16 luglio 2011

Colpire il debito europeo. Agli USA serve un default nell'eurozona?





Ho almeno una decina di email che mi chiedono di lasciar perdere gli alieni e parlare di quanto sta succedendo ai mercati. Il che è buffo, perché sono da tempo un sostenitore dell'idea di dichiarare il default e uscire dall'euro, e a quanto pare tra un pochino ci si arriva. Il problema è che lo scopo degli Hedge Fund americani non è quello di farci fallire, e questo apre la porta alla possibilità che ce la facciamo con una manovra di lacrime e sangue.

Ora, il primo punto da capire è che agli americani serve un default nell'area dell'euro. Serve perché c'è un rischio sostanziale di default USA, e l'unico modo che hanno gli USA di evitarlo è di diventare un rifugio stabile in un momento di turbolenze.

Del resto, non c'è motivo di attaccare il nostro debito ora. Di governi farlocchi ne abbiamo avuti a bizzeffe negli ultimi 30 anni, ma a parte il periodo Prodi non c'e' mai stato tutto questo rischio. Il periodo economico non è tra i più brutti, e gran parte del nostro debito è a lungo periodo grazie alla politica criminale (1) di Tremonti. Quindi non vedo la necessità di un attacco oggi, a meno che gli obiettivi non siano altri.

Quali sono gli eventi in corrispondenza cui possiamo legare i fatti di oggi?

Il debito americano. Colpire il debito europeo può essere utile agli americani per evitare la fuga dai titoli americani, che il continuo braccio di ferro tra Obama e i Repubblicani sta trascinando nel baratro. I commentatori finanziari dicono che gli USA hanno ampi margini fiscali per riprendersi, io non vedo né i nuovi occupati che dovrebbero pagare le tasse né un governo che possa aumentarle a chi lavora già. Quindi, una prima ipotesi è che la destabilizzazione del vecchio continente serva ad evitare la fuga dai titoli americani. Questa ipotesi pesa circa 4500 miliardi di dollari.

Draghi presidente della BCE. Gli inglesi volevano un loro uomo, ma c'è andato Draghi. Il quale ha abbastanza parenti, amici e puttane in cordata in Bankitalia da essere ricattabile dal governo. Non per nulla probabilmente verrà scelto un uomo della sua squadra. Se a Berlusconi va. Agli Inglesi sarebbe piaciuto un loro uomo, perché Draghi è un ex molto scomodo, specialmente perché con la sua politica in Italia non è stato il cavallo di troia che gli inglesi volevano, ovvero sembra aver cambiato sponda. Il motivo per cui gli inglesi volevano un loro uomo è che devono salvare la loro pietosa borsa dal disastro dal quale non riesce ad alzarsi. Questa ipotesi vale circa 1700 miliardi di sterline, meno della prima.

La strategia di destabilizzazione del Mediterraneo. Il Mar Mediterraneo, unendo tra loro Africa, Europa e Asia, è il mare che ha più possibilità di diventare un'area di crescita forte, sottraendo risorse all'area nordatlantica. Una crescita continua dell'area economica del mediterraneo non è conveniente per USA e UK, che hanno già fatto di tutto per destabilizzare la sponda sud, e adesso colpiranno la sponda nord. In gioco c'è un 6% di crescita annua che è il dato degli scorsi anni dell'area mediterranea. A occhio e croce, qualcosa come 1000-1500 miliardi di euro, più le possibilità future.

Francia e Germania. La Germania e la Francia sono le uniche realtà occidentali in attuale crescita economica. C'è il pericolo di una fuga di capitali dagli USA verso Germania e Francia, che sono recinti nei quali lo straniero tende ad inciampare sul governo e sui suoi amici. Francia e Germania possiedono debito portoghese e greco, ma le quantità in gioco non sono finora preoccupanti. Così si cerca di usare il debito italiano, che le banche tedesche e francesi detengono in quantità addirittura superiori alla quantità di debito che sta in Italia. La posta in gioco sta dagli 800 ai 1000 miliardi di euro.

Sfortunatamente, l'obiettivo che sta venendo perseguito NON è il default del debito italiano. Innanzitutto perché per come l'obiettivo sta venendo perseguito esso (il debito) sta venendo venduto, divenendo liquido. Ma divenendo liquido e NON venendo comprato in Italia, significa che se ne va all'estero. Siccome gli hedge stanno giocando al ribasso per comprare CDS e farne incetta a basso prezzo, il risultato è che se avviene un botto del debito non solo i CDS diventano carta straccia (nessuno crede davvero che si possano liquidare) ma la gran parte del danno non colpirebbe entità italiane. Come se non bastasse, per chi non è un investitore istituzionale sarebbe più difficile partecipare ad una eventuale ristrutturazione, dal momento che in caso di ristrutturazione il governo potrebbe dire, "No, gli hedge no".

In Europa non è pensabile alcuna procedura punitiva come un "embargo" all'Italia, per via del fatto che siamo il terzo contributore per grandezza dell'economia UE. Quindi, in caso di default, gli unici che potrebbero minacciare rappresaglie sono gli Hedge Stessi, ma il tutto annegherebbe sulla politica. Quindi no, non credo che l'obiettivo sia il nostro default.

Come se non bastasse, la Consob ha fatto una mossa conoscitiva: monitorando le vendite "short", cioè quelle a fini speculativi, ha concluso che il debito sta venendo abbandonato dagli investitori, specialmente quelli italiani. Cosa prevedibile, visto che il rating delle banche italiane era stato abbassato, adducendo come scusa il fatto che "possedevano troppo debito pubblico italiano (circa il 13%)". Ma così si peggiora la situazione per gli stranieri: in caso di default, il danno in Italia assume proporzioni sempre più piccole, mentre aumenta il danno che avverrebbe altrove.

La mia impressione è che se c'è qualcuno che vuole un default italiano, è un certo negro (2) che sta alla Casa Bianca. Un bel default gli permetterebbe di dichiarare il proprio default, dicendo che la colpa è stata di una reazione a catena innescata da noi.

