04 luglio 2008

La Germania non ratifica il trattato di Lisbona



Mentre queste notizie vengono lette velocemente o saltate da tutti i tg nei vari blog inizia l'approfondimento. Dove voci di parte non riescono ad essere informazione, i blog pubblicano ed approfondiscono.

Riportiamo il commento di Helga Zepp-LaRouche, fondatrice dell’Istituto Schiller e presidente del Movimento Solidarietà tedesco (BueSo), alla decisione del Presidente della Germania Horst Koehler di rispettare la Corte Costituzionale, non firmando la ratifica del Trattato di Lisbona finché la Corte non abbia deciso sui ricorsi pendenti.

La decisione di Köhler “rappresenta uno sviluppo molto buono, poiché fa sì che la Germania, per il momento, resti uno Stato di diritto. Sono certa che i giudici costituzionali troveranno tanti punti in cui il Trattato di Lisbona viola la Grundgesetz (la costituzione) della repubblica tedesca:

1. La sovranità, secondo la Costituzione, emana dal popolo; il Trattato di Lisbona la trasferirebbe completamente ad una burocrazia sovrannazionale, che non è chiamata a rispondere al popolo.

2. Una volta firmato il Trattato, la burocrazia dell’Unione Europea potrebbe cambiare qualunque cosa in esso, come e quando volesse, senza approvazione degli Stati membri.

3. Il Trattato rappresenta un cambiamento fondamentale della Costituzione, mentre, per quest'ultima, i cambiamenti possono avvenire solo con il consenso della popolazione.

La Corte Costituzionale non ha fissato alcuna data entro la quale esprimere la sua decisione, ma il Trattato è già stato gettato nel limbo dal ‘no’ degl’Irlandesi. Ieri anche il Presidente polacco ha annunciato che non firmerà la ratifica del parlamento.
Fonte: Movisol

Gli Stipendi d'oro dei siciliani


Non potevano scegliere un momento migliore, i deputati dell’Assemblea regionale siciliana, per aumentarsi di straforo lo stipendio coi giochetti furbetti. Proprio ieri, infatti, la relazione del procuratore generale della Corte dei Conti isolana Giovanni Coppola ha letteralmente fatto a pezzi il bilancio consuntivo della Regione. Bilancio che si può riassumere con un solo aggettivo: catastrofico.



Pochi punti: la spesa pubblica regionale, alla faccia di tutti gli impegni presi dal centro-destra da anni al governo, è salita a 15 miliardi di euro, con un’impennata dell’8% sul 2006. I vari assessorati hanno distribuito una enormità di consulenze fornendo per di più dati «incompleti e parziali, mancando un meccanismo centralizzato di controllo». I dipendenti sono cresciuti fino al numero abnorme di 21.104 (di cui 2.245 dirigenti: uno ogni nove addetti) con un aumento di 6.859 assunti, col risultato che «in Sicilia c’è un dipendente regionale ogni 239 abitanti, mentre in Lombardia il rapporto è di uno ogni 2.500» (dieci volte più basso) e una spesa per le buste paga di quasi un miliardo di euro. I corsi di formazione professionale (302 milioni di euro) sono stati 3.069 con gli obiettivi «più disparati», sono costati «circa ioo mila euro» l’uno e hanno avuto in media «appena 15 iscritti» dimostrandosi più utili «agli enti che li organizzano piuttosto che ai giovani che li frequentano». Non bastasse, ecco la ciliegina sulla torta: nel 2007 la sgarrupata sanità siciliana è costata 8 miliardi e 500 milioni di euro:1.711 pro capite. In pratica, accusa la magistratura contabile, «nell’isola si è speso il 30% in più di quanto si spende per la sanità in Finlandia», un Paese con un territorio più grande dell’Italia, 300 mila abitanti più della Sicilia «e un servizio sanitario tra i più efficienti del mondo».



