19 giugno 2013

E se tornassimo un paese sovrano?







Che la luce costi meno è la buona notizia degli ultimi anni. Ma evitiamo di inseguire l’illusione dei prezzi svendita riservati ai militari Usa-Nato di guardia nelle 129 basi sparse lungo lo stivale da Aviano ai droni di Sigonella. Basi inventate 60 anni fa per lo spauracchio della cortina di ferro. Adesso che il comunismo non c’è più i missili sono girati verso sud-est indecisi su quale nuova invasione barbarica bruciare. Americani sempre lì, ed è giusto trattarli col rispetto di un regime fiscale concordato. Militari e civili Usa, mogli, figli comprano ogni ben di dio senza pagare l’Iva. Non la pagano su servizi, bollette elettriche, dazi, sbarco e imbarco merci, circolazione veicoli, imposte di registro, bolli, soprattutto carburanti.

Sul pieno risparmiano il 60 per cento, differenza che esce dalle nostre tasche. Numeri imprecisi, segreti invalicabili custoditi dal ministero della Difesa. Timidamente il Dipartimento di Washington ogni tanto fa sapere qualcosa. Le ultime notizie risalgono al 1999: l’Italia sborsava 530 milioni di dol- lari, 3 milioni cash, chissà perché. Nell’analisi degli esperti l’aggiornamento 2013 (pressione fiscale e aumento prezzi) sfiora i due miliardi dollari. Ipotesi di chi fa i conti al buio mentre la situazione cambia, esempio Vicenza che raddoppia per l’arrivo dalla Germania di militari e civili della brigata 173, com- preso un battaglione di artiglieri con “capacità nucleare”. La super Coop edilizia e un gran privato hanno scavato l’ospedale bunker: può accogliere la comunità Usa nel caso di attacco batterio- logico. I vicentini se la sbrighino da soli.

Sicilia ormai trasformata in portaerei con satelliti e radar che controllano inquietidini africane, coordinano Medio Oriente, Asie del petrolio, mezzo mondo. La colonizzazione militare gioca alla guerra per allenare gli aerei senza pilota a non sbagliare bersaglio. E i passeggeri delle vacanze arrivano frustrati per voli cancellati e cieli requisiti. E poi lo stress dell’inquinamento elettrico e sonoro: Tv impazzite, rimbombi che scuotono i palazzi. L’accordo internazionale prevede che alle immondizie della basi provvedano le amministrazioni locali. Se i rifiuti sono tossici ci pensano i marines, ma non sempre bonificano il territorio sconvolto dalle macchine di guerra. La Maddalena raccoglie 11 mila abitanti, 300-400 marinai Usa per 25 anni di guardia ai sommergibili nucleari. Se ne vanno lasciando l’eredità pe- santissima di un inquinamento (mare, terra) che seppellisce i bilanci municipali: rosso di 928 mila euro l’anno.

Negli Usa si diventa militari per vocazione, ma anche per soldi. Soldato arruolato da 6 anni, 2.300 dollari al mese; capitano 5.511. Stipendi per chi vive negli States. All’estero raddoppiano, quasi il triplo in prima linea. L’accordo con l’Italia prevede contributi tra il 30 e il 40 per cento. Sconosciuto il calcolo base, ma buona parte del gruzzolo la paghiamo noi. Accordo dell’Alleanza Atlantica che non vale per le così dette missioni di pace, paghe che cambiano se firmate Onu o firmate Nato. Per i no- stri soldati in Afghanistan solite 1.300 euro al mese più 130 o 170 euro al giorno, dipende dal tipo di missione. Intanto pensionati in agonia, operai e imprenditori si danno fuoco e chi impazzisce spara per strada, cronache quotidiane dell’Italia che sta scoppiando.

E se tornassimo un paese sovrano? 

Marines addio, militari che non escono dai confini, F-35 fuori dai nostri hangar. Meno retorici, meno inginocchiati. Normalmente umani.