Gli Hedge ci vogliono guadagnare, ma non vogliono il default perché rimarrebbero con un pugno di mosche.

Draghi sa che si gioca la sua poltrona alla BCE, perché in caso di disastri italiani NON lo metterebbero lì. Gli Inglesi giocano per il default, perché venga a cadere la sua designazione.

La Merkel sa che le sue banche sono colme di debito italiano sino al collo, e in Germania comandano banche e assicurazioni, ammesso che vi sia ancora differenza. Quindi non vuole il botto italiano. Non vuole nemmeno l'uscita dell' Italia dall' Euro, perché sa che rovinerebbe il momento magico dell'economia tedesca.

In definitiva, questo è il gioco. Il giocatore che saprà condurlo meglio otterrà i propri obiettivi.

Per quanto riguarda Tremonti, il suo silenzio e la mancanza di altri provvedimenti di fermo (potrebbe ordinare una indagine sulla borsa, per dire) mi lasciano pensare che, anche se non può dirlo, stia guardando con favore la liquidità di mercato e l'uscita dei BOT verso i mercati esteri. Il che, in soldoni, significa che spera sotto sotto in un default (ma non lo dice), ma vuole che colpisca più stranieri che italiani. Cosa che è criminale, ovvero nella lingua del mondo della finanza è una cosa buona.
E Berlusconi? Tace. Ovviamente, il suo atteggiamento sarà semplice: "Signori e signori, quando c'era il governo più robusto che avrebbe potuto far fronte alla situazione lo avete indebolito sino a renderlo traballante ed impotente. Adesso, se volete aiuto, andate da magistrati o da Scalfari." Onestamente, è difficile dargli torto: dopotutto, il governo debole e senza leadership è quello che predica l'opposizione, è quello che ha voluto ottenere Fini, è quello cui mirano i magistrati. Adesso che hanno legato le mani a Berlusconi, che ci facciano vedere come sono bravi loro. Magari un avviso di garanzia a un Hedge Fund funziona. O forse una bella Omelia di Scalfari potrà convincerli a non speculare. Del resto, sino a ieri Bersani gridava "il governo vada a casa": perché non accontentarlo, allora?

Di certo, non posso dire di avere qualcosa da aggiungere: sono anni che predico il default dei conti italiani con ristrutturazione allo zero per cento, sono anni che predico l'uscita dall'Euro e sono anni che dico alla gente di NON comprare titoli di stato perché non sono così sicuri.

Non credo che verrò soddisfatto nella mia speranza di default, anche se di questo passo sarà sempre più conveniente per noi, ne' nelle mie speranze di uscita dall'euro, perché in questo momento in ambienti BCE sono molto critici verso Londra e si tengono stretti i titoli italiani, al massimo vedrò andare in merda un bel pochino di quelli che vivevano di rendita sul debito pubblico italiano.

Ma per chi vive di rendita non ho mai avuto molta pietà o commiserazione.

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Note:

(1) Il mondo della finanza ha una morale inversa. "Criminale" è un complimento, "assassino" è una onoreficenza , "genocida nazista" indica un discreto uomo d'affari, "Il Male Incarnato" indica un ottimo uomo d'affari, meglio se CEO di Oracle. "scioglie bambini nell'acido" è, nel mondo della finanza, il sinonimo di "amabile conversatore". Quando dico che Tremonti è un criminale, intendo semplicemente dire che si tratta dell'unica entità che può nuotare dentro una vasca di squali, ovvero uno squalo uguale agli altri. In un mondo di Gangster, l'unica differenza morale è tra i gangster che sparano addosso a te e i gangster che sparano addosso agli altri. Non esiste il gangster buono, al massimo esiste quello utile.

(2) Si è detto che i politici devono rispettare la forma e la morale più dei comuni cittadini. Quindi Berlusconi non può dire che Obama è un negro mentre il comune cittadino italiano può scoparsi una nigeriana sui viali per venti euro. Ok, io sono un comune cittadino, parte del "bobolo", e quindi posso fare tutto. Il bobolo ha sempre ragione, ricordate? è democrazia dal basso, e se il bobolo vuole chiamare negro Obama, può farlo.


