25 giugno 2010
La Commissione UE opta per il fascismo fiscale
Le minacce di Barroso sono state riassunte da John Monks, segretario generale dello European Trade Union Congress (ETUC), in un'intervista all'EU Observer il 14 giugno. "Ho avuto una discussione con Barroso lo scorso venerdì", ha detto Monks, "su che cosa si può fare per la Grecia, la Spagna, il Portogallo e il resto, e il suo messaggio è stato brusco: 'Guarda, se non applicano questi pacchetti d'austerità, quei paesi potrebbero virtualmente sparire nella forma democratica in cui li conosciamo. Non hanno scelta, prendere o lasciare'… Ci ha sbigottiti con una visione apocalittica delle democrazie europee al collasso a causa dell'indebitamento".
Monks stesso sostiene, al contrario, che proprio le misure di austerità condurranno a tale situazione. "Stiamo tornando", ha detto, "agli anni '30, quando, con la Grande Depressione, alla fine ci ritrovammo le dittature militari. Non sto dicendo che ci siamo già, ma è potenzialmente molto grave, non solo economicamente ma anche politicamente".
Helga Zepp LaRouche ha stigmatizzato gli argomenti di Barroso: "E' vero esattamente l'opposto [di quanto afferma il Presidente della Commissione UE]: se i governi europei continueranno a capitolare al diktat dell'UE e espandere il debito statale in modo inflazionistico solo per salvare o nazionalizzare banche scassate, mentre contemporaneamente tagliano brutalmente i livelli di vita degli strati della popolazione poveri o meno abbienti, allora la minaccia di un'apocalisse è reale". La signora Zepp LaRouche ha fatto riferimento alla scadenza del 1 luglio, quando scadono 442 miliardi di finanziamenti a un anno della BCE alle banche europee, o alla data in cui la Grecia chiederà un nuovo salvataggio o la Spagna si farà avanti per il suo pacchetto di salvataggio, come possibili punti traumatici che potrebbero far collassare il sistema. Come dimostra il ruolo storico svolto da Lord Cockfield, le politiche molto "europee" che vengono seguite supinamente dall'Europa continentale hanno origine negli ambienti imperialistici londinesi.
Questo fatto è stato reso palese ancora una volta al vertice UE di Bruxelles del 17 giugno, quando la Commissione Europea, nella persona del Commissario alle Finanze Olli Rehn, ha richiesto programmi di austerità ancora più distruttivi da parte dei governi europei, ammettendo che ogni tornata di tagli peggiora la situazione. Lyndon LaRouche ha commentato che la politica di Rehn è "semplice iperinflazione automatica". Gli obbiettivi di deficit imposti dalla Commissione appena due mesi fa vengono oggi dichiarati inadeguati. "Se continueranno con questa politica, il prossimo mese non ci sarà nessuno", ha sentenziato LaRouche.
Nel frattempo, il Primo ministro britannico David Cameron ha confermato che Londra sta dietro la "dittatura economica" dell'Eurozona, anche se la Gran Bretagna non entrerà nella moneta unica. Ad una conferenza stampa ai margini del vertice, ha affermato: "Chiariamo questa cosa: la Gran Bretagna non è d'accordo e non acconsentirà che vengano trasferiti ulteriori poteri da Westminster a Bruxelles; non siamo membri dell'euro. Noi presenteremo sempre il nostro bilancio prima al Parlamento. Ma se gli stati membri dell'euro ora ritengono che, a causa della situazione critica in cui si trovano, debbano stipulare nuovi accordi di governance [cioè un supergoverno fascista dell'UE], dovranno procedere con questo piano".
Il commento di LaRouche è stato: "Che bello, che carino… se i popoli dell'Europa continentale vogliono essere schiavi, lo diventeranno".
24 giugno 2010
La crisi dell'euro provoca il fallimento degli stati e la paralisi dei governi
Un segno dei tempi? Cinque settimane dopo le elezioni per il parlamento regionale nel NRW, tutte le opzioni per un governo di coalizione sono crollate, e la coalizione precedente tra il CDU e l'FDP (liberali) rimarrà al potere per ora anche senza maggioranza nel parlamento regionale.
È un brutto auspicio per gli scenari che vengono ventilati sulla stampa in questi giorni, che parlano per esempio di una divisione dell'eurozona tra una parte settentrionale guidata dalla Germania ed una parte meridionale guidata dalla Francia. La parte settentrionale, che viene dipinta come quella più "stabile" rispetto al vicino del sud, in realtà non lo sarebbe affatto, basandosi su Germania, Belgio e i Paesi Bassi.
