10 maggio 2007

Annunaki tra realtà e leggenda




Come ipotizza qualche ricercatore, i telescopi statunitensi-vaticani starebbero scrutando il firmamento per individuare non un corpo celeste, ma eventuali astronavi in avvicinamento alla Terra. L’infame sinarchia che soggioga da millenni (almeno) gli uomini, èlite discendente dagli Annunaki o da ibridi alieni-umani (si pensi a tutte le testimonianze iconografiche, letterarie, archeologiche ed alle recentissime scoperte genetiche) teme l’arrivo di civiltà che potrebbero por fine al suo scellerato dominio?

È necessario qui riflettere su uno dei numerosi luoghi comuni che inficiano la comprensione delle questioni esobiologiche. Molti, infatti, asseriscono: “Se veramente esistessero delle civiltà aliene più progredite, sotto il profilo tecnologico, rispetto a quella terrestre, queste stars nations avrebbero già invaso il pianeta”. Siamo così sicuri che per conquistare un pianeta sia necessaria un’invasione? Se veramente esistono degli extraterrestri con mire di conquista, non sarebbe preferibile per loro adottare una strategia anche a lungo termine consistente in un’operazione “cavallo di Troia”, ossia una scaltra intrusione nella fortezza del nemico? Non è forse più efficace un piano di lenta, ma pervasiva infiltrazione, rispetto ad una guerra guerreggiata? In guisa simile, un virus attacca un organismo, insediandosi nella cellula ospite. Una tattica del genere si rivelerebbe molto più efficiente, perché il nemico sarebbe soggiogato con calma, in modo pressoché impercettibile, reso inoffensivo, quasi senza colpo ferire.

Credo che gli Annunaki od i loro discendenti dominino la Terra da tempo immemorabile, ma non tanto con le armi della coercizione quanto con l’astuzia. Una delle più scaltre invenzioni escogitate dagli Arconti fu la religione, intesa come culto dogmatico e narcotico per lo spirito, come instrumentum regni. Che poi tale religione coincida con l’adorazione di “dèi” assetati di sangue animale ed umano, come molti numi medio-orientali o che, con un po’ di maquillage, sia stata resa un briciolo più degna ed appetibile e diffusa col nome di Ebraismo, “Cristianesimo”, Islam etc. poco importa. Sono sempre sistemi dottrinari assurdi e, in gran parte, falsi, ma di grandissima presa sulle masse ora blandite con la promessa di un paradiso ultraterreno, ora spaventate e controllate con la minaccia dell’inferno.

Innumeri sono gli altri sistemi per tenere a bada le popolazioni: dal divide et impera alle ideologie falsamente libertarie, dall’evasione tramite i circenses alla diffusione di bisogni fittizi, dall’’attuazione dello schiavismo, sotto forma di lavoro più o meno alienante al sistema del debito etc. Non è questa la sede per esaminare questi mezzi di dominazione, ma è evidente che, per assoggettare l’umanità, non occorrono né un conflitto né un’imposizione violenta, essendo molto più utile la manipolazione delle coscienze. In questo modo si evitano le ribellioni e, anzi, si ottiene il consenso ed il sostegno degli schiavi che non sanno di esserlo. È noto che la classe dirigente degli Spartani usò sempre il pugno di ferro contro gli Iloti, i lavoratori ridotti in stato di servaggio: gli Uguali dichiaravano guerra agli Iloti per sfoltirne il numero e per ribadire la propria egemonia. Con quali risultati? Le rivolte degli Iloti diventarono vie più frequenti e violente sì da indebolire gli Spartiati, le cui schiere si assottigliarono. Alla fine la pòlis greca decadde e della gloriosa Lacedemone rimasero solo misere rovine. Invece, per sconfiggere un nemico e sterminarlo, spesso le armi più efficaci sono la corruzione, lo snaturamento culturale: i coloni britannici del Nuovo mondo falcidiarono i popoli nativi americani, diffondendo epidemie, ma anche con l’alcool e con la distruzione degli habitat da cui i nativi traevano le risorse. Le stesse armi erano state usate dai conquistadores spagnoli contro le etnie autoctone, in Messico, America centrale e meridionale, etnie convertite obtorto collo al Cattolicesimo e così defraudate delle loro tradizioni più autentiche. Furono strumenti più micidiali delle armi da fuoco.

