03 gennaio 2008

Il nuovo anno all'insegna del crac finanziario


Quando i nostri lettori leggeranno il primo numero dello Strategic Alert del nuovo anno, le misure prese dai banchieri centrali per prolungare l'agonia del sistema finanziario con illimitate iniezioni di liquidità staranno per scadere, e inizierà una fase totalmente imprevedibile, in cui continuerà la disintegrazione del sistema con un altro grande tracollo tra gennaio e febbraio.
Le iniezioni di liquidità di Natale e Capodanno devono essere rifinanziate dopo il 3 gennaio, ma nelle ultime due settimane sono aumentate le perdite del sistema. Tali perdite richiedono ulteriori iniezioni di liquidità, che possono rapidamente giungere a ordini di grandezza superiori a quelle già effettuate, alimentando la spirale iperinflazionistica della speculazione sulle materie prime e sui generi alimentari basata sull'effetto leva. Al contempo, col nuovo anno, le misure previste da Basilea 2 entreranno in vigore anche negli Stati Uniti, conferendo alla situazione maggiore imprevedibilità: i crediti non verranno più elargiti sulla base dei criteri di capitalizzazione, ma sulla base dei rating, in una situazione in cui il rating AAA non vale più niente.
Come ha ribadito più volte l'economista e leader democratico Lyndon LaRouche, se i governi continueranno a tollerare questa politica, saranno destinati a cadere per aver ceduto la sovranità ai predatori finanziari. I predatori stanno già studiando gli statuti delle banche centrali per trovare il sistema di giustificare un rifinanziamento generalizzato. Stando al Daily Telegraph del 27 dicembre, gli insider stanno studiando un memorandum preparato da membri dello staff della Federal Reserve, in cui si esamina “che cosa si possa fare secondo lo statuto della Federal Reserve nel caso in cui fallisca tutto il resto.” Stando alla sezione 13 dello statuto, la Fed può prendere misure di emergenza nel caso in cui le banche diventino “riluttanti o non disponibili” a concedere crediti. In tal caso, può autorizzare la banca a “concedere il prestito a chiunque assumendosene ella stessa il rischio” e questo aprirebbe tutti i boccaporti senza ritegno, conducendoci “tra la Scilla della stretta creditizia e i Cariddi dell'inflazione”.
In un briefing allo staff dell'EIR il 28 dicembre, la presidente del Movimento Solidarietà tedesco Helga Zepp LaRouche ha sottolineato che in Europa, col sistema dell'Euro e della banca centrale europea, non esiste un provvedimento paragonabile a quello previsto dalla Fed. Questo significa che il patto di stabilità previsto dal trattato di Maastricht potrebbe costringere i governi ad aumentare le tasse e ridurre drasticamente la spesa in fase di recessione, pur di rifinanziare gli hedge funds.
fonte: movisol

26 dicembre 2007

Maastricht, salverà le banche o l'Europa?


Per Goldman Sachs, le perdite delle banche anglo-americane (prezzo delle loro follie) rischia di toccare i 500 miliardi di dollari.
Il che - aggiunge - significa che esse dovranno togliere dall’offerta di prestiti, mutui e fidi qualcosa come 2 mila miliardi di dollari (2 trilioni), essendo il credito un multiplo del capitale delle banche.
Qui è il problema: una restrizione mai vista del credito all’economia reale.
Ecco il motivo vero per cui le immense iniezioni di liquidità operate dalle Banche Centrali non hanno alcun effetto risanatore: le banche arraffano quei miliardi di euro e dollari ma, invece di prestarseli l’un l’altra nella consueta attività interbancaria a breve, se li tengono in cassa.
Per costituirsi riserve di fronte alle perdite che stanno imbarcando da più fronti: derivati e strutturati sub-prime, fallimenti probabili di imprese debitrici, crollo del mercato immobiliare gravato da mutui.
Solo le «commercial paper», gli strumenti con cui molte banche europee e privati (i dentisti tedeschi, come si dice) hanno partecipato alla roulette dei subprime americani, hanno perso il 36% del loro valore da agosto, perché nessuno le compra.
In pratica, gli investitori rifiutano di prolungare quei crediti, e quindi le banche se li devono riprendere nei loro libri contabili.
E non parliamo delle case valutate 100 e gravate da mutuo relativo, e che oggi valgono 80 o 70: d’accordo, esse vengono sequestrate dalle banche come collaterale, ma è un bene reale che nessuno compra, per paura e per mancanza di credito.
E’ già una prospettiva da incubo.
Si poteva peggiorarla?
Sì, si poteva.
E poteva farlo solo l’eurocrazia.
Come?

