08 giugno 2013

Bilderberg, i blogger a un passo





Ebbene sì. Stando alle informazioni che circolano, il Club Bilderberg ha ritenuto opportuno convocare una delle sue riunioni: la 61esima dalla fondazione avvenuta nel 1954. L'incontro si tiene dal 6 giugno, al 9 giugno presso il Grove Hotel a Watford: una ridente località dell'Hertfordshire, Inghilterra. Il Grove Hotel è "uno dei migliori alberghi del mondo" - almeno così lo presenta il suo sito - posto a circa mezz'ora di strada dal centro di Londra. Offre stanze a partire da 235 sterline. Neanche tanto se si considera, in questo caso, l'alto profilo dei suoi ospiti. Per l'occasione, da 21 diverse nazioni europeee e nordamericane, giungeranno a Watford circa 140 partecipanti. Tra loro: leader politici, boss dell'industria e della finanza, opinion maker e accademici. La lista dei partecipanti è rinvenibile all'indirizzowww.bilderbergmeetings.org .
Gli italiani presenti saranno:
Bernabè, Franco Chairman and CEO, Telecom Italia S.p.A.Cucchiani, Enrico Tommaso CEO, Intesa Sanpaolo SpAGruber, Lilli Journalist - Anchorwoman, La 7 TV; Monti, Mario Former Prime MinisterNagel, Alberto CEO, Mediobanca;Rocca, Gianfelice Chairman,Techint Group .

Il programma degli incontri prevede i seguenti argomenti: "Possono USA e Europa crescere ancora  e creare posti di lavoro?". "Lavoro, diritto e debito". "Come i "big data" stanno cambiando quasi tutto". "Nazionalismo e populismo". "USA e politica internazionale". "Le sfide in Africa".  "Cyberguerre e proliferazione delle minacce asimettriche". "Le tendenze più importanti nella ricerca medica". "Educazione online: promesse e impatto". "La politica dell'Unione Europea". "Lo sviluppo in medio Oriente".

No comment. Un programma di tutto rispetto che verrà affrontato da esseri umani dotati di grandi competenze e di informazioni sicuramente aggiornate. Dove sono le notizie allora?

La prima. È scattata l'Operazione trasparenza, a conferma dell'ormai famosa frase che connota il web: "No one can hide " cioè "Nessuno può (più) nascondersi". In passato infatti le riunioni del Club Bilderberg erano a tutti gli effetti segrete. Conoscere la lista dei partecipanti e il programma era (quasi) impossibile. Se trapelava qualcosa era alla conclusione dell'incontro. Non erano ammessi giornalisti, né osservatori esterni e se qualcuno provava ad avvicinarsi veniva prontamente allontanato  dalle numerose guardie del corpo che, devotamente, scortano gli ospiti del Club.
Oggi invece, dopo alcuni libri e dopo soprattutto un incessante martellare di informazioni (Vere? False? Quasi vere? . non si sa!) pubblicate da  centinaia e centinaia di siti web europei e americani, evidentemente gli organizzatori hanno preferito "giocare d'anticipo" rendendo nota la lista dei partecipanti e il programma "ufficiale" degli incontri. Perché? Ovviamente per limitare il gossip e le pesanti accuse di governo occulto che si sono tirati addosso con la loro politica di estrema riservatezza. "Ci sono altre ragioni ?" - chiede il dietrologo.  E chi lo sa?

Da questa notizia ne deriva un'altra. Per la prima volta nella sua storia, il Club Bilderberg "dialogherà" con i media. È confermato infatti che gli organizzatori rilasceranno un comunicato ufficiale sull'andamento del loro incontro privato. Non è un granché, diciamolo pure, ma è un ennesimo segnale di "qualcosa" che è cambiato. Certo consentire ai media di seguire i lavori in diretta  è un'ipotesi ancora assolutamente remota. Chissà perché? "A pensà male se fa peccato, però spesso ce s'azzecca" - dice un Saggio dei Secoli Bui.
  
