26 ottobre 2009

Mussolini era un agente britannico,


La notizia pubblicata dal Guardian il 14 ottobre, sugli assegni pagati dall'intelligence britannico a Mussolini nel 1917, ha avuto grande eco su tutte le testate mondiali. Molti gli interrogativi sollevati, ma non quello centrale: gli inglesi promossero il fascismo? Che Mussolini fosse stato finanziato dal MI5 era già stato menzionato da Sir Samuel Hoare nelle sue memorie nel 1954, ma ora uno storico di Cambridge, Peter Martland, ha trovato le ricevute dei pagamenti nelle carte dell'ex ministro degli Esteri britannico, che nel 1917 dirigeva un gruppo di 100 agenti del MI5 a Roma.

Il motivo del finanziamento, che ammontava all'equivalente di 6000 sterline odierne alla settimana, era quello di sostenere la campagna di Mussolini a favore della continuazione dello sforzo bellico italiano al fianco di Francia e Gran Bretagna. Il momento era delicato: infatti, si erano succedute diverse iniziative di pace, da quella, fallita, del ministro degli esteri austriaco Czernin per una pace separata con la Francia all'appello di Papa Benedetto XV ai capi delle potenze belligeranti, che ebbe sicuramente un grande impatto in Italia. È dunque credibile che gli inglesi, che consideravano l'Italia "l'alleato bellico meno affidabile", raddoppiassero gli sforzi per impedire una pace separata e continuare la carneficina sul continente.

Ma la simpatia britannica per Mussolini andava oltre la contingenza. È noto che Churchill ammirava il Duce e condusse una corrispondenza fino a pochi giorni dall'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Corrispondenza che molto probabilmente il Duce, in fuga verso la Svizzera nell'aprile 1945, recava con sé come lasciapassare e che scomparve dopo che Mussolini e la Petacci furono catturati e uccisi per ordine di Churchill.

Come ha documentato Jeff Steinberg in un articolo sull'EIR il 30 maggio 2003, sia il fascismo che il nazismo furono promossi da un'alleanza internazionale di finanzieri, di cui Samuel Hoare era autorevole membro. Questo gruppo si raccoglieva attorno a formazioni semi-segrete come il "Movimento Sinarchista dell'Impero" o ufficiali come, dal 1922, l'Unione Paneuropea fondata dal conte Coudenhouve-Kalergi.

Nei rapporti dell'intelligence americano durante la seconda guerra mondiale, raccolti da William Langer nel libro "Our Vichy Gamble", si descrivono gli scopi di questo gruppo come "il sogno di un nuovo sistema di 'sinarchia', e cioè il governo d'Europa su principii fascisti da parte di una fratellanza internazionale di finanzieri e industriali". Nell'ambito di questo disegno, una influente fazione dell'Impero Britannico, che comprendeva Hoare e Lord Beaverbrook, pianificò persino un colpo di stato per rovesciare Churchill e instaurare un governo filo-fascista a Londra.

Nel 1930, l'alleanza sinarchista diede vita alla Banca per i Regolamenti Internazionali (BIS). Gli artefici principali della BIS furono Montagu Norman, capo della Bank of England, Hjalmar Schacht (che poi divenne ministro dell'economia di Hitler) e Alberto Beneduce, il capo della politica economica del fascismo. Lo scopo della BIS fu di assicurare la stabilità del sistema monetario e finanziario post-Versailles, dominato dalla Gran Bretagna e basato sulle riparazioni di guerra imposte alla Germania.

Lo storico americano Carroll Quigley descrive la BIS così: "Questo sistema avrebbe dovuto essere controllato in modo feudale dalle banche centrali del mondo agenti in concerto, con accordi segreti stipulati nel corso di frequenti incontri e conferenze privati. L'apice del sistema doveva essere la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali, esse stesse delle imprese private. Ogni banca centrale, nelle mani di uomini come Montagu Norman della Bank of England, Benjamin Strong della Federal Reserve di New York, Charles Rist della Banca di Francia e Hjalmar Schacht della Reichsbank, si adoperava per dominare il proprio governo tramite la sua abilità nel controllare i prestiti del Tesoro, manipolare i cambi esteri, influenzare il livello di attività economica nel paese e influenzare i politici compiacenti con successive remunerazioni nel mondo degli affari".

L'ostacolo iniziale alla partecipazione italiana era il pericolo di interferenza governativa sulla Banca d'Italia. Beneduce, come plenipotenziario di Mussolini, offrì la massima garanzia di indipendenza e riuscì a convincere Norman. Fu nominato vicepresidente della BIS.

Il ruolo della BIS nel promuovere l'ascesa al potere di Hitler è ben documentato nel libro "Das Hitler-Buch", scritto da un gruppo di ricercatori guidati da Helga Zepp-LaRouche (Wiesbaden, 1984).

by (MoviSol)

25 ottobre 2009

Clinton e la nascita della precarietà

Esiste una certa confusione sulla nascita della precarieta’ lavorativa. Essa viene normalmente attribuita alle destre, che invece non si sono mai sognate di fare qualcosa di simile. Quando, di preciso, si inizia a gridare al mondo che “il lavoro dipendente non esiste piu’”, e che “mobil e’ bello?”

