24 aprile 2010

La truffa dei derivati della Goldman Sachs



Quando la Security Exchange Commission, l’ente governativo di controllo dei mercati finanziari, ha contestato il reato di frode alla banca americana Goldman Sachs, non è stata una sorpresa. Al contrario. Si sapeva che presto o tardi qualche cosa di grosso sarebbe venuto a galla. I grandi finanzieri, più agguerriti che mai, da tempo erano tornati ai tavoli verdi dei giochi speculativi con i fondi dei salvataggi fatti dai governi e con i soldi presi a prestito a tasso zero.

La SEC ha denunciato la banca di New York di aver ingaggiato nel 2007 l’hedge fund di John Paulson, perché questo, insieme ad un altro ignaro selezionatore ACA, includesse nel paniere di un nuovo CDO (Collateralized Debt Obligation, una obbligazione speculativa), alcuni tra i titoli più a rischio del settore dei mutui subprime. Quel prodotto, chiamato Abacus 2007-AC1, fu in seguito dalla Goldman Sachs piazzato ai suoi clienti istituzionali, fondi pensioni, banche europee ed altri.

Nel contempo però lo stesso hedge fund J. Paulson & Co. apriva posizioni speculative al ribasso su sul CDO Abacus, scommettendo sul crollo del settore dei mutui casa. Mentre le famiglie perdevano la casa e le banche coinvolte nelle speculazioni dei crediti subprime andavano a gambe all’aria, Paulson incassava miliardi di dollari di profitti. La Goldman Sachs era consapevole delle truffa, anche perché, secondo la SEC, avrebbe ripetuto questo giochetto almeno altre 25 volte.

Che la Goldman Sachs fosse una “strana bestia”, lo avevamo già indicato da tempo. Infatti, essa compare per la prima volta a fine 2008 nel listino dell’istituto governativo “Office of the Comptroller of the Currency”, che include le grandi banche americane operanti sui mercati non regolamentati dei derivati. A quella data essa vantava derivati OTC per 30.200 miliardi di dollari, e a fine marzo 2009, cioè soltanto in tre mesi, ne aveva già 10.000 miliardi in più!

Oggi Goldman Sachs Group ha OTC per 49.000 miliardi di dollari a fronte di un valore reale dei suoi assets di 849 miliardi di dollari, cioè un cinquantottesimo Si ricordi che, nel mezzo della crisi finanziaria più grave e devastante della storia e mentre si gettava a capofitto nella speculazione in derivati, essa otteneva oltre 10 miliardi di dollari di aiuti TARP da parte del Tesoro. Intanto continuava a elargire bonus ai suoi manager per 4,8 miliardi.

Il crollo delle azioni della Gs sul mercato di Wall Street rischia di destabilizzare tutte le borse. La lobby delle banche è all’opera con il solito ricatto del too big to fail. Occorre, invece, fare subito luce su queste vicende, compreso il suo ruolo nel fallimento del colosso assicurativo AIG, che fu salvato con 180 miliardi di soldi pubblici, se davvero si vuole uscire dalle paludi delle crisi finanziaria ed economica globale.

La truffa della Gs è solo la punta dell’iceberg. I CDO sintetici e ad alto rischio sono stati manovrati anche dalla JP Morgan, dalla Citi Group e dalla Merrill Lynch negli Usa. Anche da altre banche in Europa, a cominciare dalla Deutsche Bank e dalla UBS svizzera.

I governi di Londra e di Berlino sono scesi in campo chiedendo, giustamente, informazioni alla SEC per valutare eventuali operazioni truffaldine della Gs anche nei loro paesi e nell’intera area dell’euro. Del resto il suo coinvolgimento nelle operazioni della Grecia di falsificazione dei bilanci, ne è la prova.

Naturalmente la Goldman Sachs non è l’unico lupo famelico!

Almeno due grandi banche europee, la ABN Ambro olandese, adesso parte della Royal Bank of Scotland, e la tedesca IKB, entrambe “golose” di CDO ad alto rischio, avevano enormi quantità di Abacus, perdendo oltre 1 miliardo di dollari per tali obbligazioni. Per la loro situazione di crisi complessiva, il governo tedesco e quello inglese hanno poi dovuto versare 83 miliardi di dollari di aiuti per salvarle dalla bancarotta.

