03 giugno 2008

La Deformazione del Dare ed Avere


Dare e avere. Questo è il concetto su cui è stato basato il nostro sistema economico e sociale, in un continuo alternarsi di offerta e domanda garantendo così l’equilibrio tra risorse disponibili e il loro sfruttamento sulla base di leggi economiche secondo le quali ogni eccesso dell’uno o dell’altro provoca un discostamento da tale punto di stabilità, che nel lungo periodo verrà riassorbito e stabilizzato. Tuttavia, le entità economiche sono riuscite a truccare il meccanismo grazie all’introduzione di nuove tecnologie di informazione, grazie alle quali una determinata offerta di un bene può essere moltiplicata in maniera fittizia, in maniera tale da soddisfare la domanda oltre il suo limite di equilibrio. Si pensi ad un centralino che può soddisfare non più di 20 chiamate, ma sottoscrive 200 o 2000 contratti, basandosi sul concetto che i clienti non contatteranno mai contemporaneamente quel centralino. Un chiaro esempio di ciò che parliamo è il sistema bancario, che emette prestiti 100 o 1000 volte i suoi depositi in virtù del fatto che i depositanti non chiederanno mai in massa la restituzione dei propri crediti. Grazie a questo meccanismo è possibile manomettere l’intero sistema di domanda e offerta, imporre un determinato livello dei prezzi e stabilire il livello di produzione di un qualsiasi bene, e così alimentare le speculazioni. Che sia chiaro, le leggi economiche sono state da tempo manomesse, e non sono più valide dato che non esiste alcun limite alle speculazioni, con un grave impazzo sul nostro sistema sociale.
L’epoca in cui viviamo è definitivamente segnata dalla "piaga economica" della speculazione che ormai ha invaso tutti i settori vitali per la sussistenza umana. Il rincaro dei prezzi dei prodotti alimentari ha alterato le produzioni, i sistemi di coltivazione e la qualità di ciò che mangiamo, riducendo ai limiti della sostenibilità i regimi di alimentazione e causando le cosiddette guerre della fame. La manipolazione è arrivata al punto tale da compromettere la sopravvivenza di interi popoli e di vere e proprie etnie, che muoiono pian piano con la scomparsa della biodiversità vegetale e alimentare. Una catastrofe che non ha sconvolto più di tanto i Governi occidentali, considerando che l’aumento dei prezzi dei beni alimentari viene sostenuto con la riduzione del consumo del vestiario o di beni voluttuari, oppure con il consumo di beni a basso costo provenienti dalla Cina. Al contrario sembrano essere molto più preoccupati dell’aumento del prezzo del petrolio che mette in crisi quello stile di vita di benessere, ormai dato per scontato. In altre parole, noi siamo molto più spaventati dall’idea di dover rinunciare ad un bene di lusso, rispetto alla paura di morire di fame, che incombe invece sui Paesi poveri.

Ma cosa sta provocando realmente l’aumento del prezzo del petrolio?