Secondo Tesla, sulla Terra vivono da millenni creature di un altro pianeta; infiltrate tra noi, controllerebbero eventi e persone per guidare secondo un piano preciso l'”evoluzione” dell'umanità. Si tratterebbe dei creatori della prima razza umana sul nostro pianeta. Lo scienziato serbo si convinse di ciò quando nel 1899, come rivelano i suoi diari, si trovava a Colorado Springs. Qui intercettò casualmente diverse comunicazioni di esseri extraterrestri che starebbero controllando di nascosto il genere umano, preparandolo molto lentamente ad un'eventuale dominazione, mediante un programma in atto da millenni o, per meglio dire... fin dalla creazione dell'umanità.

Tesla aveva documentato i suoi lunghi anni di ricerche per interpretare quei segnali radio e tutti i suoi inutili tentativi d'informare il governo e i militari. Si sarebbe anche confidato con alcuni suoi "benefattori", incluso il colonnello John Jacob Astor. Costui mostrò di non credergli, ma, in realtà, i mecenati dell’inventore erano, a mio parere, a conoscenza del patto scellerato stipulato con gli alieni e volevano ad ogni costo nascondere l’atroce verità, screditando Tesla dipinto come un visionario.
Zret

05 maggio 2007

Fatti accertati e misteri insoluti



di Marco Travaglio

Naturalmente come si dice in questi casi, bisogna attendere le motivazioni
della sentenza. Ma già dal dispositivo della II sezione della Corte d'
appello di Milano nel processo Sme-Ariosto qualcosa si può arguire. Dunque
Silvio Berlusconi «non ha commesso il fatto». O, meglio, non ci sono prove
sufficienti che lo abbia commesso.

Questo vuol dire infatti il comma 2 dell'articolo 530 del codice di
procedura penale. Il fatto però c'è, tant'è che gli altri imputati - gli
avvocati Previti e Pacifico, e il giudice Squillante - furono condannati in
primo e secondo grado per corruzione (semplice per i due legali, giudiziaria
per l'ex magistrato), salvo poi salvarsi in corner grazie alla sentenza
della Cassazione che l'anno scorso, smentendo se stessa, decise di spedire
il processo a Perugia perché ricominciasse da capo. Anzi, non ricominciasse
affatto perché, mentre le carte viaggiavano dal Palazzaccio verso Perugia, è
scattata la prescrizione. Qual è dunque il fatto? Il bonifico bancario di
434.404 dollari (500 milioni di lire tondi tondi) che il 5 marzo 1991 partì
dal conto svizzero Ferrido della All Iberian (cassaforte estera di casa
Fininvest, alimentata dalla Silvio Berlusconi Finanziaria) e in pochi minuti
transitò sul conto svizzero Mercier di Previti e di lì al conto svizzero
Rowena di Squillante. Un bonifico molto imbarazzante per Berlusconi, che di
Squillante era amico (si telefonavano per gli auguri di Capodanno,
Squillante lo inquisì e lo interrogò e poi lo prosciolse nel 1985 in un
processo per antenne abusive, poi il Cavaliere tentò di nominarlo ministro
della Giustizia e gli offrì pure un collegio sicuro al Senato). Tant'è che l
'allora premier tentò di sbarazzarsi delle prove giunte per rogatoria dalla
Svizzera (legge sulle rogatorie, 2001), poi del giudice Brambilla che lo
stava giudicando in primo grado (trasferito nel gennaio 2002 dall'apposito
ministro Castelli), poi direttamente del processo (lodo Maccanico-Schifani
del 2003 sull'impunità per le alte cariche dello Stato). Fu tutto vano.
Ottenuto lo stralcio che separava il suo processo da quello a carico dei
coimputati, Berlusconi fu poi processato da un altro collegio e ritenuto
colpevole per quel fatto. Ma si salvò per la prescrizione, grazie alla
generosa concessione (per la settima volta) delle attenuanti generiche.
Contro quel grazioso omaggio, la Procura ricorse in appello affinché,
spogliato delle attenuanti, il Cavaliere fosse condannato. A quel punto l'
imputato, tramite il suo onorevole avvocato Pecorella, varò una legge che
aboliva i processi d'appello dopo i proscioglimenti di primo grado: per
esempio, il suo. La legge fu bocciata da Ciampi in quanto incostituzionale.
Lui allora prorogò la legislatura per farla riapprovare tale e quale. Poi la
Consulta la cancellò in quanto incostituzionale, e l'appello ripartì. Ieri s
'è concluso con questa bella sentenza.

