19 marzo 2008

Quale sarà la prossima banca italiana?


Il trader maltese Benetazzo fa una disanima della situazione economica attuale. L'avevo detto io, continua, con uno scenario apocalittico. Che sia il nuovo Profeta?

Ecco come sta finendo quest'epoca: con il padre di famiglia che porta al banco dei pegni gli anelli di fidanzamento, le fedi nuziali della mamma e gli orecchini della nonna. Pur di racimolare qualcosa, ora si è disposti a tutto. Si vendono i gioielli di famiglia per pagare le rate del mutuo, le bollette di casa e la borsa della spesa. Un comportamento che testimonia il capolinea di un viaggio iniziato circa 3/4 anni fa: un viaggio intrapreso quando i tassi di interesse toccavano il loro minimo storico, un viaggio che aveva illuso molti facilitoni che consumare ed acquistare a debito era possibile e conveniente, addirittura facile. Non mi dilungo più di tanto, i miei due bestsellers, Duri e Puri assieme a Best Before, hanno con largo anticipo profetizzato quanto si sta verificando in questo periodo storico (trovate anche i redazionali precedenti su www.eugeniobenetazzo.com/recensioni.html).

I recenti crash di prestiose banche d'affari stanno dimostrando quanto sia marcio il sistema. Northern Rock, Nomura, UBS, CitiBank, Fannie Mac, Societe Generale, Bear Stearns, Lehman Brothers. E chi sarà il prossimo ? Ma credete veramente che il nostro paese ne sia indenne ?

Falliranno anche banche italiane, basta solo aspettare: alla faccia di tutti quegli analisti comprati, che se ne uscivano e se ne escono tutt'ora con affermazioni del tipo: non vi preoccupate perchè l'Europa è immune da tutto questo. Già, come se fosse possibile non essere contagiati dal più grande bubbone finanziario di tutti i tempi. Debiti sfrenati, perizie gonfiate, mutui farlocchi, derivati dinamite e per finire bilanci cabriolet.

Molti risparmiatori e correntisti avranno presto un'amara sorpresa: cucù il denaro non c'è più ! Il rischio di polverizzazione dei conti correnti è alle porte, avrei anche il nome di tre istituti di credito italiani in pole position per affiancarsi alla lista delle morti bancarie negli USA. Mi piacerebbe farne il nome, ma è troppo rischioso. Il consiglio che vi posso dare è quello di estinguere al più presto il proprio appoggio bancario aperto presso il tal gruppo bancario di turno e migrare verso qualche piccola cassa rurale o banca di credito cooperativo. Non fidatevi delle grandi dimensioni: le recenti cronache finanziarie dimostrano che sono proprio le grandi realtà ad essere in grave crisi, a causa del ricorso al profitto indiscriminato ed al dividendo civetta.

Cercatevi una piccola realtà bancaria con poche filiali e senza manie di grandezza. Pregate in ogni caso che questo basti. L'effetto domino potrebbe travolgere chiunque ed arrivare ovunque in ogni caso. Chi sta per acquistare un suv, ci rinunci e consideri l'idea di comprarsi un kilo di oro fisico. Sarà una delle poche certezze che vi rimangono. Sempre per restare in tema di certezze farlocche presto scoppierà anche la seconda crisi per il sistema bancario, quella dei crediti iscritti in bilancio come poste esigibili, quando nella realtà ormai sono imprenditorialmente inesigibili. Ricordate che rispetto all'Inghilterra ed agli Stati Uniti, la situazione di noi europei è tutt'altro che rassicurante: infatti ogni paese dell'Unione è privo di una banca nazionale che possa intervenire e trasformarsi in prestatore di ultima istanza. Dubito che in caso si verifichi una Northern Rock in Italia, la Banca Centrale Europea possa prestare denaro a fondo perduto proprio come fece la Banca Centrale d'Inghilterra con la Northern Rock.

Le redini del sistema finanziario globale sono sfuggite di mano: immaginabile conseguenza collaterale della globalizzazione. Il diabolico volano sperequativo che ha spudoratamente arricchito pochi soggetti (solitamente gruppi multinazionali) a scapito della classe medio borghese, adesso sta presentando il conto: la perdita dei posti di lavoro a tempo indeterminato ha generato una nuova classe sociale che può continuare a vivere solo ricorrendo al debito. Debiti per tutto: per la casa, per l'auto, per i vestiti, per le vacanze e per la busta della spesa. Soluzioni non ne esistono. Purtroppo. Dimostrazione palese sono proprio i continui interventi delle Banche Centrali, seguiti dai relativi commenti ridicoli a non preoccuparsi. Nemmeno i burattinai (ammesso che siano tali) sanno come intervenire per curare il malato moribondo. Nel frattempo molti di voi perderanno la casa, il lavoro, la dignità e la speranza di vita per se ed i propri figli, oltre ai quei quattro soldi che si trovavano giacenti e dormienti sui conti correnti.

Temo che questa volta non si accetteranno e subiranno passivamente le spiacevoli conseguenze delle prossime ed imminenti tempeste finanziarie (come ad esempio il fallimento della propria banca o la perdita dei propri risparmi). La rabbia sarà tale che sprigionerà in sentimenti ed impulsi di linciaggio e vendetta, stile quelli visti in Argentina otto anni fa. Qualcuno potrà sorridere a queste mie affermazioni o chiavi di lettura, proprio come sorrise e mi derise quando diciotto mesi fa parlai di un nuovo 1929 alle porte. Mai come prima, in quest’epoca, ognuno di voi sarà veramente artefice del proprio destino.

Eugenio Benetazzo

18 marzo 2008

Strage di Gerdec: nessuno responsabile in Albania



In Albania esplode un deposito contenente 3000 tonnellate di munizioni e distrugge il piccolo villaggio di Gerdec. Ora è giunto il momento di individuare i responsabili, che ha fatto cadere le prime teste. La Procura di Tirana ha arrestato quattro persone, tra cui il Presidente della Alb Demil, Mihal Delijorgji, e il direttore dell'azienda statale MEICO, mentre il Ministro della Difesa Fatmir Mediu ha presentato le sue dimissioni al Primo Ministro Sali Berisha.

