Adesso l’agenda per un governo globale e’ pubblica. L'importanza del Gruppo Bilderberger si basa sui politici controllati. Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, quello che rende importante la riunione annuale del Gruppo Bilderger è quali siano le personalita’ politiche che si stanno coltivando per appoggiare tali sviluppi. La maggioranza degli argomenti della riunione annuale sono stati resi pubblici nelle scorse settimane: la possibilita di un attacco militare contro l'Iran e il futuro crollo dell’euro. I membri della Commisione Trilaterale, abituali partecipanti a tali riumioni, hanno fatto sapere che si parlera’ seriamente di una Guerra contro l'Iran da tenersi mentre l’elite approfitta delle conseguenze della crisi economica per centralizzare e rendere piu stretti i regolamenti riguardanti le operazioni finanziarie. Nella foto: Ben Bernanke si reca a una riunione del gruppo Bilderberg Le conseguenze di una eventuale guerra contro l'Iran provocheranno una spaccatura tra i membri del Gruppo Bilderberger come e’ gia successo nel caso della guerra all'Iraq. Durante il recente incontro avvenuto a Dublino, i membri della Commissione Trilaterale, in cui solitamente si discutono gli stessi argomenti che verrano poi trattati negli incontri Bilderberger, Mikhail Slobodovsici (principale consigliere del gruppo Russo) parlando con un membro di We Are Change, che aveva scambiato per un collega, si e' lasciato sfuggire: “Stiamo cambiando il mondo…Abbiamo bisogno di un governo mondiale” e, parlando poi di Iran “dobbiamo liberarci di loro”. Il presidente del Fondo Monetario Internazionale, e membro del Gruppo Bilderberger, Dominique Strauss Kahn in un recente discorso fatto ad una riunione elitista a Zurigo ha riconfermato la tendenza a presentare l'opzione del governo mondiale come unica soluzione per risolvere la crisi economica quando ha detto che i globalisti devono vedere la crisi ‘come una opportunita’ per arrivare ad ‘una nuova moneta emessa da un banca centrale mondiale’. Le nostri fonti presso il Bilderberger indicano che esiste una grande frattura nei gruppi globalisti elitisti. Gli elitisti piu giovani ed i nouveaux riche sono preoccupati perche l'economia globale sta affondando troppo presto e troppo velocemente, cosa che potrebbe provocare sul lungo termine conseguenze drastiche anche sulla propria influenza e ricchezza. Zbigniew Brzezinski, cofondatore e importante membro della Commissione Trilaterale, ha recentemente parlato di tali fratture all’interno del movimento globalista elitista in un contesto geopolitico aggiungendo che ‘un risveglio politico globale’ congiuntamente agli scontri intestini tra la elite sta minacciando di bloccare la spinta verso un governo mondiale. Nelle scorse settimane i globalisti hanno anche pubblicamente discusso i tempi tecnici a proposito se e quando l'euro come moneta unica collassera' e se tale collasso dell’euro sara’ seguito dal collasso del dollaro americano David Blanchflower, ex stratega della Banca di Inghilterra, ha indicato a Bloomberg News che la regione monetaria che utilizza l’euro come moneta comune potrebbe disitntegrarsi como risultato della crisi causata dal debito Greco che minaccia di coinvolgere altri Paesi in Europa. Jim Tucker, veterano conoscitore dei Bilderberger, fa notare nel suo ultimo articolo che, gia' da varie settimane, i mezzi di comunicazione di massa stanno preparando la gente ad accettare l’agenda dei globalisti elitisti del Gruppo Bilderberger. “I mezzi di informazione in Europa e nell’Emisfero Occidentale controllati dai Bilderbeger stanno condizionando il pubblico ad accettare due degli obiettivi piu importanti della elite super segreta ancora prima del meeting che si terra' a Sitges, Spagna, dal 4 