17 luglio 2011

Obama vuole scaricare il crack Usa sul resto del mondo




http://www.rinascita.eu/mktumb640a.php?image=1310471255.jpg
L’economia mondiale, trainata dalla inevitabile bancarotta degli Stati Uniti, si avvia verso un crollo generalizzato con una progressione che sembra inarrestabile. Una bancarotta che Washington vorrebbe che si verificasse in presenza di una situazione di quasi bancarotta nell’Unione Europa. Non è certo un caso che dopo gli attacchi speculativi a Paesi economicamente marginali come Portogallo, Irlanda e Grecia, siano arrivati ora quelli a Paesi di peso del sistema dell’euro come Spagna e Italia.
Se saltiamo noi, pensano a Washington, dovete saltare pure voi europei, in maniera tale che il nostro crollo venga in parte ammortizzato dal vostro e che al momento che i nostri e i vostri titoli di Stato vengano dichiarati carta straccia, non ci sia un euro che possa presentarsi come moneta alternativa al dollaro sui mercati internazionali. Un ragionamento ineccepibile quello di Barack Obama e del suo degno compare Timothy Geithner (nella foto), segretario al Tesoro, che stanno svolgendo in maniera ottimale il compito che gli è stato assegnato dagli ambienti finanzieri.
Il maggiordomo di Wall Street, dopo aver salvato dal fallimento la Goldman Sachs che gli aveva finanziato la campagna elettorale, sta trattando con la minoranza repubblicana al Congresso un massiccio taglio alla spesa pubblica che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto essere accompagnata da aumenti delle tasse per i cittadini con redditi sopra i 250 mila dollari. Una ipotesi questa finora respinta con forza dai repubblicani maggioritari alla Camera (242 contro 189) e minoritari al Senato (51 a 47). Il tempo comunque stringe, ci sono vincoli legali che impongono che il nodo del debito pubblico debba essere risolto entro il 2 agosto, pena la bancarotta, che si avrebbe una volta superato il 100%.
Così una delle ipotesi allo studio è quella di trovare un escamotage, ossia una legge truffa che veda concordi democratici e repubblicani, per alzare legalmente il tetto del debito pubblico Usa, e rimandare l’inevitabile regolamento dei conti, che non è una battuta in chiave western. Geithner ha fatto capire che questo sarà il traguardo finale e che il fallimento non è un'opzione. Fallire oggi non si può, nel 2012 ci sono le presidenziali, meglio farlo più in là.
In effetti il livello del debito è altissimo, A fine marzo era pari a 14.260 miliardi di dollari, che è pari al 97,3% del Prodotto interno lordo. Ma contando anche i debiti degli enti locali, il suo livello è pari al 130% del Pil, cifra che fa impallidire l’attuale 120% italiano. Se poi si tiene conto che anche la bilancia commerciale Usa è in profondo rosso (600 miliardi di dollari nell’intero 2010 e 50 miliardi solo nel maggio scorso, il record degli ultimi tre anni) si ha una chiara idea del fatto che i cittadini degli Stati Uniti vivono ben al di sopra delle proprie possibilità e che i costi del loro sostentamento sono scaricati sul resto del mondo.
Questo è possibile soltanto in virtù del fatto che il dollaro, nonostante le debolezze del sistema economico che rappresenta (tra debito pubblico e commerciale e debito delle famiglie), resta la moneta per eccellenza negli scambi internazionali e soprattutto è la moneta di riferimento nell’acquisto delle materie prime, da quelle energetiche, petrolio e gas, fino a quelle alimentari, come il grano. Se si ponesse come forte e reale un’alternativa al dollaro, rappresentata da un’altra moneta, sia essa l’euro o lo yuan cinese, per il biglietto verde sarebbe notte fonda. Oggi però, e non ci stancheremo mai di ricordarlo, il dollaro continua ad imporre la sua supremazia in quanto rappresenta la prima potenza militare del globo che, avendo centinaia di migliaia di suoi cittadini sotto le armi, deve poter disporre di una moneta con la quale poter sancire il proprio ruolo di Paese occupante. E questo vale sia per i Paesi in cui sono in corso conflitti, sia per i tradizionali alleati degli Stati Uniti che gli hanno concesso l’utilizzo di basi militari sul proprio territorio, dalle quali partire per una delle tante crociate che sono la caratteristica degli Usa a partire dalla guerra dei primi del Novecento contro la Spagna per il controllo di Cuba.
E poiché stiamo parlando di corsi e ricorsi storici c’è da ricordare che il 15 agosto del 1971, a Borse chiuse, Richard Nixon decretò la fine della convertibilità del dollaro in oro, prendendo atto che era così alta la quantità di banconote verdi in circolazione, derivanti dal commercio di greggio, i cosiddetti “petrodollari”, pompati dalla Casa Bianca e dal Tesoro per tenere bassi i prezzi praticati dai Paesi produttori, da rischiare di vedere prosciugate le riserve auree Usa. Quest’anno Ferragosto cade di lunedì ed essendo gli uffici pubblici in molti Paesi chiusi per festa, alla Casa Bianca si offrirebbero tre giorni buoni per fare un annuncio eclatante e tentare di ammortizzarne i contraccolpi.
di Filippo Ghira

16 luglio 2011

Colpire il debito europeo. Agli USA serve un default nell'eurozona?





