07 febbraio 2008

Come salvare la civiltà dall'impero britannico



Durante una colazione di lavoro a Washington il 30 gennaio, l'economista americano Lyndon LaRouche ha parlato delle minacce insite alla crisi internazionale e delle vie d'uscita. Avvalendosi di una descrizione animata dell'iperinflazione che esplose in Germania tra il 1922 ed il 1923, LaRouche ha spiegato che oggi quella dinamica si sta imponendo su scala globale. Assieme a questo processo, ha aggiunto, c'è la spinta dell'oligarchia finanziaria verso un governo di stampo mussoliniano, con l'opzione di Bloomberg alla presidenza USA (vedi oltre).
Sul fronte europeo LaRouche nota che paesi come Francia, Italia o Germania saranno in grado di affrontare le dimensioni stesse della crisi solo uscendo dal sistema dell'Euro. Nell'attuale sistema, i governi europei “sono impotenti”.
Siamo al punto in cui “a causa di una ben distinta politica economica, il sistema è fracassato e i britannici sono decisi a sfruttare l'occasione per distruggere gli Stati Uniti ... Lo sfascio del processo monetario è iniziato nel 2000 e da allora è accelerato. Abbiamo un idiota per presidente che ci ha condotto in guerre interminabili nell'Asia sudoccidentale, che hanno dato il colpo di grazia agli USA. Ne consegue un forte indebolimento, con migliaia di miliardi di dollari persi in queste avventure, con un presidente idiota e con un Congresso incapace di tenere dritta la spina dorsale per contrastare questo stato di cose”.
“L'incidente del cosiddetto 'pazzo isolato' alla Société Générale in Francia [...] in realtà è stato fatto sulla piazza di Londra, come operazione contro gli Stati Uniti.” Questo rientra nel contesto del tentativo di creare un impero a cui è stato dato il nome di “globalizzazione”, ha affermato LaRouche, “Ma non funzionerà! Non porta alla costituzione di un impero mondiale, ma porta dritto all'inferno! Porta alla disintegrazione”.
LaRouche è quindi passato a discutere la necessità di una accordo tra quattro potenze, USA, Cina, Russia e India, necessario ad affossare la manovra imperiale. Con tale combinazione, ha aggiunto, “Disporremmo del potenziale tecnologico e della conoscenza che occorrono per sottrarci a questa minaccia contro l'umanità!”
Il video sull'iperinflazione è disponibile sul sito http://www.larouchepac.com/news/2008/01/28/fed-copies-weimar-hyperinflation.html

Bush e Bernanke affondano il dollaro
Rispondendo alla decisione della Federal Reserve del 30 gennaio di tagliare i tassi, per la seconda volta in otto giorni, LaRouche ha affermato: “Bush e Bernanke vogliono affondare il dollaro. Questo dev'essere denunciato e dev'essere impedito. Il presidente Bush dev'essere sottoposto a terapia.”
“In vernacolare”, ha detto LaRouche, “costoro sono proprio dei matti” ha aggiunto LaRouche. “Sembra che mirino ad una politica iperinflazionistica con i tassi zero, ma non sopravviveranno fino a tale azzeramento. La nazione non può sopravvivere se essi continuano su tale strada”. L'alternativa proposta da LaRouche è una politica monetaria a doppio sportello per indirizzare credito a bassi tassi d'interesse alle attività economiche reali da proteggere, e alti tassi d'interesse per la massa di debito speculativo che attualmente la Fed sta sostenendo.

“La diga è crollata!”
In una dichiarazione del 1 febbraio Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco, il BüSo, afferma che “il sistema finanziario internazionale è irrimediabilmente fallito ed è già crollato” proprio come Lyndon LaRouche aveva affermato nelle trasmissioni su internet del 25 luglio 2007 e del 17 gennaio 2008.
L'agenzia di rating Standard & Poor's ha già declassato 50 miliardi di bonds emessi sui mutui subprime, mentre in attesa del declassamento ci sono altri 484 miliardi, ovvero il 47% di tutti i bonds USA emessi su titoli ipotecari. Le perdite delle banche, che ufficialmente sono circa 100 miliardi di dollari, aumenteranno proporzionalmente, specialmente dopo la retrocessione di monolines, come MBIA e Ambac. Queste monolines hanno assicurato bonds per un volume complessivo di 2,3 mila miliardi di dollari, tra cui i cosiddetti “prodotti strutturati” per un ammontare di 800 miliardi di dollari. Molto di questo titolume è stato emesso sui mutui subprime USA. Non appena le monolines verranno retrocesse, le banche saranno costrette a cancellare attivi dai propri conti, e molte di loro rischiano il fallimento.
Zepp-LaRouche fa inoltre riferimento ad un articolo apparso sul quotidiano elvetico Le Temps che, in data 30 gennaio, scriveva che la prossima onda d'urto, dopo quella della Société Générale francese, verrà dalle banche tedesche. Se non sarà arginata, quest'onda getterà la Germania in una grave depressione e i centri industriali come Essen, Dortmund e Bochum “presto assomiglieranno ad Angkor, la capitale del fallito regime dei Khmer Rossi - cioè gli alberi spunteranno dalle fabbriche vuote”.
Zepp-LaRouche spiega che con i trattati di Maastricht e di Amsterdam, l'Unione Europea ha rinunciato a disporre della capacità di affrontare la crisi. La Banca Centrale Europea ha annunciato che non sarà il prestatore di ultima istanza per i sistemi bancari nazionali, ma contemporaneamente garantisce i crediti della anglo-olandese Rabobank e delle banche spagnole. L'incontro a quattro (Merkel, Brown, Prodi e Sarkozy) la settimana scorsa a Londra è stato un fallimento, specialmente perché Inghilterra e Germania hanno respinto la richiesta di Francia e Italia di una regolamentazione più ragionevole del sistema finanziario (sebbene l'Inghilterra abbia effettuato salvataggi delle proprie banche).
Se le nazioni d'Europa vogliono sopravvivere, afferma Zepp-LaRouche, debbono congelare i trattati di Maastricht e di Amsterdam, come anche il Patto di Stabilità, ripristinare la sovranità sulla moneta e ridare peso a quelle leggi che difendono il bene comune delle nazioni.
fonte:Movisol