Il presidente Obama nel suo ultimo discorso settimanale, riferendosi alla truffa della Gs, ha spinto a varare immediatamente la riforma finanziaria “per evitare gli eccessi compiuti con i derivati. Altrimenti si rischia di essere travolti da una nuova crisi”.

Non c’è più tempo da perdere. Servono le nuove regole e bisogna realizzare la Nuova Bretton Woods di cui tanto si è parlato.
di Mario Lettieri - Paolo Raimondi

23 aprile 2010

La Privatizzazione illecita

http://4.bp.blogspot.com/_XBvFfrA1jjU/ShyHbMTNpOI/AAAAAAAAFGM/M0irjv1pBfI/s400/blackwater.jpg
Ogni volta che Frank Anderson parla nel modo come ha fatto in un forum pubblico recente a Washington D.C. sulle “funzioni statali di base eseguite da affaristi”, la gente l’ascolti bene.
Mr. Anderson è il presidente del Middle Est Policy Council, ma in passato è stato il capo del Near East e della South Asia Division della CIA.
Tale discussione - ritrasmessa da C-Span – animata Mr. Anderson, si è svolta tra studiosi noti e insicuri politicizzati attenti alla sicurezza nazionale in tale area tumultuosa del mondo.
A Mr. Anderson fu chiesto di Blackwater, la corporation discussa i cui profitti vengono dai contratti del Pentagono e del Dipartimento di Stato per fornire sicurezza al personale del governo USA in Asia occidentale e centrale e per compiere varie operazioni segrete che creerebbero una crisi d’identità con la CIA.
Blackwater si è messa nei guai per aver sparato a civili iracheni senza subire provocazioni.
I lavoratori della corporation sono coinvolti in missioni sensibili, come la recente esplosione suicida di 2 agenti in Afganistan.
Ancora una volta, la linea tra funzioni governative e aziendali non è solo confusa, essa ha cessato di esistere.
L’On. J. Schakowsky (D-IL) definì Blackwater un “trasgressore seriale che mette spesso in pericolo la nostra missione, le vite dei nostri militari e costa la vita a civili innocenti”. Lei chiese perché Blackwater è impiegata ovunque dal governo USA.
Originata dalle attività di sicurezza nazionale, proprio per incontrare le richieste di lavoro per le agenzie segrete, sta turbando molti membri attivi e in pensione della difesa nazionale e delle agenzie di sicurezza.
Le contrattazione aziendali, lanciate tanto tempo fa da R. Reagan, sembrano ancora inarrestabili.
Ci sono più contrattisti in Iraq e Afganistan che soldati degli USA. Sono oltre duecentomila e bisognerebbe continuare a contare.
La ragione di questi contratti è (1) maggiore efficienza, (2) maggiore talento e (3) maggiore flessibilità personale ogni volta che questa è necessaria.
Primo, buttate via l’idea dei risparmi fiscali.
Mr. Anderson stima che i costi siano da due a tre volte più alti quando le corporations fanno il lavoro.
Altre stime sono più alte, persino se il cibo contaminato e l’acqua da bere non spediti, le appropriazioni indebite e la frode che costringono i revisori del Pentagono a svegliarsi di notte, non sono inclusi.
Gli specialisti dell’acquisizione governativa accusano i politici di creare schiere e file di contrattisti con i loro contratti forti e complicati che dissipano le contabilità.
E’ un incubo kafkiano dell’idea di stato multinazionale.