Con le ferree regole di Masstricht.
Esse obbligano gli Stati europei, in piena recessione, ad aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica per pareggiare i bilanci.
Prendiamo il caso della Gran Bretagna, che soffrirà tantissimo perché tantissimo è esposta nelle follie finanziarie globali.
Il suo deficit di bilancio superava, al massimo del ciclo economico, il famigerato 3% del PIL.
Maastrich la obbliga a rientrare, magari aumentando la pressione tributaria, proprio mentre la capacità tributaria dei cittadini [le cui case stanno perdendo valore ogni giorno, la city non funziona più, e sono in vista licenziamenti in massa] si riduce in modo imponente.
L’alternativa è: tagliare la spesa pubblica, ma nella Gran Bretagna relativamente ben governata da «civil servants» onesti, c’è poco grasso da tagliare.
E soprattutto non in vista di una depressione, che imporrebbe di aumentare la spesa pubblica in deficit, non di stringerla.
Maastricht vieta agli europei politiche keynesiane.
Così ci strangola con i suoi riflessi automatici, che nessuno pensa di abolire in questi momenti precedenti alla tragedia.
Siamo strangolati dal cieco robot a cui abbiamo affidato i destini delle nazioni.
Londra si troverà entro poche settimana in una doppia stretta convergente, il crollo del credito bancario e la stretta fiscale.
Ma si poteva fare ancora peggio.
E chi poteva far peggio, se non le anonime entità globaliste e sovrannazionali, da nessuno elette, che ci guidano da anni?

Da gennaio, fra pochi giorni, entra in vigore il «Basilea 2».
Questa norma ferrea obbliga le banche ad aumentare le loro riserve fino all’8%.
Ciò che provoca di per sé una restrizione del credito.
Una misura che sarebbe stata utile un decennio fa, e forse avrebbe attenuato le follie finanziarie da credito facile, oggi è assolutamente controproducente.
Nessuna banca inglese ha riserve superiori al 3%, e non ha i mezzi per aumentare le riserve proprio adesso (1).
«Se non riescono a raccogliere capitali freschi, le banche dovranno restringere drasticamente
i loro bilanci», facendo meno prestiti, dice il professore Peter Spencer, dell’ITEM Club di New York.
Ancor meno di quelli che già «non» fanno.
Ed appunto, oggi le banche non riescono a radunare capitali freschi se non a prezzi esorbitanti, o chiedendo soccorso ai fondi sovrani dei paesi petroliferi o della Cina.
«Dobbiamo tentare di evitare il circolo vizioso in cui convergono e si rafforzano a vicenda la liquidità meno abbondante, i valori degli attivi (immobili) in calo, le risorse di capitale mutilate, l’offerta di credito ridotta, e la domanda aggregata di consumatori ed imprese», dice Paul Tucker, direttore dei mercato della Bank of England.
E’ proprio ciò che sta avvenendo.

La risposta pronta dei monetaristi britannici è: le Banche Centrali abbassino immediatamente i tassi primari, creino più denaro dal nulla e inondino la realtà con la carta.
E’ probabilmente la sola cosa da fare a breve, in attesa che sorga un nuovo Keynes o un nuovo Roosevelt, e che vengano ascoltati: passeranno anni comunque.
Ma naturalmente questo significa sciogliere il laccio all’inflazione più feroce.
Le banche devono scegliere e presto fra lo Scilla della insolvenza totale, e il Cariddi dell’inflazione galoppante.
La Federal Reserve lo sta già facendo: l’indice dei prezzi segna già 4,3 %.
E si appresta a fare anche di più.
Nel suo regolamento, esiste una sezione 13 che consente alla FED di agire in emergenza quando le banche duventano «molto riluttanti a fornire credito o ne perdono la volontà».
In quel caso, stanti le «circostanze che lo esigano», il voto di cinque governatori (su 12) basta ad autorizzare la FED a prestare denaro a chiunque, accollandosi (accollando al contribuente) il rischio di credito.
E’ una manovra demente, ma che sicuramente tenta ideologi del liberismo monetarista quali sono Bernanke e Paulson, il ministro del Tesoro: dal loro punto di vista, occorre «salvare il sistema finanziario globale» anche se è già morto e in putrefazione.
Ci vorranno anni prima che un qualche loro successore riprenda in mano Keynes o Schacht, autore del miracolo economico hitleriano, nel senso del più puro dirigismo.
Del resto, in USA già sorgono tendopoli di senzatetto, ex-piccolo borghesi rovinati dal mutuo variabile.
Ne è sorta una da 200 tende ai margini orientali di Los Angeles, un’altra a Cleveland, ed altre ancora non censite un po’ dappertutto (2).
Presto l’angoscia popolare imporrà ai dirigenti di «fare qualcosa», o di dare l’impressione di fare qualcosa.
Anche se i banchieri centrali non sanno cosa fare.
Bernanke ha in mente la crisi del ‘29 e le soluzioni che allora non furono decise, e che oggi forse non funzionano in questa nuova situazione.
Almeno la FED potrà far finta, perché è ancora sovrana sulla moneta nazionale.