La deflagrazione di un deposito contenente 3000 tonnellate di munizioni ha completamente distrutto il piccolo villaggio di Gerdec. L'onda d'urto ha trasformato il villaggio in un vero e proprio campo minato, disseminando ovunque pezzi di artiglieria pesante inesplosa, mentre le 14 ore consecutive di esplosioni hanno raso al suolo le abitazioni che ora sono un cumulo di macerie. Ora è giunto il momento di individuare i responsabili, che nonostante il continuo ostruzionismo da parte del Governo albanese, ha portato ad un primo chiarimento sulle parti coinvolte nella gestione del deposito delle armi. Dinanzi alle insistenti domande della stampa e degli inquirenti, il Ministro della difesa Fatmir Mediu, spiega che il governo albanese ha stipulato un contratto per lo smantellamento delle munizioni con un'azienda privata americana, la Southern Ammunition Co. Inc. (SAIC) e tutta la documentazione, nonché i processi di lavorazione, erano stati elaborati a rigore di legge e secondo gli standard per lo smaltimento delle armi.
Si viene così a sapere che il Ministero, da parte sua, ricopriva la responsabilità per il trasporto delle munizioni, mentre la società americana, contattata dal Ministero della Difesa e dalla NATO per lo smantellamento delle munizioni nel villaggio di Gerdec, aveva abbandonato l`osservazione dei lavori, scegliendo come subcontractor l`azienda albanese “Alb Demil SAC”, che, a sua volta, ha svolto molto raramente i controlli e le ispezioni dei lavori e dello staff impiegato. Tra l'altro, la manodopera impiegata nello smantellamento delle munizioni militari era per la maggior parte non qualificata. Secondo la testimonianza di uno degli impiegati dello stabilimento, la società assisteva il personale nel loro lavoro solo per dieci minuti, con un periodo di addestramento assai limitato. Inoltre gli stessi operai erano stati assunti senza un contratto regolare, ed erano privi di qualsiasi forma di assicurazione sulla vita o sulla salute, che li cautelasse da qualsiasi tipo di incidente, su un luogo di lavoro così pericolo.

Dinanzi alle evidenti responsabilità della SAIC, colpevole di aver gestito l'appalto di gestione delle operazioni di smaltimento dell'arsenale con grande superficialità nonostante l'importanza e la delicatezza del compito affidatogli, i responsabili della compagnia americana si affretta a chiarire la sua posizione e si rifiuta di prendersi ogni possibile colpa. L`amministratore delegato della SAIC, David Backshalde, afferma infatti che per lo smantellamento delle munizioni a Gerdec era stata contattata l`azienda albanese Alb Demil SAC, il cui contratto si era concluso il 7 dicembre 2007, e con esso anche le relative operazioni di controllo. Per tale motivo l'azienda americana “Southern Ammunition Company”, dichiara alla "Voice of America" di non essere coinvolta nel disastro di Gerdec. I rappresentanti della società del Sud Caroline dichiarano infatti che il contratto concluso con il Ministero della Difesa dell'Albania era stato ratificato nell'aprile del 2007 e poi chiuso nel dicembre del 2007, prevedendo come obblighi la sola concessione degli equipaggiamenti e non il trasporto, mentre quanto fornito dalla società americana avrebbe riguardato solo la disattivazione delle munizioni di basso calibro. La SAIC dunque precisa che la seconda fase del programma di smaltimento, quale lo smantellamento delle munizioni a grosso calibro, è iniziata solo nel gennaio del 2008 senza coinvolgere la compagnia Southern Ammunition, che non ha fornito personale, tecnologie o equipaggi.
Così, mentre la società statunitense si tira indietro, le colpe ricadono inesorabilmente sul Governo albanese, che dovrà ora rispondere dei danni economici materiali causati a 2300 case, tra cui 315 rase al suolo, 200 abitazioni danneggiate e 1600 con pochi danni. Gli inquirenti stanno così verificando che siano state rispettate le regole per l'adeguata conservazione del materiale esplosivo da parte degli attori coinvolti, a cominciare dalla società statale che si occupa della vendita e dello smantellamento delle munizioni, la MEICO, nonché la società americana, la Southern Ammunition Company, e l`azienda albanese subappaltatrice Alb-Demil. Al momento, fonti ufficiali della polizia e della Procura di Tirana hanno reso noto che sono state fermate quattro persone come imputati della tragedia di Gerdec, tra cui il Presidente della Alb Demil, Mihal Delijorgji, e il direttore dell'azienda MEICO. Per quanto riguarda inoltre le norme per la custodia delle armi, la Procura ha individuato l'azienda privata di assicurazioni, Vrana Security, nonché alcuni funzionari del Ministero della Difesa responsabili della selezione del luogo per lo svolgimento delle operazioni di smantellamento. Vista l'evidente situazione di difficoltà del Governo, durante il pomeriggio, il Ministro della Difesa Fatmir Mediu ha presentato le sue dimissioni al Primo Ministro Sali Berisha. Una decisione che giunge a poche ore dal rifiuto da parte del Ministro Mediu di rendere noto il contratto della società albanese Alb Demil che aveva impiegato gli abitanti di Gerdec per lo smantellamento delle armi.