Infatti la non-governabilità del NRW si aggiunge ai molti altri problemi che affliggono la cancelliera Merkel. La coalizione di governo nazionale è divisa su molti punti della politica di salvataggio europea, quali gli aumenti drastici delle tasse e gli ulteriori tagli al bilancio, oltre ai piani per estendere il divieto delle vendite allo scoperto. Se la Corte Costituzionale dovesse decidere a favore dei ricorrenti che hanno presentato ricorso contro il pacchetto di salvataggio UE, anche solo in parte, sarebbe un duro colpo per il governo; come lo sarebbe anche l'eventuale fallimento del candidato della Merkel per la presidenza federale Christian Wulff alle votazioni del 30 giugno. Come ha notato il Financial Times del 14 giugno, un tale fallimento "potrebbe essere sufficiente a causare la rottura della coalizione di governo della signora Merkel".
Benché l'elettorato olandese abbia dato una batosta senza precedenti all'ex partito al potere, i cristiano democratici, riducendo i suoi seggi al parlamento nazionale da 41 a 21, questo risultato è stato accompagnato da un frazionamento dello scenario politico, rendendo ancora più difficile la possibilità di formare un esecutivo stabile. Il vincitore è stato il partito liberale di destra VVD, che è passato da 21 a 31 seggi, ma avrà difficoltà a formare un governo. I media parlano già di un periodo lungo alcuni mesi.
Nel Belgio, il partito separatista fiammingo Nieuw-Vlaamse Alliantie (NV-A) ha ricevuto il suo risultato migliore di sempre nelle Fiandre, con il 28.3%. Nella regione francofona della Wallonia i socialisti, che hanno cominciato di recente a mobilitarsi in difesa delle pensioni, del tenore di vita e per la solidarietà nazionale, hanno avuto il 36%, un risultato imprevisto. In altre parole, la formazione di una coalizione non sarà facile in Belgio, dove ci sono voluti nove mesi per formare l'ultimo esecutivo, che non è riuscito a finire la legislatura. Il Belgio potrebbe essere senza governo ancora quando diventa presidente di turno dell'UE a luglio.
La realtà è che fintanto continua la strategia iperinflattiva dei salvataggi, con l'austerità brutale imposta sui cittadini, l'Europa potrà solo sognarsi la "stabilizzazione". L'unico rimedio consiste in una vera riforma del sistema bancario e finanziario, sul modello Glass-Steagall
by Movisol
23 giugno 2010
Appalti e procedure speciali: 13 miliardi in nove anni
Illuminante è una relazione della Corte dei conti su una regata alla Maddalena svoltasi mesi (con solita ordinanza di Protezione civile) davanti ai luoghi del G8, pietra dello scandalo che sta travolgendo affaristi pubblici e privati. Costretto a ingoiare il rospo, il magistrato si è tolto comunque un sassolino dalla scarpa, giudicando ingiustificabile che per una competizione velica come la «Louis Vuitton world series» siano stati impiegati dipendenti pubblici e soldi sulla carta accantonati per le calamità. E su una cosa non ha voluto transigere, rifiutando il proprio visto di conformità: il fatto che al comitato organizzatore siano stati versati 2,3 milioni di denari pubblici. Prelevati anch’essi dallo stesso fondo per la protezione civile.
Come si è arrivati a spendere con procedure in deroga quasi 13 miliardi, cifra che sarebbe sufficiente a fare due ponti sullo stretto di Messina, è spiegato in dettaglio nel rapporto dell’authority presieduta da Luigi Giampaolino. Dove si racconta che le ordinanze di Bertolaso le quali implicano il ricorso all’appalto sono lievitate con un crescendo rossiniano: 28 nel 2001, 34 nel 2006, 49 nel 2009 (anche a causa del terremoto). Prendiamo la spazzatura in Campania: se dal 2001 al 2005 la Protezione civile aveva emanato in media un’ordinanza l’anno, nel 2007 si è passati a sette, poi a 11 nel 2008. Da brivido la cifra finale: l’importo destinato in soli nove anni all’emergenza rifiuti in quella Regione avrebbe ha raggiunto 3 miliardi 548 milioni 878.439 euro. Ben 613 euro per ogni cittadino campano.