al 7 giugno: un attacco militare americano contro l'Iran ed il salvataggio finanziario della Grecia e altri Paesi della Unione Europea”, scrive Tucker. Adesso che l'agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, la funzione principale del Gruppo Bilderger e' di sviluppare i contatti con le personalita’ politiche che terranno in un prossimo futuro importanti posizioni nella gerarchia politica del nuovo mondo. Una delle cose piu interessanti da sapere a proposito della riunione del Bilderberger che si terra' a Sitges, Spagna, e' chi saranno i partecipanti. In Inghilterra il nuovo governo di coalizione Inglese di David Cameron si e' opposto a parole al progetto dei Bilderberger per l’Europa, pero' si e' dato da fare per nominare politici pro-Europeisti per posti importanti. E' interessante osservare la presenza eventuale di Cameron e del suo compare Clegg, cos^ come sara interessante vedere se verranno invitati alla riunione membri del Partito Laburista adesso all'opposizione. Dopo le dimissioni del servo dei Bilderberger Gordon Brown e' certo che i Bilderberger pongano il veto a potenziali candidati a Primo Ministro come David Milliband. di Paul Joseph Watson Titolo originale: "Bilderberg: The Open Conspiracy " |
04 giugno 2010
Bilderberg: la cospirazione pubblica
03 giugno 2010
Mandrake, il Mago: l’alternativa c’è, ma non si vede
Preparando le bozze di un libello che fosse sia divertente quanto chiaro nello spiegare i trucchi della prestidigitazione bancaria [1], mi è venuto in mente questo titolo allusivo. Lo spunto è stata l’ultima frase del recente discorso di Bini Smaghi della BCE [2], quando conclude dicendo che “Non ci sono alternative”. Un mantra già utilizzato a suo tempo dalla malata di Alzheimer Margaret Thatcher.
Tra i trucchi degli autocrati non-eletti governatori delle banche centrali (e quindi governatori dei paesi che vi si sono sottomessi), c’è quello di ricorrere a “TINA”, acronimo inglese che sta per: “There Is No Alternative”, non c’è alternativa. Lo scopo ipnotico della frase, usato da chi ha poca fantasia, scarsa istruzione o è in piena malafede, è quello di sfuggire alla spiegazione del perché non vi sarebbero alternative. Questo trucco in realtà viene usato anche più in basso nella scala sociale. Ricordo ad esempio un curioso episodio di un conoscente che propose di passare una settimana in compagnia ad una simpatica fanciulla e di come questa insistesse piuttosto che lui si ricoverasse in una clinica psichiatrica, sostenendo, per l’appunto, TINA !
Tornando alle cose serie che interessano il lettore, non ci sarebbe alternativa ad un programma di lacrime e sangue per ripianare i deficit dei paesi indebitati. Ma proprio ieri sera alle 23 in televisione, su ITALIA1, Raz Degan intervistava David Icke che spiegava una possibile alternativa: licenziare il governatore della Banca Centrale, ridurla a mera tipografia di banconote da cedere allo stato al prezzo di costo. Stiamo parlando che il biglietto da 500 euro costerebbe così allo stato pochi centesimi, invece che di dover fare la figura del pagliaccio parlando di evasione fiscale (come faceva alla stessa ora Tremonti su RaiTre nella trasmissione BALLARO’) come dell’urgenza per ripianare il bilancio…
In sostanza, se lo stato comprasse i soldi al costo, i 700 miliardi che spende ogni anno gli costerebbero pochi milioni di tipografia. Potrebbe così rinunciare alle tasse anche totalmente, facendo riprendere fiato al paese e recuperando un po’ di credibilità prima che sia troppo tardi. Prima che le forze dell’ordine e la magistratura scoprano che, ritornando alla legalità monetaria, il loro stesso stipendio raddoppierebbe (non ci sarebbe più alcun bisogno di alcuna trattenuta). Questa è la proposta pacifica di Icke.