La terza notizia, forse la più interessante, è quella che sta circolando in queste ore. Dopo lunghi negoziati con la Polizia della zona, che certo questa rogna se la sarebbe evitata volentieri,  un gruppo di giornalisti attivisti ha ottenuto la facoltà di insediare un palco detto Bilderberg Speakers Corner (mutuato dal famoso Hide Park Corner, monumento alla libertà di espressione tanto decantata tra i sudditi di Sua Maestà la Regina) a ridosso dell'hotel (probabilmente all'interno del parco dell'albergo). Secondo alcune fonti della rete, alcuni blogger d'assalto avrebbero anche chiesto una stanza per pernottare ma sarebbero stati "rigettati" e spernacchiati con varie motivazioni. "La Dea Sicurezza non vuole". "Tutto prenotato già dall'anno scorso." "Ma come vi viene in testa?" Etc... Comunque, da venerdì 7 fino a domenica 9 si avvicenderanno sul palco un gran numero di ricercatori, giornalisti, scrittori e accademici (a ognuno i suoi) insieme ad attori e poeti che commenteranno le attività del Club e forniranno informazioni sulle sue strategie, a loro avviso, nefaste .

Tra gli oratori figurano alcuni guru del Web anglosassone, dai più bizzarri ai più posati: David Icke che tra i primi rivelò l'esistenza del Club, scrittore britannico tra i più noti fautori della teoria del complotto. Famoso per le sue ipotesi su "chi e che cosa davvero controlla il mondo"; Alex Jones (Infowars) conosciuto per aver realizzato 911: the Road to Tyranny, un  documentario in cui smentisce la versione ufficiale data dal governo statunitense sull'11 settembre 2001; i giornalisti investigativi Charlie Skelton (The Guardian)  e Tony Gosling (Russia Today) che da anni seguono i Bilderberg; Dan Dicks (Press for truth) e Luke Rudkowsky (We are change) noti nella Rete per le loro teorie sul Nuovo Ordine Mondiale ; Jurriaan Maessen (Explosive Reports) che già da qualche giorno sul suo seguitissimo blog scalda gli animi: «Come bambole farcite i media mainstream perseverano nella loro obbedienza silenziosa nei confronti di ogni cosa riguardi i Bilderberg . ma i cuori di attivisti e blogger stanno di nuovo battendo i tamburi della disperazione e invocano con campane, corni, trombe e ogni altro strumento, la necessità di incenerire il terribile silenzio che ha gravato pesantemente sul giornalismo per lunghe decadi.»Augh!

Con tali premesse se ne potrebbero vedere di cotte e di crude. Il confronto tra gli appartenenti a una delle tribù dei Padroni del Mondo e i Grandi Tribuni del Popolo della Rete, per la prima volta  posti a distanza fisica ravvicinata gli uni dagli altri, sebbene interfacciati da cavalli di frisia, poliziotti e guardie del corpo, potrebbe assumere forme molto aspre. Oppure risolversi in un grande show.  
Gli organizzatori del Bilderberg Speakers Corner appaiono molto agguerriti e chiamano al raduno le masse. «Le stazioni della metropolitana di Watfordf e Watford Junction sono aperte fino a tarda notte» - ricordano ai londinesi e a chi si troverà in città - «Venite a trovarci per il week end e poi tornate a casa quando volete» «Arrivate il 6 - scrivono nelle loro breaking news - così potrete fotografare qualche testa coronata, banchiere o politico mentre sbarcano dalle loro limousines . organizzatevi per campeggiare attorno all'Hotel Grove o prenotate nei bed&breakfast della cittadina . Icke e Jones parleranno sabato pomeriggio, mentre venerdì potrete ascoltare attori e accademici».  In un impeto di situazionismo quelli del Corner invitano i delegati Bilderberg ad approfittare di trattamenti Reiki gratuiti che verranno impartiti da Maestri presenti (il Reiki è una pratica spirituale usata come forma terapeutica alternativa per il trattamento di malanni). È evidente che gli attivisti  li  considerino malati, mentre è probabile che i Bilderberg considerino gli attivisti microbi galattici.   
«Portate costumi, strumenti musicali, videocamere, materiali da picnic e hulahop . siate creativi . invitate amici, parenti colleghi, vicini di casa. si tratta di un'occasione unica per la trasparenza della politica elitaria».  «Speriamo bene» - dice il Capo della Polizia di Watford.

