28 febbraio 2012

Mala tempora currunt



Ogni tramonto brumoso porta in dono un poco di malinconia e quando a tramontare non è una giornata, ma un “mondo” così come lo avevamo conosciuto, l’accento malinconico si fonde con un senso d’inquietudine impossibile da dissimulare. Questa Italia ormai deprivata di qualsiasi dignità, che si trascina incespicando nel fango, ha un che di patetico che infonde nell’animo una sensazione di tristezza infinita. Così come triste ed angosciosa, risulta la penosa agonia del sistema neoliberista, che arranca verso la terza guerra mondiale, nella speranza che possa costituire il mezzo attraverso il quale riuscire a sopravvivere qualche giorno di più.
Malinconioso è il pellegrinaggio del barbogio Napolitano in terra di Sardegna, dove il garante della mangeria di corte si ritrova a ricevere bordate di fischi, mentre caracolla attraverso la callaia dell’umore popolare.
Povero di spirito, ma ricco nel portafogli, si manifesta il bargello Manganelli, costretto a discettare in quel della Camera, intorno ad un terrorismo che non c’è, ma la cui esistenza diventa indispensabile per giustificare il suo stipendio nell’ordine dei 621 mila euro l’anno…..



Tanto opportunista quanto cinico si rivela il borioso giudice Caselli che scientemente usa le contestazioni NO TAV per gli arresti di donne incinta ed innocenti vari, al fine di dare al suo ultimo libro quella salienza che invero esso non possiede.

Estremamente realistici e per nulla turbati da questa Italia che sta inabissandosi più velocemente della Concordia, appaiono il prof. Monti e lacrima Fornero, quando affermano che la riforma (leggasi eutanasia) del lavoro andrà avanti a prescindere da quello che possa essere il giudizio dei sindacati e dei partiti. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che il peso specifico di tanti manevoli camerieri è ormai prossimo allo zero e si limita a quello delle loro buste paga sulle spalle dei contribuenti.

Inquietante è la figura del ministro Terzi, sempre più uomo della Nato, che in merito alla vicenda dei due marò arrestati in India, continua a barbugliare frasi sconnesse degne del peggior Frattini.

Avvilenti e molto pericolosi appaiono i burocrati di Bruxelles, che obbedendo agli ordini di Washington impongono nuove sanzioni all’Iran, sulla base di colpe immaginarie che non trovano riscontri nella realtà. Ma ancora più avvilente appare il governo golpista nostrano che avalla dette sanzioni, mentre salassa i cittadini italiani attraverso la benzina venduta a peso d’oro.

Patetica la congrega di sindacalisti d’accatto e pacifinti salottieri che si raduna in quel di Roma per dare supporto alla guerra imperialista contro la Siria, pur fallendo miseramente l’obiettivo, al punto che perfino i media mainstream hanno ritenuto opportuno oscurare i pochi intimi convenuti all’appuntamento.

Angosciante, estremamente angosciante, il bellicismo ostentato dalla Nato, che da mesi lavora alacremente in Siria, con l’ausilio dei belatori mainstream, nella costruzione di un calappio che le permetta di scatenare un conflitto utile per giungere fino a Teheran.

Tutto ciò mentre l’imbrunire, timidamente scolora nella notte, il cielo si tinge di catrame e nel caligare immanente anche la luce dei lampioni sembra farsi più fioca.
di Marco Cedolin