Noi europei abbiamo ceduto la sovranità alla Banca Centrale.
E quella è governata da robot.
Mantiene ferme le regole di Maastricht, mantiene dura «Basilea 2».
Non c’è nessuno in grado di allentare questi automatismi-scorsoio, o che abbia l’autorità politica per farlo.
E dunque, lorsignori ci lasciano stringere il cappio che ci siamo messi al collo da soli.
Per questo la BCE ha inondato il sistema di mezzo miliardo di dollari, molto più che la FED.
Perché non può permettere un fallimento come quello della inglese Northern Rock nella zona euro: altrimenti si vedrebbe che la UE non ha un ministero del Tesoro, né un prestatore d’ultima istanza, né soprattutto una solidarietà comune europea, che tiene unite la nazioni in tempi di crisi.
Per la Northern Rock stanno pagando i contribuenti del Regno Unito.
Ma i contribuenti tedeschi non sono certo disposti a pagare il conto per gli spagnoli che hanno contratto mutui follemente superiori alla loro possibilità di pagarli, né per una Casta italiota che ingrassa mentre impoverisce il suo popolo e soffoca la gallina dalle uova d’oro.
Già 71 donne tedesche su 100, secondo un recente sondaggio, vogliono il ritorno al marco, perché l’inflazione dell’euro le esaspera.
Si vedrà se la falsa Europa dei burocrati e robot sarà in grado di non spaccarsi sotto questa tempesta, se i tedeschi e olandesi pagheranno per l’allegro «Club Med» del Sud, quando anche per loro andrà male davvero.
Questa cecità non è casuale.
Viene dall’ideologia liberista-globalista che è la dottrina accettata e il pensiero unico talmente dominante, da rendere lorsignori incapaci di pensare in altro modo.
Un giorno, gli storici rideranno dell’ostinazione con cui l’eurocrazia ha smantellato l’agricoltura europea, e con cui ancora in questi giorni i britannici, in funzione anti-francese, si producono in assalti contro quel che resta della PAC (Politica Agricola comunitaria).
Perché coltivare grano, ripetono, quando si può comprare sui mercati mondiali a meno?
Solo che il grano rincara, sui mercati mondiali.
E così tutti gli alimentari.
E non si tratta di rincari temporanei, dovuti ad una fluttuazione congiunturale di domanda e offerta.

L’agricoltura diventa il fattore strategico fondamentale del secolo .
E servirebbe un qualche politico che lo capisse in tempo, e che avesse abbastanza autorità da farsi ascoltare, onde approntare un programma europeo di autosufficienza alimentare, in termini di autarchia continentale.
Ma vedete voi in giro qualcuno che somigli a uno statista?
Sarà Mastella (o Berlusconi) a lanciare la prossima «battaglia del grano»?

Maurizio Blondet

24 dicembre 2007

Risorgimento: quello che non si può raccontare


La liberazione dallo "straniero" austriaco era la cosa che interessava
meno alla casta liberal-massonica che teneva Carlo Alberto praticamente
in pugno. La Massoneria, a quel tempo fanaticamente anticattolica
(ricordiamo che era stata trapiantata in Italia dai rivoluzionari
francesi) teneva soprattutto a distruggere l' Austria "papista".
Nel Sudamerica, con la complicità interessata degli Usa, aveva promosso
una serie di guerre d"'indipendenza" che avevano tolto tutto alla
Spagna e al Portogallo e gettato quel continente, un tempo prospero,
in braccio allo sfruttamento americano e inglese. Nell'Ecuador, per
esempio, il presidente Garcia Moreno, cattolico, aveva consacrato la
Costituzione al Sacro Cuore, ma aveva anche dimezzato le tasse e
triplicato i salari, arrivando a concedere il voto anche agli indios.
L'Ecuador fu l'unico stato a mandare un modesto aiuto economico al papa
Pio IX, dopo l'invasione di Roma da parte dei piemontesi. Garcia Moreno
venne assassinato mentre usciva di chiesa.

Alla Prima Guerra d'Indipendenza italiana, com'è noto, parteciparono
tutti gli stati della penisola, anche i borbonici e perfino un
contingente pontificio. Ma quando si accorsero che non si trattava di
unire l'Italia in una confederazione secondo i progetti di Gioberti e
Cattaneo, ma di star prestando man forte all'espansione del Piemonte,
tutti si ritirarono. Carlo Alberto, resosi conto di essere stato di
fatto il burattino di un progetto massonico internazionale, cambiò idea
e da quel momento venne beffeggiato come "il re tentenna". Suo figlio
Vittorio Emanuele, invece, stette al gioco dei massoni Palmerston e
Napoleone III. Pura propaganda era l'idea di "unità d'Italia", tant'è
che l'italiana Corsica fu lasciata fuori, e Nizza e la Savoia
tranquillamente barattate.

Con le leggi Siccardi il Piemonte carbonaro gettò la maschera e
cominciò un'aggressione anticattolica senza precedenti. Gli ordini
religiosi furono espulsi, i vescovi incarcerati, i beni ecclesiastici
confiscati, i conventi divennero prigioni e caserme. Le processioni
vennero vietate e si procedette a un'epurazione degli impiegati statali
"papisti". L'assassinio di Pellegrino Rossi e poi l'effimera Repubblica
Romana inaugurarono l'era dei cortei massonici con gli stendardi neri
raffiguranti Satana che schiacciava la testa all'arcangelo Michele.
Le chiese assaltate, le tipografie cattoliche devastate, i gendarmi che
intervenivano per arrestare i "provocatori" cattolici.

Con i soldi inglesi e le truppe francesi Cavour e compagni scatenarono
una serie di guerre tutte regolarmente perse (la Seconda Guerra
d'Indipendenza fu di fatto vinta dagli zuavi francesi). Le sole
campagne vittoriose furono quelle contro altri italiani: il Papa e il
Sud. La Terza Guerra d'Indipendenza finì col disastro di Custoza e
Lissa, malgrado l'Austria avesse offerto gratis il Veneto e il Trentino
purche l'ltalia si ritirasse dall'alleanza con la Prussia.