È chiaro dunque che ora, tutte le colpe, e le relative conseguenze dovranno ricadere sull'Albania, quando molte sono le responsabilità che dovrebbero essere individuate e poi punite. Mentre per ben 14 ore scoppiavano bombe di artiglieria pesante, il Presidente Berisha si è affrettato a dire che era stato "un errore umano", dimenticando di dire, volontariamente, che ad ottenere l'appalto di gestione del deposito era una società americana che usa in realtà operai albanesi, pagati miseramente. Si preoccupa, giustamente, solo delle possibili conseguenze sulle trattative di integrazione all'interno della Nato, dato che questo incidente mette assolutamente in cattiva luce l'Albania e il suo governo. Ma, come pochi sanno, i contratti viaggiano sponsorizzati dalle ambasciate e poi finiscono su un tavolo del lussuoso Sheraton di Tirana e, tra una buona bottiglia di vino e l'altra, passano da una mano all'altra, in nome dei subappalto. Si scambiano contratti e favori, ma un operaio albanese continuerà a essere pagati con i soliti 100 euro al mese. Non importa delle conseguenze, tanto sono organizzati, con le loro multe mediatiche, tra i rivoluzionari con i Rolex che gridano democrazia, e i "Sororisti" di Tirana, capeggiati da Ismail Kadare. Sono questi i ricchi di Tirana, quelli che vincono al "Blokko" , i cosiddetti ex "Blokkmen" , gente che assomiglia alla sinistra italiana, "raffinati, bugiardi e illusionisti", disposti a vendere e a vendersi per il potere. Dimenticano il popolo, dimenticano i loro obblighi, e lasciando che dei contadini maneggino armi pericolose senza nessun tipo di precauzione o tutela. Hanno fatto di loro carne da macello, distruggendo tutto ciò che avevano in poche ore. E ora nessuno pagherà del terribile e fatale errore umano, che nasconde corruzione e sfruttamento, senza alcun limite.

Crisi americana annunciata dai politici!



Il popolo americano viene e continuerà ad essere divorato vivo dai grandi squali bianchi finanziari di dimensioni gargantuali, e le distrazioni Michael Jackson/Britney Spears dei media principali, che si concentrano sugli inetti candidati politici, non sono altro che distrazioni di strabiliante irrilevanza al cospetto della carneficina che si sta verificando. Questo è l’equivalente del 21 secolo del “panem et circenses” per ammansire le masse mentre l’impero crolla nella pattumiera della storia. – CAROLYN BAKER

Ormai lo sapete. Hillary Clinton è diventata la nuova rosa gialla del Texas, con un doppio passo nella strada verso le elezioni, dando una sferzata al suo avversario. Ha preso anche l’Ohio e Rhode Island. Barack Obama si è acchiappato il Vermont, dice di essere in testa per delegati. McCain ha vinto tutto, è il candidato del GOP [partito repubblicano]. Ron Paul si tiene stretto il suo posto nel Congresso.

Più notizie dopo lo spazio pubblicitario!

Le guerre partigiane si intensificheranno con le reti televisive che pregano perché si protraggano per tutta l’estate e oltre, per continuare a far salire gli indici di gradimento e gli incassi.

Ma cos’è che non sappiamo?

La storia che mette in ombra tutto questo, la storia che sta avendo un impatto su ciascun votante e ciascun cittadino viene tuttora relegata per lo più alle ultime pagine della sezione economica, come se la nostra vita e il nostro futuro riguardasse solo il commercio.

Termini come “recessione” - di cui pochi conoscono il significato tecnico - vengono sbattuti a destra e a manca mentre l’economia continua a scivolare con pochi candidati o media rispettabili che si adoperino molto per far luce sul dove tutto questo ci sta portando. Doveva essere un miliardario come Warren Buffet a dire che naturalmente, siamo in recessione. Lo chiama “senso comune”. Certo che lo è.

I telegiornali prediligono fare la cronaca delle campagne elettorali. Lo fanno da anni e sanno contare. Ci giocano come con una corsa di cavalli, con notizie spesso nascoste. Adorano montare qualsiasi scandalo o fatto negativo per rinfacciarlo ai candidati. Obama è andato dalle stelle alle stalle dopo che i comici di Saturday Night Live hanno ironizzato sulla presentazione delle notizie principali. Gli esperti praticamente telefonano con le domande: Chi ha parlato male? Chi nasconde cosa? Più è intenso il dibattito, meglio è per gli indici di gradimento. Il calore attrae sempre più della luce. Vale ancora una volta la legge dell’“elecotainment” [ndt. “elezione-intrattenimento”].

Sul fronte economico, l’approccio sembra essere al contrario. Lì si va alla ricerca di qualsiasi buona notizia, dando letteralmente il via libero alle affermazioni del governo e molto spazio durante le trasmissioni agli esperti che rinforzano la fiducia, anche quando le loro predizioni fanno fiasco.

Non c’è da meravigliarsi che, secondo quanto detto dall’Economic Trends Institute, c’è una grossa spaccatura tra quello che viene riportato e quello che succede realmente.

“L’economia degli Stati Uniti è in fase di dissolvimento. Il panico del 2008, l’inizio della peggior crisi finanziaria che abbia mai colpito l’america moderna è in corso.

Ma nonostante le dosi giornaliere di terribili dati economici che indicano il disastro, i media non riportano quanto sia realmente grave (se anche lo riportano), mentre Wall Street e Washington negano che si avvicini una recessione… o proclamano che, se ne dovesse arrivare una, l’impatto economico sarebbe lieve”.

Leggete i blog finanziari e proverete solo disprezzo per le affermazioni del governo e la sua indoratura della verità. Questo è tratto da The Ledge del Wall Street Examiner:

‘Oggi il termine propagandistico “contenuto” è stato archiviato nel profondo delle viscere della macchina parlascrivi del Ministero della Verità. L’infezione di CF [ndt. Capitale Fittizio] si è propagata quasi dappertutto fatta eccezione per i mercati del dipartimento del tesoro del governo, che accanto all’ente governativo per l’edilizia, massicciamente distorto dalle banche centrali straniere, sta, secondo me, per scoppiare come popcorn nel microonde’.

Popcorn nel microonde?

Passate come faccio io, a siti web credibili come MI-implode.com che monitora le ipoteche e i pignoramenti, e dove c’è a mala pena uno spiraglio di luce.