Poi, fra quelle 302 ordinanze di Protezione civile emanate dal 2001 al 2009, ci sono i famosi Grandi eventi. Come i mondiali di nuoto dell’anno scorso, che hanno fatto scattare un’inchiesta giudiziaria e sui quali l’autorità di Giampaolino aveva già avuto qualcosa da ridire. Oppure come il G8 della Maddalena su cui indagano i giudici e per il quale sarebbe stata stanziata, anche se poi non effettivamente utilizzata, una somma sbalorditiva. Tenetevi forte: un miliardo, 6 milioni 415.139 euro e 68 centesimi. O, ancora, come le iniziative per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, altro capitolo che non ha mancato di interessare i magistrati e a proposito del quale la stessa authority ha sollevato una serie di questioni. Per esempio, che non siano state fornite indicazioni sulle procedure seguite per affidare incarichi a progettisti e collaudatori. Per esempio, che visti i tempi stretti si sia deciso di riconoscere alle imprese «premi di accelerazione» (?) non contemplati nelle gare. Per esempio, che fra avviso «di preinformazione » e pubblicazione dei bandi siano passati soli 14 giorni: troppo pochi «per poter ritenere di fatto efficace il relativo avviso».
Stranezze. Seguite da altre «stranezze», come l’immediata sparizione dalla manovra di una norma voluta dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti per ricondurre sotto il controllo della ragioneria generale dello Stato tutte le spese che fanno capo alla presidenza del Consiglio: una ventina di miliardi di euro l’anno. Fra queste, manco a farlo apposta, ci sono quelle della Protezione civile. Che continueranno quindi a essere svincolate dai controlli del Tesoro.
Né è stato possibile ripristinare una disposizione che aveva introdotto l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro: l’abolizione degli arbitrati. Perciò si andrà avanti con quella forma di giustizia privata, gestita in prima persona da magistrati amministrativi e contabili e alti funzionari pubblici lautamente retribuiti (oltre allo stipendio, s’intende) per tali prestazioni: dalla quale, nonostante ciò, lo Stato esce regolarmente a pezzi. Anche nel 2009 la pubblica amministrazione è risultata «soccombente » nel 94% dei 136 arbitrati cosiddetti «liberi», cioè dove gli arbitri sono scelti «liberamente» fra le parti. Per una spesa aggiuntiva di 414 milioni di euro. Siamo arrivati al punto che ogni due appalti di importo superiore a 15 milioni di euro scatta un arbitrato. E con questo sistema il costo delle opere pubbliche è lievitato mediamente del 18%.
Sergio Rizzo
25 giugno 2010
La Commissione UE opta per il fascismo fiscale
Le minacce di Barroso sono state riassunte da John Monks, segretario generale dello European Trade Union Congress (ETUC), in un'intervista all'EU Observer il 14 giugno. "Ho avuto una discussione con Barroso lo scorso venerdì", ha detto Monks, "su che cosa si può fare per la Grecia, la Spagna, il Portogallo e il resto, e il suo messaggio è stato brusco: 'Guarda, se non applicano questi pacchetti d'austerità, quei paesi potrebbero virtualmente sparire nella forma democratica in cui li conosciamo. Non hanno scelta, prendere o lasciare'… Ci ha sbigottiti con una visione apocalittica delle democrazie europee al collasso a causa dell'indebitamento".
Monks stesso sostiene, al contrario, che proprio le misure di austerità condurranno a tale situazione. "Stiamo tornando", ha detto, "agli anni '30, quando, con la Grande Depressione, alla fine ci ritrovammo le dittature militari. Non sto dicendo che ci siamo già, ma è potenzialmente molto grave, non solo economicamente ma anche politicamente".
Helga Zepp LaRouche ha stigmatizzato gli argomenti di Barroso: "E' vero esattamente l'opposto [di quanto afferma il Presidente della Commissione UE]: se i governi europei continueranno a capitolare al diktat dell'UE e espandere il debito statale in modo inflazionistico solo per salvare o nazionalizzare banche scassate, mentre contemporaneamente tagliano brutalmente i livelli di vita degli strati della popolazione poveri o meno abbienti, allora la minaccia di un'apocalisse è reale". La signora Zepp LaRouche ha fatto riferimento alla scadenza del 1 luglio, quando scadono 442 miliardi di finanziamenti a un anno della BCE alle banche europee, o alla data in cui la Grecia chiederà un nuovo salvataggio o la Spagna si farà avanti per il suo pacchetto di salvataggio, come possibili punti traumatici che potrebbero far collassare il sistema. Come dimostra il ruolo storico svolto da Lord Cockfield, le politiche molto "europee" che vengono seguite supinamente dall'Europa continentale hanno origine negli ambienti imperialistici londinesi.