05 febbraio 2008

Il paradigma della decadenza: "la monnezza"


L'emergenza rifiuti in Campania, che si fa ogni giorno più esplosiva, è una metafora del modello di sviluppo occidentale e del suo possibile, anzi probabile, destino. In genere si addebita la responsabilità di tale emergenza agli amministratori locali, ai governi nazionali, di sinistra o di destra, ai vari commissari straordinari, agli interessi della camorra e allo stesso popolo partenopeo poco incline, per storica indole, all'ordine. E queste responsabilità, naturalmente ci sono. Ma il nocciolo della questione non è affatto qui.

Napoli e la Campania non sono che la punta più evidente e più visibile di un gigantesco iceberg mondiale. Il fatto è che il modello di sviluppo occidentale, nel quale oggi rientrano anche la Russia, la Cina, l'India e tutti i Paesi cosiddetti terzomondisti dov'è penetrata la nostra economia, produce troppo. Tot di produzione vuol dire un altrettale tot di rifiuti. E poichè, come diceva Democrito già nel IV secolo a.C., "in natura nulla si crea e nulla si distrugge" il rifiuto lo si può spostare, lo si può nascondere, come fan i cani nascondendo la loro cacca sotto il tappeto, ma non lo si può eliminare.

Un caso classico di occultamento canino sono i termovalorizzatori. Il termovalorizzatore riduce solo apparentemente i rifiuti, in realtà semplicemente li comprime. Come sempre avviene con la tecnologia. La tecnologia comprime in tempi e spazi ridottissimi ciò che la natura elabora in tempi lenti e in spazi ampi. Ma l'energia così compressa rimbalza, prima o poi, come una molla e con la stessa forza che l'ha compressa. Il termovalorizzatore in realtà è un produttore di un concentrato di veleni (la diossina) che rimangono in circolazione per un tempo pressochè eterno, almeno in termini umani. Abbiamo reso la cacca meno visibile, ma non meno insidiosa.

É anche per questo che altre regioni italiane sembrano meno compromesse della Campania. Alcune di queste poi mandano i loro rifiuti in Germania, pagando il servizio a peso d'oro. E cosa fanno i bravi tedeschi? Fanno quello che farebbero i napoletani se solo potessero: scaricano i rifiuti più tossici altrove, sulle coste del Benin e di altri Paesi, troppo poveri e troppo deboli per opporsi al proprio genocidio. Ma prima o poi anche le coste del Benin diverranno sature. E allora tutto il pianeta sarà nelle condizioni in cui sono oggi Napoli e la Campania.

La soluzione sembrerebbe ovvia: produrre di meno. Ma non si può. Questo modello è basato sulle crescite esponenziali. Il che vuol dire che non solo, dio guardi, non può tornare indietro, non solo non può fermarsi, non solo non può rallentare, ma non può nemmeno mantenere, per quanto già vertiginosa, l'attuale velocità ma deve, per sua ineludibile coerenza interna, continuamente aumentarla, altrimenti implode su se stesso. E nessun Paese, preso singolarmente, può sottrarsi a questa folle corsa produttiva, perchè retrocederebbe a livelli considerati intollerabili. Ci vorrebbe una «moratoria mondiale della produzione». Ma chi mai oserebbe nemmeno pensarla? E se mai qualcuno ci pensasse sarebbe sommerso dai frizzi, dai lazzi, dagli insulti, dagli sputi proprio di coloro che lamentano i tumori, le leucemie, le malattie cardiovascolari, quelle respiratorie provocate dall'inquinamento, ma che, in una tragica fagia autodistruttiva, non sognano che di ingurgitare sempre nuovi prodotti, e si considerano poveri se non li hanno, confondendo i bisogni con i desideri che son cosa diversa. Moriremo non perchè poveri, ma perchè troppo ricchi.

