Anche nella patria dei banksters qualcosa si muove.
La Goldman & Sachs, la potente banca d’affari protagonista di scempii sociali e finanziari e della bancarotta delle produzioni nazionali di mezzo mondo, è sotto accusa negli Stati Uniti per frode. Le sue azioni colano a picco perché la Sec, l’organo di controllo federale sulle borse Usa, ha accusato la Goldman di aver creato e venduto prodotti finanziari “collaterali” - detti “cdo” - fasulli e di più che dubbio rendimento agganciati a quei mutui subprime che nell’autunno 2008 hanno travoltoi e devastato le economie anglo-americane trascinando a ruota nel disastro mezzo Occidente.
Siamo tuttavia certi che dopo l’attuale clamore di “propaganda” farà seguito la consueta doccia fredda del prevedibile “nulla di fatto” e cioè del salvataggio della banca dei banksters (non a caso le famiglie Goldman-Sachs e Schapiro - Mary Schapiro è l’attuale governatrice della Sec, nominata qualche mese fa da Obama - sono strettamente collegate).
Tuttavia, a esclusivo beneficio dei nostri lettori, vogliamo ricordare qui brevemente, a futura memoria, tre o quattro eventi e alcuni protagonisti delle performances della Goldman & Sachs.
1869. Fondata da Marcus Goldman. 27 anni dopo, associato il genero Samuel Sachs viene quotata al New York Stock Exchange.
1929. La G%S è già una delle quattro cinque istituzioni finanziarie che governano Wall Street. Rischia il fallimento per aver piazzato “fondi di investimento” privi di rendita. L’anno dopo il socio partener Sydney Weinberg ristruttura l’istituto di lucro che indirizza le sue attenzioni alle aziende e ai servizi. Inventa obbligazioni (prestiti a usura) che intervengono, per fare profitti, sui bilanci e sulle casse dei Comuni Usa. La nuova “guida” degli anni ‘50, Gus Levy, crea il marchingegno della compravendita “serrata” di azioni diretta a rastrellare il risparmio di piccoli investitori priuvati. Negli anni ‘80 diventa la principale “consulente” per “aiutare” i processi di privatizzazioni delle aziende pubbliche nel mondo.
1992. “Gita” nel Britannia, il panfilo della Regina, al largo di Civitavecchia. Assieme all’anfitrione governatore d’Inghilterra e al proprio “agente” Georges Soros, ospiti gli Andreatta, i Draghi e gli altri nomi eccellenti della nascente “seconda repubblica italiana”, pianifica un mega-profitto sulla speculazione sulla lira, che verrà svalutata - misteriosamente troppo tardi - da Ciampi, e uscirà dallo Sme. Quindi avviene il sacco più totale delle grandi aziende strategiche italiane, dalle tlc ai trasporti, all’energia, tutte svendute e privatizzate al peggior offerente. Operazione che verrà pianificata anche in altre nazioni del mondo, in Europa (contro la sterlina) e nell’Asia del sud est (Soros verrà condannato a morte in Malesia per tali operazioni).
Qualche altro nome noto, della sua organizzazione.
Naturalmente Mario Draghi, l’attuale governatore di Bankitalia, vicepresidente di G&S; Romano Prodi, “consulente”; Mario Monti (già commissario Ue); Massimo Tononi (sottosegretario del governo Prodi); Gianni Letta (sottosegretario del governo di Berlusconi. E poi un elenco senza fine di governanti Usa: da Robert Rubin a Henry Paulson, daRobert Zoellich e William Dudley (Fed) e così via.
Ora i suoi titoli stanno andano a picco.
Peccato che, passata la tempesta, verrà salvata.
di Ugo Gaudenzi