Tutto inizia quando Bill Clinton, dopo essere stato eletto, si ritrova con un parlamento ostile perche’ la sua politica e’ stagnante. Cosi’, dopo aver messo un ex consigliere di Coca Cola come ministro del lavoro , decide di ridisegnare i contorni del mondo dell’impiego, allo scopo di aumentare la produttivita’ delle aziende. Questo provvedimento non e’ affatto “di sinistra”, nel senso che si tratta di un ripiego senza il quale il senato rischia di bocciargli l’equivalente della nostra finanziaria, caso nel quale sarebbe costretto , di fatto , a dimettersi.

Clinton, per sfuggire a questo destino, si inventa “la sinistra che fa cose di destra”, spacciando per “New Democrat” questa cosa, e potendo cosi’ accontentare un parlamento ostile. In questo modo Clinton si garanti’ otto anni di governo, e garanti’ agli stati uniti ben DUE crisi economiche, quella del 2001 e quella del credit crunch.

Ma andiamo con ordine. Clinton prima vara alcune riforme, chesono il GATT, l’ HIPAA e il WIA, con le quali rispettivamente ricostruisce i rapporti di lavoro favorendo le esternalizzazioni, fornisce una tassazione favorevole ai “self employee”, al punto che convenne agli americani fare lo stesso lavoro da non-assunti (come le nostre “partitine IVA”) e legifera l’uscita dello stato e delle amministrazioni locali dalle trattative per il reintegro lavorativo dei lavoratori licenziati.

Con queste tre leggi, di fatto, il lavoro negli Stati Uniti diventa “liquido”, secondo la nuova ideologia di “sinistra” americana, concepita per essere “bipartisan”, cioe’ per piacere alla destra. E’ come se pur di essere bipartisan e piacere ai nazisti, Israele chiedesse di inserire nella dichiarazione dei diritti umani “alcune ore di svago genocida per giovani ragazzi biondi”.

Cosi’, nasce la moda del “new democrat”, che in Inghilterra diverra’ “New Labour” con Blair, e qui da noi verra’ chiamata “riformismo” con d’Alema. Nella tabella sotto vediamo l’ordine di propagazione della “riforma clinton” verso l’europa.

In Europa questa riforma arriva insieme al boom della new economy, che arriva insieme alla riforma fiscale americana HIPAA, e a qualche tempo dal Digital Millennium Act. Essa viene adottata, praticamente nello stesso anno, sia in UK che in Italia, da Treu e da Blair contemporaneamente.

Faccio presente che Sir John Major, predecessore di Blair non ha mai osato arrivare a tanto, figuriamoci al delirio che Blair espresse come ideologia politica iper-liberista nel suo “Tony Blair, New Britain : My Vision of a Young Country, Fourth Estate, London, 1996. “

Tutta questa moda fatta di parole inglesi non poteva non arrivare in Italia, dove ad un solo anno dall’uscita del libro di Blair, gia’ si stanno creando le basi per la riforma Treu, che viene varata sotto il governo di Romano Prodi.

Ordine cronologico, in rosso l’adozione di norme sui lavori “atipici”, ovvero precari. In verde la necessaria riforma per compensare la crescita di rischi indotta sul mercato finanziario con la possibilita’ di cartolarizzare e di contabilizzare i rischi come asset.

AnnoUSAUKIT
1990George BushJohn MajorGiulio Andreotti
1991George BushJohn MajorGiulio Andreotti
1992Bill ClintonJohn MajorGiuliano Amato
1993Bill ClintonJohn MajorCarlo Azeglio Ciampi
1994Bill Clinton (GATT)
John MajorSilvio Berlusconi
1995Bill ClintonJohn MajorLamberto Dini
1996Bill Clinton (HIPAA)
John MajorRomano Prodi
1997Bill ClintonTony Blair (New Britain(1))
Romano Prodi (Rif. TREU)
1998Bill Clinton (WIA)
Tony Blair
Romano Prodi
1999Bill Clinton (FMLE)
Tony Blair
Massimo d’Alema
2000Bill ClintonTony Blair Massimo d’Alema

Vorrei far notare una cosa: tutta questa liquidita’ produce un problemino alle banche gia’ durante la New Economy. Clinton aveva creato nove distretti industriali a ridotta tassazione e a ridotto controllo fiscale, nelle quali come si diceva in italia “si finanziavano le idee”. Qual’era il problema?

Che le banche chiesero al governo “e come cazzo distribuiamo i rischi, visto che su 10 startup che finanziamo solo una arriva al successo? Non possiamo chiedere rendimenti del 90%”. La risposta dell’amministrazione Clinton fu il FMLE, Financial Market Leverage Enhancement, che permetteva tutti quei meccanismi di cartolarizzazione che produssero prima la speculazione della “new economy”, e poi la bolla speculativa che abbiamo visto al lavoro come “credit crunch”. Nei paesi europei non si fece (all’epoca) nulla di nuovo, e solo qualche tempo dopo gli UK seguirono l’esempio, ma siamo gia’ dopo l’era clinton. In italia la legislazione rimase piuttosto rigida, per cui abbiamo tenuto “abbastanza bene” la crisi del credit crunch.

