09 giugno 2010

1000


Giunti al quarto anno, al millesimo articolo su questo blog dovrei essere contento ma, non è così.
Una amarezza spirituale difficile da colmare. Uno spazio nel web pensato per riflettere idee e pensieri nascosti o dimenticati è diventato un diario di soprusi diventati a loro volta legali, da, governi lontani dai bisogni reali dei cittadini e dei popoli. Non era questa la mission, ma adesso questa è la realtà. Vorrei chiudere con una massima :
"Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa , costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta"
(Buckminster Fuller).
Cambiamola insieme, dammi un punto (d'appoggio) di riferimento che ti (solleverò) modificherò il mondo.

08 giugno 2010

L'indegno baraccone

http://www.ossidia.it/wp-content/uploads/2009/05/botero.jpg

L’intervento telefonico a Ballarò dell'onnipresente Silvio Berlusconi (nel pomeriggio aveva partecipato al ricevimento del Quirinale per la Festa della Repubblica democratica con quell'"allegra spensieratezza" – così riferiscono le cronache – che certamente si conviene a un presidente del Consiglio di un Paese in crisi), il quale dopo aver dichiarato che “non è accettabile sentire in una Tv di Stato certe menzogne!”, ha buttato giù la cornetta, con la signorilità che sempre lo contraddistingue, ha suscitato il solito canaio. Floris si è preso la parte dell'eroe perché ha replicato che “è inaccettabile in una tv che si inizi un dialogo, ma poi si insulti e si butti giù il telefono” e ha avuto l'approvazione del presidente della Rai Paolo Garimberti. In risposta Paolo Romani, viceministro Pdl con delega alle Comunicazioni, ha stilato una sorta di "lista di proscrizione" in cui ha infilato una serie di conduttori e di trasmissioni di sinistra. Sono insorti i consiglieri di Amministrazione di centrosinistra Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten mentre Garimberti difendeva "l'autonomia della Rai".

Sono tutte questioni di lana caprina: non esiste alcuna "autonomia della Rai". Da sempre la Rai, Ente di Stato, e quindi di tutti i cittadini, è occupata arbitrariamente e illegittimamente dai partiti, cioè da delle associazioni private cui la Costituzione dedica un solo articolo, il 49, che recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere... a determinare la politica nazionale”. Una funzione, come si vede, che non c'entra niente con la Rai-Tv, né in alcuna legge ordinaria sta scritto che i partiti abbiano diritto di impossessarsene. Invece così è, come tutti sanno. Antonio Marano, il direttore di RaiDue, è un leghista, Minzolini un berlusconiano doc, Vespa da quindici anni è sdraiato come una sogliola ai piedi del presidente del Consiglio, Santoro appartiene a una delle cricche del Pd, RaiTre è appaltata alla sinistra, il Consiglio di amministrazione, Garimberti compreso, è diviso fra esponenti del centrodestra e del centrosinistra.

Inoltre, come mi ha spiegato Daniele Luttazzi (l'unica, vera vittima dell'"Editto bulgaro", escluso "in saeculam saeculorum" dalla Tv pubblica nonostante a teatro faccia 6000 spettatori a sera) in Rai esistono delle subcricche che fanno comunque capo a qualche padrino politico. La Rai è spartita secondo il più rigoroso manuale Cencelli che cambia le sue geometrie a seconda di chi è al governo in quel momento, ma non la sostanza delle cose. Come se ne esce? Finché l'Italia resta questa non se ne esce. Dovrebbero essere i partiti a spazzar via dalla Rai i partiti.

È come chiedere a un vampiro di succhiare il proprio sangue. I partiti, che hanno trasformato la democrazia italiana in un sistema di oligarchie e di aristocrazie mascherate, diciamo pure: di mafie, sono i padroni del Paese. Oltre e al di là della Rai hanno occupato tutte le Istituzioni dello Stato, presidenza della Repubblica, presidenza del Consiglio, governo, le amministrazioni regionali, provinciali, comunali, parte del Csm, le aziende parastatali, le Spa comunali, gli ospedali, le Asl, le banche, gli ex Iacp, gli enti culturali, le aziende di soggiorno, le terme, i porti, gli acquedotti, i teatri, i conservatori, le mostre e anche vaste fette delle professioni. Il "sistema Mastella" e i recenti scandali ci dicono che in Italia non si può fare nemmeno il chirurgo o l'architetto senza baciare la babuccia del boss di turno o di zona. Siamo tornati alla vergogna della "tessera del pane" di fascista memoria. Solo un evento traumatico, come fu allora la guerra e oggi un'acutissima crisi economica, potrebbe spingere gli imbelli italiani, pecore da tosare, asini al basto, a ribellarsi e a buttare all'aria l'indegno baraccone paludato da democrazia e mandare i responsabili a zappare la terra. Possibilmente per seppellirvicisi.

di Massimo Fini

07 giugno 2010

Spiro Latsis e l'Impero britannico esteso


Una grossa fetta dei 145 miliardi di euro di soldi dei contribuenti promessi dall'UE alla Grecia andrà alle banche di proprietà del miliardario greco Spiro Latsis (il greco più ricco al mondo), rampollo di una delle più grosse famiglie di armatori e proprietari di banche.

