17 luglio 2009

Non è il pil la misura della felicità



È un modello distorto quello che basa lo sviluppo di un’economia sull’analisi del prodotto interno lordo. L’India cresce del 9 per cento l’anno ma ci sono 240 milioni di persone che soffrono la fame. Il grido d’allarme di Vandana Shiva.

Attivista politica e ambientalista indiana Vandana Shiva, è uno dei leader dell’Internaüonal Forum on Globalization e si è occupata anche dei diritti sulla proprietà intellettuale, e di biodiversità, biotecnologie, bioetica e ingegneria genetica. Nel 1993 ha vinto il Kight I.ivelihood Àward. una surta di Premio Nobel alternativo per la pace.

Perchè parla della Terra come di una Donna?

Nella maggior parte dei casi pensiamo alla Terra come a qualcosa di morto o di inerte, e così facendo creiamo l’illusione che il benessere provenga da Wall Street e dalle industrie. Dimentichiamo che perqualunque industria il primo materiale è proprio quello fornito dalla Terra, e l’abuso della Terra è essenzialmente la causa della crisi ecologica attuale, così seria al punto che diverse specie stanno correndo il rischio dell’estinzione. Il report delì’Ipcc (organismo composto da 2.500 scienziati} dichiara che - mantenendo il ritmo attuale -entro qualche centinaio danni gli stessi esseri umani non saranno più in grado di vivere su questo pianeta.

Perchè, secondo lei, l’agricoltura industriale è più povera di quella manuale?

La quantità di cibo che deriva dalla prima è inferiore a quella della seconda. Ciò che è maggiore è la quantità prodotta per singola coltura. Se per esempio hai un terreno di 150 ettari, su cui coltivi solo pere, avrai sicuramente più pere da vendere, in confronto a una coltivazione manuale, ma non puoi vivere solo di pere. Hai anche bisogno di insalata, di pomodori e di altre cose. Così, se in una certa area ti limiti a coltivare solo un certo tipo di prodotto le altre cose di cui hai bisogno vengono importate dall’esterno.

Una critica a Jeffrey Sachs e alla sua teoria su come usci-re dalla povertà…

La prima cosa che critico a Jeffrey Sachs è la sua idea secondo cui la gente che vive con l’agricoltura sia povera per definizione. Motivo per cui propone un modello di sviluppo basato sulla fuoriuscita dall agricoltura. Il problema non è l’agricoltura, ma lo sfruttamento indebito della terra. Se la gente non continuasse a coltivare la terra, noi non avremmo più cibo. Pertanto, diversamente da lui, nel mio ultimo libro Ritorno alla Terra, io dico: «Fate in modo che più gente ritorni alla terra». In modo naturale, però, cioè seguendo l’utilizzo di metodi biologici e promuovendo la biodiversità. Signor Jeffrey Sachs, ritorna alla terra, e anche tu guadagnerai qualcosa di nuovo. Molti giovani americani sono venuti a studiare con me, perché vogliono tornare alla terra perché rappresenta una possibilità reale di cambiamento per qualunque Paese.

Sarà davvero possibile operare questo cambiamento, in concreto?

Nei Cda delle multinazionali oppure nei palazzi dei Governi non riusciranno neppure a iniziare a pensare a come fare un percorso alternativo, perché loro non sono collegati con le persone a livello locale. Invece è dalla connessione con la terra e con le persone che si riuscirà a capire la strada da percorrere, ed è da lì che dobbiamo partire. Ai momento io intravedo due possibilità. Una è quella dell’ecoimperialismo, dove i polenti si appropriano delle risorse rimaste; l’altra è quella delle persone comuni, che insieme condividono la responsabilità per il consumo delle limitate risorse della terra, e lottano per proteggerle, conservarle e rinnovarle. Ci sarà sempre qualcuno che cercherà di darci una rappresentazione falsata della crescita. Ci diranno: distruggete i vostri piccoli appezzamenti di terra e unitevi all’agricoltura industrializzata. Vorranno farci credere che questa crescila è vera, quando in realtà è una crescita che fa crescere solo la povertà.

I giornali parlano dell’India e della Cina come di economie emergenti. Cosa ne pensa?

Parlare di civiltà antiche come l’India e la Cina descrivendole come Paesi emergenti è un insulto alla nostra storia e alle nostre radici. Noi non stiamo emergendo, noi siamo alti e dritti da secoli. Quelli che ci chiamano emergenti esistono da 400 o 500 anni, mentre noi esistiamo da 10 mila anni e più. Premesso questo, è abbastanza noto a chi e dentro il settore che misurare la crescita semplicemente in termini di Pil non è valido, perché il Pil misura solo il movimento di denaro. Il quale è effettivamente cresciuto in India negli ultimi anni anche a ritmi del 9 per cento. Ma è proprio in questo periodo che la nostra economia emergente - come la chiamano i giornali - è diventata la capitale della fame, con 240 milioni di persone senza il minimo indispensabile per sopravvivere. Abbiamo cioè scavalcato la capitale storica della fame, l’Africa subsahariana, dove vivono 198 milioni di persone senza cibo sufficiente. E’ evidente, quindi, che quel modello basato sull’analisi del Pil non considera tutti gli aspetti del sistema, e la verità è che si è creata sempre più farne…

di Vandana Shiva - Wilma Massucco

14 luglio 2009

L'informazione "indipendente" e il sistema



Absit iniuria verbis

Nell'articolo La deriva degli indipendenti erano stati già evidenziati i limiti dell'informazione "libera": è necessario, però, riprendere il discorso da un'altra angolazione per dimostrare come tali limiti, lungi dal costituire solo delle lacune o incrinature, tendano a rafforzare il sistema e la propaganda dei media ufficiali. In primo luogo, ricorderei che molti siti "indipendenti" sono bloccati da pregiudizi ideologici e continuano a trattare la cronaca con strumenti antiquati. Esemplare è il caso delle recenti elezioni iraniane: moltissimi si sono schierati con Ahmanidejad, tuonando contro Mousavi, difendendo l'indifendibile.