Ormai un barile di greggio si attesta approssimativamente intorno ai 130$ il barile, e si teme che entro la prossima settimana si toccheranno i 140$. Di tutta risposta, il livello dei consumi di prodotti petroliferi si è ridotto di solo 1-2%, mentre gli approvvigionamenti continuano a livello sostenuto, senza un evidente eccesso di domanda, né una riduzione della produzione: non vi è stato, dunque, nessun cambiamento tra domanda e offerta di petrolio, eppure il prezzo è aumentato del 100 o 150% da un anno all’altro. Cade anche la vecchia convinzione secondo cui il prezzo del greggio venga stabilito dal cartello dell’OPEC - che al momento controlla solo il 40% della produzione mondiale - o solo dalle società petrolifere, che sicuramente profittano dalla situazione, ma non ne sono i principali artefici. Non possiamo neanche credere agli analisti finanziari che ci dicono che i prezzi sono stati drogati da "una scarsità di derivati", tale che il petrolio grezzo è prodotto in quantità sufficienti ma le raffinerie non riescono a fornire la benzina necessaria. Inoltre, vi è chi afferma che i prezzi rimangono alti perché sostenuti dalla domanda della Cina - dove le importazioni di prodotti petroliferi aumenta ancora a dismisura - o dallo scarso gettito di produttori non appartenenti all'Opec. In realtà sono i fondi di investimento, le borse e gli affaristi che creano questo immenso arteficio. Si stima infatti che depurando i mercati dalla speculazione e considerando il solo confronto di domanda e offerta, il petrolio avrebbe una quotazione di non oltre i 50-60$ il barile, che rispecchierebbe a pieno il livello di approvvigionamento dei mercati. E così i Governi e le autorità restano ferme, dichiarano dati ufficiali di inflazione al 2,5% e una disoccupazione del 6% quando in realtà il rincaro è del 10% e il disavanzo del mercato del lavoro è del 13%, mentre i fondi speculativi impongono una tassa planetaria che ha un gettito di 5 miliardi di dollari al giorno. Un sacrificio mondiale che inevitabilmente si ripercuote sulle classi più deboli, come i popoli ai limiti della povertà, gli immigrati, che diventano vittime di persecuzione, di rappresaglie e di vendette. Imponendo la strategia del terrore energetico possono imporre nuove norme per la regolamentazione dei flussi immigratori, maggiori controlli con tecnologie biometriche, magari installare migliaia di centrali nucleari, e far fruttare quei vecchi brevetti destinati all’estinzione. Nuovi business, nuovi guadagni, ma soprattutto una nuova legge economica di domanda-offerta.
by Etleboro

02 giugno 2008

Oggi 2 giugno Repubblica party


Molti di noi sono nati con la Repubblica già formata con la sua costituzione, le sue leggi, la sua sovranità territoriale e monetaria. Adesso, per una serie di motivi tutte le nostre sovranità stanno per essere avocate alla Comunità europea, le banche sono private e, la Costituzione sta per essere lacerata da conflitti mai risolti. Quanto ha senso, adesso, parlare di Repubblica? Vogliamo far pubblicità ad un giornale? Facciamolo pure, basta saperlo.

Renato Mannheimer in un articolo del 1 giugno sul Corriere della Sera, rende noti i risultati di un sondaggio da lui compiuto in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno. A stupire oltremodo Mannheimer è il fatto che un italiano su tre (il 29% degli intervistati) abbia dichiarato di essere all’oscuro di cosa sia successo il 2 giugno e ignori perfino a quale anno preciso ci si riferisca. In parole povere un terzo degli italiani ignorano l’esistenza del referendum del 1946 che decretò la nascita della Repubblica Italiana, nonostante la ricorrenza venga celebrata ogni anno con tanto di parata militare e diretta TV.

Per quanto sia lecito lo stupore di Mannheimer riguardo “all’ignoranza” del 29% degli italiani, non si può evitare di stupirsi molto più profondamente per il fatto che la totalità degli stessi, lui compreso, ignorino completamente che fine abbia fatto la Repubblica Italiana, fondata nel 1946 e regolata dalla Costituzione.

Viveva nell’Articolo 4 : La Repubblica riconosce a tutti cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. E nell’ Articolo 36 : il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. L’hanno assassinata gli economisti, i sindacalisti e i politici di ogni risma e colore, dando vita alla riforma Biagi, perseguendo la precarizzazione del sistema lavoro attraverso una flessibilità esasperata, creando disoccupazione, riducendo il valore di acquisto dei salari, ben al di sotto del limite di sostentamento delle famiglie e privando il lavoratore di ogni punto fermo che gli consenta quell’esistenza “libera e dignitosa” che ormai alligna solo nelle parole del legislatore.

Viveva nell’ Articolo 11 : L’Italia ripudia la guerra, come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. L’hanno ammazzata una sequela di governi guerrafondai che hanno mandato i nostri soldati ad occupare degli stati sovrani, nascondendoli sotto le mentite spoglie di fantomatici aiuti umanitari. I nostri soldati occupano, combattono, sparano, uccidono, annichiliscono! Non sono, né sono mai stati una forza di pace, poiché non vi è pace dove esistono l’occupazione e la prevaricazione, esistono solo la guerra e l’offesa all’altrui libertà.