Il compianto professor Giacinto Auriti andava oltre, proponendo di istituire un reddito di cittadinanza addirittura, in modo da eliminare la microcriminalità e consentire la piena attuazione della Carta fondamentale dei diritti dell’uomo. Tanto, cosa costa ad uno stato onesto che paga il denaro al costo? Potrebbe addirittura permettersi delle colonie per vacanze estive per bambini di famiglie meno abbienti…
L’ostacolo è evidente: dietro alla proprietà delle banche centrali ed al loro falso in bilancio, si nasconde una truppa di “rentiers” che di fronte a questa minaccia non esitarono a scatenare la seconda guerra mondiale. Ma oggi i tempi sono cambiati. Dopo 70 anni di occupazione monetaria il nostro paese è pronto, almeno in occasione della celebrazione del 150 anno dell’Italia, ad aprire gli occhi. Anche perché, caro presidente Napolitano, i suoi discorsi – a chi ha già capito il trucco – paiono ormai davvero i vaneggiamenti di un vecchio un po’ rimbambito…
Come vorrebbe passare alla storia, Presidente? Come l’ultimo italiano che ha capito la truffa del signoraggio privato? Come un complice di Mandraghi? [3] Suvvìa, un po’ di serietà. Cominci con lo svelare che dietro alle stragi c’era Bankenstein e che gli obiettivi raggiunti a suon di bombe sono stati: la privatizzazione anarchica di Bankitalia, l’evirazione della sovranità monetaria al paese, l’orgasmo dell’alto tradimento consumato col Trattato di Maastricht (firmato da De Michelis…). Ci vuole davvero tanto ad aprire gli occhi? Salviamo almeno la faccia, per una volta.
Marco Saba
1] Titolo: “Le avventure di Mandraghi, il Mago” 2] “Challenges for the Euro Area, and the World Economy”, Rabat, 28 May 2010 “What we are currently experiencing is a crisis of public finances in advanced economies. It started with Greece, and the euro, because of the specific institutional framework which prevents Greece and the other euro area countries from using the inflation tax to overcome their budgetary problems. This will force euro area countries to address their fiscal positions earlier. It’s not easy. But it will be done, because it can be done and it has to be done in any case. And, last but not least, because there are no alternatives. ” 3] Nel solito penoso discorso annuale davanti alla Banca d’Italia, anche il governatore Mario Draghi ormai s’è accorto dell’ipocrisia del fatto che sia la Banca Centrale a comprare titoli d’indebitamento dello stato, redarguendo Trichet, quando lo stato potrebbe benissimo tagliare le enormi spese superflue (stampandosi i soldi da solo, come già fa però con le sole monete metalliche). Vedi: Considerazioni finali del Governatore (E MI SA’ STAVOLTA SONO FINALI DAVVERO)
Alcuni capitoletti già pubblicati:
I trucchi di Mandraghi: la Smaterializzazione
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/i-trucchi-di-mandraghi-la.html
I trucchi di Mandraghi: la Misdirection
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/i-trucchi-di-mandraghi-capitolo-2-la.html
i trucchi di Mandraghi: la Naturalezza
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/tutti-i-trucchi-di-mandraghi-la.html
http://www.ecb.int/press/key/date/2010/html/sp100528.en.html
http://www.bancaditalia.it/interventi/integov/2010/cf_09/cf09/cf09_considerazioni_finali.pdf
02 giugno 2010
Una bomba atomica vagante da disinnescare
1. Il criminale attacco in acque internazionali delle Forze Armate israeliane alla Freedom Flotilla in sé non ha molti elementi di novità rispetto all’usuale comportamento dello Stato non-ebraico (come lo definisce lo storico israeliano Ilan Pappé): indifferenza ad ogni norma internazionale accompagnata dalla consapevolezza della totale impunità, strage di civili inermi e, se del caso, assassinio di pacifisti. Basti pensare alla spietata uccisione della pacifista statunitense Rachel Corrie dell'International Solidarity Movement (ISM), a Rafah nel 2003, mentre si opponeva totalmente disarmata all’abbattimento di case palestinesi (non a caso una delle navi era stata battezzata col suo nome).
Ciò che desta realmente preoccupazione, al di là dell’orrore per questo massacro, è lo schema politico in cui può essere stato compiuto.
Il dato evidente su cui riflettere è la scelta di sparare proprio sulla nave turca, ovvero su un naviglio dell’unico vero alleato (finora) di Israele in Medio Oriente, con la conseguenza che la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore e annullato le previste esercitazione congiunte tra le due forze armate.
2. Il pensiero corre subito all’accordo di mediazione negoziato con successo dalla Turchia e dal Brasile con l’Iran. Questo accordo prevede, come conseguenza del suo impianto, l’automatico consenso da parte iraniana alla contabilità dei suoi stock nucleari da parte dell’AIEA.
