06 marzo 2008

Mutui supervalutati


Il valore dei mutui dovrebbe rispettare il valore dell'immobile. Ma se l'immobile si deprezza molto, ha senso pagare per un qualcosa che non vale il suo valore? Potrebbe essere una reazione a catena del globalismo. Disinnescheranno questa miccia le banche leader nei mutui a tasso variabile?

I pignoramenti di case gravate da mutui che i proprietari non riescono più a pagare toccheranno quest’anno i due milioni.

Una tragedia per due milioni di famiglie buttate sul marciapiede; ma un dramma anche per le banche prestatrici, che si troveranno con due milioni di immobili da vendere su un mercato che sta crollando (i prezzi delle case esistenti sono scesi in USA per la prima volta dalla Grande Depressione), e probabilmente resteranno invendute.
Per questo Ben Bernanke, parlando ad una riunione di uomini d’affari a Orlando in Florida, ha invitato i prestatori a condonare ai debitori una parte del capitale.
«Questo può essere il mezzo relativamente più efficace per scongiurare insolvenze e pignoramenti», ha detto, che rinegoziare i tassi d’interesse .
Ogni rata di mutuo, come si sa, è composta di due parti: una parte è la restituzione del capitale, un’altra gli interessi.
Il segretario al Tesoro USA Hank Paulson ha finora esortato i banchieri a rinegoziare gli interessi (a tasso variabile, nodo scorsoio per i debitori), prolungano la durata del mutuo.
Ben Bernanke l’ha scavalcato in «socialità», con una proposta rivoluzionaria per un banchiere centrale: condonare parte del capitale significa, anzitutto, ammettere che non è più tempo di lasciar agire la mano invisibile del mercato, ossia la legge della domanda-offerta; significa anche che le banche devono riconoscere che una casa che hanno ipotecato per un valore 100, oggi - dopo il collasso della bolla immobiliare subprime - vale 80 o 60.
E che il debitore ha il diritto morale di pagare il mutuo su 80 (o 60), non su 100.
Il che è la pura verità, nel senso che rispecchia la realtà di fatto.
A preoccupare Bernanke sono appunto i milioni di debitori il cui mutuo supera il valore, agli attuali prezzi di mercato, della casa su cui il mutuo grava.
Questi disgraziati hanno un perverso incentivo a non pagare, rendersi insolventi (stanno pagando troppo un attivo svalutato), e persino a farsi pignorare la casa, che ormai è un nodo scorsoio di ratei crescenti.
Gli effetti a catena sull’economia generale di 2 milioni di immobili buttati su un mercato che non compra, e venduti all’incanto in piena crisi, sarebbero spaventosi sull’intera economia; i prezzi degli immobili, già calanti, precipiterebbero nell’abisso, volatilizzando trilioni di dollari di «valore»; l’attività edilizia sarebbe paralizzata per anni; le banche e in generale i prestatori ne soffrirebbero per la diminuzione generale dei «valori» su cui hanno concesso mutui e prestiti.
Un avvitamento in un circolo vizioso dalle conseguenze esplosive sulla società intera.
Giustamente Bernanke ha detto che «un più ampio uso dei condoni di capitale sarebbe nell’interesse sia dei creditori che dei debitori», specie se - ha aggiunto – «con una valutazione condivisa».
I banchieri e i debitori dovrebbero accordarsi sul valore attuale e minore del bene immobile.
Dal punto di vista dell’ideologia liberista, la proposta di Bernanke è un’inaudita eresia .
Il capitalismo iper-speculativo si è già sollevato contro come un sol uomo: chi ha comprato a man bassa le varie obbligazioni «garantite da mutuo», ora teme che il valore di quelle obbligazioni, già precipitato obbligando le banche a confessare miliardi di dollari di perdite di crediti, cali a zero e sottozero.
I creditori non hanno mai accettato di riconoscere la svalutazione della quota-capitale, perché è su quel «valore» che essi costruiscono i loro trucchi finanziari, e devono continuare a far credere che quel valore sia solido e fisso; preferiscono concedere rinegoziazioni sulla quota-interessi.
Le proposte del segretario al tesoro Hank Paulson risponde appunto alle preoccupazioni della finanza speculativa e virtuale.
L’idea di Bernanke invece - e questo è rivoluzionario - intende rispondere alle preoccupazioni delle famiglie reali che abitano nelle case reali: lasciarli abitare in quelle case svalutate - e svalutate in modo che le rate del mutuo diventino miti e pagabili - è sempre meglio che aver due milioni di senzatetto.
Inoltre, i «valori» del «capitale» a cui le banche tengono tanto, sono già svalutati nella realtà.
Le banche stesse praticano la riduzione del capitale quando, alle prese con crediti difficili da esigere, li vendono ad agenzie di recupero al 40% del «valore», avendo comunque realizzato un guadagno netto una volta detratte le loro spese.
Perché dunque non fare alle famiglie debitrici lo sconto che fanno alle agenzie di recupero-crediti?
Certo per la speculazione questa svalutazione degli immobili reali sarebbe «napalm sul fuoco», come ha detto Julian Mans, gestore del fondo First Pacific Advisory (che ha minacciato: «Se il capitale collaterale è diminuito, io chiederò interessi altissimi per comprare debito da mutui»).
Ma per l’economia reale, sarebbe una guarigione.
Ribassati i valori degli immobili a termini più realistici, per esempio l’industria edilizia - parte notevole del PIL di ogni Paese - potrebbe riprendere a costruire, attività che ora è bloccata; le banche stesse, imbarcate le loro perdite, potrebbero passare oltre, in un’economia che riprende e non quella di oggi, paralizzata da montagne di debiti inconfessabili.
Basta ricordare che il rifiuto di svalutare e condonare i debiti, con le banche che si tenevano crediti ormai inesigibili scritti a valori irreali sui loro libri contabili, è stata la causa della decennale recessione-deflazione giapponese.
L’idea di Bernanke segnala la fine del capitalismo senza freni, e l’inizio dell’intervento pubblico nella finanza.
Ogni tanto, gli usurai hanno bisogno che lo Stato indìca un giubileo: per il loro stesso bene.