Ho almeno una decina di email che mi chiedono di lasciar perdere gli alieni e parlare di quanto sta succedendo ai mercati. Il che è buffo, perché sono da tempo un sostenitore dell'idea di dichiarare il default e uscire dall'euro, e a quanto pare tra un pochino ci si arriva. Il problema è che lo scopo degli Hedge Fund americani non è quello di farci fallire, e questo apre la porta alla possibilità che ce la facciamo con una manovra di lacrime e sangue.

Ora, il primo punto da capire è che agli americani serve un default nell'area dell'euro. Serve perché c'è un rischio sostanziale di default USA, e l'unico modo che hanno gli USA di evitarlo è di diventare un rifugio stabile in un momento di turbolenze.

Del resto, non c'è motivo di attaccare il nostro debito ora. Di governi farlocchi ne abbiamo avuti a bizzeffe negli ultimi 30 anni, ma a parte il periodo Prodi non c'e' mai stato tutto questo rischio. Il periodo economico non è tra i più brutti, e gran parte del nostro debito è a lungo periodo grazie alla politica criminale (1) di Tremonti. Quindi non vedo la necessità di un attacco oggi, a meno che gli obiettivi non siano altri.

Quali sono gli eventi in corrispondenza cui possiamo legare i fatti di oggi?

Il debito americano. Colpire il debito europeo può essere utile agli americani per evitare la fuga dai titoli americani, che il continuo braccio di ferro tra Obama e i Repubblicani sta trascinando nel baratro. I commentatori finanziari dicono che gli USA hanno ampi margini fiscali per riprendersi, io non vedo né i nuovi occupati che dovrebbero pagare le tasse né un governo che possa aumentarle a chi lavora già. Quindi, una prima ipotesi è che la destabilizzazione del vecchio continente serva ad evitare la fuga dai titoli americani. Questa ipotesi pesa circa 4500 miliardi di dollari.

Draghi presidente della BCE. Gli inglesi volevano un loro uomo, ma c'è andato Draghi. Il quale ha abbastanza parenti, amici e puttane in cordata in Bankitalia da essere ricattabile dal governo. Non per nulla probabilmente verrà scelto un uomo della sua squadra. Se a Berlusconi va. Agli Inglesi sarebbe piaciuto un loro uomo, perché Draghi è un ex molto scomodo, specialmente perché con la sua politica in Italia non è stato il cavallo di troia che gli inglesi volevano, ovvero sembra aver cambiato sponda. Il motivo per cui gli inglesi volevano un loro uomo è che devono salvare la loro pietosa borsa dal disastro dal quale non riesce ad alzarsi. Questa ipotesi vale circa 1700 miliardi di sterline, meno della prima.

La strategia di destabilizzazione del Mediterraneo. Il Mar Mediterraneo, unendo tra loro Africa, Europa e Asia, è il mare che ha più possibilità di diventare un'area di crescita forte, sottraendo risorse all'area nordatlantica. Una crescita continua dell'area economica del mediterraneo non è conveniente per USA e UK, che hanno già fatto di tutto per destabilizzare la sponda sud, e adesso colpiranno la sponda nord. In gioco c'è un 6% di crescita annua che è il dato degli scorsi anni dell'area mediterranea. A occhio e croce, qualcosa come 1000-1500 miliardi di euro, più le possibilità future.

Francia e Germania. La Germania e la Francia sono le uniche realtà occidentali in attuale crescita economica. C'è il pericolo di una fuga di capitali dagli USA verso Germania e Francia, che sono recinti nei quali lo straniero tende ad inciampare sul governo e sui suoi amici. Francia e Germania possiedono debito portoghese e greco, ma le quantità in gioco non sono finora preoccupanti. Così si cerca di usare il debito italiano, che le banche tedesche e francesi detengono in quantità addirittura superiori alla quantità di debito che sta in Italia. La posta in gioco sta dagli 800 ai 1000 miliardi di euro.