Bene: in questo contesto disastroso che toglierebbe il sonno a ogni amministratore con la testa sul collo, cosa ha deciso l’ineffabile maggioranza che governa l’isola? Ha deciso che le prebende che mensilmente ricompensano il lavoro (si fa per dire...) dei deputati regionali, che già sono in varie voci parificate a quelle del Senato e possono arrivare con diarie e rimborsi e indennità varie per viaggi e spese telefoniche a oltre 19 mila euro (tra i 10 e gli 11 mila netti) sono insufficienti. «Siamo o non siamo uno dei più antichi parlamenti del mondo?» Così, visto che le buste paga sono ancora più gratificanti nel caso il deputato faccia parte del Consiglio di Presidenza (7.700 euro lorde in più al presidente, circa 5 mila ai due vice) oppure abbia qualche delega da assessore (otto, con una integrazione di 2.600 euro) o ancora sia ai vertici di qualche commissione, hanno stabilito di moltiplicare queste commissioni facendole diventare dieci. Risultato finale? Antonella Romano, sulla Repubblica di Palermo, ha fatto i conti: calcolando che godono di ulteriori supplementi anche i capigruppo e i loro vice, su 90 consiglieri i «graduati» salgono dai 53 della scorsa legislatura a 72. Con un aumento secco di un terzo.



E le polemiche sulla Casta, i costi della politica, la necessità di tagliare? Ciao. E le promesse elettorali di imprimere una svolta a certi indecenti privilegi di quelli che Luigi Einaudi chiamava «i padreterni»? E chissenefrega, ormai le elezioni ci sono state...


G. A. Stella

03 luglio 2008

Berlusconi e l'incapacità del senso dello Stato



Berlusconi si è abituato , e ci ha abituato in questi anni a superare ogni limite. Lo ha fatto gradualmente, col metodo della "rana bollita". Se io butto una rana in una pentola che bolle questa schizza fuori, ma se aumento gradualmente il fuoco la rana non se ne accorge e finisce bollita. E così è bollito il nostro Paese. La storia comincia con un imprenditore che si impadronisce dell'intero comparto televisi vo privato nazionale. Una si tuazione illiberista e antidemocratica.
Dopo anni di questa si tuazione anomala ci fu una sentenza che obbligava Berlusconi a scorporare il suo impero mediatico. Ma intervenne l'amico Craxi, con una legge "ad hoc" che consentiva a Berlusconi di mantenere i suoi tre network ma gli imponeva di cedere "Il Giornale". E lui lo diede a suo fratello Paolo. Poco dopo Berlusconi divenne premier innescando anche un colossale conflitto di interessi . Il Cavaliere promise che avrebbe sanato la si tuazione (la commissi one dei "tre saggi").

Sono passati quindici anni e si amo ancora lì.

Dal 1994, dopo aver ricevuto un avviso di garanzia, Berlusconi iniziò una devastante e capillare campagna di delegittimazione della magistratura, usando tutte le sue potenti bocche di fuoco, le sue reti, i suoi giornali, i suoi parlamentari, buona parte dei suoi alleati. In terra di Spagna, davanti a tutta la stampa internazionale, dichiarò che Mani Pulite, cioè indagini e sentenze della magistratura del Paese di cui era premier, erano state una "guerra civile". Proseguì affermando che i magistrati, tutti, "sono antropologicamente pazzi". E così via, fino alle dichiarazioni più recenti, che colpiscono oltre che per i contenuti per l'inaudita violenza dei toni, sui "sovversi vi" e sui "magistrati ideologizzati che sono le metastasi della democrazia". Nel frattempo varava le leggi "ad personam", quella sulle rogatorie, la Cirami, la ex Cirielli che dimezza i tempi della prescrizione proprio mentre quelli dei processi si allungano. Fino alla più assurda e spudorata di tutti: quella che blocca i processi , oltre che per corruzione, per le rapine, i sequestri, gli stupri, i furti, gli scippi, che sono proprio i reati che più allarmano i cittadini perché toccano la loro quotidianità. Che questa legge inaudita si a puramente strumentale, cioè a uso di Berlusconi che è sotto processo per corruzione di testimone, lo dimostra il fatto che il Pdl si è dichiarato disposto a ritirarla se verrà introdotto il "lodo Schifani" che garantisce al Cavaliere l'immunità.