M. Blondet

05 marzo 2008

Jonn Kennedy e la Federal Reserve



Il 4 Giugno del 1963, un decreto presidenziale virtualmente sconosciuto, Ordine Esecutivo 11110, fu firmato impedendo alla Federal Reserve Bank di prestare soldi a interesse al Governo Federale degli Stati Uniti. Con un colpo di penna, il presidente Kennedy dichiarò che la Federal Reserve Bank, di proprietà di privati, sarebbe presto fallita. La Christian Law Fellowship ha ricercato questo evento nel Registro Federale e nella biblioteca del Congresso. Possiamo tranquillamente concludere che quest'Ordine Esecutivo non è mai stato abrogato, corretto o superato da nessun Ordine Esecutivo successivo. In parole semplici, è ancora valido.

Dopo che il presidente John Fitzgerald Kennedy - l'autore di "Profiles in Courage" - lo firmò, l'Ordine tornò al governo federale, precisamente al Dipartimento del tesoro, autorizzato costituzionalmente a creare ed emettere la valuta senza passare attraverso la Federal Reserve Bank, di privati. L'ordine esecutivo 11110 del presidente Kennedy (il testo completo è sotto) dette al dipartimento del tesoro il potere esplicito: "di emettere certificati d'argento a fronte di ogni lingotto di argento, dollari d'argento della Tesoreria." Questo significa che per ogni oncia di argento nella cassaforte della Tesoreria degli Stati Uniti, il governo poteva introdurre soldi in circolazione basandosi sui lingotti d'argento fisicamente presenti.

Come risultato, più di 4 miliardi di dollari in banconote degli Stati Uniti sono stati messi in circolazione in tagli da 2 e 5 dollari. Le banconote da 10 e 20 dollari degli Stati Uniti non hanno mai circolato ma furono stampate dal Dipartimento del Tesoro quando Kennedy fu assassinato. Sembra ovvio che il presidente Kennedy sapesse che l'uso delle banconote della Federal Reserve come presunta valuta legale fosse contrario alla Costituzione degli Stati Uniti d'America.

Le "Banconote degli Stati Uniti" furono emesse come valuta senza interessi e senza debiti avvallate dalle riserve d'argento nella Tesoreria degli Stati Uniti. Abbiamo confrontato una "Banconota della Federal Reserve" emessa dalla banca centrale privata degli Stati Uniti (la Federal Reserve Bank o Federal Reserve System), con una "Banconota degli Stati Uniti" della tesoreria americana, emessa grazie all'ordine esecutivo del Presidente Kennedy. Sono quasi identiche ad eccezione del fatto che una riporta la dicitura "Banconota della Federal Reserve" e l'altra "Banconota degli Stati Uniti". Inoltre, quella della Federal Reserve ha marchio e numero di serie verdi, e quella degli Stati Uniti a marchio e numero di serie rossi.

Il Presidente Kennedy fu assassinato il 22 novembre del 1963 e le banconote degli Stati Uniti che lui aveva emesso furono immediatamente tolte dalla circolazione. Le banconote della Federal Reserve continuarono a fungere da valuta legale della nazione. I Servizi Segreti americani confermano che il 99% delle banconote in circolazione erano nel 1999 banconote della Federal Reserve.

Kennedy sapeva che le "Banconote degli Stati Uniti" prodotte in base alle riserve argentee si sarebbero ampiamente diffuse e avrebbero eliminato la richiesta delle "Banconote della Federal Reserve". E' una questione economica molto semplice. Le BSU (Banconote degli Stati Uniti) erano emesse sulla base del valore delle riserve argentee e le BFR (Banconote della Federal Reserve) non avevano alcun corrispettivo di valore intrinseco. L'Ordine Esecutivo 11110 avrebbe evitato al debito nazionale di raggiungere il livello attuale (virtualmente quasi tutti i 9000 miliardi del debito federale si sono prodotti dal 1963 in poi) se LBJ o ogni Presidente successivo lo avessero applicato. Il Governo degli Stati Uniti avrebbe avuto il potere di cancellare il debito senza passare per la mediazione delle Federal Reserve Banks e senza l'aggravio di interessi per creare nuovi soldi. L'ordine esecutivo 11110 dette agli Stati Uniti la possibilità di creare i suoi soldi basandosi sul vero valore delll'argento.

Inoltre, secondo le nostre ricerche, solo cinque mesi dopo l'assassinio di Kennedy, la serie dei "Certificati Argentei" del 1958 non fu più emessa, e successivamente furono rimossi dalla circolazione. Forse, l'omicidio di JFK era un messaggio per tutti i futuri presidenti di non interferire nel controllo della Federal Reserve sulla creazione del denaro. Risulta evidente che il Presidente Kennedy sfidasse i poteri esistenti dietro gli Stati Uniti e la finanza mondiale. Con vero coraggio patriottico, JFK affrontò con coraggio i due modi più fruttuosi mai usati per appianare il debito: 1) guerra (Vietnam); e 2) creazione della moneta attraverso una banca centrale gestita da privati. I suoi sforzi per avere tutte le truppe statunitensi fuori dal Vietnam entro il 1965 e l'ordine esecutivo 11110 avrebbero distrutto i profitti e il controllo della Federal Reseve Bank privata.