A quanto risulta, le banche che appartengono alla holding di Latsis, la European Financial Group EFG SA, detengono 12 miliardi di euro di BOT greci. Alla fine dell'anno scorso il gruppo ha spostato la sede ufficiale dalla Svizzera al Lussemburgo, un paese dell'Eurozona. Con questa mossa, la EFG Eurobank, la filiale greca che possiede i 12 miliardi di titoli dello stato greco, è stata riclassificata diventando una banca "greca", dunque idonea a beneficiare dei fondi UE e della Banca Centrale Europea. Il caso è stato denunciato nel magazine politico del primo canale della televisione tedesca, ARD, il 21 maggio. L'esposizione totale del gruppo di Latsis è però ben maggiore dei 12 miliardi denunciati da ARD. Una fonte alla Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea ha confermato che le banche del gruppo EFG detengono oltre 60 miliardi di Euro di debito greco (sia pubblico che privato) dal settembre 2009, il che significa che questa cifra potrebbe essere più alta nel frattempo.

A rendere ancor più fosco lo scandalo, è stato rivelato che Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, ha trascorso svariate vacanze con la sua famiglia sullo yacht di Latsis, l'Alexandros. Lo staff di Barroso nega ogni conflitto di interessi, ma il Presidente della Commissione UE ha esercitato fortissime pressioni sulla Germania affinché concedesse gli aiuti.

Mentre i media definiscono questo uno scandalo "greco", in realtà esso è uno scandalo dell'Impero britannico, in quanto l'impero finanziario e navale dei Latsis fa parte dell'Impero britannico esteso. Un altro ospite regolare sullo yacht Alexandros è il principe Carlo. Non sorprende, in quanto suo padre, il principe Filippo d'Edimburgo, è un membro della famiglia reale greca, messa al trono nel XIX secolo dall'Impero britannico. Filippo è cugino del deposto re di Grecia, Costantino, che ora vive a Londra ed è il padrino del nipote di Filippo, il principe William. Una volta deposto, e quando gli furono negati i soldi dei contribuenti greci, Costantino, in cambio di poco lavoro, ricevette un generoso salario dalla famiglia Latsis.

John Latsis, padre di Spiro Latsis, era vicino alla famiglia reale saudita ed ha costruito alcune delle raffinerie di petrolio del paese ed altri progetti edili, mentre si occupava delle spedizioni del petrolio saudita. Ha fatto una fortuna grazie allo spot market del petrolio creato dall'oligarchia anglo-olandese. Suo figlio, Spiro, ha studiato alla London School of Economics nello stesso periodo in cui era iscritto anche l'attuale Primo ministro greco George Papandreou.

Stando ad un articolo della stampa finanziaria, il "boss dietro l'impero finanziario dei Latsis" è il banchiere svizzero Jean Pierre Cuoni che, tra il 1990 ed il 1994, è stato amministratore delegato della Coutts and Co. Private and Commercial Banking, la stessa Coutts che per generazioni funse da banca privata della famiglia reale britannica. Nel 1969 fu acquisita dalla banca commerciale britannica NatWest, assorbita a sua volta dalla Royal Bank of Scotland. Nel 1995 Cuoni, insieme ad altri tre dirigenti della Coutts, decise di creare una nuova banca specificamente modellata sul vecchio modello di banca privata per rispondere alle esigenze di tutti i "clienti ultra ricchi" e chiese aiuto a Spiro. Fu deciso di usare la Banque des Dépots di Latsis a Ginevra, insieme alla filiale svizzera della Royal Bank of Scotland, appartenente al Gruppo Inter-Alpha, per costituire lo European Financial Group.