Costoro non hanno compreso (o fingono) che entrambi i "politici " iraniani sono burattini manovrati da poteri più o meno occulti. Non hanno compreso che, per interpretare i fatti, il movimento dialettico problema-reazione-risoluzione permette non solo di leggere lo sviluppo degli eventi, ma addirittura di prevederli. Anche l'economia, accantonate analisi cerebrali, modelli statistici, caotiche teorie del caos, si rivela assai più semplice di quanto sia illustrata nei testi universitari: un furto a danno dei cittadini, basato sulla legge del profitto (accumulato per controllare la popolazione e non tanto per avidità) e sulla truffa del signoraggio . Occorre quindi esaminare gli accadimenti in modo, per così dire verticale: alla base la popolazione ingannata, manipolata, blandita, spinta a schierarsi con la destra o con la sinistra; al vertice la cerchia ristretta dei potenti la cui strategia principale è divide et impera. Si aizzano i paesi uno contro l'altro e, all'interno di ciascun paese, si fomentano divisioni quasi sempre fittizie. L'esegesi orizzontale degli accadimenti è quasi sempre errata ed ingenua: un partito "buono" contro un partito cattivo; un leader "buono" contro uno cattivo etc. E' vero che, talora alcuni capi di stato e uomini politici provano a svincolarsi dal controllo delle élites: di solito vengono isolati ed aggrediti, non di rado eliminati come occorse a Salvador Allende con il golpe del giorno 11 settembre 1970. Heider fu ucciso il giorno 11 ottobre del 2008, perché in procinto di agire contro il signoraggio bancario. Oggi il presidente dell'Ecuador pare essere uno dei pochi capi di stato non succubo dei poteri forti: infatti sembra essere l'unico ad essersi ufficialmente e con chiarezza opposto alle operazioni chimiche nei cieli dell'Ecuador, minacciando di costringere ad atterrare i tankers (non aerei che distruggono, con appositi composti, le piantagioni di coca) che penetrano nello spazio aereo dell'Ecuador. Si tratta comunque di eccezioni.

Un altro grave difetto dei portali in esame consiste nell'angusta visione della realtà: tutto è ridotto a “politica” ed economia, all'oziosa, obsoleta e soporifera denuncia del capitalismo e dell'imperialismo occidentale (Chissà perché si tace quasi sempre dell'imperialismo russo e cinese). Manca uno sguardo più ampio che sia in grado di abbracciare fenomeni culturali, correnti di pensiero, dimensioni antropologiche, simboliche e metastoriche. Oso di più: è assente un focus olistico, ossia un'attitudine a vedere oltre le apparenze, a spingersi, con le indagini, in regioni di frontiera, in ambiti in cui siano trascesi schemi razionalistici ed utilitaristici. In fondo, questi siti "indipendenti" avallano una concezione materialista e scientista, la stessa sostenuta dal sistema : in questo modo si stronca ogni anelito e si diffondono atteggiamenti di acquiescenza, rinuncia, disfattismo. Come reagiscono i lettori, dopo aver letto lividi articoli di cronaca, di politica interna ed estera, inchieste sul demonizzato biossido di carbonio (a volte per giunta gli articoli sono tratti da quotidiani di pseudo-opposizione, come "La Repubblica")? Reagiscono con un senso di disgusto e di impotenza. Infatti ci si limita a mostrare una realtà cruda, ingiusta e sanguinaria, ma non si offre nessuna prospettiva: ci si rivolge a consumatori passivi di aridi resoconti e non a cittadini che potrebbero passare dall'indignazione all'azione, se, invece, di essere mortalmente afflitti con i prolissi e moralistici articoli di Carlo Bertani, pieni di luoghi comuni, fossero informati, ad esempio, con incisivi testi sulle scie chimiche e sulle cospirazioni dei governi.

Non si stimola una condotta propositiva, ma si imprigionano i fruitori in "ragionamenti" labirintici ed astrusi di pseudo-esperti in sociologia ed in macroeconomia. Quanti lettori poi si invischiano nelle appiccicose elucubrazioni di Bertani e si impantanano nella palude dei commenti! Tutto ciò, però, non è casuale: è una strategia gattopardesca con cui si finge di cambiare tutto nell'informazione per non cambiare nulla. E' una strategia che serve a bloccare l'opinione pubblica, a cristallizzarne le reazioni: le persone, in un'eterna coazione a ripetere imprecheranno invano, senza mai agire né riflettere né studiare, contro il capro espiatorio di turno.

Anche quando si pubblica un articolo sulla Massoneria, è tutto all’acqua di rose oppure, con scaltrezza, si inserisce un pezzo sulle chemtrails , ma non scritto da uno scienziato (ad esempio, Michael Castle ), bensì da un comune cittadino che commette qualche errore concettuale: così la legione dei negazionisti potrà tranquillamente sbizzarrirsi con le sue infamie e denigrare, con il pretesto di un’imperfezione, l’intera categoria dei ricercatori. E’ questa una tattica, non una superficialità.