Ordine Esecutivo 11110

Emendamento all'ordine esecutivo numero 10289, relativo allo svolgimento di certe funzioni ad appannaggio del dipartimento del Tesoro. In virtù dell'autorità conferitami dalla sezione 301 del terzo articolo del Codice degli Stati Uniti, ordino quanto segue:

SEZIONE 1. Ordine esecutivo numero 10289 del 19 settembre 1951, come modificato, è qui ulteriormente modificato - (a) aggiungendo alla fine del paragrafo 1 attraverso il seguente sottoparagrafo (j): "(j) L'autorità conferita al Presidente dal paragrafo (b) della sezione 43 dell'Atto del 12 Maggio 1933, così come modificato (31 U.S.C. 821 (b)), di emettere certificati argentei in base ad ogni lingotto d'argento, argento o dollari d'argento standard nella Tesoreria momentaneamente non trattenuti per rimborso da alcun certificato d'argento in corso, di prescrivere il valore dei certificati argentei, ed emettere dollari d'argento standard e valuta d'argento sussidiaria per il loro ammortizzamento." e (b) e eliminando i sottoparagrafi (b) e (c) del paragrafo 2. SEZIONE 2. L'emendamento effettutato con quest'Ordine non ha effetto su nessun atto già scritto, o su nessuna istanza o procedimento che stanno venendo accolti, o già accolti, o iniziato o sull'inizio di nessuna causa civile o penale precedenti alla data di quest'Ordine ma tutte le tali disposizioni devono continuare e possono essere portate a termine come se detto emendamento non fosse stato fatto.

JOHN F. KENNEDY THE WHITE HOUSE, June 4, 1963


Ancora una volta, l'Ordine Esecutivo 11110 è ancora valido. Secondo il 3 articolo del Codice degli Stati Uniti, sezione 301 datato 26 gennaio 1998:

Ordine Esecutivo (OE) 10289 datato 17 settembre 1951, 16 F.R. 9499, è stato modificato da:

OE... 10583, datato 18 DICEMBRE 954, 19 F.R. 8725:
OE... 10882 datato 18 Luglio 1960, 25 F.R. 6869;
OE... 11110 datato 4 Giugno 1963, 28 F.R. 5605;
OE... 11825 datato 31 Dicembre 1974, 40 F.R. 1003;
OE... 12608 datato 9 Settembre 1987 52 F.R. 34617

Gli emendamenti del 1974 e 1987, aggiunti dopo quello di Kennedy del 1963, non hanno cambiato nessuna parte dell'ordine esecutivo 11110. Una ricerca negli ordini esecutivi di Clinton del 1998 e 1999 e delle Direttive Presidenziali ha anche mostrato che non ci sono alterazioni, cambiamenti o sospensioni dell'ordine esecutivo 11110.

La Federal Reserve Bank, altrimenti detta Federal Reserve System, è una corporazione privata. Il dizionario della legge di Black definisce il "Federal Reserve System" come: "Rete di dodici banche centrali a cui appartengono la maggior parte delle banche nazionali e alla quale tutte le banche abilitate possono appartenere. Le regole per diventare membri prevedono investimenti in azioni e un minimo di riserve. Le banche di proprietà privata posseggono le azioni della FED. Questo era spiegato più dettagliatamente nel caso di Lewis contro gli Stati Uniti, Federal Reporter, seconda serie, vol. 680, pagine 1239-1241 (1982), dove la corte diceva: "Ogni Federal Reserve Bank è una corporazione separata di proprietà delle banche commerciali della sua regione. Le banche commerciali azioniste eleggono due terzi dei nove membri della direzione".

Le Federal Reserve Banks sono controllate localmente dai loro membri. Ancora una volta, stando al Dizionario della legge di Black, ci rendiamo conto che queste banche private emettono denaro:

"Federal Reserve Act. Legge che ha creato le banche di Riserva Federale, le quali agiscono come agenti nel mantenimento di riserve finanziarie, distribuendo denaro nella forma di banconote, prestando denaro alle banche, e supervisionando le banche. Amministrate dal Gruppo di Riserva Federale".

Le banche di riserva federale di proprietà di privati emettono davvero i soldi che usiamo. Nel 1964, il Comitato sulle Banche e la Valuta, il Sottocomitato sulla Finanza Domestica, nella seconda sessione dell'ottantottesimo Congresso, ha effettuato uno studio intitolato "Money Facts" che contiene una buona descrizione di cosa è la FED: "La Riserva Federale è una macchina che fa soldi. Può emettere denaro o assegni. E non è mai stato un problema fare dei buoni perché può ottenere le fatture da 5 o 10 dollari necessarie a coprire gli assegni, chiedendo semplicemente all'Ufficio Incisioni del Dipartimento del Tesoro di stamparli."

Ogni persona o ogni gruppo chiuso che ha un sacco di soldi ha un sacco di potere. Adesso immagina un gruppo di persone che ha il potere di creare soldi. Immagina il potere che queste persone avrebbero. Questo è esattamente ciò che è la Banca di Riserva Federale, di proprietà privata!

Nessuno ha fatto più di Louis T. McFadden, che era presidente del Comitato House Banking negli anni '30, per denunciare il potere della FED. Descrivendo la FED, sottolineò nei registri del Congresso, pagine 1295 e 1296 del 10 giugno 1932:

"Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle più corrotte istituzioni che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al Federal Reserve Board, un comitato governativo, ha truffato il Governo e il popolo degli Stati Uniti di abbastanza soldi per appianare il debito nazionale. La depredazione e le iniquità del Federal Reserve Board e delle banche della Federal Reserve sono costate a questo paese abbastanza soldi da pagare il debito nazionale molte volte. Questa istituzione malvagia ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti; ha fatto bancarotta ed ha praticamente mandato in bancarotta il nostro Governo. Ha fatto ciò attraverso la cattiva amministrazione e le pratiche corrotte degli avvoltoi che la controllano."

Alcune persone pensano che le Federal Reserve Banks siano istituzioni degli Stati Uniti. Non sono istituzioni, dipartimenti o agenzie governative. Sono monopoli di credito privati che depredano il popolo degli Stati Uniti per il proprio tornaconto e quello dei loro clienti stranieri. Quei 12 monopoli di credito privati sono stati messi in modo ingannevole in questo paese da banchieri che sono venuti qui dall'Europa e che ci ripagano per l'Ospitalità indebolendo le istituzioni americane.