Con ciò mettendo definitivamente la parola “fine” alla “minaccia nucleare iraniana” (seppure c’è mai stata).
Salutato con un plauso da Mosca, Washington si è invece precipitata a bocciare l’accordo, anche se con un evidente imbarazzo, perché esso non si discosta di molto da quello proposto dagli Stati Uniti stessi.
Ciò che ha irritato gli USA è vedere un ulteriore sintomo della diminuzione della propria leadership mondiale e l’emergere sempre più evidente di linee di forza geopolitiche che sfuggono al suo controllo, sotto lo sguardo compiaciuto di Mosca e di quello sornione di Pechino.
3. Ma cosa mette invece in “imbarazzo” Israele?
Da molto tempo sostengo che questo Stato sta iniziando ad essere preso dalla disperazione di veder chiudere progressivamente le finestre geopolitiche che gli permettevano di accarezzare l’idea di poter conquistare l’intera Palestina (progetto dei sionisti sia di destra sia di sinistra - ci pensi chi crede ancora alla favola dei “due popoli-due
stati”) e parallelamente di diventare la potenza militare ed economica egemonica del Medio Oriente; cosa che qualora attuabile, lo era forse quando i suoi protettori a Washington erano anche la potenza egemonica mondiale. Ma è proprio questa condizione che è messa vieppiù in discussione, sia sul lato economico sia sul lato più propriamente geopolitico.
In questa situazione Israele potrebbe essere tentata da uno di quegli “atti di follia” e da quella “furia cieca” che già nel 1954 costantemente minacciava, a difesa degli interessi di Israele, il ministro della difesa Pinhas Lavon (appartenente al Mapai, cioè al “Partito dei lavoratori della Grande Israele”, simbolo un martello e due piccole falci a formare la lettera “aleph” e due spighe di grano, non ad un partito di destra).
In questa stessa ottica possiamo oggi interpretare le minacce che Israele ha fatto deliberatamente pronunciare, in varie interviste nel febbraio 2003, a Martin Van Creveld, docente di storia militare all'Università Ebraica di Gerusalemme. Eccone una sintesi con le sue stesse parole:
«Le nostre forze armate non sono la trentesima forza mondiale, sono la seconda o la terza. Abbiamo la capacità di trascinare giù il mondo con noi. E posso assicurarvi che questo accadrà, nel caso si crolli nell'abisso».
In altri passi il professore rivelava simpatici piani di bombardamento atomico israeliano su Roma.
4. E’ chiaro che Israele non può sopportare che attorno alla Striscia di Gaza governata da Hamas si crei un clima di solidarietà internazionale.
Hamas è una spina nel fianco della corrotta e collaborazionista Autorità Palestinese, e quindi di Israele stesso e dei suoi piani; una spina nel fianco che ormai è sostenuta anche dai laici (come succede con Hezbollah in Libano). In una conferenza dell’anno scorso a Roma, un importante intellettuale palestinese che conosco da anni, da sempre ultralaico, faceva finta di impappinarsi sul nome di Abu Mazen: “Il presidente dell’Autorità, quello della Cisgiordania ... Abu ... Abu ... come si chiama?”.
Questo è un fatto. Ma oltre questo fatto, cosa significa questo criminale “avvertimento” alla Turchia che rischia la rottura diplomatica tra i due Paesi? Perché mentre la Marina israeliana attaccava la Mavi Marmara, saltava fuori che Israele sta per inviare tre sottomarini nucleari nel Golfo Persico, davanti all’Iran?
Israele agisce secondo schemi concordati con gli USA o ha intenzione di cantare fuori dal coro? Perché il fine geostratega statunitense Zbigniew Brzezinski, lo scorso settembre sul “Daily Beast” ha suggerito al presidente Obama di avvertire chiaramente Israele che se tentassero di attaccare i siti delle armi nucleari (sic) iraniane la U.S. Air Force dovrebbe fermarli?
A pensar male si fa peccato, ma spesso s’indovina, diceva Andreotti.