Certo, tutto ciò ha condotto al cervello di governo e a un canale abile per le multinazionali che pagano molto di più del governo.
Un ciclo vizioso di incapacità e inganno esterno stabilizza e permette ai dipartimenti governativi di razionalizzare di più la fuga dagli enti.
“E’ impossibile che noi si possa aver permesso agli uomini di affari di compiere le funzioni statali”, ha detto Mr. Anderson, specialmente ha aggiunto nelle aree dei “servizi segreti e dell’applicazione della violenza”.
Allo stesso forum, Bruce Riefel, docente anziano di politica estera al Brookings Institution, ex agente CIA e specialista sul Middle East Affaire, ha concordato con Mr. Anderson, lamentandosi moltissimo delle schiere di parate e contratti.
I signori Anderson e Riedel non sono più soli.
Le loro idee riflettono spesso un cerchio più grande di professionisti governativi che hanno visto il fuggi - fuggi di massa di contrattisti governativi da DOD, CIA AID e NASA.
Il Congresso è impegnato a guardare in questa follia che dilata i deficit e fugge dai modelli di servizio pubblico e di valori.
Le possibilità di cambiamento?
Mr. Anderson ha detto “fissare questo richiederebbe cambiamenti rivoluzionari”. Tale obbiettivo può venire solo dalla gente proverbiale - sveglia e determinata.
Se questo non accadrà, quello che Franklin Delano Roosevelt chiamò fascismo nel 1938 - che è il controllo “corporate” del governo - stringerà la sua presa molto costosa.
La mentalità del governo “corporate” non è ristretta a Washington, D.C. I governi statali sono svuotati anche con una frode simile, sebbene meno devastante, e con una fuga dalle responsabilità.
Proprio l’altra settimana, il nuovo governatore della Virginia, R. F. McDonnell, ha annunciato che permetterà ai segretari del suo gabinetto di fare doppi giuramenti lavorando nei consigli di amministrazione di imprese commerciali. La Virginia è uno degli stati che permette un conflitto di interesse interno tra i doveri verso i cittadini e la lealtà a un profitto aziendale specifico. Così il suo nuovo Secretary of Commerce and Trade, Robert Sledd, continuerà a sedere in tre consigli aziendali.
Nel suo lavoro giornaliero, Sledd è responsabile di 13 agenzie che regolano la politica commerciale, secondo il Washington Post.
Da questo lato, sta nel consiglio di un’impresa del tabacco e in un affare di forniture mediche. Giù in Arizona, un nuovo scivolamento verso i fossati è pronto per verificarsi.
Accerchiato da un grande deficit statale, i dirigenti statali e il loro governo rifiutano di cessare il benefici aziendale e i relativi sgravi e sussidi fiscali.
Al contrario, hanno messo il cartello “vendesi” al palazzo statale di Arizona per realizzare $735 milioni e pagare dopo l’affitto agli acquirenti!! (Breaking News--Svendita fatta!)
Sono in vendita anche, tra le altre strutture, gli edifici del legislativo, il Department of Public Safety, le prigioni e il Coliseum statale.
Per gli psichiatri sociali e per gli economisti dell’efficienza: per favore aiutateci a capire.
Non avrebbero fatto meglio per i legislatori statali a vendere proprio le spalle delle loro giacchette agli inserzionisti delle imprese?
In tal caso come minimo, ci sarebbe la verità nello slogan!