Le FED funzionano praticamente così: il governo ha ceduto il suo potere di emettere denaro alle banche FED. Loro creano soldi, poi lo prestano al governo caricandolo di interessi. Il governo usa le entrate per pagare gli interessi sul debito. Al riguardo, è interessante notare che il Federal Reserve Act e il sedicesimo emendamento, che danno al Congresso il potere di riscuotere le tasse, sono stati entrambi approvati nel 1913. L'incredibile potere delle FED sull'economia è universalmente confermato. Alcune persone, specialmente nelle comunità accademiche e bancarie, addirittura lo supporta. D'altra parte, ci sono anche coloro, come il presidente John Fitzgerald Kennedy, che si sono mossi contro questo. I suoi sforzi furono esposti nel libro del 1998 di Jim Marrs, Crossfire:

"Un altro aspetto sottovalutato dell'intento di Kennedy di riformare la società americana, riguarda i soldi. Kennedy lo fece rivolgendosi alla costituzione, che afferma che solo il Congresso dovrebbe emettere e regolare il denaro, il crescente debito nazionale potrebbe essere ridotto non pagando gli interessi ai banchieri del Federal Reserve System, che stampa banconote che poi presta ad interessi al governo. Si è mosso in questo senso il 4 giugno del 1963 firmando l'ordine esecutivo 11110 che prevedeva l'emanazione di 4,292,893,815 di Banconote degli Stati Uniti attraverso la Tesoreria invece che attraverso il tradizionale Federal Reserve System. Quel giorno stesso, Kenney firmò una carta che cambiava il materiale delle banconote da uno e due dollari da argento ad oro, dando forza all'indebolita valuta statunitense.

Il controllore della valuta ai tempi di Kennedy, James J. Saxon, è stato in conflitto con il potente Federal Reserve Board per qualche tempo, incoraggiando maggiori investimenti e conferendo poteri per le banche che non facevano parte del Federal Reserve System. Saxon decise anche che le banche che non facevano parte del "sistema" potevano sottoscrivere obbligazioni statali e locali, anche se indebolivano le Federal Reserve Banks."


In un intervento fatto alla Columbia University il 12 novembre del 1963, dieci prima del suo assassinio, il presidente John Fitzgerald Kennedy avrebbe detto:

"L'alto ufficio del Presidente è stato usato per fomentare un piano per distruggere la libertà americana e prima di lasciare questo incarico, devo informare la cittadinanza di questa condizionne."

In questo caso, John Fitzgerald Kennedy sembra essere l'oggetto del suo stesso libro... un vero "Profile of Courage".

Il resoconto di questa ricerca è stato realizzato per Lawgiver.Org. da Anthony Wayne
DI JOHN P. CURRAN
The Truth Seeker

04 marzo 2008

Cia e CEE



C’era la Cia fra gli sponsor dell’integrazione europea, agli albori della Comunità: emerge da documenti non classificati dell’Amministrazione americana, secondo i quali l’agenzia di spionaggio condusse una campagna, negli anni Cinquanta e Sessanta, per incoraggiare l’europeismo e contribuì a finanziare il movimento federalista. I documenti sono stati trovati e analizzati da Joshua Paul, uno studioso di problemi di sicurezza nazionale.

Nel carteggio in possesso di Paul, che lavora alla Georgetown University di Washington, ci sono alcuni nomi italiani: Giovanni Agnelli, che vi figura come «industriale, vice-presidente Fiat», Giovanni Malagodi, «parlamentare, segretario generale del Partito Liberale», Ugo La Malfa, «parlamentare, presidente della commissione bilancio», Franco Maria Malfatti, «parlamentare, sotto-segretario all’industria». Sono tutti citati semplicemente fra i partecipanti ai Convegni Bilderberg, seminari che servivano a diffondere gli ideali europeisti.

Gli Stati Uniti dell’immediato dopoguerra non avevano dunque, verso l’integrazione europea, i timori successivamente emersi, con lo spauracchio della “fortezza Europa”. Gli Usa pro-Cee erano probabilmente animati dal desiderio di ancorare l’Europa dell’Ovest a un sistema economicamente orientato verso gli Stati Uniti, politicamente cementato dalla democrazia e militarmente solidale con l’Alleanza atlantica. I documenti che Paul, un ricercatore indipendente americano, ha trasmesso all’agenzia Ansa mostrano che Washington usò per favorire l’integrazione europea la Commissione americana per l’Europa unita (Acue), creata nel 1948 e presieduta da William J.Donovan, un avvocato, ma anche un generale, comandante dell’Oss, l’ufficio americano dei servizi strategici in tempo di guerra, precursore della Cia.

Il vice-presidente dell’Acue era Allen Dulles, direttore della Cia dagli Anni Cinquanta. Fra i dirigenti, c'erano Walter Bedell Smith, primo direttore della Cia, ed ex esponenti dell’Oss, alcuni dei quali lavorarono anche per l’Agenzia. Un memorandum datato 26 luglio 1950 e firmato da Donovan dà istruzioni per una campagna a favore di un Parlamento europeo. Altri documenti danno la sensazione che gli Stati uniti fossero favorevoli alla partecipazione della Gran Bretagna alla Comunità europea fin dall’inizio.

Paul spiega che l’Acue finanziò il Movimento europeo, importante organizzazione federalista tuttora attiva (nel 1958, coprì oltre il 50 % delle spese). Secondo il ricercatore, la Commissione considerava suoi uomini i leader del Movimento, fra cui il ministro degli esteri francese Robert Schumann, che è all’origine del processo d’integrazione europea, e il premier belga Paul-Henri Spaak, uno dei firmatari dei Trattati di Roma del 1957.

I finanziamenti ai federalisti arrivavano tramite fondazioni al di sopra di ogni sospetto come la Ford e la Rockfeller e tramite gruppi di uomini d’affari legati all’amministrazione americana. Paul Hoffman, presidente della Fondazione Ford, ex ufficiale dell’Oss, divenne anche capo dell’Acue verso la fine degli Anni Cinquanta. Ovviamente, il Dipartimento di Stato giocava un ruolo, dietro l'Acue e la Cia, allora a sostegno dell’integrazione.