Taccio poi dei siti-civetta creati dagli apparati (in alcuni casi infiltrati dopo un po' di tempo dalla loro apertura) ed impiegati per tracciare e schedare gli utenti sensibili a temi quasi sempre censurati dagli organi mainstream . Emblematico è il caso di sciechimiche.org, acquisito dai servizi e divenuto un portale in cui imperversano impunemente sfacciati disinformatori che per giunta amministrano il forum . Mai un'iniziativa concreta è scaturita da questo famigerato sito! Mai una ricerca! Solo chiacchiere e lenocini: nel forum le discussioni sono per lo più arenate ancora in una sterile disquisizione sul fenomeno della condensazione e, nel migliore delle ipotesi, utenti in buona fede, possono solo denunciare lo scempio, inserendo fotografie di cieli chimici. Gli utenti, a mo' di buoi, sono pungolati, spinti un po' qua un po' là a pascolare, purché restino sempre nel recinto: più che un forum , è il Foro Boario, il mercato dei buoi e delle vacche.

Anche qui, certi argomenti sono tabù e l'ignoranza si accoppia alla censura. Non è forse uno fra i motti del sistema: "l'ignoranza è forza"? Anche qui non si additano risoluzioni: domina l'immobilismo. La conoscenza di aspetti inquietanti, ma che paradossalmente potrebbero spalancare porte verso dimensioni positive e luminose, è bandita. (Vedi C. Penna, Scie chimiche: facciamo il punto della situazione - parte 2 , 2009) [1]

Alla fine, è evidente la conseguenza di questo genere di "informazione". Volontariamente o involontariamente, essa, riproducendo, anche sotto mentite spoglie, la propaganda del regime, poiché non abitua i lettori a far tabula rasa di vecchie formule, in quanto non promuove un'investigazione a 360 gradi, ma tutto chiude in un'asfissiante dibattito tra "destra" e "sinistra", in vuoti stereotipi, rinsalda il sistema ed il suo castello di menzogne.

[1] Si ricordi un episodio significativo: il programma "La gaia scie-menza" ha citato più volte Tanker enemychemtrails ! Come si spiega questa accidentale dimenticanza? Tra i moderatori del forum annoveriamo Darko (ex collaboratore di Tanker enemy ed ora passato nelle schiere della disinformazione) che, scrive contro il comitato dal giorno successivo alla conferenza di Milano. Stesso discorso vale per Reverendo Stone, abile a mostrare una maschera per nascondere il suo vero volto. Sepolcri imbiancati! Last, but not least : i cittadini che si sono rivolti ai gestori di sciechimiche.org per chiedere chiarimenti o per proporre delle collaborazioni non hanno mai ricevuto risposta.

by Zret

“Yes we camp” ma con dignità





“Yes we camp” è lo slogan di protesta degli abitanti de L'Aquila che, dopo il terremoto, sono stati colpiti anche dal G8. Un'espressione italo-americana, un po' aggiornata rispetto ai tempi della migrazione, ma che, come sempre, spiega tante cose. Dopo essere caduta, l'Italia come l'Abruzzo si rialza, e anche se "tira a campare", lo fa con dignità. Ecco come le cose cominciano a cambiare.


Non c'è molto da stupirsi del fatto che la stampa anglosassone non gradisca molto le iniziative dell'Italia sulla scena internazionale. Le critiche e gli attacchi gratuiti, fuori luogo e provocatori sono un'arte della "diplomatica Londra", maestra delle finzioni mediatiche e delle crisi sintetiche. Ciò che invece meraviglia, e vale la pena sottolineare a gran voce, è che l'Italia risponde a testa alta ai tentativi di sabotaggio, replicando con una dignità stoica, tipica del popolo italiano ma per molti anni dimenticata. Il New York Times titola a grandi caratteri "l'imperdonabile carenza organizzativa del governo italiano ospite del G8" e chiede che per colmare questa lacuna vi sia l'intervento di Barack Obama per assumere l'iniziativa, al quale segue il The Guardian, "secondo il quale gli sherpa americani hanno dovuto organizzare delle conference call sul G8 per sopperire alla disorganizzazione degli italiani". Non tarda la replica del Premier Silvio Berlusconi che stigmatizza, e minimizza l'episodio, come "una grande cantonata per un piccolo giornale". Secca e spartana anche la risposta del Ministro Franco Frattini che, in un'intervista per un quotidiano italiano, si spoglia delle sue vesti ufficiali e diplomatiche, per spiegare in poche parole cosa sta accadendo oggi intorno a noi, e fuori dall'Italia.

"È un attacco vergognoso che prende di mira la dignità e l’immagine dell’Italia - afferma Frattini - si tratta di grossolane cantonate, dietro cui si nasconde il vero obiettivo di certa stampa britannica abituata a raffigurarci con pizza e mandolino". Così, gettata la pietra, Frattini spiega chiaramente che vi sono degli evidenti tentativi di contrastare il ruolo dell'Italia sulla scena internazionale, "ingombrante per certi versi", e che dà fastidio a certi ambienti che vogliono il controllo della scena, come i cari vecchi tempi. Tuttavia il mondo è cambiato, e molte cose non sono più le stesse, perché - come sottolineato anche da Frattini - l'Italia ha un rapporto diretto con Russia,Turchia, Israele e Libia, così come nell’organizzazione della conferenza internazionale sulla riforma dell’Onu, e l’azione d’apertura nei confronti dell’Iran, conquistando persino la stima e il sostegno della Casa Bianca. "Chi poteva davvero immaginare che una sintonia così forte ad esempio con la Russia, vedi il dossier energia, o con la Libia, versante gas, non desse fastidio a qualcuno?", si chiede Frattini, giocando così la carta del ricordo immediato alla vecchia ma vincente politica di Mattei. E così punta il dito su coloro che intendono sabotare l'Italia, ma lo fa con il tono di chi "conosce i suoi nemici e li ha già anticipati": "C’è una grande rete, fuori e dentro il nostro Paese, di nemici dell’Italia, Paese che viene invidiato".