Viveva nell’ Articolo 13 : è punita ogni violenza fisica o morale sulle persone sottoposte a restrizioni di libertà. L’hanno strangolata le forze dell’ordine che si sono coperte di vergogna, a Napoli, come a Genova, come in Valle di Susa, come a Serre, come a Chiaiano. Poliziotti e carabinieri, trasformatisi in bastonatori di donne e anziani, veri e propri torturatori senza scrupoli e senza dignità. Fuorilegge che si nascondono dietro ad una divisa, forti della certezza di rimanere impuniti grazie alla protezione del mondo politico e giudiziario.

Viveva nell’ Articolo 9 : La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della nazione. L’hanno massacrata le “Grandi Opere” attraverso le quali la mafia delle infrastrutture ha inteso perpetuare il bengodi legato alla cementificazione indiscriminata del territorio. Il TAV, il Mose, il progetto Quadrilatero, sono solo gli esempi più eclatanti di come anche dal punto di vista ambientale continui a non esistere alcun tipo di rispetto. Le hanno tolto la vita le cartolarizzazioni selvagge, il programma di dismissioni d’immobili di proprietà pubblica, la svendita del territorio demaniale.

Viveva nell’ Articolo 32 : la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e assicura cure gratuite agli indigenti. Come è stato tutelato il “fondamentale diritto alla salute” dei lavoratori di porto Marghera o di Fincantieri o di Casale Monferrato, morti a centinaia di mesotelioma? Di miglia di cittadini che tutti i giorni sono costretti a vivere a sterro contatto con l’amianto, dei napoletani che vivono nel triangolo della morte, di tutti coloro che vengono avvelenati attraverso i fumi degli inceneritori, delle acciaierie, delle fabbriche chimiche e dei cementifici? Quale diritto viene tutelato tagliando i fondi e quindi l’ossigeno alla sanità pubblica, reintroducendo i ticket, facendo si che il malato, se indigente possa solo ambire ad essere curato poco e male?

Viveva nell’ Articolo 41 : l’attività privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. L’ha decapitata una classe politica che negli ultimi 15 anni si è arrogata il diritto di privatizzare la maggior parte dei servizi pubblici, oggi al servizio dei privati che li gestiscono secondo l’unica logica che conoscono, quella del massimo profitto. Una classe politica che ha trovato nel conflitto d’interesse l’humus necessario alla sua sopravvivenza, generando una classe imprenditoriale inetta e priva di qualità che continua a sopravvivere solamente perché sovvenzionata attraverso il denaro pubblico.

Viveva nell’ Articolo 47 : la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, controlla e coordina l’esercizio del credito. L’hanno stritolata uomini di stato, autorità e speculatori di ogni razza, asserviti ad un sistema bancario marcio e corrotto, ormai privo di ogni dignità. Una palude legislativa che è stata in grado di partorire voragini quali Cirio, Parmalat e mille altre ancora.

Se certamente non è edificante il fatto che un terzo degli italiani ignorino cosa è accaduto il 2 giugno 1946, il vero dramma è altresì costituito dal fatto che tutti gli italiani ignorino quello che è accaduto dopo, quando la Repubblica è stata svuotata di tutti i suoi valori e la costituzione ridotta a carta straccia, anche se per il momento i sondaggi di Mannheimer non si sono interessati dell’accadimento.
by M. Cedolin
Renato Mannheimer in un articolo del 1 giugno sul Corriere della Sera, rende noti i risultati di un sondaggio da lui compiuto in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno. A stupire oltremodo Mannheimer è il fatto che un italiano su tre (il 29% degli intervistati) abbia dichiarato di essere all’oscuro di cosa sia successo il 2 giugno e ignori perfino a quale anno preciso ci si riferisca. In parole povere un terzo degli italiani ignorano l’esistenza del referendum del 1946 che decretò la nascita della Repubblica Italiana, nonostante la ricorrenza venga celebrata ogni anno con tanto di parata militare e diretta TV.

Per quanto sia lecito lo stupore di Mannheimer riguardo “all’ignoranza” del 29% degli italiani, non si può evitare di stupirsi molto più profondamente per il fatto che la totalità degli stessi, lui compreso, ignorino completamente che fine abbia fatto la Repubblica Italiana, fondata nel 1946 e regolata dalla Costituzione.