Sfortunatamente, l'obiettivo che sta venendo perseguito NON è il default del debito italiano. Innanzitutto perché per come l'obiettivo sta venendo perseguito esso (il debito) sta venendo venduto, divenendo liquido. Ma divenendo liquido e NON venendo comprato in Italia, significa che se ne va all'estero. Siccome gli hedge stanno giocando al ribasso per comprare CDS e farne incetta a basso prezzo, il risultato è che se avviene un botto del debito non solo i CDS diventano carta straccia (nessuno crede davvero che si possano liquidare) ma la gran parte del danno non colpirebbe entità italiane. Come se non bastasse, per chi non è un investitore istituzionale sarebbe più difficile partecipare ad una eventuale ristrutturazione, dal momento che in caso di ristrutturazione il governo potrebbe dire, "No, gli hedge no".

In Europa non è pensabile alcuna procedura punitiva come un "embargo" all'Italia, per via del fatto che siamo il terzo contributore per grandezza dell'economia UE. Quindi, in caso di default, gli unici che potrebbero minacciare rappresaglie sono gli Hedge Stessi, ma il tutto annegherebbe sulla politica. Quindi no, non credo che l'obiettivo sia il nostro default.

Come se non bastasse, la Consob ha fatto una mossa conoscitiva: monitorando le vendite "short", cioè quelle a fini speculativi, ha concluso che il debito sta venendo abbandonato dagli investitori, specialmente quelli italiani. Cosa prevedibile, visto che il rating delle banche italiane era stato abbassato, adducendo come scusa il fatto che "possedevano troppo debito pubblico italiano (circa il 13%)". Ma così si peggiora la situazione per gli stranieri: in caso di default, il danno in Italia assume proporzioni sempre più piccole, mentre aumenta il danno che avverrebbe altrove.

La mia impressione è che se c'è qualcuno che vuole un default italiano, è un certo negro (2) che sta alla Casa Bianca. Un bel default gli permetterebbe di dichiarare il proprio default, dicendo che la colpa è stata di una reazione a catena innescata da noi.

Gli Hedge ci vogliono guadagnare, ma non vogliono il default perché rimarrebbero con un pugno di mosche.

Draghi sa che si gioca la sua poltrona alla BCE, perché in caso di disastri italiani NON lo metterebbero lì. Gli Inglesi giocano per il default, perché venga a cadere la sua designazione.

La Merkel sa che le sue banche sono colme di debito italiano sino al collo, e in Germania comandano banche e assicurazioni, ammesso che vi sia ancora differenza. Quindi non vuole il botto italiano. Non vuole nemmeno l'uscita dell' Italia dall' Euro, perché sa che rovinerebbe il momento magico dell'economia tedesca.

In definitiva, questo è il gioco. Il giocatore che saprà condurlo meglio otterrà i propri obiettivi.

Per quanto riguarda Tremonti, il suo silenzio e la mancanza di altri provvedimenti di fermo (potrebbe ordinare una indagine sulla borsa, per dire) mi lasciano pensare che, anche se non può dirlo, stia guardando con favore la liquidità di mercato e l'uscita dei BOT verso i mercati esteri. Il che, in soldoni, significa che spera sotto sotto in un default (ma non lo dice), ma vuole che colpisca più stranieri che italiani. Cosa che è criminale, ovvero nella lingua del mondo della finanza è una cosa buona.
E Berlusconi? Tace. Ovviamente, il suo atteggiamento sarà semplice: "Signori e signori, quando c'era il governo più robusto che avrebbe potuto far fronte alla situazione lo avete indebolito sino a renderlo traballante ed impotente. Adesso, se volete aiuto, andate da magistrati o da Scalfari." Onestamente, è difficile dargli torto: dopotutto, il governo debole e senza leadership è quello che predica l'opposizione, è quello che ha voluto ottenere Fini, è quello cui mirano i magistrati. Adesso che hanno legato le mani a Berlusconi, che ci facciano vedere come sono bravi loro. Magari un avviso di garanzia a un Hedge Fund funziona. O forse una bella Omelia di Scalfari potrà convincerli a non speculare. Del resto, sino a ieri Bersani gridava "il governo vada a casa": perché non accontentarlo, allora?

Di certo, non posso dire di avere qualcosa da aggiungere: sono anni che predico il default dei conti italiani con ristrutturazione allo zero per cento, sono anni che predico l'uscita dall'Euro e sono anni che dico alla gente di NON comprare titoli di stato perché non sono così sicuri.

Non credo che verrò soddisfatto nella mia speranza di default, anche se di questo passo sarà sempre più conveniente per noi, ne' nelle mie speranze di uscita dall'euro, perché in questo momento in ambienti BCE sono molto critici verso Londra e si tengono stretti i titoli italiani, al massimo vedrò andare in merda un bel pochino di quelli che vivevano di rendita sul debito pubblico italiano.

Ma per chi vive di rendita non ho mai avuto molta pietà o commiserazione.