07 giugno 2013

“SCIOLTA CIVICA”! SE MARIO MAURO MOLLA MONTI, ANDREA RICCARDI LO SFANCULEGGIA!

Scelta Civica, come una clessidra che lentamente ma inesorabilmente fa scorrere la sabbia del tempo sul profilo gia' merkeliano di Monti Mario, si avvia davvero a diventare "Sciolta Civica". Gli ultimi segnali sono due. Il primo: Mauro Mario, ministro della Difesa e ciellino si appresta a dire addio al suo capo partito poiché sta già dando vita ad una iniziativa propria nelle regioni, nel solco tradizionale del Partito Popolare Europeo.
monti montezemolo riccardi jpegMONTI MONTEZEMOLO RICCARDI JPEGMONTI RICCARDI MONTEZEMOLOMONTI RICCARDI MONTEZEMOLO
Il secondo: incredibile a dirsi, Riccardi Andrea, l'uomo di S.Egidio, il ministro della cooperazione, l'uomo che aveva in mano le chiavi del partitino, ormai parla apertamente malissimo del suo ex presuntuoso leader in tutte le sedi e racconta particolari inediti di quanto il governo di cui ha fatto parte sia stato all'insegna di un sadismo politico servile alla Merkel e alla Germania come nessuno mai prima aveva fatto in Italia.
riccardi montiRICCARDI MONTIMONTI RICCARDIMONTI RICCARDI
Mauro Mario nei prossimi giorni dirà chiaro e tondo all'ex Mose' Monti che l'esperienza politica comune e' finita, accodandosi in questo a Montezemolo Luca, a Casini Pierferdinando e allo stesso Riccardi. Quanto a quest'ultimo, vale la pena (visto che del governo Monti gli italiani hanno sopportato per un anno non soltanto molte decisioni sballate ma anche i fiumi di bava sui grandi giornali e le televisioni) di riportare alcune altre cose che egli racconta a chiunque gli capita di incontrare.
ANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTOANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTO
La più importante e' questa: più Monti assumeva provvedimenti lacrime e sangue, più esodati la Fornero creava, più saliva la protesta e la sofferenza delle classi più deboli, più a Palazzo Chigi erano soddisfatti perché proprio quella era la dimostrazione lampante di credibilità verso la signora Merkel Angela. Cioè, più legnate riuscivano a dare al Paese più pensavano di essere forti in Europa.
ALFANO MONTI RICCARDIALFANO MONTI RICCARDI
Follia allo stato puro, dice oggi Riccardi Andrea. E aggiunge che Monti Mario era anche convinto di dover distribuire legnate come attività professorale/pedagogica per indurre il Paese a regredire pesantemente rispetto al suo benessere (vedi l'uso propagandistico di Equitalia contro gli indicatori di ricchezza come le auto e le barche, scoraggiandone l'uso anche a chi le tasse le pagava, unico effetto della caccia scatenata).
MARIO MAUROMARIO MAURO
Il tutto, aggiunge ancora, mentre il benessere personale del senatore a vita Monti Mario non ne ha mai sofferto, ovviamente. E Riccardi Andrea, anche per giustificare la sua precedente "complicità", si dice profondamente deluso dal suo ex capo proprio dal punto di vista dei rapporti umani.
Meglio tardi che mai, ma intanto degli italiani vittime del rigore di Rigor Montis (rigore, e' bene dirlo, in parte necessario, in parte, come vediamo proprio dai racconti dei protagonisti di un'epoca fortunatamente breve, fatto per compiacere se stessi e un interlocutore straniero) si stanno raccogliendo solo i cocci.
by Dagospia