Come nella «Grande abbuffata» di Marco Ferreri moriremo soffocati dalla nostra stessa merda. Moriremo come meritiamo. Come merita chi ha dimenticato ogni senso del limite e di sè e lo stesso istinto di sopravvivenza. Amen.
DI MASSIMO FINI

04 febbraio 2008

Qualcosa non quadra


Se fossimo in campo economico si potrebbe affermare, senza timore di smentita, che la società italiana vive, da 20 anni circa, in regime di duopolio.
Infatti che perdano o vincano le elezioni, i 2 schieramenti politici si presentano ormai da quasi 20 anni con gli stessi leader (si fa per dire) e portaborse.
Non c'è paura di sconfitta: tanto o vince Prodi o vince Berlusconi.
E chi perde ora vincerà la prossima volta.
E per i cittadini non cambia nulla.
Se prendiamo le leggi di Prodi e le giriamo su Berlusconi, cambiandone il nome, e facciamo lo stesso con le leggi varate dall'altro schieramento, non se ne accorge nessuno.
Infatti che vincano gli uni o gli altri non cambia assolutamente nulla!
Regime di duopolio, appunto, dove cane non scaccia cane ma lo protegge.

Ma lo spunto di questo articolo non parte da considerazioni politiche ma da un articolo di Maurizio d'Orlando comparso su asianews.it in data 19/09/2007 (1) e recentemente fatto circolare nella lista di «centrofondi.it» (un grazie a Raudace), da considerarsi a dir poco profetico e premonitore della attuale situazione dei mercati finanziari.

Nell'articolo si afferma quanto segue: «A causa di una montagna di mutui fuori parametro (subprime) concessa dalle società di credito fondiario in America, molte banche stanno entrando in crisi. Si parla di giganti come Citygroup e Bank of America negli USA ed in Europa di possibile crollo per banche del calibro di Deutsche Bank, Barclys, BNP Paribas e di alcune finanziarie (AXA) e fondi pensione.
Si parla di un buco di oltre 20 miliardi di dollari USA di titoli circolanti emessi nei mercati e privi di patrimonialità reale, di cui né il grande pubblico, né i professionisti di New York si erano accorti. Non si parla più di un problema di liquidità, ma di un problema di solvibilità.
Il problema si è originato negli USA a partire dal 1987, quando con pressioni della lobby bancaria - mediante elargizioni costate 300 milioni di Dollari USA - si è riusciti ad ottenere, passo dopo passo, l'abolizione della legge Glass-Steagall, approvata dal parlamento americano dopo la crisi del '29. La completa abolizione della legge è stata ottenuta nel 1999 grazie al Presidente Bill Clinton.
A suo tempo la legge era stata approvata per evitare il conflitto d'interessi tra banche e società che sottoscrivono obbligazioni ed azioni.
Principale fautore di questa liberalizzazione finanziaria è stato il precedente presidente della FED, Alan Greenspan.
Questi, divenuto governatore nel 1987, prima di tale nomina era stato membro del consiglio di amministrazione della J.P. Morgan, la prima banca ad usufruire della liberalizzazione.
Nei 18 anni di governatorato di Greenspan si è avuta la più grande espansione della finanza speculativa della storia mondiale e la crisi più che imminente avrebbe dimensioni planetarie.
In questo ultimo periodo i grandi gruppi finanziari e bancari si sono premuniti piazzando i titoli spazzatura sia in Europa che in Asia.
Questi titoli sono valutati AA o addirittura AAA dalle agenzie, cosiddette indipendenti, di valutazione dei valori mobiliari, come Standard & Poors, Moody's e Fitch…
A essere esposte in prima linea dovrebbero esserci teoricamente i fondi pensione, le assicurazioni e le grandi fondazioni americane, come pure i maggiori gruppi finanziari e bancari statunitensi, che sono all'origine dell'emissione incontrollata di titoli atipici di questi lunghi decenni.
Eppure c'è da dubitare che chi ha le chiavi del potere finanziario e monetario sia chiamato a rispondere dei propri misfatti. Alla radice del problema, infatti, ci sono le Banche Centrali ed in primo luogo la FED, che da tempo aveva un chiaro quadro della situazione…».

Ed infine la ciliegina sulla torta: «Chi controlla la FED sa dunque che non può fornire la soluzione nell'ambito stesso della FED. In questo scenario… gli Stati Uniti si preparano, insieme a Canada e Messico, a lanciare una moneta unica, detta 'Amero'. La soluzione proposta sarebbe l'abolizione del dollaro, sostituito dalla valuta dell'Unione del Nord America»…
In sintesi prima i banchieri a suon di tangenti ai politici (300 milioni di dollari dichiarati) fanno abolire le leggi a suo tempo create in USA per impedire un nuovo tracollo economico sul pianeta come quello del 1929; poi inondano il pianeta di moneta finanziaria senza valore intrinseco nell'economia reale, ma gravata comunque di interesse che l'economia reale ignara accetta e paga.
Quando l'economia reale strozzata dai debiti (soprattutto dagli interessi sui debiti) non ce la fa più, il banchiere che comanda - «colui che controlla la FED»- decide di abbandonare la barca, creare una nuova moneta (ovviamente gravata di interesse a debito) e abbandonare la società civile con in mano dollari che andranno bene solo per accendersi i sigari.