27 febbraio 2012

I Partiti politici: centri di impiego e manovalanza mafiosa




L’importanza dei partiti politici in Italia e nell’Europa occidentale rimane invariato negli anni: possono cambiare le attività principali ed i canali di potere, ma rimangono una delle ossature fondamentali su cui si regge il sistema (non a caso corrotto).
E non si cada nello stereotipo classico secondo cui i problemi dei partiti sarebbero gli sprechi legati al circo di personaggi che li animano, oppure la famosa casta. Chi mette sul piatto tali questioni cerca semplicemente di farci guardare al dito anziché alla luna: una riforma di non si capisce cosa e una gestione più parca dei finanziamenti non cambierebbe di una virgola i problemi che viviamo oggi. Anche perché, se messi a confronto con le reali misure economiche, stiamo parlando di spiccioli, di certo rappresentanti un malgoverno, ma pur sempre di lieve entità.
Quindi i partiti rimangono fondamentali, anche se non per quello che di solito vogliono raccontarci i vari “riformatori” del sistema. Non esistendo differenze di fondo fra i vari partiti sulle scelte di politica generale, di indirizzo e di lungo periodo non è nemmeno questo il ruolo che oggi ricoprono nella nostra società. Il sistema liberale liberista accomuna destra, centro e sinistra, così come le scelte che vengono messe in atto sono per tutti di breve periodo, interessate alla competizione elettorale e all’amministrazione quotidiana. I militanti di un partito -tolte le mode e le posizioni storiche prese più che altro per sentirsi parte di qualcosa, che non frutto di vere riflessioni- sono intercambiabili, figli di una stessa cultura.
Ma allora perché gli iscritti ai partiti (e ai sindacati) rimangono, pur calando la partecipazione elettorale, la stima, la fiducia verso questi gruppi? Perché nella realtà il ruolo dei partiti oggi è relativo alla sfera del clientelismo, o della “famiglia” se vogliamo usare uno stereotipo tutto italiano. Gli iscritti ai partiti, i partner dei partiti, i dirigenti pubblici legati ai partiti non sono altro che membri di una rete di contatti, una rete che pur avendo profondi legami con l’apparato pubblico e statale (dai governi alle amministrazioni locali) è parallela e contigua al potere privato dei partiti (fazioni di cittadini organizzati).
In una società in cui la sovranità del popolo e la democrazia sono criticate e messe in crisi, e lo dimostrano le parole di Monti (secondo il quale riuscirà a fare le “riforme” perché non è stato eletto e non si ripresenterà alle elezioni), oppure lo dimostra il caso greco (non importa la volontà popolare, le misure devono essere implementate e messe in atto proprio al sicuro da un’espressione contraria della popolazione greca che è l’oggetto di tali scelte), i partiti ritrovano la propria funzione come perno fra interessi privati e strutture pubbliche da sfruttare.
Possiamo vedere agevolmente questo quando parliamo di appalti o lavori da appaltare, in special modo locali: non c’è bisogno di citare casi più o meno famosi di cronaca per avere ben chiaro di cosa si parla, tutti noi ne abbiamo esperienza diretta. Il potere dei partiti risiede proprio nel riuscire a pilotare legalmente (perché la maggior parte delle volte è tutto fatto in maniera regolare, le illegalità sono una piccola parte e non sono il centro del problema) i responsabili, i bandi di gara, le regole e tutto l’humus intorno a tali attività.
Oppure tutti siamo a conoscenza del potere che i partiti hanno nel raccomandare e segnalare per posti di lavoro di vario genere, pubblici o privati: anche qui in maniera del tutto legale, fazioni organizzate riescono a scavalcare i cittadini italiani e, in una situazione occupazionale drammatica come quella che viviamo, diventano il centro di impiego più potente, efficiente e funzionale: per i clienti, i fedelissimi, i “picciotti” ovviamente, e questo si ripercuote su una società sempre più corrotta e corruttibile, ma sempre legalmente! Anche solo la speranza di una raccomandazione crea degli stolti indottrinati, militanti da oratorio fedelissimi alla parola del proprio capo, dal quale aspettano nient’altro che una raccomandazione. La morte dei sogni dei veri democratici, anche se dubitiamo ne siano mai esistiti. Non ci vengano a raccontare dell’importanza dell’impegno e della militanza: i più impegnati dentro ai vari partiti “democratici” sono nient’altro che paramafiosi, parassiti dello Stato, nocivi alla pubblica amministrazione ed alla cosa pubblica in generale.
La vera riforma da attuare è principalmente etica, morale e politica. Se un sistema democratico ha fallito, bisognerà trovarne un altro: il primo passo è liberarsi da chi questo sistema lo protegge ed esporta, ovviamente per i propri interessi. Il primo passo è liberarsi dalla Nato e acquisire sovranità, per poi porre in essere scelte diverse. Ma prima deve essere a tutti chiaro, che ogni militante, ogni quadro di partito è un mafioso, marionetta di chi ci affama.