Questi erano i titoli principali all’inizio di serata.

●Indagine trova che i pignoramenti sono ancora l’esito più comune per i mutuatari – [2008-03-04]

●Aumentano i rischi delle obbligazioni delle società mentre peggiorano le perdite delle banche speculatrici – [2008-03-04]

●Carte di credito e un altro debito sono la nuova preoccupazione per le banche – [2008-03-04]

●La Citygroup potrebbe aver bisogno di liquidità mentre aumentano le perdite, dice Dubai – [2008-03-04]

●Bernanke: più ipoteche, nuovi guai in arrivo per le case –[2008]

●Gli esuberi della Citygroup potrebbero superare i 30,000 –[2008-03-04]

●Interviene la polizia per metter fine a lite in una casa pignorata – [2008-03-04]

Se vedete tutto questo in un’unica ottica, congiungete i puntini e indagate più a fondo, apprenderete che 76 banche potrebbero fallire, il 52% in più rispetto all’anno scorso, e capirete che il Titanic, o magari si tratta della “good ship lollipop” [bella nave leccalecca ], potrebbe affondare ancora.

Mentre leggete queste storie potreste pensare di non esserne coinvolti, ma certo il declino economico vuol dire maggiore disoccupazione e inflazione. Questa piaga sta dilagando, il sistema è “infetto”. Lo chiamano “contagio”. Nessuno è immune tranne i super ricchi.

Prendete queste storie e raffrontatele con quello che viene fatto, o che viene persino proposto di fare e diventa ancora più temibile. Potrebbe essere perché tutti sono distratti dall’euforia delle elezioni, ma i nostri politici assomigliano sempre più a dei daini sotto i fari, paralizzati dalla paura e dall’incertezza.

Riferisce Reuters: questo è un fallimento bipartisan.

“WASHINGTON (Reuters) – Poco viene fatto nel Congresso, o nell’amministrazione Bush, per riparare al crollo di fiducia nei mercati di titoli di credito privati che sta minacciando altri settori oltre la propria origine nella crisi dei mutui subprime.

I prestiti per gli studenti sono colpiti duramente, come pure i mercati delle obbligazioni valutate all’asta che vengono largamente usati dai governi comunali per aiutare a finanziare progetti quotidiani di vitale importanza quali le strade, le scuole e i parchi.

Secondo alcuni economisti e legislatori il congelamento del capitale in questi mercati, e possibilmente in altri, potrebbe causare danni nel lungo termine al sistema finanziario e all’economia.

Mentre il Congresso e la Casa Bianca si concentrano sui passi nel breve termine per proteggere gli Americani dall’aumento dei pignoramenti e sono più rigorosi con gli intermediari per mutui ipotecari, non viene proposta alcuna legislazione sostanziale per gestire in modo esplicito la disfunzione dilagante nei mercati di capitale”.

Bisogna scuotere il capo quando ci si rende conto che non si tratta più solo della bolla immobiliare, ma di una bolla più grande di ottusa negazione. E quel che è peggio è che gli sforzi dei media indipendenti di puntare l’attenzione su tali questioni vengono bocciati.

Ho cercato di far trasmettere il mio film “In Debt We Trust” sulle reti televisive principali. (è stato trasmesso in tutto il mondo) Una rete mi ha detto che è “troppo pesante”. Un altro canale che voleva trasmetterlo e il cui responsabile mi aveva detto che avevo anticipato la svolta, e che la questione è molto importante, ora non ne è più così sicuro. Temono quello che la trasmissione potrebbe fare alla loro immagine e alla loro identità. Forse le reti hanno paura di far scappare via chi pubblicizza i mutui e le carte di credito.

Negli ultimi dieci anni ho scritto, ho pubblicato 8 libri su svariati argomenti. Come giornalista di indagine, ho scritto su questa crisi affermando che questa implosione ha potuto aver luogo grazie all’ingordigia finanziaria criminale, ad un grande insuccesso di regolamentazione e all’indifferenza dei media. Di recente, ho aggiornato e riscritto la precedente versione del mio e-book, avendolo ora ribattezzato “SIAMO FREGATI: Come i capitalisti stanno facendo cadere il capitalismo”.

Ho un’agente fantastico che cerca di promuoverlo, ma fino ad ora abbiamo collezionato solo dei “no”. Perché? È presumibilmente poco “incisivo”. Traduzione: non si concentra solo su un aspetto del problema, ma offre un’analisi più ampia. È qualcosa di male?

Un esempio: critico la carenza di informazione decente da parte dei media. Forse il fatto che la gran parte delle società editoriali sono di proprietà dei conglomerati mediatici ha a che fare in qualche modo con tutti quegli editori che “passano la mano”? Un editore “progressista”mi ha persino detto, proprio mentre l’inflazione cresce e si perdono più posti di lavoro, che non è “pertinente” o necessario. Eh?

Forse sono in discussione le mie credenziali? Ho prodotto una delle prime storie sullo scandalo della S&L [Savings and Loan] per la ABC News. Molti siti web pubblicano i miei articoli su questa crisi e che hanno aiutato, a un certo livello forse, a evidenziare la questione. Molte università, organizzazioni e chiese mi hanno invitato a parlare. Ho persino una laurea della London School of Economics. Non importa niente.

Se non sei regolarmente sul CNBC o Bloomberg o la facoltà a Harvard, non sei ammesso al dibattito. Sono certo che questa non è solo un’opinione personale. Non si rendono conto che se i fatti sono importanti, altrettanto lo sono le diverse interpretazioni? Non puoi spiegare come siamo arrivati a questo caos con le congetture o gli slogan. È un problema di istituzioni, non solo di individui.

Gli “esperti” che hanno guardato dall’altra parte per anni non dovrebbero essere gli stessi su cui facciamo affidamento per apprendere la questione reale. Pensano che tutto questo se ne andrà se non lo sappiamo?
Danny Schechter

19 marzo 2008

Quale sarà la prossima banca italiana?