Non si può negare che Frattini, finalmente, mostra gli artigli e li usa: lo fa oggi, quando l'Italia presiede il G8 e guida i negoziati di accordo tra Russia e Stati Uniti. Tutto questo non fa altro che mettere in zona d'ombra Londra, che già soffre la sindrome dell'abbandono dopo le luci della ribalta, perché - come dicevamo - il mondo è cambiato e le cose non vanno più come una volta. Dinanzi al crollo delle borse e dei Banchieri, ha valore solo l'economia reale e chi sa garantire sostenibilità alla popolazione mondiale, mentre i parassiti non potranno più avere spazio. A ben pensarci, l'Inghilterra è uno dei Paesi occidentali che ha maggiormente subito il contraccolpo della crisi immobiliare e finanziaria, forse perché la sua economia reale non esiste, ridotta ormai ad uno scheletro virtuale, ad un mucchio di titoli e carta straccia senza alcun valore, ma mantenuta in piedi dalle rendite del suo colonialismo. Vaccini quotati in borsa, un'economia creata sull'inganno, dove la scoperta del cancro può compromettere la vita economica di banche e di entità economiche, dove società si creano con 15 euro, con uffici virtuali segreterie robotiche: questa è l'Inghilterra parassita che nessuno vuole, controllata dal famoso Club di Londra.

Non è possibile dire chi costituisce il Club di Londra, ma è facile intuire che ingloba tutti coloro che che ci rivendono le nostre idee, usano la moneta virtuale e le ex colonie trasformate in Paradisi fiscali per riciclare il 70% del denaro sporco. Con le sue trame segrete, i suoi affari e le sue speculazioni , le sue società marittime, il Club di Londra gestisce il traffico marittimo e comandano le merci, si muovono organizzati ed usano tutti i mezzi possibili legali, come le famose "aggressioni". In pratica, ogni persona che non intende "cedere il passo" nella gestione di qualche affare, verrà colpita da quella che loro chiamano aggressione. Sono quelli che un tempo denigravano Enrico Mattei, sono quelli che hanno creato i miti virtuali e l'arma moderna dell'informazione "embedded", per trasformare un semplice cittadino, in un perfetto kamikaze o un killer economico oppure in santone dei diritti umani. Dietro di loro esiste quella finanza fatta di storie e di intrighi, nonché la base di tutto il sistema criminale planetario. Questa gente va vestita in giacca e cravatta, presenzia cene umanitarie e firma contratti per la guerra,e questo loro lo chiamano "business" o "marketing", mentre si chiama genocidio di massa.



Oggi i piccoli giornaletti, sono sempre lì in agguato, assetati di scoop scandalistici e sexy-gate, attaccano il Presidente del Consiglio italiano con storie assurde, scandali sessuali, nel tentativo di indebolire una nazione vista come facile bersaglio. Ma cosa vorranno mai dagli italiani? Non ci vuole molto per capire che l'obiettivo è il controllo totale del Mediterraneo, nelle cui acque passano 60.000 navi all'anno e nei prossimi anni diventeranno 230.000, dopo la conclusione degli Accordi di partenariato con i mercati dell'Est e asiatici. Questa grande partita la chiameremo "Shipping " , iniziata dopo che i porti americani e inglesi sono stati ceduti ad alcune società di Dubai , con capitali che certamente non provengono esclusivamente dai petrolieri e dai capitalisti musulmani. L’obiettivo è controllare il traffico delle merci, tra cui la rotta che partendo dalla Cina giungerà sino all’Europa costeggiando il Suez e i porti dei Balcani, così come le direttrici che uniscono il Baltico e l'Adriatico.

Ad ostacolare tali piani potrebbe essere l'Italia, infatti, che questa volta ha degli alleati molto più potenti, come America e Russia, come prodotto dell'accordo storico dei due blocchi, lasciando da parte le megalomani "Parigi e Berlino", incapaci per storia e per natura ad assumere un ruolo di cooperazione. L'Italia è l'unico paese che ha un piano per i Balcani, è leader nei rapporti di cooperazione sostenibile con i Paesi dell'Est e cerca di avvicinarsi sempre più al Vicino Oriente e all'Africa Settentrionale, e tutti i suoi partner non sono delle colonie del passato, come quelle di Francia e Inghilterra. Per cui, cominciamo a mettere i primi limiti e a far arretrare chi conquista e depreda con mezzi illegali. Il cerchio oggi si chiude, e si ritorna in Italia, a cui tavoli di trattative si sono seduti i leader e i capi di Stato di ogni nazione in attesa di riscatto per avere un equilibrio nella politica internazionale. L'Abruzzo è testimone di questa dignità riacquisita, di questo rialzarsi ed essere protagonista alla pari dei grandi della terra. Ebbene, "Yes we camp", ma lo facciamo sempre con dignità e a testa alta.


by Etleboro



17 luglio 2009

Non è il pil la misura della felicità



È un modello distorto quello che basa lo sviluppo di un’economia sull’analisi del prodotto interno lordo. L’India cresce del 9 per cento l’anno ma ci sono 240 milioni di persone che soffrono la fame. Il grido d’allarme di Vandana Shiva.

