05 giugno 2010

La globalizzazione della menzogna


Due notizie, trasmesse quasi in contemporanea, hanno occupato le pagine dei giornali nei giorni scorsi. La prima, ampiamente pubblicizzata, concerneva l’assalto israeliano al convoglio umanitario diretto a Gaza; la seconda, soffocata dalla prima, riportava le dichiarazioni di Horst Köhler, presidente della Repubblica federale tedesca e già direttore del Fondo Monetario Internazionale, circa gli interessi economici che starebbero alla base delle cosiddette operazioni di “peacekeeping”.
Un filo comune lega in qualche modo le due notizie. E’ assodato che se Israele, con la sua collocazione geografica in un’area altamente strategica, non rappresentasse un interesse per gli Stati Uniti e i loro alleati, lo Stato ebraico avrebbe smesso da tempo di fare impunemente i propri comodi. Meno assodato – e comunque insolito nella prassi diplomatica – è che una personalità come il Presidente della Repubblica Federale tedesca ci venga a dire senza mezzi termini che le guerre condotte in nome della libertà e per esportare democrazia in realtà nascondono fini tutt’altro che ideali e leciti.
Ma andiamo per gradi. Quello che è successo nel corso dell’assalto dei militari israeliani, in acque internazionali, al convoglio umanitario che trasportava viveri, medicinali, vestiario e prefabbricati alla popolazione di Gaza è ormai noto a tutti, nonostante i fragili tentativi di smentita dei responsabili della carneficina che avevano da tempo programmato l’azione dandole anche un nome: “Skywind”, Vento dal cielo. Così come è noto a tutti quello che i mandanti del terrorismo israeliano (cosa diversa dalla maggioranza della popolazione ebraica che non condivide le iniziative criminali dei Netanyahu, delle Tzipi Livni e della banda sionista) stanno facendo da anni infischiandosene delle continue risoluzioni delle Nazione Unite 1.
Nota a tutti è anche la posizione italiana in seno al Consiglio dei Diritti dell’Uomo dell’ ONU, dove – con 32 voti favorevoli su 47 (contrari USA e Italia) - è stata adottata una risoluzione che chiede un’”inchiesta internazionale” sull’ultimo blitz israeliano. “Israele – ha spiegato il sottosegretario Vincenzo Scotti motivando il voto italiano – è un paese democratico in grado di condurre un’inchiesta indipendente”. Come dire che l’ assassino è in grado di emettere un giudizio obiettivo sul suo operato. In precedenza il sottosegretario Alfredo Mantica aveva affermato che quella della “Freedom Flottiglia” era stata “una provocazione voluta…per vedere fino a che punto Israele reagisce… Sperare che Israele non reagisse era un’illusione. Il principio della rappresaglia israeliana è un principio conosciuto nel mondo” (sarebbe interessante sapere come Mantica giudica oggi le rappresaglie tedesche del 1945, quelle contemplate dalla Convenzione di Ginevra del 1929).
Non risulta che i punti di vista dei suddetti politici, il primo ex vecchia volpe democristiana, l’altro già esponente di punta del MSI “né USA né URSS”, siano gli stessi espressi fino a ieri. Del resto, neanche il buon Ministro Frattini assomiglia più tanto al Franco Frattini che scriveva sul “Manifesto”e militava in aree politiche ben diverse dall’attuale. Vien da chiedersi se tanta puntuale sintonia tra persone provenienti da aree ideologiche così lontane tra loro, sia da considerarsi sentita e spontanea.
Anche quanto accade oggi in Afghanistan o in Iraq è noto ai più, ma la maggior distanza da quel teatro di operazioni e le differenze culturali con quel mondo rendono la comprensione di quei fenomeni più ardua. Certamente Sabra e Shatila, l’operazione “Piombo fuso” o l’assalto alla “Freedom Flotilla” sono episodi circoscritti, più facilmente individuabili e leggibili e quindi meno malleabili.
Ecco perché le dichiarazioni del Presidente della Repubblica di Germania sono state minimizzate dai media e accantonate in fretta: perché, pur lapalissiane, risultano alla cricca dominante di un’enormità e di una gravità inaudite. Perché aprono scenari incomprensibili in chi è stato addomesticato dai media asserviti alle lobbies a non considerare minimamente le ragioni di un popolo invaso, a credere alle menzogne delle “armi di distruzione di massa” e alla necessità di vietare la costruzione della bomba atomica all’Iran da parte dell’unico Paese, gli USA, che ne ha fatto uso fino ad oggi; a pretendere l’ impiccagione di un uomo, Saddam Hussein, che fu accettato come alleato dai suoi giustizieri, anche dopo aver compiuto i suoi genocidi.
Orbene, come si permette questo insigne signore di dire al mondo che dietro alle operazioni di “peacekeeping” vi sono solo interessi economici? Perché non si allinea alle posizioni comuni dei piccoli e grandi cialtroni di questo mondo globalizzato? Ha sbagliato. Il presidente della Repubblica Federale di Germania, rappresentante anche di quel 65% di tedeschi contrari all’intervento in Afghanistan, doveva ripetere quello che Angela Merkel non si stanca mai di ribadire: che la missione in quel Paese è necessaria per difendersi dal terrorismo internazionale.
Doveva fare quello che fanno il nostro Presidente della Repubblica e i nostri ministri economici: tacere e mettersi in riga. Fingendo di non sapere che, se la nostra economia non collassa, lo deve in gran parte all’ottima salute che gode il settore dell’esportazioni di armamenti che nel 2009 ha segnato un incremento del 64%; ignorando che nel 2008 le aziende italiane (per la maggior parte Finmeccanica) hanno firmato contratti per quasi 4 miliardi di dollari, superate solo dagli Stati Uniti che con i loro 37 miliardi controllano più dei due terzi del mercato mondiale.
Pensate a come sarebbe ridotta la nostra bilancia dei pagamenti se non ci fossero le guerre in Iraq ed in Afghanistan, il terrorismo, i movimenti di guerriglia sparsi in tutto il mondo. Pensate ai nostri istituti di credito, alle banche, che solo nel 2009 hanno movimentato qualcosa come 3.79 miliardi, il 61% in più rispetto al 2008. E pensate magari anche alla buonafede di quei clienti che, sottoscrivendo un fondo, non pensano minimamente che stanno finanziando il commercio di armi o di mine antiuomo2.
Ma questo non si deve dire: in nome del mercato l’umanità può anche perdere il suo volto. ”Geld macht frei”.