I "plebisciti" sancirono l'annessione forzata di tutti gli ex stati
italiani. La gente doveva votare all'aperto, mettendo le schede in due
urne: su una stava scritto"sì", sull'altra "no". A Napoli si dovette
votare passando tra due ali di garibaldini armati. Malgrado ciò, i voti
sommati risultarono pure molto superiori all'effettivo numero dei
cittadini (segno che ogni "liberatore" aveva votato più volte).

La spedizione dei Mille venne finanziata dagli inglesi e dai
protestanti americani e tedeschi. Ai Mille man mano si aggiunsero
soldati piemontesi travestiti. Molti alti ufficiali borbonici, massoni,
cedettero senza combattere (alcuni finirono linciati dalle loro stesse
truppe). Quando i borbonici poterono combattere davvero, al Volturno,
Garibaldi a stento riuscì a salvare la pelle. A Gaeta, Cialdini
continuò a cannoneggiare per ore (anche l'ospedale) dopo che era stata
issata la bandiera bianca. Lo stesso farà Cadorna alla breccia di Porta
Pia. Diversi ufficiali piemontesi, cattolici, preferirono dimettersi.

Il floridissimo Regno delle Due Sicilie in brevissimo tempo fu portato
al tracollo finanziario, e i meridionali per la prima volta nella loro
storia furono costretti a emigrare all'estero per poter mangiare.
Il Sud dovette pagare le guerre del Piemonte, anche quella combattuta
contro i meridionali stessi. Arrivarono tasse anche sul macinato, sulle
porte e le finestre (le case cominciarono così ad avere un sola
apertura, con conseguenti epidemie di tubercolosi, il male del secolo),
arrivò la leva obbligatoria che durava anni e toglieva braccia a
popolazioni prevalentemente agricole. Per dieci anni il Sud fu trattato
come una colonia da sfruttare; sorse per reazione il cosiddetto
"brigantaggio" (i partigiani dell'ex Regno, come al solito, vennero
definiti banditi).

Metà dell'esercito piemontese era di permanenza nel Sud, con uno stato
di emergenza continuo: fucilazioni di massa, rappresaglie, stermini,
incendi. Nacque così il problema del "mezzogiorno", da allora mai più
risolto. Nel nuovo regime burocratico e accentrato i meridionali,
privati delle industrie e delle terre ecclesiastiche e statali su cui
lavorare, presero il vizio di far carriera nella pubblica
amministrazione. Lo scrittore Ippolito Nievo, cassiere dei Mille, morì
in un misterioso naufragio mentre tornava al Nord con le ricevute delle
somme erogate. Cominciarono gli scandali: l'appalto dei tabacchi,
quello delle ferrovie, lo scandalo della Banca Romana. Cominciarono i
cadaveri "eccellenti" e le "ingabbiature" di cui non si sarebbe mai
saputa la verità.

Alla breccia di Porta Pia, dopo i bersaglieri, il primo ad entrare fu
un carretto di Bibbie protestanti, tirato da un cane chiamato
"Pio Nono". Tra i patti che Cavour aveva fatto con gli inglesi,
"padrini" dell'espansione piemontese, c'era anche l'appoggio alla
divulgazione protestante contro l'odiato "papismo". Garibaldi si ritirò
a Caprera con un sacco di grano (secondo la leggenda) e con una cassa
di Bibbie protestanti (secondo la storia vera). Anche i soldati
italiani in Crimea vennero inondati di Bibbie protestanti. Quando Pio
IX morì il suo corteo funebre venne assaltato da fanatici massoni che
cercarono di gettare nel Tevere la bara. Ogni venerdì santo le logge
organizzavano giganteschi banchetti all'aperto in Roma, a base di carne
di maiale. Il sindaco di Roma, duca di Torlonia, che aveva osato fare
gli auguri a Leone XIII, venne destituito.

Il sindaco più ricordato del tempo è il massone Ernesto Nathan, figlio
dell'amante inglese di Mazzini, il quale potè fare il sindaco della
capitale d'Italia pur essendo cittadino inglese. Del resto solo meno
del 2% della popolazione aveva diritto al voto. Gli inglesi avevano
appoggiato l'invasione del Sud anche con le loro navi. Il Regno delle
due Sicilie deteneva il monopolio dello zolfo, essenziale per i
battelli a vapore, e l'Inghilterra voleva metterci sopra le mani.
In più, gli industriali piemontesi avevano tutto l'interesse nella
distruzione delle industrie borboniche, molto quotate
internazionalmente e fortemente competitive.

Quando i siciliani che avevano appoggiato i Mille, credendo che i
"liberatori" avrebbero provveduto a una redistribuzione di terre, si
appropriarono di alcuni appezzamenti a Bronte e a Villalba, Bixio
ricevette l'ordine di procedere a una spietata repressione. Quelle
terre appartenevano a inglesi. Una, in particolare, al padre delle
scrittrici Charlotte ed Emily, appunto, Bronte. Ultima stranezza
(ma non troppo): Garibaldi, Mazzini, De Amicis e molti dei "padri della
patria" erano spiritisti. A chiarire che si trattava esattamente di
un'espansione piemontese il nuovo Re d'Italia, Vittorio Emanuele, non
fu "primo", ma rimase "secondo". Vittorio Emanuele Il, Re
(adesso anche) d'Italia.


da Rino Cammilleri - "Fregati dalla scuola"