Attivista politica e ambientalista indiana Vandana Shiva, è uno dei leader dell’Internaüonal Forum on Globalization e si è occupata anche dei diritti sulla proprietà intellettuale, e di biodiversità, biotecnologie, bioetica e ingegneria genetica. Nel 1993 ha vinto il Kight I.ivelihood Àward. una surta di Premio Nobel alternativo per la pace.

Perchè parla della Terra come di una Donna?

Nella maggior parte dei casi pensiamo alla Terra come a qualcosa di morto o di inerte, e così facendo creiamo l’illusione che il benessere provenga da Wall Street e dalle industrie. Dimentichiamo che perqualunque industria il primo materiale è proprio quello fornito dalla Terra, e l’abuso della Terra è essenzialmente la causa della crisi ecologica attuale, così seria al punto che diverse specie stanno correndo il rischio dell’estinzione. Il report delì’Ipcc (organismo composto da 2.500 scienziati} dichiara che - mantenendo il ritmo attuale -entro qualche centinaio danni gli stessi esseri umani non saranno più in grado di vivere su questo pianeta.

Perchè, secondo lei, l’agricoltura industriale è più povera di quella manuale?

La quantità di cibo che deriva dalla prima è inferiore a quella della seconda. Ciò che è maggiore è la quantità prodotta per singola coltura. Se per esempio hai un terreno di 150 ettari, su cui coltivi solo pere, avrai sicuramente più pere da vendere, in confronto a una coltivazione manuale, ma non puoi vivere solo di pere. Hai anche bisogno di insalata, di pomodori e di altre cose. Così, se in una certa area ti limiti a coltivare solo un certo tipo di prodotto le altre cose di cui hai bisogno vengono importate dall’esterno.

Una critica a Jeffrey Sachs e alla sua teoria su come usci-re dalla povertà…

La prima cosa che critico a Jeffrey Sachs è la sua idea secondo cui la gente che vive con l’agricoltura sia povera per definizione. Motivo per cui propone un modello di sviluppo basato sulla fuoriuscita dall agricoltura. Il problema non è l’agricoltura, ma lo sfruttamento indebito della terra. Se la gente non continuasse a coltivare la terra, noi non avremmo più cibo. Pertanto, diversamente da lui, nel mio ultimo libro Ritorno alla Terra, io dico: «Fate in modo che più gente ritorni alla terra». In modo naturale, però, cioè seguendo l’utilizzo di metodi biologici e promuovendo la biodiversità. Signor Jeffrey Sachs, ritorna alla terra, e anche tu guadagnerai qualcosa di nuovo. Molti giovani americani sono venuti a studiare con me, perché vogliono tornare alla terra perché rappresenta una possibilità reale di cambiamento per qualunque Paese.

Sarà davvero possibile operare questo cambiamento, in concreto?

Nei Cda delle multinazionali oppure nei palazzi dei Governi non riusciranno neppure a iniziare a pensare a come fare un percorso alternativo, perché loro non sono collegati con le persone a livello locale. Invece è dalla connessione con la terra e con le persone che si riuscirà a capire la strada da percorrere, ed è da lì che dobbiamo partire. Ai momento io intravedo due possibilità. Una è quella dell’ecoimperialismo, dove i polenti si appropriano delle risorse rimaste; l’altra è quella delle persone comuni, che insieme condividono la responsabilità per il consumo delle limitate risorse della terra, e lottano per proteggerle, conservarle e rinnovarle. Ci sarà sempre qualcuno che cercherà di darci una rappresentazione falsata della crescita. Ci diranno: distruggete i vostri piccoli appezzamenti di terra e unitevi all’agricoltura industrializzata. Vorranno farci credere che questa crescila è vera, quando in realtà è una crescita che fa crescere solo la povertà.

I giornali parlano dell’India e della Cina come di economie emergenti. Cosa ne pensa?

Parlare di civiltà antiche come l’India e la Cina descrivendole come Paesi emergenti è un insulto alla nostra storia e alle nostre radici. Noi non stiamo emergendo, noi siamo alti e dritti da secoli. Quelli che ci chiamano emergenti esistono da 400 o 500 anni, mentre noi esistiamo da 10 mila anni e più. Premesso questo, è abbastanza noto a chi e dentro il settore che misurare la crescita semplicemente in termini di Pil non è valido, perché il Pil misura solo il movimento di denaro. Il quale è effettivamente cresciuto in India negli ultimi anni anche a ritmi del 9 per cento. Ma è proprio in questo periodo che la nostra economia emergente - come la chiamano i giornali - è diventata la capitale della fame, con 240 milioni di persone senza il minimo indispensabile per sopravvivere. Abbiamo cioè scavalcato la capitale storica della fame, l’Africa subsahariana, dove vivono 198 milioni di persone senza cibo sufficiente. E’ evidente, quindi, che quel modello basato sull’analisi del Pil non considera tutti gli aspetti del sistema, e la verità è che si è creata sempre più farne…

di Vandana Shiva - Wilma Massucco

14 luglio 2009

L'informazione "indipendente" e il sistema



Absit iniuria verbis

Nell'articolo La deriva degli indipendenti erano stati già evidenziati i limiti dell'informazione "libera": è necessario, però, riprendere il discorso da un'altra angolazione per dimostrare come tali limiti, lungi dal costituire solo delle lacune o incrinature, tendano a rafforzare il sistema e la propaganda dei media ufficiali. In primo luogo, ricorderei che molti siti "indipendenti" sono bloccati da pregiudizi ideologici e continuano a trattare la cronaca con strumenti antiquati. Esemplare è il caso delle recenti elezioni iraniane: moltissimi si sono schierati con Ahmanidejad, tuonando contro Mousavi, difendendo l'indifendibile.