1) Assemblea Generale (AG): Risoluzione 194 (III) (11/12/1948): I profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele

di Antonio Serena

04 giugno 2010

Bilderberg: la cospirazione pubblica



Adesso l’agenda per un governo globale e’ pubblica. L'importanza del Gruppo Bilderberger si basa sui politici controllati.

Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, quello che rende importante la riunione annuale del Gruppo Bilderger è quali siano le personalita’ politiche che si stanno coltivando per appoggiare tali sviluppi. La maggioranza degli argomenti della riunione annuale sono stati resi pubblici nelle scorse settimane: la possibilita di un attacco militare contro l'Iran e il futuro crollo dell’euro.

I membri della Commisione Trilaterale, abituali partecipanti a tali riumioni, hanno fatto sapere che si parlera’ seriamente di una Guerra contro l'Iran da tenersi mentre l’elite approfitta delle conseguenze della crisi economica per centralizzare e rendere piu stretti i regolamenti riguardanti le operazioni finanziarie.

Nella foto: Ben Bernanke si reca a una riunione del gruppo Bilderberg

Le conseguenze di una eventuale guerra contro l'Iran provocheranno una spaccatura tra i membri del Gruppo Bilderberger come e’ gia successo nel caso della guerra all'Iraq.

Durante il recente incontro avvenuto a Dublino, i membri della Commissione Trilaterale, in cui solitamente si discutono gli stessi argomenti che verrano poi trattati negli incontri Bilderberger, Mikhail Slobodovsici (principale consigliere del gruppo Russo) parlando con un membro di We Are Change, che aveva scambiato per un collega, si e' lasciato sfuggire: “Stiamo cambiando il mondo…Abbiamo bisogno di un governo mondiale” e, parlando poi di Iran “dobbiamo liberarci di loro”.

Il presidente del Fondo Monetario Internazionale, e membro del Gruppo Bilderberger, Dominique Strauss Kahn in un recente discorso fatto ad una riunione elitista a Zurigo ha riconfermato la tendenza a presentare l'opzione del governo mondiale come unica soluzione per risolvere la crisi economica quando ha detto che i globalisti devono vedere la crisi ‘come una opportunita’ per arrivare ad ‘una nuova moneta emessa da un banca centrale mondiale’.

Le nostri fonti presso il Bilderberger indicano che esiste una grande frattura nei gruppi globalisti elitisti.