05 giugno 2013

Chi gode del tonfo di Grillo dovrebbe invece preoccuparsi della disaffezione degli elettori




   

I partiti, e i media loro legati, ritengono che il tonfo del movimento 5Stelle compensi, in qualche modo, l'impressionante fenomeno dell'astensionismo (più di un cittadino su tre a livello nazionale, uno su due a Roma) e ne gioiscono, perchè vedono, o vedevano, in Grillo il 'pericolo pubblico numero uno' che minava il sistema, il loro tranquillo ed eterno ruminar il potere, magari mascherato, opportunamente, con qualche lifting di facciata per rendersi, almeno esteticamente, più presentabili a un'opinione pubblica ribollente.

Si sbagliano. All'indomani delle elezioni politiche di febbraio scrivevo che i partiti avrebbero dovuto ringraziare Grillo invece di demonizzarlo. Per due motivi. Perchè il movimento 5Stelle mascherava un'astensione che, senza la sua presenza, avrebbe raggiunto già allora il 50% (il 25% degli astensionisti propriamente detti più il 25,6 degli elettori che avevano votato Grillo e che, senza di lui, avrebbero disertato le urne). Col 75% di votanti il sistema manteneva la sua legittimità. In secondo luogo il movimento 5Stelle, che è antisistema, rivoluzionario, ma pacifico, canalizzava, istituzionalizzava, innocuizzava una rabbia sociale che potrebbe esplodere, in forme violente, da un momento all'altro. L'astensione, per il sistema dei partiti, è molto più insidiosa. Perchè non è controllabile, non ha una faccia, non è individuabile. Inoltre pone un problema di legittimità democratica. Partiamo da Roma. Che legittimità, che credibilità, puo' avere un sindaco che, nella migliore delle ipotesi, rappresenta il 40% del 50% dei suoi cittadini? La questione diventa ancora più cogente a livello nazionale. Secondo il Barometro politico dell'istituto Demopolis se si andasse a votare domani per le politiche l'astensione crescerebbe di un altro 7% raggiungendo quasi la metà degli elettori. E io sono convinto che se esistesse, come per i referendum, un quorum al di sotto del quale le elezioni non sono valide l'astensione salirebbe ulteriormente. Perchè il ragionamento che molti fanno è: «Che senso ha che io vada a votare, manifestando cosi' il mio totale dissenso, se poi quelli continuano a governare e a fare i loro comodi anche se li ha votati, poniamo, solo il 30 per cento dei cittadini?». E cosi' vanno a votare, turandosi montanellianamente il naso, per questo o per quello, pur sapendo che è del tutto inutile dato che l'uno vale l'altro perchè quella politica, con i suoi adentellati confindustriali, è l'unica vera classe rimasta su piazza di fronte a un indifferenziato ceto medio i cui componenti, vale a dire la maggioranza dei cittadini, sono trattati come sudditi, asini al basto che devono tirare la carretta per i piaceri e i profitti di lorsignori e pecore da tosare quando arriva un'emergenza che quegli stessi hanno causato, con la loro ignavia, con la loro mancanza di capacità previsionale – che dovrebbe essere la dote precipua di un politico – quando non con il malaffare, la corruzione, i loro abusi, i loro soprusi in salsa democratica. E son questi stessi che hanno distrutto la casa che ora pretendono di essere legittimati a ricostruirla invece di avere la decenza di farsi da parte, di sparire. La cosiddetta 'disaffezione per la politica' deriva, in gran parte, da questa impunita impudenza.