Il trader maltese Benetazzo fa una disanima della situazione economica attuale. L'avevo detto io, continua, con uno scenario apocalittico. Che sia il nuovo Profeta?

Ecco come sta finendo quest'epoca: con il padre di famiglia che porta al banco dei pegni gli anelli di fidanzamento, le fedi nuziali della mamma e gli orecchini della nonna. Pur di racimolare qualcosa, ora si è disposti a tutto. Si vendono i gioielli di famiglia per pagare le rate del mutuo, le bollette di casa e la borsa della spesa. Un comportamento che testimonia il capolinea di un viaggio iniziato circa 3/4 anni fa: un viaggio intrapreso quando i tassi di interesse toccavano il loro minimo storico, un viaggio che aveva illuso molti facilitoni che consumare ed acquistare a debito era possibile e conveniente, addirittura facile. Non mi dilungo più di tanto, i miei due bestsellers, Duri e Puri assieme a Best Before, hanno con largo anticipo profetizzato quanto si sta verificando in questo periodo storico (trovate anche i redazionali precedenti su www.eugeniobenetazzo.com/recensioni.html).

I recenti crash di prestiose banche d'affari stanno dimostrando quanto sia marcio il sistema. Northern Rock, Nomura, UBS, CitiBank, Fannie Mac, Societe Generale, Bear Stearns, Lehman Brothers. E chi sarà il prossimo ? Ma credete veramente che il nostro paese ne sia indenne ?

Falliranno anche banche italiane, basta solo aspettare: alla faccia di tutti quegli analisti comprati, che se ne uscivano e se ne escono tutt'ora con affermazioni del tipo: non vi preoccupate perchè l'Europa è immune da tutto questo. Già, come se fosse possibile non essere contagiati dal più grande bubbone finanziario di tutti i tempi. Debiti sfrenati, perizie gonfiate, mutui farlocchi, derivati dinamite e per finire bilanci cabriolet.

Molti risparmiatori e correntisti avranno presto un'amara sorpresa: cucù il denaro non c'è più ! Il rischio di polverizzazione dei conti correnti è alle porte, avrei anche il nome di tre istituti di credito italiani in pole position per affiancarsi alla lista delle morti bancarie negli USA. Mi piacerebbe farne il nome, ma è troppo rischioso. Il consiglio che vi posso dare è quello di estinguere al più presto il proprio appoggio bancario aperto presso il tal gruppo bancario di turno e migrare verso qualche piccola cassa rurale o banca di credito cooperativo. Non fidatevi delle grandi dimensioni: le recenti cronache finanziarie dimostrano che sono proprio le grandi realtà ad essere in grave crisi, a causa del ricorso al profitto indiscriminato ed al dividendo civetta.

Cercatevi una piccola realtà bancaria con poche filiali e senza manie di grandezza. Pregate in ogni caso che questo basti. L'effetto domino potrebbe travolgere chiunque ed arrivare ovunque in ogni caso. Chi sta per acquistare un suv, ci rinunci e consideri l'idea di comprarsi un kilo di oro fisico. Sarà una delle poche certezze che vi rimangono. Sempre per restare in tema di certezze farlocche presto scoppierà anche la seconda crisi per il sistema bancario, quella dei crediti iscritti in bilancio come poste esigibili, quando nella realtà ormai sono imprenditorialmente inesigibili. Ricordate che rispetto all'Inghilterra ed agli Stati Uniti, la situazione di noi europei è tutt'altro che rassicurante: infatti ogni paese dell'Unione è privo di una banca nazionale che possa intervenire e trasformarsi in prestatore di ultima istanza. Dubito che in caso si verifichi una Northern Rock in Italia, la Banca Centrale Europea possa prestare denaro a fondo perduto proprio come fece la Banca Centrale d'Inghilterra con la Northern Rock.

Le redini del sistema finanziario globale sono sfuggite di mano: immaginabile conseguenza collaterale della globalizzazione. Il diabolico volano sperequativo che ha spudoratamente arricchito pochi soggetti (solitamente gruppi multinazionali) a scapito della classe medio borghese, adesso sta presentando il conto: la perdita dei posti di lavoro a tempo indeterminato ha generato una nuova classe sociale che può continuare a vivere solo ricorrendo al debito. Debiti per tutto: per la casa, per l'auto, per i vestiti, per le vacanze e per la busta della spesa. Soluzioni non ne esistono. Purtroppo. Dimostrazione palese sono proprio i continui interventi delle Banche Centrali, seguiti dai relativi commenti ridicoli a non preoccuparsi. Nemmeno i burattinai (ammesso che siano tali) sanno come intervenire per curare il malato moribondo. Nel frattempo molti di voi perderanno la casa, il lavoro, la dignità e la speranza di vita per se ed i propri figli, oltre ai quei quattro soldi che si trovavano giacenti e dormienti sui conti correnti.

Temo che questa volta non si accetteranno e subiranno passivamente le spiacevoli conseguenze delle prossime ed imminenti tempeste finanziarie (come ad esempio il fallimento della propria banca o la perdita dei propri risparmi). La rabbia sarà tale che sprigionerà in sentimenti ed impulsi di linciaggio e vendetta, stile quelli visti in Argentina otto anni fa. Qualcuno potrà sorridere a queste mie affermazioni o chiavi di lettura, proprio come sorrise e mi derise quando diciotto mesi fa parlai di un nuovo 1929 alle porte. Mai come prima, in quest’epoca, ognuno di voi sarà veramente artefice del proprio destino.

Eugenio Benetazzo

18 marzo 2008

Strage di Gerdec: nessuno responsabile in Albania



In Albania esplode un deposito contenente 3000 tonnellate di munizioni e distrugge il piccolo villaggio di Gerdec. Ora è giunto il momento di individuare i responsabili, che ha fatto cadere le prime teste. La Procura di Tirana ha arrestato quattro persone, tra cui il Presidente della Alb Demil, Mihal Delijorgji, e il direttore dell'azienda statale MEICO, mentre il Ministro della Difesa Fatmir Mediu ha presentato le sue dimissioni al Primo Ministro Sali Berisha.