di Ralph Nader

21 aprile 2010

L'Argentina sta saldando il debito del 2001, mentre la Grecia lotta





La Grecia fa di tutto per evitare di guadagnarsi la reputazione di Paese poco attento ai debiti, come l’Argentina dieci anni fa

Per scacciare i fantasmi del suo passato economico, l’Argentina ha proposto di pagare l’ultimo gruppo di creditori risalenti al suo crack finanziario da 100 miliardi di dollari di dieci anni fa, mentre la Greca si sta impegnando in una battaglia per evitare lo stesso destino. Il primo ministro greco George Papandreu ha detto questa mattina al parlamento che è sbagliato credere che la nazione, pur pesantemente indebitata, sia fallita, solo perché il Fondo Monetario Internazionale si è offerto di farla uscire dai guai.

Rappresentanti del FMI dovranno recarsi la prossima settimana ad Atene per discutere quali misure saranno necessarie a curare l’economia, dopo che il ministro dell’economia greco ha richiesto al Fondo e all’Europa che si metta a punto un piano di salvataggio da 45 miliardi di euro.

“Oggi c’è un meccanismo di aiuto dove prima non ce n’era nessuno” ha dichiarato Papandreu. “E’ un ancora di salvezza per la Nazione contro la speculazione finanziaria e una concreta manifestazione di aiuto da parte dell’Unione Europea. Il coinvolgimento del FMI non significa che il Paese sia in bancarotta. L’attivazione dei meccanismi dell’UE o del FMI sarà decisa a seconda degli interessi della nazione.”

La Grecia fa di tutto per evitare di guadagnarsi la reputazione di Paese poco attento ai debiti, come l’Argentina dieci anni fa. Nella notte il paese ha annunciato dettagli di un’offerta di scambio del debito che sta proponendo ai possessori di circa 20 miliardi di bonds ancora non pagati dal crack del 2001.

Il ministro argentino dell’economia Amado Badou ha detto che attraverso questa offerta il governo spera di “farla finita con la vergogna del 2001 una volta per tutte”. I creditori dovrebbero accettare uno sconto del 66.3 per cento sui loro investimenti ma le fluttuazioni della moneta fanno si che l’offerta valga circa 51 centesimi per dollaro. Il governo ha tentato di persuadere la maggior parte dei creditori ad accettare un accordo ai tassi del 2005 ma i titolari dei rimanenti 20 miliardi hanno cercato di ottenere un accordo migliore. Nei fatti, con gli interessi sopra il periodo, il gruppo di creditori deve ricevere più di 29 miliardi di dollari.

Giungere ad un accordo è cruciale per l’Argentina poiché è stata effettivamente tagliata fuori dai mercati negli scorsi nove anni, impossibilitata a chiedere nuovi fondi per paura che i creditori avrebbero preteso quei soldi. In passato, i creditori dell’Argentina hanno fatto ricorso ai tribunali cercando di ottenere la confisca di ogni bene, dai vascelli navali alle residenze diplomatiche.

Mentre il governo assicura di non dover chiedere ancora fondi, ci sono da pagare 15 miliardi di debiti di questo anno e ci sono già piani per una vendita di 1 miliardo in bond.
di Richard Wray

Titolo originale: "Argentina to repay 2001 debt as Greece struggles to avoid default "

Fonte: http://www.guardian.co.uk

24 aprile 2010

La truffa dei derivati della Goldman Sachs



Quando la Security Exchange Commission, l’ente governativo di controllo dei mercati finanziari, ha contestato il reato di frode alla banca americana Goldman Sachs, non è stata una sorpresa. Al contrario. Si sapeva che presto o tardi qualche cosa di grosso sarebbe venuto a galla. I grandi finanzieri, più agguerriti che mai, da tempo erano tornati ai tavoli verdi dei giochi speculativi con i fondi dei salvataggi fatti dai governi e con i soldi presi a prestito a tasso zero.

La SEC ha denunciato la banca di New York di aver ingaggiato nel 2007 l’hedge fund di John Paulson, perché questo, insieme ad un altro ignaro selezionatore ACA, includesse nel paniere di un nuovo CDO (Collateralized Debt Obligation, una obbligazione speculativa), alcuni tra i titoli più a rischio del settore dei mutui subprime. Quel prodotto, chiamato Abacus 2007-AC1, fu in seguito dalla Goldman Sachs piazzato ai suoi clienti istituzionali, fondi pensioni, banche europee ed altri.

Nel contempo però lo stesso hedge fund J. Paulson & Co. apriva posizioni speculative al ribasso su sul CDO Abacus, scommettendo sul crollo del settore dei mutui casa. Mentre le famiglie perdevano la casa e le banche coinvolte nelle speculazioni dei crediti subprime andavano a gambe all’aria, Paulson incassava miliardi di dollari di profitti. La Goldman Sachs era consapevole delle truffa, anche perché, secondo la SEC, avrebbe ripetuto questo giochetto almeno altre 25 volte.

Che la Goldman Sachs fosse una “strana bestia”, lo avevamo già indicato da tempo. Infatti, essa compare per la prima volta a fine 2008 nel listino dell’istituto governativo “Office of the Comptroller of the Currency”, che include le grandi banche americane operanti sui mercati non regolamentati dei derivati. A quella data essa vantava derivati OTC per 30.200 miliardi di dollari, e a fine marzo 2009, cioè soltanto in tre mesi, ne aveva già 10.000 miliardi in più!