di Matteo Guinness -

26 febbraio 2012

Helga Zepp-LaRouche: l'imperativo extraterrestre dell'uomo


Le soluzioni alla crisi ci sono e possono essere adottate in tempo, "ma ciò richiede un cambiamento drastico e fondamentale dell'ordine finanziario globale, ed un cambiamento altrettanto drammatico nel pensiero di gran parte della popolazione", ha dichiarato Helga Zepp-LaRouche in una teleconferenza (webcast) internazionale l'11 febbraio.

Le due crisi immediate che ci troviamo ad affrontare sono "il crollo del sistema finanziario transatlantico, che sta già portando al collasso e alla rottura del sistema dell'euro, come possiamo chiaramente vedere nel caso della Grecia. In secondo luogo, c'è il pericolo immediato di una guerra termonucleare, scatenata dalle vicende attorno alla Siria e all'Iran, che fanno parte di una strategia per un cambiamento di regime o la disintegrazione di Russia e Cina", ha dichiarato la presidentessa dello Schiller Institute.

Il nome della partita è "impero", o più precisamente, l'Impero Britannico. Molti diranno che l'"Impero Britannico" ha cessato di esistere molto tempo fa, ha osservato Zepp-LaRouche, ma con questo nome si intende oggi "il sistema complesso di banche centrali, banche d'affari, hedge funds, fondi di private equity, compagnie assicurative, il sistema bancario ombra… questo sistema bancario è responsabile della svolta paradigmatica degli ultimi 45 anni, che ha portato all'abbandono della produzione di beni fisici, la cosiddetta economia reale, e sempre più all'espandersi della speculazione e dell'idea della massimizzazione del profitto, del monetarismo puro". Ora questo sistema è irrimediabilmente in bancarotta.

Zepp-LaRouche ha dettagliato come dal crollo dell'Unione Sovietica, seguito da Desert Storm in Iraq, le potenze occidentali abbiano adottato sempre più la politica del cambiamento di regime, abbandonando i concetti fondamentali del diritto internazionale e della sovranità nazionale. Ora, dopo la Libia, la Siria e l'Iran sono i prossimi obiettivi. La guerra segreta va avanti già da molto tempo, armando e addestrando le cosiddette opposizioni in entrambi i paesi, e istigando alla violenza.

Oggi, ha proseguito Zepp-LaRouche, la potenza di fuoco concentrata in Medio Oriente "è assolutamente sproporzionata al presunto motivo, e cioè aiutare i ribelli in Siria, o dissuadere l'Iran da un riarmo nucleare”. Ciò rende un'escalation verso la guerra nucleare un pericolo serio, e inevitabile se si giunge ad un attacco, magari per errore di calcolo".

La politica dell'Impero, ha notato la signora LaRouche, è anche determinata dall'impegno fondamentale dell'oligarchia a "selezionare" la popolazione. Lo stesso Principe Filippo di Edimburgo ha fatto della riduzione demografica il suo cavallo di battaglia.

Il modello oligarchico, ha detto Zepp-LaRouche, è associato non solo col monetarismo, ma anche con l'ambientalismo. Entrambi sono espressioni di un mondo fisso, con una quantità limitata di risorse, in cui si intende perseguire uno stato di equilibrio.

