15 ottobre 2007

Soldi facili altro che gratta e vinci!


Wall Street adora i soldi facili. Ecco perché lo scorso martedì [il 18 settembre, ndt] gli operatori hanno festeggiato quando il capo della Fed Ben Bernanke ha annunciato che avrebbe tagliato i tassi di interesse dal 5.25 al 4.75 percento. Il mercato azionario è immediatamente salito alle stelle aggiungendo 336 punti prima del suono della campana. Il giorno successivo il capogiro è continuato. Da metà mattinata il Dow è salito di altri 110 punti e si è diretto verso la stratosfera. Tutti a Wall Street amano Bernanke. Porta loro caramelle e dolci e manda il conto al lavoratore americano.

Finora, il diligente Bernanke ha dimostrato di non essere diverso dal suo predecessore, Alan Greenspan. Affrontando la sua prima crisi, il nuovo capo della Fed ha scelto di premiare i suoi amici ricconi degli hedge fund e delle banche di investimento massacrando il dollaro. Non appena ha annunciato il suo piano di tagliare il Fed funds rate di 0,50 punti base, l'oro è volato a 736 dollari l'oncia, il petrolio è balzato a 82 dollari al barile, e l'euro è salito al nuovo massimo di 1,40 dollari.

Questi sono tutti dei prevedibili segnali di inflazione. I prezzi di alimenti ed energia seguiranno certamente. Il risultato finale è che la classe investitrice è stata tirata fuori dai guai a spese di chiunque altro commerci in dollari.

Bernanke ha invocato il “Greenspan put”, il che significa che ha utilizzato il suo potere per proteggere i suoi amici dalle perdite in cui sarebbero incorsi a causa delle loro cattive scommesse. Adesso, i grandi attori del mercato sanno di poter contare su di lui per essere salvati ad ogni cattivo investimento. È stato anche all'altezza del suo soprannome, “Elicottero Ben”; pronto ad affrontare ogni nuova calamità gettando trilioni in biglietti verdi USA appena stampati in cascata sulla borsa di New York in modo che gli investitori contenti possano aumentare i loro PE ed ingrassare i loro totali. Pensiamo che Bernanke dovrebbe abbandonare completamente il suo elicottero e consegnare personalmente casse piene di biglietti da 100 dollari sulla soglia di Wall Street, proprio come fa Bush con i contractor in Iraq. In questo modo i fund manager possono continuare a rifornire il mercato di contanti facili senza perdere tempo alla Discount Window della Fed.

Malgrado l'euforia a Wall Street, c'è un lato negativo nelle azioni di Bernanke. Il capo della Fed ha dimostrato agli investitori stranieri che NON DIFENDERÀ IL DOLLARO. Si tratta di un forte messaggio a chiunque speri di guadagnare investendo negli USA. Li avverte del fatto che la politica del “dollaro forte” è una frode e che farebbero meglio a sbarazzarsi di buoni del Tesoro USA e di attività sostenute dal dollaro. Apparentemente, molti hanno già recepito il messaggio. Il mese scorso, le banche centrali e gli investitori esteri si sono liberati di 9,4 miliardi di dollari in buoni del tesoro USA e bond --confrontati con l'acquisto netto in Giugno di 24,7 miliardi. Ciò significa che gli stranieri hanno smesso di comprare il nostro debito, che ammonta attualmente a 800 miliardi di dollari annui. Si tratta dell'ultimo piede che sostiene il traballante biglietto verde. Indubbiamente il dollaro cadrà precipitosamente.

Allora, perché Bernanke indebolirebbe ancor di più il dollaro abbassando i tassi di 50 punti base?

È impazzito o si è fatto prendere dal panico?

Non lo sappiamo, ma sappiamo che questo è l'inizio della fuga di capitali – l'improvviso esodo degli investimenti stranieri dal debito e dalle equity USA. Più probabilmente, sarà accompagnato dal sibilante suono del gas che fuoriesce da una bolla delle equity perforata seguito rapidamente da una dolorosa fase di deflazione, massiccia disoccupazione e violente proteste.

La dimensione del deficit delle partite correnti, che si è impennata nel 2005 al 6,8 percento del PIL, è scesa al 5,5 percento dalla fine del secondo trimestre del 2007. Ciò indica che l'esausto consumo americano sta finendo il carburante e che i nostri partner commerciali esteri stanno rallentando i loro introiti in dollari USA. Adesso arriva la parte dolorosa. Mentre il deficit commerciale si restringe, gli investimenti stranieri diventeranno più scarsi e il dollaro crollerà. Questo significa che i tassi di interesse dovranno salire e gli Americani affronteranno un'agonizzante flessione economica.

Tutto ciò è parte del piano generale della Federal Reserve per riorganizzare l'economia e il sistema politico USA. Da quando Bush ha preso servizio nel 2000, il dollaro è stato deliberatamente indebolito; perdendo più del 40 percento del proprio valore confrontato con l'euro (da 85 centesimi di dollaro per euro nel 2000 a 1,40 dollari per euro nel 2007). Ed è andata anche peggio se confrontato all'oro. La Fed ha “timbrato” i 400 milioni di dollari annui di agevolazioni fiscali ai ricchi voluti da Bush e ha osservato con approvazione mentre 4000 miliardi di dollari di ricchezza nazionale venivano trasferiti a banche e investitori stranieri attraverso il deficit delle partite correnti (il risultato della deregolamentazione del denaro).

Inoltre, ora sappiamo che Alan Greenspan ha supportato il piano di invadere l'Iraq. Ha anche ammesso senza vergogna che la guerra era davvero per il petrolio, il che suggerisce che stesse tentando di preservare il legame tra il dollaro e il petrolio. Tale legame è ciò che mantiene il dollaro nella posizione di “moneta-riserva” mondiale. Questi fatti indicano che la Fed gioca un ruolo vitale nelle decisioni politiche che stanno rimodellando la vita americana. Assumiamo che i membri della Fed siano egualmente solidali con le misure da stato di polizia che sono state messe in atto per anticipare problemi che sorgerebbero indubbiamente dal collasso economico che hanno meticolosamente progettato.

I tagli dei tassi ci dicono che la Fed sta pianificando di scaricare il deficit delle partite correnti sulle spalle della classe media americana. I prezzi ai supermercati e alle stazioni di servizio saliranno immediatamente; probabilmente nel giro di pochi mesi, se non di settimane. Sarà più difficile l'accesso al credito. I salari e gli standard di vita declineranno. Le borse cadranno. I consumi si accartocceranno.

Sorprendentemente, i tagli ai tassi di Bernanke non sono neanche pensati per risolvere i problemi di fondo che dovrebbero curare. Milioni di padroni di casa che hanno sottoscritto prestiti subprime o ALTA vanno verso il pignoramento. Solo una piccola percentuale di essi beneficerà dai tagli ai tassi ed eviterà l'inadempienza a causa di “ricontrattazioni” al ribasso del loro prestiti. Molti di loro non saranno giudicati idonei per il rifinanziamento SOTTO QUALUNQUE CONDIZIONE perché non soddisfaranno i nuovi standard per garantire un prestito. Le banche e le concessionarie di mutui sono diventate più severe nelle pratiche per la concessione di prestiti.

In realtà i tagli ai tassi non aiutano neanche le banche o gli hedge funds. Le loro azioni potrebbero avere qualche timido rialzo per un giorno o due, ma ciò non durerà. Il denaro sta diventando caro e i consumi sono bassi. Non è un buon momento per tenere centinaia di miliardi in obbligazioni finanziarie sostenute dai mutui (CDO) che potrebbero essere state valutate molte volte il loro valore originale. Non c'è mercato per queste CDO. Sono un fiasco. Il debito deve essere rivisto o le aziende verranno portate alla bancarotta.

I tagli ai tassi non sradicheranno l'ondata di insolvenze né risolveranno i problemi strutturali dei mercati finanziari. Invece non faranno che prevenire l'imminente recessione sostenendo livelli anormali di liquidità. Ma mentre le spese per i consumi si riducono e la disoccupazione continua a salire, l'approccio “tampone” della Fed a questi problemi sistemici si dimostrerà inefficace. Bernanke sta sacrificando la cosa di cui avrà più bisogno negli accidentati mesi a venire: la sua credibilità.

Come dice l'economista e autore Henry Liu, “Un mercato che capisce l'impotenza dell'intervento delle banche centrali può andare in caduta libera”.

L'argomento più convincente a favore dei tagli ai tassi di interesse si deve all'economista Martin Feldstein in un articolo del Wall Street Journal, “Liquidly Now” [“Liquidamente adesso”, ndt]. Feldstein ha così riassunto il problema: “Tre forze distinte ma correlate stanno minacciando l'attività economica: una crisi del mercato del credito, un declino nei prezzi delle case e nell'edilizia, e una riduzione dei consumi. Questi sviluppi hanno determinato l'indebolimento generale dell'economia all'inizio dell'anno, segnato da una più lenta crescita dell'impiego e dall'abbassamento delle disponibilità di spesa dei consumatori.

“L'inadempienza dei mutui subprime ha innescato una estesa fuga dagli investimenti a rischio, con un sostanziale allargamento di tutti i credit spread, e un generale congelamento dei mercati creditizi. Le affidabilità creditizie ufficiali divennero oggetto di sospetti. Gli investitori e i prestatori iniziarono a preoccuparsi per non sapere come valutare attività rischiose complesse.

“Nelle ultime settimane il credito è diventato indisponibile. I prestiti per sostenere i contratti di private equity non hanno potuto essere sindacati, costringendo le banche a mantenere quei prestiti nei propri libri contabili. Le banche vengono anche costrette ad onorare le garanzie di credito verso precedenti conduit esterni allo stato patrimoniale e verso altre linee di credito di riserva, riducendo ulteriormente il capitale bancario disponibile per sostenere il credito di tutti i tipi.

“L'impossibilità dei mercati creditizi a funzionare correttamente indebolirà l'economia generale nei mesi a venire. E anche quando la crisi del mercato creditizio sarà passata, i più ampi credit spread e la maggiore avversione al rischio saranno un freno all'attività economica.

“In aggiunta a questi problemi generali del mercato creditizio, la caduta dei prezzi degli immobili e dell'edilizia saranno un peso crescente per l'economia. I prezzi delle case che cadono non solo causano ulteriori rallentamenti nella costruzione di nuove case, ma restringono anche la rendita dei padroni di casa e quindi i consumi”.

Feldstein ha una buona comprensione del problema, ma fa marcia indietro sulla solutione. Afferma: “L'azione della Fed di abbassare i tassi di interesse non può risolvere i problemi del mercato creditizio, ma potrebbe aiutare l'economia: stimolando la richiesta di case, automobili e altri beni durevoli; incoraggiando un dollaro più competitivo a stimolare superiori esportazioni nette; innalzando i prezzi delle azioni per incrementare sia gli investimenti che i consumi; e liberando denaro spendibile per i proprietari di casa con mutui a tasso variabile”.

Paradossalmente Feldstein vuole i tagli ai tassi anche se egli stesso ammette che “tassi di interesse più bassi non possono risolvere i problemi del mercato creditizio” ma stimoleranno solo antieconomici “consumi”.

Non si tratta di una cura. È solo altro unguento miracoloso Greenspan.

“Troppa liquidità” è il problema, non la soluzione. La ragione per cui i mercati sono così volatili e vicini a un'implosione da un momento all'altro è che ogni classe di investimento è stata follemente gonfiata da una politica monetaria che ha seguito le prescrizioni di Feldstein. Adesso vuole schivare le conseguenze di queste sciagurate politiche rigonfiando la bolla e distruggendo il dollaro in questo processo. È una cattiva idea.

I tagli della Fed coincidono con i neri bilanci dei giganti dell'investimento di Wall Street, Lehman Brothers, Morgan Stanley, Bear Stearns e Goldman Sachs. Le quattro banche di investimento hanno totalizzato un 22 percento di perdite nell'ultimo trimestre e probabilmente continueranno a perdere pesantemente dai miliardi di dollari in CDO subprime che dovranno declassare o cancellare. Fino ad ora, i tagli ai tassi di Bernanke hanno distolto l'attenzione dalle cattive notizie e dai profitti in picchiata del nucleo dell'investimento americano.