di Uriel

15 luglio 2011

Psicologia della corruzione







Il corrotto è il grande protagonista dei nostri giorni. Tanto da occupare ormai da tempo, nei paesi sviluppati, il centro dell’attenzione collettiva. Non solo nelle cronache politiche e giudiziarie, dove naturalmente troneggia, ma anche in quelle finanziarie, militari, ecclesiastiche, accademiche.
Chi è però il corrotto, qual è la sua psicologia, come si diventa tali? Cosa favorisce la moltiplicazione dei corrotti, perché in certe epoche essi si moltiplicano, e in altre sembrano sparire?
L’osservazione empirica, sia statistica che clinica, toglie di mezzo alcuni diffusi luoghi comuni sull’argomento.
Per esempio non è vero che la corruzione sia figlia delle miseria, che chi accetta di farsi corrompere lo fa per mancanza di mezzi. Questo nella realtà è piuttosto raro, mentre è molto più frequente il rapporto tra comportamenti scorretti e illegali e abbondanza di ricchezza, personale e collettiva.
Quasi sempre, è proprio nei periodi storici nei quali si sono create rapidamente notevoli ricchezze, e quindi nuove e recenti classi agiate, che si sviluppano comportamenti illegali per far crescere quei patrimoni ancora di più, sempre più in fretta.
La corruzione è, insomma, quasi sempre un comportamento che tenta di aumentare e moltiplicare una ricchezza conquistata recentemente, e senza troppa fatica.
La disponibilità alla corruzione ha in sé, come dimostrano anche le cronache recenti, tratti del clima psicologico dell’euforia (tipica appunto dei “boom” economici), coi suoi caratteristici aspetti più o meno esibizionisti e mitomaniaci: l’interesse per lo star system, il mito di arrivare a camminare su qualche tipo di “red carpet”.
Appare comunque chiara, nella sottocultura della corruzione, la fatica a contenersi, a tenere qualcosa per sé, che caratterizza invece sia le situazioni di scarse disponibilità economiche, sia quelle di ricchezze costruite nel tempo, attraverso la fatica e il lavoro.
Dal punto di vista psicologico e delle strutture di personalità, l’esperienza del lavoro, dello studio e della fatica tende a sviluppare quei tratti, anche morali, di introversione, e di disciplina necessari per affermare la propria posizione nel mondo, mentre il trovarsi rapidamente con ottime disponibilità di denaro svaluta sforzi e contenimenti, e predispone all’orizzonte di “facilità” che la corruzione propone. E’ per questo che la sobrietà è un valore ed un comportamento, quasi unanimemente condiviso nei momenti di sviluppo, mentre la corruzione e l’esibizione del lusso tende poi a dilagare nei periodi immediatamente successivi, quando si tratta di “digerire” quella ricchezza, di incorporarla stabilmente sia nelle strutture produttive e politiche che nei comportamenti e nei valori condivisi.
E’ allora, nell’euforia collettiva e già staccata da un solido rapporto con la realtà, che affonda le sue radici la psicologia e lo stile della corruzione.
In tutti i casi il corrotto è caratterizzato da un tratto di debolezza e dipendenza da comportamenti collettivi (consumi “di prestigio”, stili di vita reclamizzati dalle comunicazioni di massa), che rivela un vacillante senso di sé, una sostanziale incapacità a “fare da soli”, senza appunto gli aiuti forniti dalla corruzione.
Una delle aziende che hanno guadagnato di più al mondo nell’anno di crisi da poco terminato, Ikea, è di un signore che vive in un paesino non segnato sulle carte geografiche, sperduto nei boschi sopra a Losanna.
La dedizione al lavoro e al basso profilo di tipi così, costruttori di sviluppo aziendale e collettivo, è il contrario dell’esibizionismo da cinepanettone dei corrotti.

di Claudio Risé

13 luglio 2011

I cinque posti dove non essere quando collasserà il dollaro



Sarà il primo evento che toccherà ogni persona vivente. Tutte le attività umane sono controllate dal denaro. La nostra ricchezza, il nostro lavoro, il cibo, il nostro governo, persino le nostre relazioni sono condizionate dai soldi. Nessuna moneta nella storia dell’uomo non ha mai raggiunta un’importanza tanto vasta e profonda quanto il dollaro. È de facto la moneta mondiale. Tutte le altre divise impallidiscono al confronto. Tutte le altre crisi monetarie sono state regionali e c’erano sempre altre monete a cui la gente poteva aggrapparsi. Questo collasso sarà globale e trascinerà con sé non solo il dollaro, ma anche tutte le altre monete fiat, visto che non hanno alcuna differenza. Il collasso delle divise porterà al collasso di tutti i beni cartacei. La ripercussioni avranno effetti inimmaginabili in tutto il pianeta. (Leggi anche Il Proiettile d’Argento e lo Scudo d’Argento per proteggerti da questo collasso.)

Grazie alla globalizzazione e ai tentacoli vampireschi dell’Impero Anglo-Americano, il dollaro è la moneta di riserva mondiale

Sostiene l'economia mondiale nel regolamento dei commerci internazionali, principalmente per il commercio del petrolio. Questi soldi sono riciclati dalla City di Londra (da non confondere con Londra) e da New York. Tutto questo alimenta i vampiri delle multinazionali che hanno acquisito e raccolto la ricchezza del pianeta. I poteri delle corporations sopprimono i VERI beni, le risorse naturali e il lavoro, per destinare a sé enormi profitti. Questo modello Fascista, Statalista e Collettivista riversa il denaro nell'economia per finanziare un governo federale sempre più onnipresente. Quel governo che diventa sempre più vasto, arricchendo i suoi scagnozzi con impieghi utili per controllare i propri cittadini. Alla fine, per chiudere il cerchio, il governo controlla altre nazioni grazie al Complesso Militare Industriale.

Questo circolo dovrà essere tagliato quando avverrà matematicamente e inevitabilmente il collasso del dollaro

Per far funzionare la nostra moneta basata sul debito, DOBBIAMO incrementare il debito ogni anno E anche i relativi interessi, altrimenti entreremmo in una spirale deflazionistica mortifera. Quanto viene creato il debito, viene creato il denaro. Quando il debito è rimborsato, la moneta viene distrutta. Non ce n'è mai abbastanza per rimborsare il debito, perché non ci sarebbe più un dollaro in circolazione.

Siamo al punto in cui o facciamo un default sul debito, volente o nolente, oppure creiamo ancora più moneta/debito per tenere il circolo in movimento

Il problema è, nel caso tu capisca qualcosa di interessi composti, che stiamo raggiungendo il momento della mazza da hockey, in cui per quanto debito si possa contrarre, diventa sempre meno efficace e porta all’iperinflazione. Ci sono solo due figure necessarie a questa iperinflazione, il Prestatore di Ultima Istanza – la Federal Reserve – e lo Spenditore di Ultima Istanza, il governo. Questi due possono, e lo faranno, mandare all’aria il sistema. Io credo che aspetteranno fino alla prossima crisi e l’onda di depressione deflazionistica prima di mandare allo sfascio le presse per la stampa. Quella crisi arriverà presto, alla fine di questa estate e in inverno. Il denaro e le misure d’emergenza sono esaurite. Il fatto è che NESSUNO dei problemi che ha causato la crisi del 2008 è stato risolto. L’unica cosa differente è che adesso, invece di problemi aziendali, abbiamo problemi nazionali. In questo film, la Grecia farà la parte di Lehman Brothers e gli Stati Uniti quella di AIG. Il problema è che non c’è nessuno tappeto dove nascondere la polvere e non c’è più un governo mondiale per assorbire il debito (Problema, Reazione, Soluzione).