********************************************************

Note:

(1) Il mondo della finanza ha una morale inversa. "Criminale" è un complimento, "assassino" è una onoreficenza , "genocida nazista" indica un discreto uomo d'affari, "Il Male Incarnato" indica un ottimo uomo d'affari, meglio se CEO di Oracle. "scioglie bambini nell'acido" è, nel mondo della finanza, il sinonimo di "amabile conversatore". Quando dico che Tremonti è un criminale, intendo semplicemente dire che si tratta dell'unica entità che può nuotare dentro una vasca di squali, ovvero uno squalo uguale agli altri. In un mondo di Gangster, l'unica differenza morale è tra i gangster che sparano addosso a te e i gangster che sparano addosso agli altri. Non esiste il gangster buono, al massimo esiste quello utile.

(2) Si è detto che i politici devono rispettare la forma e la morale più dei comuni cittadini. Quindi Berlusconi non può dire che Obama è un negro mentre il comune cittadino italiano può scoparsi una nigeriana sui viali per venti euro. Ok, io sono un comune cittadino, parte del "bobolo", e quindi posso fare tutto. Il bobolo ha sempre ragione, ricordate? è democrazia dal basso, e se il bobolo vuole chiamare negro Obama, può farlo.


di Uriel

15 luglio 2011

Psicologia della corruzione







Il corrotto è il grande protagonista dei nostri giorni. Tanto da occupare ormai da tempo, nei paesi sviluppati, il centro dell’attenzione collettiva. Non solo nelle cronache politiche e giudiziarie, dove naturalmente troneggia, ma anche in quelle finanziarie, militari, ecclesiastiche, accademiche.
Chi è però il corrotto, qual è la sua psicologia, come si diventa tali? Cosa favorisce la moltiplicazione dei corrotti, perché in certe epoche essi si moltiplicano, e in altre sembrano sparire?
L’osservazione empirica, sia statistica che clinica, toglie di mezzo alcuni diffusi luoghi comuni sull’argomento.
Per esempio non è vero che la corruzione sia figlia delle miseria, che chi accetta di farsi corrompere lo fa per mancanza di mezzi. Questo nella realtà è piuttosto raro, mentre è molto più frequente il rapporto tra comportamenti scorretti e illegali e abbondanza di ricchezza, personale e collettiva.
Quasi sempre, è proprio nei periodi storici nei quali si sono create rapidamente notevoli ricchezze, e quindi nuove e recenti classi agiate, che si sviluppano comportamenti illegali per far crescere quei patrimoni ancora di più, sempre più in fretta.
La corruzione è, insomma, quasi sempre un comportamento che tenta di aumentare e moltiplicare una ricchezza conquistata recentemente, e senza troppa fatica.
La disponibilità alla corruzione ha in sé, come dimostrano anche le cronache recenti, tratti del clima psicologico dell’euforia (tipica appunto dei “boom” economici), coi suoi caratteristici aspetti più o meno esibizionisti e mitomaniaci: l’interesse per lo star system, il mito di arrivare a camminare su qualche tipo di “red carpet”.
Appare comunque chiara, nella sottocultura della corruzione, la fatica a contenersi, a tenere qualcosa per sé, che caratterizza invece sia le situazioni di scarse disponibilità economiche, sia quelle di ricchezze costruite nel tempo, attraverso la fatica e il lavoro.
Dal punto di vista psicologico e delle strutture di personalità, l’esperienza del lavoro, dello studio e della fatica tende a sviluppare quei tratti, anche morali, di introversione, e di disciplina necessari per affermare la propria posizione nel mondo, mentre il trovarsi rapidamente con ottime disponibilità di denaro svaluta sforzi e contenimenti, e predispone all’orizzonte di “facilità” che la corruzione propone. E’ per questo che la sobrietà è un valore ed un comportamento, quasi unanimemente condiviso nei momenti di sviluppo, mentre la corruzione e l’esibizione del lusso tende poi a dilagare nei periodi immediatamente successivi, quando si tratta di “digerire” quella ricchezza, di incorporarla stabilmente sia nelle strutture produttive e politiche che nei comportamenti e nei valori condivisi.
E’ allora, nell’euforia collettiva e già staccata da un solido rapporto con la realtà, che affonda le sue radici la psicologia e lo stile della corruzione.
In tutti i casi il corrotto è caratterizzato da un tratto di debolezza e dipendenza da comportamenti collettivi (consumi “di prestigio”, stili di vita reclamizzati dalle comunicazioni di massa), che rivela un vacillante senso di sé, una sostanziale incapacità a “fare da soli”, senza appunto gli aiuti forniti dalla corruzione.
Una delle aziende che hanno guadagnato di più al mondo nell’anno di crisi da poco terminato, Ikea, è di un signore che vive in un paesino non segnato sulle carte geografiche, sperduto nei boschi sopra a Losanna.
La dedizione al lavoro e al basso profilo di tipi così, costruttori di sviluppo aziendale e collettivo, è il contrario dell’esibizionismo da cinepanettone dei corrotti.