Gli elitisti piu giovani ed i nouveaux riche sono preoccupati perche l'economia globale sta affondando troppo presto e troppo velocemente, cosa che potrebbe provocare sul lungo termine conseguenze drastiche anche sulla propria influenza e ricchezza.

Zbigniew Brzezinski, cofondatore e importante membro della Commissione Trilaterale, ha recentemente parlato di tali fratture all’interno del movimento globalista elitista in un contesto geopolitico aggiungendo che ‘un risveglio politico globale’ congiuntamente agli scontri intestini tra la elite sta minacciando di bloccare la spinta verso un governo mondiale.

Nelle scorse settimane i globalisti hanno anche pubblicamente discusso i tempi tecnici a proposito se e quando l'euro come moneta unica collassera' e se tale collasso dell’euro sara’ seguito dal collasso del dollaro americano

David Blanchflower, ex stratega della Banca di Inghilterra, ha indicato a Bloomberg News che la regione monetaria che utilizza l’euro come moneta comune potrebbe disitntegrarsi como risultato della crisi causata dal debito Greco che minaccia di coinvolgere altri Paesi in Europa.

Jim Tucker, veterano conoscitore dei Bilderberger, fa notare nel suo ultimo articolo che, gia' da varie settimane, i mezzi di comunicazione di massa stanno preparando la gente ad accettare l’agenda dei globalisti elitisti del Gruppo Bilderberger.

“I mezzi di informazione in Europa e nell’Emisfero Occidentale controllati dai Bilderbeger stanno condizionando il pubblico ad accettare due degli obiettivi piu importanti della elite super segreta ancora prima del meeting che si terra' a Sitges, Spagna, dal 4 al 7 giugno: un attacco militare americano contro l'Iran ed il salvataggio finanziario della Grecia e altri Paesi della Unione Europea”, scrive Tucker.

Adesso che l'agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, la funzione principale del Gruppo Bilderger e' di sviluppare i contatti con le personalita’ politiche che terranno in un prossimo futuro importanti posizioni nella gerarchia politica del nuovo mondo.

Una delle cose piu interessanti da sapere a proposito della riunione del Bilderberger che si terra' a Sitges, Spagna, e' chi saranno i partecipanti. In Inghilterra il nuovo governo di coalizione Inglese di David Cameron si e' opposto a parole al progetto dei Bilderberger per l’Europa, pero' si e' dato da fare per nominare politici pro-Europeisti per posti importanti. E' interessante osservare la presenza eventuale di Cameron e del suo compare Clegg, cos^ come sara interessante vedere se verranno invitati alla riunione membri del Partito Laburista adesso all'opposizione.

Dopo le dimissioni del servo dei Bilderberger Gordon Brown e' certo che i Bilderberger pongano il veto a potenziali candidati a Primo Ministro come David Milliband.

di Paul Joseph Watson


Titolo originale: "Bilderberg: The Open Conspiracy "

03 giugno 2010

Mandrake, il Mago: l’alternativa c’è, ma non si vede


Preparando le bozze di un libello che fosse sia divertente quanto chiaro nello spiegare i trucchi della prestidigitazione bancaria [1], mi è venuto in mente questo titolo allusivo. Lo spunto è stata l’ultima frase del recente discorso di Bini Smaghi della BCE [2], quando conclude dicendo che “Non ci sono alternative”. Un mantra già utilizzato a suo tempo dalla malata di Alzheimer Margaret Thatcher.

Tra i trucchi degli autocrati non-eletti governatori delle banche centrali (e quindi governatori dei paesi che vi si sono sottomessi), c’è quello di ricorrere a “TINA”, acronimo inglese che sta per: “There Is No Alternative”, non c’è alternativa. Lo scopo ipnotico della frase, usato da chi ha poca fantasia, scarsa istruzione o è in piena malafede, è quello di sfuggire alla spiegazione del perché non vi sarebbero alternative. Questo trucco in realtà viene usato anche più in basso nella scala sociale. Ricordo ad esempio un curioso episodio di un conoscente che propose di passare una settimana in compagnia ad una simpatica fanciulla e di come questa insistesse piuttosto che lui si ricoverasse in una clinica psichiatrica, sostenendo, per l’appunto, TINA !