Quello che gli uomini politici non hanno capito, o piuttosto fanno finta di non capire, è che non siamo di fronte semplicemente alla impresentabilità di questo o quel personaggio dello 'star system' dirigenziale, sempre rimediabile sostituendolo, ma che quella che è in atto è una crisi di sistema, è una crisi del modello partitocratico, è una crisi, in definitiva, della democrazia rappresentativa che potrebbe portare molto lontano. Altro che gioire per il tonfo di Beppe Grillo.


di Massimo Fini 

08 giugno 2013

Bilderberg, i blogger a un passo





Ebbene sì. Stando alle informazioni che circolano, il Club Bilderberg ha ritenuto opportuno convocare una delle sue riunioni: la 61esima dalla fondazione avvenuta nel 1954. L'incontro si tiene dal 6 giugno, al 9 giugno presso il Grove Hotel a Watford: una ridente località dell'Hertfordshire, Inghilterra. Il Grove Hotel è "uno dei migliori alberghi del mondo" - almeno così lo presenta il suo sito - posto a circa mezz'ora di strada dal centro di Londra. Offre stanze a partire da 235 sterline. Neanche tanto se si considera, in questo caso, l'alto profilo dei suoi ospiti. Per l'occasione, da 21 diverse nazioni europeee e nordamericane, giungeranno a Watford circa 140 partecipanti. Tra loro: leader politici, boss dell'industria e della finanza, opinion maker e accademici. La lista dei partecipanti è rinvenibile all'indirizzowww.bilderbergmeetings.org .
Gli italiani presenti saranno:
Bernabè, Franco Chairman and CEO, Telecom Italia S.p.A.Cucchiani, Enrico Tommaso CEO, Intesa Sanpaolo SpAGruber, Lilli Journalist - Anchorwoman, La 7 TV; Monti, Mario Former Prime MinisterNagel, Alberto CEO, Mediobanca;Rocca, Gianfelice Chairman,Techint Group .

Il programma degli incontri prevede i seguenti argomenti: "Possono USA e Europa crescere ancora  e creare posti di lavoro?". "Lavoro, diritto e debito". "Come i "big data" stanno cambiando quasi tutto". "Nazionalismo e populismo". "USA e politica internazionale". "Le sfide in Africa".  "Cyberguerre e proliferazione delle minacce asimettriche". "Le tendenze più importanti nella ricerca medica". "Educazione online: promesse e impatto". "La politica dell'Unione Europea". "Lo sviluppo in medio Oriente".

No comment. Un programma di tutto rispetto che verrà affrontato da esseri umani dotati di grandi competenze e di informazioni sicuramente aggiornate. Dove sono le notizie allora?

La prima. È scattata l'Operazione trasparenza, a conferma dell'ormai famosa frase che connota il web: "No one can hide " cioè "Nessuno può (più) nascondersi". In passato infatti le riunioni del Club Bilderberg erano a tutti gli effetti segrete. Conoscere la lista dei partecipanti e il programma era (quasi) impossibile. Se trapelava qualcosa era alla conclusione dell'incontro. Non erano ammessi giornalisti, né osservatori esterni e se qualcuno provava ad avvicinarsi veniva prontamente allontanato  dalle numerose guardie del corpo che, devotamente, scortano gli ospiti del Club.
Oggi invece, dopo alcuni libri e dopo soprattutto un incessante martellare di informazioni (Vere? False? Quasi vere? . non si sa!) pubblicate da  centinaia e centinaia di siti web europei e americani, evidentemente gli organizzatori hanno preferito "giocare d'anticipo" rendendo nota la lista dei partecipanti e il programma "ufficiale" degli incontri. Perché? Ovviamente per limitare il gossip e le pesanti accuse di governo occulto che si sono tirati addosso con la loro politica di estrema riservatezza. "Ci sono altre ragioni ?" - chiede il dietrologo.  E chi lo sa?

Da questa notizia ne deriva un'altra. Per la prima volta nella sua storia, il Club Bilderberg "dialogherà" con i media. È confermato infatti che gli organizzatori rilasceranno un comunicato ufficiale sull'andamento del loro incontro privato. Non è un granché, diciamolo pure, ma è un ennesimo segnale di "qualcosa" che è cambiato. Certo consentire ai media di seguire i lavori in diretta  è un'ipotesi ancora assolutamente remota. Chissà perché? "A pensà male se fa peccato, però spesso ce s'azzecca" - dice un Saggio dei Secoli Bui.
  