di Claudio Risé

17 luglio 2011

Obama vuole scaricare il crack Usa sul resto del mondo




http://www.rinascita.eu/mktumb640a.php?image=1310471255.jpg
L’economia mondiale, trainata dalla inevitabile bancarotta degli Stati Uniti, si avvia verso un crollo generalizzato con una progressione che sembra inarrestabile. Una bancarotta che Washington vorrebbe che si verificasse in presenza di una situazione di quasi bancarotta nell’Unione Europa. Non è certo un caso che dopo gli attacchi speculativi a Paesi economicamente marginali come Portogallo, Irlanda e Grecia, siano arrivati ora quelli a Paesi di peso del sistema dell’euro come Spagna e Italia.
Se saltiamo noi, pensano a Washington, dovete saltare pure voi europei, in maniera tale che il nostro crollo venga in parte ammortizzato dal vostro e che al momento che i nostri e i vostri titoli di Stato vengano dichiarati carta straccia, non ci sia un euro che possa presentarsi come moneta alternativa al dollaro sui mercati internazionali. Un ragionamento ineccepibile quello di Barack Obama e del suo degno compare Timothy Geithner (nella foto), segretario al Tesoro, che stanno svolgendo in maniera ottimale il compito che gli è stato assegnato dagli ambienti finanzieri.
Il maggiordomo di Wall Street, dopo aver salvato dal fallimento la Goldman Sachs che gli aveva finanziato la campagna elettorale, sta trattando con la minoranza repubblicana al Congresso un massiccio taglio alla spesa pubblica che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto essere accompagnata da aumenti delle tasse per i cittadini con redditi sopra i 250 mila dollari. Una ipotesi questa finora respinta con forza dai repubblicani maggioritari alla Camera (242 contro 189) e minoritari al Senato (51 a 47). Il tempo comunque stringe, ci sono vincoli legali che impongono che il nodo del debito pubblico debba essere risolto entro il 2 agosto, pena la bancarotta, che si avrebbe una volta superato il 100%.
Così una delle ipotesi allo studio è quella di trovare un escamotage, ossia una legge truffa che veda concordi democratici e repubblicani, per alzare legalmente il tetto del debito pubblico Usa, e rimandare l’inevitabile regolamento dei conti, che non è una battuta in chiave western. Geithner ha fatto capire che questo sarà il traguardo finale e che il fallimento non è un'opzione. Fallire oggi non si può, nel 2012 ci sono le presidenziali, meglio farlo più in là.
In effetti il livello del debito è altissimo, A fine marzo era pari a 14.260 miliardi di dollari, che è pari al 97,3% del Prodotto interno lordo. Ma contando anche i debiti degli enti locali, il suo livello è pari al 130% del Pil, cifra che fa impallidire l’attuale 120% italiano. Se poi si tiene conto che anche la bilancia commerciale Usa è in profondo rosso (600 miliardi di dollari nell’intero 2010 e 50 miliardi solo nel maggio scorso, il record degli ultimi tre anni) si ha una chiara idea del fatto che i cittadini degli Stati Uniti vivono ben al di sopra delle proprie possibilità e che i costi del loro sostentamento sono scaricati sul resto del mondo.
Questo è possibile soltanto in virtù del fatto che il dollaro, nonostante le debolezze del sistema economico che rappresenta (tra debito pubblico e commerciale e debito delle famiglie), resta la moneta per eccellenza negli scambi internazionali e soprattutto è la moneta di riferimento nell’acquisto delle materie prime, da quelle energetiche, petrolio e gas, fino a quelle alimentari, come il grano. Se si ponesse come forte e reale un’alternativa al dollaro, rappresentata da un’altra moneta, sia essa l’euro o lo yuan cinese, per il biglietto verde sarebbe notte fonda. Oggi però, e non ci stancheremo mai di ricordarlo, il dollaro continua ad imporre la sua supremazia in quanto rappresenta la prima potenza militare del globo che, avendo centinaia di migliaia di suoi cittadini sotto le armi, deve poter disporre di una moneta con la quale poter sancire il proprio ruolo di Paese occupante. E questo vale sia per i Paesi in cui sono in corso conflitti, sia per i tradizionali alleati degli Stati Uniti che gli hanno concesso l’utilizzo di basi militari sul proprio territorio, dalle quali partire per una delle tante crociate che sono la caratteristica degli Usa a partire dalla guerra dei primi del Novecento contro la Spagna per il controllo di Cuba.
E poiché stiamo parlando di corsi e ricorsi storici c’è da ricordare che il 15 agosto del 1971, a Borse chiuse, Richard Nixon decretò la fine della convertibilità del dollaro in oro, prendendo atto che era così alta la quantità di banconote verdi in circolazione, derivanti dal commercio di greggio, i cosiddetti “petrodollari”, pompati dalla Casa Bianca e dal Tesoro per tenere bassi i prezzi praticati dai Paesi produttori, da rischiare di vedere prosciugate le riserve auree Usa. Quest’anno Ferragosto cade di lunedì ed essendo gli uffici pubblici in molti Paesi chiusi per festa, alla Casa Bianca si offrirebbero tre giorni buoni per fare un annuncio eclatante e tentare di ammortizzarne i contraccolpi.
di Filippo Ghira

16 luglio 2011

Colpire il debito europeo. Agli USA serve un default nell'eurozona?