Tornando alle cose serie che interessano il lettore, non ci sarebbe alternativa ad un programma di lacrime e sangue per ripianare i deficit dei paesi indebitati. Ma proprio ieri sera alle 23 in televisione, su ITALIA1, Raz Degan intervistava David Icke che spiegava una possibile alternativa: licenziare il governatore della Banca Centrale, ridurla a mera tipografia di banconote da cedere allo stato al prezzo di costo. Stiamo parlando che il biglietto da 500 euro costerebbe così allo stato pochi centesimi, invece che di dover fare la figura del pagliaccio parlando di evasione fiscale (come faceva alla stessa ora Tremonti su RaiTre nella trasmissione BALLARO’) come dell’urgenza per ripianare il bilancio…

In sostanza, se lo stato comprasse i soldi al costo, i 700 miliardi che spende ogni anno gli costerebbero pochi milioni di tipografia. Potrebbe così rinunciare alle tasse anche totalmente, facendo riprendere fiato al paese e recuperando un po’ di credibilità prima che sia troppo tardi. Prima che le forze dell’ordine e la magistratura scoprano che, ritornando alla legalità monetaria, il loro stesso stipendio raddoppierebbe (non ci sarebbe più alcun bisogno di alcuna trattenuta). Questa è la proposta pacifica di Icke.

Il compianto professor Giacinto Auriti andava oltre, proponendo di istituire un reddito di cittadinanza addirittura, in modo da eliminare la microcriminalità e consentire la piena attuazione della Carta fondamentale dei diritti dell’uomo. Tanto, cosa costa ad uno stato onesto che paga il denaro al costo? Potrebbe addirittura permettersi delle colonie per vacanze estive per bambini di famiglie meno abbienti…

L’ostacolo è evidente: dietro alla proprietà delle banche centrali ed al loro falso in bilancio, si nasconde una truppa di “rentiers” che di fronte a questa minaccia non esitarono a scatenare la seconda guerra mondiale. Ma oggi i tempi sono cambiati. Dopo 70 anni di occupazione monetaria il nostro paese è pronto, almeno in occasione della celebrazione del 150 anno dell’Italia, ad aprire gli occhi. Anche perché, caro presidente Napolitano, i suoi discorsi – a chi ha già capito il trucco – paiono ormai davvero i vaneggiamenti di un vecchio un po’ rimbambito…

Come vorrebbe passare alla storia, Presidente? Come l’ultimo italiano che ha capito la truffa del signoraggio privato? Come un complice di Mandraghi? [3] Suvvìa, un po’ di serietà. Cominci con lo svelare che dietro alle stragi c’era Bankenstein e che gli obiettivi raggiunti a suon di bombe sono stati: la privatizzazione anarchica di Bankitalia, l’evirazione della sovranità monetaria al paese, l’orgasmo dell’alto tradimento consumato col Trattato di Maastricht (firmato da De Michelis…). Ci vuole davvero tanto ad aprire gli occhi? Salviamo almeno la faccia, per una volta.

Marco Saba

1] Titolo: “Le avventure di Mandraghi, il Mago”
Alcuni capitoletti già pubblicati:
I trucchi di Mandraghi: la Smaterializzazione
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/i-trucchi-di-mandraghi-la.html
I trucchi di Mandraghi: la Misdirection
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/i-trucchi-di-mandraghi-capitolo-2-la.html
i trucchi di Mandraghi: la Naturalezza
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/tutti-i-trucchi-di-mandraghi-la.html

2] “Challenges for the Euro Area, and the World Economy”, Rabat, 28 May 2010
http://www.ecb.int/press/key/date/2010/html/sp100528.en.html

“What we are currently experiencing is a crisis of public finances in advanced economies. It started with Greece, and the euro, because of the specific institutional framework which prevents Greece and the other euro area countries from using the inflation tax to overcome their budgetary problems. This will force euro area countries to address their fiscal positions earlier. It’s not easy. But it will be done, because it can be done and it has to be done in any case. And, last but not least, because there are no alternatives. ”

3] Nel solito penoso discorso annuale davanti alla Banca d’Italia, anche il governatore Mario Draghi ormai s’è accorto dell’ipocrisia del fatto che sia la Banca Centrale a comprare titoli d’indebitamento dello stato, redarguendo Trichet, quando lo stato potrebbe benissimo tagliare le enormi spese superflue (stampandosi i soldi da solo, come già fa però con le sole monete metalliche).