I grandi finanzieri non sono i soli a sentire l'emergenza del crollo del mercato immobiliare. Ci sono molti altri, inclusa la Bank of America che ha annunciato che “dislocazioni senza precedenti” nel mercato del credito avranno un “impatto significativo” nei risultati del terzo trimestre presso la propria banca di investimento aziendale. “Il responsabile finanziario capo Joe Price ha detto agli investitori a una conferenza a San Francisco, 'Per la finanza questi sono tempi abbastanza impegnativi, e non riesco a ricordare quando i mercati creditizi in particolare siano stati tanto volatili ed imprevedibili come negli ultimi mesi'” (Bloomberg News).

I tagli di Bernanke sono ben poca cosa per i conti delle banche, ma offrono una gradita distrazione dall'inesorabile tamtam delle cattive notizie economiche. Il sarcoma dei subprime si è diffuso ovunque nei mercati finanziari. Non si tratta soltanto del costante up-tick dei pignoramenti e dell'incombente inventario immobiliare. Le banche stanno anche accaparrando capitali per coprire le loro perdite sui CDO fuori mercato e sugli acquisti tramite debito (LBO, Leveraged BuyOut), il che significa che la concessione di nuovi mutui rallenterà enormemente anche per chi sarà idoneo.

Un articolo su Bloomberg News ci da una qualche idea di quanto velocemente il mercato dei bond legati alle case si sia deteriorato: “Le vendite di asset-backed security USA, come i bond che “re-impacchettano” prestiti o carte di credito subprime così come obbligazioni di debito collateralizzate, sono cadute del 73 percento dall'anno precedente fino a perdere 30 miliardi di dollari il mese scorso, secondo stime di analisti della Deutsche Bank AG”.

Bernanke sta solo prolungando il dolore non permettendo al mercato di completare il proprio ciclo cosicché i cattivi debiti possano essere cancellati e il settore possa riattrezzarsi per il futuro. Sta prendendo tempo per i suoi amici banchieri, ma danneggiando considerevolmente il dollaro durante il processo.

Jim Rogers, il presidente della Beeland Interests Inc., ha così riassunto i tagli ai tassi: “Ogni volta che la Fed si mobilita per aiutare i suoi amici a Wall Street, peggiora la situazione. Il dollaro va al collasso, il mercato dei bond va al collasso. Ci saranno molti problemi negli USA”.

Rogers non è solo nelle sue conclusioni.

Anche leader stranieri, come il presidente venezuelano Hugo Chavez, si sono recentemente espressi sulla preoccupante condizione dei mercati USA. Tre giorni fa Chavez ha dichiarato alla televisione pubblica che potremmo essere costretti ad affrontare un “terremoto finanziario globale” a causa delle “irresponsabili” politiche economiche USA. Chavez ha citato l'avvertimento del premio Nobel Joseph Stiglitz secondo cui potremmo dover affrontare un serio disastro economico che porterebbe a “miseria diffusa, fame e serio malcontento. E gli Stati Uniti sarebbero i responsabili”.

Chavez ha aggiunto che l'amministrazione Bush “ha dovuto iniettare 300 miliardi di dollari nel circuito delle banche private per evitare un collasso del dollaro e dell'economia mondiale. Il dollaro sta scendendo, non si accorgono che il loro piano non ha riscontro nella realtà” e questo “perché il loro deficit fiscale è il più grande della storia”.

Le previsioni di Chavez sembrano accurate perché possiamo notare come l'oro sia schizzato alle stelle mentre il dollaro continua a cadere.

La tempesta di fuoco che ha avuto inizio con i bassi tassi di interesse della Fed nel 2002-2003 e che si è evoluta nella crisi del credito subprime del 2006-2007 minaccia adesso l'intero sistema finanziario e la più estesa economia globale. La ragione di ciò è che il debito da mutuo è il fondamento sul quale poggia ogni assurda forma di debito. Questi strumenti di debito (derivati) ingrandiscono grandemente la leva sul titolo sottostante che spesso non è altro che un tremolante prestito subprime.

Secondo Satyajit Das, una rispettata autorità nel commercio dei derivati, “Un singolo dollaro di capitale 'reale' supporta dai 20 ai 30 dollari di prestito. Questa spirale di prestiti su una base sempre più sottile di beni reali, a caratteri cubitali e in varietà pressoché infinita, ha infine creato un mondo in cui i derivati in sospeso all'inizio di quest'anno ammontavano a 485 mila miliardi di dollari -- o otto volte l'intero PIL globale di 60 mila miliardi di dollari” (“Are We Headed for an Epic Bear Market”, Jon Markman).

Stiamo scorgendo i primi segnali che questa enorme bolla di debito inizia ad implodere. La Fed può fare molto poco per attenuare l'inevitabile crack che (crediamo) ha progettato. Mentre le insolvenze nel settore immobiliare continuano ad aumentare, gli scambi e i derivati nel mercato secondario imploderanno. Migliaia di miliardi [di dollari, ndt] in capitalizzazioni di mercato svaniranno in un attimo.

Negli ultimi sei anni il PIL USA è dipeso largamente dalle transazioni implicanti lo scambio di titoli massicciamente gonfiati. La produzione nell'economia reale è rimasta piatta. Le banche di investimento sono all'epicentro di questo nuovo controverso sistema chiamato “finanza strutturata”. Continuiamo a credere che le banche che dipendono da security basate sui mutui (MBS, mortgage-backed securities) e da obbligazioni di debito collateralizzate (CDO) (così come da commercial paper asset-backed) per il grosso del loro guadagno, siano in seria difficoltà. Robert E. Lucas alludeva a potenziali difficoltà bancarie in un articolo sul Wall Street Journal, “I Mutui e la Politica Monetaria”: “C'è un rischio immediato di una crisi dei pagamenti, un equivalente moderno dell'antiquata corsa alla banca. Molte istituzioni – non soltanto le banche – hanno obblighi di pagamento largamente superiori alle riserve alle quali hanno immediato accesso. Contro questi obblighi mantengono delle security a breve termine che credono di poter liquidare a breve scadenza e a costo contenuto. Se alcune di queste security risultassero non liquidabili in questo senso (e specialmente se nessuno è sicuro di chi le trattenga) allora tutti vorrebbero buttarsi sui buoni del Tesoro”.

È raro per noi essere d'accordo con i punti di vista di estrema destra della pagina degli editoriali del WSJ, ma in questo caso, Lucas ci ha azzeccato. Le banche hanno “obblighi che sono largamente superiori alle riserve a cui hanno immediato accesso”. Questo è il risultato diretto della nuova architettura di mercato della “finanza strutturata” che accatasta debiti su debiti fino a quando il sistema viene spinto al punto di rottura.

I bassi tassi di interesse non possono risolvere questo problema “sistemico”. Solo una politica fiscale può ammorbidire il colpo di una bolla creditizia che si sgonfia. L'economista Henry Liu offre questa costruttiva proposta “di tipo New Deal” che è un modo sensato (ed etico) di approcciarsi alla prospettiva di crescente disoccupazione e sempre maggiore precarietà economica per le classi medie e basse: “Si potrebbe argomentare che quello che serve allo stato attuale non è il denaro a basso costo dalla Fed, ma il pieno impiego con stipendi crescenti grazie a incentivi fiscali governativi per aumentare la domanda. Il governo USA dovrebbe utilizzare il denaro che le banche non prestano perché non riescono a trovare beneficiari in possesso dei requisiti, con investitori oculati che vogliano prestare al governo, creando impieghi per riabilitare l'infrastruttura e migliorare la conoscenza per ottenere che l'economia si allontani ancora una volta dalla strada distruttiva della manipolazione finanziaria privatizzata e sistemica”. (“Either Way, It could be an Unkind Cut” [“D'Altra Parte, Potrebbe Essere Un Taglio Traumatico”, ndt] Henry C K Liu, Asia Times)

Liu ha ragione. Dovremmo attuare quelle politiche che riflettono i nostri valori sulla giustizia sociale e su un'equa distribuzione della ricchezza. Invece, il sistema viene manipolato da un'oligarchia di delinquenti che ha massacrato la moneta, drenato i nostri risparmi, e aperto la strada ad un doloroso ciclo di deflazione. Oggi il consumatore USA viene indicato come il responsabile del massiccio deficit commerciale, come se comprare al prezzo più basso da Wal-Mart fosse un crimine. Ma è la Fed il vero colpevole. Si sono opposti ai dazi e alla regolamentazione monetaria fin dall'inizio. Nessun paese nella storia del mondo ha mai permesso che la propria base industriale venisse spietatamente decimata (offshoring, outsourcing, chiusura di fabbriche) solo per nutrire l'avarizia insaziabile delle proprie élite criminali.

L'attuale deficit commerciale è la conseguenza logica del “libero mercato”. E “libero mercato” è il nomignolo Orwelliano utilizzato per descrivere i milioni di impieghi ben pagati che vengono sacrificati sull'altare della globalizzazione. I lavoratori non hanno avuto alcun ruolo nella creazione di questo distruttivo e auto-espandente sistema.

Né sono stati interpellati nella progettazione del moderno mercato, a cui spesso ci si riferisce come “finanza strutturata”. La finanza strutturata è stata promossa come un modo per utilizzare più efficientemente il capitale distribuendo il rischio più uniformemente su tutto il sistema. Di fatto, si è rivelato essere un colossale bidone che adesso minaccia di distruggere le banche e di portare il mercato azionario alla rovina. È essenzialmente uno schema di riciclaggio sui mutui tramato dalle banche di investimento, “sfuggito” ai cosiddetti organismi di controllo, facilitato dalle agenzie di rating, e sfruttato dagli hedge fund. Le vittime di questa truffa sono le compagnie di assicurazione, gli investitori stranieri, i fondi pensione e gli ultra-spremuti proprietari di casa. Le loro perdite si aggirano probabilmente sull'ordine delle migliaia di miliardi di dollari.

Il capo della Fed Alan Greenspan avallò entusiasticamente ogni furba idea di “finanza strutturata”; compresi i prestiti subprime, i mutui a tasso variabile, le Mortgage-backed security, la deregolamentazione della moneta, l'espansione del credito e alcuni cambiamenti strutturali all'industria dei servizi finanziari. Sono le mattonelle sulla strada alla perdizione attentamente posizionate dalla Federal Reserve.

Lo storico Gabriel Kolko ha definito la “finanza strutturata” in un recente articolo, “The Predicted Financial Storm Has Arrived” [“La Prevista Tempesta Finanziaria È Arrivata”, ndt]: “Siamo al termine di un'epoca... Adesso inizia l'instabilità finanziaria globale. È impossibile speculare su quanto durerà il fermento di oggi – ma adesso esistono un'incertezza e una mancanza di fiducia che non ha eguali dagli anni '30 – e questa ignoranza e questa paura sono esse stesse un fattore cruciale. La resa dei conti per i banchieri e per i capi è arrivato. Ciò che è molto chiaro è che le perdite sono massicce e che l'intero mondo sviluppato sta vivendo la peggiore crisi economica dal 1945, una in cui i problemi di una nazione si sono mescolati a quelli delle altre...

“La internazionalizzazione della finanza ha significato meno regolamenti che mai, e la regolamentazione era molto poco efficace anche al livello nazionale...

“L'ingordigia si limita esclusivamente a fare soldi. Le istituzioni internazionali esistenti – delle quali il FMI è la più importante – o avvertimenti pieni di buone intenzioni non cambieranno questa realtà”.

La gente deve riprendere il controllo del proprio denaro. La Federal Reserve deve essere abolita.

Mike Whitney

11 ottobre 2007

La Rete vuol essere rispettata: la Rete ESISTE


Questa petizione è scritta dall'associazione Anti Digital Divide per reagire agli attacchi offensivi e diffamatori ai danni della rete e di chi la utilizza, perpetrati dai giornalisti Filippo Facci, Paolo Granzotto, Giampiero Mughini con la complicità delle testate, il Giornale, Libero e la trasmissione Televisiva Porta a Porta. A seguire sono riportati gli stralci di articoli e un video in cui i giornalisti affermano che, la rete è il peggio del nostro paese, i naviganti sono dei subacculturati, sono i bruti e gli informi di Nietzsche, ignoranti nell.anima, invidiosi sociali ecc ecc. Queste offese sono arrivate dopo che la rete ha dimostrato di essere in grado di superare e scavalcare i mezzi di stampa tradizionali e organizzare una manifestazione nazionale, che ha coinvolto più di un milione di persone, senza che giornali e TV ne parlassero. Molti giornalisti nel giudicare il V-day, evento che senza internet non sarebbe stato possibile, hanno dato più importanza ai vaffanculo e alle battute che alle centinaia di migliaia di persone coinvolte ed ai temi affrontati. Hanno parlato di mancanza di stile, di forma, per poi usare pesanti parole e offese molto gravi contro i manifestanti e la rete. Si è parlato per giorni della BATTUTA Prodi-Alzheimer, come di una cosa gravissima, per poi non accorgersi che tra i naviganti della rete, pesantemente offesi, ci sono migliaia di malati, anche di Alzheimer, che grazie alla rete possono fare molte cose che altrimenti gli sarebbero precluse. Nella rete ci sono milioni di persone che, GRATUITAMENTE, mettono a disposizione la loro conoscenza, preparazione, offrono il proprio aiuto, organizzano eventi, manifestazioni, per tutelare i diritti delle persone. Quindi le offese ai danni di chi naviga in rete sono da ritenersi estremamente gravi rispetto alla battuta di un comico.