Oggi Goldman Sachs Group ha OTC per 49.000 miliardi di dollari a fronte di un valore reale dei suoi assets di 849 miliardi di dollari, cioè un cinquantottesimo Si ricordi che, nel mezzo della crisi finanziaria più grave e devastante della storia e mentre si gettava a capofitto nella speculazione in derivati, essa otteneva oltre 10 miliardi di dollari di aiuti TARP da parte del Tesoro. Intanto continuava a elargire bonus ai suoi manager per 4,8 miliardi.

Il crollo delle azioni della Gs sul mercato di Wall Street rischia di destabilizzare tutte le borse. La lobby delle banche è all’opera con il solito ricatto del too big to fail. Occorre, invece, fare subito luce su queste vicende, compreso il suo ruolo nel fallimento del colosso assicurativo AIG, che fu salvato con 180 miliardi di soldi pubblici, se davvero si vuole uscire dalle paludi delle crisi finanziaria ed economica globale.

La truffa della Gs è solo la punta dell’iceberg. I CDO sintetici e ad alto rischio sono stati manovrati anche dalla JP Morgan, dalla Citi Group e dalla Merrill Lynch negli Usa. Anche da altre banche in Europa, a cominciare dalla Deutsche Bank e dalla UBS svizzera.

I governi di Londra e di Berlino sono scesi in campo chiedendo, giustamente, informazioni alla SEC per valutare eventuali operazioni truffaldine della Gs anche nei loro paesi e nell’intera area dell’euro. Del resto il suo coinvolgimento nelle operazioni della Grecia di falsificazione dei bilanci, ne è la prova.

Naturalmente la Goldman Sachs non è l’unico lupo famelico!

Almeno due grandi banche europee, la ABN Ambro olandese, adesso parte della Royal Bank of Scotland, e la tedesca IKB, entrambe “golose” di CDO ad alto rischio, avevano enormi quantità di Abacus, perdendo oltre 1 miliardo di dollari per tali obbligazioni. Per la loro situazione di crisi complessiva, il governo tedesco e quello inglese hanno poi dovuto versare 83 miliardi di dollari di aiuti per salvarle dalla bancarotta.

Il presidente Obama nel suo ultimo discorso settimanale, riferendosi alla truffa della Gs, ha spinto a varare immediatamente la riforma finanziaria “per evitare gli eccessi compiuti con i derivati. Altrimenti si rischia di essere travolti da una nuova crisi”.

Non c’è più tempo da perdere. Servono le nuove regole e bisogna realizzare la Nuova Bretton Woods di cui tanto si è parlato.
di Mario Lettieri - Paolo Raimondi