Vedi: Considerazioni finali del Governatore (E MI SA’ STAVOLTA SONO FINALI DAVVERO)
http://www.bancaditalia.it/interventi/integov/2010/cf_09/cf09/cf09_considerazioni_finali.pdf

05 giugno 2010

La globalizzazione della menzogna


Due notizie, trasmesse quasi in contemporanea, hanno occupato le pagine dei giornali nei giorni scorsi. La prima, ampiamente pubblicizzata, concerneva l’assalto israeliano al convoglio umanitario diretto a Gaza; la seconda, soffocata dalla prima, riportava le dichiarazioni di Horst Köhler, presidente della Repubblica federale tedesca e già direttore del Fondo Monetario Internazionale, circa gli interessi economici che starebbero alla base delle cosiddette operazioni di “peacekeeping”.
Un filo comune lega in qualche modo le due notizie. E’ assodato che se Israele, con la sua collocazione geografica in un’area altamente strategica, non rappresentasse un interesse per gli Stati Uniti e i loro alleati, lo Stato ebraico avrebbe smesso da tempo di fare impunemente i propri comodi. Meno assodato – e comunque insolito nella prassi diplomatica – è che una personalità come il Presidente della Repubblica Federale tedesca ci venga a dire senza mezzi termini che le guerre condotte in nome della libertà e per esportare democrazia in realtà nascondono fini tutt’altro che ideali e leciti.
Ma andiamo per gradi. Quello che è successo nel corso dell’assalto dei militari israeliani, in acque internazionali, al convoglio umanitario che trasportava viveri, medicinali, vestiario e prefabbricati alla popolazione di Gaza è ormai noto a tutti, nonostante i fragili tentativi di smentita dei responsabili della carneficina che avevano da tempo programmato l’azione dandole anche un nome: “Skywind”, Vento dal cielo. Così come è noto a tutti quello che i mandanti del terrorismo israeliano (cosa diversa dalla maggioranza della popolazione ebraica che non condivide le iniziative criminali dei Netanyahu, delle Tzipi Livni e della banda sionista) stanno facendo da anni infischiandosene delle continue risoluzioni delle Nazione Unite 1.
Nota a tutti è anche la posizione italiana in seno al Consiglio dei Diritti dell’Uomo dell’ ONU, dove – con 32 voti favorevoli su 47 (contrari USA e Italia) - è stata adottata una risoluzione che chiede un’”inchiesta internazionale” sull’ultimo blitz israeliano. “Israele – ha spiegato il sottosegretario Vincenzo Scotti motivando il voto italiano – è un paese democratico in grado di condurre un’inchiesta indipendente”. Come dire che l’ assassino è in grado di emettere un giudizio obiettivo sul suo operato. In precedenza il sottosegretario Alfredo Mantica aveva affermato che quella della “Freedom Flottiglia” era stata “una provocazione voluta…per vedere fino a che punto Israele reagisce… Sperare che Israele non reagisse era un’illusione. Il principio della rappresaglia israeliana è un principio conosciuto nel mondo” (sarebbe interessante sapere come Mantica giudica oggi le rappresaglie tedesche del 1945, quelle contemplate dalla Convenzione di Ginevra del 1929).
Non risulta che i punti di vista dei suddetti politici, il primo ex vecchia volpe democristiana, l’altro già esponente di punta del MSI “né USA né URSS”, siano gli stessi espressi fino a ieri. Del resto, neanche il buon Ministro Frattini assomiglia più tanto al Franco Frattini che scriveva sul “Manifesto”e militava in aree politiche ben diverse dall’attuale. Vien da chiedersi se tanta puntuale sintonia tra persone provenienti da aree ideologiche così lontane tra loro, sia da considerarsi sentita e spontanea.
Anche quanto accade oggi in Afghanistan o in Iraq è noto ai più, ma la maggior distanza da quel teatro di operazioni e le differenze culturali con quel mondo rendono la comprensione di quei fenomeni più ardua. Certamente Sabra e Shatila, l’operazione “Piombo fuso” o l’assalto alla “Freedom Flotilla” sono episodi circoscritti, più facilmente individuabili e leggibili e quindi meno malleabili.
Ecco perché le dichiarazioni del Presidente della Repubblica di Germania sono state minimizzate dai media e accantonate in fretta: perché, pur lapalissiane, risultano alla cricca dominante di un’enormità e di una gravità inaudite. Perché aprono scenari incomprensibili in chi è stato addomesticato dai media asserviti alle lobbies a non considerare minimamente le ragioni di un popolo invaso, a credere alle menzogne delle “armi di distruzione di massa” e alla necessità di vietare la costruzione della bomba atomica all’Iran da parte dell’unico Paese, gli USA, che ne ha fatto uso fino ad oggi; a pretendere l’ impiccagione di un uomo, Saddam Hussein, che fu accettato come alleato dai suoi giustizieri, anche dopo aver compiuto i suoi genocidi.
Orbene, come si permette questo insigne signore di dire al mondo che dietro alle operazioni di “peacekeeping” vi sono solo interessi economici? Perché non si allinea alle posizioni comuni dei piccoli e grandi cialtroni di questo mondo globalizzato? Ha sbagliato. Il presidente della Repubblica Federale di Germania, rappresentante anche di quel 65% di tedeschi contrari all’intervento in Afghanistan, doveva ripetere quello che Angela Merkel non si stanca mai di ribadire: che la missione in quel Paese è necessaria per difendersi dal terrorismo internazionale.
Doveva fare quello che fanno il nostro Presidente della Repubblica e i nostri ministri economici: tacere e mettersi in riga. Fingendo di non sapere che, se la nostra economia non collassa, lo deve in gran parte all’ottima salute che gode il settore dell’esportazioni di armamenti che nel 2009 ha segnato un incremento del 64%; ignorando che nel 2008 le aziende italiane (per la maggior parte Finmeccanica) hanno firmato contratti per quasi 4 miliardi di dollari, superate solo dagli Stati Uniti che con i loro 37 miliardi controllano più dei due terzi del mercato mondiale.
Pensate a come sarebbe ridotta la nostra bilancia dei pagamenti se non ci fossero le guerre in Iraq ed in Afghanistan, il terrorismo, i movimenti di guerriglia sparsi in tutto il mondo. Pensate ai nostri istituti di credito, alle banche, che solo nel 2009 hanno movimentato qualcosa come 3.79 miliardi, il 61% in più rispetto al 2008. E pensate magari anche alla buonafede di quei clienti che, sottoscrivendo un fondo, non pensano minimamente che stanno finanziando il commercio di armi o di mine antiuomo2.
Ma questo non si deve dire: in nome del mercato l’umanità può anche perdere il suo volto. ”Geld macht frei”.