Il gruppo include il braccio bancario privato costituito dalla EFG International di Zurigo, con un capitale di 90 miliardi di franchi svizzeri, la EFG Eurobank Egasias SA di Atene, e la EFG Bank European Financial Group SA di Ginevra. I tre sottogruppi vengono gestiti dal quartier generale al Lussemburgo denominato European Financial Group EFG SA.

by (MoviSol)

09 giugno 2010

1000


Giunti al quarto anno, al millesimo articolo su questo blog dovrei essere contento ma, non è così.
Una amarezza spirituale difficile da colmare. Uno spazio nel web pensato per riflettere idee e pensieri nascosti o dimenticati è diventato un diario di soprusi diventati a loro volta legali, da, governi lontani dai bisogni reali dei cittadini e dei popoli. Non era questa la mission, ma adesso questa è la realtà. Vorrei chiudere con una massima :
"Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa , costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta"
(Buckminster Fuller).
Cambiamola insieme, dammi un punto (d'appoggio) di riferimento che ti (solleverò) modificherò il mondo.

08 giugno 2010

L'indegno baraccone

http://www.ossidia.it/wp-content/uploads/2009/05/botero.jpg

L’intervento telefonico a Ballarò dell'onnipresente Silvio Berlusconi (nel pomeriggio aveva partecipato al ricevimento del Quirinale per la Festa della Repubblica democratica con quell'"allegra spensieratezza" – così riferiscono le cronache – che certamente si conviene a un presidente del Consiglio di un Paese in crisi), il quale dopo aver dichiarato che “non è accettabile sentire in una Tv di Stato certe menzogne!”, ha buttato giù la cornetta, con la signorilità che sempre lo contraddistingue, ha suscitato il solito canaio. Floris si è preso la parte dell'eroe perché ha replicato che “è inaccettabile in una tv che si inizi un dialogo, ma poi si insulti e si butti giù il telefono” e ha avuto l'approvazione del presidente della Rai Paolo Garimberti. In risposta Paolo Romani, viceministro Pdl con delega alle Comunicazioni, ha stilato una sorta di "lista di proscrizione" in cui ha infilato una serie di conduttori e di trasmissioni di sinistra. Sono insorti i consiglieri di Amministrazione di centrosinistra Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten mentre Garimberti difendeva "l'autonomia della Rai".

Sono tutte questioni di lana caprina: non esiste alcuna "autonomia della Rai". Da sempre la Rai, Ente di Stato, e quindi di tutti i cittadini, è occupata arbitrariamente e illegittimamente dai partiti, cioè da delle associazioni private cui la Costituzione dedica un solo articolo, il 49, che recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere... a determinare la politica nazionale”. Una funzione, come si vede, che non c'entra niente con la Rai-Tv, né in alcuna legge ordinaria sta scritto che i partiti abbiano diritto di impossessarsene. Invece così è, come tutti sanno. Antonio Marano, il direttore di RaiDue, è un leghista, Minzolini un berlusconiano doc, Vespa da quindici anni è sdraiato come una sogliola ai piedi del presidente del Consiglio, Santoro appartiene a una delle cricche del Pd, RaiTre è appaltata alla sinistra, il Consiglio di amministrazione, Garimberti compreso, è diviso fra esponenti del centrodestra e del centrosinistra.

Inoltre, come mi ha spiegato Daniele Luttazzi (l'unica, vera vittima dell'"Editto bulgaro", escluso "in saeculam saeculorum" dalla Tv pubblica nonostante a teatro faccia 6000 spettatori a sera) in Rai esistono delle subcricche che fanno comunque capo a qualche padrino politico. La Rai è spartita secondo il più rigoroso manuale Cencelli che cambia le sue geometrie a seconda di chi è al governo in quel momento, ma non la sostanza delle cose. Come se ne esce? Finché l'Italia resta questa non se ne esce. Dovrebbero essere i partiti a spazzar via dalla Rai i partiti.

È come chiedere a un vampiro di succhiare il proprio sangue. I partiti, che hanno trasformato la democrazia italiana in un sistema di oligarchie e di aristocrazie mascherate, diciamo pure: di mafie, sono i padroni del Paese. Oltre e al di là della Rai hanno occupato tutte le Istituzioni dello Stato, presidenza della Repubblica, presidenza del Consiglio, governo, le amministrazioni regionali, provinciali, comunali, parte del Csm, le aziende parastatali, le Spa comunali, gli ospedali, le Asl, le banche, gli ex Iacp, gli enti culturali, le aziende di soggiorno, le terme, i porti, gli acquedotti, i teatri, i conservatori, le mostre e anche vaste fette delle professioni. Il "sistema Mastella" e i recenti scandali ci dicono che in Italia non si può fare nemmeno il chirurgo o l'architetto senza baciare la babuccia del boss di turno o di zona. Siamo tornati alla vergogna della "tessera del pane" di fascista memoria. Solo un evento traumatico, come fu allora la guerra e oggi un'acutissima crisi economica, potrebbe spingere gli imbelli italiani, pecore da tosare, asini al basto, a ribellarsi e a buttare all'aria l'indegno baraccone paludato da democrazia e mandare i responsabili a zappare la terra. Possibilmente per seppellirvicisi.

di Massimo Fini

07 giugno 2010

Spiro Latsis e l'Impero britannico esteso


Una grossa fetta dei 145 miliardi di euro di soldi dei contribuenti promessi dall'UE alla Grecia andrà alle banche di proprietà del miliardario greco Spiro Latsis (il greco più ricco al mondo), rampollo di una delle più grosse famiglie di armatori e proprietari di banche.

