30 marzo 2009

Si salvi chi può: gli Usa verso la svalutazione del dollaro

subprime_tsunami_housez

Mercoledì scorso, il 18 marzo, la FED ha annunciato l'acquisto, nei prossimi sei mesi, di Titoli del Tesoro americano a lungo termine per un quantitativo di circa 300 miliardi di dollari, decidendo nel contempo di ampliare di 750 miliardi gli acquisti di titoli immobiliari garantiti (?) da mutui. Si è inoltre deciso di raddoppiare da 100 a 200 miliardi di dollari l'importo destinato all'acquisto del debito di Fannie Mae e di Freddie Mac, colossi immobiliari governativi. In questo modo la FED è decisamente passata all'azione, replicando le mosse che la Banca d'Inghilterra ha già attuato: il cosiddetto “quantitative easing”.

La misura consiste in una immissione di liquidità nel sistema bancario ottenuta attraverso l'acquisto di titoli, in genere di Stato, dalle banche: le quali, con il ricavato, possono incrementare le loro riserve. Oltre a questa prima conseguenza si ottiene anche l'abbassamento della curva dei tassi a lungo termine.

In genere misure di questo tipo vengono adottate quando altri interventi sui tassi risultino inefficaci in quanto, ad esempio, quelli a breve sono già, come nel caso attuale, troppo bassi. Ulteriore conseguenza di queste massicce iniezioni di liquidità è di tipo strettamente valutario: il sistema è inondato da una liquidità eccessiva e il contraccolpo sulla valuta di riferimento è inevitabile. Nella fattispecie, il cambio del dollaro ha subito risentito di questo atteggiamento della FED e ha portato, nei confronti dell'Euro ad una valutazione immediatamente superiore a 1,36. Stimolando eccessivamente la liquidità, inoltre, tale misura rischia di accentuare l'inflazione, cosa che, a livello europeo, Germania in primis, è vista con estrema preoccupazione.

In parole povere gli USA, oltre ad aver causato i grandi guai che ormai tutti conosciamo e aver gettato le basi per un dissesto a livello globale, stanno andando per conto loro proprio in quella politica finanziaria che è il cuore del problema. E lo stanno facendo proprio alla vigilia di quel G20 che avrebbe più che mai bisogno di accogliere il consenso di tutti per trovare un nuovo, e assai difficile, equilibrio finanziario, che porti l'economia globale fuori da una recessione così grave. Forti di una posizione dominante a livello valutario – essendo il dollaro moneta di riferimento per materie prime, a cominciare dal petrolio, e scambi internazionali – gli Stati Uniti non hanno alcun riguardo verso i partner commerciali ed agiscono impunemente cercando di salvare se stessi, quand’anche affossando la propria valuta con una svalutazione così marcata da poter essere definita, senza esagerare, "competitiva".

Cosa potrà accadere su questo fronte lo vedremo meglio nei prossimi giorni, ma, tanto per fissare qualche "prezzo" concreto, non è improbabile che nel cambio contro Euro, qualora si dovesse assistere al superamento grafico delle “medie mobili lunghe”, il dollaro si posizioni a una quota comunque superiore ai massimi precedenti. Fino a raggiungere, forse, un valore oscillante tra 1,70 e 1,80. In questo modo verrebbero penalizzate, e molto, tutte le esportazioni del Vecchio continente anche e proprio nei mercati che "contano", cioè in quelli orientali. Non contenti di tutto questo, gli USA vorrebbero che gli Stati Ue si impegnassero di più negli interventi di sostegno alle proprie economie, e insistono a chiederlo nonostante le valutazioni negative espresse, a livello ufficiale, qui in Europa. Muovendosi in questo modo prima del G20 Washington rischia di affossare un accordo globale – come d'altronde gli USA hanno storicamente già fatto nella conferenza economica del 1933 di Londra (guarda caso) con la amministrazione Roosevelt – prima ancora del suo stesso sorgere, generando una serie di svalutazioni a catena che porterebbero il pianeta intero al caos valutario. Prodromi di questa visione appaiono le mosse intese a svalutare il cambio della Svezia e, soprattutto, della Svizzera, che ha indebolito il franco con acquisti di oro. Pur essendo vero che questa mossa la Svizzera l'ha effettuata, per ora, solo quale misura compensativa di una eccessiva rivalutazione della propria moneta, essa lascia comunque interrogativi inquietanti sul futuro.