1) Assemblea Generale (AG): Risoluzione 194 (III) (11/12/1948): I profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele

di Antonio Serena

04 giugno 2010

Bilderberg: la cospirazione pubblica



Adesso l’agenda per un governo globale e’ pubblica. L'importanza del Gruppo Bilderberger si basa sui politici controllati.

Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, quello che rende importante la riunione annuale del Gruppo Bilderger è quali siano le personalita’ politiche che si stanno coltivando per appoggiare tali sviluppi. La maggioranza degli argomenti della riunione annuale sono stati resi pubblici nelle scorse settimane: la possibilita di un attacco militare contro l'Iran e il futuro crollo dell’euro.

I membri della Commisione Trilaterale, abituali partecipanti a tali riumioni, hanno fatto sapere che si parlera’ seriamente di una Guerra contro l'Iran da tenersi mentre l’elite approfitta delle conseguenze della crisi economica per centralizzare e rendere piu stretti i regolamenti riguardanti le operazioni finanziarie.

Nella foto: Ben Bernanke si reca a una riunione del gruppo Bilderberg

Le conseguenze di una eventuale guerra contro l'Iran provocheranno una spaccatura tra i membri del Gruppo Bilderberger come e’ gia successo nel caso della guerra all'Iraq.

Durante il recente incontro avvenuto a Dublino, i membri della Commissione Trilaterale, in cui solitamente si discutono gli stessi argomenti che verrano poi trattati negli incontri Bilderberger, Mikhail Slobodovsici (principale consigliere del gruppo Russo) parlando con un membro di We Are Change, che aveva scambiato per un collega, si e' lasciato sfuggire: “Stiamo cambiando il mondo…Abbiamo bisogno di un governo mondiale” e, parlando poi di Iran “dobbiamo liberarci di loro”.

Il presidente del Fondo Monetario Internazionale, e membro del Gruppo Bilderberger, Dominique Strauss Kahn in un recente discorso fatto ad una riunione elitista a Zurigo ha riconfermato la tendenza a presentare l'opzione del governo mondiale come unica soluzione per risolvere la crisi economica quando ha detto che i globalisti devono vedere la crisi ‘come una opportunita’ per arrivare ad ‘una nuova moneta emessa da un banca centrale mondiale’.

Le nostri fonti presso il Bilderberger indicano che esiste una grande frattura nei gruppi globalisti elitisti.