Ho almeno una decina di email che mi chiedono di lasciar perdere gli alieni e parlare di quanto sta succedendo ai mercati. Il che è buffo, perché sono da tempo un sostenitore dell'idea di dichiarare il default e uscire dall'euro, e a quanto pare tra un pochino ci si arriva. Il problema è che lo scopo degli Hedge Fund americani non è quello di farci fallire, e questo apre la porta alla possibilità che ce la facciamo con una manovra di lacrime e sangue.

Ora, il primo punto da capire è che agli americani serve un default nell'area dell'euro. Serve perché c'è un rischio sostanziale di default USA, e l'unico modo che hanno gli USA di evitarlo è di diventare un rifugio stabile in un momento di turbolenze.

Del resto, non c'è motivo di attaccare il nostro debito ora. Di governi farlocchi ne abbiamo avuti a bizzeffe negli ultimi 30 anni, ma a parte il periodo Prodi non c'e' mai stato tutto questo rischio. Il periodo economico non è tra i più brutti, e gran parte del nostro debito è a lungo periodo grazie alla politica criminale (1) di Tremonti. Quindi non vedo la necessità di un attacco oggi, a meno che gli obiettivi non siano altri.

Quali sono gli eventi in corrispondenza cui possiamo legare i fatti di oggi?

Il debito americano. Colpire il debito europeo può essere utile agli americani per evitare la fuga dai titoli americani, che il continuo braccio di ferro tra Obama e i Repubblicani sta trascinando nel baratro. I commentatori finanziari dicono che gli USA hanno ampi margini fiscali per riprendersi, io non vedo né i nuovi occupati che dovrebbero pagare le tasse né un governo che possa aumentarle a chi lavora già. Quindi, una prima ipotesi è che la destabilizzazione del vecchio continente serva ad evitare la fuga dai titoli americani. Questa ipotesi pesa circa 4500 miliardi di dollari.

Draghi presidente della BCE. Gli inglesi volevano un loro uomo, ma c'è andato Draghi. Il quale ha abbastanza parenti, amici e puttane in cordata in Bankitalia da essere ricattabile dal governo. Non per nulla probabilmente verrà scelto un uomo della sua squadra. Se a Berlusconi va. Agli Inglesi sarebbe piaciuto un loro uomo, perché Draghi è un ex molto scomodo, specialmente perché con la sua politica in Italia non è stato il cavallo di troia che gli inglesi volevano, ovvero sembra aver cambiato sponda. Il motivo per cui gli inglesi volevano un loro uomo è che devono salvare la loro pietosa borsa dal disastro dal quale non riesce ad alzarsi. Questa ipotesi vale circa 1700 miliardi di sterline, meno della prima.

La strategia di destabilizzazione del Mediterraneo. Il Mar Mediterraneo, unendo tra loro Africa, Europa e Asia, è il mare che ha più possibilità di diventare un'area di crescita forte, sottraendo risorse all'area nordatlantica. Una crescita continua dell'area economica del mediterraneo non è conveniente per USA e UK, che hanno già fatto di tutto per destabilizzare la sponda sud, e adesso colpiranno la sponda nord. In gioco c'è un 6% di crescita annua che è il dato degli scorsi anni dell'area mediterranea. A occhio e croce, qualcosa come 1000-1500 miliardi di euro, più le possibilità future.

Francia e Germania. La Germania e la Francia sono le uniche realtà occidentali in attuale crescita economica. C'è il pericolo di una fuga di capitali dagli USA verso Germania e Francia, che sono recinti nei quali lo straniero tende ad inciampare sul governo e sui suoi amici. Francia e Germania possiedono debito portoghese e greco, ma le quantità in gioco non sono finora preoccupanti. Così si cerca di usare il debito italiano, che le banche tedesche e francesi detengono in quantità addirittura superiori alla quantità di debito che sta in Italia. La posta in gioco sta dagli 800 ai 1000 miliardi di euro.