03 gennaio 2008

Il nuovo anno all'insegna del crac finanziario


Quando i nostri lettori leggeranno il primo numero dello Strategic Alert del nuovo anno, le misure prese dai banchieri centrali per prolungare l'agonia del sistema finanziario con illimitate iniezioni di liquidità staranno per scadere, e inizierà una fase totalmente imprevedibile, in cui continuerà la disintegrazione del sistema con un altro grande tracollo tra gennaio e febbraio.
Le iniezioni di liquidità di Natale e Capodanno devono essere rifinanziate dopo il 3 gennaio, ma nelle ultime due settimane sono aumentate le perdite del sistema. Tali perdite richiedono ulteriori iniezioni di liquidità, che possono rapidamente giungere a ordini di grandezza superiori a quelle già effettuate, alimentando la spirale iperinflazionistica della speculazione sulle materie prime e sui generi alimentari basata sull'effetto leva. Al contempo, col nuovo anno, le misure previste da Basilea 2 entreranno in vigore anche negli Stati Uniti, conferendo alla situazione maggiore imprevedibilità: i crediti non verranno più elargiti sulla base dei criteri di capitalizzazione, ma sulla base dei rating, in una situazione in cui il rating AAA non vale più niente.
Come ha ribadito più volte l'economista e leader democratico Lyndon LaRouche, se i governi continueranno a tollerare questa politica, saranno destinati a cadere per aver ceduto la sovranità ai predatori finanziari. I predatori stanno già studiando gli statuti delle banche centrali per trovare il sistema di giustificare un rifinanziamento generalizzato. Stando al Daily Telegraph del 27 dicembre, gli insider stanno studiando un memorandum preparato da membri dello staff della Federal Reserve, in cui si esamina “che cosa si possa fare secondo lo statuto della Federal Reserve nel caso in cui fallisca tutto il resto.” Stando alla sezione 13 dello statuto, la Fed può prendere misure di emergenza nel caso in cui le banche diventino “riluttanti o non disponibili” a concedere crediti. In tal caso, può autorizzare la banca a “concedere il prestito a chiunque assumendosene ella stessa il rischio” e questo aprirebbe tutti i boccaporti senza ritegno, conducendoci “tra la Scilla della stretta creditizia e i Cariddi dell'inflazione”.
In un briefing allo staff dell'EIR il 28 dicembre, la presidente del Movimento Solidarietà tedesco Helga Zepp LaRouche ha sottolineato che in Europa, col sistema dell'Euro e della banca centrale europea, non esiste un provvedimento paragonabile a quello previsto dalla Fed. Questo significa che il patto di stabilità previsto dal trattato di Maastricht potrebbe costringere i governi ad aumentare le tasse e ridurre drasticamente la spesa in fase di recessione, pur di rifinanziare gli hedge funds.
fonte: movisol

26 dicembre 2007

Maastricht, salverà le banche o l'Europa?


Per Goldman Sachs, le perdite delle banche anglo-americane (prezzo delle loro follie) rischia di toccare i 500 miliardi di dollari.
Il che - aggiunge - significa che esse dovranno togliere dall’offerta di prestiti, mutui e fidi qualcosa come 2 mila miliardi di dollari (2 trilioni), essendo il credito un multiplo del capitale delle banche.
Qui è il problema: una restrizione mai vista del credito all’economia reale.
Ecco il motivo vero per cui le immense iniezioni di liquidità operate dalle Banche Centrali non hanno alcun effetto risanatore: le banche arraffano quei miliardi di euro e dollari ma, invece di prestarseli l’un l’altra nella consueta attività interbancaria a breve, se li tengono in cassa.
Per costituirsi riserve di fronte alle perdite che stanno imbarcando da più fronti: derivati e strutturati sub-prime, fallimenti probabili di imprese debitrici, crollo del mercato immobiliare gravato da mutui.
Solo le «commercial paper», gli strumenti con cui molte banche europee e privati (i dentisti tedeschi, come si dice) hanno partecipato alla roulette dei subprime americani, hanno perso il 36% del loro valore da agosto, perché nessuno le compra.
In pratica, gli investitori rifiutano di prolungare quei crediti, e quindi le banche se li devono riprendere nei loro libri contabili.
E non parliamo delle case valutate 100 e gravate da mutuo relativo, e che oggi valgono 80 o 70: d’accordo, esse vengono sequestrate dalle banche come collaterale, ma è un bene reale che nessuno compra, per paura e per mancanza di credito.
E’ già una prospettiva da incubo.
Si poteva peggiorarla?
Sì, si poteva.
E poteva farlo solo l’eurocrazia.
Come?