Unico problema: far fare ai politici una legge che dia corso legale alla nuova valuta.
E in questo l'articolo di Asia News ci informa che Greenspan e il CFR (Council on Foreign Relations) sono già all'opera.
Si tratta solo di avere il tempo per prezzolare i politici di turno.

A chi studia economia in una qualunque università occidentale viene insegnato che (primo esempio di globalizzazione al mondo) le Banche Centrali (Federal Riserve, BCE, Banca d'Italia, ecc.) sono state delegate dai singoli Stati nazionali a disciplinare l'emissione della moneta per evitare che questa fosse appannaggio degli appetiti elettorali dei sistemi politici.
Come può essere quindi, che siano proprio i banchieri a prezzolare i politici per fare della moneta esattamente l'uso che si voleva evitare da parte dei politici?
E come può essere che ciò riaccada dopo il 1929 quando si sapeva già, grazie a quella esperienza, come sarebbe andata a finire comportandosi in quel modo?
E come può essere che vi sia un soggetto che possiede (o decide per) la Federal Riserve e che noi non si sappia chi sia pur avendo un così grande potere?
Che è poi il potere dei poteri: quello di decidere l'emissione della moneta.
Come mai non viene mai citato in TV o sui giornali?
Come può essere che qualcuno decida di cambiare valuta senza coinvolgere le istituzioni democratiche di quel Paese in questa decisione?

E ancora: In Europa la situazione è identica o diversa?
Chi decide quanti euro ogni anno debbano essere messi in circolazione?
Chi possiede e ha potere decisionale nella BCE?
A chi rendono conto questi signori se compiono misfatti?
Quali controlli il parlamento europeo e i singoli Stati nazionali hanno sulla BCE?
E sulle banche nazionali?
A cosa è dovuta l'inflazione?
Perché se la moneta è in mano ai banchieri per evitare abuso da parte del sistema politico le monete continuano a svalutarsi?
Gli euro emessi appartengono agli Stati nazionali o alla BCE, che è un soggetto privato e che indebita gli Stati quando questi ricevono nuova moneta?
Con quali criteri e soprattutto chi decide quale interesse passivo applicare sulla moneta presa a debito dagli Stati nazionali e di conseguenza poi dai cittadini verso le banche?
Perché il parlamento italiano può decidere di occupare militarmente uno Stato straniero ma non può deliberare sulla propria moneta?
Ed infine, perché su queste tematiche c'è la totale disinformazione da parte dei mass media ufficiali?

Siamo sull'orlo di una crisi economica inevitabile salvo un miracolo.
Il sistema bancario, principale responsabile di questa crisi, se ne lava le mani e da nessuna parte viene messo sotto accusa.
Anzi i banchieri li troviamo come primi ministri o presidenti della repubblica.
Il sistema politico, occidentale in generale e italiano in particolare, ha dimostrato incompetenza e sudditanza a questo sistema.
Tutti noi sappiamo perfettamente che se anche va al governo la coalizione opposta non cambierà nulla.
Il cittadino fondamentalmente è al muro ed è impotente perché non capisce come funziona il sistema.
Non sa dove è il trucco, se trucco c'è.
Non sa cosa fare perché gli è stato fatto credere negli ultimi 70 anni che l'unico sistema economico possibile è quello occidentale, in quanto è il migliore e ha dato abbondanza e prosperità a tutti.
Non ce né un altro migliore.
L'altro possibile, cioè il comunismo, è morto da tempo perché peggiore di quello occidentale..

Ma noi sappiamo che non è così.
Sappiamo, nonostante il colpevole silenzio dei media ufficiali, che è possibile ricorrere ad un sistema monetario diverso, dove la moneta appartiene agli Stati e non a banchieri privati, senza che questo metta in discussione la società occidentale ed i suoi valori sociali, politici e democratici; sappiamo che, ad esempio, solo in Italia esistono oltre una ventina di esperimenti di moneta complementare (in Germania sono più di 100) che cercano di far sì che la spesa dei cittadini rimanga all'interno dell'economia nazionale e non se ne vada a gonfiare gli investimenti speculativi asiatici; sappiamo che il problema del deficit dello Stato italiano è collegato al debito che viene contratto dallo Stato verso banchieri privati allorché nuova moneta viene immessa in circolazione, e non solo per l'eccesso di spesa della «casta politica» rispetto alla raccolta delle imposte; sappiamo che i banchieri internazionali non vogliono che le masse siano informate su questi meccanismi, altrimenti non potrebbero più spiegare ai cittadini come mai Prodi e Letta sono stipendiati dalla Goldmann Sachs quando non hanno incarichi governativi, e che la Goldman è l'advisor (vale a dire il consulente che dice a chi vendere e a quale prezzo) per eccellenza quando lo Stato italiano vende qualche azienda pubblica; sappiamo che la scuola di pensiero dell'insigne economista Federico Caffè, misteriosamente scomparso nel 1987, che si opponeva alle distorsioni di questo sistema finanziario, non è morta con lui.