Costoro non hanno compreso (o fingono) che entrambi i "politici " iraniani sono burattini manovrati da poteri più o meno occulti. Non hanno compreso che, per interpretare i fatti, il movimento dialettico problema-reazione-risoluzione permette non solo di leggere lo sviluppo degli eventi, ma addirittura di prevederli. Anche l'economia, accantonate analisi cerebrali, modelli statistici, caotiche teorie del caos, si rivela assai più semplice di quanto sia illustrata nei testi universitari: un furto a danno dei cittadini, basato sulla legge del profitto (accumulato per controllare la popolazione e non tanto per avidità) e sulla truffa del signoraggio . Occorre quindi esaminare gli accadimenti in modo, per così dire verticale: alla base la popolazione ingannata, manipolata, blandita, spinta a schierarsi con la destra o con la sinistra; al vertice la cerchia ristretta dei potenti la cui strategia principale è divide et impera. Si aizzano i paesi uno contro l'altro e, all'interno di ciascun paese, si fomentano divisioni quasi sempre fittizie. L'esegesi orizzontale degli accadimenti è quasi sempre errata ed ingenua: un partito "buono" contro un partito cattivo; un leader "buono" contro uno cattivo etc. E' vero che, talora alcuni capi di stato e uomini politici provano a svincolarsi dal controllo delle élites: di solito vengono isolati ed aggrediti, non di rado eliminati come occorse a Salvador Allende con il golpe del giorno 11 settembre 1970. Heider fu ucciso il giorno 11 ottobre del 2008, perché in procinto di agire contro il signoraggio bancario. Oggi il presidente dell'Ecuador pare essere uno dei pochi capi di stato non succubo dei poteri forti: infatti sembra essere l'unico ad essersi ufficialmente e con chiarezza opposto alle operazioni chimiche nei cieli dell'Ecuador, minacciando di costringere ad atterrare i tankers (non aerei che distruggono, con appositi composti, le piantagioni di coca) che penetrano nello spazio aereo dell'Ecuador. Si tratta comunque di eccezioni.

Un altro grave difetto dei portali in esame consiste nell'angusta visione della realtà: tutto è ridotto a “politica” ed economia, all'oziosa, obsoleta e soporifera denuncia del capitalismo e dell'imperialismo occidentale (Chissà perché si tace quasi sempre dell'imperialismo russo e cinese). Manca uno sguardo più ampio che sia in grado di abbracciare fenomeni culturali, correnti di pensiero, dimensioni antropologiche, simboliche e metastoriche. Oso di più: è assente un focus olistico, ossia un'attitudine a vedere oltre le apparenze, a spingersi, con le indagini, in regioni di frontiera, in ambiti in cui siano trascesi schemi razionalistici ed utilitaristici. In fondo, questi siti "indipendenti" avallano una concezione materialista e scientista, la stessa sostenuta dal sistema : in questo modo si stronca ogni anelito e si diffondono atteggiamenti di acquiescenza, rinuncia, disfattismo. Come reagiscono i lettori, dopo aver letto lividi articoli di cronaca, di politica interna ed estera, inchieste sul demonizzato biossido di carbonio (a volte per giunta gli articoli sono tratti da quotidiani di pseudo-opposizione, come "La Repubblica")? Reagiscono con un senso di disgusto e di impotenza. Infatti ci si limita a mostrare una realtà cruda, ingiusta e sanguinaria, ma non si offre nessuna prospettiva: ci si rivolge a consumatori passivi di aridi resoconti e non a cittadini che potrebbero passare dall'indignazione all'azione, se, invece, di essere mortalmente afflitti con i prolissi e moralistici articoli di Carlo Bertani, pieni di luoghi comuni, fossero informati, ad esempio, con incisivi testi sulle scie chimiche e sulle cospirazioni dei governi.

Non si stimola una condotta propositiva, ma si imprigionano i fruitori in "ragionamenti" labirintici ed astrusi di pseudo-esperti in sociologia ed in macroeconomia. Quanti lettori poi si invischiano nelle appiccicose elucubrazioni di Bertani e si impantanano nella palude dei commenti! Tutto ciò, però, non è casuale: è una strategia gattopardesca con cui si finge di cambiare tutto nell'informazione per non cambiare nulla. E' una strategia che serve a bloccare l'opinione pubblica, a cristallizzarne le reazioni: le persone, in un'eterna coazione a ripetere imprecheranno invano, senza mai agire né riflettere né studiare, contro il capro espiatorio di turno.

Anche quando si pubblica un articolo sulla Massoneria, è tutto all’acqua di rose oppure, con scaltrezza, si inserisce un pezzo sulle chemtrails , ma non scritto da uno scienziato (ad esempio, Michael Castle ), bensì da un comune cittadino che commette qualche errore concettuale: così la legione dei negazionisti potrà tranquillamente sbizzarrirsi con le sue infamie e denigrare, con il pretesto di un’imperfezione, l’intera categoria dei ricercatori. E’ questa una tattica, non una superficialità.