Quindi, non e’ assolutamente vero che fu la destra ad istituire queste cose, ne’ ad inventarle. Bisogna stare molto attenti a tutto questo, perche’ di fatto questo e’ il problema della sinistra: di fatto tutte le sinistre europee attuali si sono allineate con questo New Democrat, o New Labour , e solo quella tedesca sta iniziando una vera e propria epurazione con una vera e propria autocritica.

Il motivo per il quale oggi il PD tace quando c’e’ un dibattito sul lavoro come quello innescato da Tremonti e’ proprio che e’ questo “new labour”, questa “nuova sinistra”, questa sinistra al passo coi tempi, ad aver devastato il mercato del lavoro. Non dimentichiamo che al tavolo con Treu c’era Cofferati, che fu segretario generale della CGIL dal 1994 al 2002, e che fu tra i controfirmatari del pacchetto.

Quando oggi ci si lamenta dei “precari della scuola” si dimentica che il mondo statale ancora e’ l’unico a tollerare la figura giuridica del co.co.co, estinta nelle riforme successive (in special modo D. lgs. n° 276/2003) , e mantenuta ad hoc per gli impieghistatali. I signori della scuola non stanno pagando le riforme di Biagi, ma quella di Treu.

Quindi, il vero problema assolutamente paralizzante della sinistra e’ il fatto di aver seguito Clinton nel suo delirio. Il problema e’ che Clinton godeva di un’america in grossa crescita economica, e fece quella cosa non perche’ ci credesse, ma perche’ costretto da una maggioranza incerta al senato , che lo costringeva a proporre leggi che andassero bene a tutti.

Cosi’, si invento’ un’ideologia estemporanea, convincendo il proprio partito che “nuova sinistra=destra” , e ovviamente non aveva nulla di cui convincere i liberisti, che erano gia’ convintissimi di loro.

Allora direte: ma cosi’ stai dicendo che sia una cosa di destra. Eh, no: lo era. Ma con Clinton, il liberismo diventa di sinistra. E’ colpa di Clinton se le sinistre diventano questo merdaio contraddittorio e modaiolo, ed e’ colpa di Clinton se certe idee hanno potuto attecchire e mantenersi a sinistra.

Ma e’ anche colpa di Blair, che mettendosi a scrivere libri e a propagare pseudoideologie , come col suo libello sull” Giovane Inghilterra” si mette a fare il vate del “New Labour”, che altro non e’ se non la destra tatcheriana portata a sinistra.Questa non e’ colpa della destra: e’ assolutamente normale che una destra liberista faccia la destra liberista. Ne’ la destra si e’ mai sognata di pretendere o chiedere che la sinistra aderisse alle sue idee. Quando i repubblicani hanno preso la maggioranza al senato americano, se Clinton si fosse tolto dalle palle gli sarebbe andato benissimo, non e’ che pretendevano che i repubblicani diventassero degli iperliberisti turbocapitalisti.

E’ stato Clinton a voler fare bon viso a cattivo gioco e aprire le porte all’assediante. Se tu consegni le chiavi del tuo castello agli avversari, abbandoni la tua bandiera e ti dichiari al servizio della loro causa, non e’ che puoi dare la colpa al tuoi avversari: loro stavano bene anche ad averti come prima.

Quindi, quando uno di sinistra vi dice che il precariato e’ una cosa di destra, mi spiace ma ha torto: il precariato che conoscete lo dovete attribuire alla “nuova sinistra”, che va dal New Democrat americano al New Labour inglese, fino alla sinistra “Moderna e al passo coi tempi” italiana.

La destra con le sue riforme e’ arrivata dopo, e ha cambiato di pochissimo la situazione. I precari della pubblica amministrazione esistono perche’ la forma lavorativa del co.co.co , abolita nel privato perche’ permetteva il lavoro dipendente mascherato, fu conservata nel pubblico impiego. Quindi non vi incazzate, e prendetevela con Prodi, Treu, Cofferati, cioe’ con coloro che seguirono la moda di Clinton e Blair e si accodarono al massacro.

Alla destra potete chiedere una politica sociale solo se si tratta di una destra molto consociativa o ad una destra assistenziale di stampo veterodemocristiano: per il resto, non c’e’ ragione di chiedere una cosa come quella proposta da Tremonti, che arriva agli onori della stampa solo perche’ c’e’ un forte mal di pancia tra le banche.

Porre fine a questo disastro sarebbe compito delle sinistre, ma c’e’ un guaio: che sono state loro a farlo. E siccome non stanno facendo nessuna autocritica, e stanno tenendo al potere gli stessi uomini, non aspettatevi che sia possibile farlo da sinistra.

L’unico partito che oggi come oggi ha la liberta’ ideologica e la sensibilita’ popolare atta a svolgere questo compito e’ la Lega.

Finche’ la sinistra non ha il coraggio di fare autocritica (come sta succedendo qui in Germania) e di iniziare un percorso che la purifichi di questo incidente storico nato per le esigenze spicciole di Clinton, non c’e’ altra alternativa.

E dovrete rassegnarvi a vedere un dibattito sul precariato, cioe’ sul mondo del lavoro, nel quale parlano tutti, da Tremonti a Berlusconi, dalla Marcegaglia ad Epifani, tranne il PD, cioe’ il partito ispirato al “New Labour”, che nella pronuncia di Rutelli sembra quasi un profetico “No Labour”.