Stiamo allora molto attenti e, soprattutto, cerchiamo di disinnescare la bomba atomica vagante.
di Piotr
04 giugno 2010
Bilderberg: la cospirazione pubblica
Adesso l’agenda per un governo globale e’ pubblica. L'importanza del Gruppo Bilderberger si basa sui politici controllati. Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, quello che rende importante la riunione annuale del Gruppo Bilderger è quali siano le personalita’ politiche che si stanno coltivando per appoggiare tali sviluppi. La maggioranza degli argomenti della riunione annuale sono stati resi pubblici nelle scorse settimane: la possibilita di un attacco militare contro l'Iran e il futuro crollo dell’euro. I membri della Commisione Trilaterale, abituali partecipanti a tali riumioni, hanno fatto sapere che si parlera’ seriamente di una Guerra contro l'Iran da tenersi mentre l’elite approfitta delle conseguenze della crisi economica per centralizzare e rendere piu stretti i regolamenti riguardanti le operazioni finanziarie. Nella foto: Ben Bernanke si reca a una riunione del gruppo Bilderberg Le conseguenze di una eventuale guerra contro l'Iran provocheranno una spaccatura tra i membri del Gruppo Bilderberger come e’ gia successo nel caso della guerra all'Iraq. Durante il recente incontro avvenuto a Dublino, i membri della Commissione Trilaterale, in cui solitamente si discutono gli stessi argomenti che verrano poi trattati negli incontri Bilderberger, Mikhail Slobodovsici (principale consigliere del gruppo Russo) parlando con un membro di We Are Change, che aveva scambiato per un collega, si e' lasciato sfuggire: “Stiamo cambiando il mondo…Abbiamo bisogno di un governo mondiale” e, parlando poi di Iran “dobbiamo liberarci di loro”. Il presidente del Fondo Monetario Internazionale, e membro del Gruppo Bilderberger, Dominique Strauss Kahn in un recente discorso fatto ad una riunione elitista a Zurigo ha riconfermato la tendenza a presentare l'opzione del governo mondiale come unica soluzione per risolvere la crisi economica quando ha detto che i globalisti devono vedere la crisi ‘come una opportunita’ per arrivare ad ‘una nuova moneta emessa da un banca centrale mondiale’. Le nostri fonti presso il Bilderberger indicano che esiste una grande frattura nei gruppi globalisti elitisti. Gli elitisti piu giovani ed i nouveaux riche sono preoccupati perche l'economia globale sta affondando troppo presto e troppo velocemente, cosa che potrebbe provocare sul lungo termine conseguenze drastiche anche sulla propria influenza e ricchezza. Zbigniew Brzezinski, cofondatore e importante membro della Commissione Trilaterale, ha recentemente parlato di tali fratture all’interno del movimento globalista elitista in un contesto geopolitico aggiungendo che ‘un risveglio politico globale’ congiuntamente agli scontri intestini tra la elite sta minacciando di bloccare la spinta verso un governo mondiale. Nelle scorse settimane i globalisti hanno anche pubblicamente discusso i tempi tecnici a proposito se e quando l'euro come moneta unica collassera' e se tale collasso dell’euro sara’ seguito dal collasso del dollaro americano David Blanchflower, ex stratega della Banca di Inghilterra, ha indicato a Bloomberg News che la regione monetaria che utilizza l’euro come moneta comune potrebbe disitntegrarsi como risultato della crisi causata dal debito Greco che minaccia di coinvolgere altri Paesi in Europa. Jim Tucker, veterano conoscitore dei Bilderberger, fa notare nel suo ultimo articolo che, gia' da varie settimane, i mezzi di comunicazione di massa stanno preparando la gente ad accettare l’agenda dei globalisti elitisti del Gruppo Bilderberger. “I mezzi di informazione in Europa e nell’Emisfero Occidentale controllati dai Bilderbeger stanno condizionando il pubblico ad accettare due degli obiettivi