Allora riteniamo che sia giunto il momento di cominciare ad illustrare, da questo sito, quale è il trucco del capitalismo.
Che i banchieri internazionali lo vogliano o no.
bianchini carlo

07 febbraio 2008

Come salvare la civiltà dall'impero britannico



Durante una colazione di lavoro a Washington il 30 gennaio, l'economista americano Lyndon LaRouche ha parlato delle minacce insite alla crisi internazionale e delle vie d'uscita. Avvalendosi di una descrizione animata dell'iperinflazione che esplose in Germania tra il 1922 ed il 1923, LaRouche ha spiegato che oggi quella dinamica si sta imponendo su scala globale. Assieme a questo processo, ha aggiunto, c'è la spinta dell'oligarchia finanziaria verso un governo di stampo mussoliniano, con l'opzione di Bloomberg alla presidenza USA (vedi oltre).
Sul fronte europeo LaRouche nota che paesi come Francia, Italia o Germania saranno in grado di affrontare le dimensioni stesse della crisi solo uscendo dal sistema dell'Euro. Nell'attuale sistema, i governi europei “sono impotenti”.
Siamo al punto in cui “a causa di una ben distinta politica economica, il sistema è fracassato e i britannici sono decisi a sfruttare l'occasione per distruggere gli Stati Uniti ... Lo sfascio del processo monetario è iniziato nel 2000 e da allora è accelerato. Abbiamo un idiota per presidente che ci ha condotto in guerre interminabili nell'Asia sudoccidentale, che hanno dato il colpo di grazia agli USA. Ne consegue un forte indebolimento, con migliaia di miliardi di dollari persi in queste avventure, con un presidente idiota e con un Congresso incapace di tenere dritta la spina dorsale per contrastare questo stato di cose”.
“L'incidente del cosiddetto 'pazzo isolato' alla Société Générale in Francia [...] in realtà è stato fatto sulla piazza di Londra, come operazione contro gli Stati Uniti.” Questo rientra nel contesto del tentativo di creare un impero a cui è stato dato il nome di “globalizzazione”, ha affermato LaRouche, “Ma non funzionerà! Non porta alla costituzione di un impero mondiale, ma porta dritto all'inferno! Porta alla disintegrazione”.
LaRouche è quindi passato a discutere la necessità di una accordo tra quattro potenze, USA, Cina, Russia e India, necessario ad affossare la manovra imperiale. Con tale combinazione, ha aggiunto, “Disporremmo del potenziale tecnologico e della conoscenza che occorrono per sottrarci a questa minaccia contro l'umanità!”
Il video sull'iperinflazione è disponibile sul sito http://www.larouchepac.com/news/2008/01/28/fed-copies-weimar-hyperinflation.html

Bush e Bernanke affondano il dollaro
Rispondendo alla decisione della Federal Reserve del 30 gennaio di tagliare i tassi, per la seconda volta in otto giorni, LaRouche ha affermato: “Bush e Bernanke vogliono affondare il dollaro. Questo dev'essere denunciato e dev'essere impedito. Il presidente Bush dev'essere sottoposto a terapia.”
“In vernacolare”, ha detto LaRouche, “costoro sono proprio dei matti” ha aggiunto LaRouche. “Sembra che mirino ad una politica iperinflazionistica con i tassi zero, ma non sopravviveranno fino a tale azzeramento. La nazione non può sopravvivere se essi continuano su tale strada”. L'alternativa proposta da LaRouche è una politica monetaria a doppio sportello per indirizzare credito a bassi tassi d'interesse alle attività economiche reali da proteggere, e alti tassi d'interesse per la massa di debito speculativo che attualmente la Fed sta sostenendo.

“La diga è crollata!”
In una dichiarazione del 1 febbraio Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco, il BüSo, afferma che “il sistema finanziario internazionale è irrimediabilmente fallito ed è già crollato” proprio come Lyndon LaRouche aveva affermato nelle trasmissioni su internet del 25 luglio 2007 e del 17 gennaio 2008.
L'agenzia di rating Standard & Poor's ha già declassato 50 miliardi di bonds emessi sui mutui subprime, mentre in attesa del declassamento ci sono altri 484 miliardi, ovvero il 47% di tutti i bonds USA emessi su titoli ipotecari. Le perdite delle banche, che ufficialmente sono circa 100 miliardi di dollari, aumenteranno proporzionalmente, specialmente dopo la retrocessione di monolines, come MBIA e Ambac. Queste monolines hanno assicurato bonds per un volume complessivo di 2,3 mila miliardi di dollari, tra cui i cosiddetti “prodotti strutturati” per un ammontare di 800 miliardi di dollari. Molto di questo titolume è stato emesso sui mutui subprime USA. Non appena le monolines verranno retrocesse, le banche saranno costrette a cancellare attivi dai propri conti, e molte di loro rischiano il fallimento.
Zepp-LaRouche fa inoltre riferimento ad un articolo apparso sul quotidiano elvetico Le Temps che, in data 30 gennaio, scriveva che la prossima onda d'urto, dopo quella della Société Générale francese, verrà dalle banche tedesche. Se non sarà arginata, quest'onda getterà la Germania in una grave depressione e i centri industriali come Essen, Dortmund e Bochum “presto assomiglieranno ad Angkor, la capitale del fallito regime dei Khmer Rossi - cioè gli alberi spunteranno dalle fabbriche vuote”.
Zepp-LaRouche spiega che con i trattati di Maastricht e di Amsterdam, l'Unione Europea ha rinunciato a disporre della capacità di affrontare la crisi. La Banca Centrale Europea ha annunciato che non sarà il prestatore di ultima istanza per i sistemi bancari nazionali, ma contemporaneamente garantisce i crediti della anglo-olandese Rabobank e delle banche spagnole. L'incontro a quattro (Merkel, Brown, Prodi e Sarkozy) la settimana scorsa a Londra è stato un fallimento, specialmente perché Inghilterra e Germania hanno respinto la richiesta di Francia e Italia di una regolamentazione più ragionevole del sistema finanziario (sebbene l'Inghilterra abbia effettuato salvataggi delle proprie banche).
Se le nazioni d'Europa vogliono sopravvivere, afferma Zepp-LaRouche, debbono congelare i trattati di Maastricht e di Amsterdam, come anche il Patto di Stabilità, ripristinare la sovranità sulla moneta e ridare peso a quelle leggi che difendono il bene comune delle nazioni.
fonte:Movisol