Ma non venite a raccontare che la colpa sia delle destre, perche’ non lo e’. Se il lupo ti mangia perche’ per libera scelta ti sei fatto pecora, e solo per quello, la colpa non e’ del lupo, ma della tua libera decisione di essere pecora.

Non c’era ALCUNA necessita’ indotta dal mercato per comportarsi in questo modo. L’ UNICA necessita’ in gioco era la sopravvivenza politica di un Clinton che doveva fare leggi che un parlamento in mano ai repubblicani potesse accettare.Non era scritto sulla Bibbia e non era una necessita’: era solo uno stratagemma di partiti di sinistra fallimentari che , dopo aver perso il consenso dell’elettore di sinistra, si sforzano di usare il consenso degli elettori di destra. Niente di piu’.

E se non ci sara’ nessuna autocritica, da parte dei fichissimi troppo buoni e troppo British e troppo New Labour, avete come unico partito della working class la Lega Nord: buona fortuna.

di Uriel

24 ottobre 2009

Crisi: Draghi assolve economisti e banchieri




Crisi: Draghi assolve economisti e banchieri



Il suo intervento alla 50esima riunione scientifica annuale della Società italiana degli economisti è stata l’occasione per Mario Draghi per ribadire la sua fede nel Libero Mercato, al di là dei problemi che negli ultimi anni ne hanno seriamente messo in crisi le fondamenta. Il governatore della Banca d’Italia ha affermato che le risposte date alla crisi sono state efficaci grazie al lavoro degli economisti che non hanno fatto mancare i loro consigli ai governi. La professione di economista, ha sostenuto, deve essere valutata in primis per le risposte che ha saputo finora dare alla crisi. E allora, da questo punto di vista il bilancio è “largamente positivo”.
In verità ci pare di ricordare che le principali misure adottate dai governi siano state quelle di versare sostanziosi aiuti pubblici alle banche private che erano finite sull’orlo del baratro a causa delle proprie speculazioni. Seguite dalle analoghe iniziative delle banche centrali di immettere liquidità nel sistema finanziario internazionale per evitarne il collasso. Misure che, al di là delle responsabilità di questo o quel soggetto, sono andate a compensare l’incapacità delle autorità di controllo e degli stessi economisti di prevedere l’uragano che stava arrivando. Economisti che, nonostante le lodi auto referenziali, non erano stati in grado di leggere il divenire dell’economia, al di là delle sue aride cifre. Così la funzione degli economisti è tornata di attualità solo per il dopo crisi non essendo stati all’altezza del proprio ruolo per evitarla o quantomeno per lanciare il necessario allarme.
Draghi, dopo aver sostenuto che sono state messe in campo misure “senza precedenti per ammontare e per tipologia”, ha rivendicato a merito degli economisti quello di averne determinato la dimensione e la natura, mentre si era di fronte ad un disorientamento generale e all’incapacità diffusa di fornire una terapia adatta alla crisi. Affermazioni che implicano una deformazione della realtà. “Si sono sognati pogrom di economisti - ha lamentato - e si è aperta una caccia al colpevole”. Ma Draghi ha insistito, e rilanciando nel suo peana liberista, ha affermato che grazie agli economisti, si sono evitati errori. Come ad esempio, e ti pareva, “il ricorso a misure protezionistiche”. Le stesse, a suo dire, che in altre occasioni, si erano rivelati “letali”. Insomma il Libero Mercato globale è la panacea di tutti i mali e il migliore dei mondi possibili anche se diffonde povertà e disoccupazione.
Certo, ha dovuto concedere l’ex dirigente della Goldman Sachs, si deve cogliere da questa crisi “lo stimolo a riflettere seriamente e senza pregiudizi sull’adeguatezza dello strumentario analitico degli economisti, per correggere errori e individuare fruttuose direzioni di marcia per il futuro”.
Ma poi una assoluzione generale per gli economisti e per se stesso come presidente del Fsb (Financial Stability Board) che dovrebbe monitorare le distorsioni dei mercati. In particolare quando Draghi ha sostenuto che la capacità di previsione negli anni precedenti la crisi sia stata migliore di quanto comunemente ritenuto. A suo avviso infatti, “molti degli squilibri, degli eccessi, degli incentivi distorti che avrebbero potuto condurre alla crisi erano stati identificati in importanti contributi”. E allora perché la crisi è arrivata praticamente inaspettata? Secondo Draghi, questo è stato determinato anche da un’analisi che rimaneva ostinatamente macroeconomica sulle reali condizioni del settore finanziario. Affermazione che significa che nessuno di quanti dovevano controllare è andato a studiare ad esempio la situazione della singola banca.
Ma non c’è dubbio, ha dovuto ammettere ancora, che si sia rivelata mal riposta la fiducia nella capacità del mercato di autoregolarsi e generare in ogni circostanza allocazioni efficienti delle risorse. In altre parole è saltato il fondamento del Libero Mercato. Così, soprattutto negli Usa, l’equazione “Libero Mercato uguale mercato senza regole” era divenuta il patrimonio comune di molti politici e autorità di controllo o regolatrici. Come ad esempio, ma questo Draghi non lo ha detto, le banche centrali.

di Andrea Angelini

26 ottobre 2009

Mussolini era un agente britannico,


La notizia pubblicata dal Guardian il 14 ottobre, sugli assegni pagati dall'intelligence britannico a Mussolini nel 1917, ha avuto grande eco su tutte le testate mondiali. Molti gli interrogativi sollevati, ma non quello centrale: gli inglesi promossero il fascismo? Che Mussolini fosse stato finanziato dal MI5 era già stato menzionato da Sir Samuel Hoare nelle sue memorie nel 1954, ma ora uno storico di Cambridge, Peter Martland, ha trovato le ricevute dei pagamenti nelle carte dell'ex ministro degli Esteri britannico, che nel 1917 dirigeva un gruppo di 100 agenti del MI5 a Roma.