piu importanti della elite super segreta ancora prima del meeting che si terra' a Sitges, Spagna, dal 4 al 7 giugno: un attacco militare americano contro l'Iran ed il salvataggio finanziario della Grecia e altri Paesi della Unione Europea”, scrive Tucker. Adesso che l'agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, la funzione principale del Gruppo Bilderger e' di sviluppare i contatti con le personalita’ politiche che terranno in un prossimo futuro importanti posizioni nella gerarchia politica del nuovo mondo. Una delle cose piu interessanti da sapere a proposito della riunione del Bilderberger che si terra' a Sitges, Spagna, e' chi saranno i partecipanti. In Inghilterra il nuovo governo di coalizione Inglese di David Cameron si e' opposto a parole al progetto dei Bilderberger per l’Europa, pero' si e' dato da fare per nominare politici pro-Europeisti per posti importanti. E' interessante osservare la presenza eventuale di Cameron e del suo compare Clegg, cos^ come sara interessante vedere se verranno invitati alla riunione membri del Partito Laburista adesso all'opposizione. Dopo le dimissioni del servo dei Bilderberger Gordon Brown e' certo che i Bilderberger pongano il veto a potenziali candidati a Primo Ministro come David Milliband. di Paul Joseph Watson Titolo originale: "Bilderberg: The Open Conspiracy " |
03 giugno 2010
Mandrake, il Mago: l’alternativa c’è, ma non si vede
Preparando le bozze di un libello che fosse sia divertente quanto chiaro nello spiegare i trucchi della prestidigitazione bancaria [1], mi è venuto in mente questo titolo allusivo. Lo spunto è stata l’ultima frase del recente discorso di Bini Smaghi della BCE [2], quando conclude dicendo che “Non ci sono alternative”. Un mantra già utilizzato a suo tempo dalla malata di Alzheimer Margaret Thatcher.
Tra i trucchi degli autocrati non-eletti governatori delle banche centrali (e quindi governatori dei paesi che vi si sono sottomessi), c’è quello di ricorrere a “TINA”, acronimo inglese che sta per: “There Is No Alternative”, non c’è alternativa. Lo scopo ipnotico della frase, usato da chi ha poca fantasia, scarsa istruzione o è in piena malafede, è quello di sfuggire alla spiegazione del perché non vi sarebbero alternative. Questo trucco in realtà viene usato anche più in basso nella scala sociale. Ricordo ad esempio un curioso episodio di un conoscente che propose di passare una settimana in compagnia ad una simpatica fanciulla e di come questa insistesse piuttosto che lui si ricoverasse in una clinica psichiatrica, sostenendo, per l’appunto, TINA !
Tornando alle cose serie che interessano il lettore, non ci sarebbe alternativa ad un programma di lacrime e sangue per ripianare i deficit dei paesi indebitati. Ma proprio ieri sera alle 23 in televisione, su ITALIA1, Raz Degan intervistava David Icke che spiegava una possibile alternativa: licenziare il governatore della Banca Centrale, ridurla a mera tipografia di banconote da cedere allo stato al prezzo di costo. Stiamo parlando che il biglietto da 500 euro costerebbe così allo stato pochi centesimi, invece che di dover fare la figura del pagliaccio parlando di evasione fiscale (come faceva alla stessa ora Tremonti su RaiTre nella trasmissione BALLARO’) come dell’urgenza per ripianare il bilancio…
In sostanza, se lo stato comprasse i soldi al costo, i 700 miliardi che spende ogni anno gli costerebbero pochi milioni di tipografia. Potrebbe così rinunciare alle tasse anche totalmente, facendo riprendere fiato al paese e recuperando un po’ di credibilità prima che sia troppo tardi. Prima che le forze dell’ordine e la magistratura scoprano che, ritornando alla legalità monetaria, il loro stesso stipendio raddoppierebbe (non ci sarebbe più alcun bisogno di alcuna trattenuta). Questa è la proposta pacifica di Icke.