La deflagrazione di un deposito contenente 3000 tonnellate di munizioni ha completamente distrutto il piccolo villaggio di Gerdec. L'onda d'urto ha trasformato il villaggio in un vero e proprio campo minato, disseminando ovunque pezzi di artiglieria pesante inesplosa, mentre le 14 ore consecutive di esplosioni hanno raso al suolo le abitazioni che ora sono un cumulo di macerie. Ora è giunto il momento di individuare i responsabili, che nonostante il continuo ostruzionismo da parte del Governo albanese, ha portato ad un primo chiarimento sulle parti coinvolte nella gestione del deposito delle armi. Dinanzi alle insistenti domande della stampa e degli inquirenti, il Ministro della difesa Fatmir Mediu, spiega che il governo albanese ha stipulato un contratto per lo smantellamento delle munizioni con un'azienda privata americana, la Southern Ammunition Co. Inc. (SAIC) e tutta la documentazione, nonché i processi di lavorazione, erano stati elaborati a rigore di legge e secondo gli standard per lo smaltimento delle armi.
Si viene così a sapere che il Ministero, da parte sua, ricopriva la responsabilità per il trasporto delle munizioni, mentre la società americana, contattata dal Ministero della Difesa e dalla NATO per lo smantellamento delle munizioni nel villaggio di Gerdec, aveva abbandonato l`osservazione dei lavori, scegliendo come subcontractor l`azienda albanese “Alb Demil SAC”, che, a sua volta, ha svolto molto raramente i controlli e le ispezioni dei lavori e dello staff impiegato. Tra l'altro, la manodopera impiegata nello smantellamento delle munizioni militari era per la maggior parte non qualificata. Secondo la testimonianza di uno degli impiegati dello stabilimento, la società assisteva il personale nel loro lavoro solo per dieci minuti, con un periodo di addestramento assai limitato. Inoltre gli stessi operai erano stati assunti senza un contratto regolare, ed erano privi di qualsiasi forma di assicurazione sulla vita o sulla salute, che li cautelasse da qualsiasi tipo di incidente, su un luogo di lavoro così pericolo.

Dinanzi alle evidenti responsabilità della SAIC, colpevole di aver gestito l'appalto di gestione delle operazioni di smaltimento dell'arsenale con grande superficialità nonostante l'importanza e la delicatezza del compito affidatogli, i responsabili della compagnia americana si affretta a chiarire la sua posizione e si rifiuta di prendersi ogni possibile colpa. L`amministratore delegato della SAIC, David Backshalde, afferma infatti che per lo smantellamento delle munizioni a Gerdec era stata contattata l`azienda albanese Alb Demil SAC, il cui contratto si era concluso il 7 dicembre 2007, e con esso anche le relative operazioni di controllo. Per tale motivo l'azienda americana “Southern Ammunition Company”, dichiara alla "Voice of America" di non essere coinvolta nel disastro di Gerdec. I rappresentanti della società del Sud Caroline dichiarano infatti che il contratto concluso con il Ministero della Difesa dell'Albania era stato ratificato nell'aprile del 2007 e poi chiuso nel dicembre del 2007, prevedendo come obblighi la sola concessione degli equipaggiamenti e non il trasporto, mentre quanto fornito dalla società americana avrebbe riguardato solo la disattivazione delle munizioni di basso calibro. La SAIC dunque precisa che la seconda fase del programma di smaltimento, quale lo smantellamento delle munizioni a grosso calibro, è iniziata solo nel gennaio del 2008 senza coinvolgere la compagnia Southern Ammunition, che non ha fornito personale, tecnologie o equipaggi.
Così, mentre la società statunitense si tira indietro, le colpe ricadono inesorabilmente sul Governo albanese, che dovrà ora rispondere dei danni economici materiali causati a 2300 case, tra cui 315 rase al suolo, 200 abitazioni danneggiate e 1600 con pochi danni. Gli inquirenti stanno così verificando che siano state rispettate le regole per l'adeguata conservazione del materiale esplosivo da parte degli attori coinvolti, a cominciare dalla società statale che si occupa della vendita e dello smantellamento delle munizioni, la MEICO, nonché la società americana, la Southern Ammunition Company, e l`azienda albanese subappaltatrice Alb-Demil. Al momento, fonti ufficiali della polizia e della Procura di Tirana hanno reso noto che sono state fermate quattro persone come imputati della tragedia di Gerdec, tra cui il Presidente della Alb Demil, Mihal Delijorgji, e il direttore dell'azienda MEICO. Per quanto riguarda inoltre le norme per la custodia delle armi, la Procura ha individuato l'azienda privata di assicurazioni, Vrana Security, nonché alcuni funzionari del Ministero della Difesa responsabili della selezione del luogo per lo svolgimento delle operazioni di smantellamento. Vista l'evidente situazione di difficoltà del Governo, durante il pomeriggio, il Ministro della Difesa Fatmir Mediu ha presentato le sue dimissioni al Primo Ministro Sali Berisha. Una decisione che giunge a poche ore dal rifiuto da parte del Ministro Mediu di rendere noto il contratto della società albanese Alb Demil che aveva impiegato gli abitanti di Gerdec per lo smantellamento delle armi.