C'è da chiedersi, infine, come si possa continuare a ergersi a difensori del libero mercato globale, quando poi, in un clima come questo, il governo di Pechino – che ha consistenti investimenti in Titoli del Tesoro americano, quindi espressi in dollari – vedendo i propri investimenti a rischio si stranisca e si metta di traverso nell’acquisizione da parte di Coca Cola di China Huiyuan Juice.


by il Ribelle

29 marzo 2009

Intervista a David Icke



David Icke, il coraggioso giornalista britannico, già redattore della BBC e di altri prestigiosi giornali che da diversi anni ci informa con i suoi libri sui poteri occulti, le loro trame e i complotti che cercano di rendere schiava l’umanità, è stato ospite a Bellaria del riuscitissimo MacroFest promosso dalla Macro Edizioni.
Alle sue conferenze hanno assistito oltre 600 persone e in una pausa dei lavori abbiamo potuto scambiare un’interessante conversazione.

Complimenti David, le tue conferenze hanno sempre un gran successo, come mai riesci ad interessare così tante persone?



Senti, soltanto sette anni fa quando iniziarono ad invitarmi a parlare in giro mi ritrovavo a fare conferenze in Inghilterra o negli USA con poche decine di persone, sistemavo io le sedie e le rimettevo a posto alla fine. Poi, via via che approfondivo le mie ricerche e le comunicavo anche la gente che veniva ad ascoltarmi aumentava e così, oggi mi capita di parlare ad incontri con migliaia di persone. Da dieci giorni ad oggi ho parlato in Australia, Nuova Zelanda, USA, Bahamas e ora sono qui, sono passato per Londra e non sono neanche riuscito a vedere mia moglie, sono incasinato dai fusi orari e con una grande stanchezza addosso ma sono felice di essere qui.
Non ho nessuna intenzione di mettermi sul pulpito e fare prediche, con queste mie conferenze cerco solo di smuovere la situazione, cerco di convincere la gente a non cercare qualcuno che gli dica cosa deve fare ma che sia in grado di decidere da se.

Cosa è che ti chiedono e come è che li consigli?



Quando qualcuno mi chiede: “E adesso cosa devo fare?” io rispondo sempre: “Quello che pensi vada fatto.” Tutti noi siamo come le gocce nell’oceano e facciamo parte dell’infinito, perciò ognuno di noi sa bene quello che deve fare perché abbiamo tutti le stesse possibilità di trovare la nostra chiave personale per risolvere questi problemi. Abbiamo tutti gli stessi strumenti ma qualcuno lo capisce e qualcuno no.
E questi ultimi pensano che non possono, che non riescono e rimangono così nella loro passività a farsi condizionare in tutto.
Ogni volta che qualcuno di noi decide di fare qualcosa nella sua piena libertà è come se si togliesse un mattone da quel muro che hanno costruito per imprigionarci.

Il tuo schema di piramide del potere pone al suo vertice il gruppo di quelli che tu chiami “illuminati” e che controllano tutti quelli che stanno sotto di loro. Secondo te ci sono dei potenti personaggi pubblici che ne fanno parte?



Se stai pensando a personaggi come Bush, Berlusconi, Bin Laden ti sbagli. Loro sono solo delle marionette, degli esecutori che stanno qualche gradino più in basso. Questi personaggi stanno producendo tutta una serie di situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo allo solo scopo di centralizzare il potere il più possibile. Dopo l’Unione Europea ora si sta facendo l’Unione Africana, il Nafta è stato solo il primo passo verso l’Unione Americana e già parlano di prossima Unione Asiatica e così poi saremo sistemati. Vanno a tappe forzate verso il totale potere di controllo sui popoli del mondo nelle mani di poche persone schiacciando i confini, le tradizioni, le culture, la storia, le costituzioni e noi non ce ne rendiamo ancora conto anzi, siamo portati a pensare che si tratta di un’evoluzione positiva.
Ma ricordiamo che la centralizzazione del potere erode la libertà dell’umanità.