I FIRMATARI DI QUESTA PETIZIONE CHIEDONO:

- che i giornalisti Facci, Mughini, Granzotto facciano le proprie scuse a tutti gli utilizzatori di internet, usando mezzi di comunicazione che abbiano un seguito almeno pari a quelli usati per denigrare e offendere i navigatori e la rete.

- che le testate Libero e il Giornale pubblichino un articolo di scuse in prima pagina, per almeno 7 giorni.

- che nella trasmissione televisiva Porta a Porta, Bruno vespa, si scusi per non aver contraddetto alcune espressione pesanti e offensive di Facci, dimostrando per lunga parte della puntata di essere in sintonia con lo stesso, per poi solo in chiusura, dopo che l'onorevole Di Pietro aveva fatto notare la gravità delle affermazioni di Facci, dissociarsi.

- visto che Mughini considera dei subacculturati chi naviga e chi invia SMS e tenendo presente che la trasmissione Controcampo ha un sito internet e propone un servizio SMS, a pagamento, utilizzato dai telespettatori per mandare in onda messaggi, chiediamo che Mughini si scusi anche da questa trasmissione, altrimenti gli utenti potrebbero preferire leggere un libro, che è sempre cosa buona e giusta, invece di vedere Controcampo e mandare SMS o di visitare il sito della trasmissione. In caso contrario crediamo che la sua permanenza in detta trasmissione sia da intendere come "circonvenzione di incapace"

- che la RAI, servizio pubblico, appronti almeno due trasmissioni, ad esempio una in prima serata una in seconda (Porta a Porta), in cui invitare persone COMPETENTI per parlare da una parte della rete e dall'altra di tutti quei temi inerenti al v-day e al blog di Beppe Grillo che sono stati totalmente ignorati dalla stampa e dalle tv, in primis le primarie dei cittadini, proposte fatte al governo, dopo che esperti e circa 850 mila persone ne hanno discusso sulla rete, persone che pagano il canone, come quel 47% di italiani che, secondo un sondaggio, appoggia Grillo e che avrebbero diritto ad un'informazione corretta e non parziale, o peggio ancora, che punti solo a denigrare. Anti Digital Divide è disposta ad intervenire per affrontare il tema del divario digitale, un problema grave e poco trattato dalla televisione.

- l'intervento dell'ordine dei giornalisti e degli organi preposti a garantire una informazione vera, corretta e completa, al fine di stigmatizzare il comportamento tenuto dai giornali e televisioni in questione, richiamandoli ad un comportamento corretto e prendendo provvedimenti per le infrazioni riscontrate.



Riportiamo di seguito alcuni stralci degli articoli.

Testata:Il Giornale; Titolo: Lemuri.com; Autore: Filippo Facci;

Nell'articolo si legge:
"...la famosa «rete» la conosco a sufficienza e scrivo e interloquisco sul secondo blog italiano. Primo: «la rete» non esiste, è così varia da equivalere a un target che vada dai 15 ai 50 anni. Secondo: a una grandissima parte di costoro il grillo comicante sta tremendamente sulle palle. Terzo: il popolo titillato da Grillo è il peggio di questo Paese e di qualsiasi Paese. Non c'è da capire o da intercettare: è una categoria dello spirito, sono i bruti e gli informi di Nietzsche, ignoranti nell'anima, invidiosi sociali. Odieranno sempre il politico e chiunque spicchi, perchè nell'altrui compiutezza e appariscenza scaricheranno le colpe della loro mediocrità. Nulla basterà mai loro, neanche se un ministro guadagnasse 50 euro al bimestre e girasse in bicicletta blu. Presi da soli sono amebe annichilenti, in gruppo invece si fanno tipicamente squadristi, insultano, fanno mucchio, godono per chiunque rotoli nella polvere. Ovvio che un domani potrebbero farlo tranquillamente anche per Grillo."
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=207780

Evidentemente la conosce male. Dire che la rete non esiste perchè ha un target che va dai 15 ai 50 anni è un'assurdità, perchè, 1 la forbice è ancora più ampia, 2 proprio la varietà delle persone che frequentano la rete ne rappresenta la forza, citando la logica Vulcaniana di Star Trek, ci sono Infinite Diversità in Infinite Combinazioni e tutti possono mettere le proprie conoscenze ed esperienze a disposizione degli altri. Le parole di Facci sono molto pesanti e non corrispondenti alla realtà, noi da "ignoranti nell'anima," preferiamo non offendere e dimostrare che il suo giudizio è errato attraverso i fatti.


Testata:Il Giornale; Titolo: «Blog» non è sinonimo di buona informazione; Autore:Paolo Granzotto
Nell'articolo si legge:
"...I blog appartengono alla famiglia - molto sovrastimata - della informazione globale (mentre non c'è niente di più domestico e gruppettaro). Investiti dalla mitizzazione di Internet godono fama, fra i pirla, di essere lo specchio della verità e della correttezza nell.informazione. E di rappresentare al meglio la pubblica opinione e i suoi umori. Vero niente. Un blogger può infatti sparare tutte le bischerate che vuole, diffondere leggende metropolitane o dilettarsi nella così detta controinformazione (il cui assunto è che l'informazione extra-blog è una somma di menzogne e di gaglioffate) senza colpo ferire. Il fatto di avere un blog o di «postare» su un blog non ti fa migliore, più colto, più perspicace o più sincero. Come diceva Fanfani, chi nasce bischero, bischero rimane (anche, se non soprattutto, nella blogosfera). Per bloggare sono necessarie due cose: la prima, sapere che un certo blog esiste (e questa è un'altra smentita della sedicente «globalità» della blogosfera). Uno non può mettersi a spulciare 70 milioni di blog per scegliersene tre o quattro ai quali inviare i propri «post». La seconda, avere tanto, ma tanto tempo a disposizione e coltivare il gusto del - voglia perdonarmi se uso questo termine, ma altri che siano altrettanto pertinenti non mi vengono - cazzeggio. Naturalmente non tutti i blog sono palestre di quella popolare attività: ce ne sono di molto seri e affidabili. Per quel po', pochissimo che bloggo (senza peraltro aver mai postato un «post»), clicco «Camillo», il blog di Christian Rocca e, anche se non può dirsi propriamente un blog, «Informazione corretta» di Angelo Pezzana. Il blog di Grillo, per dire, manco so dove stia di casa."
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=207902

La rete, i siti ed i blog rispecchiano la società, quindi possono esserci persone che parlano con cognizione di causa, si informano attraverso siti ufficiali e che "studiano" prima di postare, quindi la rete è un mezzo per conoscere, informarsi ed informare. Esistono invece altri che parlano per sentito dire, che cazzeggiano, che denigrano, come del resto esistono nella vita normale. Granzotto riesce a contraddirsi nello stesso articolo, prima spara a zero su tutti i blog, poi dice che ce ne sono molti seri e affidabili, usando come discriminante, a quanto sembra di capire, il gruppo, la categoria a cui appartiene chi posta, se si è giornalista, intellettuale, il blog è serio e affidabile, se si una persona normale, fa schifo. Oltre a questo Granzotto dichiara e dimostra di non conoscere assolutamente il tema blog:"Per bloggare sono necessarie due cose: la prima, sapere che un certo blog esiste (e questa è un.altra smentita della sedicente «globalità» della blogosfera). Uno non può mettersi a spulciare 70 milioni di blog per scegliersene tre o quattro ai quali inviare i propri «post»". Oltre ad essere una frase di difficile interpretazione è una emerita cavolata, perchè una persona può benissimo aprire un blog GRATIS, su uno dei tanti siti che lo permettono, tra i quali anche alcuni dei siti che i giornali hanno aperto sulla rete, senza dover cercare niente. Un altro errore è che, nella quasi totalità dei casi, chi naviga non cerca un blog, ma un tema, un argomento, quindi se un blog ha trattato questo argomento viene trovato e se i contenuti hanno soddisfatto il navigatore, questo probabilmente tornerà a visitarlo. Per cercare un argomento occorrono pochi secondi utilizzando un motore di ricerca, nè esistono diversi dedicati ai blog, vedi Technorati e google.
Questo dimostra che anche alcuni giornalisti amano cazzeggiare su temi che non conoscono.


Testata: Libero; Titolo:Insieme a lui c'è il peggio del nostro Paese; Autore: Giampiero Mughini;
Nell'articolo si legge:
"...Vedo che in molti, sui quotidiani di domenica e lunedì, sottolineano il "potere culturale" di internet, il fatto che Beppe Grillo sia riuscito a convocare le sue truppe da combattimento solo sfruttando la comunicazione via internet. Forse sarebbe meglio dire che il Gran Comizio di Grillo è il frutto della subcultura propria a internet, del linguaggio insolente e beffardo (ma soltanto quello) di generazioni ormai ignare del linguaggio dei giornali e dei libri, e bensì esperte in sms e e-mail che più spicce e più rozze sono meglio è. E’ il nostro tempo, certo. E’ un tempo di merda. E mi viene da ridere a leggere che qualcuno si aspetta che Grillo dia una sorta di contenuto e struttura politica a quel gran casino che gli va dietro..

Qui, se possibile, è ancora più evidente la supponenza e la presunzione di superiorità di chi scrive rispetto alla rete, di chi si crede nella condizione, dall'alto di non si sa cosa, di giudicare milioni di persone che navigano in internet una subcultura, composta da ignoranti e rozzi. Ha parlato di linguaggio insolente e beffardo, lui che in diverse trasmissioni televisive si lancia spesso e volentieri in epiteti alquanto offensivi. Pare anche il caso di ricordare che chi scrive su internet nella stragrande maggioranza dei casi lo fa gratis, non come chi scrive sui giornali, giornali che percepiscono dei finanziamenti pubblici di centinaia di milioni di euro e che, come dimostrano gli esempi qui riportati, non si curano affatto di ciò che scrivono.
http://it.youtube.com/watch?v=MH_T6h_Uh_4 (nel video, dal minuto 1.47 a 4.50, si analizza l'articolo di Mughini e si spiega perchè sia stato RADIATO DALL'ORDINE DEI GIORNALISTI PER PUBBLICITA').