Viveva nell’Articolo 4 : La Repubblica riconosce a tutti cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. E nell’ Articolo 36 : il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. L’hanno assassinata gli economisti, i sindacalisti e i politici di ogni risma e colore, dando vita alla riforma Biagi, perseguendo la precarizzazione del sistema lavoro attraverso una flessibilità esasperata, creando disoccupazione, riducendo il valore di acquisto dei salari, ben al di sotto del limite di sostentamento delle famiglie e privando il lavoratore di ogni punto fermo che gli consenta quell’esistenza “libera e dignitosa” che ormai alligna solo nelle parole del legislatore.

Viveva nell’ Articolo 11 : L’Italia ripudia la guerra, come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. L’hanno ammazzata una sequela di governi guerrafondai che hanno mandato i nostri soldati ad occupare degli stati sovrani, nascondendoli sotto le mentite spoglie di fantomatici aiuti umanitari. I nostri soldati occupano, combattono, sparano, uccidono, annichiliscono! Non sono, né sono mai stati una forza di pace, poiché non vi è pace dove esistono l’occupazione e la prevaricazione, esistono solo la guerra e l’offesa all’altrui libertà.

Viveva nell’ Articolo 13 : è punita ogni violenza fisica o morale sulle persone sottoposte a restrizioni di libertà. L’hanno strangolata le forze dell’ordine che si sono coperte di vergogna, a Napoli, come a Genova, come in Valle di Susa, come a Serre, come a Chiaiano. Poliziotti e carabinieri, trasformatisi in bastonatori di donne e anziani, veri e propri torturatori senza scrupoli e senza dignità. Fuorilegge che si nascondono dietro ad una divisa, forti della certezza di rimanere impuniti grazie alla protezione del mondo politico e giudiziario.

Viveva nell’ Articolo 9 : La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della nazione. L’hanno massacrata le “Grandi Opere” attraverso le quali la mafia delle infrastrutture ha inteso perpetuare il bengodi legato alla cementificazione indiscriminata del territorio. Il TAV, il Mose, il progetto Quadrilatero, sono solo gli esempi più eclatanti di come anche dal punto di vista ambientale continui a non esistere alcun tipo di rispetto. Le hanno tolto la vita le cartolarizzazioni selvagge, il programma di dismissioni d’immobili di proprietà pubblica, la svendita del territorio demaniale.

Viveva nell’ Articolo 32 : la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e assicura cure gratuite agli indigenti. Come è stato tutelato il “fondamentale diritto alla salute” dei lavoratori di porto Marghera o di Fincantieri o di Casale Monferrato, morti a centinaia di mesotelioma? Di miglia di cittadini che tutti i giorni sono costretti a vivere a sterro contatto con l’amianto, dei napoletani che vivono nel triangolo della morte, di tutti coloro che vengono avvelenati attraverso i fumi degli inceneritori, delle acciaierie, delle fabbriche chimiche e dei cementifici? Quale diritto viene tutelato tagliando i fondi e quindi l’ossigeno alla sanità pubblica, reintroducendo i ticket, facendo si che il malato, se indigente possa solo ambire ad essere curato poco e male?

Viveva nell’ Articolo 41 : l’attività privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. L’ha decapitata una classe politica che negli ultimi 15 anni si è arrogata il diritto di privatizzare la maggior parte dei servizi pubblici, oggi al servizio dei privati che li gestiscono secondo l’unica logica che conoscono, quella del massimo profitto. Una classe politica che ha trovato nel conflitto d’interesse l’humus necessario alla sua sopravvivenza, generando una classe imprenditoriale inetta e priva di qualità che continua a sopravvivere solamente perché sovvenzionata attraverso il denaro pubblico.

Viveva nell’ Articolo 47 : la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, controlla e coordina l’esercizio del credito. L’hanno stritolata uomini di stato, autorità e speculatori di ogni razza, asserviti ad un sistema bancario marcio e corrotto, ormai privo di ogni dignità. Una palude legislativa che è stata in grado di partorire voragini quali Cirio, Parmalat e mille altre ancora.