Come vedi i fatti dell’11 settembre?



L’11 settembre ha dato inizio ad un ciclo, e certamente pian piano la verità verrà fuori come l’altro giorno quando un giornalista australiano ha scritto che come minimo in Afghanistan sono già morti più civili innocenti che a New York o, come ipotizzano certi esperti che quei terribili attentati non sono stati organizzati da Bin Laden come ci vogliono far credere.
Verrà il tempo in cui l’11 settembre perderà il potere che ha oggi dove le persone dicono “va bene, accettiamo tutto questo”, e quando l’appoggio di cui hanno bisogno per continuare questa guerra contro il cosiddetto “terrorismo” verrà meno inventeranno qualcosa d’altro perché le cose possano andare avanti così. Senza dubbio ci saranno altre e maggiori atrocità per giustificare lo sviluppo di questo programma diabolico.

E su Bin Laden che cosa pensi?



Ti dirò che la prima volta che vidi Bin Laden alla televisione dopo l’11 settembre dall’analisi del suo sguardo mi resi conto che non poteva essere un terrorista. Assolutamente no. Non c’entrava proprio niente con quanto accaduto l’11 settembre.
Ma quando Bin Laden apparve di recente su Al Jazira non era lo stesso uomo che avevo visto precedentemente, era un entità completamente diversa, l’energia era completamente diversa e i suoi occhi erano totalmente differenti.
Quando anni fa parlavo di clonazione e di controllo mentale e la gente mi rideva in faccia. Questo ora non succede più. Mi riferisco sempre al clonaggio di esseri umani. Oggi ci dicono che lo possono fare, ma già lo potevano fare da lungo tempo con i loro progetti e nei loro laboratori segreti con i loro esperti come il criminale nazista Mengele che hanno protetto per decenni negli USA in cambio della sua collaborazione.
Mengele era un alto grado degli illuminati connesso ai Rotschild, chi fa parte di questa linea di sangue non ha le nostre stesse emozioni, sono freddi proprio come dei rettili.
Realmente oggi non conosco che verità ci sia rispetto a Bin Laden, eccetto il fatto che lui non ha avuto niente a che fare con l’orchestrazione dei fatti dell’11 settembre. Potrebbe essere che Bin Laden ha imparato qualcosa durante la sua guerra antisovietica appoggiata dalla CIA. Ma che gioco sta facendo ora?
Sappiamo tutti che la famiglia Bin Laden è stata socia degli Agnelli e del Gruppo Charlye che ha come suoi partner George Bush e James Baker, che era segretario di stato durante la guerra del Golfo.

Ritornando a quello che dici sul controllo mentale, che tecnologie utilizzano?



Naturalmente hanno tecnologie di dispositivi elettronici ultraminiaturizzati che, figurati, possono venire iniettati attraverso l’ago di una semplice siringa, poi si servono delle manipolazioni genetiche e del DNA, di particolari segnali radio ed emissioni elettromagnetiche, con il sapiente utilizzo di particolari vibrazioni che sono capaci di produrre anche per mezzo dei riti segreti di cui sono custodi.
In questo modo riescono a controllare le persone, a farle pensare e agire come sta bene a loro e anche ad apparirci diversi da quei malvagi che sono in realtà.
Prendiamo la musica ad esempio quella che tutti i giovani ascoltano cantata dalle star del momento. Questi personaggi come Britney Spears, Michael Jackson e Madonna sono telecontrollati, manipolati e manipolatori a loro volta. Madonna è anche stata fotografata mentre prendeva parte a riti satanici. Michael Jackson veniva abusato sessualmente fin dall’età di cinque anni da suo padre che era un noto satanista. Ma ti rendi conto che gente cattura i nostri giovani ammirano e idolatrano!
A parte i testi delle loro canzoni e la musica, il lavoro che fanno per inserire vibrazioni subliminali nei brani moderni è incredibile, un grande produttore discografico che ho incontrato mi ha confidato che è una cosa molto diffusa e che in genere i cantanti e i musicisti non lo sanno ma che queste frequenze vengono aggiunte non durante il l’incisione in sala di registrazione ma mixati durante la fase di registrazione finale del disco o del CD. Così mentre noi ascoltiamo la musica che ci sembra normale questi segnali vengono captati dal nostro subconscio.
John Lennon aveva scoperto tutto e stava facendo ricerche su questo scandalo, stava anche preparando un disco per farci conoscere queste problematiche. Purtroppo sono riusciti a fermarlo prima e il suo lavoro non venne mai portato alla conoscenza del pubblico.