Filippo Facci non contento di quello che aveva scritto sul Giornale ha rincarato la dose durante la trasmissione Porta a Porta nella puntata del 26/9. Premessa, Grillo può piacere o meno, ma i fatti occorre raccontarli in maniera corretta. Inizia la sua performance dicendo che siccome Grillo pretende che chi è condannato non possa diventare parlamentare lui si sente giustificato ad indagare sulla vita privata di Grillo. C'è una piccola differenza, mentre Grillo è un comico, gli altri sono parlamentari pagati con soldi dei contribuenti per prender decisioni che riguardano l'interesse del paese. Seguendo il suo ragionamento, Facci dovrebbe anche "indagare" sulle 300 mila persone che hanno firmato la petizione proposta da Grillo e sui milioni di persone che la pensano come lui. Il sistema americano, che Facci vorrebbe applicare a Grillo e che implica di conoscere tutto sui CANDIDATI non sui comici, farebbe meglio ad usarlo su Berlusconi, Prodi e gli altri parlamentari. Il clou arriva quando il ministro Antonio di Pietro, afferma: "Voi state sottovalutando la Rete" e in sottofondo si sente Facci dire "Ma quale rete", Di Pietro continua dicendo che la rete sta cambiando il modo di fare politica ed i rapporti tra politici e cittadini che attraverso la rete possono controllare l'attività dei parlamentari, in sottofondo si sente Facci dire "ma per favore". Di Pietro arriva all'impudenza di dire che la rete sostituirà i mezzi di comunicazione tradizionali ed i partiti perderanno importanza, non l'avesse mai fatto!! Vespa con decisione e alzando il tono di voce dice "Sarà una brutta giornata" e lo ripete diverse volte, mentre Facci afferma "La rete non esiste" e continua dicendo che la prevalenza della rete è "Il Peggio di questo paese, è il paese che addebita al successo altrui i problemi della propria mediocrità." Di Pietro interviene dicendo che se il 47% della popolazione, come risulta da un sondaggio, si riconosce in quel che dice Grillo "dire che è la peggiore società come affermava Facci è una eresia e un offesa alla verità." Vespa interviene dicendo che Facci si riferiva alla rete, Di Pietro ribatte dicendo che la rete è lo specchio di quel 47% che supporta Grillo non è che la rete è un'altra cosa, e Facci "NO NO", Di Pietro continua "nella rete ci sono centinaia di migliaia di persone... ed essere trattate in questo modo è un atto di non riguardo". Vespa interviene "Infatti se ne assume la responsabilità", dimenticandosi che fino a quel punto era stato in sintonia con Facci in merito alla rete (Guarda un estratto della puntata di Porta a Porta)

Ad Anti Digital Divide dispiace informare, Facci e Vespa, che la rete esiste ed il processo per cui internet sta assumendo sempre più importanza nella politica e nell'informazione è già in corso e sarà sempre più forte. Quindi o i mezzi tradizionali d'informazione si adattano, come stanno già facendo visto che molti giornali e tv hanno un sito internet, o saranno destinati se non a scomparire a diventare la periferia, soprattutto se non propongono un'informazione corretta ed imparziale. Internet, il web, la rete, è riuscita a rompere il giocattolo, il meccanismo che permetteva alla stampa e alle televisioni di impostare l'informazione come meglio credevano. In Internet si trovano documenti, informazioni, video che vengono ignorati o censurati dai normali mezzi di comunicazione.
E' ovvio che tutto questo dia molto fastidio alle caste economiche, politiche e dell'informazione. La rete che, a detta di Facci non esiste, è stata in grado di organizzare il v-day, come ha ricordato lo stesso Grillo il merito non è suo ma della rete, che ha raccolto più di un milione di persone in circa 220 città italiane e 20 estere e 300 mila firme per un'iniziativa di legge popolare prevista dalla costituzione, altro che antipolitica. Quelli che navigano in rete e partecipano, leggono, il blog di Grillo secondo Mughini e Facci sono il peggio del paese, sono dei subacculturati, eppure in centinaia di città italiane si sono formati dei gruppi Meetup che si battono per l'ambiente a sostegno della raccolta differenziata, del risparmio energetico, contro gli inceneritori, contro la privatizzazione dell'acqua, contro la guerra e che cercano di partecipare attivamente alla vita Politica(non antipolitica). E' gente che di tasca propria mette dei soldi, ad esempio, per comprare un microscopio elettronico, utilizzato per far luce sul pericolo delle nanoparticelle.

Il blog ha dato spazio anche persone che altrimenti sarebbero rimaste sole ed avrebbero subito la legge del più forte.
Sul blog ha scritto padre Benjamin, anche egli vittima del sistema dell'informazione italiana, la lettera, con cui sostiene Grillo, è da leggere fino in fondo.

Naturalmente tutto questo dalla quasi totalità della stampa è stato taciuto. Il modo in cui i giornali e le televisioni hanno trattato il v-day e le persone che vi hanno partecipato e lo specchio di come funzioni l'informazione in Italia, si sono fatti TANA da soli. Prima dell'otto settembre praticante nessuno aveva parlato del v-day
In seguito tutto è stato incentrato sulla persona di Beppe Grillo, hanno scavato nel personale per trovare delle magagne, hanno posto l'accento su battute e parolacce, ma non sulle centinaia di migliaia di persone che hanno partecipato ed sui temi trattati. Per 3/4 giorni ha avuto risalto la notizia FALSA, ne ha parlato Casini in un'intervista, dell'offesa a Marco Biagi, in rete dopo pochi minuti si sapeva che era una bufala, ma quasi nessun giornale e TV ha rettificato la notizia, che è stata diffusa ancora per diversi giorni. Perchè l'ordine dei giornalisti non è intervenuto? I giornalisti dovrebbero verificare le notizie prima di darle e in caso di errore rettificare. Casini ha anche affermato che Grillo ed i manifestanti si dovrebbero vergognare. Ci sarebbero tante cose da dire su Casini, ci limitiamo a suggerirgli di guardare prima la trave nel proprio occhio, e in quelli dei suoi compagni di partito, invece di giudicare centinaia di migliaia di persone sulla base di una notizia falsa. Ampio spazio ha occupato anche la BATTUTA Prodi-Alzheimer. I comici fanno da sempre battute, su cechi, sordi, nani, e su altre malattie o difetti fisici, questo può non piacere, ma si tratta di battute, non si può pensare che i comici vogliano offendere i malati. Invece si è parlato per lungo tempo della battuta, che poteva essere semplicemente bollata come di cattivo gusto, ma non del perchè era stata fatta e cioè perchè Prodi si era completamente dimenticato della promessa di tenere in considerazione le proposte dei cittadini, che Grillo gli aveva consegnato. Quindi è stata totalmente ignorata una parte della notizia. (Mentre pubblicavamo la petizione, sul blog di Grillo è apparso un post, in cui il comico porta in evidenza lo scarso impegno da parte delle istituzioni nei confronti della malattia Alzheimer e scrive che sua madre è morta di questa malattia. Quindi la battuta di Grillo, non è stata fatta per offendere i malati ma, probabilmente per attirare l'attenzione sul problema, ora ci aspettiamo che tutti i moralisti e moralizzatori, giornalisti e politici, mettano almeno lo stesso impegno, che hanno usato per attaccare Grillo, adoperandosi per far migliorare le condizione di vita dei malati e delle loro famiglie.)

Alle medie insegnano schematicamente che un articolo di giornale deve rispondere almeno alle 5W, Who, What, When, Where, Why, a cui si aggiunge la H di How. Nella maggior parte dei casi nel parlare del v-day ci si è fermati al chi, anzi ad una parte del chi. Ad esempio Emilio Fede tutte le volte che ha parlato del vaffa-day, si è preoccupato di far passare solo il proprio pensiero negativo su Grillo e di contraddire chi osava aprire uno spiraglio positivo verso la manifestazione. Non si capisce poi dall'alto di cosa Fede si permetta di criticare e denigrare pesantemente Grillo e il v-day, forse dal fatto di essere lo "sputatore" di Piero Ricca, un manipolatore di servizi o dall'alto delle offese lanciate dal suo TG "abusivo"

Famoso ormai l'editoriale del direttore del Tg2 Mazza, che si è sentito in dovere di evocare i cattivi maestri in seguito ad una manifestazione pacifica e non quando, ad esempio, Bossi ha parlato di fucili. Secondo Mazza i toni usati da Grillo, cioè le battute e i vaffanculo, possono portare qualcuno, un pazzo, a premere il grilletto. Il direttore del TG2 forse dovrebbe vedere il film Viva Zapatero, in Francia la satira spara direttamente al presidente senza che nessuno si sogni di fare un intervento come quello di Mazza. Degni di nota anche alcuni interventi di esimi giornalisti, Giampaolo Pansa, Corradino Mineo ed Eugenio Scalfari, che prendono per serio lo sfottò che Grillo fa imitando il Duce "Italiani!!" come si può ammirare in un servizio di striscia la notizia

Questi sono solo alcuni esempi dello strano modo di fare informazione in italia. I giornalisti e i politici farebbero bene a considerare il livello di esasperazione che ha raggiunto la popolazione, non a causa della rete o delle battute di Grillo, ma, per l'incapacità dimostrata dal parlamento e dai governi, sia di destra sia di sinistra, di affrontare e risolvere i veri problemi per cui la gente chiede soluzioni. Eclatante, in questo senso, è la puntata di Anno Zero del 27/09/2007 intitolata "Va'da' via el cu" ( per vederla on line http://www.annozero.rai.it cliccate su puntate e poi sul titolo della puntata). Qui dei politici hanno parlato di Cappio e di sapone, e di altre cose "pesanti". Altro che le battute di un comico. La gente non ce la fa più, non sono la rete e le battute di Grillo che potrebbero portare alla violenza, ma la totale assenza di una politica che guardi ai veri problemi, questo porta agli eccessi sentiti. Purtroppo questo ancora sfugge a molti giornali e politici, che preferiscono attaccare un comico e una manifestazione pacifica, anzichè; fare leggi che rispondano agli interessi degli italiani, con il rischio che l'esasperazione si trasformi in violenza. In questo senso i politici dovrebbero ringraziare le persone che hanno partecipato al V-Day, perchè questi hanno dato la speranza che qualcosa possa cambiare, attraverso delle manifestazioni pacifiche e rispettando la costituzione. Normale è giusto sarebbe recepire, le richieste dei cittadini, vedi le leggi per un parlamento pulito e le proposte presenti nelle primarie dei cittadini, ridurre gli sprechi, assicurare la certezza della pena ecc ecc. Invece, si preferisce fare polemiche, parlare di antipolitica di populismo e offendere la rete.

10 ottobre 2007

Rete4 : Il Gatto e la Volpe



Solo un occhio attento poteva rilevarla. Non a caso. Perchè si tratta di un vero e proprio tentativo di scasso "a mano finanziata", con dolo, anche se senza effrazione. Un pò d'attenzione ai trucchi che vengono usati per fregare il pubblico. Si tratta della cosiddetta finanziaria, emessa dal governo di lor signori che formalmente si chiama ancora di centro sinistra. Per meglio dire si tratta del Decreto legge 1 ottobre 2007, n.159 che è il collegato della finanziaria.

Al quarto comma dell'art. 16 si affrontano le "Disposizioni in materia di sistema digitale terrestre".
Un normale cittadino, che legga le righe seguenti, non ci capirebbe niente. Sono scritte apposta perchè nessuno, o quasi, ci capisca niente. Così si può farla franca, e, in genere, la fanno franca. Ed ecco le righe in questione, fatevi forza:

All'articolo 2 -bis , comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, come modificato dall'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, le parole: «entro l'anno 2008» sono sostituite dalle seguenti: «entro l'anno 2012 ”.

A occhio e croce chi riesce a superare i "decreti", le "conversioni"”, le successive "modificazioni" e a mettere in ordine le date, capisce che una certa cosa, che doveva avvenire "entro l'anno 2008", avverrà adesso "entro l'anno 2012".

E che cos'è questa cosa che slitta? Nientepopodimeno che il passaggio della Terza Rete della Rai e della Rete Quattro di Mediaset sul satellitare.

Adesso tutto è chiaro. Il governo di centro sinistra, alla chetichella, sta regalando a Berlusconi altri quattro anni di sontuosa pubblicità, per svariate centinaia di milioni di euro. Naturalmente per fare questo disattende tutti i suoi impegni con gli elettori e contribuisce a eludere le sentenze della Corte Costituzionale. Cioè il governo, di nascosto, viola la legge.

E non vorremo mica pretendere che lo faccia alla luce del sole!

Infatti ci riesce. Nessun giornale, nessuna tv sembra essersi accorta della nube fumogena che è stata inserita nel decreto. Forse distratti, forse complici, forse entrambe le cose, a turno.

E poi ci vengono a dire che, se cade il governo Prodi, c'è il rischio che venga Berlusconi. E, nel frattempo, loro si mettono d'accordo con Berlusconi alle nostre spalle.

Un trucchetto molto simile a quello della precedente finanziaria, quando, sempre alla chetichella, qualcuno introdusse un comma che avrebbe eliminato i reati di corruzione nel pubblico impiego.

In quel caso, come in questo (ancora grazie signor Cortesi!) qualcuno se ne accorse e scoppiò lo scandalo.

Adesso lo scandalo non è ancora scoppiato e vorremmo che i parlamentari della sinistra (e quelli onesti che ancora siedono, non importa dove, negli scanni del Parlamento) lo facessero scoppiare, lo bloccassero, lo impallinassero.

E poi bisognerebbe sapere anche chi ha scritto quelle righe e per ordine di chi.

Cosa ha dato in cambio Berlusconi? Sarebbe interessante saperlo. Quanti altri mesi di tregua? Quali altri inciuci nei mesi a venire?

E poi dobbiamo leggere i soloni del giornalismo italiano (una pattuglia dei quali, al comando del caporale D'Avanzo, è saldamente dislocata nelle trincee del nuovo organo del Partito Democratico, cioè La Repubblica ), che parlano di "barbarie" quando Santoro si permette di trattare da malfattori coloro che fanno le malefatte.

Sveglia compagni! Il 20 si scenda in piazza non solo per il welfare, ma anche per dire che è ora di finirla con i trucchi.