Insomma la condotta berlusconiana non somigliava proprio a quella di un
imputato innocente. «Mai visto un innocente darsi tanto da fare per farla
franca», commentò efficacemente Daniele Luttazzi. Tant'è che ieri, alla
notizia dell'assoluzione (per quanto dubitativa e ancora soggetta a un
possibile annullamento in Cassazione), il più sorpreso era proprio lui, il
Cavaliere. Era innocente o quasi, ma non lo sapeva. O forse non aveva mai
preso in considerazione l'ipotesi.

In attesa delle motivazioni, che si annunciano avvincenti, la questione è
molto semplice. Cesare Previti è stato definitivamente condannato a 6 anni
per aver corrotto un giudice, Vittorio Metta, in cambio della sentenza
Imi-Sir del 1990 (tra l'altro, la sentenza che lo dichiara pure interdetto
in perpetuo dai pubblici uffici, è del 4 maggio 2006, ma a un anno di
distanza l'onorevole pregiudicato interdetto è ancora deputato a spese
nostre). Due mesi fa la Corte d'appello di Milano l'ha condannato a un altro
anno e 8 mesi per aver corrotto lo stesso giudice Metta in cambio della
sentenza che, due mesi dopo di quella Imi-Sir, toglieva la Mondadori a De
Benedetti per regalarla a Berlusconi (che, processato come mandante di
quella mazzetta, è uscito da quel processo grazie alle attenuanti generiche
e alla conseguente prescrizione). Restava da definire il ruolo di Berlusconi
in quel versamento estero su estero a Squillante, risalente a un mese dopo
la sentenza Mondadori: marzo 1991. Tre tangenti giudiziarie in 5 mesi, tra
la fine del 1990 e l'inizio del '91. Se Previti, com'è irrevocabilmente
accertato, pagò Metta per conto della famiglia Rovelli per vincere la causa
(altrimenti persa) dell'Imi-Sir; se Previti pagò Metta per conto di
Berlusconi per vincere la causa (altrimenti persa) del lodo Mondadori; ecco,
se è vero tutto questo, per conto di chi Previti pagava Squillante? E perché
Squillante, nel 1988, al termine della causa Sme vinta da Berlusconi e
Barilla e persa da De Benedetti, ricevette 100 milioni estero su estero
tramite Previti e Pacifico da Barilla, cioè dal socio di Berlusconi che non
conosceva né Pacifico, né Previti, né Squillante? Questi erano i termini
della questione che ieri i giudici dovevano risolvere. Hanno stabilito che,
per i 100 milioni di Barilla a Squillante, «il fatto non sussiste»: sarà
stato un omaggio a un giudice che stava particolarmente simpatico al re
della pasta (che però non lo conosceva). Quanto ai 500 milioni della
Fininvest a Squillante, Previti avrà fatto tutto da solo. Pur non essendo
coinvolto personalmente in alcun processo (all'epoca, almeno), pagava il
capo dell'ufficio Istruzione di Roma con soldi di Berlusconi, ma all'
insaputa di Berlusconi, che non gli ha mai chiesto conto dei suoi quattrini
(ma adesso lo farà, oh se lo farà: andrà da Previti, presso la comunità di
recupero per tossicodipendenti dove sta scontando la pena, lo prenderà per
il bavero e lo strapazzerà a dovere, per avergli causato tanti guai con la
giustizia). O almeno non c'è la prova, nemmeno logica, che Berlusconi lo
sapesse. Squillante, quando gli telefonava per gli auguri di Capodanno o
negoziava il suo seggio al Senato, non gli parlò mai di quei generosi
bonifici in Svizzera. Che so, per ringraziarlo. Invece niente, nemmeno una
parola gentile. Che ingrato.