Grazie David, per tutto ciò che ci hai raccontato anche se sono tutte cose particolarmente inquietanti e, senti, è vero che ritornerai in Italia ancora e presto?



Si è vero probabilmente ritornerò in Italia il prossimo maggio per una o più conferenze penso a Milano o a Roma. Sono io che ringrazio per l’intervista e saluto tutti gli amici di Nexus italiano.

tratto da Nexus

28 marzo 2009

FMI: Il peggio deve ancora venire

japanese-currency
Il peggio deve ancora venire. Il Fondo monetario internazionale, che ieri a Washington ha pubblicato i nuovi aggiornamenti della situazione economica internazionale, avverte che «non c´è da illudersi», che «davanti a noi abbiamo ancora tempi molto difficili» e che dunque bisogna agire «con decisione e varare nuove misure di stimolo». Il quadro, già allarmante, viene dipinto con toni ancora più preoccupati dall´Fmi che invita le autorità del globo ad affrontare con decisione il problema della capitalizzazione delle banche (senza escludere le nazionalizzazioni) e a tagliare il nodo degli «asset tossici» prodotti dalla crisi dei mutui subprime. Il panorama delle stime di crescita a livello globale si fa sempre più fosco: è confermato che quest´anno il Pil mondiale per la prima volta in sessant´anni, all´incirca dalla Seconda guerra mondiale, si contrarrà (tra lo 0,5 e l´1,5 per cento) mentre quello delle economie avanzate subirà una riduzione valutata tra i 3 e i 3,5 punti percentuali. Una «crescita graduale» si avrà solo a partire dal prossimo anno.

La situazione dell´Italia non è diversa da quella degli altri paesi, ma i dati sul deficit-Pil, stimato dall´Fmi per il 2009 al 4,8 per cento (5,2 nel 2010), desta particolare allarme per la cronica instabilità dei nostri conti pubblici. L´aggiornamento appesantisce notevolmente le proiezioni del governo che, nel recente Programma di stabilità, prevedeva per quest´anno un deficit-Pil al 3,7 per cento: al disavanzo si aggiunge ora un 0,2 per cento di Pil pari al costo delle misure anticrisi.

Non consola che la media dei deficit dei paesi del G20 arriverà al 5,9 per cento, che la Germania sarà al 4 e la Francia al 6 per cento. Tant´è che il direttore esecutivo dell´Fmi per l´Italia, Arrigo Sadun, ha sentito il bisogno di esprimersi con toni rassicurati: «L´Italia non è a rischio default, siamo meno esposti degli altri alla crisi dei subprime e dei derivati», ha detto ieri a Parigi. Il Fondo dedica anche uno studio al mercato del lavoro italiano giudicato arretrato e urgentemente da riformare.

Quanto agli Stati Uniti, che quest´anno, sempre secondo l´Fmi, vedranno una riduzione del Pil del 2,6 per cento, si cercano con il lanternino alcuni segnali di vitalità dell´economia che marginalmente emergono. E´ il caso dell´indice dell´attività manifatturiere dell´area di Philadelphia, redatto dalla locale Fed, che ha ridotto le perdite: -35 a marzo rispetto a -41,3 a gennaio. Lo stesso vale per il sussidio di disoccupazione: nella settimana terminata il 7 marzo ha raggiunto il record di 5,4 milioni di americani. Tuttavia le richieste in quest´ultima settimana monitorata sono calate: sono state 12 mila in meno.
di Roberto Petrini