Il compianto professor Giacinto Auriti andava oltre, proponendo di istituire un reddito di cittadinanza addirittura, in modo da eliminare la microcriminalità e consentire la piena attuazione della Carta fondamentale dei diritti dell’uomo. Tanto, cosa costa ad uno stato onesto che paga il denaro al costo? Potrebbe addirittura permettersi delle colonie per vacanze estive per bambini di famiglie meno abbienti…
L’ostacolo è evidente: dietro alla proprietà delle banche centrali ed al loro falso in bilancio, si nasconde una truppa di “rentiers” che di fronte a questa minaccia non esitarono a scatenare la seconda guerra mondiale. Ma oggi i tempi sono cambiati. Dopo 70 anni di occupazione monetaria il nostro paese è pronto, almeno in occasione della celebrazione del 150 anno dell’Italia, ad aprire gli occhi. Anche perché, caro presidente Napolitano, i suoi discorsi – a chi ha già capito il trucco – paiono ormai davvero i vaneggiamenti di un vecchio un po’ rimbambito…
Come vorrebbe passare alla storia, Presidente? Come l’ultimo italiano che ha capito la truffa del signoraggio privato? Come un complice di Mandraghi? [3] Suvvìa, un po’ di serietà. Cominci con lo svelare che dietro alle stragi c’era Bankenstein e che gli obiettivi raggiunti a suon di bombe sono stati: la privatizzazione anarchica di Bankitalia, l’evirazione della sovranità monetaria al paese, l’orgasmo dell’alto tradimento consumato col Trattato di Maastricht (firmato da De Michelis…). Ci vuole davvero tanto ad aprire gli occhi? Salviamo almeno la faccia, per una volta.
Marco Saba
1] Titolo: “Le avventure di Mandraghi, il Mago” 2] “Challenges for the Euro Area, and the World Economy”, Rabat, 28 May 2010 “What we are currently experiencing is a crisis of public finances in advanced economies. It started with Greece, and the euro, because of the specific institutional framework which prevents Greece and the other euro area countries from using the inflation tax to overcome their budgetary problems. This will force euro area countries to address their fiscal positions earlier. It’s not easy. But it will be done, because it can be done and it has to be done in any case. And, last but not least, because there are no alternatives. ” 3] Nel solito penoso discorso annuale davanti alla Banca d’Italia, anche il governatore Mario Draghi ormai s’è accorto dell’ipocrisia del fatto che sia la Banca Centrale a comprare titoli d’indebitamento dello stato, redarguendo Trichet, quando lo stato potrebbe benissimo tagliare le enormi spese superflue (stampandosi i soldi da solo, come già fa però con le sole monete metalliche). Vedi: Considerazioni finali del Governatore (E MI SA’ STAVOLTA SONO FINALI DAVVERO)
Alcuni capitoletti già pubblicati:
I trucchi di Mandraghi: la Smaterializzazione
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/i-trucchi-di-mandraghi-la.html
I trucchi di Mandraghi: la Misdirection
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/i-trucchi-di-mandraghi-capitolo-2-la.html
i trucchi di Mandraghi: la Naturalezza
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/tutti-i-trucchi-di-mandraghi-la.html
http://www.ecb.int/press/key/date/2010/html/sp100528.en.html
http://www.bancaditalia.it/interventi/integov/2010/cf_09/cf09/cf09_considerazioni_finali.pdf
02 giugno 2010
Una bomba atomica vagante da disinnescare
1. Il criminale attacco in acque internazionali delle Forze Armate israeliane alla Freedom Flotilla in sé non ha molti elementi di novità rispetto all’usuale comportamento dello Stato non-ebraico (come lo definisce lo storico israeliano Ilan Pappé): indifferenza ad ogni norma internazionale accompagnata dalla consapevolezza della totale impunità, strage di civili inermi e, se del caso, assassinio di pacifisti. Basti pensare alla spietata uccisione della pacifista statunitense Rachel Corrie dell'International Solidarity Movement (ISM), a Rafah nel 2003, mentre si opponeva totalmente disarmata all’abbattimento di case palestinesi (non a caso una delle navi era stata battezzata col suo nome).
Ciò che desta realmente preoccupazione, al di là dell’orrore per questo massacro, è lo schema politico in cui può essere stato compiuto.
Il dato evidente su cui riflettere è la scelta di sparare proprio sulla nave turca, ovvero su un naviglio dell’unico vero alleato (finora) di Israele in Medio Oriente, con la conseguenza che la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore e annullato le previste esercitazione congiunte tra le due forze armate.
2. Il pensiero corre subito all’accordo di mediazione negoziato con successo dalla Turchia e dal Brasile con l’Iran. Questo accordo prevede, come conseguenza del suo impianto, l’automatico consenso da parte iraniana alla contabilità dei suoi stock nucleari da parte dell’AIEA.