La terza notizia, forse la più interessante, è quella che sta circolando in queste ore. Dopo lunghi negoziati con la Polizia della zona, che certo questa rogna se la sarebbe evitata volentieri,  un gruppo di giornalisti attivisti ha ottenuto la facoltà di insediare un palco detto Bilderberg Speakers Corner (mutuato dal famoso Hide Park Corner, monumento alla libertà di espressione tanto decantata tra i sudditi di Sua Maestà la Regina) a ridosso dell'hotel (probabilmente all'interno del parco dell'albergo). Secondo alcune fonti della rete, alcuni blogger d'assalto avrebbero anche chiesto una stanza per pernottare ma sarebbero stati "rigettati" e spernacchiati con varie motivazioni. "La Dea Sicurezza non vuole". "Tutto prenotato già dall'anno scorso." "Ma come vi viene in testa?" Etc... Comunque, da venerdì 7 fino a domenica 9 si avvicenderanno sul palco un gran numero di ricercatori, giornalisti, scrittori e accademici (a ognuno i suoi) insieme ad attori e poeti che commenteranno le attività del Club e forniranno informazioni sulle sue strategie, a loro avviso, nefaste .

Tra gli oratori figurano alcuni guru del Web anglosassone, dai più bizzarri ai più posati: David Icke che tra i primi rivelò l'esistenza del Club, scrittore britannico tra i più noti fautori della teoria del complotto. Famoso per le sue ipotesi su "chi e che cosa davvero controlla il mondo"; Alex Jones (Infowars) conosciuto per aver realizzato 911: the Road to Tyranny, un  documentario in cui smentisce la versione ufficiale data dal governo statunitense sull'11 settembre 2001; i giornalisti investigativi Charlie Skelton (The Guardian)  e Tony Gosling (Russia Today) che da anni seguono i Bilderberg; Dan Dicks (Press for truth) e Luke Rudkowsky (We are change) noti nella Rete per le loro teorie sul Nuovo Ordine Mondiale ; Jurriaan Maessen (Explosive Reports) che già da qualche giorno sul suo seguitissimo blog scalda gli animi: «Come bambole farcite i media mainstream perseverano nella loro obbedienza silenziosa nei confronti di ogni cosa riguardi i Bilderberg . ma i cuori di attivisti e blogger stanno di nuovo battendo i tamburi della disperazione e invocano con campane, corni, trombe e ogni altro strumento, la necessità di incenerire il terribile silenzio che ha gravato pesantemente sul giornalismo per lunghe decadi.»Augh!

Con tali premesse se ne potrebbero vedere di cotte e di crude. Il confronto tra gli appartenenti a una delle tribù dei Padroni del Mondo e i Grandi Tribuni del Popolo della Rete, per la prima volta  posti a distanza fisica ravvicinata gli uni dagli altri, sebbene interfacciati da cavalli di frisia, poliziotti e guardie del corpo, potrebbe assumere forme molto aspre. Oppure risolversi in un grande show.  
Gli organizzatori del Bilderberg Speakers Corner appaiono molto agguerriti e chiamano al raduno le masse. «Le stazioni della metropolitana di Watfordf e Watford Junction sono aperte fino a tarda notte» - ricordano ai londinesi e a chi si troverà in città - «Venite a trovarci per il week end e poi tornate a casa quando volete» «Arrivate il 6 - scrivono nelle loro breaking news - così potrete fotografare qualche testa coronata, banchiere o politico mentre sbarcano dalle loro limousines . organizzatevi per campeggiare attorno all'Hotel Grove o prenotate nei bed&breakfast della cittadina . Icke e Jones parleranno sabato pomeriggio, mentre venerdì potrete ascoltare attori e accademici».  In un impeto di situazionismo quelli del Corner invitano i delegati Bilderberg ad approfittare di trattamenti Reiki gratuiti che verranno impartiti da Maestri presenti (il Reiki è una pratica spirituale usata come forma terapeutica alternativa per il trattamento di malanni). È evidente che gli attivisti  li  considerino malati, mentre è probabile che i Bilderberg considerino gli attivisti microbi galattici.   
«Portate costumi, strumenti musicali, videocamere, materiali da picnic e hulahop . siate creativi . invitate amici, parenti colleghi, vicini di casa. si tratta di un'occasione unica per la trasparenza della politica elitaria».  «Speriamo bene» - dice il Capo della Polizia di Watford.