30 marzo 2009

Si salvi chi può: gli Usa verso la svalutazione del dollaro

subprime_tsunami_housez

Mercoledì scorso, il 18 marzo, la FED ha annunciato l'acquisto, nei prossimi sei mesi, di Titoli del Tesoro americano a lungo termine per un quantitativo di circa 300 miliardi di dollari, decidendo nel contempo di ampliare di 750 miliardi gli acquisti di titoli immobiliari garantiti (?) da mutui. Si è inoltre deciso di raddoppiare da 100 a 200 miliardi di dollari l'importo destinato all'acquisto del debito di Fannie Mae e di Freddie Mac, colossi immobiliari governativi. In questo modo la FED è decisamente passata all'azione, replicando le mosse che la Banca d'Inghilterra ha già attuato: il cosiddetto “quantitative easing”.

La misura consiste in una immissione di liquidità nel sistema bancario ottenuta attraverso l'acquisto di titoli, in genere di Stato, dalle banche: le quali, con il ricavato, possono incrementare le loro riserve. Oltre a questa prima conseguenza si ottiene anche l'abbassamento della curva dei tassi a lungo termine.

In genere misure di questo tipo vengono adottate quando altri interventi sui tassi risultino inefficaci in quanto, ad esempio, quelli a breve sono già, come nel caso attuale, troppo bassi. Ulteriore conseguenza di queste massicce iniezioni di liquidità è di tipo strettamente valutario: il sistema è inondato da una liquidità eccessiva e il contraccolpo sulla valuta di riferimento è inevitabile. Nella fattispecie, il cambio del dollaro ha subito risentito di questo atteggiamento della FED e ha portato, nei confronti dell'Euro ad una valutazione immediatamente superiore a 1,36. Stimolando eccessivamente la liquidità, inoltre, tale misura rischia di accentuare l'inflazione, cosa che, a livello europeo, Germania in primis, è vista con estrema preoccupazione.

In parole povere gli USA, oltre ad aver causato i grandi guai che ormai tutti conosciamo e aver gettato le basi per un dissesto a livello globale, stanno andando per conto loro proprio in quella politica finanziaria che è il cuore del problema. E lo stanno facendo proprio alla vigilia di quel G20 che avrebbe più che mai bisogno di accogliere il consenso di tutti per trovare un nuovo, e assai difficile, equilibrio finanziario, che porti l'economia globale fuori da una recessione così grave. Forti di una posizione dominante a livello valutario – essendo il dollaro moneta di riferimento per materie prime, a cominciare dal petrolio, e scambi internazionali – gli Stati Uniti non hanno alcun riguardo verso i partner commerciali ed agiscono impunemente cercando di salvare se stessi, quand’anche affossando la propria valuta con una svalutazione così marcata da poter essere definita, senza esagerare, "competitiva".

Cosa potrà accadere su questo fronte lo vedremo meglio nei prossimi giorni, ma, tanto per fissare qualche "prezzo" concreto, non è improbabile che nel cambio contro Euro, qualora si dovesse assistere al superamento grafico delle “medie mobili lunghe”, il dollaro si posizioni a una quota comunque superiore ai massimi precedenti. Fino a raggiungere, forse, un valore oscillante tra 1,70 e 1,80. In questo modo verrebbero penalizzate, e molto, tutte le esportazioni del Vecchio continente anche e proprio nei mercati che "contano", cioè in quelli orientali. Non contenti di tutto questo, gli USA vorrebbero che gli Stati Ue si impegnassero di più negli interventi di sostegno alle proprie economie, e insistono a chiederlo nonostante le valutazioni negative espresse, a livello ufficiale, qui in Europa. Muovendosi in questo modo prima del G20 Washington rischia di affossare un accordo globale – come d'altronde gli USA hanno storicamente già fatto nella conferenza economica del 1933 di Londra (guarda caso) con la amministrazione Roosevelt – prima ancora del suo stesso sorgere, generando una serie di svalutazioni a catena che porterebbero il pianeta intero al caos valutario. Prodromi di questa visione appaiono le mosse intese a svalutare il cambio della Svezia e, soprattutto, della Svizzera, che ha indebolito il franco con acquisti di oro. Pur essendo vero che questa mossa la Svizzera l'ha effettuata, per ora, solo quale misura compensativa di una eccessiva rivalutazione della propria moneta, essa lascia comunque interrogativi inquietanti sul futuro.

