grillo ai partiti dicendo che per sua esperienza «se si eliminano i partiti politici dopo arrivano i militari e governano i banchieri» non è lo stesso che nei giorni pari dice che «la politica rischia di essere travolta come nel 1992» e nei dispari che «i costi della politica sono un'invenzione di giornalisti sfaccendati»?
E la destra che, Udc a parte, ha firmato col proprio questore il bilancio della Camera e poi si è rifiutata di votarlo nella speranza di cavalcare la tigre, non è quella stessa destra che governava con una maggioranza larghissima nei cinque anni in cui le spese delle principali istituzioni pubbliche sono cresciute di quasi il 24 per cento oltre l'inflazione? Per quel po' di esperienza che abbiamo fatto in questi mesi dopo l'uscita del nostro libro, incontrando diverse migliaia di persone, ci andremmo molto cauti, prima di liquidare l'insofferenza di milioni di cittadini, confermata inequivocabilmente dai sondaggi e dalle analisi di Ilvo Diamanti, come «tentazioni antipolitiche». Noi abbiamo visto piuttosto crescere una nuova consapevolezza. Quella che «prima» del legittimo diritto di ognuno di noi di sentirsi di destra o di sinistra, abbiamo tutti insieme un problema: una politica che ha allagato la società. E che, come dimostra il dibattito di queste settimane, non ha la forza non solo per risolvere i problemi ma neppure per metterli sul tavolo.
BILANCI TRASPARENTI - È «antipolitico» chiedere come mai non vengono neppure ipotizzati l'abolizione delle province o l'accorpamento dei piccoli comuni? Che tutte le amministrazioni pubbliche siano obbligate a fare bilanci trasparenti dove «acquisto carta da fax» si chiami «acquisto carta da fax» e «noleggio aerei privati» si chiami «noleggio aerei privati» così da spazzare via tanti bilanci fatti così proprio per essere illeggibili? Che anche il Quirinale metta in Internet il dettaglio delle proprie spese come Buckingham Palace? Che venga rimossa quella specie di «scala mobile» dell'indennità dei parlamentari ipocritamente legata a quella dei magistrati due decenni abbondanti dopo l'abolizione del meccanismo per tutti gli altri italiani? Insomma: viva le istituzioni, viva il Parlamento, viva i partiti. Però diversi: diversi. E soprattutto: è antipolitico chiedere che certi politici italiani la smettano di essere così presuntuosi da pretendere di identificarsi automaticamente con la Democrazia?
Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella
22 settembre 2007
Il Pc rispose :"Sì, adesso Dio esiste!"

Il computer ha un processore principale al suo interno e organo decisionale, vera "mente " del PC, dalla quale passano tutte le informazioni in entrata ed in uscita. Un mini-programma è contenuto nella memoria non volatile [ROM – Read Only Memory] che racchiude tutte le informazioni permanenti, installate in fase di “creazione” della macchina. Esso è il vero DNA o codice genetico del computer.
La memoria centrale [RAM – Random Access Memory] trattiene le informazioni finché la macchina rimane accesa. Possiamo paragonare questa RAM con la memoria a corto termine dell’uomo.
Poi la memoria di massa permette di aggiungere un innumerevole numero di dati nella macchina, e di conservarli in modo permanente. Potremmo paragonare questa memoria, sia alla memoria a lungo termine dell’uomo, sia a dei libri sui quali l'uomo archivia tutto. Infine bisogna aggiungere che per poter funzionare, ma soprattutto comunicare con l’operatore umano, la macchina ha bisogno di un linguaggio chiamato "sistema operativo" [OS] che come un traduttore simultaneo interpreta e traduce tutte le comunicazioni e le interazioni tra uomo e macchina. Già da questo possiamo notare nettamente la similitudine tra computer e uomo, che per ora abbiamo analizzato solamente nei fondamentali più semplici.
Sempre di più negli ultimi anni.. suoni, immagini e scene video sono creati a partire dai computer. I suoni digitalizzati invadono le nostre musiche che oramai sono quasi tutte composte al computer partendo da 'basi sintetizzate'. Bè, potrebbe obiettare più di qualcuno, che problema c'è? Gli mp3 sono la rivoluzione tecnologica più stupefacente degli ultimi anni.. mmh.. sì avete letto bene “STUPEFACENTE”, nel senso annesso alle sostanze allucinogene. Se non vi siete mai chiesti come si sia potuto raggiungere un tasso di compressione musicale tanto elevato da far entrare centinaia di brani in pochi megabyte..? Allora è tempo che ve lo chiediate! La spiegazione prima e ufficiale è il “taglio” di molte frequenze non percettibili dall'orecchio umano e quindi “inutili” nell'ascolto della musica.. ma in realtà quali parti vengono tagliate e perché? Inoltre perchè alle parti tagliate vengono aggiunte, nello stesso tempo, altre frequenze che ugualmente non sono udibili dall'orecchio umano?