23 aprile 2010

La Privatizzazione illecita

http://4.bp.blogspot.com/_XBvFfrA1jjU/ShyHbMTNpOI/AAAAAAAAFGM/M0irjv1pBfI/s400/blackwater.jpg
Ogni volta che Frank Anderson parla nel modo come ha fatto in un forum pubblico recente a Washington D.C. sulle “funzioni statali di base eseguite da affaristi”, la gente l’ascolti bene.
Mr. Anderson è il presidente del Middle Est Policy Council, ma in passato è stato il capo del Near East e della South Asia Division della CIA.
Tale discussione - ritrasmessa da C-Span – animata Mr. Anderson, si è svolta tra studiosi noti e insicuri politicizzati attenti alla sicurezza nazionale in tale area tumultuosa del mondo.
A Mr. Anderson fu chiesto di Blackwater, la corporation discussa i cui profitti vengono dai contratti del Pentagono e del Dipartimento di Stato per fornire sicurezza al personale del governo USA in Asia occidentale e centrale e per compiere varie operazioni segrete che creerebbero una crisi d’identità con la CIA.
Blackwater si è messa nei guai per aver sparato a civili iracheni senza subire provocazioni.
I lavoratori della corporation sono coinvolti in missioni sensibili, come la recente esplosione suicida di 2 agenti in Afganistan.
Ancora una volta, la linea tra funzioni governative e aziendali non è solo confusa, essa ha cessato di esistere.
L’On. J. Schakowsky (D-IL) definì Blackwater un “trasgressore seriale che mette spesso in pericolo la nostra missione, le vite dei nostri militari e costa la vita a civili innocenti”. Lei chiese perché Blackwater è impiegata ovunque dal governo USA.
Originata dalle attività di sicurezza nazionale, proprio per incontrare le richieste di lavoro per le agenzie segrete, sta turbando molti membri attivi e in pensione della difesa nazionale e delle agenzie di sicurezza.
Le contrattazione aziendali, lanciate tanto tempo fa da R. Reagan, sembrano ancora inarrestabili.
Ci sono più contrattisti in Iraq e Afganistan che soldati degli USA. Sono oltre duecentomila e bisognerebbe continuare a contare.
La ragione di questi contratti è (1) maggiore efficienza, (2) maggiore talento e (3) maggiore flessibilità personale ogni volta che questa è necessaria.
Primo, buttate via l’idea dei risparmi fiscali.
Mr. Anderson stima che i costi siano da due a tre volte più alti quando le corporations fanno il lavoro.
Altre stime sono più alte, persino se il cibo contaminato e l’acqua da bere non spediti, le appropriazioni indebite e la frode che costringono i revisori del Pentagono a svegliarsi di notte, non sono inclusi.
Gli specialisti dell’acquisizione governativa accusano i politici di creare schiere e file di contrattisti con i loro contratti forti e complicati che dissipano le contabilità.
E’ un incubo kafkiano dell’idea di stato multinazionale.
Certo, tutto ciò ha condotto al cervello di governo e a un canale abile per le multinazionali che pagano molto di più del governo.
Un ciclo vizioso di incapacità e inganno esterno stabilizza e permette ai dipartimenti governativi di razionalizzare di più la fuga dagli enti.
“E’ impossibile che noi si possa aver permesso agli uomini di affari di compiere le funzioni statali”, ha detto Mr. Anderson, specialmente ha aggiunto nelle aree dei “servizi segreti e dell’applicazione della violenza”.
Allo stesso forum, Bruce Riefel, docente anziano di politica estera al Brookings Institution, ex agente CIA e specialista sul Middle East Affaire, ha concordato con Mr. Anderson, lamentandosi moltissimo delle schiere di parate e contratti.
I signori Anderson e Riedel non sono più soli.
Le loro idee riflettono spesso un cerchio più grande di professionisti governativi che hanno visto il fuggi - fuggi di massa di contrattisti governativi da DOD, CIA AID e NASA.
Il Congresso è impegnato a guardare in questa follia che dilata i deficit e fugge dai modelli di servizio pubblico e di valori.
Le possibilità di cambiamento?
Mr. Anderson ha detto “fissare questo richiederebbe cambiamenti rivoluzionari”. Tale obbiettivo può venire solo dalla gente proverbiale - sveglia e determinata.
Se questo non accadrà, quello che Franklin Delano Roosevelt chiamò fascismo nel 1938 - che è il controllo “corporate” del governo - stringerà la sua presa molto costosa.
La mentalità del governo “corporate” non è ristretta a Washington, D.C. I governi statali sono svuotati anche con una frode simile, sebbene meno devastante, e con una fuga dalle responsabilità.
Proprio l’altra settimana, il nuovo governatore della Virginia, R. F. McDonnell, ha annunciato che permetterà ai segretari del suo gabinetto di fare doppi giuramenti lavorando nei consigli di amministrazione di imprese commerciali. La Virginia è uno degli stati che permette un conflitto di interesse interno tra i doveri verso i cittadini e la lealtà a un profitto aziendale specifico. Così il suo nuovo Secretary of Commerce and Trade, Robert Sledd, continuerà a sedere in tre consigli aziendali.
Nel suo lavoro giornaliero, Sledd è responsabile di 13 agenzie che regolano la politica commerciale, secondo il Washington Post.
Da questo lato, sta nel consiglio di un’impresa del tabacco e in un affare di forniture mediche. Giù in Arizona, un nuovo scivolamento verso i fossati è pronto per verificarsi.
Accerchiato da un grande deficit statale, i dirigenti statali e il loro governo rifiutano di cessare il benefici aziendale e i relativi sgravi e sussidi fiscali.
Al contrario, hanno messo il cartello “vendesi” al palazzo statale di Arizona per realizzare $735 milioni e pagare dopo l’affitto agli acquirenti!! (Breaking News--Svendita fatta!)
Sono in vendita anche, tra le altre strutture, gli edifici del legislativo, il Department of Public Safety, le prigioni e il Coliseum statale.
Per gli psichiatri sociali e per gli economisti dell’efficienza: per favore aiutateci a capire.
Non avrebbero fatto meglio per i legislatori statali a vendere proprio le spalle delle loro giacchette agli inserzionisti delle imprese?
In tal caso come minimo, ci sarebbe la verità nello slogan!