07 giugno 2013

“SCIOLTA CIVICA”! SE MARIO MAURO MOLLA MONTI, ANDREA RICCARDI LO SFANCULEGGIA!

Scelta Civica, come una clessidra che lentamente ma inesorabilmente fa scorrere la sabbia del tempo sul profilo gia' merkeliano di Monti Mario, si avvia davvero a diventare "Sciolta Civica". Gli ultimi segnali sono due. Il primo: Mauro Mario, ministro della Difesa e ciellino si appresta a dire addio al suo capo partito poiché sta già dando vita ad una iniziativa propria nelle regioni, nel solco tradizionale del Partito Popolare Europeo.
monti montezemolo riccardi jpegMONTI MONTEZEMOLO RICCARDI JPEGMONTI RICCARDI MONTEZEMOLOMONTI RICCARDI MONTEZEMOLO
Il secondo: incredibile a dirsi, Riccardi Andrea, l'uomo di S.Egidio, il ministro della cooperazione, l'uomo che aveva in mano le chiavi del partitino, ormai parla apertamente malissimo del suo ex presuntuoso leader in tutte le sedi e racconta particolari inediti di quanto il governo di cui ha fatto parte sia stato all'insegna di un sadismo politico servile alla Merkel e alla Germania come nessuno mai prima aveva fatto in Italia.
riccardi montiRICCARDI MONTIMONTI RICCARDIMONTI RICCARDI
Mauro Mario nei prossimi giorni dirà chiaro e tondo all'ex Mose' Monti che l'esperienza politica comune e' finita, accodandosi in questo a Montezemolo Luca, a Casini Pierferdinando e allo stesso Riccardi. Quanto a quest'ultimo, vale la pena (visto che del governo Monti gli italiani hanno sopportato per un anno non soltanto molte decisioni sballate ma anche i fiumi di bava sui grandi giornali e le televisioni) di riportare alcune altre cose che egli racconta a chiunque gli capita di incontrare.
ANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTOANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTO
La più importante e' questa: più Monti assumeva provvedimenti lacrime e sangue, più esodati la Fornero creava, più saliva la protesta e la sofferenza delle classi più deboli, più a Palazzo Chigi erano soddisfatti perché proprio quella era la dimostrazione lampante di credibilità verso la signora Merkel Angela. Cioè, più legnate riuscivano a dare al Paese più pensavano di essere forti in Europa.
ALFANO MONTI RICCARDIALFANO MONTI RICCARDI
Follia allo stato puro, dice oggi Riccardi Andrea. E aggiunge che Monti Mario era anche convinto di dover distribuire legnate come attività professorale/pedagogica per indurre il Paese a regredire pesantemente rispetto al suo benessere (vedi l'uso propagandistico di Equitalia contro gli indicatori di ricchezza come le auto e le barche, scoraggiandone l'uso anche a chi le tasse le pagava, unico effetto della caccia scatenata).
MARIO MAUROMARIO MAURO
Il tutto, aggiunge ancora, mentre il benessere personale del senatore a vita Monti Mario non ne ha mai sofferto, ovviamente. E Riccardi Andrea, anche per giustificare la sua precedente "complicità", si dice profondamente deluso dal suo ex capo proprio dal punto di vista dei rapporti umani.
Meglio tardi che mai, ma intanto degli italiani vittime del rigore di Rigor Montis (rigore, e' bene dirlo, in parte necessario, in parte, come vediamo proprio dai racconti dei protagonisti di un'epoca fortunatamente breve, fatto per compiacere se stessi e un interlocutore straniero) si stanno raccogliendo solo i cocci.
by Dagospia

