Un recente articolo pubblicato da nove noti scienziati sulla rispettabile rivista scientifica soggetta a peer-review “Open Chemical Physics Journal”, offre prove inconfutabili riguardo al fatto che la polvere derivata dal crollo delle Twin Towers e dell’edificio 7 del World Trade Center contenga piccoli campioni intatti di Thermite. [1]
La Thermite è un agente altamente esplosivo consistente soprattutto in alluminio e ossido di ferro, e viene normalmente utilizzato per tagliare l’acciaio nelle demolizioni controllate, nonchè nelle saldature e nell’ambito militare.
Utilizzando il microscopio elettronico, la “scanning electron microscopy”, la spettroscopia dispersiva differenziale a raggi-X (“X-ray energy dispersive spectroscopy”) e la calorimetria differenziale, gli scienziati sono stati in grado di dimostrare che la Thermite individuata era di un tipo speciale chiamato Nano-Thermite o Superthermite. Essa brucia ad una temperatura elevata e ha una più bassa temperatura di accensione rispetto alla Thermite normale, inoltre viene prodotta in laboratori come il “Lawrence Livermore” che, guarda caso, è lo stesso laboratorio in cui venne prodotto l’antrace spedito poco dopo l’ 11 Settembre.
Nella foto: acciaio fuso cade dalle torri prima del crollo.
[Le colonne di acciaio delle torri tranciate di netto.]
La Nano-Thermite non può essere presente accidentalmente nei campioni di polvere prelevati in quattro luoghi diversi, né poteva essere il risultato delle operazioni di pulizia a ground-zero, dato che uno dei campioni fu recuperato all’incirca dieci minuti dopo il crollo della seconda torre. Tutti i campioni mostrarono la stessa struttura e composizione.
Ciò potrebbe spiegare il fiume di acciaio fuso (non alluminio) caduto da una delle torri, e il fatto che l’acciaio fuso stesso rimanesse tale tra le macerie per più di un mese dall’avvenimento dell’attacco.
Non esistono spiegazioni scientifiche per questo fenomeno se non quella dell’uso della Thermite, che può raggiungere temperature di 3500 gradi Celsius, mentre, se sottoposto a condizioni di temperatura normali, il combustibile per aviogetti raggiunge a malapena i 285 gradi Celsius. Ciò spiegherebbe tra l’altro anche la velocità di caduta, normalmente impossibile dal punto di vista fisico, dei tre edifici, e il loro crollo così uniforme.
E allora, cosa significa tutto questo? Significa che ci sono le prove (che finora nessuno è riuscito a confutare) che gli edifici del WTC (e più di tremila vite, contando anche le morti dei primi soccorritori e dei normali cittadini di NYC causate dalla polvere) sono caduti grazie ad una demolizione guidata in una maniera pianificata e decisa da qualcuno dell’amministrazione Bush, molto probabilmente per fungere da “evento catalizzatore” , la nuova “Pearl Harbor” ingenuamente definita dalla neo-con PNAC (Project for the New American Century) e designata a galvanizzare i cittadini americani a sostegno dell’attacco ad altre nazioni e alla restrizione dei diritti umani a casa propria. La “Full Specter Domination”.
Questa fu la scusa per invadere l’Afghanistan e l’Iraq (c’erano anche dei piani militari per conquistare la Siria e l’Iran, e forse altri paesi ), per giustificare lo spionaggio domestico, le sparizioni, le torture ed i massacri. Massacri basati sulle bugie e sull’inganno, e sull’uccisione di cittadini americani.
Sapendolo, come di certo egli saprà a tutt’oggi, che l’11 Settembre è stato concepito e attuato non da qualche sperduta e buia caverna dell’Afghanistan, ma piuttosto da qualche bunker nel freddo e umido Cheneystan , siamo sicuri che il presidente Obama continuerà ad insistere con il suo “guardare avanti”? Quanto profonda è la riserva americana di negazioni e smentite?
Provo dolore per tutte le vittime dell’11 Settembre, passate, presenti e future, ma specialmente sono tormentato per tutti quei poveracci che hanno scelto di buttarsi o sono caduti verso la morte. Sicuramente coloro che hanno compiuto questo scempio devono essere messi nelle mani della giustizia. Altrimenti l’America non guarderà mai avanti. Ha gli occhi chiusi e ciechi mentre farfuglia grosse stupidità.
[1] Vale qui la pena di riportare la traduzione della frase finale nelle conclusioni dell'articolo citato: “Sulla base di queste osservazioni concludiamo che lo strato rosso delle scheggie [chip] rosso-grigie da noi trovate nella polvere del World Trade Center è materiale termitico attivo ancora non sottoposto a reazione, incorporante della nanotecnologia, ed è un materiale pirotecnico o esplosivo fortemente energetico.” N.d.r.
John S. Hatch è uno scrittore e regista di Vancouver. Mail: john.s.hatch@gmail.com