Se certamente non è edificante il fatto che un terzo degli italiani ignorino cosa è accaduto il 2 giugno 1946, il vero dramma è altresì costituito dal fatto che tutti gli italiani ignorino quello che è accaduto dopo, quando la Repubblica è stata svuotata di tutti i suoi valori e la costituzione ridotta a carta straccia, anche se per il momento i sondaggi di Mannheimer non si sono interessati dell’accadimento.
by M. Cedolin

03 giugno 2008

La Deformazione del Dare ed Avere


Dare e avere. Questo è il concetto su cui è stato basato il nostro sistema economico e sociale, in un continuo alternarsi di offerta e domanda garantendo così l’equilibrio tra risorse disponibili e il loro sfruttamento sulla base di leggi economiche secondo le quali ogni eccesso dell’uno o dell’altro provoca un discostamento da tale punto di stabilità, che nel lungo periodo verrà riassorbito e stabilizzato. Tuttavia, le entità economiche sono riuscite a truccare il meccanismo grazie all’introduzione di nuove tecnologie di informazione, grazie alle quali una determinata offerta di un bene può essere moltiplicata in maniera fittizia, in maniera tale da soddisfare la domanda oltre il suo limite di equilibrio. Si pensi ad un centralino che può soddisfare non più di 20 chiamate, ma sottoscrive 200 o 2000 contratti, basandosi sul concetto che i clienti non contatteranno mai contemporaneamente quel centralino. Un chiaro esempio di ciò che parliamo è il sistema bancario, che emette prestiti 100 o 1000 volte i suoi depositi in virtù del fatto che i depositanti non chiederanno mai in massa la restituzione dei propri crediti. Grazie a questo meccanismo è possibile manomettere l’intero sistema di domanda e offerta, imporre un determinato livello dei prezzi e stabilire il livello di produzione di un qualsiasi bene, e così alimentare le speculazioni. Che sia chiaro, le leggi economiche sono state da tempo manomesse, e non sono più valide dato che non esiste alcun limite alle speculazioni, con un grave impazzo sul nostro sistema sociale.
L’epoca in cui viviamo è definitivamente segnata dalla "piaga economica" della speculazione che ormai ha invaso tutti i settori vitali per la sussistenza umana. Il rincaro dei prezzi dei prodotti alimentari ha alterato le produzioni, i sistemi di coltivazione e la qualità di ciò che mangiamo, riducendo ai limiti della sostenibilità i regimi di alimentazione e causando le cosiddette guerre della fame. La manipolazione è arrivata al punto tale da compromettere la sopravvivenza di interi popoli e di vere e proprie etnie, che muoiono pian piano con la scomparsa della biodiversità vegetale e alimentare. Una catastrofe che non ha sconvolto più di tanto i Governi occidentali, considerando che l’aumento dei prezzi dei beni alimentari viene sostenuto con la riduzione del consumo del vestiario o di beni voluttuari, oppure con il consumo di beni a basso costo provenienti dalla Cina. Al contrario sembrano essere molto più preoccupati dell’aumento del prezzo del petrolio che mette in crisi quello stile di vita di benessere, ormai dato per scontato. In altre parole, noi siamo molto più spaventati dall’idea di dover rinunciare ad un bene di lusso, rispetto alla paura di morire di fame, che incombe invece sui Paesi poveri.

Ma cosa sta provocando realmente l’aumento del prezzo del petrolio?