Mangia che ti passa


E’ una filosofia e come tale si occupa dello studio di vari aspetti della vita umana: comportamento, pensiero, respirazione, esercizio fisico, rapporti, abitudini, usi e costumi, cultura, idee e coscienza, ecc.
L’alimentazione moderna si sta allontanando sempre di più dalla reale necessità del nostro corpo inteso come fabbisogno nutrizionale (e non solo) portando la salute pubblica ad un punto critico con una crescente incidenza di malattie.

Cibi raffinati, ricchi di conservanti, additivi, coloranti, grassi, zuccheri, non sono certo quello di cui l’organismo ha bisogno. Le previsioni affermano che nei prossimi anni avremo un’ incidenza aumentata di malattie neoplastiche, degenerative e autoimmuni come l’ alzheimer e la sclerosi multipla.
Anche le cardiopatie, le allergie, i reumatismi, le artriti, il diabete, le disfunzioni sessuali e i disturbi mentali sono in aumento, in parte correlate ad una alimentazione scorretta e dannosa.
Cambiare abitudini alimentari è possibile ma è necessaria la consapevolezza di voler cambiare.
Questa è la strada da seguire per il miglioramento della salute fisica e mentale, per aggiungere vita ai nostri anni e per fermare la spirale di declino e degenerazione della società moderna. Il successo di tutto ha origine nella cucina di ogni casa e da chi si prende cura della preparazione del cibo quotidiano.

10 maggio 2007

Annunaki tra realtà e leggenda




Come ipotizza qualche ricercatore, i telescopi statunitensi-vaticani starebbero scrutando il firmamento per individuare non un corpo celeste, ma eventuali astronavi in avvicinamento alla Terra. L’infame sinarchia che soggioga da millenni (almeno) gli uomini, èlite discendente dagli Annunaki o da ibridi alieni-umani (si pensi a tutte le testimonianze iconografiche, letterarie, archeologiche ed alle recentissime scoperte genetiche) teme l’arrivo di civiltà che potrebbero por fine al suo scellerato dominio?

È necessario qui riflettere su uno dei numerosi luoghi comuni che inficiano la comprensione delle questioni esobiologiche. Molti, infatti, asseriscono: “Se veramente esistessero delle civiltà aliene più progredite, sotto il profilo tecnologico, rispetto a quella terrestre, queste stars nations avrebbero già invaso il pianeta”. Siamo così sicuri che per conquistare un pianeta sia necessaria un’invasione? Se veramente esistono degli extraterrestri con mire di conquista, non sarebbe preferibile per loro adottare una strategia anche a lungo termine consistente in un’operazione “cavallo di Troia”, ossia una scaltra intrusione nella fortezza del nemico? Non è forse più efficace un piano di lenta, ma pervasiva infiltrazione, rispetto ad una guerra guerreggiata? In guisa simile, un virus attacca un organismo, insediandosi nella cellula ospite. Una tattica del genere si rivelerebbe molto più efficiente, perché il nemico sarebbe soggiogato con calma, in modo pressoché impercettibile, reso inoffensivo, quasi senza colpo ferire.