E questo mi porta ai cinque posti dove non essere quando collasserà il dollaro

1. Israele

Questa testa di ponte anglo-americana nel Medio Oriente era dapprima stata concepita dalla famiglia più potente al mondo, i Rothschild, nel 1917. La Dichiarazione Balfour stabilì che ci sarebbe stato un Israele Sionista anni prima dell’avvio della Seconda Guerra Mondiale e dell’effettiva fondazione di Israele. Israele non è stato un buon vicino delle nazioni musulmane e ha sempre avuto alle spalle i due peggiori ceffi in circolazione. Quando il dollaro collasserà, gli Stati Uniti avranno già parecchio da pensare sia all’interno che nel contesto internazionale per preoccuparsi di una parte di territorio non strategico. Tutto questo renderà Israele molto debole quando le tensioni si faranno davvero alte. Questa stretta striscia di terra desertica non riuscirà a far fronte alla necessità economica di dover importare il cibo e la benzina o alla realtà politica di essere circondata dai Musulmani.

2. La California Meridionale

La terra della Frutta e delle Noci vedrà Los Angeles trasformarsi in un campo di battaglia. Venti milioni di persone impacchettate in una zona in cui non c’è acqua e neppure cibo non è quanto meno messa bene. Se ci aggiungiamo le enormi disparità di ricchezza e la vicinanza a una nazione governata dagli stupefacenti, tutto questo non è una cosa di buon augurio. Se abbiamo assistito alle rivolte per Rodney King, pensiamo a cosa succederà quando il dollaro sarà distrutto e il cibo e la benzina non riusciranno più ad arrivare in quest’area. La gente sarà disperata e farà cose folli, specialmente quando un’enorme fetta dei propri cittadini è sotto terapia di antidepressivi. Se il cibo e la benzina non arrivano, come potranno trovare lo Zolfot? Nel momento in cui tutti i popoli del mondo saranno nei guai, loro mancheranno della capacità di adeguarsi a questo nuovo paradigma. Se le persone verranno private troppo velocemente di queste medicine, soffriranno esaurimenti nervosi e si avranno migliaia di sparatorie o di suicidi.

3. Inghilterra

La Terra del Grande Fratello e dell’ex Impero della schiavitù planetaria e del commercio delle spezie se la passera male. La certezza dell'élite britannica, convinta che i pecoroni non si scoraggeranno, non potrà più funzionare quando il popolo britannico sarà con l'acqua alla gola. Il carattere degli uomini si sacrifica e si unisce contro un nemico straniero, ma non se il nemico è sempre la solita élite. L’Impero Anglo-Americano potrebbe ordire un'altra false flag per distrarre la sua popolazione con un’altra Emmanuel Goldstein come successo nel 1984, ma io credo che questo collasso avverrà prima che riescano a realizzarlo. Così tutti gli occhi verranno puntati sull'élite britannica come la sola responsabile di questa catastrofe. Abbiamo assistito a sconti violenti degli hooligans per gli incontri di calcio. Cosa succederà quando quest’isola sarà tagliata da tutto, con poco cibo e poca benzina?

4. New York City

Ecco un’altra area urbana che vive troppo nel lusso grazie al dollaro. NYC è dove mi sono trasferito nel 2008. Ci sono pochi dubbi sul fatto che tutta la ricchezza a New York, nel New Jersey e in Connecticut deriva da quella di Wall Street. I risparmi e gli investimenti di tutta la nazione e gran parte di quelli mondiali affluiscono in questa capitale finanziaria. Quando il mondo si sveglierà da quest’enorme frode finanziaria, tutto ciò porterà alla distruzione della capitale per come l’abbiamo vista sinora. Avrà effetti incalcolabili sull’economia regionale, portando le persone che guidano la Mercedes a domandarsi improvvisamente dove trovare il pasto successivo.

5. Washington D.C.

Il collasso politico del Governo Federale piomberà devastante sull'economia locale, enormemente inflazionata. Quanto sempre più Stati reputeranno necessario riprendere il controllo della situazione, il Governo Federale perderà d’un tratto potere e importanza, come se tutto il mondo fosse colpito da un uragano Katrina globale. La moneta che hanno creato e speso diventerà senza valore e le pensioni degli scagnozzi del governo evaporeranno. Milioni di persone che una volta confidavano nella capacità di forzare altri a mandargli i soldi impareranno che il vero potere è sempre rimasto a livello locale. Una massiccia decentralizzazione sarà la risposta alla folle globalizzazione. Le famiglie del posto e le comunità rinunceranno a mandare in giro i propri soldi ed indebolire la propria comunità quando dovranno solo preoccuparsi di trovare un pasto e un posto al caldo.

"Si può ignorare la realtà, ma non si possono ignorare le conseguenze dell’ignorare la realtà." Ayn Rand

In sintesi, le aree che hanno vissuto nel lusso grazie al paradigma del dollaro saranno probabilmente i posti peggiori dove vivere quando il dollaro collasserà

Molti di voi scorreranno l’articolo di sfuggita, ma siate sicuri che il collasso del dollaro sta arrivando. È una inevitabilità matematica. Non saremo tanto fortunati da cavarcela alla meno peggio come nel collasso del 2008 quando si trattava di un problema delle aziende. Questa volta si tratta di un problema nazionale e globale. Lo schema Ponzi planetario ha finito la benzina a causa del calo demografico, della diminuita disponibilità di petrolio a basso costo, del declino delle potenze egemoniche. Tutto questo avviene nel momento in cui abbiamo raggiunto la fase esponenziale o quella del collasso della nostra moneta. Il paradosso dell'onnipotenza suggerisce questo: “Cosa succede quando una forza inarrestabile si scontra con un oggetto irremovibile?" Stiamo per scoprirlo, quando il denaro infinito si scontrerà con un mondo finito.

di Chris Duane


16 luglio 2011

Colpire il debito europeo. Agli USA serve un default nell'eurozona?