Questo fatto è stato reso palese ancora una volta al vertice UE di Bruxelles del 17 giugno, quando la Commissione Europea, nella persona del Commissario alle Finanze Olli Rehn, ha richiesto programmi di austerità ancora più distruttivi da parte dei governi europei, ammettendo che ogni tornata di tagli peggiora la situazione. Lyndon LaRouche ha commentato che la politica di Rehn è "semplice iperinflazione automatica". Gli obbiettivi di deficit imposti dalla Commissione appena due mesi fa vengono oggi dichiarati inadeguati. "Se continueranno con questa politica, il prossimo mese non ci sarà nessuno", ha sentenziato LaRouche.
Nel frattempo, il Primo ministro britannico David Cameron ha confermato che Londra sta dietro la "dittatura economica" dell'Eurozona, anche se la Gran Bretagna non entrerà nella moneta unica. Ad una conferenza stampa ai margini del vertice, ha affermato: "Chiariamo questa cosa: la Gran Bretagna non è d'accordo e non acconsentirà che vengano trasferiti ulteriori poteri da Westminster a Bruxelles; non siamo membri dell'euro. Noi presenteremo sempre il nostro bilancio prima al Parlamento. Ma se gli stati membri dell'euro ora ritengono che, a causa della situazione critica in cui si trovano, debbano stipulare nuovi accordi di governance [cioè un supergoverno fascista dell'UE], dovranno procedere con questo piano".
Il commento di LaRouche è stato: "Che bello, che carino… se i popoli dell'Europa continentale vogliono essere schiavi, lo diventeranno".
24 giugno 2010
La crisi dell'euro provoca il fallimento degli stati e la paralisi dei governi
Un segno dei tempi? Cinque settimane dopo le elezioni per il parlamento regionale nel NRW, tutte le opzioni per un governo di coalizione sono crollate, e la coalizione precedente tra il CDU e l'FDP (liberali) rimarrà al potere per ora anche senza maggioranza nel parlamento regionale.
È un brutto auspicio per gli scenari che vengono ventilati sulla stampa in questi giorni, che parlano per esempio di una divisione dell'eurozona tra una parte settentrionale guidata dalla Germania ed una parte meridionale guidata dalla Francia. La parte settentrionale, che viene dipinta come quella più "stabile" rispetto al vicino del sud, in realtà non lo sarebbe affatto, basandosi su Germania, Belgio e i Paesi Bassi.
Infatti la non-governabilità del NRW si aggiunge ai molti altri problemi che affliggono la cancelliera Merkel. La coalizione di governo nazionale è divisa su molti punti della politica di salvataggio europea, quali gli aumenti drastici delle tasse e gli ulteriori tagli al bilancio, oltre ai piani per estendere il divieto delle vendite allo scoperto. Se la Corte Costituzionale dovesse decidere a favore dei ricorrenti che hanno presentato ricorso contro il pacchetto di salvataggio UE, anche solo in parte, sarebbe un duro colpo per il governo; come lo sarebbe anche l'eventuale fallimento del candidato della Merkel per la presidenza federale Christian Wulff alle votazioni del 30 giugno. Come ha notato il Financial Times del 14 giugno, un tale fallimento "potrebbe essere sufficiente a causare la rottura della coalizione di governo della signora Merkel".
Benché l'elettorato olandese abbia dato una batosta senza precedenti all'ex partito al potere, i cristiano democratici, riducendo i suoi seggi al parlamento nazionale da 41 a 21, questo risultato è stato accompagnato da un frazionamento dello scenario politico, rendendo ancora più difficile la possibilità di formare un esecutivo stabile. Il vincitore è stato il partito liberale di destra VVD, che è passato da 21 a 31 seggi, ma avrà difficoltà a formare un governo. I media parlano già di un periodo lungo alcuni mesi.
Nel Belgio, il partito separatista fiammingo Nieuw-Vlaamse Alliantie (NV-A) ha ricevuto il suo risultato migliore di sempre nelle Fiandre, con il 28.3%. Nella regione francofona della Wallonia i socialisti, che hanno cominciato di recente a mobilitarsi in difesa delle pensioni, del tenore di vita e per la solidarietà nazionale, hanno avuto il 36%, un risultato imprevisto. In altre parole, la formazione di una coalizione non sarà facile in Belgio, dove ci sono voluti nove mesi per formare l'ultimo esecutivo, che non è riuscito a finire la legislatura. Il Belgio potrebbe essere senza governo ancora quando diventa presidente di turno dell'UE a luglio.