di Ralph Nader

21 aprile 2010

L'Argentina sta saldando il debito del 2001, mentre la Grecia lotta





La Grecia fa di tutto per evitare di guadagnarsi la reputazione di Paese poco attento ai debiti, come l’Argentina dieci anni fa

Per scacciare i fantasmi del suo passato economico, l’Argentina ha proposto di pagare l’ultimo gruppo di creditori risalenti al suo crack finanziario da 100 miliardi di dollari di dieci anni fa, mentre la Greca si sta impegnando in una battaglia per evitare lo stesso destino. Il primo ministro greco George Papandreu ha detto questa mattina al parlamento che è sbagliato credere che la nazione, pur pesantemente indebitata, sia fallita, solo perché il Fondo Monetario Internazionale si è offerto di farla uscire dai guai.

Rappresentanti del FMI dovranno recarsi la prossima settimana ad Atene per discutere quali misure saranno necessarie a curare l’economia, dopo che il ministro dell’economia greco ha richiesto al Fondo e all’Europa che si metta a punto un piano di salvataggio da 45 miliardi di euro.

“Oggi c’è un meccanismo di aiuto dove prima non ce n’era nessuno” ha dichiarato Papandreu. “E’ un ancora di salvezza per la Nazione contro la speculazione finanziaria e una concreta manifestazione di aiuto da parte dell’Unione Europea. Il coinvolgimento del FMI non significa che il Paese sia in bancarotta. L’attivazione dei meccanismi dell’UE o del FMI sarà decisa a seconda degli interessi della nazione.”

La Grecia fa di tutto per evitare di guadagnarsi la reputazione di Paese poco attento ai debiti, come l’Argentina dieci anni fa. Nella notte il paese ha annunciato dettagli di un’offerta di scambio del debito che sta proponendo ai possessori di circa 20 miliardi di bonds ancora non pagati dal crack del 2001.

Il ministro argentino dell’economia Amado Badou ha detto che attraverso questa offerta il governo spera di “farla finita con la vergogna del 2001 una volta per tutte”. I creditori dovrebbero accettare uno sconto del 66.3 per cento sui loro investimenti ma le fluttuazioni della moneta fanno si che l’offerta valga circa 51 centesimi per dollaro. Il governo ha tentato di persuadere la maggior parte dei creditori ad accettare un accordo ai tassi del 2005 ma i titolari dei rimanenti 20 miliardi hanno cercato di ottenere un accordo migliore. Nei fatti, con gli interessi sopra il periodo, il gruppo di creditori deve ricevere più di 29 miliardi di dollari.

Giungere ad un accordo è cruciale per l’Argentina poiché è stata effettivamente tagliata fuori dai mercati negli scorsi nove anni, impossibilitata a chiedere nuovi fondi per paura che i creditori avrebbero preteso quei soldi. In passato, i creditori dell’Argentina hanno fatto ricorso ai tribunali cercando di ottenere la confisca di ogni bene, dai vascelli navali alle residenze diplomatiche.

Mentre il governo assicura di non dover chiedere ancora fondi, ci sono da pagare 15 miliardi di debiti di questo anno e ci sono già piani per una vendita di 1 miliardo in bond.
di Richard Wray

Titolo originale: "Argentina to repay 2001 debt as Greece struggles to avoid default "

Fonte: http://www.guardian.co.uk