Giulietto Chiesa

15 ottobre 2007

Soldi facili altro che gratta e vinci!


Wall Street adora i soldi facili. Ecco perché lo scorso martedì [il 18 settembre, ndt] gli operatori hanno festeggiato quando il capo della Fed Ben Bernanke ha annunciato che avrebbe tagliato i tassi di interesse dal 5.25 al 4.75 percento. Il mercato azionario è immediatamente salito alle stelle aggiungendo 336 punti prima del suono della campana. Il giorno successivo il capogiro è continuato. Da metà mattinata il Dow è salito di altri 110 punti e si è diretto verso la stratosfera. Tutti a Wall Street amano Bernanke. Porta loro caramelle e dolci e manda il conto al lavoratore americano.

Finora, il diligente Bernanke ha dimostrato di non essere diverso dal suo predecessore, Alan Greenspan. Affrontando la sua prima crisi, il nuovo capo della Fed ha scelto di premiare i suoi amici ricconi degli hedge fund e delle banche di investimento massacrando il dollaro. Non appena ha annunciato il suo piano di tagliare il Fed funds rate di 0,50 punti base, l'oro è volato a 736 dollari l'oncia, il petrolio è balzato a 82 dollari al barile, e l'euro è salito al nuovo massimo di 1,40 dollari.

Questi sono tutti dei prevedibili segnali di inflazione. I prezzi di alimenti ed energia seguiranno certamente. Il risultato finale è che la classe investitrice è stata tirata fuori dai guai a spese di chiunque altro commerci in dollari.

Bernanke ha invocato il “Greenspan put”, il che significa che ha utilizzato il suo potere per proteggere i suoi amici dalle perdite in cui sarebbero incorsi a causa delle loro cattive scommesse. Adesso, i grandi attori del mercato sanno di poter contare su di lui per essere salvati ad ogni cattivo investimento. È stato anche all'altezza del suo soprannome, “Elicottero Ben”; pronto ad affrontare ogni nuova calamità gettando trilioni in biglietti verdi USA appena stampati in cascata sulla borsa di New York in modo che gli investitori contenti possano aumentare i loro PE ed ingrassare i loro totali. Pensiamo che Bernanke dovrebbe abbandonare completamente il suo elicottero e consegnare personalmente casse piene di biglietti da 100 dollari sulla soglia di Wall Street, proprio come fa Bush con i contractor in Iraq. In questo modo i fund manager possono continuare a rifornire il mercato di contanti facili senza perdere tempo alla Discount Window della Fed.

Malgrado l'euforia a Wall Street, c'è un lato negativo nelle azioni di Bernanke. Il capo della Fed ha dimostrato agli investitori stranieri che NON DIFENDERÀ IL DOLLARO. Si tratta di un forte messaggio a chiunque speri di guadagnare investendo negli USA. Li avverte del fatto che la politica del “dollaro forte” è una frode e che farebbero meglio a sbarazzarsi di buoni del Tesoro USA e di attività sostenute dal dollaro. Apparentemente, molti hanno già recepito il messaggio. Il mese scorso, le banche centrali e gli investitori esteri si sono liberati di 9,4 miliardi di dollari in buoni del tesoro USA e bond --confrontati con l'acquisto netto in Giugno di 24,7 miliardi. Ciò significa che gli stranieri hanno smesso di comprare il nostro debito, che ammonta attualmente a 800 miliardi di dollari annui. Si tratta dell'ultimo piede che sostiene il traballante biglietto verde. Indubbiamente il dollaro cadrà precipitosamente.

Allora, perché Bernanke indebolirebbe ancor di più il dollaro abbassando i tassi di 50 punti base?

È impazzito o si è fatto prendere dal panico?

Non lo sappiamo, ma sappiamo che questo è l'inizio della fuga di capitali – l'improvviso esodo degli investimenti stranieri dal debito e dalle equity USA. Più probabilmente, sarà accompagnato dal sibilante suono del gas che fuoriesce da una bolla delle equity perforata seguito rapidamente da una dolorosa fase di deflazione, massiccia disoccupazione e violente proteste.

La dimensione del deficit delle partite correnti, che si è impennata nel 2005 al 6,8 percento del PIL, è scesa al 5,5 percento dalla fine del secondo trimestre del 2007. Ciò indica che l'esausto consumo americano sta finendo il carburante e che i nostri partner commerciali esteri stanno rallentando i loro introiti in dollari USA. Adesso arriva la parte dolorosa. Mentre il deficit commerciale si restringe, gli investimenti stranieri diventeranno più scarsi e il dollaro crollerà. Questo significa che i tassi di interesse dovranno salire e gli Americani affronteranno un'agonizzante flessione economica.

Tutto ciò è parte del piano generale della Federal Reserve per riorganizzare l'economia e il sistema politico USA. Da quando Bush ha preso servizio nel 2000, il dollaro è stato deliberatamente indebolito; perdendo più del 40 percento del proprio valore confrontato con l'euro (da 85 centesimi di dollaro per euro nel 2000 a 1,40 dollari per euro nel 2007). Ed è andata anche peggio se confrontato all'oro. La Fed ha “timbrato” i 400 milioni di dollari annui di agevolazioni fiscali ai ricchi voluti da Bush e ha osservato con approvazione mentre 4000 miliardi di dollari di ricchezza nazionale venivano trasferiti a banche e investitori stranieri attraverso il deficit delle partite correnti (il risultato della deregolamentazione del denaro).

Inoltre, ora sappiamo che Alan Greenspan ha supportato il piano di invadere l'Iraq. Ha anche ammesso senza vergogna che la guerra era davvero per il petrolio, il che suggerisce che stesse tentando di preservare il legame tra il dollaro e il petrolio. Tale legame è ciò che mantiene il dollaro nella posizione di “moneta-riserva” mondiale. Questi fatti indicano che la Fed gioca un ruolo vitale nelle decisioni politiche che stanno rimodellando la vita americana. Assumiamo che i membri della Fed siano egualmente solidali con le misure da stato di polizia che sono state messe in atto per anticipare problemi che sorgerebbero indubbiamente dal collasso economico che hanno meticolosamente progettato.

I tagli dei tassi ci dicono che la Fed sta pianificando di scaricare il deficit delle partite correnti sulle spalle della classe media americana. I prezzi ai supermercati e alle stazioni di servizio saliranno immediatamente; probabilmente nel giro di pochi mesi, se non di settimane. Sarà più difficile l'accesso al credito. I salari e gli standard di vita declineranno. Le borse cadranno. I consumi si accartocceranno.

Sorprendentemente, i tagli ai tassi di Bernanke non sono neanche pensati per risolvere i problemi di fondo che dovrebbero curare. Milioni di padroni di casa che hanno sottoscritto prestiti subprime o ALTA vanno verso il pignoramento. Solo una piccola percentuale di essi beneficerà dai tagli ai tassi ed eviterà l'inadempienza a causa di “ricontrattazioni” al ribasso del loro prestiti. Molti di loro non saranno giudicati idonei per il rifinanziamento SOTTO QUALUNQUE CONDIZIONE perché non soddisfaranno i nuovi standard per garantire un prestito. Le banche e le concessionarie di mutui sono diventate più severe nelle pratiche per la concessione di prestiti.

In realtà i tagli ai tassi non aiutano neanche le banche o gli hedge funds. Le loro azioni potrebbero avere qualche timido rialzo per un giorno o due, ma ciò non durerà. Il denaro sta diventando caro e i consumi sono bassi. Non è un buon momento per tenere centinaia di miliardi in obbligazioni finanziarie sostenute dai mutui (CDO) che potrebbero essere state valutate molte volte il loro valore originale. Non c'è mercato per queste CDO. Sono un fiasco. Il debito deve essere rivisto o le aziende verranno portate alla bancarotta.

I tagli ai tassi non sradicheranno l'ondata di insolvenze né risolveranno i problemi strutturali dei mercati finanziari. Invece non faranno che prevenire l'imminente recessione sostenendo livelli anormali di liquidità. Ma mentre le spese per i consumi si riducono e la disoccupazione continua a salire, l'approccio “tampone” della Fed a questi problemi sistemici si dimostrerà inefficace. Bernanke sta sacrificando la cosa di cui avrà più bisogno negli accidentati mesi a venire: la sua credibilità.

Come dice l'economista e autore Henry Liu, “Un mercato che capisce l'impotenza dell'intervento delle banche centrali può andare in caduta libera”.

L'argomento più convincente a favore dei tagli ai tassi di interesse si deve all'economista Martin Feldstein in un articolo del Wall Street Journal, “Liquidly Now” [“Liquidamente adesso”, ndt]. Feldstein ha così riassunto il problema: “Tre forze distinte ma correlate stanno minacciando l'attività economica: una crisi del mercato del credito, un declino nei prezzi delle case e nell'edilizia, e una riduzione dei consumi. Questi sviluppi hanno determinato l'indebolimento generale dell'economia all'inizio dell'anno, segnato da una più lenta crescita dell'impiego e dall'abbassamento delle disponibilità di spesa dei consumatori.

“L'inadempienza dei mutui subprime ha innescato una estesa fuga dagli investimenti a rischio, con un sostanziale allargamento di tutti i credit spread, e un generale congelamento dei mercati creditizi. Le affidabilità creditizie ufficiali divennero oggetto di sospetti. Gli investitori e i prestatori iniziarono a preoccuparsi per non sapere come valutare attività rischiose complesse.

“Nelle ultime settimane il credito è diventato indisponibile. I prestiti per sostenere i contratti di private equity non hanno potuto essere sindacati, costringendo le banche a mantenere quei prestiti nei propri libri contabili. Le banche vengono anche costrette ad onorare le garanzie di credito verso precedenti conduit esterni allo stato patrimoniale e verso altre linee di credito di riserva, riducendo ulteriormente il capitale bancario disponibile per sostenere il credito di tutti i tipi.

“L'impossibilità dei mercati creditizi a funzionare correttamente indebolirà l'economia generale nei mesi a venire. E anche quando la crisi del mercato creditizio sarà passata, i più ampi credit spread e la maggiore avversione al rischio saranno un freno all'attività economica.

“In aggiunta a questi problemi generali del mercato creditizio, la caduta dei prezzi degli immobili e dell'edilizia saranno un peso crescente per l'economia. I prezzi delle case che cadono non solo causano ulteriori rallentamenti nella costruzione di nuove case, ma restringono anche la rendita dei padroni di casa e quindi i consumi”.

Feldstein ha una buona comprensione del problema, ma fa marcia indietro sulla solutione. Afferma: “L'azione della Fed di abbassare i tassi di interesse non può risolvere i problemi del mercato creditizio, ma potrebbe aiutare l'economia: stimolando la richiesta di case, automobili e altri beni durevoli; incoraggiando un dollaro più competitivo a stimolare superiori esportazioni nette; innalzando i prezzi delle azioni per incrementare sia gli investimenti che i consumi; e liberando denaro spendibile per i proprietari di casa con mutui a tasso variabile”.

Paradossalmente Feldstein vuole i tagli ai tassi anche se egli stesso ammette che “tassi di interesse più bassi non possono risolvere i problemi del mercato creditizio” ma stimoleranno solo antieconomici “consumi”.

Non si tratta di una cura. È solo altro unguento miracoloso Greenspan.

“Troppa liquidità” è il problema, non la soluzione. La ragione per cui i mercati sono così volatili e vicini a un'implosione da un momento all'altro è che ogni classe di investimento è stata follemente gonfiata da una politica monetaria che ha seguito le prescrizioni di Feldstein. Adesso vuole schivare le conseguenze di queste sciagurate politiche rigonfiando la bolla e distruggendo il dollaro in questo processo. È una cattiva idea.

I tagli della Fed coincidono con i neri bilanci dei giganti dell'investimento di Wall Street, Lehman Brothers, Morgan Stanley, Bear Stearns e Goldman Sachs. Le quattro banche di investimento hanno totalizzato un 22 percento di perdite nell'ultimo trimestre e probabilmente continueranno a perdere pesantemente dai miliardi di dollari in CDO subprime che dovranno declassare o cancellare. Fino ad ora, i tagli ai tassi di Bernanke hanno distolto l'attenzione dalle cattive notizie e dai profitti in picchiata del nucleo dell'investimento americano.