Il motivo del finanziamento, che ammontava all'equivalente di 6000 sterline odierne alla settimana, era quello di sostenere la campagna di Mussolini a favore della continuazione dello sforzo bellico italiano al fianco di Francia e Gran Bretagna. Il momento era delicato: infatti, si erano succedute diverse iniziative di pace, da quella, fallita, del ministro degli esteri austriaco Czernin per una pace separata con la Francia all'appello di Papa Benedetto XV ai capi delle potenze belligeranti, che ebbe sicuramente un grande impatto in Italia. È dunque credibile che gli inglesi, che consideravano l'Italia "l'alleato bellico meno affidabile", raddoppiassero gli sforzi per impedire una pace separata e continuare la carneficina sul continente.

Ma la simpatia britannica per Mussolini andava oltre la contingenza. È noto che Churchill ammirava il Duce e condusse una corrispondenza fino a pochi giorni dall'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale. Corrispondenza che molto probabilmente il Duce, in fuga verso la Svizzera nell'aprile 1945, recava con sé come lasciapassare e che scomparve dopo che Mussolini e la Petacci furono catturati e uccisi per ordine di Churchill.

Come ha documentato Jeff Steinberg in un articolo sull'EIR il 30 maggio 2003, sia il fascismo che il nazismo furono promossi da un'alleanza internazionale di finanzieri, di cui Samuel Hoare era autorevole membro. Questo gruppo si raccoglieva attorno a formazioni semi-segrete come il "Movimento Sinarchista dell'Impero" o ufficiali come, dal 1922, l'Unione Paneuropea fondata dal conte Coudenhouve-Kalergi.

Nei rapporti dell'intelligence americano durante la seconda guerra mondiale, raccolti da William Langer nel libro "Our Vichy Gamble", si descrivono gli scopi di questo gruppo come "il sogno di un nuovo sistema di 'sinarchia', e cioè il governo d'Europa su principii fascisti da parte di una fratellanza internazionale di finanzieri e industriali". Nell'ambito di questo disegno, una influente fazione dell'Impero Britannico, che comprendeva Hoare e Lord Beaverbrook, pianificò persino un colpo di stato per rovesciare Churchill e instaurare un governo filo-fascista a Londra.

Nel 1930, l'alleanza sinarchista diede vita alla Banca per i Regolamenti Internazionali (BIS). Gli artefici principali della BIS furono Montagu Norman, capo della Bank of England, Hjalmar Schacht (che poi divenne ministro dell'economia di Hitler) e Alberto Beneduce, il capo della politica economica del fascismo. Lo scopo della BIS fu di assicurare la stabilità del sistema monetario e finanziario post-Versailles, dominato dalla Gran Bretagna e basato sulle riparazioni di guerra imposte alla Germania.

Lo storico americano Carroll Quigley descrive la BIS così: "Questo sistema avrebbe dovuto essere controllato in modo feudale dalle banche centrali del mondo agenti in concerto, con accordi segreti stipulati nel corso di frequenti incontri e conferenze privati. L'apice del sistema doveva essere la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali, esse stesse delle imprese private. Ogni banca centrale, nelle mani di uomini come Montagu Norman della Bank of England, Benjamin Strong della Federal Reserve di New York, Charles Rist della Banca di Francia e Hjalmar Schacht della Reichsbank, si adoperava per dominare il proprio governo tramite la sua abilità nel controllare i prestiti del Tesoro, manipolare i cambi esteri, influenzare il livello di attività economica nel paese e influenzare i politici compiacenti con successive remunerazioni nel mondo degli affari".

L'ostacolo iniziale alla partecipazione italiana era il pericolo di interferenza governativa sulla Banca d'Italia. Beneduce, come plenipotenziario di Mussolini, offrì la massima garanzia di indipendenza e riuscì a convincere Norman. Fu nominato vicepresidente della BIS.

Il ruolo della BIS nel promuovere l'ascesa al potere di Hitler è ben documentato nel libro "Das Hitler-Buch", scritto da un gruppo di ricercatori guidati da Helga Zepp-LaRouche (Wiesbaden, 1984).

by (MoviSol)

25 ottobre 2009

Clinton e la nascita della precarietà

Esiste una certa confusione sulla nascita della precarieta’ lavorativa. Essa viene normalmente attribuita alle destre, che invece non si sono mai sognate di fare qualcosa di simile. Quando, di preciso, si inizia a gridare al mondo che “il lavoro dipendente non esiste piu’”, e che “mobil e’ bello?”