Ho almeno una decina di email che mi chiedono di lasciar perdere gli alieni e parlare di quanto sta succedendo ai mercati. Il che è buffo, perché sono da tempo un sostenitore dell'idea di dichiarare il default e uscire dall'euro, e a quanto pare tra un pochino ci si arriva. Il problema è che lo scopo degli Hedge Fund americani non è quello di farci fallire, e questo apre la porta alla possibilità che ce la facciamo con una manovra di lacrime e sangue.

Ora, il primo punto da capire è che agli americani serve un default nell'area dell'euro. Serve perché c'è un rischio sostanziale di default USA, e l'unico modo che hanno gli USA di evitarlo è di diventare un rifugio stabile in un momento di turbolenze.

Del resto, non c'è motivo di attaccare il nostro debito ora. Di governi farlocchi ne abbiamo avuti a bizzeffe negli ultimi 30 anni, ma a parte il periodo Prodi non c'e' mai stato tutto questo rischio. Il periodo economico non è tra i più brutti, e gran parte del nostro debito è a lungo periodo grazie alla politica criminale (1) di Tremonti. Quindi non vedo la necessità di un attacco oggi, a meno che gli obiettivi non siano altri.

Quali sono gli eventi in corrispondenza cui possiamo legare i fatti di oggi?

Il debito americano. Colpire il debito europeo può essere utile agli americani per evitare la fuga dai titoli americani, che il continuo braccio di ferro tra Obama e i Repubblicani sta trascinando nel baratro. I commentatori finanziari dicono che gli USA hanno ampi margini fiscali per riprendersi, io non vedo né i nuovi occupati che dovrebbero pagare le tasse né un governo che possa aumentarle a chi lavora già. Quindi, una prima ipotesi è che la destabilizzazione del vecchio continente serva ad evitare la fuga dai titoli americani. Questa ipotesi pesa circa 4500 miliardi di dollari.

Draghi presidente della BCE. Gli inglesi volevano un loro uomo, ma c'è andato Draghi. Il quale ha abbastanza parenti, amici e puttane in cordata in Bankitalia da essere ricattabile dal governo. Non per nulla probabilmente verrà scelto un uomo della sua squadra. Se a Berlusconi va. Agli Inglesi sarebbe piaciuto un loro uomo, perché Draghi è un ex molto scomodo, specialmente perché con la sua politica in Italia non è stato il cavallo di troia che gli inglesi volevano, ovvero sembra aver cambiato sponda. Il motivo per cui gli inglesi volevano un loro uomo è che devono salvare la loro pietosa borsa dal disastro dal quale non riesce ad alzarsi. Questa ipotesi vale circa 1700 miliardi di sterline, meno della prima.

La strategia di destabilizzazione del Mediterraneo. Il Mar Mediterraneo, unendo tra loro Africa, Europa e Asia, è il mare che ha più possibilità di diventare un'area di crescita forte, sottraendo risorse all'area nordatlantica. Una crescita continua dell'area economica del mediterraneo non è conveniente per USA e UK, che hanno già fatto di tutto per destabilizzare la sponda sud, e adesso colpiranno la sponda nord. In gioco c'è un 6% di crescita annua che è il dato degli scorsi anni dell'area mediterranea. A occhio e croce, qualcosa come 1000-1500 miliardi di euro, più le possibilità future.

Francia e Germania. La Germania e la Francia sono le uniche realtà occidentali in attuale crescita economica. C'è il pericolo di una fuga di capitali dagli USA verso Germania e Francia, che sono recinti nei quali lo straniero tende ad inciampare sul governo e sui suoi amici. Francia e Germania possiedono debito portoghese e greco, ma le quantità in gioco non sono finora preoccupanti. Così si cerca di usare il debito italiano, che le banche tedesche e francesi detengono in quantità addirittura superiori alla quantità di debito che sta in Italia. La posta in gioco sta dagli 800 ai 1000 miliardi di euro.

Sfortunatamente, l'obiettivo che sta venendo perseguito NON è il default del debito italiano. Innanzitutto perché per come l'obiettivo sta venendo perseguito esso (il debito) sta venendo venduto, divenendo liquido. Ma divenendo liquido e NON venendo comprato in Italia, significa che se ne va all'estero. Siccome gli hedge stanno giocando al ribasso per comprare CDS e farne incetta a basso prezzo, il risultato è che se avviene un botto del debito non solo i CDS diventano carta straccia (nessuno crede davvero che si possano liquidare) ma la gran parte del danno non colpirebbe entità italiane. Come se non bastasse, per chi non è un investitore istituzionale sarebbe più difficile partecipare ad una eventuale ristrutturazione, dal momento che in caso di ristrutturazione il governo potrebbe dire, "No, gli hedge no".

In Europa non è pensabile alcuna procedura punitiva come un "embargo" all'Italia, per via del fatto che siamo il terzo contributore per grandezza dell'economia UE. Quindi, in caso di default, gli unici che potrebbero minacciare rappresaglie sono gli Hedge Stessi, ma il tutto annegherebbe sulla politica. Quindi no, non credo che l'obiettivo sia il nostro default.

Come se non bastasse, la Consob ha fatto una mossa conoscitiva: monitorando le vendite "short", cioè quelle a fini speculativi, ha concluso che il debito sta venendo abbandonato dagli investitori, specialmente quelli italiani. Cosa prevedibile, visto che il rating delle banche italiane era stato abbassato, adducendo come scusa il fatto che "possedevano troppo debito pubblico italiano (circa il 13%)". Ma così si peggiora la situazione per gli stranieri: in caso di default, il danno in Italia assume proporzioni sempre più piccole, mentre aumenta il danno che avverrebbe altrove.

La mia impressione è che se c'è qualcuno che vuole un default italiano, è un certo negro (2) che sta alla Casa Bianca. Un bel default gli permetterebbe di dichiarare il proprio default, dicendo che la colpa è stata di una reazione a catena innescata da noi.