Un appunto della sezione europea, datato 11 giugno 1965 e destinato al vice-presidente della Commissione europea Robert Marjolin, invita a portare avanti i progetti di unione monetaria «in segreto»: non se ne doveva parlare fino a che «l’adozione di proposte del genere diventerà praticamente inevitabile».

fonte:www.nwo.it

06 marzo 2008

Mutui supervalutati


Il valore dei mutui dovrebbe rispettare il valore dell'immobile. Ma se l'immobile si deprezza molto, ha senso pagare per un qualcosa che non vale il suo valore? Potrebbe essere una reazione a catena del globalismo. Disinnescheranno questa miccia le banche leader nei mutui a tasso variabile?

I pignoramenti di case gravate da mutui che i proprietari non riescono più a pagare toccheranno quest’anno i due milioni.

Una tragedia per due milioni di famiglie buttate sul marciapiede; ma un dramma anche per le banche prestatrici, che si troveranno con due milioni di immobili da vendere su un mercato che sta crollando (i prezzi delle case esistenti sono scesi in USA per la prima volta dalla Grande Depressione), e probabilmente resteranno invendute.
Per questo Ben Bernanke, parlando ad una riunione di uomini d’affari a Orlando in Florida, ha invitato i prestatori a condonare ai debitori una parte del capitale.
«Questo può essere il mezzo relativamente più efficace per scongiurare insolvenze e pignoramenti», ha detto, che rinegoziare i tassi d’interesse .
Ogni rata di mutuo, come si sa, è composta di due parti: una parte è la restituzione del capitale, un’altra gli interessi.
Il segretario al Tesoro USA Hank Paulson ha finora esortato i banchieri a rinegoziare gli interessi (a tasso variabile, nodo scorsoio per i debitori), prolungano la durata del mutuo.
Ben Bernanke l’ha scavalcato in «socialità», con una proposta rivoluzionaria per un banchiere centrale: condonare parte del capitale significa, anzitutto, ammettere che non è più tempo di lasciar agire la mano invisibile del mercato, ossia la legge della domanda-offerta; significa anche che le banche devono riconoscere che una casa che hanno ipotecato per un valore 100, oggi - dopo il collasso della bolla immobiliare subprime - vale 80 o 60.
E che il debitore ha il diritto morale di pagare il mutuo su 80 (o 60), non su 100.
Il che è la pura verità, nel senso che rispecchia la realtà di fatto.
A preoccupare Bernanke sono appunto i milioni di debitori il cui mutuo supera il valore, agli attuali prezzi di mercato, della casa su cui il mutuo grava.
Questi disgraziati hanno un perverso incentivo a non pagare, rendersi insolventi (stanno pagando troppo un attivo svalutato), e persino a farsi pignorare la casa, che ormai è un nodo scorsoio di ratei crescenti.
Gli effetti a catena sull’economia generale di 2 milioni di immobili buttati su un mercato che non compra, e venduti all’incanto in piena crisi, sarebbero spaventosi sull’intera economia; i prezzi degli immobili, già calanti, precipiterebbero nell’abisso, volatilizzando trilioni di dollari di «valore»; l’attività edilizia sarebbe paralizzata per anni; le banche e in generale i prestatori ne soffrirebbero per la diminuzione generale dei «valori» su cui hanno concesso mutui e prestiti.
Un avvitamento in un circolo vizioso dalle conseguenze esplosive sulla società intera.
Giustamente Bernanke ha detto che «un più ampio uso dei condoni di capitale sarebbe nell’interesse sia dei creditori che dei debitori», specie se - ha aggiunto – «con una valutazione condivisa».
I banchieri e i debitori dovrebbero accordarsi sul valore attuale e minore del bene immobile.
Dal punto di vista dell’ideologia liberista, la proposta di Bernanke è un’inaudita eresia .
Il capitalismo iper-speculativo si è già sollevato contro come un sol uomo: chi ha comprato a man bassa le varie obbligazioni «garantite da mutuo», ora teme che il valore di quelle obbligazioni, già precipitato obbligando le banche a confessare miliardi di dollari di perdite di crediti, cali a zero e sottozero.
I creditori non hanno mai accettato di riconoscere la svalutazione della quota-capitale, perché è su quel «valore» che essi costruiscono i loro trucchi finanziari, e devono continuare a far credere che quel valore sia solido e fisso; preferiscono concedere rinegoziazioni sulla quota-interessi.
Le proposte del segretario al tesoro Hank Paulson risponde appunto alle preoccupazioni della finanza speculativa e virtuale.
L’idea di Bernanke invece - e questo è rivoluzionario - intende rispondere alle preoccupazioni delle famiglie reali che abitano nelle case reali: lasciarli abitare in quelle case svalutate - e svalutate in modo che le rate del mutuo diventino miti e pagabili - è sempre meglio che aver due milioni di senzatetto.
Inoltre, i «valori» del «capitale» a cui le banche tengono tanto, sono già svalutati nella realtà.
Le banche stesse praticano la riduzione del capitale quando, alle prese con crediti difficili da esigere, li vendono ad agenzie di recupero al 40% del «valore», avendo comunque realizzato un guadagno netto una volta detratte le loro spese.
Perché dunque non fare alle famiglie debitrici lo sconto che fanno alle agenzie di recupero-crediti?
Certo per la speculazione questa svalutazione degli immobili reali sarebbe «napalm sul fuoco», come ha detto Julian Mans, gestore del fondo First Pacific Advisory (che ha minacciato: «Se il capitale collaterale è diminuito, io chiederò interessi altissimi per comprare debito da mutui»).
Ma per l’economia reale, sarebbe una guarigione.
Ribassati i valori degli immobili a termini più realistici, per esempio l’industria edilizia - parte notevole del PIL di ogni Paese - potrebbe riprendere a costruire, attività che ora è bloccata; le banche stesse, imbarcate le loro perdite, potrebbero passare oltre, in un’economia che riprende e non quella di oggi, paralizzata da montagne di debiti inconfessabili.
Basta ricordare che il rifiuto di svalutare e condonare i debiti, con le banche che si tenevano crediti ormai inesigibili scritti a valori irreali sui loro libri contabili, è stata la causa della decennale recessione-deflazione giapponese.
L’idea di Bernanke segnala la fine del capitalismo senza freni, e l’inizio dell’intervento pubblico nella finanza.
Ogni tanto, gli usurai hanno bisogno che lo Stato indìca un giubileo: per il loro stesso bene.