Credo che gli Annunaki od i loro discendenti dominino la Terra da tempo immemorabile, ma non tanto con le armi della coercizione quanto con l’astuzia. Una delle più scaltre invenzioni escogitate dagli Arconti fu la religione, intesa come culto dogmatico e narcotico per lo spirito, come instrumentum regni. Che poi tale religione coincida con l’adorazione di “dèi” assetati di sangue animale ed umano, come molti numi medio-orientali o che, con un po’ di maquillage, sia stata resa un briciolo più degna ed appetibile e diffusa col nome di Ebraismo, “Cristianesimo”, Islam etc. poco importa. Sono sempre sistemi dottrinari assurdi e, in gran parte, falsi, ma di grandissima presa sulle masse ora blandite con la promessa di un paradiso ultraterreno, ora spaventate e controllate con la minaccia dell’inferno.

Innumeri sono gli altri sistemi per tenere a bada le popolazioni: dal divide et impera alle ideologie falsamente libertarie, dall’evasione tramite i circenses alla diffusione di bisogni fittizi, dall’’attuazione dello schiavismo, sotto forma di lavoro più o meno alienante al sistema del debito etc. Non è questa la sede per esaminare questi mezzi di dominazione, ma è evidente che, per assoggettare l’umanità, non occorrono né un conflitto né un’imposizione violenta, essendo molto più utile la manipolazione delle coscienze. In questo modo si evitano le ribellioni e, anzi, si ottiene il consenso ed il sostegno degli schiavi che non sanno di esserlo. È noto che la classe dirigente degli Spartani usò sempre il pugno di ferro contro gli Iloti, i lavoratori ridotti in stato di servaggio: gli Uguali dichiaravano guerra agli Iloti per sfoltirne il numero e per ribadire la propria egemonia. Con quali risultati? Le rivolte degli Iloti diventarono vie più frequenti e violente sì da indebolire gli Spartiati, le cui schiere si assottigliarono. Alla fine la pòlis greca decadde e della gloriosa Lacedemone rimasero solo misere rovine. Invece, per sconfiggere un nemico e sterminarlo, spesso le armi più efficaci sono la corruzione, lo snaturamento culturale: i coloni britannici del Nuovo mondo falcidiarono i popoli nativi americani, diffondendo epidemie, ma anche con l’alcool e con la distruzione degli habitat da cui i nativi traevano le risorse. Le stesse armi erano state usate dai conquistadores spagnoli contro le etnie autoctone, in Messico, America centrale e meridionale, etnie convertite obtorto collo al Cattolicesimo e così defraudate delle loro tradizioni più autentiche. Furono strumenti più micidiali delle armi da fuoco.

Secondo Tesla, sulla Terra vivono da millenni creature di un altro pianeta; infiltrate tra noi, controllerebbero eventi e persone per guidare secondo un piano preciso l'”evoluzione” dell'umanità. Si tratterebbe dei creatori della prima razza umana sul nostro pianeta. Lo scienziato serbo si convinse di ciò quando nel 1899, come rivelano i suoi diari, si trovava a Colorado Springs. Qui intercettò casualmente diverse comunicazioni di esseri extraterrestri che starebbero controllando di nascosto il genere umano, preparandolo molto lentamente ad un'eventuale dominazione, mediante un programma in atto da millenni o, per meglio dire... fin dalla creazione dell'umanità.

Tesla aveva documentato i suoi lunghi anni di ricerche per interpretare quei segnali radio e tutti i suoi inutili tentativi d'informare il governo e i militari. Si sarebbe anche confidato con alcuni suoi "benefattori", incluso il colonnello John Jacob Astor. Costui mostrò di non credergli, ma, in realtà, i mecenati dell’inventore erano, a mio parere, a conoscenza del patto scellerato stipulato con gli alieni e volevano ad ogni costo nascondere l’atroce verità, screditando Tesla dipinto come un visionario.
Zret

05 maggio 2007

Fatti accertati e misteri insoluti



di Marco Travaglio

Naturalmente come si dice in questi casi, bisogna attendere le motivazioni
della sentenza. Ma già dal dispositivo della II sezione della Corte d'
appello di Milano nel processo Sme-Ariosto qualcosa si può arguire. Dunque
Silvio Berlusconi «non ha commesso il fatto». O, meglio, non ci sono prove
sufficienti che lo abbia commesso.