Gli Hedge ci vogliono guadagnare, ma non vogliono il default perché rimarrebbero con un pugno di mosche.

Draghi sa che si gioca la sua poltrona alla BCE, perché in caso di disastri italiani NON lo metterebbero lì. Gli Inglesi giocano per il default, perché venga a cadere la sua designazione.

La Merkel sa che le sue banche sono colme di debito italiano sino al collo, e in Germania comandano banche e assicurazioni, ammesso che vi sia ancora differenza. Quindi non vuole il botto italiano. Non vuole nemmeno l'uscita dell' Italia dall' Euro, perché sa che rovinerebbe il momento magico dell'economia tedesca.

In definitiva, questo è il gioco. Il giocatore che saprà condurlo meglio otterrà i propri obiettivi.

Per quanto riguarda Tremonti, il suo silenzio e la mancanza di altri provvedimenti di fermo (potrebbe ordinare una indagine sulla borsa, per dire) mi lasciano pensare che, anche se non può dirlo, stia guardando con favore la liquidità di mercato e l'uscita dei BOT verso i mercati esteri. Il che, in soldoni, significa che spera sotto sotto in un default (ma non lo dice), ma vuole che colpisca più stranieri che italiani. Cosa che è criminale, ovvero nella lingua del mondo della finanza è una cosa buona.
E Berlusconi? Tace. Ovviamente, il suo atteggiamento sarà semplice: "Signori e signori, quando c'era il governo più robusto che avrebbe potuto far fronte alla situazione lo avete indebolito sino a renderlo traballante ed impotente. Adesso, se volete aiuto, andate da magistrati o da Scalfari." Onestamente, è difficile dargli torto: dopotutto, il governo debole e senza leadership è quello che predica l'opposizione, è quello che ha voluto ottenere Fini, è quello cui mirano i magistrati. Adesso che hanno legato le mani a Berlusconi, che ci facciano vedere come sono bravi loro. Magari un avviso di garanzia a un Hedge Fund funziona. O forse una bella Omelia di Scalfari potrà convincerli a non speculare. Del resto, sino a ieri Bersani gridava "il governo vada a casa": perché non accontentarlo, allora?

Di certo, non posso dire di avere qualcosa da aggiungere: sono anni che predico il default dei conti italiani con ristrutturazione allo zero per cento, sono anni che predico l'uscita dall'Euro e sono anni che dico alla gente di NON comprare titoli di stato perché non sono così sicuri.

Non credo che verrò soddisfatto nella mia speranza di default, anche se di questo passo sarà sempre più conveniente per noi, ne' nelle mie speranze di uscita dall'euro, perché in questo momento in ambienti BCE sono molto critici verso Londra e si tengono stretti i titoli italiani, al massimo vedrò andare in merda un bel pochino di quelli che vivevano di rendita sul debito pubblico italiano.

Ma per chi vive di rendita non ho mai avuto molta pietà o commiserazione.

********************************************************

Note:

(1) Il mondo della finanza ha una morale inversa. "Criminale" è un complimento, "assassino" è una onoreficenza , "genocida nazista" indica un discreto uomo d'affari, "Il Male Incarnato" indica un ottimo uomo d'affari, meglio se CEO di Oracle. "scioglie bambini nell'acido" è, nel mondo della finanza, il sinonimo di "amabile conversatore". Quando dico che Tremonti è un criminale, intendo semplicemente dire che si tratta dell'unica entità che può nuotare dentro una vasca di squali, ovvero uno squalo uguale agli altri. In un mondo di Gangster, l'unica differenza morale è tra i gangster che sparano addosso a te e i gangster che sparano addosso agli altri. Non esiste il gangster buono, al massimo esiste quello utile.

(2) Si è detto che i politici devono rispettare la forma e la morale più dei comuni cittadini. Quindi Berlusconi non può dire che Obama è un negro mentre il comune cittadino italiano può scoparsi una nigeriana sui viali per venti euro. Ok, io sono un comune cittadino, parte del "bobolo", e quindi posso fare tutto. Il bobolo ha sempre ragione, ricordate? è democrazia dal basso, e se il bobolo vuole chiamare negro Obama, può farlo.