Berlusconi si è sempre detto vittima delle "toghe rosse". La Cassazione ha constatato "la comprovata erogazione di tangenti da parte di Berlusconi per fini di sua utilità, come deve evincersi dalle sentenze di prescrizione nei processi All Iberian e Lodo Mondadori. "Toghe rosse" anche gli ermellini della Cassazione.

In quanto al processo Mills che Berlusconi cerca di bloccare, si tratta di questo. L'avvocato inglese David Mills, consulente di Mediaset, in una lettera al suo commercialista ha scritto di aver ricevuto 600 mila dollari da Berlusconi perchè dicesse il falso in due processi che lo riguardavano. Ma poichè la Gran Bretagna non è l'Italia, il commercialista ha passato la lettera al Fisco inglese. La magistratura britannica ha aperto un'inchiesta e ha passato gli atti, per quanto di sua competenza, a quella italiana. Cosa dovevano fare i pm milanesi, ignorare una simile notizia di reato?

A differenza dei democristiani, non ho mai sentito Andreotti accusare la magistratura di "complotto", ne Forlani nè alcun altro dirigente Dc di rilievo. Perchè una classe dirigente cosciente di esser tale non delegittima le istituzioni. Perchè sono le "sue" istituzioni. Ma di senso dello Stato ne ha dimostrato di più anche questa sgangherata si nistra. Il governo Prodi è caduto per un'inchiesta su Mastella, ma nessuno si è permesso di dire che quei magistrati erano delle "toghe azzurre".

Ma forse questa volta con la legge "blocca processi " Berlusconi ha passato il segno. All'assemblea Confesercenti, dove ci sono molti suoi elettori perchè si tratta di imprenditori, è stato sonoramente fischiato quando ha intonato la solita canzone sui magistrati felloni. Forse la rana si sta accorgendo che sta bollendo. Ma, probabilmente, è troppo tardi.




M. Fini

04 luglio 2008

La Germania non ratifica il trattato di Lisbona



Mentre queste notizie vengono lette velocemente o saltate da tutti i tg nei vari blog inizia l'approfondimento. Dove voci di parte non riescono ad essere informazione, i blog pubblicano ed approfondiscono.

Riportiamo il commento di Helga Zepp-LaRouche, fondatrice dell’Istituto Schiller e presidente del Movimento Solidarietà tedesco (BueSo), alla decisione del Presidente della Germania Horst Koehler di rispettare la Corte Costituzionale, non firmando la ratifica del Trattato di Lisbona finché la Corte non abbia deciso sui ricorsi pendenti.

La decisione di Köhler “rappresenta uno sviluppo molto buono, poiché fa sì che la Germania, per il momento, resti uno Stato di diritto. Sono certa che i giudici costituzionali troveranno tanti punti in cui il Trattato di Lisbona viola la Grundgesetz (la costituzione) della repubblica tedesca:

1. La sovranità, secondo la Costituzione, emana dal popolo; il Trattato di Lisbona la trasferirebbe completamente ad una burocrazia sovrannazionale, che non è chiamata a rispondere al popolo.

2. Una volta firmato il Trattato, la burocrazia dell’Unione Europea potrebbe cambiare qualunque cosa in esso, come e quando volesse, senza approvazione degli Stati membri.

3. Il Trattato rappresenta un cambiamento fondamentale della Costituzione, mentre, per quest'ultima, i cambiamenti possono avvenire solo con il consenso della popolazione.

La Corte Costituzionale non ha fissato alcuna data entro la quale esprimere la sua decisione, ma il Trattato è già stato gettato nel limbo dal ‘no’ degl’Irlandesi. Ieri anche il Presidente polacco ha annunciato che non firmerà la ratifica del parlamento.
Fonte: Movisol

Gli Stipendi d'oro dei siciliani


Non potevano scegliere un momento migliore, i deputati dell’Assemblea regionale siciliana, per aumentarsi di straforo lo stipendio coi giochetti furbetti. Proprio ieri, infatti, la relazione del procuratore generale della Corte dei Conti isolana Giovanni Coppola ha letteralmente fatto a pezzi il bilancio consuntivo della Regione. Bilancio che si può riassumere con un solo aggettivo: catastrofico.



