30 aprile 2012

Crimini e misfatti: tutti gli orrori del governo Monti

“Micromega” li chiama “errori”, ma quella che Marco Travaglio riassume – sulle pagine dell’“Espresso” – è una spaventosa galleria di orrori. Davanti ai quali si potrebbe dire, con una battuta, che ci vorrebbero dei tecnici per ripararne tutti i guasti: «Ma se questi guasti li fa il governo tecnico, chi li ripara?». In pochi mesi, il “governo dei banchieri” creato da Napolitano ha totalizzato un record micidiale di disastri, grazie alla ferrea guida dal super-lobbysta Monti, già advisor di Goldman Sachs e stratega della Trilateral Commission per l’Europa, membro dell’élite finanziaria mondiale incarnata dal Gruppo Bilderberg e già “ministro” della Commissione Europea, massima espressione dell’oligarchia tecnocratica contro cui l’Europa – per via elettorale – sta cominciando finalmente a ribellarsi, mentre affonda nella spirale della recessione con l’euro che trasforma in un incubo la voragine dei debiti sovrani. Nella sua scarna essenzialità, il “bollettino della catastrofe” stilato da Travaglio è sbalorditivo, su tutti i fronti. Televisione: il “governo tecnico” l’8 Mario Monti gennaio promette di metter mano alla Rai «entro poche settimane» e poi non fa nulla per tre mesi e mezzo, anche dopo che il 28 marzo è scaduto il Cda. Finanziamento alla “casta”: l’esecutivo si dice «disponibile a un decreto» per tagliare i fondi pubblici ai partiti e poi non muove un dito. Province: il governo annuncia che saranno abolite, poi si scopre che restano, ma i consiglieri non li eleggono più i cittadini, bensì li nominano i consiglieri comunali. Pensioni: Monti alza l’età pensionabile a 68 anni, mentre decine di migliaia di lavoratori vengono “rottamati” a cinquant’anni; poi s’accorge che, così facendo, centinaia di migliaia di lavoratori restano senza stipendio né pensione; al che, annuncia che gli “esodati” sono 65.000 (perché i soldi bastano solo per quelli), salvo scoprire che invece sono 350.000. Tassa sulla prima casa: il governo la ripristina creando l’Imu ma esentando le fondazioni bancarie – non invece le case di vecchi e invalidi ricoverati in ospizio; sempre Monti divide l’Imu prima in due, poi in tre rate, annunciando aliquote più alte ma senza fissarle. Risultato: contribuenti nel caos, mentre i tecnici della Camera accusano l’esecutivo di “incostituzionalità”. Ma non è finita: il “governo dei banchieri” abolisce le imposte sulle borse di studio fino a 11.500 euro, ma non per i 25.000 medici specializzandi, scippandogli così il 20% di quel poco che lo Stato concede loro per finire gli studi. Quindi il lavoro, con la “crociata” contro l’articolo Marco Travaglio 18: si abolisce il reintegro giudiziario per i licenziati ingiustamente con la scusa dei motivi economici, poi si annuncia che la riforma è immodificabile, infine si fa retromarcia alla prima minaccia di sciopero. Economia: si lancia il decreto liberalizzazioni ma poi lo lascia svuotare in Parlamento dalle solite lobby, mentre la Ragioneria dello Stato segnala la mancanza di copertura finanziaria per alcune norme. Il governo dà parere favorevole a un emendamento Pd che cancella le commissioni bancarie, salvo poi accorgersene e cancellarlo con un altro decreto. Un altro emendamento, sempre del Pd, propone di tassare gli alcolici per assumere 10.000 precari della scuola: il governo prima lo accoglie, poi lo fa bocciare in extremis. Mario Monti annuncia la ritassazione dei capitali “scudati”, ma senza spiegare come si pagherà: così, nessuno riesce a pagare nemmeno se vuole. Altra tassa: sulle ville all’estero, ma dimenticando quelle intestate a società, che sono la maggioranza, così non paga quasi nessuno. Episodi tragicomici: l’esecutivo toglie ai disoccupati l’esenzione dal ticket sanitario e poi la ripristina scusandosi per il “refuso”. E ancora: vara il decreto “svuotacarceri” per sfollare le celle, col risultato che i detenuti aumentano: 66.632 a fine febbraio, 66.695 a fine marzo. Sicurezza: il governo annuncia la tassa di 2 centesimi sugli sms per finanziare la Protezione civile, poi se la rimangia e aumenta le accise sulla benzina. Inoltre: annuncia due volte, nella Delega fiscale, un “fondo taglia-tasse” per abbassare le aliquote e abolire l’Irap coi proventi della lotta all’evasione, ma per due volte poi lo cancella. Sempre Monti depenalizza le condotte “ascrivibili all’elusione fiscale” con “abuso del diritto”, che vedono imputati Dolce e Gabbana, indagati dirigenti di Unicredit e Barclays e multati dal fisco Flavio BriatoreIntesa Sanpaolo per 270 milioni e Montepaschi per 260 (lodo salva-banche). Ancora: inventa una tassa sulle barche di lusso ma cambia tre volte le regole, così pochi la pagano e quasi tutti portano gli yacht all’estero (“lodo Briatore”). Nella riforma della Protezione civile, il governo Monti scrive che «il soggetto incaricato dell’attività di previsione e prevenzione del rischio è responsabile solo in caso di dolo o colpa grave», rischiando di mandare in fumo il processo per omicidio colposo in corso all’Aquila contro la Commissione grandi rischi, nonché le indagini sulla mancata prevenzione nel sisma del 2009 (lodo salva-Bertolaso & C.). E nel pacchetto anticorruzione, il ministro Severino cambia il nome e riduce la pena (e la prescrizione: da 15 a 10 anni) alla concussione per induzione, reato contestato a Berlusconi nel processo Ruby (lodo salva-Silvio). «Si diceva che il “governo dei professori” doveva riparare i danni fatti dai politici: ma agli errori che accumulano Monti e i suoi ministri chi porrà rimedio?», scrive “Micromega”, che riprende il «primo, sommario elenco» indicato da Travaglio. “Errori” o, meglio, orrori? di Giorgio Cattaneo