I grandi finanzieri non sono i soli a sentire l'emergenza del crollo del mercato immobiliare. Ci sono molti altri, inclusa la Bank of America che ha annunciato che “dislocazioni senza precedenti” nel mercato del credito avranno un “impatto significativo” nei risultati del terzo trimestre presso la propria banca di investimento aziendale. “Il responsabile finanziario capo Joe Price ha detto agli investitori a una conferenza a San Francisco, 'Per la finanza questi sono tempi abbastanza impegnativi, e non riesco a ricordare quando i mercati creditizi in particolare siano stati tanto volatili ed imprevedibili come negli ultimi mesi'” (Bloomberg News).

I tagli di Bernanke sono ben poca cosa per i conti delle banche, ma offrono una gradita distrazione dall'inesorabile tamtam delle cattive notizie economiche. Il sarcoma dei subprime si è diffuso ovunque nei mercati finanziari. Non si tratta soltanto del costante up-tick dei pignoramenti e dell'incombente inventario immobiliare. Le banche stanno anche accaparrando capitali per coprire le loro perdite sui CDO fuori mercato e sugli acquisti tramite debito (LBO, Leveraged BuyOut), il che significa che la concessione di nuovi mutui rallenterà enormemente anche per chi sarà idoneo.

Un articolo su Bloomberg News ci da una qualche idea di quanto velocemente il mercato dei bond legati alle case si sia deteriorato: “Le vendite di asset-backed security USA, come i bond che “re-impacchettano” prestiti o carte di credito subprime così come obbligazioni di debito collateralizzate, sono cadute del 73 percento dall'anno precedente fino a perdere 30 miliardi di dollari il mese scorso, secondo stime di analisti della Deutsche Bank AG”.

Bernanke sta solo prolungando il dolore non permettendo al mercato di completare il proprio ciclo cosicché i cattivi debiti possano essere cancellati e il settore possa riattrezzarsi per il futuro. Sta prendendo tempo per i suoi amici banchieri, ma danneggiando considerevolmente il dollaro durante il processo.

Jim Rogers, il presidente della Beeland Interests Inc., ha così riassunto i tagli ai tassi: “Ogni volta che la Fed si mobilita per aiutare i suoi amici a Wall Street, peggiora la situazione. Il dollaro va al collasso, il mercato dei bond va al collasso. Ci saranno molti problemi negli USA”.

Rogers non è solo nelle sue conclusioni.

Anche leader stranieri, come il presidente venezuelano Hugo Chavez, si sono recentemente espressi sulla preoccupante condizione dei mercati USA. Tre giorni fa Chavez ha dichiarato alla televisione pubblica che potremmo essere costretti ad affrontare un “terremoto finanziario globale” a causa delle “irresponsabili” politiche economiche USA. Chavez ha citato l'avvertimento del premio Nobel Joseph Stiglitz secondo cui potremmo dover affrontare un serio disastro economico che porterebbe a “miseria diffusa, fame e serio malcontento. E gli Stati Uniti sarebbero i responsabili”.

Chavez ha aggiunto che l'amministrazione Bush “ha dovuto iniettare 300 miliardi di dollari nel circuito delle banche private per evitare un collasso del dollaro e dell'economia mondiale. Il dollaro sta scendendo, non si accorgono che il loro piano non ha riscontro nella realtà” e questo “perché il loro deficit fiscale è il più grande della storia”.

Le previsioni di Chavez sembrano accurate perché possiamo notare come l'oro sia schizzato alle stelle mentre il dollaro continua a cadere.

La tempesta di fuoco che ha avuto inizio con i bassi tassi di interesse della Fed nel 2002-2003 e che si è evoluta nella crisi del credito subprime del 2006-2007 minaccia adesso l'intero sistema finanziario e la più estesa economia globale. La ragione di ciò è che il debito da mutuo è il fondamento sul quale poggia ogni assurda forma di debito. Questi strumenti di debito (derivati) ingrandiscono grandemente la leva sul titolo sottostante che spesso non è altro che un tremolante prestito subprime.

Secondo Satyajit Das, una rispettata autorità nel commercio dei derivati, “Un singolo dollaro di capitale 'reale' supporta dai 20 ai 30 dollari di prestito. Questa spirale di prestiti su una base sempre più sottile di beni reali, a caratteri cubitali e in varietà pressoché infinita, ha infine creato un mondo in cui i derivati in sospeso all'inizio di quest'anno ammontavano a 485 mila miliardi di dollari -- o otto volte l'intero PIL globale di 60 mila miliardi di dollari” (“Are We Headed for an Epic Bear Market”, Jon Markman).

Stiamo scorgendo i primi segnali che questa enorme bolla di debito inizia ad implodere. La Fed può fare molto poco per attenuare l'inevitabile crack che (crediamo) ha progettato. Mentre le insolvenze nel settore immobiliare continuano ad aumentare, gli scambi e i derivati nel mercato secondario imploderanno. Migliaia di miliardi [di dollari, ndt] in capitalizzazioni di mercato svaniranno in un attimo.

Negli ultimi sei anni il PIL USA è dipeso largamente dalle transazioni implicanti lo scambio di titoli massicciamente gonfiati. La produzione nell'economia reale è rimasta piatta. Le banche di investimento sono all'epicentro di questo nuovo controverso sistema chiamato “finanza strutturata”. Continuiamo a credere che le banche che dipendono da security basate sui mutui (MBS, mortgage-backed securities) e da obbligazioni di debito collateralizzate (CDO) (così come da commercial paper asset-backed) per il grosso del loro guadagno, siano in seria difficoltà. Robert E. Lucas alludeva a potenziali difficoltà bancarie in un articolo sul Wall Street Journal, “I Mutui e la Politica Monetaria”: “C'è un rischio immediato di una crisi dei pagamenti, un equivalente moderno dell'antiquata corsa alla banca. Molte istituzioni – non soltanto le banche – hanno obblighi di pagamento largamente superiori alle riserve alle quali hanno immediato accesso. Contro questi obblighi mantengono delle security a breve termine che credono di poter liquidare a breve scadenza e a costo contenuto. Se alcune di queste security risultassero non liquidabili in questo senso (e specialmente se nessuno è sicuro di chi le trattenga) allora tutti vorrebbero buttarsi sui buoni del Tesoro”.

È raro per noi essere d'accordo con i punti di vista di estrema destra della pagina degli editoriali del WSJ, ma in questo caso, Lucas ci ha azzeccato. Le banche hanno “obblighi che sono largamente superiori alle riserve a cui hanno immediato accesso”. Questo è il risultato diretto della nuova architettura di mercato della “finanza strutturata” che accatasta debiti su debiti fino a quando il sistema viene spinto al punto di rottura.

I bassi tassi di interesse non possono risolvere questo problema “sistemico”. Solo una politica fiscale può ammorbidire il colpo di una bolla creditizia che si sgonfia. L'economista Henry Liu offre questa costruttiva proposta “di tipo New Deal” che è un modo sensato (ed etico) di approcciarsi alla prospettiva di crescente disoccupazione e sempre maggiore precarietà economica per le classi medie e basse: “Si potrebbe argomentare che quello che serve allo stato attuale non è il denaro a basso costo dalla Fed, ma il pieno impiego con stipendi crescenti grazie a incentivi fiscali governativi per aumentare la domanda. Il governo USA dovrebbe utilizzare il denaro che le banche non prestano perché non riescono a trovare beneficiari in possesso dei requisiti, con investitori oculati che vogliano prestare al governo, creando impieghi per riabilitare l'infrastruttura e migliorare la conoscenza per ottenere che l'economia si allontani ancora una volta dalla strada distruttiva della manipolazione finanziaria privatizzata e sistemica”. (“Either Way, It could be an Unkind Cut” [“D'Altra Parte, Potrebbe Essere Un Taglio Traumatico”, ndt] Henry C K Liu, Asia Times)

Liu ha ragione. Dovremmo attuare quelle politiche che riflettono i nostri valori sulla giustizia sociale e su un'equa distribuzione della ricchezza. Invece, il sistema viene manipolato da un'oligarchia di delinquenti che ha massacrato la moneta, drenato i nostri risparmi, e aperto la strada ad un doloroso ciclo di deflazione. Oggi il consumatore USA viene indicato come il responsabile del massiccio deficit commerciale, come se comprare al prezzo più basso da Wal-Mart fosse un crimine. Ma è la Fed il vero colpevole. Si sono opposti ai dazi e alla regolamentazione monetaria fin dall'inizio. Nessun paese nella storia del mondo ha mai permesso che la propria base industriale venisse spietatamente decimata (offshoring, outsourcing, chiusura di fabbriche) solo per nutrire l'avarizia insaziabile delle proprie élite criminali.

L'attuale deficit commerciale è la conseguenza logica del “libero mercato”. E “libero mercato” è il nomignolo Orwelliano utilizzato per descrivere i milioni di impieghi ben pagati che vengono sacrificati sull'altare della globalizzazione. I lavoratori non hanno avuto alcun ruolo nella creazione di questo distruttivo e auto-espandente sistema.

Né sono stati interpellati nella progettazione del moderno mercato, a cui spesso ci si riferisce come “finanza strutturata”. La finanza strutturata è stata promossa come un modo per utilizzare più efficientemente il capitale distribuendo il rischio più uniformemente su tutto il sistema. Di fatto, si è rivelato essere un colossale bidone che adesso minaccia di distruggere le banche e di portare il mercato azionario alla rovina. È essenzialmente uno schema di riciclaggio sui mutui tramato dalle banche di investimento, “sfuggito” ai cosiddetti organismi di controllo, facilitato dalle agenzie di rating, e sfruttato dagli hedge fund. Le vittime di questa truffa sono le compagnie di assicurazione, gli investitori stranieri, i fondi pensione e gli ultra-spremuti proprietari di casa. Le loro perdite si aggirano probabilmente sull'ordine delle migliaia di miliardi di dollari.

Il capo della Fed Alan Greenspan avallò entusiasticamente ogni furba idea di “finanza strutturata”; compresi i prestiti subprime, i mutui a tasso variabile, le Mortgage-backed security, la deregolamentazione della moneta, l'espansione del credito e alcuni cambiamenti strutturali all'industria dei servizi finanziari. Sono le mattonelle sulla strada alla perdizione attentamente posizionate dalla Federal Reserve.

Lo storico Gabriel Kolko ha definito la “finanza strutturata” in un recente articolo, “The Predicted Financial Storm Has Arrived” [“La Prevista Tempesta Finanziaria È Arrivata”, ndt]: “Siamo al termine di un'epoca... Adesso inizia l'instabilità finanziaria globale. È impossibile speculare su quanto durerà il fermento di oggi – ma adesso esistono un'incertezza e una mancanza di fiducia che non ha eguali dagli anni '30 – e questa ignoranza e questa paura sono esse stesse un fattore cruciale. La resa dei conti per i banchieri e per i capi è arrivato. Ciò che è molto chiaro è che le perdite sono massicce e che l'intero mondo sviluppato sta vivendo la peggiore crisi economica dal 1945, una in cui i problemi di una nazione si sono mescolati a quelli delle altre...

“La internazionalizzazione della finanza ha significato meno regolamenti che mai, e la regolamentazione era molto poco efficace anche al livello nazionale...

“L'ingordigia si limita esclusivamente a fare soldi. Le istituzioni internazionali esistenti – delle quali il FMI è la più importante – o avvertimenti pieni di buone intenzioni non cambieranno questa realtà”.

La gente deve riprendere il controllo del proprio denaro. La Federal Reserve deve essere abolita.

Mike Whitney

11 ottobre 2007

La Rete vuol essere rispettata: la Rete ESISTE


Questa petizione è scritta dall'associazione Anti Digital Divide per reagire agli attacchi offensivi e diffamatori ai danni della rete e di chi la utilizza, perpetrati dai giornalisti Filippo Facci, Paolo Granzotto, Giampiero Mughini con la complicità delle testate, il Giornale, Libero e la trasmissione Televisiva Porta a Porta. A seguire sono riportati gli stralci di articoli e un video in cui i giornalisti affermano che, la rete è il peggio del nostro paese, i naviganti sono dei subacculturati, sono i bruti e gli informi di Nietzsche, ignoranti nell.anima, invidiosi sociali ecc ecc. Queste offese sono arrivate dopo che la rete ha dimostrato di essere in grado di superare e scavalcare i mezzi di stampa tradizionali e organizzare una manifestazione nazionale, che ha coinvolto più di un milione di persone, senza che giornali e TV ne parlassero. Molti giornalisti nel giudicare il V-day, evento che senza internet non sarebbe stato possibile, hanno dato più importanza ai vaffanculo e alle battute che alle centinaia di migliaia di persone coinvolte ed ai temi affrontati. Hanno parlato di mancanza di stile, di forma, per poi usare pesanti parole e offese molto gravi contro i manifestanti e la rete. Si è parlato per giorni della BATTUTA Prodi-Alzheimer, come di una cosa gravissima, per poi non accorgersi che tra i naviganti della rete, pesantemente offesi, ci sono migliaia di malati, anche di Alzheimer, che grazie alla rete possono fare molte cose che altrimenti gli sarebbero precluse. Nella rete ci sono milioni di persone che, GRATUITAMENTE, mettono a disposizione la loro conoscenza, preparazione, offrono il proprio aiuto, organizzano eventi, manifestazioni, per tutelare i diritti delle persone. Quindi le offese ai danni di chi naviga in rete sono da ritenersi estremamente gravi rispetto alla battuta di un comico.