Pochi punti: la spesa pubblica regionale, alla faccia di tutti gli impegni presi dal centro-destra da anni al governo, è salita a 15 miliardi di euro, con un’impennata dell’8% sul 2006. I vari assessorati hanno distribuito una enormità di consulenze fornendo per di più dati «incompleti e parziali, mancando un meccanismo centralizzato di controllo». I dipendenti sono cresciuti fino al numero abnorme di 21.104 (di cui 2.245 dirigenti: uno ogni nove addetti) con un aumento di 6.859 assunti, col risultato che «in Sicilia c’è un dipendente regionale ogni 239 abitanti, mentre in Lombardia il rapporto è di uno ogni 2.500» (dieci volte più basso) e una spesa per le buste paga di quasi un miliardo di euro. I corsi di formazione professionale (302 milioni di euro) sono stati 3.069 con gli obiettivi «più disparati», sono costati «circa ioo mila euro» l’uno e hanno avuto in media «appena 15 iscritti» dimostrandosi più utili «agli enti che li organizzano piuttosto che ai giovani che li frequentano». Non bastasse, ecco la ciliegina sulla torta: nel 2007 la sgarrupata sanità siciliana è costata 8 miliardi e 500 milioni di euro:1.711 pro capite. In pratica, accusa la magistratura contabile, «nell’isola si è speso il 30% in più di quanto si spende per la sanità in Finlandia», un Paese con un territorio più grande dell’Italia, 300 mila abitanti più della Sicilia «e un servizio sanitario tra i più efficienti del mondo».



Bene: in questo contesto disastroso che toglierebbe il sonno a ogni amministratore con la testa sul collo, cosa ha deciso l’ineffabile maggioranza che governa l’isola? Ha deciso che le prebende che mensilmente ricompensano il lavoro (si fa per dire...) dei deputati regionali, che già sono in varie voci parificate a quelle del Senato e possono arrivare con diarie e rimborsi e indennità varie per viaggi e spese telefoniche a oltre 19 mila euro (tra i 10 e gli 11 mila netti) sono insufficienti. «Siamo o non siamo uno dei più antichi parlamenti del mondo?» Così, visto che le buste paga sono ancora più gratificanti nel caso il deputato faccia parte del Consiglio di Presidenza (7.700 euro lorde in più al presidente, circa 5 mila ai due vice) oppure abbia qualche delega da assessore (otto, con una integrazione di 2.600 euro) o ancora sia ai vertici di qualche commissione, hanno stabilito di moltiplicare queste commissioni facendole diventare dieci. Risultato finale? Antonella Romano, sulla Repubblica di Palermo, ha fatto i conti: calcolando che godono di ulteriori supplementi anche i capigruppo e i loro vice, su 90 consiglieri i «graduati» salgono dai 53 della scorsa legislatura a 72. Con un aumento secco di un terzo.



E le polemiche sulla Casta, i costi della politica, la necessità di tagliare? Ciao. E le promesse elettorali di imprimere una svolta a certi indecenti privilegi di quelli che Luigi Einaudi chiamava «i padreterni»? E chissenefrega, ormai le elezioni ci sono state...


G. A. Stella

03 luglio 2008

Berlusconi e l'incapacità del senso dello Stato



Berlusconi si è abituato , e ci ha abituato in questi anni a superare ogni limite. Lo ha fatto gradualmente, col metodo della "rana bollita". Se io butto una rana in una pentola che bolle questa schizza fuori, ma se aumento gradualmente il fuoco la rana non se ne accorge e finisce bollita. E così è bollito il nostro Paese. La storia comincia con un imprenditore che si impadronisce dell'intero comparto televisi vo privato nazionale. Una si tuazione illiberista e antidemocratica.
Dopo anni di questa si tuazione anomala ci fu una sentenza che obbligava Berlusconi a scorporare il suo impero mediatico. Ma intervenne l'amico Craxi, con una legge "ad hoc" che consentiva a Berlusconi di mantenere i suoi tre network ma gli imponeva di cedere "Il Giornale". E lui lo diede a suo fratello Paolo. Poco dopo Berlusconi divenne premier innescando anche un colossale conflitto di interessi . Il Cavaliere promise che avrebbe sanato la si tuazione (la commissi one dei "tre saggi").