Al contrario, "l'universo è creativo" e anti-entropico, e la missione della specie umana è il suo sviluppo ulteriore. Ciò richiede di obbedire all'"imperativo extraterrestre" colonizzando lo spazio e approfondendo la conoscenza dell'universo fisico.

by(MoviSol)

28 febbraio 2012

Mala tempora currunt



Ogni tramonto brumoso porta in dono un poco di malinconia e quando a tramontare non è una giornata, ma un “mondo” così come lo avevamo conosciuto, l’accento malinconico si fonde con un senso d’inquietudine impossibile da dissimulare. Questa Italia ormai deprivata di qualsiasi dignità, che si trascina incespicando nel fango, ha un che di patetico che infonde nell’animo una sensazione di tristezza infinita. Così come triste ed angosciosa, risulta la penosa agonia del sistema neoliberista, che arranca verso la terza guerra mondiale, nella speranza che possa costituire il mezzo attraverso il quale riuscire a sopravvivere qualche giorno di più.
Malinconioso è il pellegrinaggio del barbogio Napolitano in terra di Sardegna, dove il garante della mangeria di corte si ritrova a ricevere bordate di fischi, mentre caracolla attraverso la callaia dell’umore popolare.
Povero di spirito, ma ricco nel portafogli, si manifesta il bargello Manganelli, costretto a discettare in quel della Camera, intorno ad un terrorismo che non c’è, ma la cui esistenza diventa indispensabile per giustificare il suo stipendio nell’ordine dei 621 mila euro l’anno…..



Tanto opportunista quanto cinico si rivela il borioso giudice Caselli che scientemente usa le contestazioni NO TAV per gli arresti di donne incinta ed innocenti vari, al fine di dare al suo ultimo libro quella salienza che invero esso non possiede.

Estremamente realistici e per nulla turbati da questa Italia che sta inabissandosi più velocemente della Concordia, appaiono il prof. Monti e lacrima Fornero, quando affermano che la riforma (leggasi eutanasia) del lavoro andrà avanti a prescindere da quello che possa essere il giudizio dei sindacati e dei partiti. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che il peso specifico di tanti manevoli camerieri è ormai prossimo allo zero e si limita a quello delle loro buste paga sulle spalle dei contribuenti.

Inquietante è la figura del ministro Terzi, sempre più uomo della Nato, che in merito alla vicenda dei due marò arrestati in India, continua a barbugliare frasi sconnesse degne del peggior Frattini.

Avvilenti e molto pericolosi appaiono i burocrati di Bruxelles, che obbedendo agli ordini di Washington impongono nuove sanzioni all’Iran, sulla base di colpe immaginarie che non trovano riscontri nella realtà. Ma ancora più avvilente appare il governo golpista nostrano che avalla dette sanzioni, mentre salassa i cittadini italiani attraverso la benzina venduta a peso d’oro.

Patetica la congrega di sindacalisti d’accatto e pacifinti salottieri che si raduna in quel di Roma per dare supporto alla guerra imperialista contro la Siria, pur fallendo miseramente l’obiettivo, al punto che perfino i media mainstream hanno ritenuto opportuno oscurare i pochi intimi convenuti all’appuntamento.

Angosciante, estremamente angosciante, il bellicismo ostentato dalla Nato, che da mesi lavora alacremente in Siria, con l’ausilio dei belatori mainstream, nella costruzione di un calappio che le permetta di scatenare un conflitto utile per giungere fino a Teheran.

Tutto ciò mentre l’imbrunire, timidamente scolora nella notte, il cielo si tinge di catrame e nel caligare immanente anche la luce dei lampioni sembra farsi più fioca.
di Marco Cedolin