di Maurizio Chierici 

18 giugno 2013

PD+PDL: il Grillo è servito




 
Sento dire che è ingiusto prendersela con gli elettori italiani perché hanno penalizzato il 5stelle giudicandolo implacabilmente, dopo solo due mesi e mezzo di opposizione parlamentare, unico partito ad aver restituito allo Stato 42 milioni di euro di finanziamento pubblico alla politica, unico partito che si è reso disponibile all’applicazione della legge 361 del 1957 per l’ineleggibilità di Berlusconi, unico partito pronto a votare in aula per l’abrogazione del “Porcellum” e far riemergere la vecchia legge elettorale detta “Mattarellum” che almeno non è incostituzionale.
Invece io me la prendo proprio con gli elettori, a cominciare da quel 50% che non è andato a votare, e soprattutto con quegli imbecilli che hanno votato PD, un partito la cui parola vale zero, capace di prendere in giro gli elettori al punto di fare esattamente il contrario di ciò che aveva promesso in campagna elettorale (mai al governo con Berlusconi) offrendo uno spettacolo politico in cui le elezioni appaiono veramente inutili e il “popolo sovrano” una illusione per i gonzi.
Non solo, ma i responsabili maggiori dello sfascio e della crisi, i falsi antagonisti PD e PDL, sono soprattutto impegnati a spaccare il Movimento di Grillo, promettendo soldi e ricandidature, contando su infiltrati e fragilità umane, manovra che sarebbe impossibile se esistesse una norma di legge che impedisce durante la legislatura il passaggio da un partito ad un altro, in nome del rispetto della volontà degli elettori, che dovrebbe essere prevalente sulle scelte personali del singolo eletto.

Ma lo spettacolo più immondo degli elettori imbocconi e sudditi ce l’ha dato la campagna elettorale di Berlusconi, vissuta comodamente nelle sue televisioni e in quelle compiacenti della RAI, in cui, due promesse farlocche e prive di copertura economica, l’abolizione dell’IMU, addirittura la restituzione di quella già pagata, la cancellazione dell’aumento dell’iVA, e una velata promessa di condono edilizio, lo hanno fatto passare in poche settimane dal 10 al 25% dei consensi, resuscitandolo per l’ennesima volta.

Questi sono gli italiani, non tutti forse, ma in maggioranza infinocchiati da PDL e PD, che sono così furbi da mandare al potere chi li ha messi nei guai, con la complicità attiva di Re Giorgio Napolitano,e si dimenticano di punire i protagonisti di 20 anni di fallimenti, di ruberie, di malgoverno, di sprechi, dove il debito pubblico è sempre aumentato e il suo costo blocca qualsiasi possibilità di ripresa.
Nell’immediato il cemento del governo dell’inciucio è rappresentato dall’obbiettivo di espellere dalle istituzioni parlamentari il corpo estraneo che si chiama M5S, con ogni mezzo, affinchè la politica rimanga “cosa loro”, ben chiusa nel Palazzo e negli studi televisivi, foraggiata dallo Stato e dalle lobby private, impermeabile alle esigenze di disoccupati, senza casa, pensionati al minimo, problemi che nessuno vuole più affrontare.
La cosa triste è che questa lotta senza quartiere al M5S sta avendo successo e rialzarsi sarà dura,

Italiani “brava gente”.
di Paolo De Gregorio 

17 giugno 2013

Le banche centrali in crisi




Le voci sulla possibile riduzione di acquisti di bond dei Paesi europei più in difficoltà da parte della Banca Centrale Europea non dovrebbero sorprendere. Certo questi rumors potrebbero innescare nuovi impulsi speculativi. L’eventuale decisione della Bce, più che dipendere da quella della Corte Costituzionale tedesca chiamata a pronunciarsi sulla legittimità delle scelte fatte a suo tempo dalla Bce, avrebbe una ragione di valenza globale anche rispetto alle spiegazioni relative alle crisi regionali europee.

Il problema vero sta nell’effetto destabilizzante della crescita esponenziale dei bilanci della banche centrali dei Paesi industrializzati che, secondo i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali, sono passati dai 4 trilioni di dollari registrati prima della crisi agli oltre 10 trilioni di dollari attuali!

Oltre a salvare il sistema bancario, questa enorme immissione di liquidità avrebbe dovuto favorire anche i crediti a sostegno degli investimenti per rimettere in moto l’economia. Entrambi gli obiettivi sono stati però drammaticamente mancati. Le banche, e l’Italia docet, hanno di fatto chiuso i rubinetti del credito e la desiderata ripresa ha lasciato spazio ad una profonda recessione.

Le banche centrali si sono invece orientate verso il mercato dei bond, anche quello dei paesi emergenti, generando una forte volatilità dei prezzi che a sua volta ha aumentato la propensione al rischio. Negli ultimi mesi le obbligazioni cosiddette “non investment grade”, cioè quelle speculative e non affidabili per gli investitori istituzionali, e quelle emesse per la prima volta dai Paesi emergenti hanno infatti registrato una domanda spropositata, addirittura di 10 volte superiore all’offerta.