I FIRMATARI DI QUESTA PETIZIONE CHIEDONO:

- che i giornalisti Facci, Mughini, Granzotto facciano le proprie scuse a tutti gli utilizzatori di internet, usando mezzi di comunicazione che abbiano un seguito almeno pari a quelli usati per denigrare e offendere i navigatori e la rete.

- che le testate Libero e il Giornale pubblichino un articolo di scuse in prima pagina, per almeno 7 giorni.

- che nella trasmissione televisiva Porta a Porta, Bruno vespa, si scusi per non aver contraddetto alcune espressione pesanti e offensive di Facci, dimostrando per lunga parte della puntata di essere in sintonia con lo stesso, per poi solo in chiusura, dopo che l'onorevole Di Pietro aveva fatto notare la gravità delle affermazioni di Facci, dissociarsi.

- visto che Mughini considera dei subacculturati chi naviga e chi invia SMS e tenendo presente che la trasmissione Controcampo ha un sito internet e propone un servizio SMS, a pagamento, utilizzato dai telespettatori per mandare in onda messaggi, chiediamo che Mughini si scusi anche da questa trasmissione, altrimenti gli utenti potrebbero preferire leggere un libro, che è sempre cosa buona e giusta, invece di vedere Controcampo e mandare SMS o di visitare il sito della trasmissione. In caso contrario crediamo che la sua permanenza in detta trasmissione sia da intendere come "circonvenzione di incapace"

- che la RAI, servizio pubblico, appronti almeno due trasmissioni, ad esempio una in prima serata una in seconda (Porta a Porta), in cui invitare persone COMPETENTI per parlare da una parte della rete e dall'altra di tutti quei temi inerenti al v-day e al blog di Beppe Grillo che sono stati totalmente ignorati dalla stampa e dalle tv, in primis le primarie dei cittadini, proposte fatte al governo, dopo che esperti e circa 850 mila persone ne hanno discusso sulla rete, persone che pagano il canone, come quel 47% di italiani che, secondo un sondaggio, appoggia Grillo e che avrebbero diritto ad un'informazione corretta e non parziale, o peggio ancora, che punti solo a denigrare. Anti Digital Divide è disposta ad intervenire per affrontare il tema del divario digitale, un problema grave e poco trattato dalla televisione.

- l'intervento dell'ordine dei giornalisti e degli organi preposti a garantire una informazione vera, corretta e completa, al fine di stigmatizzare il comportamento tenuto dai giornali e televisioni in questione, richiamandoli ad un comportamento corretto e prendendo provvedimenti per le infrazioni riscontrate.



Riportiamo di seguito alcuni stralci degli articoli.

Testata:Il Giornale; Titolo: Lemuri.com; Autore: Filippo Facci;

Nell'articolo si legge:
"...la famosa «rete» la conosco a sufficienza e scrivo e interloquisco sul secondo blog italiano. Primo: «la rete» non esiste, è così varia da equivalere a un target che vada dai 15 ai 50 anni. Secondo: a una grandissima parte di costoro il grillo comicante sta tremendamente sulle palle. Terzo: il popolo titillato da Grillo è il peggio di questo Paese e di qualsiasi Paese. Non c'è da capire o da intercettare: è una categoria dello spirito, sono i bruti e gli informi di Nietzsche, ignoranti nell'anima, invidiosi sociali. Odieranno sempre il politico e chiunque spicchi, perchè nell'altrui compiutezza e appariscenza scaricheranno le colpe della loro mediocrità. Nulla basterà mai loro, neanche se un ministro guadagnasse 50 euro al bimestre e girasse in bicicletta blu. Presi da soli sono amebe annichilenti, in gruppo invece si fanno tipicamente squadristi, insultano, fanno mucchio, godono per chiunque rotoli nella polvere. Ovvio che un domani potrebbero farlo tranquillamente anche per Grillo."
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=207780

Evidentemente la conosce male. Dire che la rete non esiste perchè ha un target che va dai 15 ai 50 anni è un'assurdità, perchè, 1 la forbice è ancora più ampia, 2 proprio la varietà delle persone che frequentano la rete ne rappresenta la forza, citando la logica Vulcaniana di Star Trek, ci sono Infinite Diversità in Infinite Combinazioni e tutti possono mettere le proprie conoscenze ed esperienze a disposizione degli altri. Le parole di Facci sono molto pesanti e non corrispondenti alla realtà, noi da "ignoranti nell'anima," preferiamo non offendere e dimostrare che il suo giudizio è errato attraverso i fatti.


Testata:Il Giornale; Titolo: «Blog» non è sinonimo di buona informazione; Autore:Paolo Granzotto
Nell'articolo si legge:
"...I blog appartengono alla famiglia - molto sovrastimata - della informazione globale (mentre non c'è niente di più domestico e gruppettaro). Investiti dalla mitizzazione di Internet godono fama, fra i pirla, di essere lo specchio della verità e della correttezza nell.informazione. E di rappresentare al meglio la pubblica opinione e i suoi umori. Vero niente. Un blogger può infatti sparare tutte le bischerate che vuole, diffondere leggende metropolitane o dilettarsi nella così detta controinformazione (il cui assunto è che l'informazione extra-blog è una somma di menzogne e di gaglioffate) senza colpo ferire. Il fatto di avere un blog o di «postare» su un blog non ti fa migliore, più colto, più perspicace o più sincero. Come diceva Fanfani, chi nasce bischero, bischero rimane (anche, se non soprattutto, nella blogosfera). Per bloggare sono necessarie due cose: la prima, sapere che un certo blog esiste (e questa è un'altra smentita della sedicente «globalità» della blogosfera). Uno non può mettersi a spulciare 70 milioni di blog per scegliersene tre o quattro ai quali inviare i propri «post». La seconda, avere tanto, ma tanto tempo a disposizione e coltivare il gusto del - voglia perdonarmi se uso questo termine, ma altri che siano altrettanto pertinenti non mi vengono - cazzeggio. Naturalmente non tutti i blog sono palestre di quella popolare attività: ce ne sono di molto seri e affidabili. Per quel po', pochissimo che bloggo (senza peraltro aver mai postato un «post»), clicco «Camillo», il blog di Christian Rocca e, anche se non può dirsi propriamente un blog, «Informazione corretta» di Angelo Pezzana. Il blog di Grillo, per dire, manco so dove stia di casa."
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=207902

La rete, i siti ed i blog rispecchiano la società, quindi possono esserci persone che parlano con cognizione di causa, si informano attraverso siti ufficiali e che "studiano" prima di postare, quindi la rete è un mezzo per conoscere, informarsi ed informare. Esistono invece altri che parlano per sentito dire, che cazzeggiano, che denigrano, come del resto esistono nella vita normale. Granzotto riesce a contraddirsi nello stesso articolo, prima spara a zero su tutti i blog, poi dice che ce ne sono molti seri e affidabili, usando come discriminante, a quanto sembra di capire, il gruppo, la categoria a cui appartiene chi posta, se si è giornalista, intellettuale, il blog è serio e affidabile, se si una persona normale, fa schifo. Oltre a questo Granzotto dichiara e dimostra di non conoscere assolutamente il tema blog:"Per bloggare sono necessarie due cose: la prima, sapere che un certo blog esiste (e questa è un.altra smentita della sedicente «globalità» della blogosfera). Uno non può mettersi a spulciare 70 milioni di blog per scegliersene tre o quattro ai quali inviare i propri «post»". Oltre ad essere una frase di difficile interpretazione è una emerita cavolata, perchè una persona può benissimo aprire un blog GRATIS, su uno dei tanti siti che lo permettono, tra i quali anche alcuni dei siti che i giornali hanno aperto sulla rete, senza dover cercare niente. Un altro errore è che, nella quasi totalità dei casi, chi naviga non cerca un blog, ma un tema, un argomento, quindi se un blog ha trattato questo argomento viene trovato e se i contenuti hanno soddisfatto il navigatore, questo probabilmente tornerà a visitarlo. Per cercare un argomento occorrono pochi secondi utilizzando un motore di ricerca, nè esistono diversi dedicati ai blog, vedi Technorati e google.
Questo dimostra che anche alcuni giornalisti amano cazzeggiare su temi che non conoscono.


Testata: Libero; Titolo:Insieme a lui c'è il peggio del nostro Paese; Autore: Giampiero Mughini;
Nell'articolo si legge:
"...Vedo che in molti, sui quotidiani di domenica e lunedì, sottolineano il "potere culturale" di internet, il fatto che Beppe Grillo sia riuscito a convocare le sue truppe da combattimento solo sfruttando la comunicazione via internet. Forse sarebbe meglio dire che il Gran Comizio di Grillo è il frutto della subcultura propria a internet, del linguaggio insolente e beffardo (ma soltanto quello) di generazioni ormai ignare del linguaggio dei giornali e dei libri, e bensì esperte in sms e e-mail che più spicce e più rozze sono meglio è. E’ il nostro tempo, certo. E’ un tempo di merda. E mi viene da ridere a leggere che qualcuno si aspetta che Grillo dia una sorta di contenuto e struttura politica a quel gran casino che gli va dietro..

Qui, se possibile, è ancora più evidente la supponenza e la presunzione di superiorità di chi scrive rispetto alla rete, di chi si crede nella condizione, dall'alto di non si sa cosa, di giudicare milioni di persone che navigano in internet una subcultura, composta da ignoranti e rozzi. Ha parlato di linguaggio insolente e beffardo, lui che in diverse trasmissioni televisive si lancia spesso e volentieri in epiteti alquanto offensivi. Pare anche il caso di ricordare che chi scrive su internet nella stragrande maggioranza dei casi lo fa gratis, non come chi scrive sui giornali, giornali che percepiscono dei finanziamenti pubblici di centinaia di milioni di euro e che, come dimostrano gli esempi qui riportati, non si curano affatto di ciò che scrivono.
http://it.youtube.com/watch?v=MH_T6h_Uh_4 (nel video, dal minuto 1.47 a 4.50, si analizza l'articolo di Mughini e si spiega perchè sia stato RADIATO DALL'ORDINE DEI GIORNALISTI PER PUBBLICITA').