05 giugno 2013

Chi gode del tonfo di Grillo dovrebbe invece preoccuparsi della disaffezione degli elettori




   

I partiti, e i media loro legati, ritengono che il tonfo del movimento 5Stelle compensi, in qualche modo, l'impressionante fenomeno dell'astensionismo (più di un cittadino su tre a livello nazionale, uno su due a Roma) e ne gioiscono, perchè vedono, o vedevano, in Grillo il 'pericolo pubblico numero uno' che minava il sistema, il loro tranquillo ed eterno ruminar il potere, magari mascherato, opportunamente, con qualche lifting di facciata per rendersi, almeno esteticamente, più presentabili a un'opinione pubblica ribollente.

Si sbagliano. All'indomani delle elezioni politiche di febbraio scrivevo che i partiti avrebbero dovuto ringraziare Grillo invece di demonizzarlo. Per due motivi. Perchè il movimento 5Stelle mascherava un'astensione che, senza la sua presenza, avrebbe raggiunto già allora il 50% (il 25% degli astensionisti propriamente detti più il 25,6 degli elettori che avevano votato Grillo e che, senza di lui, avrebbero disertato le urne). Col 75% di votanti il sistema manteneva la sua legittimità. In secondo luogo il movimento 5Stelle, che è antisistema, rivoluzionario, ma pacifico, canalizzava, istituzionalizzava, innocuizzava una rabbia sociale che potrebbe esplodere, in forme violente, da un momento all'altro. L'astensione, per il sistema dei partiti, è molto più insidiosa. Perchè non è controllabile, non ha una faccia, non è individuabile. Inoltre pone un problema di legittimità democratica. Partiamo da Roma. Che legittimità, che credibilità, puo' avere un sindaco che, nella migliore delle ipotesi, rappresenta il 40% del 50% dei suoi cittadini? La questione diventa ancora più cogente a livello nazionale. Secondo il Barometro politico dell'istituto Demopolis se si andasse a votare domani per le politiche l'astensione crescerebbe di un altro 7% raggiungendo quasi la metà degli elettori. E io sono convinto che se esistesse, come per i referendum, un quorum al di sotto del quale le elezioni non sono valide l'astensione salirebbe ulteriormente. Perchè il ragionamento che molti fanno è: «Che senso ha che io vada a votare, manifestando cosi' il mio totale dissenso, se poi quelli continuano a governare e a fare i loro comodi anche se li ha votati, poniamo, solo il 30 per cento dei cittadini?». E cosi' vanno a votare, turandosi montanellianamente il naso, per questo o per quello, pur sapendo che è del tutto inutile dato che l'uno vale l'altro perchè quella politica, con i suoi adentellati confindustriali, è l'unica vera classe rimasta su piazza di fronte a un indifferenziato ceto medio i cui componenti, vale a dire la maggioranza dei cittadini, sono trattati come sudditi, asini al basto che devono tirare la carretta per i piaceri e i profitti di lorsignori e pecore da tosare quando arriva un'emergenza che quegli stessi hanno causato, con la loro ignavia, con la loro mancanza di capacità previsionale – che dovrebbe essere la dote precipua di un politico – quando non con il malaffare, la corruzione, i loro abusi, i loro soprusi in salsa democratica. E son questi stessi che hanno distrutto la casa che ora pretendono di essere legittimati a ricostruirla invece di avere la decenza di farsi da parte, di sparire. La cosiddetta 'disaffezione per la politica' deriva, in gran parte, da questa impunita impudenza.

Quello che gli uomini politici non hanno capito, o piuttosto fanno finta di non capire, è che non siamo di fronte semplicemente alla impresentabilità di questo o quel personaggio dello 'star system' dirigenziale, sempre rimediabile sostituendolo, ma che quella che è in atto è una crisi di sistema, è una crisi del modello partitocratico, è una crisi, in definitiva, della democrazia rappresentativa che potrebbe portare molto lontano. Altro che gioire per il tonfo di Beppe Grillo.


di Massimo Fini