Questo vuol dire infatti il comma 2 dell'articolo 530 del codice di
procedura penale. Il fatto però c'è, tant'è che gli altri imputati - gli
avvocati Previti e Pacifico, e il giudice Squillante - furono condannati in
primo e secondo grado per corruzione (semplice per i due legali, giudiziaria
per l'ex magistrato), salvo poi salvarsi in corner grazie alla sentenza
della Cassazione che l'anno scorso, smentendo se stessa, decise di spedire
il processo a Perugia perché ricominciasse da capo. Anzi, non ricominciasse
affatto perché, mentre le carte viaggiavano dal Palazzaccio verso Perugia, è
scattata la prescrizione. Qual è dunque il fatto? Il bonifico bancario di
434.404 dollari (500 milioni di lire tondi tondi) che il 5 marzo 1991 partì
dal conto svizzero Ferrido della All Iberian (cassaforte estera di casa
Fininvest, alimentata dalla Silvio Berlusconi Finanziaria) e in pochi minuti
transitò sul conto svizzero Mercier di Previti e di lì al conto svizzero
Rowena di Squillante. Un bonifico molto imbarazzante per Berlusconi, che di
Squillante era amico (si telefonavano per gli auguri di Capodanno,
Squillante lo inquisì e lo interrogò e poi lo prosciolse nel 1985 in un
processo per antenne abusive, poi il Cavaliere tentò di nominarlo ministro
della Giustizia e gli offrì pure un collegio sicuro al Senato). Tant'è che l
'allora premier tentò di sbarazzarsi delle prove giunte per rogatoria dalla
Svizzera (legge sulle rogatorie, 2001), poi del giudice Brambilla che lo
stava giudicando in primo grado (trasferito nel gennaio 2002 dall'apposito
ministro Castelli), poi direttamente del processo (lodo Maccanico-Schifani
del 2003 sull'impunità per le alte cariche dello Stato). Fu tutto vano.
Ottenuto lo stralcio che separava il suo processo da quello a carico dei
coimputati, Berlusconi fu poi processato da un altro collegio e ritenuto
colpevole per quel fatto. Ma si salvò per la prescrizione, grazie alla
generosa concessione (per la settima volta) delle attenuanti generiche.
Contro quel grazioso omaggio, la Procura ricorse in appello affinché,
spogliato delle attenuanti, il Cavaliere fosse condannato. A quel punto l'
imputato, tramite il suo onorevole avvocato Pecorella, varò una legge che
aboliva i processi d'appello dopo i proscioglimenti di primo grado: per
esempio, il suo. La legge fu bocciata da Ciampi in quanto incostituzionale.
Lui allora prorogò la legislatura per farla riapprovare tale e quale. Poi la
Consulta la cancellò in quanto incostituzionale, e l'appello ripartì. Ieri s
'è concluso con questa bella sentenza.

Insomma la condotta berlusconiana non somigliava proprio a quella di un
imputato innocente. «Mai visto un innocente darsi tanto da fare per farla
franca», commentò efficacemente Daniele Luttazzi. Tant'è che ieri, alla
notizia dell'assoluzione (per quanto dubitativa e ancora soggetta a un
possibile annullamento in Cassazione), il più sorpreso era proprio lui, il
Cavaliere. Era innocente o quasi, ma non lo sapeva. O forse non aveva mai
preso in considerazione l'ipotesi.