C'è da chiedersi, infine, come si possa continuare a ergersi a difensori del libero mercato globale, quando poi, in un clima come questo, il governo di Pechino – che ha consistenti investimenti in Titoli del Tesoro americano, quindi espressi in dollari – vedendo i propri investimenti a rischio si stranisca e si metta di traverso nell’acquisizione da parte di Coca Cola di China Huiyuan Juice.


by il Ribelle

29 marzo 2009

Intervista a David Icke



David Icke, il coraggioso giornalista britannico, già redattore della BBC e di altri prestigiosi giornali che da diversi anni ci informa con i suoi libri sui poteri occulti, le loro trame e i complotti che cercano di rendere schiava l’umanità, è stato ospite a Bellaria del riuscitissimo MacroFest promosso dalla Macro Edizioni.
Alle sue conferenze hanno assistito oltre 600 persone e in una pausa dei lavori abbiamo potuto scambiare un’interessante conversazione.

Complimenti David, le tue conferenze hanno sempre un gran successo, come mai riesci ad interessare così tante persone?



Senti, soltanto sette anni fa quando iniziarono ad invitarmi a parlare in giro mi ritrovavo a fare conferenze in Inghilterra o negli USA con poche decine di persone, sistemavo io le sedie e le rimettevo a posto alla fine. Poi, via via che approfondivo le mie ricerche e le comunicavo anche la gente che veniva ad ascoltarmi aumentava e così, oggi mi capita di parlare ad incontri con migliaia di persone. Da dieci giorni ad oggi ho parlato in Australia, Nuova Zelanda, USA, Bahamas e ora sono qui, sono passato per Londra e non sono neanche riuscito a vedere mia moglie, sono incasinato dai fusi orari e con una grande stanchezza addosso ma sono felice di essere qui.
Non ho nessuna intenzione di mettermi sul pulpito e fare prediche, con queste mie conferenze cerco solo di smuovere la situazione, cerco di convincere la gente a non cercare qualcuno che gli dica cosa deve fare ma che sia in grado di decidere da se.

Cosa è che ti chiedono e come è che li consigli?



Quando qualcuno mi chiede: “E adesso cosa devo fare?” io rispondo sempre: “Quello che pensi vada fatto.” Tutti noi siamo come le gocce nell’oceano e facciamo parte dell’infinito, perciò ognuno di noi sa bene quello che deve fare perché abbiamo tutti le stesse possibilità di trovare la nostra chiave personale per risolvere questi problemi. Abbiamo tutti gli stessi strumenti ma qualcuno lo capisce e qualcuno no.
E questi ultimi pensano che non possono, che non riescono e rimangono così nella loro passività a farsi condizionare in tutto.
Ogni volta che qualcuno di noi decide di fare qualcosa nella sua piena libertà è come se si togliesse un mattone da quel muro che hanno costruito per imprigionarci.

Il tuo schema di piramide del potere pone al suo vertice il gruppo di quelli che tu chiami “illuminati” e che controllano tutti quelli che stanno sotto di loro. Secondo te ci sono dei potenti personaggi pubblici che ne fanno parte?



Se stai pensando a personaggi come Bush, Berlusconi, Bin Laden ti sbagli. Loro sono solo delle marionette, degli esecutori che stanno qualche gradino più in basso. Questi personaggi stanno producendo tutta una serie di situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo allo solo scopo di centralizzare il potere il più possibile. Dopo l’Unione Europea ora si sta facendo l’Unione Africana, il Nafta è stato solo il primo passo verso l’Unione Americana e già parlano di prossima Unione Asiatica e così poi saremo sistemati. Vanno a tappe forzate verso il totale potere di controllo sui popoli del mondo nelle mani di poche persone schiacciando i confini, le tradizioni, le culture, la storia, le costituzioni e noi non ce ne rendiamo ancora conto anzi, siamo portati a pensare che si tratta di un’evoluzione positiva.
Ma ricordiamo che la centralizzazione del potere erode la libertà dell’umanità.