COSA STANNO FACENDO?
Andate a leggere questi due brevetti che sono stati applicati anche agli mp3. [United States Patent 4,777,529 Schultz, et al. October 11, 1988] e [United States Patent 5,159,703 Lowery, October 27, 1992] questi sono i due fondamentali ma ce ne sono altri che potete ricercare voi stessi qui: “http://patft.uspto.gov/netahtml/search-adv.htm”.
Anche per le immagini digitali è lo stesso discorso. Con le immagini virtuali create da un computer, oggi possiamo vedere delle scene reali ma che non esistono nella realtà! Create direttamente dal computer, sono presenti dappertutto sugli schermi del cinema e della televisione . Così, ci dovremmo chiedere non solo se ciò che vediamo e udiamo con i nostri sensi oggettivi esiste realmente ma “qual è il vero fine di questa mastodontica finzione inserita nella nostra realtà”.
Infatti molte volte succede che non vediamo e non ci accorgiamo di immagini, suoni e impulsi luminosi di varie frequenze che sono però realmente presenti all'interno di una scena. Per non parlare qui e ora delle immagini subliminali, ma per far percepire il problema, soffermiamoci solo sulle immagini stereo "3D" apparse da qualche anno e create dal computer. Si tratta di un disegno che implica la ripetizione di un tema qualunque. Guardando l’immagine da una determinata angolazione, è possibile vederci apparire all'interno una seconda immagine, in rilievo. Dietro questa immagine però può nascondersi una seconda immagine e pure una terza… L’osservatore ha quindi l’impressione di utilizzare un’altro tipo di vista che gli permette di scoprire cose nascoste dietro l’incomprensibile 'prima immagine', e di passare quindi su un'altro piano di percezione. Quindi dato che vediamo ciò che non esiste [le immagini digitali] e non percepiamo vedendolo immediatamente ciò che invece è davanti ai nostri occhi [immagini nascoste e impulsi luminosi], dobbiamo prima chiederci se il mondo esiste tale quale i nostri sensi oggettivi lo descrivono. E cosa molto più importante; chiederci se nella nostra realtà siano inserite altre realtà o dimensioni che solamente con la giusta angolazione si possono vedere [Matrix].
Questo ci fa venire in mente un altra applicazione dell’informatica. La realtà virtuale. Così, ad esempio, due persone si incontrano "virtualmente" - grazie a questa tecnica – nell’arena del Colosseo a Roma [oggi solo in parte intatto, ma ricostruito virtualmente con immagini sintetizzate - ndr], quando in realtà una era a Roma e l’altra era a New York. Con questo genere di tecnologia avviene un annullamento dello spazio e del tempo
Dobbiamo renderci conto, dunque, che il computer, sia nella struttura genetica intesa come 'cuore' del sistema, che nell’utilizzo, possiede punti in comune con l’essere umano. Il mondo virtuale della macchina è l'immaginazione dell'uomo, la riproduzione musicale sintetica della macchina è la capacità umana di riprodurre mentalmente musiche ascoltate, la memorizzazione in data base di informazioni e la loro ricerca è la capacità della mente umana di ricordare.L’uomo ha forse voluto creare una macchina a sua immagine e somiglianza?
La nostra società ha forse generato un Golem, come enunciato nella 'Qabbalah', oppure un mostro come quello di Frankenstein che gli si rivolgerà contro?
Ma se le vibrazioni energetiche insite nella nostra materia sono peraltro contenute in una simile macchina, né la Vita, né la coscienza, né lo spirito.. sono però presenti in essa, 'obietterà qualcuno'. Vero solo oggi.., per quello che “presupponiamo di sapere” sulla nostra realtà, ma di fatto.. progetto reale già realizzato nelle crypte sotterranee dai veri “poteri sovranazionali”.
In effetti una parte di questo progetto viene pubblicizzata per abituare le menti dei popoli all'idea di questa autonomia decisionale e vita cosciente della macchina. Grazie "all’intelligenza artificiale", già oggi viviamo immersi in decisioni prese proprio dalla mente della macchina. Programmi “intelligenti” dirigono lavatrici, frigoriferi, forni, lavastoviglie, ecc. per citare le cose a cui non diamo importanza, sino ad arrivare ai comportamenti autonomi e intelligenti di mezzi ed entità nelle realtà virtuali non solo di videogiochi ma anche di tutte le infrastrutture umane sia civili che [soprattutto] militari e di cui si è già parlato in parte .
Questo progetto ha come scopo di modellare e di riprodurre nelle macchine il comportamento intelligente e cosciente dell’uomo. Per questo sfrutta altri campi, quali la psicologia cognitiva, la linguistica, la psicolinguistica, la filosofia e la logica. Così è già possibile oggi che delle macchine non siano 'solamente' capaci di far volare e controllare aerei, elicotteri, satelliti e navicelle spaziali, ma di interagire con l'uomo e di prendere decisioni, utilizzando programmi sviluppati dagli studi sull'intelligenza artificiale. Allo stesso modo, abbiamo visto comparire il concetto di "sistema esperto", software capace di adottare il ragionamento di un esperto in un ramo specifico [per esempio la diagnosi nelle riparazioni auto, l’individuazione di malattie genetiche o l’identificazione, la classificazione e il riconoscimento di cose e persone - ndr].