27 febbraio 2012

I Partiti politici: centri di impiego e manovalanza mafiosa




L’importanza dei partiti politici in Italia e nell’Europa occidentale rimane invariato negli anni: possono cambiare le attività principali ed i canali di potere, ma rimangono una delle ossature fondamentali su cui si regge il sistema (non a caso corrotto).
E non si cada nello stereotipo classico secondo cui i problemi dei partiti sarebbero gli sprechi legati al circo di personaggi che li animano, oppure la famosa casta. Chi mette sul piatto tali questioni cerca semplicemente di farci guardare al dito anziché alla luna: una riforma di non si capisce cosa e una gestione più parca dei finanziamenti non cambierebbe di una virgola i problemi che viviamo oggi. Anche perché, se messi a confronto con le reali misure economiche, stiamo parlando di spiccioli, di certo rappresentanti un malgoverno, ma pur sempre di lieve entità.
Quindi i partiti rimangono fondamentali, anche se non per quello che di solito vogliono raccontarci i vari “riformatori” del sistema. Non esistendo differenze di fondo fra i vari partiti sulle scelte di politica generale, di indirizzo e di lungo periodo non è nemmeno questo il ruolo che oggi ricoprono nella nostra società. Il sistema liberale liberista accomuna destra, centro e sinistra, così come le scelte che vengono messe in atto sono per tutti di breve periodo, interessate alla competizione elettorale e all’amministrazione quotidiana. I militanti di un partito -tolte le mode e le posizioni storiche prese più che altro per sentirsi parte di qualcosa, che non frutto di vere riflessioni- sono intercambiabili, figli di una stessa cultura.
Ma allora perché gli iscritti ai partiti (e ai sindacati) rimangono, pur calando la partecipazione elettorale, la stima, la fiducia verso questi gruppi? Perché nella realtà il ruolo dei partiti oggi è relativo alla sfera del clientelismo, o della “famiglia” se vogliamo usare uno stereotipo tutto italiano. Gli iscritti ai partiti, i partner dei partiti, i dirigenti pubblici legati ai partiti non sono altro che membri di una rete di contatti, una rete che pur avendo profondi legami con l’apparato pubblico e statale (dai governi alle amministrazioni locali) è parallela e contigua al potere privato dei partiti (fazioni di cittadini organizzati).
In una società in cui la sovranità del popolo e la democrazia sono criticate e messe in crisi, e lo dimostrano le parole di Monti (secondo il quale riuscirà a fare le “riforme” perché non è stato eletto e non si ripresenterà alle elezioni), oppure lo dimostra il caso greco (non importa la volontà popolare, le misure devono essere implementate e messe in atto proprio al sicuro da un’espressione contraria della popolazione greca che è l’oggetto di tali scelte), i partiti ritrovano la propria funzione come perno fra interessi privati e strutture pubbliche da sfruttare.
Possiamo vedere agevolmente questo quando parliamo di appalti o lavori da appaltare, in special modo locali: non c’è bisogno di citare casi più o meno famosi di cronaca per avere ben chiaro di cosa si parla, tutti noi ne abbiamo esperienza diretta. Il potere dei partiti risiede proprio nel riuscire a pilotare legalmente (perché la maggior parte delle volte è tutto fatto in maniera regolare, le illegalità sono una piccola parte e non sono il centro del problema) i responsabili, i bandi di gara, le regole e tutto l’humus intorno a tali attività.
Oppure tutti siamo a conoscenza del potere che i partiti hanno nel raccomandare e segnalare per posti di lavoro di vario genere, pubblici o privati: anche qui in maniera del tutto legale, fazioni organizzate riescono a scavalcare i cittadini italiani e, in una situazione occupazionale drammatica come quella che viviamo, diventano il centro di impiego più potente, efficiente e funzionale: per i clienti, i fedelissimi, i “picciotti” ovviamente, e questo si ripercuote su una società sempre più corrotta e corruttibile, ma sempre legalmente! Anche solo la speranza di una raccomandazione crea degli stolti indottrinati, militanti da oratorio fedelissimi alla parola del proprio capo, dal quale aspettano nient’altro che una raccomandazione. La morte dei sogni dei veri democratici, anche se dubitiamo ne siano mai esistiti. Non ci vengano a raccontare dell’importanza dell’impegno e della militanza: i più impegnati dentro ai vari partiti “democratici” sono nient’altro che paramafiosi, parassiti dello Stato, nocivi alla pubblica amministrazione ed alla cosa pubblica in generale.
La vera riforma da attuare è principalmente etica, morale e politica. Se un sistema democratico ha fallito, bisognerà trovarne un altro: il primo passo è liberarsi da chi questo sistema lo protegge ed esporta, ovviamente per i propri interessi. Il primo passo è liberarsi dalla Nato e acquisire sovranità, per poi porre in essere scelte diverse. Ma prima deve essere a tutti chiaro, che ogni militante, ogni quadro di partito è un mafioso, marionetta di chi ci affama.