Gli elitisti piu giovani ed i nouveaux riche sono preoccupati perche l'economia globale sta affondando troppo presto e troppo velocemente, cosa che potrebbe provocare sul lungo termine conseguenze drastiche anche sulla propria influenza e ricchezza.

Zbigniew Brzezinski, cofondatore e importante membro della Commissione Trilaterale, ha recentemente parlato di tali fratture all’interno del movimento globalista elitista in un contesto geopolitico aggiungendo che ‘un risveglio politico globale’ congiuntamente agli scontri intestini tra la elite sta minacciando di bloccare la spinta verso un governo mondiale.

Nelle scorse settimane i globalisti hanno anche pubblicamente discusso i tempi tecnici a proposito se e quando l'euro come moneta unica collassera' e se tale collasso dell’euro sara’ seguito dal collasso del dollaro americano

David Blanchflower, ex stratega della Banca di Inghilterra, ha indicato a Bloomberg News che la regione monetaria che utilizza l’euro come moneta comune potrebbe disitntegrarsi como risultato della crisi causata dal debito Greco che minaccia di coinvolgere altri Paesi in Europa.

Jim Tucker, veterano conoscitore dei Bilderberger, fa notare nel suo ultimo articolo che, gia' da varie settimane, i mezzi di comunicazione di massa stanno preparando la gente ad accettare l’agenda dei globalisti elitisti del Gruppo Bilderberger.

“I mezzi di informazione in Europa e nell’Emisfero Occidentale controllati dai Bilderbeger stanno condizionando il pubblico ad accettare due degli obiettivi piu importanti della elite super segreta ancora prima del meeting che si terra' a Sitges, Spagna, dal 4 al 7 giugno: un attacco militare americano contro l'Iran ed il salvataggio finanziario della Grecia e altri Paesi della Unione Europea”, scrive Tucker.

Adesso che l'agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato e’ riconosciuta pubblicamente ed apertamente, la funzione principale del Gruppo Bilderger e' di sviluppare i contatti con le personalita’ politiche che terranno in un prossimo futuro importanti posizioni nella gerarchia politica del nuovo mondo.

Una delle cose piu interessanti da sapere a proposito della riunione del Bilderberger che si terra' a Sitges, Spagna, e' chi saranno i partecipanti. In Inghilterra il nuovo governo di coalizione Inglese di David Cameron si e' opposto a parole al progetto dei Bilderberger per l’Europa, pero' si e' dato da fare per nominare politici pro-Europeisti per posti importanti. E' interessante osservare la presenza eventuale di Cameron e del suo compare Clegg, cos^ come sara interessante vedere se verranno invitati alla riunione membri del Partito Laburista adesso all'opposizione.

Dopo le dimissioni del servo dei Bilderberger Gordon Brown e' certo che i Bilderberger pongano il veto a potenziali candidati a Primo Ministro come David Milliband.

di Paul Joseph Watson


Titolo originale: "Bilderberg: The Open Conspiracy "

03 giugno 2010

Mandrake, il Mago: l’alternativa c’è, ma non si vede


Preparando le bozze di un libello che fosse sia divertente quanto chiaro nello spiegare i trucchi della prestidigitazione bancaria [1], mi è venuto in mente questo titolo allusivo. Lo spunto è stata l’ultima frase del recente discorso di Bini Smaghi della BCE [2], quando conclude dicendo che “Non ci sono alternative”. Un mantra già utilizzato a suo tempo dalla malata di Alzheimer Margaret Thatcher.

Tra i trucchi degli autocrati non-eletti governatori delle banche centrali (e quindi governatori dei paesi che vi si sono sottomessi), c’è quello di ricorrere a “TINA”, acronimo inglese che sta per: “There Is No Alternative”, non c’è alternativa. Lo scopo ipnotico della frase, usato da chi ha poca fantasia, scarsa istruzione o è in piena malafede, è quello di sfuggire alla spiegazione del perché non vi sarebbero alternative. Questo trucco in realtà viene usato anche più in basso nella scala sociale. Ricordo ad esempio un curioso episodio di un conoscente che propose di passare una settimana in compagnia ad una simpatica fanciulla e di come questa insistesse piuttosto che lui si ricoverasse in una clinica psichiatrica, sostenendo, per l’appunto, TINA !