In attesa delle motivazioni, che si annunciano avvincenti, la questione è
molto semplice. Cesare Previti è stato definitivamente condannato a 6 anni
per aver corrotto un giudice, Vittorio Metta, in cambio della sentenza
Imi-Sir del 1990 (tra l'altro, la sentenza che lo dichiara pure interdetto
in perpetuo dai pubblici uffici, è del 4 maggio 2006, ma a un anno di
distanza l'onorevole pregiudicato interdetto è ancora deputato a spese
nostre). Due mesi fa la Corte d'appello di Milano l'ha condannato a un altro
anno e 8 mesi per aver corrotto lo stesso giudice Metta in cambio della
sentenza che, due mesi dopo di quella Imi-Sir, toglieva la Mondadori a De
Benedetti per regalarla a Berlusconi (che, processato come mandante di
quella mazzetta, è uscito da quel processo grazie alle attenuanti generiche
e alla conseguente prescrizione). Restava da definire il ruolo di Berlusconi
in quel versamento estero su estero a Squillante, risalente a un mese dopo
la sentenza Mondadori: marzo 1991. Tre tangenti giudiziarie in 5 mesi, tra
la fine del 1990 e l'inizio del '91. Se Previti, com'è irrevocabilmente
accertato, pagò Metta per conto della famiglia Rovelli per vincere la causa
(altrimenti persa) dell'Imi-Sir; se Previti pagò Metta per conto di
Berlusconi per vincere la causa (altrimenti persa) del lodo Mondadori; ecco,
se è vero tutto questo, per conto di chi Previti pagava Squillante? E perché
Squillante, nel 1988, al termine della causa Sme vinta da Berlusconi e
Barilla e persa da De Benedetti, ricevette 100 milioni estero su estero
tramite Previti e Pacifico da Barilla, cioè dal socio di Berlusconi che non
conosceva né Pacifico, né Previti, né Squillante? Questi erano i termini
della questione che ieri i giudici dovevano risolvere. Hanno stabilito che,
per i 100 milioni di Barilla a Squillante, «il fatto non sussiste»: sarà
stato un omaggio a un giudice che stava particolarmente simpatico al re
della pasta (che però non lo conosceva). Quanto ai 500 milioni della
Fininvest a Squillante, Previti avrà fatto tutto da solo. Pur non essendo
coinvolto personalmente in alcun processo (all'epoca, almeno), pagava il
capo dell'ufficio Istruzione di Roma con soldi di Berlusconi, ma all'
insaputa di Berlusconi, che non gli ha mai chiesto conto dei suoi quattrini
(ma adesso lo farà, oh se lo farà: andrà da Previti, presso la comunità di
recupero per tossicodipendenti dove sta scontando la pena, lo prenderà per
il bavero e lo strapazzerà a dovere, per avergli causato tanti guai con la
giustizia). O almeno non c'è la prova, nemmeno logica, che Berlusconi lo
sapesse. Squillante, quando gli telefonava per gli auguri di Capodanno o
negoziava il suo seggio al Senato, non gli parlò mai di quei generosi
bonifici in Svizzera. Che so, per ringraziarlo. Invece niente, nemmeno una
parola gentile. Che ingrato.

Mangia che ti passa


E’ una filosofia e come tale si occupa dello studio di vari aspetti della vita umana: comportamento, pensiero, respirazione, esercizio fisico, rapporti, abitudini, usi e costumi, cultura, idee e coscienza, ecc.
L’alimentazione moderna si sta allontanando sempre di più dalla reale necessità del nostro corpo inteso come fabbisogno nutrizionale (e non solo) portando la salute pubblica ad un punto critico con una crescente incidenza di malattie.

Cibi raffinati, ricchi di conservanti, additivi, coloranti, grassi, zuccheri, non sono certo quello di cui l’organismo ha bisogno. Le previsioni affermano che nei prossimi anni avremo un’ incidenza aumentata di malattie neoplastiche, degenerative e autoimmuni come l’ alzheimer e la sclerosi multipla.
Anche le cardiopatie, le allergie, i reumatismi, le artriti, il diabete, le disfunzioni sessuali e i disturbi mentali sono in aumento, in parte correlate ad una alimentazione scorretta e dannosa.
Cambiare abitudini alimentari è possibile ma è necessaria la consapevolezza di voler cambiare.
Questa è la strada da seguire per il miglioramento della salute fisica e mentale, per aggiungere vita ai nostri anni e per fermare la spirale di declino e degenerazione della società moderna. Il successo di tutto ha origine nella cucina di ogni casa e da chi si prende cura della preparazione del cibo quotidiano.