I tassi d’interesse praticati dalle banche centrali vicino allo zero hanno determinato anche il calo dei rendimenti delle obbligazioni. Di fatto si è raggiunto un livello di grande destabilizzazione, invece dell’auspicata stabilità finanziaria. L’investitore che ha acquistato bond è sostanzialmente punito. I privati possono essere spinti a sganciarsi da questo mercato e le stesse banche centrali, che hanno massicciamente acquistato bond, si trovano ora in difficoltà.

Non è un caso, quindi, che in contemporanea con le voci sulla Bce già menzionate, anche il mercato americano dei bond abbia registrato un calo significativo. Ciò è avvenuto perché i maggiori hedge fund, motivati dalle aspettative circa possibili cambiamenti nella politica di “liquidità facile” della Fed, hanno iniziato a dismettere parte dei loro pacchetti obbligazionari.

L’immissione di nuova liquidità da parte delle banche centrali ha determinato anche l’aumento di crediti in valuta estera, in dollari e in euro, nei Paesi emergenti. Quelli in dollari hanno raggiunto il picco di 7 trilioni di dollari, pari a circa il 10% del Pil mondiale. Tali crediti crescono al ritmo del 10% annuo.

Quelli in euro, invece, stanno crescendo ad un tasso annuo del 15%, anche se il loro totale è intorno ai 2,5 trilioni di dollari.

La crescita dei crediti in valuta, purtroppo, non va a sostegno degli investimenti ma crea sempre più pericolose bolle speculative, a cominciare da quella immobiliare.

In Cina, per esempio, nonostante siano stati introdotti limiti e quote per ogni banca, negli ultimi 12 mesi i crediti in valuta sono aumentati del 35%. Perciò molti settori finanziari di alcuni Paesi emergenti dell’Asia stanno nuovamente raggiungendo le rischiose punte massime delle crisi degli anni novanta.

E’ tempo quindi che sia la Bce che la Banca d’Italia riconoscano che la politica di elargizione di liquidità alle banche per sostenere imprese e famiglie è sostanzialmente fallita.


E’ necessario un profondo cambiamento nella politica del credito a livello Ue.  Nel nostro Paese la situazione economica e creditizia è drammatica. Lo Stato deve intervenire con ogni mezzo, anche direttamente, per sostenere nuovi investimenti e per rendere più competitive le nostre aziende anche sui mercati internazionali.


di Mario Lettieri e Paolo Raimondi 

19 giugno 2013

E se tornassimo un paese sovrano?







Che la luce costi meno è la buona notizia degli ultimi anni. Ma evitiamo di inseguire l’illusione dei prezzi svendita riservati ai militari Usa-Nato di guardia nelle 129 basi sparse lungo lo stivale da Aviano ai droni di Sigonella. Basi inventate 60 anni fa per lo spauracchio della cortina di ferro. Adesso che il comunismo non c’è più i missili sono girati verso sud-est indecisi su quale nuova invasione barbarica bruciare. Americani sempre lì, ed è giusto trattarli col rispetto di un regime fiscale concordato. Militari e civili Usa, mogli, figli comprano ogni ben di dio senza pagare l’Iva. Non la pagano su servizi, bollette elettriche, dazi, sbarco e imbarco merci, circolazione veicoli, imposte di registro, bolli, soprattutto carburanti.

Sul pieno risparmiano il 60 per cento, differenza che esce dalle nostre tasche. Numeri imprecisi, segreti invalicabili custoditi dal ministero della Difesa. Timidamente il Dipartimento di Washington ogni tanto fa sapere qualcosa. Le ultime notizie risalgono al 1999: l’Italia sborsava 530 milioni di dol- lari, 3 milioni cash, chissà perché. Nell’analisi degli esperti l’aggiornamento 2013 (pressione fiscale e aumento prezzi) sfiora i due miliardi dollari. Ipotesi di chi fa i conti al buio mentre la situazione cambia, esempio Vicenza che raddoppia per l’arrivo dalla Germania di militari e civili della brigata 173, com- preso un battaglione di artiglieri con “capacità nucleare”. La super Coop edilizia e un gran privato hanno scavato l’ospedale bunker: può accogliere la comunità Usa nel caso di attacco batterio- logico. I vicentini se la sbrighino da soli.