di Matteo Guinness -

26 febbraio 2012

Helga Zepp-LaRouche: l'imperativo extraterrestre dell'uomo


Le soluzioni alla crisi ci sono e possono essere adottate in tempo, "ma ciò richiede un cambiamento drastico e fondamentale dell'ordine finanziario globale, ed un cambiamento altrettanto drammatico nel pensiero di gran parte della popolazione", ha dichiarato Helga Zepp-LaRouche in una teleconferenza (webcast) internazionale l'11 febbraio.

Le due crisi immediate che ci troviamo ad affrontare sono "il crollo del sistema finanziario transatlantico, che sta già portando al collasso e alla rottura del sistema dell'euro, come possiamo chiaramente vedere nel caso della Grecia. In secondo luogo, c'è il pericolo immediato di una guerra termonucleare, scatenata dalle vicende attorno alla Siria e all'Iran, che fanno parte di una strategia per un cambiamento di regime o la disintegrazione di Russia e Cina", ha dichiarato la presidentessa dello Schiller Institute.

Il nome della partita è "impero", o più precisamente, l'Impero Britannico. Molti diranno che l'"Impero Britannico" ha cessato di esistere molto tempo fa, ha osservato Zepp-LaRouche, ma con questo nome si intende oggi "il sistema complesso di banche centrali, banche d'affari, hedge funds, fondi di private equity, compagnie assicurative, il sistema bancario ombra… questo sistema bancario è responsabile della svolta paradigmatica degli ultimi 45 anni, che ha portato all'abbandono della produzione di beni fisici, la cosiddetta economia reale, e sempre più all'espandersi della speculazione e dell'idea della massimizzazione del profitto, del monetarismo puro". Ora questo sistema è irrimediabilmente in bancarotta.

Zepp-LaRouche ha dettagliato come dal crollo dell'Unione Sovietica, seguito da Desert Storm in Iraq, le potenze occidentali abbiano adottato sempre più la politica del cambiamento di regime, abbandonando i concetti fondamentali del diritto internazionale e della sovranità nazionale. Ora, dopo la Libia, la Siria e l'Iran sono i prossimi obiettivi. La guerra segreta va avanti già da molto tempo, armando e addestrando le cosiddette opposizioni in entrambi i paesi, e istigando alla violenza.

Oggi, ha proseguito Zepp-LaRouche, la potenza di fuoco concentrata in Medio Oriente "è assolutamente sproporzionata al presunto motivo, e cioè aiutare i ribelli in Siria, o dissuadere l'Iran da un riarmo nucleare”. Ciò rende un'escalation verso la guerra nucleare un pericolo serio, e inevitabile se si giunge ad un attacco, magari per errore di calcolo".

La politica dell'Impero, ha notato la signora LaRouche, è anche determinata dall'impegno fondamentale dell'oligarchia a "selezionare" la popolazione. Lo stesso Principe Filippo di Edimburgo ha fatto della riduzione demografica il suo cavallo di battaglia.

Il modello oligarchico, ha detto Zepp-LaRouche, è associato non solo col monetarismo, ma anche con l'ambientalismo. Entrambi sono espressioni di un mondo fisso, con una quantità limitata di risorse, in cui si intende perseguire uno stato di equilibrio.

Al contrario, "l'universo è creativo" e anti-entropico, e la missione della specie umana è il suo sviluppo ulteriore. Ciò richiede di obbedire all'"imperativo extraterrestre" colonizzando lo spazio e approfondendo la conoscenza dell'universo fisico.

by(MoviSol)