M. Blondet

05 marzo 2008

Jonn Kennedy e la Federal Reserve



Il 4 Giugno del 1963, un decreto presidenziale virtualmente sconosciuto, Ordine Esecutivo 11110, fu firmato impedendo alla Federal Reserve Bank di prestare soldi a interesse al Governo Federale degli Stati Uniti. Con un colpo di penna, il presidente Kennedy dichiarò che la Federal Reserve Bank, di proprietà di privati, sarebbe presto fallita. La Christian Law Fellowship ha ricercato questo evento nel Registro Federale e nella biblioteca del Congresso. Possiamo tranquillamente concludere che quest'Ordine Esecutivo non è mai stato abrogato, corretto o superato da nessun Ordine Esecutivo successivo. In parole semplici, è ancora valido.

Dopo che il presidente John Fitzgerald Kennedy - l'autore di "Profiles in Courage" - lo firmò, l'Ordine tornò al governo federale, precisamente al Dipartimento del tesoro, autorizzato costituzionalmente a creare ed emettere la valuta senza passare attraverso la Federal Reserve Bank, di privati. L'ordine esecutivo 11110 del presidente Kennedy (il testo completo è sotto) dette al dipartimento del tesoro il potere esplicito: "di emettere certificati d'argento a fronte di ogni lingotto di argento, dollari d'argento della Tesoreria." Questo significa che per ogni oncia di argento nella cassaforte della Tesoreria degli Stati Uniti, il governo poteva introdurre soldi in circolazione basandosi sui lingotti d'argento fisicamente presenti.

Come risultato, più di 4 miliardi di dollari in banconote degli Stati Uniti sono stati messi in circolazione in tagli da 2 e 5 dollari. Le banconote da 10 e 20 dollari degli Stati Uniti non hanno mai circolato ma furono stampate dal Dipartimento del Tesoro quando Kennedy fu assassinato. Sembra ovvio che il presidente Kennedy sapesse che l'uso delle banconote della Federal Reserve come presunta valuta legale fosse contrario alla Costituzione degli Stati Uniti d'America.

Le "Banconote degli Stati Uniti" furono emesse come valuta senza interessi e senza debiti avvallate dalle riserve d'argento nella Tesoreria degli Stati Uniti. Abbiamo confrontato una "Banconota della Federal Reserve" emessa dalla banca centrale privata degli Stati Uniti (la Federal Reserve Bank o Federal Reserve System), con una "Banconota degli Stati Uniti" della tesoreria americana, emessa grazie all'ordine esecutivo del Presidente Kennedy. Sono quasi identiche ad eccezione del fatto che una riporta la dicitura "Banconota della Federal Reserve" e l'altra "Banconota degli Stati Uniti". Inoltre, quella della Federal Reserve ha marchio e numero di serie verdi, e quella degli Stati Uniti a marchio e numero di serie rossi.

Il Presidente Kennedy fu assassinato il 22 novembre del 1963 e le banconote degli Stati Uniti che lui aveva emesso furono immediatamente tolte dalla circolazione. Le banconote della Federal Reserve continuarono a fungere da valuta legale della nazione. I Servizi Segreti americani confermano che il 99% delle banconote in circolazione erano nel 1999 banconote della Federal Reserve.

Kennedy sapeva che le "Banconote degli Stati Uniti" prodotte in base alle riserve argentee si sarebbero ampiamente diffuse e avrebbero eliminato la richiesta delle "Banconote della Federal Reserve". E' una questione economica molto semplice. Le BSU (Banconote degli Stati Uniti) erano emesse sulla base del valore delle riserve argentee e le BFR (Banconote della Federal Reserve) non avevano alcun corrispettivo di valore intrinseco. L'Ordine Esecutivo 11110 avrebbe evitato al debito nazionale di raggiungere il livello attuale (virtualmente quasi tutti i 9000 miliardi del debito federale si sono prodotti dal 1963 in poi) se LBJ o ogni Presidente successivo lo avessero applicato. Il Governo degli Stati Uniti avrebbe avuto il potere di cancellare il debito senza passare per la mediazione delle Federal Reserve Banks e senza l'aggravio di interessi per creare nuovi soldi. L'ordine esecutivo 11110 dette agli Stati Uniti la possibilità di creare i suoi soldi basandosi sul vero valore delll'argento.

Inoltre, secondo le nostre ricerche, solo cinque mesi dopo l'assassinio di Kennedy, la serie dei "Certificati Argentei" del 1958 non fu più emessa, e successivamente furono rimossi dalla circolazione. Forse, l'omicidio di JFK era un messaggio per tutti i futuri presidenti di non interferire nel controllo della Federal Reserve sulla creazione del denaro. Risulta evidente che il Presidente Kennedy sfidasse i poteri esistenti dietro gli Stati Uniti e la finanza mondiale. Con vero coraggio patriottico, JFK affrontò con coraggio i due modi più fruttuosi mai usati per appianare il debito: 1) guerra (Vietnam); e 2) creazione della moneta attraverso una banca centrale gestita da privati. I suoi sforzi per avere tutte le truppe statunitensi fuori dal Vietnam entro il 1965 e l'ordine esecutivo 11110 avrebbero distrutto i profitti e il controllo della Federal Reseve Bank privata.