05 febbraio 2008

Il paradigma della decadenza: "la monnezza"


L'emergenza rifiuti in Campania, che si fa ogni giorno più esplosiva, è una metafora del modello di sviluppo occidentale e del suo possibile, anzi probabile, destino. In genere si addebita la responsabilità di tale emergenza agli amministratori locali, ai governi nazionali, di sinistra o di destra, ai vari commissari straordinari, agli interessi della camorra e allo stesso popolo partenopeo poco incline, per storica indole, all'ordine. E queste responsabilità, naturalmente ci sono. Ma il nocciolo della questione non è affatto qui.

Napoli e la Campania non sono che la punta più evidente e più visibile di un gigantesco iceberg mondiale. Il fatto è che il modello di sviluppo occidentale, nel quale oggi rientrano anche la Russia, la Cina, l'India e tutti i Paesi cosiddetti terzomondisti dov'è penetrata la nostra economia, produce troppo. Tot di produzione vuol dire un altrettale tot di rifiuti. E poichè, come diceva Democrito già nel IV secolo a.C., "in natura nulla si crea e nulla si distrugge" il rifiuto lo si può spostare, lo si può nascondere, come fan i cani nascondendo la loro cacca sotto il tappeto, ma non lo si può eliminare.

Un caso classico di occultamento canino sono i termovalorizzatori. Il termovalorizzatore riduce solo apparentemente i rifiuti, in realtà semplicemente li comprime. Come sempre avviene con la tecnologia. La tecnologia comprime in tempi e spazi ridottissimi ciò che la natura elabora in tempi lenti e in spazi ampi. Ma l'energia così compressa rimbalza, prima o poi, come una molla e con la stessa forza che l'ha compressa. Il termovalorizzatore in realtà è un produttore di un concentrato di veleni (la diossina) che rimangono in circolazione per un tempo pressochè eterno, almeno in termini umani. Abbiamo reso la cacca meno visibile, ma non meno insidiosa.

É anche per questo che altre regioni italiane sembrano meno compromesse della Campania. Alcune di queste poi mandano i loro rifiuti in Germania, pagando il servizio a peso d'oro. E cosa fanno i bravi tedeschi? Fanno quello che farebbero i napoletani se solo potessero: scaricano i rifiuti più tossici altrove, sulle coste del Benin e di altri Paesi, troppo poveri e troppo deboli per opporsi al proprio genocidio. Ma prima o poi anche le coste del Benin diverranno sature. E allora tutto il pianeta sarà nelle condizioni in cui sono oggi Napoli e la Campania.

La soluzione sembrerebbe ovvia: produrre di meno. Ma non si può. Questo modello è basato sulle crescite esponenziali. Il che vuol dire che non solo, dio guardi, non può tornare indietro, non solo non può fermarsi, non solo non può rallentare, ma non può nemmeno mantenere, per quanto già vertiginosa, l'attuale velocità ma deve, per sua ineludibile coerenza interna, continuamente aumentarla, altrimenti implode su se stesso. E nessun Paese, preso singolarmente, può sottrarsi a questa folle corsa produttiva, perchè retrocederebbe a livelli considerati intollerabili. Ci vorrebbe una «moratoria mondiale della produzione». Ma chi mai oserebbe nemmeno pensarla? E se mai qualcuno ci pensasse sarebbe sommerso dai frizzi, dai lazzi, dagli insulti, dagli sputi proprio di coloro che lamentano i tumori, le leucemie, le malattie cardiovascolari, quelle respiratorie provocate dall'inquinamento, ma che, in una tragica fagia autodistruttiva, non sognano che di ingurgitare sempre nuovi prodotti, e si considerano poveri se non li hanno, confondendo i bisogni con i desideri che son cosa diversa. Moriremo non perchè poveri, ma perchè troppo ricchi.