Tornando alle cose serie che interessano il lettore, non ci sarebbe alternativa ad un programma di lacrime e sangue per ripianare i deficit dei paesi indebitati. Ma proprio ieri sera alle 23 in televisione, su ITALIA1, Raz Degan intervistava David Icke che spiegava una possibile alternativa: licenziare il governatore della Banca Centrale, ridurla a mera tipografia di banconote da cedere allo stato al prezzo di costo. Stiamo parlando che il biglietto da 500 euro costerebbe così allo stato pochi centesimi, invece che di dover fare la figura del pagliaccio parlando di evasione fiscale (come faceva alla stessa ora Tremonti su RaiTre nella trasmissione BALLARO’) come dell’urgenza per ripianare il bilancio…

In sostanza, se lo stato comprasse i soldi al costo, i 700 miliardi che spende ogni anno gli costerebbero pochi milioni di tipografia. Potrebbe così rinunciare alle tasse anche totalmente, facendo riprendere fiato al paese e recuperando un po’ di credibilità prima che sia troppo tardi. Prima che le forze dell’ordine e la magistratura scoprano che, ritornando alla legalità monetaria, il loro stesso stipendio raddoppierebbe (non ci sarebbe più alcun bisogno di alcuna trattenuta). Questa è la proposta pacifica di Icke.

Il compianto professor Giacinto Auriti andava oltre, proponendo di istituire un reddito di cittadinanza addirittura, in modo da eliminare la microcriminalità e consentire la piena attuazione della Carta fondamentale dei diritti dell’uomo. Tanto, cosa costa ad uno stato onesto che paga il denaro al costo? Potrebbe addirittura permettersi delle colonie per vacanze estive per bambini di famiglie meno abbienti…

L’ostacolo è evidente: dietro alla proprietà delle banche centrali ed al loro falso in bilancio, si nasconde una truppa di “rentiers” che di fronte a questa minaccia non esitarono a scatenare la seconda guerra mondiale. Ma oggi i tempi sono cambiati. Dopo 70 anni di occupazione monetaria il nostro paese è pronto, almeno in occasione della celebrazione del 150 anno dell’Italia, ad aprire gli occhi. Anche perché, caro presidente Napolitano, i suoi discorsi – a chi ha già capito il trucco – paiono ormai davvero i vaneggiamenti di un vecchio un po’ rimbambito…

Come vorrebbe passare alla storia, Presidente? Come l’ultimo italiano che ha capito la truffa del signoraggio privato? Come un complice di Mandraghi? [3] Suvvìa, un po’ di serietà. Cominci con lo svelare che dietro alle stragi c’era Bankenstein e che gli obiettivi raggiunti a suon di bombe sono stati: la privatizzazione anarchica di Bankitalia, l’evirazione della sovranità monetaria al paese, l’orgasmo dell’alto tradimento consumato col Trattato di Maastricht (firmato da De Michelis…). Ci vuole davvero tanto ad aprire gli occhi? Salviamo almeno la faccia, per una volta.

Marco Saba

1] Titolo: “Le avventure di Mandraghi, il Mago”
Alcuni capitoletti già pubblicati:
I trucchi di Mandraghi: la Smaterializzazione
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/i-trucchi-di-mandraghi-la.html
I trucchi di Mandraghi: la Misdirection
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/i-trucchi-di-mandraghi-capitolo-2-la.html
i trucchi di Mandraghi: la Naturalezza
http://leconomistamascherato.blogspot.com/2009/09/tutti-i-trucchi-di-mandraghi-la.html

2] “Challenges for the Euro Area, and the World Economy”, Rabat, 28 May 2010
http://www.ecb.int/press/key/date/2010/html/sp100528.en.html

“What we are currently experiencing is a crisis of public finances in advanced economies. It started with Greece, and the euro, because of the specific institutional framework which prevents Greece and the other euro area countries from using the inflation tax to overcome their budgetary problems. This will force euro area countries to address their fiscal positions earlier. It’s not easy. But it will be done, because it can be done and it has to be done in any case. And, last but not least, because there are no alternatives. ”

3] Nel solito penoso discorso annuale davanti alla Banca d’Italia, anche il governatore Mario Draghi ormai s’è accorto dell’ipocrisia del fatto che sia la Banca Centrale a comprare titoli d’indebitamento dello stato, redarguendo Trichet, quando lo stato potrebbe benissimo tagliare le enormi spese superflue (stampandosi i soldi da solo, come già fa però con le sole monete metalliche).

Vedi: Considerazioni finali del Governatore (E MI SA’ STAVOLTA SONO FINALI DAVVERO)
http://www.bancaditalia.it/interventi/integov/2010/cf_09/cf09/cf09_considerazioni_finali.pdf