Con ciò mettendo definitivamente la parola “fine” alla “minaccia nucleare iraniana” (seppure c’è mai stata).
Salutato con un plauso da Mosca, Washington si è invece precipitata a bocciare l’accordo, anche se con un evidente imbarazzo, perché esso non si discosta di molto da quello proposto dagli Stati Uniti stessi.
Ciò che ha irritato gli USA è vedere un ulteriore sintomo della diminuzione della propria leadership mondiale e l’emergere sempre più evidente di linee di forza geopolitiche che sfuggono al suo controllo, sotto lo sguardo compiaciuto di Mosca e di quello sornione di Pechino.
3. Ma cosa mette invece in “imbarazzo” Israele?
Da molto tempo sostengo che questo Stato sta iniziando ad essere preso dalla disperazione di veder chiudere progressivamente le finestre geopolitiche che gli permettevano di accarezzare l’idea di poter conquistare l’intera Palestina (progetto dei sionisti sia di destra sia di sinistra - ci pensi chi crede ancora alla favola dei “due popoli-due
stati”) e parallelamente di diventare la potenza militare ed economica egemonica del Medio Oriente; cosa che qualora attuabile, lo era forse quando i suoi protettori a Washington erano anche la potenza egemonica mondiale. Ma è proprio questa condizione che è messa vieppiù in discussione, sia sul lato economico sia sul lato più propriamente geopolitico.
In questa situazione Israele potrebbe essere tentata da uno di quegli “atti di follia” e da quella “furia cieca” che già nel 1954 costantemente minacciava, a difesa degli interessi di Israele, il ministro della difesa Pinhas Lavon (appartenente al Mapai, cioè al “Partito dei lavoratori della Grande Israele”, simbolo un martello e due piccole falci a formare la lettera “aleph” e due spighe di grano, non ad un partito di destra).
In questa stessa ottica possiamo oggi interpretare le minacce che Israele ha fatto deliberatamente pronunciare, in varie interviste nel febbraio 2003, a Martin Van Creveld, docente di storia militare all'Università Ebraica di Gerusalemme. Eccone una sintesi con le sue stesse parole:
«Le nostre forze armate non sono la trentesima forza mondiale, sono la seconda o la terza. Abbiamo la capacità di trascinare giù il mondo con noi. E posso assicurarvi che questo accadrà, nel caso si crolli nell'abisso».
In altri passi il professore rivelava simpatici piani di bombardamento atomico israeliano su Roma.
4. E’ chiaro che Israele non può sopportare che attorno alla Striscia di Gaza governata da Hamas si crei un clima di solidarietà internazionale.
Hamas è una spina nel fianco della corrotta e collaborazionista Autorità Palestinese, e quindi di Israele stesso e dei suoi piani; una spina nel fianco che ormai è sostenuta anche dai laici (come succede con Hezbollah in Libano). In una conferenza dell’anno scorso a Roma, un importante intellettuale palestinese che conosco da anni, da sempre ultralaico, faceva finta di impappinarsi sul nome di Abu Mazen: “Il presidente dell’Autorità, quello della Cisgiordania ... Abu ... Abu ... come si chiama?”.
Questo è un fatto. Ma oltre questo fatto, cosa significa questo criminale “avvertimento” alla Turchia che rischia la rottura diplomatica tra i due Paesi? Perché mentre la Marina israeliana attaccava la Mavi Marmara, saltava fuori che Israele sta per inviare tre sottomarini nucleari nel Golfo Persico, davanti all’Iran?
Israele agisce secondo schemi concordati con gli USA o ha intenzione di cantare fuori dal coro? Perché il fine geostratega statunitense Zbigniew Brzezinski, lo scorso settembre sul “Daily Beast” ha suggerito al presidente Obama di avvertire chiaramente Israele che se tentassero di attaccare i siti delle armi nucleari (sic) iraniane la U.S. Air Force dovrebbe fermarli?
A pensar male si fa peccato, ma spesso s’indovina, diceva Andreotti.
Stiamo allora molto attenti e, soprattutto, cerchiamo di disinnescare la bomba atomica vagante.
di Piotr