Con le ferree regole di Masstricht.
Esse obbligano gli Stati europei, in piena recessione, ad aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica per pareggiare i bilanci.
Prendiamo il caso della Gran Bretagna, che soffrirà tantissimo perché tantissimo è esposta nelle follie finanziarie globali.
Il suo deficit di bilancio superava, al massimo del ciclo economico, il famigerato 3% del PIL.
Maastrich la obbliga a rientrare, magari aumentando la pressione tributaria, proprio mentre la capacità tributaria dei cittadini [le cui case stanno perdendo valore ogni giorno, la city non funziona più, e sono in vista licenziamenti in massa] si riduce in modo imponente.
L’alternativa è: tagliare la spesa pubblica, ma nella Gran Bretagna relativamente ben governata da «civil servants» onesti, c’è poco grasso da tagliare.
E soprattutto non in vista di una depressione, che imporrebbe di aumentare la spesa pubblica in deficit, non di stringerla.
Maastricht vieta agli europei politiche keynesiane.
Così ci strangola con i suoi riflessi automatici, che nessuno pensa di abolire in questi momenti precedenti alla tragedia.
Siamo strangolati dal cieco robot a cui abbiamo affidato i destini delle nazioni.
Londra si troverà entro poche settimana in una doppia stretta convergente, il crollo del credito bancario e la stretta fiscale.
Ma si poteva fare ancora peggio.
E chi poteva far peggio, se non le anonime entità globaliste e sovrannazionali, da nessuno elette, che ci guidano da anni?

Da gennaio, fra pochi giorni, entra in vigore il «Basilea 2».
Questa norma ferrea obbliga le banche ad aumentare le loro riserve fino all’8%.
Ciò che provoca di per sé una restrizione del credito.
Una misura che sarebbe stata utile un decennio fa, e forse avrebbe attenuato le follie finanziarie da credito facile, oggi è assolutamente controproducente.
Nessuna banca inglese ha riserve superiori al 3%, e non ha i mezzi per aumentare le riserve proprio adesso (1).
«Se non riescono a raccogliere capitali freschi, le banche dovranno restringere drasticamente
i loro bilanci», facendo meno prestiti, dice il professore Peter Spencer, dell’ITEM Club di New York.
Ancor meno di quelli che già «non» fanno.
Ed appunto, oggi le banche non riescono a radunare capitali freschi se non a prezzi esorbitanti, o chiedendo soccorso ai fondi sovrani dei paesi petroliferi o della Cina.
«Dobbiamo tentare di evitare il circolo vizioso in cui convergono e si rafforzano a vicenda la liquidità meno abbondante, i valori degli attivi (immobili) in calo, le risorse di capitale mutilate, l’offerta di credito ridotta, e la domanda aggregata di consumatori ed imprese», dice Paul Tucker, direttore dei mercato della Bank of England.
E’ proprio ciò che sta avvenendo.

La risposta pronta dei monetaristi britannici è: le Banche Centrali abbassino immediatamente i tassi primari, creino più denaro dal nulla e inondino la realtà con la carta.
E’ probabilmente la sola cosa da fare a breve, in attesa che sorga un nuovo Keynes o un nuovo Roosevelt, e che vengano ascoltati: passeranno anni comunque.
Ma naturalmente questo significa sciogliere il laccio all’inflazione più feroce.
Le banche devono scegliere e presto fra lo Scilla della insolvenza totale, e il Cariddi dell’inflazione galoppante.
La Federal Reserve lo sta già facendo: l’indice dei prezzi segna già 4,3 %.
E si appresta a fare anche di più.
Nel suo regolamento, esiste una sezione 13 che consente alla FED di agire in emergenza quando le banche duventano «molto riluttanti a fornire credito o ne perdono la volontà».
In quel caso, stanti le «circostanze che lo esigano», il voto di cinque governatori (su 12) basta ad autorizzare la FED a prestare denaro a chiunque, accollandosi (accollando al contribuente) il rischio di credito.
E’ una manovra demente, ma che sicuramente tenta ideologi del liberismo monetarista quali sono Bernanke e Paulson, il ministro del Tesoro: dal loro punto di vista, occorre «salvare il sistema finanziario globale» anche se è già morto e in putrefazione.
Ci vorranno anni prima che un qualche loro successore riprenda in mano Keynes o Schacht, autore del miracolo economico hitleriano, nel senso del più puro dirigismo.
Del resto, in USA già sorgono tendopoli di senzatetto, ex-piccolo borghesi rovinati dal mutuo variabile.
Ne è sorta una da 200 tende ai margini orientali di Los Angeles, un’altra a Cleveland, ed altre ancora non censite un po’ dappertutto (2).
Presto l’angoscia popolare imporrà ai dirigenti di «fare qualcosa», o di dare l’impressione di fare qualcosa.
Anche se i banchieri centrali non sanno cosa fare.
Bernanke ha in mente la crisi del ‘29 e le soluzioni che allora non furono decise, e che oggi forse non funzionano in questa nuova situazione.
Almeno la FED potrà far finta, perché è ancora sovrana sulla moneta nazionale.