Ormai un barile di greggio si attesta approssimativamente intorno ai 130$ il barile, e si teme che entro la prossima settimana si toccheranno i 140$. Di tutta risposta, il livello dei consumi di prodotti petroliferi si è ridotto di solo 1-2%, mentre gli approvvigionamenti continuano a livello sostenuto, senza un evidente eccesso di domanda, né una riduzione della produzione: non vi è stato, dunque, nessun cambiamento tra domanda e offerta di petrolio, eppure il prezzo è aumentato del 100 o 150% da un anno all’altro. Cade anche la vecchia convinzione secondo cui il prezzo del greggio venga stabilito dal cartello dell’OPEC - che al momento controlla solo il 40% della produzione mondiale - o solo dalle società petrolifere, che sicuramente profittano dalla situazione, ma non ne sono i principali artefici. Non possiamo neanche credere agli analisti finanziari che ci dicono che i prezzi sono stati drogati da "una scarsità di derivati", tale che il petrolio grezzo è prodotto in quantità sufficienti ma le raffinerie non riescono a fornire la benzina necessaria. Inoltre, vi è chi afferma che i prezzi rimangono alti perché sostenuti dalla domanda della Cina - dove le importazioni di prodotti petroliferi aumenta ancora a dismisura - o dallo scarso gettito di produttori non appartenenti all'Opec. In realtà sono i fondi di investimento, le borse e gli affaristi che creano questo immenso arteficio. Si stima infatti che depurando i mercati dalla speculazione e considerando il solo confronto di domanda e offerta, il petrolio avrebbe una quotazione di non oltre i 50-60$ il barile, che rispecchierebbe a pieno il livello di approvvigionamento dei mercati. E così i Governi e le autorità restano ferme, dichiarano dati ufficiali di inflazione al 2,5% e una disoccupazione del 6% quando in realtà il rincaro è del 10% e il disavanzo del mercato del lavoro è del 13%, mentre i fondi speculativi impongono una tassa planetaria che ha un gettito di 5 miliardi di dollari al giorno. Un sacrificio mondiale che inevitabilmente si ripercuote sulle classi più deboli, come i popoli ai limiti della povertà, gli immigrati, che diventano vittime di persecuzione, di rappresaglie e di vendette. Imponendo la strategia del terrore energetico possono imporre nuove norme per la regolamentazione dei flussi immigratori, maggiori controlli con tecnologie biometriche, magari installare migliaia di centrali nucleari, e far fruttare quei vecchi brevetti destinati all’estinzione. Nuovi business, nuovi guadagni, ma soprattutto una nuova legge economica di domanda-offerta.
by Etleboro

02 giugno 2008

Oggi 2 giugno Repubblica party


Molti di noi sono nati con la Repubblica già formata con la sua costituzione, le sue leggi, la sua sovranità territoriale e monetaria. Adesso, per una serie di motivi tutte le nostre sovranità stanno per essere avocate alla Comunità europea, le banche sono private e, la Costituzione sta per essere lacerata da conflitti mai risolti. Quanto ha senso, adesso, parlare di Repubblica? Vogliamo far pubblicità ad un giornale? Facciamolo pure, basta saperlo.

Renato Mannheimer in un articolo del 1 giugno sul Corriere della Sera, rende noti i risultati di un sondaggio da lui compiuto in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno. A stupire oltremodo Mannheimer è il fatto che un italiano su tre (il 29% degli intervistati) abbia dichiarato di essere all’oscuro di cosa sia successo il 2 giugno e ignori perfino a quale anno preciso ci si riferisca. In parole povere un terzo degli italiani ignorano l’esistenza del referendum del 1946 che decretò la nascita della Repubblica Italiana, nonostante la ricorrenza venga celebrata ogni anno con tanto di parata militare e diretta TV.

Per quanto sia lecito lo stupore di Mannheimer riguardo “all’ignoranza” del 29% degli italiani, non si può evitare di stupirsi molto più profondamente per il fatto che la totalità degli stessi, lui compreso, ignorino completamente che fine abbia fatto la Repubblica Italiana, fondata nel 1946 e regolata dalla Costituzione.

Viveva nell’Articolo 4 : La Repubblica riconosce a tutti cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. E nell’ Articolo 36 : il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. L’hanno assassinata gli economisti, i sindacalisti e i politici di ogni risma e colore, dando vita alla riforma Biagi, perseguendo la precarizzazione del sistema lavoro attraverso una flessibilità esasperata, creando disoccupazione, riducendo il valore di acquisto dei salari, ben al di sotto del limite di sostentamento delle famiglie e privando il lavoratore di ogni punto fermo che gli consenta quell’esistenza “libera e dignitosa” che ormai alligna solo nelle parole del legislatore.

Viveva nell’ Articolo 11 : L’Italia ripudia la guerra, come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. L’hanno ammazzata una sequela di governi guerrafondai che hanno mandato i nostri soldati ad occupare degli stati sovrani, nascondendoli sotto le mentite spoglie di fantomatici aiuti umanitari. I nostri soldati occupano, combattono, sparano, uccidono, annichiliscono! Non sono, né sono mai stati una forza di pace, poiché non vi è pace dove esistono l’occupazione e la prevaricazione, esistono solo la guerra e l’offesa all’altrui libertà.