Taccio poi dei siti-civetta creati dagli apparati (in alcuni casi infiltrati dopo un po' di tempo dalla loro apertura) ed impiegati per tracciare e schedare gli utenti sensibili a temi quasi sempre censurati dagli organi mainstream . Emblematico è il caso di sciechimiche.org, acquisito dai servizi e divenuto un portale in cui imperversano impunemente sfacciati disinformatori che per giunta amministrano il forum . Mai un'iniziativa concreta è scaturita da questo famigerato sito! Mai una ricerca! Solo chiacchiere e lenocini: nel forum le discussioni sono per lo più arenate ancora in una sterile disquisizione sul fenomeno della condensazione e, nel migliore delle ipotesi, utenti in buona fede, possono solo denunciare lo scempio, inserendo fotografie di cieli chimici. Gli utenti, a mo' di buoi, sono pungolati, spinti un po' qua un po' là a pascolare, purché restino sempre nel recinto: più che un forum , è il Foro Boario, il mercato dei buoi e delle vacche.

Anche qui, certi argomenti sono tabù e l'ignoranza si accoppia alla censura. Non è forse uno fra i motti del sistema: "l'ignoranza è forza"? Anche qui non si additano risoluzioni: domina l'immobilismo. La conoscenza di aspetti inquietanti, ma che paradossalmente potrebbero spalancare porte verso dimensioni positive e luminose, è bandita. (Vedi C. Penna, Scie chimiche: facciamo il punto della situazione - parte 2 , 2009) [1]

Alla fine, è evidente la conseguenza di questo genere di "informazione". Volontariamente o involontariamente, essa, riproducendo, anche sotto mentite spoglie, la propaganda del regime, poiché non abitua i lettori a far tabula rasa di vecchie formule, in quanto non promuove un'investigazione a 360 gradi, ma tutto chiude in un'asfissiante dibattito tra "destra" e "sinistra", in vuoti stereotipi, rinsalda il sistema ed il suo castello di menzogne.

[1] Si ricordi un episodio significativo: il programma "La gaia scie-menza" ha citato più volte Tanker enemychemtrails ! Come si spiega questa accidentale dimenticanza? Tra i moderatori del forum annoveriamo Darko (ex collaboratore di Tanker enemy ed ora passato nelle schiere della disinformazione) che, scrive contro il comitato dal giorno successivo alla conferenza di Milano. Stesso discorso vale per Reverendo Stone, abile a mostrare una maschera per nascondere il suo vero volto. Sepolcri imbiancati! Last, but not least : i cittadini che si sono rivolti ai gestori di sciechimiche.org per chiedere chiarimenti o per proporre delle collaborazioni non hanno mai ricevuto risposta.

by Zret

“Yes we camp” ma con dignità





“Yes we camp” è lo slogan di protesta degli abitanti de L'Aquila che, dopo il terremoto, sono stati colpiti anche dal G8. Un'espressione italo-americana, un po' aggiornata rispetto ai tempi della migrazione, ma che, come sempre, spiega tante cose. Dopo essere caduta, l'Italia come l'Abruzzo si rialza, e anche se "tira a campare", lo fa con dignità. Ecco come le cose cominciano a cambiare.


Non c'è molto da stupirsi del fatto che la stampa anglosassone non gradisca molto le iniziative dell'Italia sulla scena internazionale. Le critiche e gli attacchi gratuiti, fuori luogo e provocatori sono un'arte della "diplomatica Londra", maestra delle finzioni mediatiche e delle crisi sintetiche. Ciò che invece meraviglia, e vale la pena sottolineare a gran voce, è che l'Italia risponde a testa alta ai tentativi di sabotaggio, replicando con una dignità stoica, tipica del popolo italiano ma per molti anni dimenticata. Il New York Times titola a grandi caratteri "l'imperdonabile carenza organizzativa del governo italiano ospite del G8" e chiede che per colmare questa lacuna vi sia l'intervento di Barack Obama per assumere l'iniziativa, al quale segue il The Guardian, "secondo il quale gli sherpa americani hanno dovuto organizzare delle conference call sul G8 per sopperire alla disorganizzazione degli italiani". Non tarda la replica del Premier Silvio Berlusconi che stigmatizza, e minimizza l'episodio, come "una grande cantonata per un piccolo giornale". Secca e spartana anche la risposta del Ministro Franco Frattini che, in un'intervista per un quotidiano italiano, si spoglia delle sue vesti ufficiali e diplomatiche, per spiegare in poche parole cosa sta accadendo oggi intorno a noi, e fuori dall'Italia.

"È un attacco vergognoso che prende di mira la dignità e l’immagine dell’Italia - afferma Frattini - si tratta di grossolane cantonate, dietro cui si nasconde il vero obiettivo di certa stampa britannica abituata a raffigurarci con pizza e mandolino". Così, gettata la pietra, Frattini spiega chiaramente che vi sono degli evidenti tentativi di contrastare il ruolo dell'Italia sulla scena internazionale, "ingombrante per certi versi", e che dà fastidio a certi ambienti che vogliono il controllo della scena, come i cari vecchi tempi. Tuttavia il mondo è cambiato, e molte cose non sono più le stesse, perché - come sottolineato anche da Frattini - l'Italia ha un rapporto diretto con Russia,Turchia, Israele e Libia, così come nell’organizzazione della conferenza internazionale sulla riforma dell’Onu, e l’azione d’apertura nei confronti dell’Iran, conquistando persino la stima e il sostegno della Casa Bianca. "Chi poteva davvero immaginare che una sintonia così forte ad esempio con la Russia, vedi il dossier energia, o con la Libia, versante gas, non desse fastidio a qualcuno?", si chiede Frattini, giocando così la carta del ricordo immediato alla vecchia ma vincente politica di Mattei. E così punta il dito su coloro che intendono sabotare l'Italia, ma lo fa con il tono di chi "conosce i suoi nemici e li ha già anticipati": "C’è una grande rete, fuori e dentro il nostro Paese, di nemici dell’Italia, Paese che viene invidiato".