Noi europei abbiamo ceduto la sovranità alla Banca Centrale.
E quella è governata da robot.
Mantiene ferme le regole di Maastricht, mantiene dura «Basilea 2».
Non c’è nessuno in grado di allentare questi automatismi-scorsoio, o che abbia l’autorità politica per farlo.
E dunque, lorsignori ci lasciano stringere il cappio che ci siamo messi al collo da soli.
Per questo la BCE ha inondato il sistema di mezzo miliardo di dollari, molto più che la FED.
Perché non può permettere un fallimento come quello della inglese Northern Rock nella zona euro: altrimenti si vedrebbe che la UE non ha un ministero del Tesoro, né un prestatore d’ultima istanza, né soprattutto una solidarietà comune europea, che tiene unite la nazioni in tempi di crisi.
Per la Northern Rock stanno pagando i contribuenti del Regno Unito.
Ma i contribuenti tedeschi non sono certo disposti a pagare il conto per gli spagnoli che hanno contratto mutui follemente superiori alla loro possibilità di pagarli, né per una Casta italiota che ingrassa mentre impoverisce il suo popolo e soffoca la gallina dalle uova d’oro.
Già 71 donne tedesche su 100, secondo un recente sondaggio, vogliono il ritorno al marco, perché l’inflazione dell’euro le esaspera.
Si vedrà se la falsa Europa dei burocrati e robot sarà in grado di non spaccarsi sotto questa tempesta, se i tedeschi e olandesi pagheranno per l’allegro «Club Med» del Sud, quando anche per loro andrà male davvero.
Questa cecità non è casuale.
Viene dall’ideologia liberista-globalista che è la dottrina accettata e il pensiero unico talmente dominante, da rendere lorsignori incapaci di pensare in altro modo.
Un giorno, gli storici rideranno dell’ostinazione con cui l’eurocrazia ha smantellato l’agricoltura europea, e con cui ancora in questi giorni i britannici, in funzione anti-francese, si producono in assalti contro quel che resta della PAC (Politica Agricola comunitaria).
Perché coltivare grano, ripetono, quando si può comprare sui mercati mondiali a meno?
Solo che il grano rincara, sui mercati mondiali.
E così tutti gli alimentari.
E non si tratta di rincari temporanei, dovuti ad una fluttuazione congiunturale di domanda e offerta.

L’agricoltura diventa il fattore strategico fondamentale del secolo .
E servirebbe un qualche politico che lo capisse in tempo, e che avesse abbastanza autorità da farsi ascoltare, onde approntare un programma europeo di autosufficienza alimentare, in termini di autarchia continentale.
Ma vedete voi in giro qualcuno che somigli a uno statista?
Sarà Mastella (o Berlusconi) a lanciare la prossima «battaglia del grano»?

Maurizio Blondet

24 dicembre 2007

Risorgimento: quello che non si può raccontare


La liberazione dallo "straniero" austriaco era la cosa che interessava
meno alla casta liberal-massonica che teneva Carlo Alberto praticamente
in pugno. La Massoneria, a quel tempo fanaticamente anticattolica
(ricordiamo che era stata trapiantata in Italia dai rivoluzionari
francesi) teneva soprattutto a distruggere l' Austria "papista".
Nel Sudamerica, con la complicità interessata degli Usa, aveva promosso
una serie di guerre d"'indipendenza" che avevano tolto tutto alla
Spagna e al Portogallo e gettato quel continente, un tempo prospero,
in braccio allo sfruttamento americano e inglese. Nell'Ecuador, per
esempio, il presidente Garcia Moreno, cattolico, aveva consacrato la
Costituzione al Sacro Cuore, ma aveva anche dimezzato le tasse e
triplicato i salari, arrivando a concedere il voto anche agli indios.
L'Ecuador fu l'unico stato a mandare un modesto aiuto economico al papa
Pio IX, dopo l'invasione di Roma da parte dei piemontesi. Garcia Moreno
venne assassinato mentre usciva di chiesa.

Alla Prima Guerra d'Indipendenza italiana, com'è noto, parteciparono
tutti gli stati della penisola, anche i borbonici e perfino un
contingente pontificio. Ma quando si accorsero che non si trattava di
unire l'Italia in una confederazione secondo i progetti di Gioberti e
Cattaneo, ma di star prestando man forte all'espansione del Piemonte,
tutti si ritirarono. Carlo Alberto, resosi conto di essere stato di
fatto il burattino di un progetto massonico internazionale, cambiò idea
e da quel momento venne beffeggiato come "il re tentenna". Suo figlio
Vittorio Emanuele, invece, stette al gioco dei massoni Palmerston e
Napoleone III. Pura propaganda era l'idea di "unità d'Italia", tant'è
che l'italiana Corsica fu lasciata fuori, e Nizza e la Savoia
tranquillamente barattate.

Con le leggi Siccardi il Piemonte carbonaro gettò la maschera e
cominciò un'aggressione anticattolica senza precedenti. Gli ordini
religiosi furono espulsi, i vescovi incarcerati, i beni ecclesiastici
confiscati, i conventi divennero prigioni e caserme. Le processioni
vennero vietate e si procedette a un'epurazione degli impiegati statali
"papisti". L'assassinio di Pellegrino Rossi e poi l'effimera Repubblica
Romana inaugurarono l'era dei cortei massonici con gli stendardi neri
raffiguranti Satana che schiacciava la testa all'arcangelo Michele.
Le chiese assaltate, le tipografie cattoliche devastate, i gendarmi che
intervenivano per arrestare i "provocatori" cattolici.

Con i soldi inglesi e le truppe francesi Cavour e compagni scatenarono
una serie di guerre tutte regolarmente perse (la Seconda Guerra
d'Indipendenza fu di fatto vinta dagli zuavi francesi). Le sole
campagne vittoriose furono quelle contro altri italiani: il Papa e il
Sud. La Terza Guerra d'Indipendenza finì col disastro di Custoza e
Lissa, malgrado l'Austria avesse offerto gratis il Veneto e il Trentino
purche l'ltalia si ritirasse dall'alleanza con la Prussia.