Viveva nell’ Articolo 13 : è punita ogni violenza fisica o morale sulle persone sottoposte a restrizioni di libertà. L’hanno strangolata le forze dell’ordine che si sono coperte di vergogna, a Napoli, come a Genova, come in Valle di Susa, come a Serre, come a Chiaiano. Poliziotti e carabinieri, trasformatisi in bastonatori di donne e anziani, veri e propri torturatori senza scrupoli e senza dignità. Fuorilegge che si nascondono dietro ad una divisa, forti della certezza di rimanere impuniti grazie alla protezione del mondo politico e giudiziario.

Viveva nell’ Articolo 9 : La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della nazione. L’hanno massacrata le “Grandi Opere” attraverso le quali la mafia delle infrastrutture ha inteso perpetuare il bengodi legato alla cementificazione indiscriminata del territorio. Il TAV, il Mose, il progetto Quadrilatero, sono solo gli esempi più eclatanti di come anche dal punto di vista ambientale continui a non esistere alcun tipo di rispetto. Le hanno tolto la vita le cartolarizzazioni selvagge, il programma di dismissioni d’immobili di proprietà pubblica, la svendita del territorio demaniale.

Viveva nell’ Articolo 32 : la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e assicura cure gratuite agli indigenti. Come è stato tutelato il “fondamentale diritto alla salute” dei lavoratori di porto Marghera o di Fincantieri o di Casale Monferrato, morti a centinaia di mesotelioma? Di miglia di cittadini che tutti i giorni sono costretti a vivere a sterro contatto con l’amianto, dei napoletani che vivono nel triangolo della morte, di tutti coloro che vengono avvelenati attraverso i fumi degli inceneritori, delle acciaierie, delle fabbriche chimiche e dei cementifici? Quale diritto viene tutelato tagliando i fondi e quindi l’ossigeno alla sanità pubblica, reintroducendo i ticket, facendo si che il malato, se indigente possa solo ambire ad essere curato poco e male?

Viveva nell’ Articolo 41 : l’attività privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. L’ha decapitata una classe politica che negli ultimi 15 anni si è arrogata il diritto di privatizzare la maggior parte dei servizi pubblici, oggi al servizio dei privati che li gestiscono secondo l’unica logica che conoscono, quella del massimo profitto. Una classe politica che ha trovato nel conflitto d’interesse l’humus necessario alla sua sopravvivenza, generando una classe imprenditoriale inetta e priva di qualità che continua a sopravvivere solamente perché sovvenzionata attraverso il denaro pubblico.

Viveva nell’ Articolo 47 : la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, controlla e coordina l’esercizio del credito. L’hanno stritolata uomini di stato, autorità e speculatori di ogni razza, asserviti ad un sistema bancario marcio e corrotto, ormai privo di ogni dignità. Una palude legislativa che è stata in grado di partorire voragini quali Cirio, Parmalat e mille altre ancora.

Se certamente non è edificante il fatto che un terzo degli italiani ignorino cosa è accaduto il 2 giugno 1946, il vero dramma è altresì costituito dal fatto che tutti gli italiani ignorino quello che è accaduto dopo, quando la Repubblica è stata svuotata di tutti i suoi valori e la costituzione ridotta a carta straccia, anche se per il momento i sondaggi di Mannheimer non si sono interessati dell’accadimento.
by M. Cedolin
Renato Mannheimer in un articolo del 1 giugno sul Corriere della Sera, rende noti i risultati di un sondaggio da lui compiuto in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno. A stupire oltremodo Mannheimer è il fatto che un italiano su tre (il 29% degli intervistati) abbia dichiarato di essere all’oscuro di cosa sia successo il 2 giugno e ignori perfino a quale anno preciso ci si riferisca. In parole povere un terzo degli italiani ignorano l’esistenza del referendum del 1946 che decretò la nascita della Repubblica Italiana, nonostante la ricorrenza venga celebrata ogni anno con tanto di parata militare e diretta TV.

Per quanto sia lecito lo stupore di Mannheimer riguardo “all’ignoranza” del 29% degli italiani, non si può evitare di stupirsi molto più profondamente per il fatto che la totalità degli stessi, lui compreso, ignorino completamente che fine abbia fatto la Repubblica Italiana, fondata nel 1946 e regolata dalla Costituzione.