Tutto inizia quando Bill Clinton, dopo essere stato eletto, si ritrova con un parlamento ostile perche’ la sua politica e’ stagnante. Cosi’, dopo aver messo un ex consigliere di Coca Cola come ministro del lavoro , decide di ridisegnare i contorni del mondo dell’impiego, allo scopo di aumentare la produttivita’ delle aziende. Questo provvedimento non e’ affatto “di sinistra”, nel senso che si tratta di un ripiego senza il quale il senato rischia di bocciargli l’equivalente della nostra finanziaria, caso nel quale sarebbe costretto , di fatto , a dimettersi.

Clinton, per sfuggire a questo destino, si inventa “la sinistra che fa cose di destra”, spacciando per “New Democrat” questa cosa, e potendo cosi’ accontentare un parlamento ostile. In questo modo Clinton si garanti’ otto anni di governo, e garanti’ agli stati uniti ben DUE crisi economiche, quella del 2001 e quella del credit crunch.

Ma andiamo con ordine. Clinton prima vara alcune riforme, chesono il GATT, l’ HIPAA e il WIA, con le quali rispettivamente ricostruisce i rapporti di lavoro favorendo le esternalizzazioni, fornisce una tassazione favorevole ai “self employee”, al punto che convenne agli americani fare lo stesso lavoro da non-assunti (come le nostre “partitine IVA”) e legifera l’uscita dello stato e delle amministrazioni locali dalle trattative per il reintegro lavorativo dei lavoratori licenziati.

Con queste tre leggi, di fatto, il lavoro negli Stati Uniti diventa “liquido”, secondo la nuova ideologia di “sinistra” americana, concepita per essere “bipartisan”, cioe’ per piacere alla destra. E’ come se pur di essere bipartisan e piacere ai nazisti, Israele chiedesse di inserire nella dichiarazione dei diritti umani “alcune ore di svago genocida per giovani ragazzi biondi”.

Cosi’, nasce la moda del “new democrat”, che in Inghilterra diverra’ “New Labour” con Blair, e qui da noi verra’ chiamata “riformismo” con d’Alema. Nella tabella sotto vediamo l’ordine di propagazione della “riforma clinton” verso l’europa.

In Europa questa riforma arriva insieme al boom della new economy, che arriva insieme alla riforma fiscale americana HIPAA, e a qualche tempo dal Digital Millennium Act. Essa viene adottata, praticamente nello stesso anno, sia in UK che in Italia, da Treu e da Blair contemporaneamente.

Faccio presente che Sir John Major, predecessore di Blair non ha mai osato arrivare a tanto, figuriamoci al delirio che Blair espresse come ideologia politica iper-liberista nel suo “Tony Blair, New Britain : My Vision of a Young Country, Fourth Estate, London, 1996. “

Tutta questa moda fatta di parole inglesi non poteva non arrivare in Italia, dove ad un solo anno dall’uscita del libro di Blair, gia’ si stanno creando le basi per la riforma Treu, che viene varata sotto il governo di Romano Prodi.

Ordine cronologico, in rosso l’adozione di norme sui lavori “atipici”, ovvero precari. In verde la necessaria riforma per compensare la crescita di rischi indotta sul mercato finanziario con la possibilita’ di cartolarizzare e di contabilizzare i rischi come asset.

AnnoUSAUKIT
1990George BushJohn MajorGiulio Andreotti
1991George BushJohn MajorGiulio Andreotti
1992Bill ClintonJohn MajorGiuliano Amato
1993Bill ClintonJohn MajorCarlo Azeglio Ciampi
1994Bill Clinton (GATT)
John MajorSilvio Berlusconi
1995Bill ClintonJohn MajorLamberto Dini
1996Bill Clinton (HIPAA)
John MajorRomano Prodi
1997Bill ClintonTony Blair (New Britain(1))
Romano Prodi (Rif. TREU)
1998Bill Clinton (WIA)
Tony Blair
Romano Prodi
1999Bill Clinton (FMLE)
Tony Blair
Massimo d’Alema
2000Bill ClintonTony Blair Massimo d’Alema

Vorrei far notare una cosa: tutta questa liquidita’ produce un problemino alle banche gia’ durante la New Economy. Clinton aveva creato nove distretti industriali a ridotta tassazione e a ridotto controllo fiscale, nelle quali come si diceva in italia “si finanziavano le idee”. Qual’era il problema?

Che le banche chiesero al governo “e come cazzo distribuiamo i rischi, visto che su 10 startup che finanziamo solo una arriva al successo? Non possiamo chiedere rendimenti del 90%”. La risposta dell’amministrazione Clinton fu il FMLE, Financial Market Leverage Enhancement, che permetteva tutti quei meccanismi di cartolarizzazione che produssero prima la speculazione della “new economy”, e poi la bolla speculativa che abbiamo visto al lavoro come “credit crunch”. Nei paesi europei non si fece (all’epoca) nulla di nuovo, e solo qualche tempo dopo gli UK seguirono l’esempio, ma siamo gia’ dopo l’era clinton. In italia la legislazione rimase piuttosto rigida, per cui abbiamo tenuto “abbastanza bene” la crisi del credit crunch.