A quanto risulta, le banche che appartengono alla holding di Latsis, la European Financial Group EFG SA, detengono 12 miliardi di euro di BOT greci. Alla fine dell'anno scorso il gruppo ha spostato la sede ufficiale dalla Svizzera al Lussemburgo, un paese dell'Eurozona. Con questa mossa, la EFG Eurobank, la filiale greca che possiede i 12 miliardi di titoli dello stato greco, è stata riclassificata diventando una banca "greca", dunque idonea a beneficiare dei fondi UE e della Banca Centrale Europea. Il caso è stato denunciato nel magazine politico del primo canale della televisione tedesca, ARD, il 21 maggio. L'esposizione totale del gruppo di Latsis è però ben maggiore dei 12 miliardi denunciati da ARD. Una fonte alla Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea ha confermato che le banche del gruppo EFG detengono oltre 60 miliardi di Euro di debito greco (sia pubblico che privato) dal settembre 2009, il che significa che questa cifra potrebbe essere più alta nel frattempo.

A rendere ancor più fosco lo scandalo, è stato rivelato che Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, ha trascorso svariate vacanze con la sua famiglia sullo yacht di Latsis, l'Alexandros. Lo staff di Barroso nega ogni conflitto di interessi, ma il Presidente della Commissione UE ha esercitato fortissime pressioni sulla Germania affinché concedesse gli aiuti.

Mentre i media definiscono questo uno scandalo "greco", in realtà esso è uno scandalo dell'Impero britannico, in quanto l'impero finanziario e navale dei Latsis fa parte dell'Impero britannico esteso. Un altro ospite regolare sullo yacht Alexandros è il principe Carlo. Non sorprende, in quanto suo padre, il principe Filippo d'Edimburgo, è un membro della famiglia reale greca, messa al trono nel XIX secolo dall'Impero britannico. Filippo è cugino del deposto re di Grecia, Costantino, che ora vive a Londra ed è il padrino del nipote di Filippo, il principe William. Una volta deposto, e quando gli furono negati i soldi dei contribuenti greci, Costantino, in cambio di poco lavoro, ricevette un generoso salario dalla famiglia Latsis.

John Latsis, padre di Spiro Latsis, era vicino alla famiglia reale saudita ed ha costruito alcune delle raffinerie di petrolio del paese ed altri progetti edili, mentre si occupava delle spedizioni del petrolio saudita. Ha fatto una fortuna grazie allo spot market del petrolio creato dall'oligarchia anglo-olandese. Suo figlio, Spiro, ha studiato alla London School of Economics nello stesso periodo in cui era iscritto anche l'attuale Primo ministro greco George Papandreou.

Stando ad un articolo della stampa finanziaria, il "boss dietro l'impero finanziario dei Latsis" è il banchiere svizzero Jean Pierre Cuoni che, tra il 1990 ed il 1994, è stato amministratore delegato della Coutts and Co. Private and Commercial Banking, la stessa Coutts che per generazioni funse da banca privata della famiglia reale britannica. Nel 1969 fu acquisita dalla banca commerciale britannica NatWest, assorbita a sua volta dalla Royal Bank of Scotland. Nel 1995 Cuoni, insieme ad altri tre dirigenti della Coutts, decise di creare una nuova banca specificamente modellata sul vecchio modello di banca privata per rispondere alle esigenze di tutti i "clienti ultra ricchi" e chiese aiuto a Spiro. Fu deciso di usare la Banque des Dépots di Latsis a Ginevra, insieme alla filiale svizzera della Royal Bank of Scotland, appartenente al Gruppo Inter-Alpha, per costituire lo European Financial Group.

Il gruppo include il braccio bancario privato costituito dalla EFG International di Zurigo, con un capitale di 90 miliardi di franchi svizzeri, la EFG Eurobank Egasias SA di Atene, e la EFG Bank European Financial Group SA di Ginevra. I tre sottogruppi vengono gestiti dal quartier generale al Lussemburgo denominato European Financial Group EFG SA.

by (MoviSol)