È chiaro dunque che ora, tutte le colpe, e le relative conseguenze dovranno ricadere sull'Albania, quando molte sono le responsabilità che dovrebbero essere individuate e poi punite. Mentre per ben 14 ore scoppiavano bombe di artiglieria pesante, il Presidente Berisha si è affrettato a dire che era stato "un errore umano", dimenticando di dire, volontariamente, che ad ottenere l'appalto di gestione del deposito era una società americana che usa in realtà operai albanesi, pagati miseramente. Si preoccupa, giustamente, solo delle possibili conseguenze sulle trattative di integrazione all'interno della Nato, dato che questo incidente mette assolutamente in cattiva luce l'Albania e il suo governo. Ma, come pochi sanno, i contratti viaggiano sponsorizzati dalle ambasciate e poi finiscono su un tavolo del lussuoso Sheraton di Tirana e, tra una buona bottiglia di vino e l'altra, passano da una mano all'altra, in nome dei subappalto. Si scambiano contratti e favori, ma un operaio albanese continuerà a essere pagati con i soliti 100 euro al mese. Non importa delle conseguenze, tanto sono organizzati, con le loro multe mediatiche, tra i rivoluzionari con i Rolex che gridano democrazia, e i "Sororisti" di Tirana, capeggiati da Ismail Kadare. Sono questi i ricchi di Tirana, quelli che vincono al "Blokko" , i cosiddetti ex "Blokkmen" , gente che assomiglia alla sinistra italiana, "raffinati, bugiardi e illusionisti", disposti a vendere e a vendersi per il potere. Dimenticano il popolo, dimenticano i loro obblighi, e lasciando che dei contadini maneggino armi pericolose senza nessun tipo di precauzione o tutela. Hanno fatto di loro carne da macello, distruggendo tutto ciò che avevano in poche ore. E ora nessuno pagherà del terribile e fatale errore umano, che nasconde corruzione e sfruttamento, senza alcun limite.

Crisi americana annunciata dai politici!



Il popolo americano viene e continuerà ad essere divorato vivo dai grandi squali bianchi finanziari di dimensioni gargantuali, e le distrazioni Michael Jackson/Britney Spears dei media principali, che si concentrano sugli inetti candidati politici, non sono altro che distrazioni di strabiliante irrilevanza al cospetto della carneficina che si sta verificando. Questo è l’equivalente del 21 secolo del “panem et circenses” per ammansire le masse mentre l’impero crolla nella pattumiera della storia. – CAROLYN BAKER

Ormai lo sapete. Hillary Clinton è diventata la nuova rosa gialla del Texas, con un doppio passo nella strada verso le elezioni, dando una sferzata al suo avversario. Ha preso anche l’Ohio e Rhode Island. Barack Obama si è acchiappato il Vermont, dice di essere in testa per delegati. McCain ha vinto tutto, è il candidato del GOP [partito repubblicano]. Ron Paul si tiene stretto il suo posto nel Congresso.

Più notizie dopo lo spazio pubblicitario!

Le guerre partigiane si intensificheranno con le reti televisive che pregano perché si protraggano per tutta l’estate e oltre, per continuare a far salire gli indici di gradimento e gli incassi.

Ma cos’è che non sappiamo?

La storia che mette in ombra tutto questo, la storia che sta avendo un impatto su ciascun votante e ciascun cittadino viene tuttora relegata per lo più alle ultime pagine della sezione economica, come se la nostra vita e il nostro futuro riguardasse solo il commercio.

Termini come “recessione” - di cui pochi conoscono il significato tecnico - vengono sbattuti a destra e a manca mentre l’economia continua a scivolare con pochi candidati o media rispettabili che si adoperino molto per far luce sul dove tutto questo ci sta portando. Doveva essere un miliardario come Warren Buffet a dire che naturalmente, siamo in recessione. Lo chiama “senso comune”. Certo che lo è.

I telegiornali prediligono fare la cronaca delle campagne elettorali. Lo fanno da anni e sanno contare. Ci giocano come con una corsa di cavalli, con notizie spesso nascoste. Adorano montare qualsiasi scandalo o fatto negativo per rinfacciarlo ai candidati. Obama è andato dalle stelle alle stalle dopo che i comici di Saturday Night Live hanno ironizzato sulla presentazione delle notizie principali. Gli esperti praticamente telefonano con le domande: Chi ha parlato male? Chi nasconde cosa? Più è intenso il dibattito, meglio è per gli indici di gradimento. Il calore attrae sempre più della luce. Vale ancora una volta la legge dell’“elecotainment” [ndt. “elezione-intrattenimento”].

Sul fronte economico, l’approccio sembra essere al contrario. Lì si va alla ricerca di qualsiasi buona notizia, dando letteralmente il via libero alle affermazioni del governo e molto spazio durante le trasmissioni agli esperti che rinforzano la fiducia, anche quando le loro predizioni fanno fiasco.

Non c’è da meravigliarsi che, secondo quanto detto dall’Economic Trends Institute, c’è una grossa spaccatura tra quello che viene riportato e quello che succede realmente.

“L’economia degli Stati Uniti è in fase di dissolvimento. Il panico del 2008, l’inizio della peggior crisi finanziaria che abbia mai colpito l’america moderna è in corso.

Ma nonostante le dosi giornaliere di terribili dati economici che indicano il disastro, i media non riportano quanto sia realmente grave (se anche lo riportano), mentre Wall Street e Washington negano che si avvicini una recessione… o proclamano che, se ne dovesse arrivare una, l’impatto economico sarebbe lieve”.

Leggete i blog finanziari e proverete solo disprezzo per le affermazioni del governo e la sua indoratura della verità. Questo è tratto da The Ledge del Wall Street Examiner:

‘Oggi il termine propagandistico “contenuto” è stato archiviato nel profondo delle viscere della macchina parlascrivi del Ministero della Verità. L’infezione di CF [ndt. Capitale Fittizio] si è propagata quasi dappertutto fatta eccezione per i mercati del dipartimento del tesoro del governo, che accanto all’ente governativo per l’edilizia, massicciamente distorto dalle banche centrali straniere, sta, secondo me, per scoppiare come popcorn nel microonde’.

Popcorn nel microonde?

Passate come faccio io, a siti web credibili come MI-implode.com che monitora le ipoteche e i pignoramenti, e dove c’è a mala pena uno spiraglio di luce.