di Uriel

15 luglio 2011

Psicologia della corruzione







Il corrotto è il grande protagonista dei nostri giorni. Tanto da occupare ormai da tempo, nei paesi sviluppati, il centro dell’attenzione collettiva. Non solo nelle cronache politiche e giudiziarie, dove naturalmente troneggia, ma anche in quelle finanziarie, militari, ecclesiastiche, accademiche.
Chi è però il corrotto, qual è la sua psicologia, come si diventa tali? Cosa favorisce la moltiplicazione dei corrotti, perché in certe epoche essi si moltiplicano, e in altre sembrano sparire?
L’osservazione empirica, sia statistica che clinica, toglie di mezzo alcuni diffusi luoghi comuni sull’argomento.
Per esempio non è vero che la corruzione sia figlia delle miseria, che chi accetta di farsi corrompere lo fa per mancanza di mezzi. Questo nella realtà è piuttosto raro, mentre è molto più frequente il rapporto tra comportamenti scorretti e illegali e abbondanza di ricchezza, personale e collettiva.
Quasi sempre, è proprio nei periodi storici nei quali si sono create rapidamente notevoli ricchezze, e quindi nuove e recenti classi agiate, che si sviluppano comportamenti illegali per far crescere quei patrimoni ancora di più, sempre più in fretta.
La corruzione è, insomma, quasi sempre un comportamento che tenta di aumentare e moltiplicare una ricchezza conquistata recentemente, e senza troppa fatica.
La disponibilità alla corruzione ha in sé, come dimostrano anche le cronache recenti, tratti del clima psicologico dell’euforia (tipica appunto dei “boom” economici), coi suoi caratteristici aspetti più o meno esibizionisti e mitomaniaci: l’interesse per lo star system, il mito di arrivare a camminare su qualche tipo di “red carpet”.
Appare comunque chiara, nella sottocultura della corruzione, la fatica a contenersi, a tenere qualcosa per sé, che caratterizza invece sia le situazioni di scarse disponibilità economiche, sia quelle di ricchezze costruite nel tempo, attraverso la fatica e il lavoro.
Dal punto di vista psicologico e delle strutture di personalità, l’esperienza del lavoro, dello studio e della fatica tende a sviluppare quei tratti, anche morali, di introversione, e di disciplina necessari per affermare la propria posizione nel mondo, mentre il trovarsi rapidamente con ottime disponibilità di denaro svaluta sforzi e contenimenti, e predispone all’orizzonte di “facilità” che la corruzione propone. E’ per questo che la sobrietà è un valore ed un comportamento, quasi unanimemente condiviso nei momenti di sviluppo, mentre la corruzione e l’esibizione del lusso tende poi a dilagare nei periodi immediatamente successivi, quando si tratta di “digerire” quella ricchezza, di incorporarla stabilmente sia nelle strutture produttive e politiche che nei comportamenti e nei valori condivisi.
E’ allora, nell’euforia collettiva e già staccata da un solido rapporto con la realtà, che affonda le sue radici la psicologia e lo stile della corruzione.
In tutti i casi il corrotto è caratterizzato da un tratto di debolezza e dipendenza da comportamenti collettivi (consumi “di prestigio”, stili di vita reclamizzati dalle comunicazioni di massa), che rivela un vacillante senso di sé, una sostanziale incapacità a “fare da soli”, senza appunto gli aiuti forniti dalla corruzione.
Una delle aziende che hanno guadagnato di più al mondo nell’anno di crisi da poco terminato, Ikea, è di un signore che vive in un paesino non segnato sulle carte geografiche, sperduto nei boschi sopra a Losanna.
La dedizione al lavoro e al basso profilo di tipi così, costruttori di sviluppo aziendale e collettivo, è il contrario dell’esibizionismo da cinepanettone dei corrotti.

di Claudio Risé

13 luglio 2011

I cinque posti dove non essere quando collasserà il dollaro



Sarà il primo evento che toccherà ogni persona vivente. Tutte le attività umane sono controllate dal denaro. La nostra ricchezza, il nostro lavoro, il cibo, il nostro governo, persino le nostre relazioni sono condizionate dai soldi. Nessuna moneta nella storia dell’uomo non ha mai raggiunta un’importanza tanto vasta e profonda quanto il dollaro. È de facto la moneta mondiale. Tutte le altre divise impallidiscono al confronto. Tutte le altre crisi monetarie sono state regionali e c’erano sempre altre monete a cui la gente poteva aggrapparsi. Questo collasso sarà globale e trascinerà con sé non solo il dollaro, ma anche tutte le altre monete fiat, visto che non hanno alcuna differenza. Il collasso delle divise porterà al collasso di tutti i beni cartacei. La ripercussioni avranno effetti inimmaginabili in tutto il pianeta. (Leggi anche Il Proiettile d’Argento e lo Scudo d’Argento per proteggerti da questo collasso.)

Grazie alla globalizzazione e ai tentacoli vampireschi dell’Impero Anglo-Americano, il dollaro è la moneta di riserva mondiale

Sostiene l'economia mondiale nel regolamento dei commerci internazionali, principalmente per il commercio del petrolio. Questi soldi sono riciclati dalla City di Londra (da non confondere con Londra) e da New York. Tutto questo alimenta i vampiri delle multinazionali che hanno acquisito e raccolto la ricchezza del pianeta. I poteri delle corporations sopprimono i VERI beni, le risorse naturali e il lavoro, per destinare a sé enormi profitti. Questo modello Fascista, Statalista e Collettivista riversa il denaro nell'economia per finanziare un governo federale sempre più onnipresente. Quel governo che diventa sempre più vasto, arricchendo i suoi scagnozzi con impieghi utili per controllare i propri cittadini. Alla fine, per chiudere il cerchio, il governo controlla altre nazioni grazie al Complesso Militare Industriale.

Questo circolo dovrà essere tagliato quando avverrà matematicamente e inevitabilmente il collasso del dollaro

Per far funzionare la nostra moneta basata sul debito, DOBBIAMO incrementare il debito ogni anno E anche i relativi interessi, altrimenti entreremmo in una spirale deflazionistica mortifera. Quanto viene creato il debito, viene creato il denaro. Quando il debito è rimborsato, la moneta viene distrutta. Non ce n'è mai abbastanza per rimborsare il debito, perché non ci sarebbe più un dollaro in circolazione.

Siamo al punto in cui o facciamo un default sul debito, volente o nolente, oppure creiamo ancora più moneta/debito per tenere il circolo in movimento

Il problema è, nel caso tu capisca qualcosa di interessi composti, che stiamo raggiungendo il momento della mazza da hockey, in cui per quanto debito si possa contrarre, diventa sempre meno efficace e porta all’iperinflazione. Ci sono solo due figure necessarie a questa iperinflazione, il Prestatore di Ultima Istanza – la Federal Reserve – e lo Spenditore di Ultima Istanza, il governo. Questi due possono, e lo faranno, mandare all’aria il sistema. Io credo che aspetteranno fino alla prossima crisi e l’onda di depressione deflazionistica prima di mandare allo sfascio le presse per la stampa. Quella crisi arriverà presto, alla fine di questa estate e in inverno. Il denaro e le misure d’emergenza sono esaurite. Il fatto è che NESSUNO dei problemi che ha causato la crisi del 2008 è stato risolto. L’unica cosa differente è che adesso, invece di problemi aziendali, abbiamo problemi nazionali. In questo film, la Grecia farà la parte di Lehman Brothers e gli Stati Uniti quella di AIG. Il problema è che non c’è nessuno tappeto dove nascondere la polvere e non c’è più un governo mondiale per assorbire il debito (Problema, Reazione, Soluzione).