Sono passati quindici anni e si amo ancora lì.

Dal 1994, dopo aver ricevuto un avviso di garanzia, Berlusconi iniziò una devastante e capillare campagna di delegittimazione della magistratura, usando tutte le sue potenti bocche di fuoco, le sue reti, i suoi giornali, i suoi parlamentari, buona parte dei suoi alleati. In terra di Spagna, davanti a tutta la stampa internazionale, dichiarò che Mani Pulite, cioè indagini e sentenze della magistratura del Paese di cui era premier, erano state una "guerra civile". Proseguì affermando che i magistrati, tutti, "sono antropologicamente pazzi". E così via, fino alle dichiarazioni più recenti, che colpiscono oltre che per i contenuti per l'inaudita violenza dei toni, sui "sovversi vi" e sui "magistrati ideologizzati che sono le metastasi della democrazia". Nel frattempo varava le leggi "ad personam", quella sulle rogatorie, la Cirami, la ex Cirielli che dimezza i tempi della prescrizione proprio mentre quelli dei processi si allungano. Fino alla più assurda e spudorata di tutti: quella che blocca i processi , oltre che per corruzione, per le rapine, i sequestri, gli stupri, i furti, gli scippi, che sono proprio i reati che più allarmano i cittadini perché toccano la loro quotidianità. Che questa legge inaudita si a puramente strumentale, cioè a uso di Berlusconi che è sotto processo per corruzione di testimone, lo dimostra il fatto che il Pdl si è dichiarato disposto a ritirarla se verrà introdotto il "lodo Schifani" che garantisce al Cavaliere l'immunità.

Berlusconi si è sempre detto vittima delle "toghe rosse". La Cassazione ha constatato "la comprovata erogazione di tangenti da parte di Berlusconi per fini di sua utilità, come deve evincersi dalle sentenze di prescrizione nei processi All Iberian e Lodo Mondadori. "Toghe rosse" anche gli ermellini della Cassazione.

In quanto al processo Mills che Berlusconi cerca di bloccare, si tratta di questo. L'avvocato inglese David Mills, consulente di Mediaset, in una lettera al suo commercialista ha scritto di aver ricevuto 600 mila dollari da Berlusconi perchè dicesse il falso in due processi che lo riguardavano. Ma poichè la Gran Bretagna non è l'Italia, il commercialista ha passato la lettera al Fisco inglese. La magistratura britannica ha aperto un'inchiesta e ha passato gli atti, per quanto di sua competenza, a quella italiana. Cosa dovevano fare i pm milanesi, ignorare una simile notizia di reato?

A differenza dei democristiani, non ho mai sentito Andreotti accusare la magistratura di "complotto", ne Forlani nè alcun altro dirigente Dc di rilievo. Perchè una classe dirigente cosciente di esser tale non delegittima le istituzioni. Perchè sono le "sue" istituzioni. Ma di senso dello Stato ne ha dimostrato di più anche questa sgangherata si nistra. Il governo Prodi è caduto per un'inchiesta su Mastella, ma nessuno si è permesso di dire che quei magistrati erano delle "toghe azzurre".

Ma forse questa volta con la legge "blocca processi " Berlusconi ha passato il segno. All'assemblea Confesercenti, dove ci sono molti suoi elettori perchè si tratta di imprenditori, è stato sonoramente fischiato quando ha intonato la solita canzone sui magistrati felloni. Forse la rana si sta accorgendo che sta bollendo. Ma, probabilmente, è troppo tardi.




M. Fini