Ordine Esecutivo 11110

Emendamento all'ordine esecutivo numero 10289, relativo allo svolgimento di certe funzioni ad appannaggio del dipartimento del Tesoro. In virtù dell'autorità conferitami dalla sezione 301 del terzo articolo del Codice degli Stati Uniti, ordino quanto segue:

SEZIONE 1. Ordine esecutivo numero 10289 del 19 settembre 1951, come modificato, è qui ulteriormente modificato - (a) aggiungendo alla fine del paragrafo 1 attraverso il seguente sottoparagrafo (j): "(j) L'autorità conferita al Presidente dal paragrafo (b) della sezione 43 dell'Atto del 12 Maggio 1933, così come modificato (31 U.S.C. 821 (b)), di emettere certificati argentei in base ad ogni lingotto d'argento, argento o dollari d'argento standard nella Tesoreria momentaneamente non trattenuti per rimborso da alcun certificato d'argento in corso, di prescrivere il valore dei certificati argentei, ed emettere dollari d'argento standard e valuta d'argento sussidiaria per il loro ammortizzamento." e (b) e eliminando i sottoparagrafi (b) e (c) del paragrafo 2. SEZIONE 2. L'emendamento effettutato con quest'Ordine non ha effetto su nessun atto già scritto, o su nessuna istanza o procedimento che stanno venendo accolti, o già accolti, o iniziato o sull'inizio di nessuna causa civile o penale precedenti alla data di quest'Ordine ma tutte le tali disposizioni devono continuare e possono essere portate a termine come se detto emendamento non fosse stato fatto.

JOHN F. KENNEDY THE WHITE HOUSE, June 4, 1963


Ancora una volta, l'Ordine Esecutivo 11110 è ancora valido. Secondo il 3 articolo del Codice degli Stati Uniti, sezione 301 datato 26 gennaio 1998:

Ordine Esecutivo (OE) 10289 datato 17 settembre 1951, 16 F.R. 9499, è stato modificato da:

OE... 10583, datato 18 DICEMBRE 954, 19 F.R. 8725:
OE... 10882 datato 18 Luglio 1960, 25 F.R. 6869;
OE... 11110 datato 4 Giugno 1963, 28 F.R. 5605;
OE... 11825 datato 31 Dicembre 1974, 40 F.R. 1003;
OE... 12608 datato 9 Settembre 1987 52 F.R. 34617

Gli emendamenti del 1974 e 1987, aggiunti dopo quello di Kennedy del 1963, non hanno cambiato nessuna parte dell'ordine esecutivo 11110. Una ricerca negli ordini esecutivi di Clinton del 1998 e 1999 e delle Direttive Presidenziali ha anche mostrato che non ci sono alterazioni, cambiamenti o sospensioni dell'ordine esecutivo 11110.

La Federal Reserve Bank, altrimenti detta Federal Reserve System, è una corporazione privata. Il dizionario della legge di Black definisce il "Federal Reserve System" come: "Rete di dodici banche centrali a cui appartengono la maggior parte delle banche nazionali e alla quale tutte le banche abilitate possono appartenere. Le regole per diventare membri prevedono investimenti in azioni e un minimo di riserve. Le banche di proprietà privata posseggono le azioni della FED. Questo era spiegato più dettagliatamente nel caso di Lewis contro gli Stati Uniti, Federal Reporter, seconda serie, vol. 680, pagine 1239-1241 (1982), dove la corte diceva: "Ogni Federal Reserve Bank è una corporazione separata di proprietà delle banche commerciali della sua regione. Le banche commerciali azioniste eleggono due terzi dei nove membri della direzione".

Le Federal Reserve Banks sono controllate localmente dai loro membri. Ancora una volta, stando al Dizionario della legge di Black, ci rendiamo conto che queste banche private emettono denaro:

"Federal Reserve Act. Legge che ha creato le banche di Riserva Federale, le quali agiscono come agenti nel mantenimento di riserve finanziarie, distribuendo denaro nella forma di banconote, prestando denaro alle banche, e supervisionando le banche. Amministrate dal Gruppo di Riserva Federale".

Le banche di riserva federale di proprietà di privati emettono davvero i soldi che usiamo. Nel 1964, il Comitato sulle Banche e la Valuta, il Sottocomitato sulla Finanza Domestica, nella seconda sessione dell'ottantottesimo Congresso, ha effettuato uno studio intitolato "Money Facts" che contiene una buona descrizione di cosa è la FED: "La Riserva Federale è una macchina che fa soldi. Può emettere denaro o assegni. E non è mai stato un problema fare dei buoni perché può ottenere le fatture da 5 o 10 dollari necessarie a coprire gli assegni, chiedendo semplicemente all'Ufficio Incisioni del Dipartimento del Tesoro di stamparli."

Ogni persona o ogni gruppo chiuso che ha un sacco di soldi ha un sacco di potere. Adesso immagina un gruppo di persone che ha il potere di creare soldi. Immagina il potere che queste persone avrebbero. Questo è esattamente ciò che è la Banca di Riserva Federale, di proprietà privata!

Nessuno ha fatto più di Louis T. McFadden, che era presidente del Comitato House Banking negli anni '30, per denunciare il potere della FED. Descrivendo la FED, sottolineò nei registri del Congresso, pagine 1295 e 1296 del 10 giugno 1932:

"Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle più corrotte istituzioni che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al Federal Reserve Board, un comitato governativo, ha truffato il Governo e il popolo degli Stati Uniti di abbastanza soldi per appianare il debito nazionale. La depredazione e le iniquità del Federal Reserve Board e delle banche della Federal Reserve sono costate a questo paese abbastanza soldi da pagare il debito nazionale molte volte. Questa istituzione malvagia ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti; ha fatto bancarotta ed ha praticamente mandato in bancarotta il nostro Governo. Ha fatto ciò attraverso la cattiva amministrazione e le pratiche corrotte degli avvoltoi che la controllano."

Alcune persone pensano che le Federal Reserve Banks siano istituzioni degli Stati Uniti. Non sono istituzioni, dipartimenti o agenzie governative. Sono monopoli di credito privati che depredano il popolo degli Stati Uniti per il proprio tornaconto e quello dei loro clienti stranieri. Quei 12 monopoli di credito privati sono stati messi in modo ingannevole in questo paese da banchieri che sono venuti qui dall'Europa e che ci ripagano per l'Ospitalità indebolendo le istituzioni americane.