Come vedi i fatti dell’11 settembre?



L’11 settembre ha dato inizio ad un ciclo, e certamente pian piano la verità verrà fuori come l’altro giorno quando un giornalista australiano ha scritto che come minimo in Afghanistan sono già morti più civili innocenti che a New York o, come ipotizzano certi esperti che quei terribili attentati non sono stati organizzati da Bin Laden come ci vogliono far credere.
Verrà il tempo in cui l’11 settembre perderà il potere che ha oggi dove le persone dicono “va bene, accettiamo tutto questo”, e quando l’appoggio di cui hanno bisogno per continuare questa guerra contro il cosiddetto “terrorismo” verrà meno inventeranno qualcosa d’altro perché le cose possano andare avanti così. Senza dubbio ci saranno altre e maggiori atrocità per giustificare lo sviluppo di questo programma diabolico.

E su Bin Laden che cosa pensi?



Ti dirò che la prima volta che vidi Bin Laden alla televisione dopo l’11 settembre dall’analisi del suo sguardo mi resi conto che non poteva essere un terrorista. Assolutamente no. Non c’entrava proprio niente con quanto accaduto l’11 settembre.
Ma quando Bin Laden apparve di recente su Al Jazira non era lo stesso uomo che avevo visto precedentemente, era un entità completamente diversa, l’energia era completamente diversa e i suoi occhi erano totalmente differenti.
Quando anni fa parlavo di clonazione e di controllo mentale e la gente mi rideva in faccia. Questo ora non succede più. Mi riferisco sempre al clonaggio di esseri umani. Oggi ci dicono che lo possono fare, ma già lo potevano fare da lungo tempo con i loro progetti e nei loro laboratori segreti con i loro esperti come il criminale nazista Mengele che hanno protetto per decenni negli USA in cambio della sua collaborazione.
Mengele era un alto grado degli illuminati connesso ai Rotschild, chi fa parte di questa linea di sangue non ha le nostre stesse emozioni, sono freddi proprio come dei rettili.
Realmente oggi non conosco che verità ci sia rispetto a Bin Laden, eccetto il fatto che lui non ha avuto niente a che fare con l’orchestrazione dei fatti dell’11 settembre. Potrebbe essere che Bin Laden ha imparato qualcosa durante la sua guerra antisovietica appoggiata dalla CIA. Ma che gioco sta facendo ora?
Sappiamo tutti che la famiglia Bin Laden è stata socia degli Agnelli e del Gruppo Charlye che ha come suoi partner George Bush e James Baker, che era segretario di stato durante la guerra del Golfo.

Ritornando a quello che dici sul controllo mentale, che tecnologie utilizzano?



Naturalmente hanno tecnologie di dispositivi elettronici ultraminiaturizzati che, figurati, possono venire iniettati attraverso l’ago di una semplice siringa, poi si servono delle manipolazioni genetiche e del DNA, di particolari segnali radio ed emissioni elettromagnetiche, con il sapiente utilizzo di particolari vibrazioni che sono capaci di produrre anche per mezzo dei riti segreti di cui sono custodi.
In questo modo riescono a controllare le persone, a farle pensare e agire come sta bene a loro e anche ad apparirci diversi da quei malvagi che sono in realtà.
Prendiamo la musica ad esempio quella che tutti i giovani ascoltano cantata dalle star del momento. Questi personaggi come Britney Spears, Michael Jackson e Madonna sono telecontrollati, manipolati e manipolatori a loro volta. Madonna è anche stata fotografata mentre prendeva parte a riti satanici. Michael Jackson veniva abusato sessualmente fin dall’età di cinque anni da suo padre che era un noto satanista. Ma ti rendi conto che gente cattura i nostri giovani ammirano e idolatrano!
A parte i testi delle loro canzoni e la musica, il lavoro che fanno per inserire vibrazioni subliminali nei brani moderni è incredibile, un grande produttore discografico che ho incontrato mi ha confidato che è una cosa molto diffusa e che in genere i cantanti e i musicisti non lo sanno ma che queste frequenze vengono aggiunte non durante il l’incisione in sala di registrazione ma mixati durante la fase di registrazione finale del disco o del CD. Così mentre noi ascoltiamo la musica che ci sembra normale questi segnali vengono captati dal nostro subconscio.
John Lennon aveva scoperto tutto e stava facendo ricerche su questo scandalo, stava anche preparando un disco per farci conoscere queste problematiche. Purtroppo sono riusciti a fermarlo prima e il suo lavoro non venne mai portato alla conoscenza del pubblico.