E questo mi porta ai cinque posti dove non essere quando collasserà il dollaro

1. Israele

Questa testa di ponte anglo-americana nel Medio Oriente era dapprima stata concepita dalla famiglia più potente al mondo, i Rothschild, nel 1917. La Dichiarazione Balfour stabilì che ci sarebbe stato un Israele Sionista anni prima dell’avvio della Seconda Guerra Mondiale e dell’effettiva fondazione di Israele. Israele non è stato un buon vicino delle nazioni musulmane e ha sempre avuto alle spalle i due peggiori ceffi in circolazione. Quando il dollaro collasserà, gli Stati Uniti avranno già parecchio da pensare sia all’interno che nel contesto internazionale per preoccuparsi di una parte di territorio non strategico. Tutto questo renderà Israele molto debole quando le tensioni si faranno davvero alte. Questa stretta striscia di terra desertica non riuscirà a far fronte alla necessità economica di dover importare il cibo e la benzina o alla realtà politica di essere circondata dai Musulmani.

2. La California Meridionale

La terra della Frutta e delle Noci vedrà Los Angeles trasformarsi in un campo di battaglia. Venti milioni di persone impacchettate in una zona in cui non c’è acqua e neppure cibo non è quanto meno messa bene. Se ci aggiungiamo le enormi disparità di ricchezza e la vicinanza a una nazione governata dagli stupefacenti, tutto questo non è una cosa di buon augurio. Se abbiamo assistito alle rivolte per Rodney King, pensiamo a cosa succederà quando il dollaro sarà distrutto e il cibo e la benzina non riusciranno più ad arrivare in quest’area. La gente sarà disperata e farà cose folli, specialmente quando un’enorme fetta dei propri cittadini è sotto terapia di antidepressivi. Se il cibo e la benzina non arrivano, come potranno trovare lo Zolfot? Nel momento in cui tutti i popoli del mondo saranno nei guai, loro mancheranno della capacità di adeguarsi a questo nuovo paradigma. Se le persone verranno private troppo velocemente di queste medicine, soffriranno esaurimenti nervosi e si avranno migliaia di sparatorie o di suicidi.

3. Inghilterra

La Terra del Grande Fratello e dell’ex Impero della schiavitù planetaria e del commercio delle spezie se la passera male. La certezza dell'élite britannica, convinta che i pecoroni non si scoraggeranno, non potrà più funzionare quando il popolo britannico sarà con l'acqua alla gola. Il carattere degli uomini si sacrifica e si unisce contro un nemico straniero, ma non se il nemico è sempre la solita élite. L’Impero Anglo-Americano potrebbe ordire un'altra false flag per distrarre la sua popolazione con un’altra Emmanuel Goldstein come successo nel 1984, ma io credo che questo collasso avverrà prima che riescano a realizzarlo. Così tutti gli occhi verranno puntati sull'élite britannica come la sola responsabile di questa catastrofe. Abbiamo assistito a sconti violenti degli hooligans per gli incontri di calcio. Cosa succederà quando quest’isola sarà tagliata da tutto, con poco cibo e poca benzina?

4. New York City

Ecco un’altra area urbana che vive troppo nel lusso grazie al dollaro. NYC è dove mi sono trasferito nel 2008. Ci sono pochi dubbi sul fatto che tutta la ricchezza a New York, nel New Jersey e in Connecticut deriva da quella di Wall Street. I risparmi e gli investimenti di tutta la nazione e gran parte di quelli mondiali affluiscono in questa capitale finanziaria. Quando il mondo si sveglierà da quest’enorme frode finanziaria, tutto ciò porterà alla distruzione della capitale per come l’abbiamo vista sinora. Avrà effetti incalcolabili sull’economia regionale, portando le persone che guidano la Mercedes a domandarsi improvvisamente dove trovare il pasto successivo.

5. Washington D.C.

Il collasso politico del Governo Federale piomberà devastante sull'economia locale, enormemente inflazionata. Quanto sempre più Stati reputeranno necessario riprendere il controllo della situazione, il Governo Federale perderà d’un tratto potere e importanza, come se tutto il mondo fosse colpito da un uragano Katrina globale. La moneta che hanno creato e speso diventerà senza valore e le pensioni degli scagnozzi del governo evaporeranno. Milioni di persone che una volta confidavano nella capacità di forzare altri a mandargli i soldi impareranno che il vero potere è sempre rimasto a livello locale. Una massiccia decentralizzazione sarà la risposta alla folle globalizzazione. Le famiglie del posto e le comunità rinunceranno a mandare in giro i propri soldi ed indebolire la propria comunità quando dovranno solo preoccuparsi di trovare un pasto e un posto al caldo.

"Si può ignorare la realtà, ma non si possono ignorare le conseguenze dell’ignorare la realtà." Ayn Rand

In sintesi, le aree che hanno vissuto nel lusso grazie al paradigma del dollaro saranno probabilmente i posti peggiori dove vivere quando il dollaro collasserà

Molti di voi scorreranno l’articolo di sfuggita, ma siate sicuri che il collasso del dollaro sta arrivando. È una inevitabilità matematica. Non saremo tanto fortunati da cavarcela alla meno peggio come nel collasso del 2008 quando si trattava di un problema delle aziende. Questa volta si tratta di un problema nazionale e globale. Lo schema Ponzi planetario ha finito la benzina a causa del calo demografico, della diminuita disponibilità di petrolio a basso costo, del declino delle potenze egemoniche. Tutto questo avviene nel momento in cui abbiamo raggiunto la fase esponenziale o quella del collasso della nostra moneta. Il paradosso dell'onnipotenza suggerisce questo: “Cosa succede quando una forza inarrestabile si scontra con un oggetto irremovibile?" Stiamo per scoprirlo, quando il denaro infinito si scontrerà con un mondo finito.

di Chris Duane