Le FED funzionano praticamente così: il governo ha ceduto il suo potere di emettere denaro alle banche FED. Loro creano soldi, poi lo prestano al governo caricandolo di interessi. Il governo usa le entrate per pagare gli interessi sul debito. Al riguardo, è interessante notare che il Federal Reserve Act e il sedicesimo emendamento, che danno al Congresso il potere di riscuotere le tasse, sono stati entrambi approvati nel 1913. L'incredibile potere delle FED sull'economia è universalmente confermato. Alcune persone, specialmente nelle comunità accademiche e bancarie, addirittura lo supporta. D'altra parte, ci sono anche coloro, come il presidente John Fitzgerald Kennedy, che si sono mossi contro questo. I suoi sforzi furono esposti nel libro del 1998 di Jim Marrs, Crossfire:

"Un altro aspetto sottovalutato dell'intento di Kennedy di riformare la società americana, riguarda i soldi. Kennedy lo fece rivolgendosi alla costituzione, che afferma che solo il Congresso dovrebbe emettere e regolare il denaro, il crescente debito nazionale potrebbe essere ridotto non pagando gli interessi ai banchieri del Federal Reserve System, che stampa banconote che poi presta ad interessi al governo. Si è mosso in questo senso il 4 giugno del 1963 firmando l'ordine esecutivo 11110 che prevedeva l'emanazione di 4,292,893,815 di Banconote degli Stati Uniti attraverso la Tesoreria invece che attraverso il tradizionale Federal Reserve System. Quel giorno stesso, Kenney firmò una carta che cambiava il materiale delle banconote da uno e due dollari da argento ad oro, dando forza all'indebolita valuta statunitense.

Il controllore della valuta ai tempi di Kennedy, James J. Saxon, è stato in conflitto con il potente Federal Reserve Board per qualche tempo, incoraggiando maggiori investimenti e conferendo poteri per le banche che non facevano parte del Federal Reserve System. Saxon decise anche che le banche che non facevano parte del "sistema" potevano sottoscrivere obbligazioni statali e locali, anche se indebolivano le Federal Reserve Banks."


In un intervento fatto alla Columbia University il 12 novembre del 1963, dieci prima del suo assassinio, il presidente John Fitzgerald Kennedy avrebbe detto:

"L'alto ufficio del Presidente è stato usato per fomentare un piano per distruggere la libertà americana e prima di lasciare questo incarico, devo informare la cittadinanza di questa condizionne."

In questo caso, John Fitzgerald Kennedy sembra essere l'oggetto del suo stesso libro... un vero "Profile of Courage".

Il resoconto di questa ricerca è stato realizzato per Lawgiver.Org. da Anthony Wayne
DI JOHN P. CURRAN
The Truth Seeker

04 marzo 2008

Cia e CEE



C’era la Cia fra gli sponsor dell’integrazione europea, agli albori della Comunità: emerge da documenti non classificati dell’Amministrazione americana, secondo i quali l’agenzia di spionaggio condusse una campagna, negli anni Cinquanta e Sessanta, per incoraggiare l’europeismo e contribuì a finanziare il movimento federalista. I documenti sono stati trovati e analizzati da Joshua Paul, uno studioso di problemi di sicurezza nazionale.

Nel carteggio in possesso di Paul, che lavora alla Georgetown University di Washington, ci sono alcuni nomi italiani: Giovanni Agnelli, che vi figura come «industriale, vice-presidente Fiat», Giovanni Malagodi, «parlamentare, segretario generale del Partito Liberale», Ugo La Malfa, «parlamentare, presidente della commissione bilancio», Franco Maria Malfatti, «parlamentare, sotto-segretario all’industria». Sono tutti citati semplicemente fra i partecipanti ai Convegni Bilderberg, seminari che servivano a diffondere gli ideali europeisti.

Gli Stati Uniti dell’immediato dopoguerra non avevano dunque, verso l’integrazione europea, i timori successivamente emersi, con lo spauracchio della “fortezza Europa”. Gli Usa pro-Cee erano probabilmente animati dal desiderio di ancorare l’Europa dell’Ovest a un sistema economicamente orientato verso gli Stati Uniti, politicamente cementato dalla democrazia e militarmente solidale con l’Alleanza atlantica. I documenti che Paul, un ricercatore indipendente americano, ha trasmesso all’agenzia Ansa mostrano che Washington usò per favorire l’integrazione europea la Commissione americana per l’Europa unita (Acue), creata nel 1948 e presieduta da William J.Donovan, un avvocato, ma anche un generale, comandante dell’Oss, l’ufficio americano dei servizi strategici in tempo di guerra, precursore della Cia.

Il vice-presidente dell’Acue era Allen Dulles, direttore della Cia dagli Anni Cinquanta. Fra i dirigenti, c'erano Walter Bedell Smith, primo direttore della Cia, ed ex esponenti dell’Oss, alcuni dei quali lavorarono anche per l’Agenzia. Un memorandum datato 26 luglio 1950 e firmato da Donovan dà istruzioni per una campagna a favore di un Parlamento europeo. Altri documenti danno la sensazione che gli Stati uniti fossero favorevoli alla partecipazione della Gran Bretagna alla Comunità europea fin dall’inizio.

Paul spiega che l’Acue finanziò il Movimento europeo, importante organizzazione federalista tuttora attiva (nel 1958, coprì oltre il 50 % delle spese). Secondo il ricercatore, la Commissione considerava suoi uomini i leader del Movimento, fra cui il ministro degli esteri francese Robert Schumann, che è all’origine del processo d’integrazione europea, e il premier belga Paul-Henri Spaak, uno dei firmatari dei Trattati di Roma del 1957.

I finanziamenti ai federalisti arrivavano tramite fondazioni al di sopra di ogni sospetto come la Ford e la Rockfeller e tramite gruppi di uomini d’affari legati all’amministrazione americana. Paul Hoffman, presidente della Fondazione Ford, ex ufficiale dell’Oss, divenne anche capo dell’Acue verso la fine degli Anni Cinquanta. Ovviamente, il Dipartimento di Stato giocava un ruolo, dietro l'Acue e la Cia, allora a sostegno dell’integrazione.

Un appunto della sezione europea, datato 11 giugno 1965 e destinato al vice-presidente della Commissione europea Robert Marjolin, invita a portare avanti i progetti di unione monetaria «in segreto»: non se ne doveva parlare fino a che «l’adozione di proposte del genere diventerà praticamente inevitabile».

fonte:www.nwo.it