Quindi, non e’ assolutamente vero che fu la destra ad istituire queste cose, ne’ ad inventarle. Bisogna stare molto attenti a tutto questo, perche’ di fatto questo e’ il problema della sinistra: di fatto tutte le sinistre europee attuali si sono allineate con questo New Democrat, o New Labour , e solo quella tedesca sta iniziando una vera e propria epurazione con una vera e propria autocritica.

Il motivo per il quale oggi il PD tace quando c’e’ un dibattito sul lavoro come quello innescato da Tremonti e’ proprio che e’ questo “new labour”, questa “nuova sinistra”, questa sinistra al passo coi tempi, ad aver devastato il mercato del lavoro. Non dimentichiamo che al tavolo con Treu c’era Cofferati, che fu segretario generale della CGIL dal 1994 al 2002, e che fu tra i controfirmatari del pacchetto.

Quando oggi ci si lamenta dei “precari della scuola” si dimentica che il mondo statale ancora e’ l’unico a tollerare la figura giuridica del co.co.co, estinta nelle riforme successive (in special modo D. lgs. n° 276/2003) , e mantenuta ad hoc per gli impieghistatali. I signori della scuola non stanno pagando le riforme di Biagi, ma quella di Treu.

Quindi, il vero problema assolutamente paralizzante della sinistra e’ il fatto di aver seguito Clinton nel suo delirio. Il problema e’ che Clinton godeva di un’america in grossa crescita economica, e fece quella cosa non perche’ ci credesse, ma perche’ costretto da una maggioranza incerta al senato , che lo costringeva a proporre leggi che andassero bene a tutti.

Cosi’, si invento’ un’ideologia estemporanea, convincendo il proprio partito che “nuova sinistra=destra” , e ovviamente non aveva nulla di cui convincere i liberisti, che erano gia’ convintissimi di loro.

Allora direte: ma cosi’ stai dicendo che sia una cosa di destra. Eh, no: lo era. Ma con Clinton, il liberismo diventa di sinistra. E’ colpa di Clinton se le sinistre diventano questo merdaio contraddittorio e modaiolo, ed e’ colpa di Clinton se certe idee hanno potuto attecchire e mantenersi a sinistra.

Ma e’ anche colpa di Blair, che mettendosi a scrivere libri e a propagare pseudoideologie , come col suo libello sull” Giovane Inghilterra” si mette a fare il vate del “New Labour”, che altro non e’ se non la destra tatcheriana portata a sinistra.Questa non e’ colpa della destra: e’ assolutamente normale che una destra liberista faccia la destra liberista. Ne’ la destra si e’ mai sognata di pretendere o chiedere che la sinistra aderisse alle sue idee. Quando i repubblicani hanno preso la maggioranza al senato americano, se Clinton si fosse tolto dalle palle gli sarebbe andato benissimo, non e’ che pretendevano che i repubblicani diventassero degli iperliberisti turbocapitalisti.

E’ stato Clinton a voler fare bon viso a cattivo gioco e aprire le porte all’assediante. Se tu consegni le chiavi del tuo castello agli avversari, abbandoni la tua bandiera e ti dichiari al servizio della loro causa, non e’ che puoi dare la colpa al tuoi avversari: loro stavano bene anche ad averti come prima.

Quindi, quando uno di sinistra vi dice che il precariato e’ una cosa di destra, mi spiace ma ha torto: il precariato che conoscete lo dovete attribuire alla “nuova sinistra”, che va dal New Democrat americano al New Labour inglese, fino alla sinistra “Moderna e al passo coi tempi” italiana.

La destra con le sue riforme e’ arrivata dopo, e ha cambiato di pochissimo la situazione. I precari della pubblica amministrazione esistono perche’ la forma lavorativa del co.co.co , abolita nel privato perche’ permetteva il lavoro dipendente mascherato, fu conservata nel pubblico impiego. Quindi non vi incazzate, e prendetevela con Prodi, Treu, Cofferati, cioe’ con coloro che seguirono la moda di Clinton e Blair e si accodarono al massacro.

Alla destra potete chiedere una politica sociale solo se si tratta di una destra molto consociativa o ad una destra assistenziale di stampo veterodemocristiano: per il resto, non c’e’ ragione di chiedere una cosa come quella proposta da Tremonti, che arriva agli onori della stampa solo perche’ c’e’ un forte mal di pancia tra le banche.

Porre fine a questo disastro sarebbe compito delle sinistre, ma c’e’ un guaio: che sono state loro a farlo. E siccome non stanno facendo nessuna autocritica, e stanno tenendo al potere gli stessi uomini, non aspettatevi che sia possibile farlo da sinistra.

L’unico partito che oggi come oggi ha la liberta’ ideologica e la sensibilita’ popolare atta a svolgere questo compito e’ la Lega.

Finche’ la sinistra non ha il coraggio di fare autocritica (come sta succedendo qui in Germania) e di iniziare un percorso che la purifichi di questo incidente storico nato per le esigenze spicciole di Clinton, non c’e’ altra alternativa.

E dovrete rassegnarvi a vedere un dibattito sul precariato, cioe’ sul mondo del lavoro, nel quale parlano tutti, da Tremonti a Berlusconi, dalla Marcegaglia ad Epifani, tranne il PD, cioe’ il partito ispirato al “New Labour”, che nella pronuncia di Rutelli sembra quasi un profetico “No Labour”.