Sicilia ormai trasformata in portaerei con satelliti e radar che controllano inquietidini africane, coordinano Medio Oriente, Asie del petrolio, mezzo mondo. La colonizzazione militare gioca alla guerra per allenare gli aerei senza pilota a non sbagliare bersaglio. E i passeggeri delle vacanze arrivano frustrati per voli cancellati e cieli requisiti. E poi lo stress dell’inquinamento elettrico e sonoro: Tv impazzite, rimbombi che scuotono i palazzi. L’accordo internazionale prevede che alle immondizie della basi provvedano le amministrazioni locali. Se i rifiuti sono tossici ci pensano i marines, ma non sempre bonificano il territorio sconvolto dalle macchine di guerra. La Maddalena raccoglie 11 mila abitanti, 300-400 marinai Usa per 25 anni di guardia ai sommergibili nucleari. Se ne vanno lasciando l’eredità pe- santissima di un inquinamento (mare, terra) che seppellisce i bilanci municipali: rosso di 928 mila euro l’anno.

Negli Usa si diventa militari per vocazione, ma anche per soldi. Soldato arruolato da 6 anni, 2.300 dollari al mese; capitano 5.511. Stipendi per chi vive negli States. All’estero raddoppiano, quasi il triplo in prima linea. L’accordo con l’Italia prevede contributi tra il 30 e il 40 per cento. Sconosciuto il calcolo base, ma buona parte del gruzzolo la paghiamo noi. Accordo dell’Alleanza Atlantica che non vale per le così dette missioni di pace, paghe che cambiano se firmate Onu o firmate Nato. Per i no- stri soldati in Afghanistan solite 1.300 euro al mese più 130 o 170 euro al giorno, dipende dal tipo di missione. Intanto pensionati in agonia, operai e imprenditori si danno fuoco e chi impazzisce spara per strada, cronache quotidiane dell’Italia che sta scoppiando.

E se tornassimo un paese sovrano? 

Marines addio, militari che non escono dai confini, F-35 fuori dai nostri hangar. Meno retorici, meno inginocchiati. Normalmente umani.


di Maurizio Chierici 

18 giugno 2013

PD+PDL: il Grillo è servito




 
Sento dire che è ingiusto prendersela con gli elettori italiani perché hanno penalizzato il 5stelle giudicandolo implacabilmente, dopo solo due mesi e mezzo di opposizione parlamentare, unico partito ad aver restituito allo Stato 42 milioni di euro di finanziamento pubblico alla politica, unico partito che si è reso disponibile all’applicazione della legge 361 del 1957 per l’ineleggibilità di Berlusconi, unico partito pronto a votare in aula per l’abrogazione del “Porcellum” e far riemergere la vecchia legge elettorale detta “Mattarellum” che almeno non è incostituzionale.
Invece io me la prendo proprio con gli elettori, a cominciare da quel 50% che non è andato a votare, e soprattutto con quegli imbecilli che hanno votato PD, un partito la cui parola vale zero, capace di prendere in giro gli elettori al punto di fare esattamente il contrario di ciò che aveva promesso in campagna elettorale (mai al governo con Berlusconi) offrendo uno spettacolo politico in cui le elezioni appaiono veramente inutili e il “popolo sovrano” una illusione per i gonzi.
Non solo, ma i responsabili maggiori dello sfascio e della crisi, i falsi antagonisti PD e PDL, sono soprattutto impegnati a spaccare il Movimento di Grillo, promettendo soldi e ricandidature, contando su infiltrati e fragilità umane, manovra che sarebbe impossibile se esistesse una norma di legge che impedisce durante la legislatura il passaggio da un partito ad un altro, in nome del rispetto della volontà degli elettori, che dovrebbe essere prevalente sulle scelte personali del singolo eletto.

Ma lo spettacolo più immondo degli elettori imbocconi e sudditi ce l’ha dato la campagna elettorale di Berlusconi, vissuta comodamente nelle sue televisioni e in quelle compiacenti della RAI, in cui, due promesse farlocche e prive di copertura economica, l’abolizione dell’IMU, addirittura la restituzione di quella già pagata, la cancellazione dell’aumento dell’iVA, e una velata promessa di condono edilizio, lo hanno fatto passare in poche settimane dal 10 al 25% dei consensi, resuscitandolo per l’ennesima volta.

Questi sono gli italiani, non tutti forse, ma in maggioranza infinocchiati da PDL e PD, che sono così furbi da mandare al potere chi li ha messi nei guai, con la complicità attiva di Re Giorgio Napolitano,e si dimenticano di punire i protagonisti di 20 anni di fallimenti, di ruberie, di malgoverno, di sprechi, dove il debito pubblico è sempre aumentato e il suo costo blocca qualsiasi possibilità di ripresa.
Nell’immediato il cemento del governo dell’inciucio è rappresentato dall’obbiettivo di espellere dalle istituzioni parlamentari il corpo estraneo che si chiama M5S, con ogni mezzo, affinchè la politica rimanga “cosa loro”, ben chiusa nel Palazzo e negli studi televisivi, foraggiata dallo Stato e dalle lobby private, impermeabile alle esigenze di disoccupati, senza casa, pensionati al minimo, problemi che nessuno vuole più affrontare.
La cosa triste è che questa lotta senza quartiere al M5S sta avendo successo e rialzarsi sarà dura,