Filippo Facci non contento di quello che aveva scritto sul Giornale ha rincarato la dose durante la trasmissione Porta a Porta nella puntata del 26/9. Premessa, Grillo può piacere o meno, ma i fatti occorre raccontarli in maniera corretta. Inizia la sua performance dicendo che siccome Grillo pretende che chi è condannato non possa diventare parlamentare lui si sente giustificato ad indagare sulla vita privata di Grillo. C'è una piccola differenza, mentre Grillo è un comico, gli altri sono parlamentari pagati con soldi dei contribuenti per prender decisioni che riguardano l'interesse del paese. Seguendo il suo ragionamento, Facci dovrebbe anche "indagare" sulle 300 mila persone che hanno firmato la petizione proposta da Grillo e sui milioni di persone che la pensano come lui. Il sistema americano, che Facci vorrebbe applicare a Grillo e che implica di conoscere tutto sui CANDIDATI non sui comici, farebbe meglio ad usarlo su Berlusconi, Prodi e gli altri parlamentari. Il clou arriva quando il ministro Antonio di Pietro, afferma: "Voi state sottovalutando la Rete" e in sottofondo si sente Facci dire "Ma quale rete", Di Pietro continua dicendo che la rete sta cambiando il modo di fare politica ed i rapporti tra politici e cittadini che attraverso la rete possono controllare l'attività dei parlamentari, in sottofondo si sente Facci dire "ma per favore". Di Pietro arriva all'impudenza di dire che la rete sostituirà i mezzi di comunicazione tradizionali ed i partiti perderanno importanza, non l'avesse mai fatto!! Vespa con decisione e alzando il tono di voce dice "Sarà una brutta giornata" e lo ripete diverse volte, mentre Facci afferma "La rete non esiste" e continua dicendo che la prevalenza della rete è "Il Peggio di questo paese, è il paese che addebita al successo altrui i problemi della propria mediocrità." Di Pietro interviene dicendo che se il 47% della popolazione, come risulta da un sondaggio, si riconosce in quel che dice Grillo "dire che è la peggiore società come affermava Facci è una eresia e un offesa alla verità." Vespa interviene dicendo che Facci si riferiva alla rete, Di Pietro ribatte dicendo che la rete è lo specchio di quel 47% che supporta Grillo non è che la rete è un'altra cosa, e Facci "NO NO", Di Pietro continua "nella rete ci sono centinaia di migliaia di persone... ed essere trattate in questo modo è un atto di non riguardo". Vespa interviene "Infatti se ne assume la responsabilità", dimenticandosi che fino a quel punto era stato in sintonia con Facci in merito alla rete (Guarda un estratto della puntata di Porta a Porta)

Ad Anti Digital Divide dispiace informare, Facci e Vespa, che la rete esiste ed il processo per cui internet sta assumendo sempre più importanza nella politica e nell'informazione è già in corso e sarà sempre più forte. Quindi o i mezzi tradizionali d'informazione si adattano, come stanno già facendo visto che molti giornali e tv hanno un sito internet, o saranno destinati se non a scomparire a diventare la periferia, soprattutto se non propongono un'informazione corretta ed imparziale. Internet, il web, la rete, è riuscita a rompere il giocattolo, il meccanismo che permetteva alla stampa e alle televisioni di impostare l'informazione come meglio credevano. In Internet si trovano documenti, informazioni, video che vengono ignorati o censurati dai normali mezzi di comunicazione.
E' ovvio che tutto questo dia molto fastidio alle caste economiche, politiche e dell'informazione. La rete che, a detta di Facci non esiste, è stata in grado di organizzare il v-day, come ha ricordato lo stesso Grillo il merito non è suo ma della rete, che ha raccolto più di un milione di persone in circa 220 città italiane e 20 estere e 300 mila firme per un'iniziativa di legge popolare prevista dalla costituzione, altro che antipolitica. Quelli che navigano in rete e partecipano, leggono, il blog di Grillo secondo Mughini e Facci sono il peggio del paese, sono dei subacculturati, eppure in centinaia di città italiane si sono formati dei gruppi Meetup che si battono per l'ambiente a sostegno della raccolta differenziata, del risparmio energetico, contro gli inceneritori, contro la privatizzazione dell'acqua, contro la guerra e che cercano di partecipare attivamente alla vita Politica(non antipolitica). E' gente che di tasca propria mette dei soldi, ad esempio, per comprare un microscopio elettronico, utilizzato per far luce sul pericolo delle nanoparticelle.

Il blog ha dato spazio anche persone che altrimenti sarebbero rimaste sole ed avrebbero subito la legge del più forte.
Sul blog ha scritto padre Benjamin, anche egli vittima del sistema dell'informazione italiana, la lettera, con cui sostiene Grillo, è da leggere fino in fondo.

Naturalmente tutto questo dalla quasi totalità della stampa è stato taciuto. Il modo in cui i giornali e le televisioni hanno trattato il v-day e le persone che vi hanno partecipato e lo specchio di come funzioni l'informazione in Italia, si sono fatti TANA da soli. Prima dell'otto settembre praticante nessuno aveva parlato del v-day
In seguito tutto è stato incentrato sulla persona di Beppe Grillo, hanno scavato nel personale per trovare delle magagne, hanno posto l'accento su battute e parolacce, ma non sulle centinaia di migliaia di persone che hanno partecipato ed sui temi trattati. Per 3/4 giorni ha avuto risalto la notizia FALSA, ne ha parlato Casini in un'intervista, dell'offesa a Marco Biagi, in rete dopo pochi minuti si sapeva che era una bufala, ma quasi nessun giornale e TV ha rettificato la notizia, che è stata diffusa ancora per diversi giorni. Perchè l'ordine dei giornalisti non è intervenuto? I giornalisti dovrebbero verificare le notizie prima di darle e in caso di errore rettificare. Casini ha anche affermato che Grillo ed i manifestanti si dovrebbero vergognare. Ci sarebbero tante cose da dire su Casini, ci limitiamo a suggerirgli di guardare prima la trave nel proprio occhio, e in quelli dei suoi compagni di partito, invece di giudicare centinaia di migliaia di persone sulla base di una notizia falsa. Ampio spazio ha occupato anche la BATTUTA Prodi-Alzheimer. I comici fanno da sempre battute, su cechi, sordi, nani, e su altre malattie o difetti fisici, questo può non piacere, ma si tratta di battute, non si può pensare che i comici vogliano offendere i malati. Invece si è parlato per lungo tempo della battuta, che poteva essere semplicemente bollata come di cattivo gusto, ma non del perchè era stata fatta e cioè perchè Prodi si era completamente dimenticato della promessa di tenere in considerazione le proposte dei cittadini, che Grillo gli aveva consegnato. Quindi è stata totalmente ignorata una parte della notizia. (Mentre pubblicavamo la petizione, sul blog di Grillo è apparso un post, in cui il comico porta in evidenza lo scarso impegno da parte delle istituzioni nei confronti della malattia Alzheimer e scrive che sua madre è morta di questa malattia. Quindi la battuta di Grillo, non è stata fatta per offendere i malati ma, probabilmente per attirare l'attenzione sul problema, ora ci aspettiamo che tutti i moralisti e moralizzatori, giornalisti e politici, mettano almeno lo stesso impegno, che hanno usato per attaccare Grillo, adoperandosi per far migliorare le condizione di vita dei malati e delle loro famiglie.)

Alle medie insegnano schematicamente che un articolo di giornale deve rispondere almeno alle 5W, Who, What, When, Where, Why, a cui si aggiunge la H di How. Nella maggior parte dei casi nel parlare del v-day ci si è fermati al chi, anzi ad una parte del chi. Ad esempio Emilio Fede tutte le volte che ha parlato del vaffa-day, si è preoccupato di far passare solo il proprio pensiero negativo su Grillo e di contraddire chi osava aprire uno spiraglio positivo verso la manifestazione. Non si capisce poi dall'alto di cosa Fede si permetta di criticare e denigrare pesantemente Grillo e il v-day, forse dal fatto di essere lo "sputatore" di Piero Ricca, un manipolatore di servizi o dall'alto delle offese lanciate dal suo TG "abusivo"

Famoso ormai l'editoriale del direttore del Tg2 Mazza, che si è sentito in dovere di evocare i cattivi maestri in seguito ad una manifestazione pacifica e non quando, ad esempio, Bossi ha parlato di fucili. Secondo Mazza i toni usati da Grillo, cioè le battute e i vaffanculo, possono portare qualcuno, un pazzo, a premere il grilletto. Il direttore del TG2 forse dovrebbe vedere il film Viva Zapatero, in Francia la satira spara direttamente al presidente senza che nessuno si sogni di fare un intervento come quello di Mazza. Degni di nota anche alcuni interventi di esimi giornalisti, Giampaolo Pansa, Corradino Mineo ed Eugenio Scalfari, che prendono per serio lo sfottò che Grillo fa imitando il Duce "Italiani!!" come si può ammirare in un servizio di striscia la notizia

Questi sono solo alcuni esempi dello strano modo di fare informazione in italia. I giornalisti e i politici farebbero bene a considerare il livello di esasperazione che ha raggiunto la popolazione, non a causa della rete o delle battute di Grillo, ma, per l'incapacità dimostrata dal parlamento e dai governi, sia di destra sia di sinistra, di affrontare e risolvere i veri problemi per cui la gente chiede soluzioni. Eclatante, in questo senso, è la puntata di Anno Zero del 27/09/2007 intitolata "Va'da' via el cu" ( per vederla on line http://www.annozero.rai.it cliccate su puntate e poi sul titolo della puntata). Qui dei politici hanno parlato di Cappio e di sapone, e di altre cose "pesanti". Altro che le battute di un comico. La gente non ce la fa più, non sono la rete e le battute di Grillo che potrebbero portare alla violenza, ma la totale assenza di una politica che guardi ai veri problemi, questo porta agli eccessi sentiti. Purtroppo questo ancora sfugge a molti giornali e politici, che preferiscono attaccare un comico e una manifestazione pacifica, anzichè; fare leggi che rispondano agli interessi degli italiani, con il rischio che l'esasperazione si trasformi in violenza. In questo senso i politici dovrebbero ringraziare le persone che hanno partecipato al V-Day, perchè questi hanno dato la speranza che qualcosa possa cambiare, attraverso delle manifestazioni pacifiche e rispettando la costituzione. Normale è giusto sarebbe recepire, le richieste dei cittadini, vedi le leggi per un parlamento pulito e le proposte presenti nelle primarie dei cittadini, ridurre gli sprechi, assicurare la certezza della pena ecc ecc. Invece, si preferisce fare polemiche, parlare di antipolitica di populismo e offendere la rete.

10 ottobre 2007

Rete4 : Il Gatto e la Volpe



Solo un occhio attento poteva rilevarla. Non a caso. Perchè si tratta di un vero e proprio tentativo di scasso "a mano finanziata", con dolo, anche se senza effrazione. Un pò d'attenzione ai trucchi che vengono usati per fregare il pubblico. Si tratta della cosiddetta finanziaria, emessa dal governo di lor signori che formalmente si chiama ancora di centro sinistra. Per meglio dire si tratta del Decreto legge 1 ottobre 2007, n.159 che è il collegato della finanziaria.

Al quarto comma dell'art. 16 si affrontano le "Disposizioni in materia di sistema digitale terrestre".
Un normale cittadino, che legga le righe seguenti, non ci capirebbe niente. Sono scritte apposta perchè nessuno, o quasi, ci capisca niente. Così si può farla franca, e, in genere, la fanno franca. Ed ecco le righe in questione, fatevi forza:

All'articolo 2 -bis , comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, come modificato dall'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, le parole: «entro l'anno 2008» sono sostituite dalle seguenti: «entro l'anno 2012 ”.

A occhio e croce chi riesce a superare i "decreti", le "conversioni"”, le successive "modificazioni" e a mettere in ordine le date, capisce che una certa cosa, che doveva avvenire "entro l'anno 2008", avverrà adesso "entro l'anno 2012".

E che cos'è questa cosa che slitta? Nientepopodimeno che il passaggio della Terza Rete della Rai e della Rete Quattro di Mediaset sul satellitare.

Adesso tutto è chiaro. Il governo di centro sinistra, alla chetichella, sta regalando a Berlusconi altri quattro anni di sontuosa pubblicità, per svariate centinaia di milioni di euro. Naturalmente per fare questo disattende tutti i suoi impegni con gli elettori e contribuisce a eludere le sentenze della Corte Costituzionale. Cioè il governo, di nascosto, viola la legge.

E non vorremo mica pretendere che lo faccia alla luce del sole!

Infatti ci riesce. Nessun giornale, nessuna tv sembra essersi accorta della nube fumogena che è stata inserita nel decreto. Forse distratti, forse complici, forse entrambe le cose, a turno.

E poi ci vengono a dire che, se cade il governo Prodi, c'è il rischio che venga Berlusconi. E, nel frattempo, loro si mettono d'accordo con Berlusconi alle nostre spalle.

Un trucchetto molto simile a quello della precedente finanziaria, quando, sempre alla chetichella, qualcuno introdusse un comma che avrebbe eliminato i reati di corruzione nel pubblico impiego.

In quel caso, come in questo (ancora grazie signor Cortesi!) qualcuno se ne accorse e scoppiò lo scandalo.

Adesso lo scandalo non è ancora scoppiato e vorremmo che i parlamentari della sinistra (e quelli onesti che ancora siedono, non importa dove, negli scanni del Parlamento) lo facessero scoppiare, lo bloccassero, lo impallinassero.

E poi bisognerebbe sapere anche chi ha scritto quelle righe e per ordine di chi.

Cosa ha dato in cambio Berlusconi? Sarebbe interessante saperlo. Quanti altri mesi di tregua? Quali altri inciuci nei mesi a venire?

E poi dobbiamo leggere i soloni del giornalismo italiano (una pattuglia dei quali, al comando del caporale D'Avanzo, è saldamente dislocata nelle trincee del nuovo organo del Partito Democratico, cioè La Repubblica ), che parlano di "barbarie" quando Santoro si permette di trattare da malfattori coloro che fanno le malefatte.

Sveglia compagni! Il 20 si scenda in piazza non solo per il welfare, ma anche per dire che è ora di finirla con i trucchi.

Giulietto Chiesa