Grazie David, per tutto ciò che ci hai raccontato anche se sono tutte cose particolarmente inquietanti e, senti, è vero che ritornerai in Italia ancora e presto?



Si è vero probabilmente ritornerò in Italia il prossimo maggio per una o più conferenze penso a Milano o a Roma. Sono io che ringrazio per l’intervista e saluto tutti gli amici di Nexus italiano.

tratto da Nexus

28 marzo 2009

FMI: Il peggio deve ancora venire

japanese-currency
Il peggio deve ancora venire. Il Fondo monetario internazionale, che ieri a Washington ha pubblicato i nuovi aggiornamenti della situazione economica internazionale, avverte che «non c´è da illudersi», che «davanti a noi abbiamo ancora tempi molto difficili» e che dunque bisogna agire «con decisione e varare nuove misure di stimolo». Il quadro, già allarmante, viene dipinto con toni ancora più preoccupati dall´Fmi che invita le autorità del globo ad affrontare con decisione il problema della capitalizzazione delle banche (senza escludere le nazionalizzazioni) e a tagliare il nodo degli «asset tossici» prodotti dalla crisi dei mutui subprime. Il panorama delle stime di crescita a livello globale si fa sempre più fosco: è confermato che quest´anno il Pil mondiale per la prima volta in sessant´anni, all´incirca dalla Seconda guerra mondiale, si contrarrà (tra lo 0,5 e l´1,5 per cento) mentre quello delle economie avanzate subirà una riduzione valutata tra i 3 e i 3,5 punti percentuali. Una «crescita graduale» si avrà solo a partire dal prossimo anno.

La situazione dell´Italia non è diversa da quella degli altri paesi, ma i dati sul deficit-Pil, stimato dall´Fmi per il 2009 al 4,8 per cento (5,2 nel 2010), desta particolare allarme per la cronica instabilità dei nostri conti pubblici. L´aggiornamento appesantisce notevolmente le proiezioni del governo che, nel recente Programma di stabilità, prevedeva per quest´anno un deficit-Pil al 3,7 per cento: al disavanzo si aggiunge ora un 0,2 per cento di Pil pari al costo delle misure anticrisi.

Non consola che la media dei deficit dei paesi del G20 arriverà al 5,9 per cento, che la Germania sarà al 4 e la Francia al 6 per cento. Tant´è che il direttore esecutivo dell´Fmi per l´Italia, Arrigo Sadun, ha sentito il bisogno di esprimersi con toni rassicurati: «L´Italia non è a rischio default, siamo meno esposti degli altri alla crisi dei subprime e dei derivati», ha detto ieri a Parigi. Il Fondo dedica anche uno studio al mercato del lavoro italiano giudicato arretrato e urgentemente da riformare.

Quanto agli Stati Uniti, che quest´anno, sempre secondo l´Fmi, vedranno una riduzione del Pil del 2,6 per cento, si cercano con il lanternino alcuni segnali di vitalità dell´economia che marginalmente emergono. E´ il caso dell´indice dell´attività manifatturiere dell´area di Philadelphia, redatto dalla locale Fed, che ha ridotto le perdite: -35 a marzo rispetto a -41,3 a gennaio. Lo stesso vale per il sussidio di disoccupazione: nella settimana terminata il 7 marzo ha raggiunto il record di 5,4 milioni di americani. Tuttavia le richieste in quest´ultima settimana monitorata sono calate: sono state 12 mila in meno.
di Roberto Petrini