Viveva nell’Articolo 4 : La Repubblica riconosce a tutti cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. E nell’ Articolo 36 : il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. L’hanno assassinata gli economisti, i sindacalisti e i politici di ogni risma e colore, dando vita alla riforma Biagi, perseguendo la precarizzazione del sistema lavoro attraverso una flessibilità esasperata, creando disoccupazione, riducendo il valore di acquisto dei salari, ben al di sotto del limite di sostentamento delle famiglie e privando il lavoratore di ogni punto fermo che gli consenta quell’esistenza “libera e dignitosa” che ormai alligna solo nelle parole del legislatore.

Viveva nell’ Articolo 11 : L’Italia ripudia la guerra, come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. L’hanno ammazzata una sequela di governi guerrafondai che hanno mandato i nostri soldati ad occupare degli stati sovrani, nascondendoli sotto le mentite spoglie di fantomatici aiuti umanitari. I nostri soldati occupano, combattono, sparano, uccidono, annichiliscono! Non sono, né sono mai stati una forza di pace, poiché non vi è pace dove esistono l’occupazione e la prevaricazione, esistono solo la guerra e l’offesa all’altrui libertà.

Viveva nell’ Articolo 13 : è punita ogni violenza fisica o morale sulle persone sottoposte a restrizioni di libertà. L’hanno strangolata le forze dell’ordine che si sono coperte di vergogna, a Napoli, come a Genova, come in Valle di Susa, come a Serre, come a Chiaiano. Poliziotti e carabinieri, trasformatisi in bastonatori di donne e anziani, veri e propri torturatori senza scrupoli e senza dignità. Fuorilegge che si nascondono dietro ad una divisa, forti della certezza di rimanere impuniti grazie alla protezione del mondo politico e giudiziario.

Viveva nell’ Articolo 9 : La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della nazione. L’hanno massacrata le “Grandi Opere” attraverso le quali la mafia delle infrastrutture ha inteso perpetuare il bengodi legato alla cementificazione indiscriminata del territorio. Il TAV, il Mose, il progetto Quadrilatero, sono solo gli esempi più eclatanti di come anche dal punto di vista ambientale continui a non esistere alcun tipo di rispetto. Le hanno tolto la vita le cartolarizzazioni selvagge, il programma di dismissioni d’immobili di proprietà pubblica, la svendita del territorio demaniale.

Viveva nell’ Articolo 32 : la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e assicura cure gratuite agli indigenti. Come è stato tutelato il “fondamentale diritto alla salute” dei lavoratori di porto Marghera o di Fincantieri o di Casale Monferrato, morti a centinaia di mesotelioma? Di miglia di cittadini che tutti i giorni sono costretti a vivere a sterro contatto con l’amianto, dei napoletani che vivono nel triangolo della morte, di tutti coloro che vengono avvelenati attraverso i fumi degli inceneritori, delle acciaierie, delle fabbriche chimiche e dei cementifici? Quale diritto viene tutelato tagliando i fondi e quindi l’ossigeno alla sanità pubblica, reintroducendo i ticket, facendo si che il malato, se indigente possa solo ambire ad essere curato poco e male?

Viveva nell’ Articolo 41 : l’attività privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. L’ha decapitata una classe politica che negli ultimi 15 anni si è arrogata il diritto di privatizzare la maggior parte dei servizi pubblici, oggi al servizio dei privati che li gestiscono secondo l’unica logica che conoscono, quella del massimo profitto. Una classe politica che ha trovato nel conflitto d’interesse l’humus necessario alla sua sopravvivenza, generando una classe imprenditoriale inetta e priva di qualità che continua a sopravvivere solamente perché sovvenzionata attraverso il denaro pubblico.

Viveva nell’ Articolo 47 : la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, controlla e coordina l’esercizio del credito. L’hanno stritolata uomini di stato, autorità e speculatori di ogni razza, asserviti ad un sistema bancario marcio e corrotto, ormai privo di ogni dignità. Una palude legislativa che è stata in grado di partorire voragini quali Cirio, Parmalat e mille altre ancora.

Se certamente non è edificante il fatto che un terzo degli italiani ignorino cosa è accaduto il 2 giugno 1946, il vero dramma è altresì costituito dal fatto che tutti gli italiani ignorino quello che è accaduto dopo, quando la Repubblica è stata svuotata di tutti i suoi valori e la costituzione ridotta a carta straccia, anche se per il momento i sondaggi di Mannheimer non si sono interessati dell’accadimento.
by M. Cedolin