Non si può negare che Frattini, finalmente, mostra gli artigli e li usa: lo fa oggi, quando l'Italia presiede il G8 e guida i negoziati di accordo tra Russia e Stati Uniti. Tutto questo non fa altro che mettere in zona d'ombra Londra, che già soffre la sindrome dell'abbandono dopo le luci della ribalta, perché - come dicevamo - il mondo è cambiato e le cose non vanno più come una volta. Dinanzi al crollo delle borse e dei Banchieri, ha valore solo l'economia reale e chi sa garantire sostenibilità alla popolazione mondiale, mentre i parassiti non potranno più avere spazio. A ben pensarci, l'Inghilterra è uno dei Paesi occidentali che ha maggiormente subito il contraccolpo della crisi immobiliare e finanziaria, forse perché la sua economia reale non esiste, ridotta ormai ad uno scheletro virtuale, ad un mucchio di titoli e carta straccia senza alcun valore, ma mantenuta in piedi dalle rendite del suo colonialismo. Vaccini quotati in borsa, un'economia creata sull'inganno, dove la scoperta del cancro può compromettere la vita economica di banche e di entità economiche, dove società si creano con 15 euro, con uffici virtuali segreterie robotiche: questa è l'Inghilterra parassita che nessuno vuole, controllata dal famoso Club di Londra.

Non è possibile dire chi costituisce il Club di Londra, ma è facile intuire che ingloba tutti coloro che che ci rivendono le nostre idee, usano la moneta virtuale e le ex colonie trasformate in Paradisi fiscali per riciclare il 70% del denaro sporco. Con le sue trame segrete, i suoi affari e le sue speculazioni , le sue società marittime, il Club di Londra gestisce il traffico marittimo e comandano le merci, si muovono organizzati ed usano tutti i mezzi possibili legali, come le famose "aggressioni". In pratica, ogni persona che non intende "cedere il passo" nella gestione di qualche affare, verrà colpita da quella che loro chiamano aggressione. Sono quelli che un tempo denigravano Enrico Mattei, sono quelli che hanno creato i miti virtuali e l'arma moderna dell'informazione "embedded", per trasformare un semplice cittadino, in un perfetto kamikaze o un killer economico oppure in santone dei diritti umani. Dietro di loro esiste quella finanza fatta di storie e di intrighi, nonché la base di tutto il sistema criminale planetario. Questa gente va vestita in giacca e cravatta, presenzia cene umanitarie e firma contratti per la guerra,e questo loro lo chiamano "business" o "marketing", mentre si chiama genocidio di massa.



Oggi i piccoli giornaletti, sono sempre lì in agguato, assetati di scoop scandalistici e sexy-gate, attaccano il Presidente del Consiglio italiano con storie assurde, scandali sessuali, nel tentativo di indebolire una nazione vista come facile bersaglio. Ma cosa vorranno mai dagli italiani? Non ci vuole molto per capire che l'obiettivo è il controllo totale del Mediterraneo, nelle cui acque passano 60.000 navi all'anno e nei prossimi anni diventeranno 230.000, dopo la conclusione degli Accordi di partenariato con i mercati dell'Est e asiatici. Questa grande partita la chiameremo "Shipping " , iniziata dopo che i porti americani e inglesi sono stati ceduti ad alcune società di Dubai , con capitali che certamente non provengono esclusivamente dai petrolieri e dai capitalisti musulmani. L’obiettivo è controllare il traffico delle merci, tra cui la rotta che partendo dalla Cina giungerà sino all’Europa costeggiando il Suez e i porti dei Balcani, così come le direttrici che uniscono il Baltico e l'Adriatico.

Ad ostacolare tali piani potrebbe essere l'Italia, infatti, che questa volta ha degli alleati molto più potenti, come America e Russia, come prodotto dell'accordo storico dei due blocchi, lasciando da parte le megalomani "Parigi e Berlino", incapaci per storia e per natura ad assumere un ruolo di cooperazione. L'Italia è l'unico paese che ha un piano per i Balcani, è leader nei rapporti di cooperazione sostenibile con i Paesi dell'Est e cerca di avvicinarsi sempre più al Vicino Oriente e all'Africa Settentrionale, e tutti i suoi partner non sono delle colonie del passato, come quelle di Francia e Inghilterra. Per cui, cominciamo a mettere i primi limiti e a far arretrare chi conquista e depreda con mezzi illegali. Il cerchio oggi si chiude, e si ritorna in Italia, a cui tavoli di trattative si sono seduti i leader e i capi di Stato di ogni nazione in attesa di riscatto per avere un equilibrio nella politica internazionale. L'Abruzzo è testimone di questa dignità riacquisita, di questo rialzarsi ed essere protagonista alla pari dei grandi della terra. Ebbene, "Yes we camp", ma lo facciamo sempre con dignità e a testa alta.


by Etleboro