Come nella «Grande abbuffata» di Marco Ferreri moriremo soffocati dalla nostra stessa merda. Moriremo come meritiamo. Come merita chi ha dimenticato ogni senso del limite e di sè e lo stesso istinto di sopravvivenza. Amen.
DI MASSIMO FINI

04 febbraio 2008

Qualcosa non quadra


Se fossimo in campo economico si potrebbe affermare, senza timore di smentita, che la società italiana vive, da 20 anni circa, in regime di duopolio.
Infatti che perdano o vincano le elezioni, i 2 schieramenti politici si presentano ormai da quasi 20 anni con gli stessi leader (si fa per dire) e portaborse.
Non c'è paura di sconfitta: tanto o vince Prodi o vince Berlusconi.
E chi perde ora vincerà la prossima volta.
E per i cittadini non cambia nulla.
Se prendiamo le leggi di Prodi e le giriamo su Berlusconi, cambiandone il nome, e facciamo lo stesso con le leggi varate dall'altro schieramento, non se ne accorge nessuno.
Infatti che vincano gli uni o gli altri non cambia assolutamente nulla!
Regime di duopolio, appunto, dove cane non scaccia cane ma lo protegge.

Ma lo spunto di questo articolo non parte da considerazioni politiche ma da un articolo di Maurizio d'Orlando comparso su asianews.it in data 19/09/2007 (1) e recentemente fatto circolare nella lista di «centrofondi.it» (un grazie a Raudace), da considerarsi a dir poco profetico e premonitore della attuale situazione dei mercati finanziari.

Nell'articolo si afferma quanto segue: «A causa di una montagna di mutui fuori parametro (subprime) concessa dalle società di credito fondiario in America, molte banche stanno entrando in crisi. Si parla di giganti come Citygroup e Bank of America negli USA ed in Europa di possibile crollo per banche del calibro di Deutsche Bank, Barclys, BNP Paribas e di alcune finanziarie (AXA) e fondi pensione.
Si parla di un buco di oltre 20 miliardi di dollari USA di titoli circolanti emessi nei mercati e privi di patrimonialità reale, di cui né il grande pubblico, né i professionisti di New York si erano accorti. Non si parla più di un problema di liquidità, ma di un problema di solvibilità.
Il problema si è originato negli USA a partire dal 1987, quando con pressioni della lobby bancaria - mediante elargizioni costate 300 milioni di Dollari USA - si è riusciti ad ottenere, passo dopo passo, l'abolizione della legge Glass-Steagall, approvata dal parlamento americano dopo la crisi del '29. La completa abolizione della legge è stata ottenuta nel 1999 grazie al Presidente Bill Clinton.
A suo tempo la legge era stata approvata per evitare il conflitto d'interessi tra banche e società che sottoscrivono obbligazioni ed azioni.
Principale fautore di questa liberalizzazione finanziaria è stato il precedente presidente della FED, Alan Greenspan.
Questi, divenuto governatore nel 1987, prima di tale nomina era stato membro del consiglio di amministrazione della J.P. Morgan, la prima banca ad usufruire della liberalizzazione.
Nei 18 anni di governatorato di Greenspan si è avuta la più grande espansione della finanza speculativa della storia mondiale e la crisi più che imminente avrebbe dimensioni planetarie.
In questo ultimo periodo i grandi gruppi finanziari e bancari si sono premuniti piazzando i titoli spazzatura sia in Europa che in Asia.
Questi titoli sono valutati AA o addirittura AAA dalle agenzie, cosiddette indipendenti, di valutazione dei valori mobiliari, come Standard & Poors, Moody's e Fitch…
A essere esposte in prima linea dovrebbero esserci teoricamente i fondi pensione, le assicurazioni e le grandi fondazioni americane, come pure i maggiori gruppi finanziari e bancari statunitensi, che sono all'origine dell'emissione incontrollata di titoli atipici di questi lunghi decenni.
Eppure c'è da dubitare che chi ha le chiavi del potere finanziario e monetario sia chiamato a rispondere dei propri misfatti. Alla radice del problema, infatti, ci sono le Banche Centrali ed in primo luogo la FED, che da tempo aveva un chiaro quadro della situazione…».

Ed infine la ciliegina sulla torta: «Chi controlla la FED sa dunque che non può fornire la soluzione nell'ambito stesso della FED. In questo scenario… gli Stati Uniti si preparano, insieme a Canada e Messico, a lanciare una moneta unica, detta 'Amero'. La soluzione proposta sarebbe l'abolizione del dollaro, sostituito dalla valuta dell'Unione del Nord America»…
In sintesi prima i banchieri a suon di tangenti ai politici (300 milioni di dollari dichiarati) fanno abolire le leggi a suo tempo create in USA per impedire un nuovo tracollo economico sul pianeta come quello del 1929; poi inondano il pianeta di moneta finanziaria senza valore intrinseco nell'economia reale, ma gravata comunque di interesse che l'economia reale ignara accetta e paga.
Quando l'economia reale strozzata dai debiti (soprattutto dagli interessi sui debiti) non ce la fa più, il banchiere che comanda - «colui che controlla la FED»- decide di abbandonare la barca, creare una nuova moneta (ovviamente gravata di interesse a debito) e abbandonare la società civile con in mano dollari che andranno bene solo per accendersi i sigari.