La realtà è che fintanto continua la strategia iperinflattiva dei salvataggi, con l'austerità brutale imposta sui cittadini, l'Europa potrà solo sognarsi la "stabilizzazione". L'unico rimedio consiste in una vera riforma del sistema bancario e finanziario, sul modello Glass-Steagall
by Movisol
23 giugno 2010
Appalti e procedure speciali: 13 miliardi in nove anni
Illuminante è una relazione della Corte dei conti su una regata alla Maddalena svoltasi mesi (con solita ordinanza di Protezione civile) davanti ai luoghi del G8, pietra dello scandalo che sta travolgendo affaristi pubblici e privati. Costretto a ingoiare il rospo, il magistrato si è tolto comunque un sassolino dalla scarpa, giudicando ingiustificabile che per una competizione velica come la «Louis Vuitton world series» siano stati impiegati dipendenti pubblici e soldi sulla carta accantonati per le calamità. E su una cosa non ha voluto transigere, rifiutando il proprio visto di conformità: il fatto che al comitato organizzatore siano stati versati 2,3 milioni di denari pubblici. Prelevati anch’essi dallo stesso fondo per la protezione civile.
Come si è arrivati a spendere con procedure in deroga quasi 13 miliardi, cifra che sarebbe sufficiente a fare due ponti sullo stretto di Messina, è spiegato in dettaglio nel rapporto dell’authority presieduta da Luigi Giampaolino. Dove si racconta che le ordinanze di Bertolaso le quali implicano il ricorso all’appalto sono lievitate con un crescendo rossiniano: 28 nel 2001, 34 nel 2006, 49 nel 2009 (anche a causa del terremoto). Prendiamo la spazzatura in Campania: se dal 2001 al 2005 la Protezione civile aveva emanato in media un’ordinanza l’anno, nel 2007 si è passati a sette, poi a 11 nel 2008. Da brivido la cifra finale: l’importo destinato in soli nove anni all’emergenza rifiuti in quella Regione avrebbe ha raggiunto 3 miliardi 548 milioni 878.439 euro. Ben 613 euro per ogni cittadino campano.
Poi, fra quelle 302 ordinanze di Protezione civile emanate dal 2001 al 2009, ci sono i famosi Grandi eventi. Come i mondiali di nuoto dell’anno scorso, che hanno fatto scattare un’inchiesta giudiziaria e sui quali l’autorità di Giampaolino aveva già avuto qualcosa da ridire. Oppure come il G8 della Maddalena su cui indagano i giudici e per il quale sarebbe stata stanziata, anche se poi non effettivamente utilizzata, una somma sbalorditiva. Tenetevi forte: un miliardo, 6 milioni 415.139 euro e 68 centesimi. O, ancora, come le iniziative per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, altro capitolo che non ha mancato di interessare i magistrati e a proposito del quale la stessa authority ha sollevato una serie di questioni. Per esempio, che non siano state fornite indicazioni sulle procedure seguite per affidare incarichi a progettisti e collaudatori. Per esempio, che visti i tempi stretti si sia deciso di riconoscere alle imprese «premi di accelerazione» (?) non contemplati nelle gare. Per esempio, che fra avviso «di preinformazione » e pubblicazione dei bandi siano passati soli 14 giorni: troppo pochi «per poter ritenere di fatto efficace il relativo avviso».
Stranezze. Seguite da altre «stranezze», come l’immediata sparizione dalla manovra di una norma voluta dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti per ricondurre sotto il controllo della ragioneria generale dello Stato tutte le spese che fanno capo alla presidenza del Consiglio: una ventina di miliardi di euro l’anno. Fra queste, manco a farlo apposta, ci sono quelle della Protezione civile. Che continueranno quindi a essere svincolate dai controlli del Tesoro.
Né è stato possibile ripristinare una disposizione che aveva introdotto l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro: l’abolizione degli arbitrati. Perciò si andrà avanti con quella forma di giustizia privata, gestita in prima persona da magistrati amministrativi e contabili e alti funzionari pubblici lautamente retribuiti (oltre allo stipendio, s’intende) per tali prestazioni: dalla quale, nonostante ciò, lo Stato esce regolarmente a pezzi. Anche nel 2009 la pubblica amministrazione è risultata «soccombente » nel 94% dei 136 arbitrati cosiddetti «liberi», cioè dove gli arbitri sono scelti «liberamente» fra le parti. Per una spesa aggiuntiva di 414 milioni di euro. Siamo arrivati al punto che ogni due appalti di importo superiore a 15 milioni di euro scatta un arbitrato. E con questo sistema il costo delle opere pubbliche è lievitato mediamente del 18%.
Sergio Rizzo