L’intelligenza artificiale è articolata principalmente in due aspetti: la rappresentazione della conoscenza ed il ragionamento. Diversi modi di ragionare sono quindi riprodotti sulle macchine: “deduttivo, induttivo, per analogia, sulla base di casi ed esempi, per reti di neuroni artificiali, per reti di computer utilizzati nelle varie conoscenze umane”. Alcune ricerche sono guidate verso diversi mezzi di rappresentazione delle conoscenze: “logica dei predicati, logica temporale, reti semantiche, scritture, rappresentazioni orientate, oggetti.. ecc”.
Il concetto di "metaconoscenza" è anch’esso interessante. Riguarda la "coscienza della conoscenza", in altre parole il plasmare ciò che conosciamo. Così, il computer può, dotato di tale metaconoscenza, essere capace di “autoanalizzarsi”, dissociando ciò che conosce da ciò che ignora, avendo dunque "coscienza" della propria conoscenza.
Legato alle conoscenze ed al ragionamento, appare pure il concetto di "apprendimento automatico". Si tratta programmi logici che permettono alla macchina di imparare da sola [senza intervento umano – ndr] nuove conoscenze sulla base di casi concreti, di "situazioni vissute" [proprio dall'uomo – ndr] e già descritte in questi due articoli. Per questo internet come mezzo per raccogliere enormi quantità di tali esperienze di vita e conoscenza è lo “STATO DELL'ARTE” di questo progetto. Qui compare anche il concetto di intelligenza artificiale distribuita (DAI), che utilizza sistemi multi agenti (MAS) composti da un insieme di agenti artificiali autonomi [vedi allegato – ndr], cioè di diversi programmi capaci di comunicare fra di loro e di interagire con lo scopo di risolvere un preciso problema a livello globale. Così, i computer si associano [come gli uomini – ndr] per realizzare compiti complessi, ognuno essendo più o meno specializzato in un campo specifico e "subalterno" ad altri computer. Qui ancora, ritroviamo come l’uomo provi a creare a sua immagine e somiglianza un essere capace di assecondarlo, di aiutarlo, oppure “di sostituirlo” nel compimento di varie mansioni. Ritroviamo soprattutto il pensiero cabalistico del Golem.. ma con quale fine..?
Il libro base della Qabbalah, il "Sepher Yetzirah", insegna le capacità creative dalla combinazione delle lettere [ebraiche]. Rabbi Eleazar de Worms, cabalista del passato, spiega che è la forza creativa delle combinazioni di lettere [il Verbo Divino] che permise a Dio di creare il mondo e che permise all’uomo di creare un essere artificiale: il Golem. Moshe Idel, commentando Eleazar de Worms, scrive a proposito della creazione di un uomo artificiale: "L’operatore crea una figura o un corpo dalla polvere; questa forma è chiamata Golem… L’operazione che consiste nel pronunciare le lettere dell’alfabeto incomincia solo dopo il plasmare della forma umana… Una volta che il materiale è pronto, l’operatore comincia il procedimento che comprende fra l’altro la recita delle lettere dell’alfabeto. L’operatore crea 231 combinazioni di lettere che corrispondono ad altrettanti “portali”.
Il Golem viene creato quindi come un essere basato sul linguaggio, così come il computer. Così, le antiche discussioni tra rabbini che sembravano appartenere ad una mistica arcaica e sorpassata dal progresso della scienza e della tecnologia, si trovano essere al centro delle attività scientifiche più moderne. I vecchi interrogativi etici dei saggi della tradizione ebrea sul tema del Golem, assumono solo oggi tutto il loro significato. Henri Atlan, nella prefazione del libro di Moshe Idel, ci invita a porci il problema sullo statuto morale di un 'tale essere' ed in particolare sulla sua autonomia e delle sue responsabilità davanti alla legge.
Come il Golem creato dal fango della terra è reso vivente al servizio dell'uomo tramite un 'codice di parole'... così il Golem informatico creato dalla materia è reso vivente al servizio dell'uomo tramite un 'codice binario'... esso è reale, presente nella nostre vite e vive accanto a noi, crescendo di giorno in giorno.
Con quale fine ultimo...? Forse quello della creazione dell'immagine della bestia preannunciata nelle profezie?
In “La risposta” (Answer, 1954) di Fredric Brown, il più potente computer dell’universo viene finalmente inaugurato. Può rispondere a qualsiasi domanda, e quando gli viene chiesto se Dio esista, egli risponde implacabile: «Sì, adesso Dio esiste!»
Bojs
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