Sfortunatamente, l'obiettivo che sta venendo perseguito NON è il default del debito italiano. Innanzitutto perché per come l'obiettivo sta venendo perseguito esso (il debito) sta venendo venduto, divenendo liquido. Ma divenendo liquido e NON venendo comprato in Italia, significa che se ne va all'estero. Siccome gli hedge stanno giocando al ribasso per comprare CDS e farne incetta a basso prezzo, il risultato è che se avviene un botto del debito non solo i CDS diventano carta straccia (nessuno crede davvero che si possano liquidare) ma la gran parte del danno non colpirebbe entità italiane. Come se non bastasse, per chi non è un investitore istituzionale sarebbe più difficile partecipare ad una eventuale ristrutturazione, dal momento che in caso di ristrutturazione il governo potrebbe dire, "No, gli hedge no".

In Europa non è pensabile alcuna procedura punitiva come un "embargo" all'Italia, per via del fatto che siamo il terzo contributore per grandezza dell'economia UE. Quindi, in caso di default, gli unici che potrebbero minacciare rappresaglie sono gli Hedge Stessi, ma il tutto annegherebbe sulla politica. Quindi no, non credo che l'obiettivo sia il nostro default.

Come se non bastasse, la Consob ha fatto una mossa conoscitiva: monitorando le vendite "short", cioè quelle a fini speculativi, ha concluso che il debito sta venendo abbandonato dagli investitori, specialmente quelli italiani. Cosa prevedibile, visto che il rating delle banche italiane era stato abbassato, adducendo come scusa il fatto che "possedevano troppo debito pubblico italiano (circa il 13%)". Ma così si peggiora la situazione per gli stranieri: in caso di default, il danno in Italia assume proporzioni sempre più piccole, mentre aumenta il danno che avverrebbe altrove.

La mia impressione è che se c'è qualcuno che vuole un default italiano, è un certo negro (2) che sta alla Casa Bianca. Un bel default gli permetterebbe di dichiarare il proprio default, dicendo che la colpa è stata di una reazione a catena innescata da noi.

Gli Hedge ci vogliono guadagnare, ma non vogliono il default perché rimarrebbero con un pugno di mosche.

Draghi sa che si gioca la sua poltrona alla BCE, perché in caso di disastri italiani NON lo metterebbero lì. Gli Inglesi giocano per il default, perché venga a cadere la sua designazione.

La Merkel sa che le sue banche sono colme di debito italiano sino al collo, e in Germania comandano banche e assicurazioni, ammesso che vi sia ancora differenza. Quindi non vuole il botto italiano. Non vuole nemmeno l'uscita dell' Italia dall' Euro, perché sa che rovinerebbe il momento magico dell'economia tedesca.

In definitiva, questo è il gioco. Il giocatore che saprà condurlo meglio otterrà i propri obiettivi.

Per quanto riguarda Tremonti, il suo silenzio e la mancanza di altri provvedimenti di fermo (potrebbe ordinare una indagine sulla borsa, per dire) mi lasciano pensare che, anche se non può dirlo, stia guardando con favore la liquidità di mercato e l'uscita dei BOT verso i mercati esteri. Il che, in soldoni, significa che spera sotto sotto in un default (ma non lo dice), ma vuole che colpisca più stranieri che italiani. Cosa che è criminale, ovvero nella lingua del mondo della finanza è una cosa buona.
E Berlusconi? Tace. Ovviamente, il suo atteggiamento sarà semplice: "Signori e signori, quando c'era il governo più robusto che avrebbe potuto far fronte alla situazione lo avete indebolito sino a renderlo traballante ed impotente. Adesso, se volete aiuto, andate da magistrati o da Scalfari." Onestamente, è difficile dargli torto: dopotutto, il governo debole e senza leadership è quello che predica l'opposizione, è quello che ha voluto ottenere Fini, è quello cui mirano i magistrati. Adesso che hanno legato le mani a Berlusconi, che ci facciano vedere come sono bravi loro. Magari un avviso di garanzia a un Hedge Fund funziona. O forse una bella Omelia di Scalfari potrà convincerli a non speculare. Del resto, sino a ieri Bersani gridava "il governo vada a casa": perché non accontentarlo, allora?

Di certo, non posso dire di avere qualcosa da aggiungere: sono anni che predico il default dei conti italiani con ristrutturazione allo zero per cento, sono anni che predico l'uscita dall'Euro e sono anni che dico alla gente di NON comprare titoli di stato perché non sono così sicuri.

Non credo che verrò soddisfatto nella mia speranza di default, anche se di questo passo sarà sempre più conveniente per noi, ne' nelle mie speranze di uscita dall'euro, perché in questo momento in ambienti BCE sono molto critici verso Londra e si tengono stretti i titoli italiani, al massimo vedrò andare in merda un bel pochino di quelli che vivevano di rendita sul debito pubblico italiano.

Ma per chi vive di rendita non ho mai avuto molta pietà o commiserazione.