Unico problema: far fare ai politici una legge che dia corso legale alla nuova valuta.
E in questo l'articolo di Asia News ci informa che Greenspan e il CFR (Council on Foreign Relations) sono già all'opera.
Si tratta solo di avere il tempo per prezzolare i politici di turno.

A chi studia economia in una qualunque università occidentale viene insegnato che (primo esempio di globalizzazione al mondo) le Banche Centrali (Federal Riserve, BCE, Banca d'Italia, ecc.) sono state delegate dai singoli Stati nazionali a disciplinare l'emissione della moneta per evitare che questa fosse appannaggio degli appetiti elettorali dei sistemi politici.
Come può essere quindi, che siano proprio i banchieri a prezzolare i politici per fare della moneta esattamente l'uso che si voleva evitare da parte dei politici?
E come può essere che ciò riaccada dopo il 1929 quando si sapeva già, grazie a quella esperienza, come sarebbe andata a finire comportandosi in quel modo?
E come può essere che vi sia un soggetto che possiede (o decide per) la Federal Riserve e che noi non si sappia chi sia pur avendo un così grande potere?
Che è poi il potere dei poteri: quello di decidere l'emissione della moneta.
Come mai non viene mai citato in TV o sui giornali?
Come può essere che qualcuno decida di cambiare valuta senza coinvolgere le istituzioni democratiche di quel Paese in questa decisione?

E ancora: In Europa la situazione è identica o diversa?
Chi decide quanti euro ogni anno debbano essere messi in circolazione?
Chi possiede e ha potere decisionale nella BCE?
A chi rendono conto questi signori se compiono misfatti?
Quali controlli il parlamento europeo e i singoli Stati nazionali hanno sulla BCE?
E sulle banche nazionali?
A cosa è dovuta l'inflazione?
Perché se la moneta è in mano ai banchieri per evitare abuso da parte del sistema politico le monete continuano a svalutarsi?
Gli euro emessi appartengono agli Stati nazionali o alla BCE, che è un soggetto privato e che indebita gli Stati quando questi ricevono nuova moneta?
Con quali criteri e soprattutto chi decide quale interesse passivo applicare sulla moneta presa a debito dagli Stati nazionali e di conseguenza poi dai cittadini verso le banche?
Perché il parlamento italiano può decidere di occupare militarmente uno Stato straniero ma non può deliberare sulla propria moneta?
Ed infine, perché su queste tematiche c'è la totale disinformazione da parte dei mass media ufficiali?

Siamo sull'orlo di una crisi economica inevitabile salvo un miracolo.
Il sistema bancario, principale responsabile di questa crisi, se ne lava le mani e da nessuna parte viene messo sotto accusa.
Anzi i banchieri li troviamo come primi ministri o presidenti della repubblica.
Il sistema politico, occidentale in generale e italiano in particolare, ha dimostrato incompetenza e sudditanza a questo sistema.
Tutti noi sappiamo perfettamente che se anche va al governo la coalizione opposta non cambierà nulla.
Il cittadino fondamentalmente è al muro ed è impotente perché non capisce come funziona il sistema.
Non sa dove è il trucco, se trucco c'è.
Non sa cosa fare perché gli è stato fatto credere negli ultimi 70 anni che l'unico sistema economico possibile è quello occidentale, in quanto è il migliore e ha dato abbondanza e prosperità a tutti.
Non ce né un altro migliore.
L'altro possibile, cioè il comunismo, è morto da tempo perché peggiore di quello occidentale..

Ma noi sappiamo che non è così.
Sappiamo, nonostante il colpevole silenzio dei media ufficiali, che è possibile ricorrere ad un sistema monetario diverso, dove la moneta appartiene agli Stati e non a banchieri privati, senza che questo metta in discussione la società occidentale ed i suoi valori sociali, politici e democratici; sappiamo che, ad esempio, solo in Italia esistono oltre una ventina di esperimenti di moneta complementare (in Germania sono più di 100) che cercano di far sì che la spesa dei cittadini rimanga all'interno dell'economia nazionale e non se ne vada a gonfiare gli investimenti speculativi asiatici; sappiamo che il problema del deficit dello Stato italiano è collegato al debito che viene contratto dallo Stato verso banchieri privati allorché nuova moneta viene immessa in circolazione, e non solo per l'eccesso di spesa della «casta politica» rispetto alla raccolta delle imposte; sappiamo che i banchieri internazionali non vogliono che le masse siano informate su questi meccanismi, altrimenti non potrebbero più spiegare ai cittadini come mai Prodi e Letta sono stipendiati dalla Goldmann Sachs quando non hanno incarichi governativi, e che la Goldman è l'advisor (vale a dire il consulente che dice a chi vendere e a quale prezzo) per eccellenza quando lo Stato italiano vende qualche azienda pubblica; sappiamo che la scuola di pensiero dell'insigne economista Federico Caffè, misteriosamente scomparso nel 1987, che si opponeva alle distorsioni di questo sistema finanziario, non è morta con lui.

Allora riteniamo che sia giunto il momento di cominciare ad illustrare, da questo sito, quale è il trucco del capitalismo.
Che i banchieri internazionali lo vogliano o no.
bianchini carlo