Italiani “brava gente”.
di Paolo De Gregorio 

17 giugno 2013

Le banche centrali in crisi




Le voci sulla possibile riduzione di acquisti di bond dei Paesi europei più in difficoltà da parte della Banca Centrale Europea non dovrebbero sorprendere. Certo questi rumors potrebbero innescare nuovi impulsi speculativi. L’eventuale decisione della Bce, più che dipendere da quella della Corte Costituzionale tedesca chiamata a pronunciarsi sulla legittimità delle scelte fatte a suo tempo dalla Bce, avrebbe una ragione di valenza globale anche rispetto alle spiegazioni relative alle crisi regionali europee.

Il problema vero sta nell’effetto destabilizzante della crescita esponenziale dei bilanci della banche centrali dei Paesi industrializzati che, secondo i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali, sono passati dai 4 trilioni di dollari registrati prima della crisi agli oltre 10 trilioni di dollari attuali!

Oltre a salvare il sistema bancario, questa enorme immissione di liquidità avrebbe dovuto favorire anche i crediti a sostegno degli investimenti per rimettere in moto l’economia. Entrambi gli obiettivi sono stati però drammaticamente mancati. Le banche, e l’Italia docet, hanno di fatto chiuso i rubinetti del credito e la desiderata ripresa ha lasciato spazio ad una profonda recessione.

Le banche centrali si sono invece orientate verso il mercato dei bond, anche quello dei paesi emergenti, generando una forte volatilità dei prezzi che a sua volta ha aumentato la propensione al rischio. Negli ultimi mesi le obbligazioni cosiddette “non investment grade”, cioè quelle speculative e non affidabili per gli investitori istituzionali, e quelle emesse per la prima volta dai Paesi emergenti hanno infatti registrato una domanda spropositata, addirittura di 10 volte superiore all’offerta.

I tassi d’interesse praticati dalle banche centrali vicino allo zero hanno determinato anche il calo dei rendimenti delle obbligazioni. Di fatto si è raggiunto un livello di grande destabilizzazione, invece dell’auspicata stabilità finanziaria. L’investitore che ha acquistato bond è sostanzialmente punito. I privati possono essere spinti a sganciarsi da questo mercato e le stesse banche centrali, che hanno massicciamente acquistato bond, si trovano ora in difficoltà.

Non è un caso, quindi, che in contemporanea con le voci sulla Bce già menzionate, anche il mercato americano dei bond abbia registrato un calo significativo. Ciò è avvenuto perché i maggiori hedge fund, motivati dalle aspettative circa possibili cambiamenti nella politica di “liquidità facile” della Fed, hanno iniziato a dismettere parte dei loro pacchetti obbligazionari.

L’immissione di nuova liquidità da parte delle banche centrali ha determinato anche l’aumento di crediti in valuta estera, in dollari e in euro, nei Paesi emergenti. Quelli in dollari hanno raggiunto il picco di 7 trilioni di dollari, pari a circa il 10% del Pil mondiale. Tali crediti crescono al ritmo del 10% annuo.

Quelli in euro, invece, stanno crescendo ad un tasso annuo del 15%, anche se il loro totale è intorno ai 2,5 trilioni di dollari.

La crescita dei crediti in valuta, purtroppo, non va a sostegno degli investimenti ma crea sempre più pericolose bolle speculative, a cominciare da quella immobiliare.

In Cina, per esempio, nonostante siano stati introdotti limiti e quote per ogni banca, negli ultimi 12 mesi i crediti in valuta sono aumentati del 35%. Perciò molti settori finanziari di alcuni Paesi emergenti dell’Asia stanno nuovamente raggiungendo le rischiose punte massime delle crisi degli anni novanta.

E’ tempo quindi che sia la Bce che la Banca d’Italia riconoscano che la politica di elargizione di liquidità alle banche per sostenere imprese e famiglie è sostanzialmente fallita.


E’ necessario un profondo cambiamento nella politica del credito a livello Ue.  Nel nostro Paese la situazione economica e creditizia è drammatica. Lo Stato deve intervenire con ogni mezzo, anche direttamente, per sostenere nuovi investimenti e per rendere più competitive le nostre aziende anche sui mercati internazionali.


di Mario Lettieri e Paolo Raimondi