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Note:

(1) Il mondo della finanza ha una morale inversa. "Criminale" è un complimento, "assassino" è una onoreficenza , "genocida nazista" indica un discreto uomo d'affari, "Il Male Incarnato" indica un ottimo uomo d'affari, meglio se CEO di Oracle. "scioglie bambini nell'acido" è, nel mondo della finanza, il sinonimo di "amabile conversatore". Quando dico che Tremonti è un criminale, intendo semplicemente dire che si tratta dell'unica entità che può nuotare dentro una vasca di squali, ovvero uno squalo uguale agli altri. In un mondo di Gangster, l'unica differenza morale è tra i gangster che sparano addosso a te e i gangster che sparano addosso agli altri. Non esiste il gangster buono, al massimo esiste quello utile.

(2) Si è detto che i politici devono rispettare la forma e la morale più dei comuni cittadini. Quindi Berlusconi non può dire che Obama è un negro mentre il comune cittadino italiano può scoparsi una nigeriana sui viali per venti euro. Ok, io sono un comune cittadino, parte del "bobolo", e quindi posso fare tutto. Il bobolo ha sempre ragione, ricordate? è democrazia dal basso, e se il bobolo vuole chiamare negro Obama, può farlo.


di Uriel

15 luglio 2011

Psicologia della corruzione







Il corrotto è il grande protagonista dei nostri giorni. Tanto da occupare ormai da tempo, nei paesi sviluppati, il centro dell’attenzione collettiva. Non solo nelle cronache politiche e giudiziarie, dove naturalmente troneggia, ma anche in quelle finanziarie, militari, ecclesiastiche, accademiche.
Chi è però il corrotto, qual è la sua psicologia, come si diventa tali? Cosa favorisce la moltiplicazione dei corrotti, perché in certe epoche essi si moltiplicano, e in altre sembrano sparire?
L’osservazione empirica, sia statistica che clinica, toglie di mezzo alcuni diffusi luoghi comuni sull’argomento.
Per esempio non è vero che la corruzione sia figlia delle miseria, che chi accetta di farsi corrompere lo fa per mancanza di mezzi. Questo nella realtà è piuttosto raro, mentre è molto più frequente il rapporto tra comportamenti scorretti e illegali e abbondanza di ricchezza, personale e collettiva.
Quasi sempre, è proprio nei periodi storici nei quali si sono create rapidamente notevoli ricchezze, e quindi nuove e recenti classi agiate, che si sviluppano comportamenti illegali per far crescere quei patrimoni ancora di più, sempre più in fretta.
La corruzione è, insomma, quasi sempre un comportamento che tenta di aumentare e moltiplicare una ricchezza conquistata recentemente, e senza troppa fatica.
La disponibilità alla corruzione ha in sé, come dimostrano anche le cronache recenti, tratti del clima psicologico dell’euforia (tipica appunto dei “boom” economici), coi suoi caratteristici aspetti più o meno esibizionisti e mitomaniaci: l’interesse per lo star system, il mito di arrivare a camminare su qualche tipo di “red carpet”.
Appare comunque chiara, nella sottocultura della corruzione, la fatica a contenersi, a tenere qualcosa per sé, che caratterizza invece sia le situazioni di scarse disponibilità economiche, sia quelle di ricchezze costruite nel tempo, attraverso la fatica e il lavoro.
Dal punto di vista psicologico e delle strutture di personalità, l’esperienza del lavoro, dello studio e della fatica tende a sviluppare quei tratti, anche morali, di introversione, e di disciplina necessari per affermare la propria posizione nel mondo, mentre il trovarsi rapidamente con ottime disponibilità di denaro svaluta sforzi e contenimenti, e predispone all’orizzonte di “facilità” che la corruzione propone. E’ per questo che la sobrietà è un valore ed un comportamento, quasi unanimemente condiviso nei momenti di sviluppo, mentre la corruzione e l’esibizione del lusso tende poi a dilagare nei periodi immediatamente successivi, quando si tratta di “digerire” quella ricchezza, di incorporarla stabilmente sia nelle strutture produttive e politiche che nei comportamenti e nei valori condivisi.
E’ allora, nell’euforia collettiva e già staccata da un solido rapporto con la realtà, che affonda le sue radici la psicologia e lo stile della corruzione.
In tutti i casi il corrotto è caratterizzato da un tratto di debolezza e dipendenza da comportamenti collettivi (consumi “di prestigio”, stili di vita reclamizzati dalle comunicazioni di massa), che rivela un vacillante senso di sé, una sostanziale incapacità a “fare da soli”, senza appunto gli aiuti forniti dalla corruzione.
Una delle aziende che hanno guadagnato di più al mondo nell’anno di crisi da poco terminato, Ikea, è di un signore che vive in un paesino non segnato sulle carte geografiche, sperduto nei boschi sopra a Losanna.
La dedizione al lavoro e al basso profilo di tipi così, costruttori di sviluppo aziendale e collettivo, è il contrario dell’esibizionismo da cinepanettone dei corrotti.

di Claudio Risé