Questi erano i titoli principali all’inizio di serata.

●Indagine trova che i pignoramenti sono ancora l’esito più comune per i mutuatari – [2008-03-04]

●Aumentano i rischi delle obbligazioni delle società mentre peggiorano le perdite delle banche speculatrici – [2008-03-04]

●Carte di credito e un altro debito sono la nuova preoccupazione per le banche – [2008-03-04]

●La Citygroup potrebbe aver bisogno di liquidità mentre aumentano le perdite, dice Dubai – [2008-03-04]

●Bernanke: più ipoteche, nuovi guai in arrivo per le case –[2008]

●Gli esuberi della Citygroup potrebbero superare i 30,000 –[2008-03-04]

●Interviene la polizia per metter fine a lite in una casa pignorata – [2008-03-04]

Se vedete tutto questo in un’unica ottica, congiungete i puntini e indagate più a fondo, apprenderete che 76 banche potrebbero fallire, il 52% in più rispetto all’anno scorso, e capirete che il Titanic, o magari si tratta della “good ship lollipop” [bella nave leccalecca ], potrebbe affondare ancora.

Mentre leggete queste storie potreste pensare di non esserne coinvolti, ma certo il declino economico vuol dire maggiore disoccupazione e inflazione. Questa piaga sta dilagando, il sistema è “infetto”. Lo chiamano “contagio”. Nessuno è immune tranne i super ricchi.

Prendete queste storie e raffrontatele con quello che viene fatto, o che viene persino proposto di fare e diventa ancora più temibile. Potrebbe essere perché tutti sono distratti dall’euforia delle elezioni, ma i nostri politici assomigliano sempre più a dei daini sotto i fari, paralizzati dalla paura e dall’incertezza.

Riferisce Reuters: questo è un fallimento bipartisan.

“WASHINGTON (Reuters) – Poco viene fatto nel Congresso, o nell’amministrazione Bush, per riparare al crollo di fiducia nei mercati di titoli di credito privati che sta minacciando altri settori oltre la propria origine nella crisi dei mutui subprime.

I prestiti per gli studenti sono colpiti duramente, come pure i mercati delle obbligazioni valutate all’asta che vengono largamente usati dai governi comunali per aiutare a finanziare progetti quotidiani di vitale importanza quali le strade, le scuole e i parchi.

Secondo alcuni economisti e legislatori il congelamento del capitale in questi mercati, e possibilmente in altri, potrebbe causare danni nel lungo termine al sistema finanziario e all’economia.

Mentre il Congresso e la Casa Bianca si concentrano sui passi nel breve termine per proteggere gli Americani dall’aumento dei pignoramenti e sono più rigorosi con gli intermediari per mutui ipotecari, non viene proposta alcuna legislazione sostanziale per gestire in modo esplicito la disfunzione dilagante nei mercati di capitale”.

Bisogna scuotere il capo quando ci si rende conto che non si tratta più solo della bolla immobiliare, ma di una bolla più grande di ottusa negazione. E quel che è peggio è che gli sforzi dei media indipendenti di puntare l’attenzione su tali questioni vengono bocciati.

Ho cercato di far trasmettere il mio film “In Debt We Trust” sulle reti televisive principali. (è stato trasmesso in tutto il mondo) Una rete mi ha detto che è “troppo pesante”. Un altro canale che voleva trasmetterlo e il cui responsabile mi aveva detto che avevo anticipato la svolta, e che la questione è molto importante, ora non ne è più così sicuro. Temono quello che la trasmissione potrebbe fare alla loro immagine e alla loro identità. Forse le reti hanno paura di far scappare via chi pubblicizza i mutui e le carte di credito.

Negli ultimi dieci anni ho scritto, ho pubblicato 8 libri su svariati argomenti. Come giornalista di indagine, ho scritto su questa crisi affermando che questa implosione ha potuto aver luogo grazie all’ingordigia finanziaria criminale, ad un grande insuccesso di regolamentazione e all’indifferenza dei media. Di recente, ho aggiornato e riscritto la precedente versione del mio e-book, avendolo ora ribattezzato “SIAMO FREGATI: Come i capitalisti stanno facendo cadere il capitalismo”.

Ho un’agente fantastico che cerca di promuoverlo, ma fino ad ora abbiamo collezionato solo dei “no”. Perché? È presumibilmente poco “incisivo”. Traduzione: non si concentra solo su un aspetto del problema, ma offre un’analisi più ampia. È qualcosa di male?

Un esempio: critico la carenza di informazione decente da parte dei media. Forse il fatto che la gran parte delle società editoriali sono di proprietà dei conglomerati mediatici ha a che fare in qualche modo con tutti quegli editori che “passano la mano”? Un editore “progressista”mi ha persino detto, proprio mentre l’inflazione cresce e si perdono più posti di lavoro, che non è “pertinente” o necessario. Eh?

Forse sono in discussione le mie credenziali? Ho prodotto una delle prime storie sullo scandalo della S&L [Savings and Loan] per la ABC News. Molti siti web pubblicano i miei articoli su questa crisi e che hanno aiutato, a un certo livello forse, a evidenziare la questione. Molte università, organizzazioni e chiese mi hanno invitato a parlare. Ho persino una laurea della London School of Economics. Non importa niente.

Se non sei regolarmente sul CNBC o Bloomberg o la facoltà a Harvard, non sei ammesso al dibattito. Sono certo che questa non è solo un’opinione personale. Non si rendono conto che se i fatti sono importanti, altrettanto lo sono le diverse interpretazioni? Non puoi spiegare come siamo arrivati a questo caos con le congetture o gli slogan. È un problema di istituzioni, non solo di individui.

Gli “esperti” che hanno guardato dall’altra parte per anni non dovrebbero essere gli stessi su cui facciamo affidamento per apprendere la questione reale. Pensano che tutto questo se ne andrà se non lo sappiamo?
Danny Schechter