I "plebisciti" sancirono l'annessione forzata di tutti gli ex stati
italiani. La gente doveva votare all'aperto, mettendo le schede in due
urne: su una stava scritto"sì", sull'altra "no". A Napoli si dovette
votare passando tra due ali di garibaldini armati. Malgrado ciò, i voti
sommati risultarono pure molto superiori all'effettivo numero dei
cittadini (segno che ogni "liberatore" aveva votato più volte).

La spedizione dei Mille venne finanziata dagli inglesi e dai
protestanti americani e tedeschi. Ai Mille man mano si aggiunsero
soldati piemontesi travestiti. Molti alti ufficiali borbonici, massoni,
cedettero senza combattere (alcuni finirono linciati dalle loro stesse
truppe). Quando i borbonici poterono combattere davvero, al Volturno,
Garibaldi a stento riuscì a salvare la pelle. A Gaeta, Cialdini
continuò a cannoneggiare per ore (anche l'ospedale) dopo che era stata
issata la bandiera bianca. Lo stesso farà Cadorna alla breccia di Porta
Pia. Diversi ufficiali piemontesi, cattolici, preferirono dimettersi.

Il floridissimo Regno delle Due Sicilie in brevissimo tempo fu portato
al tracollo finanziario, e i meridionali per la prima volta nella loro
storia furono costretti a emigrare all'estero per poter mangiare.
Il Sud dovette pagare le guerre del Piemonte, anche quella combattuta
contro i meridionali stessi. Arrivarono tasse anche sul macinato, sulle
porte e le finestre (le case cominciarono così ad avere un sola
apertura, con conseguenti epidemie di tubercolosi, il male del secolo),
arrivò la leva obbligatoria che durava anni e toglieva braccia a
popolazioni prevalentemente agricole. Per dieci anni il Sud fu trattato
come una colonia da sfruttare; sorse per reazione il cosiddetto
"brigantaggio" (i partigiani dell'ex Regno, come al solito, vennero
definiti banditi).

Metà dell'esercito piemontese era di permanenza nel Sud, con uno stato
di emergenza continuo: fucilazioni di massa, rappresaglie, stermini,
incendi. Nacque così il problema del "mezzogiorno", da allora mai più
risolto. Nel nuovo regime burocratico e accentrato i meridionali,
privati delle industrie e delle terre ecclesiastiche e statali su cui
lavorare, presero il vizio di far carriera nella pubblica
amministrazione. Lo scrittore Ippolito Nievo, cassiere dei Mille, morì
in un misterioso naufragio mentre tornava al Nord con le ricevute delle
somme erogate. Cominciarono gli scandali: l'appalto dei tabacchi,
quello delle ferrovie, lo scandalo della Banca Romana. Cominciarono i
cadaveri "eccellenti" e le "ingabbiature" di cui non si sarebbe mai
saputa la verità.

Alla breccia di Porta Pia, dopo i bersaglieri, il primo ad entrare fu
un carretto di Bibbie protestanti, tirato da un cane chiamato
"Pio Nono". Tra i patti che Cavour aveva fatto con gli inglesi,
"padrini" dell'espansione piemontese, c'era anche l'appoggio alla
divulgazione protestante contro l'odiato "papismo". Garibaldi si ritirò
a Caprera con un sacco di grano (secondo la leggenda) e con una cassa
di Bibbie protestanti (secondo la storia vera). Anche i soldati
italiani in Crimea vennero inondati di Bibbie protestanti. Quando Pio
IX morì il suo corteo funebre venne assaltato da fanatici massoni che
cercarono di gettare nel Tevere la bara. Ogni venerdì santo le logge
organizzavano giganteschi banchetti all'aperto in Roma, a base di carne
di maiale. Il sindaco di Roma, duca di Torlonia, che aveva osato fare
gli auguri a Leone XIII, venne destituito.

Il sindaco più ricordato del tempo è il massone Ernesto Nathan, figlio
dell'amante inglese di Mazzini, il quale potè fare il sindaco della
capitale d'Italia pur essendo cittadino inglese. Del resto solo meno
del 2% della popolazione aveva diritto al voto. Gli inglesi avevano
appoggiato l'invasione del Sud anche con le loro navi. Il Regno delle
due Sicilie deteneva il monopolio dello zolfo, essenziale per i
battelli a vapore, e l'Inghilterra voleva metterci sopra le mani.
In più, gli industriali piemontesi avevano tutto l'interesse nella
distruzione delle industrie borboniche, molto quotate
internazionalmente e fortemente competitive.

Quando i siciliani che avevano appoggiato i Mille, credendo che i
"liberatori" avrebbero provveduto a una redistribuzione di terre, si
appropriarono di alcuni appezzamenti a Bronte e a Villalba, Bixio
ricevette l'ordine di procedere a una spietata repressione. Quelle
terre appartenevano a inglesi. Una, in particolare, al padre delle
scrittrici Charlotte ed Emily, appunto, Bronte. Ultima stranezza
(ma non troppo): Garibaldi, Mazzini, De Amicis e molti dei "padri della
patria" erano spiritisti. A chiarire che si trattava esattamente di
un'espansione piemontese il nuovo Re d'Italia, Vittorio Emanuele, non
fu "primo", ma rimase "secondo". Vittorio Emanuele Il, Re
(adesso anche) d'Italia.


da Rino Cammilleri - "Fregati dalla scuola"