Ma non venite a raccontare che la colpa sia delle destre, perche’ non lo e’. Se il lupo ti mangia perche’ per libera scelta ti sei fatto pecora, e solo per quello, la colpa non e’ del lupo, ma della tua libera decisione di essere pecora.

Non c’era ALCUNA necessita’ indotta dal mercato per comportarsi in questo modo. L’ UNICA necessita’ in gioco era la sopravvivenza politica di un Clinton che doveva fare leggi che un parlamento in mano ai repubblicani potesse accettare.Non era scritto sulla Bibbia e non era una necessita’: era solo uno stratagemma di partiti di sinistra fallimentari che , dopo aver perso il consenso dell’elettore di sinistra, si sforzano di usare il consenso degli elettori di destra. Niente di piu’.

E se non ci sara’ nessuna autocritica, da parte dei fichissimi troppo buoni e troppo British e troppo New Labour, avete come unico partito della working class la Lega Nord: buona fortuna.

di Uriel

24 ottobre 2009

Crisi: Draghi assolve economisti e banchieri




Crisi: Draghi assolve economisti e banchieri



Il suo intervento alla 50esima riunione scientifica annuale della Società italiana degli economisti è stata l’occasione per Mario Draghi per ribadire la sua fede nel Libero Mercato, al di là dei problemi che negli ultimi anni ne hanno seriamente messo in crisi le fondamenta. Il governatore della Banca d’Italia ha affermato che le risposte date alla crisi sono state efficaci grazie al lavoro degli economisti che non hanno fatto mancare i loro consigli ai governi. La professione di economista, ha sostenuto, deve essere valutata in primis per le risposte che ha saputo finora dare alla crisi. E allora, da questo punto di vista il bilancio è “largamente positivo”.
In verità ci pare di ricordare che le principali misure adottate dai governi siano state quelle di versare sostanziosi aiuti pubblici alle banche private che erano finite sull’orlo del baratro a causa delle proprie speculazioni. Seguite dalle analoghe iniziative delle banche centrali di immettere liquidità nel sistema finanziario internazionale per evitarne il collasso. Misure che, al di là delle responsabilità di questo o quel soggetto, sono andate a compensare l’incapacità delle autorità di controllo e degli stessi economisti di prevedere l’uragano che stava arrivando. Economisti che, nonostante le lodi auto referenziali, non erano stati in grado di leggere il divenire dell’economia, al di là delle sue aride cifre. Così la funzione degli economisti è tornata di attualità solo per il dopo crisi non essendo stati all’altezza del proprio ruolo per evitarla o quantomeno per lanciare il necessario allarme.
Draghi, dopo aver sostenuto che sono state messe in campo misure “senza precedenti per ammontare e per tipologia”, ha rivendicato a merito degli economisti quello di averne determinato la dimensione e la natura, mentre si era di fronte ad un disorientamento generale e all’incapacità diffusa di fornire una terapia adatta alla crisi. Affermazioni che implicano una deformazione della realtà. “Si sono sognati pogrom di economisti - ha lamentato - e si è aperta una caccia al colpevole”. Ma Draghi ha insistito, e rilanciando nel suo peana liberista, ha affermato che grazie agli economisti, si sono evitati errori. Come ad esempio, e ti pareva, “il ricorso a misure protezionistiche”. Le stesse, a suo dire, che in altre occasioni, si erano rivelati “letali”. Insomma il Libero Mercato globale è la panacea di tutti i mali e il migliore dei mondi possibili anche se diffonde povertà e disoccupazione.
Certo, ha dovuto concedere l’ex dirigente della Goldman Sachs, si deve cogliere da questa crisi “lo stimolo a riflettere seriamente e senza pregiudizi sull’adeguatezza dello strumentario analitico degli economisti, per correggere errori e individuare fruttuose direzioni di marcia per il futuro”.
Ma poi una assoluzione generale per gli economisti e per se stesso come presidente del Fsb (Financial Stability Board) che dovrebbe monitorare le distorsioni dei mercati. In particolare quando Draghi ha sostenuto che la capacità di previsione negli anni precedenti la crisi sia stata migliore di quanto comunemente ritenuto. A suo avviso infatti, “molti degli squilibri, degli eccessi, degli incentivi distorti che avrebbero potuto condurre alla crisi erano stati identificati in importanti contributi”. E allora perché la crisi è arrivata praticamente inaspettata? Secondo Draghi, questo è stato determinato anche da un’analisi che rimaneva ostinatamente macroeconomica sulle reali condizioni del settore finanziario. Affermazione che significa che nessuno di quanti dovevano controllare è andato a studiare ad esempio la situazione della singola banca.
Ma non c’è dubbio, ha dovuto ammettere ancora, che si sia rivelata mal riposta la fiducia nella capacità del mercato di autoregolarsi e generare in ogni circostanza allocazioni efficienti delle risorse. In altre parole è saltato il fondamento del Libero Mercato. Così, soprattutto negli Usa, l’equazione “Libero Mercato uguale mercato senza regole” era divenuta il patrimonio comune di molti politici e autorità di controllo o regolatrici. Come ad esempio, ma questo Draghi non lo ha detto, le banche centrali.

di Andrea Angelini