29 aprile 2012

Se Berlusconi umiliava le donne, Monti le getta in mezzo ad una strada

Si potrebbero definire “borghesucce isteriche”, tanto care alla sinistra cresciuta a caviale e Manifesto (un giornale che è come l'erba maligna: non muore mai) e alla destra alla Fini, Polverini e Alemanno, sempre pronta perché prona a correre in soccorso al comune amico sionista a stelle e strisce. Queste serve isteriche, nonostante il loro pedigree da vermi, ottennero un notevole seguito di gente festosa, allegra e colorata (di solito preferendo il rosso e il viola ma non disdegnando l'arancione) per sentirle squittire contro un presidente del consiglio (ma sarebbe più opportuno scrivere “coniglio”) che le aveva offese come donne. Ora, che il mentecatto Berlusconi sia un povero idiota (per motivi che nulla hanno a che fare con le sue abitudini sessuali da miliardario) nessuno si sogna di metterlo in discussione, ma non ci sembra che ai tempi di Berlusconi gli operai e gli imprenditori si suicidassero. Monti, essendo un professore, secondo queste teste tanto raffinate quanto vuote, starebbe contribuendo a restituire l'onore delle verginelle piazzate dal paparino nelle redazioni della Rai e delle migliori testate (di cazzo) giornalistiche? Pensano veramente che l'onore femminile vituperato da Berlusconi sia stato finalmente lavato con il sangue dei tanti mariti che hanno scelto il suicidio? Adesso, che finalmente il sangue scorre davanti alle agenzie delle entrate, si sentono improvvisamente appagate come comari del cattivo augurio, da non sentire più il bisogno di esprimere il loro orgoglio femminile ferito? Le abbiamo viste ballare e cantare, sorridere e mostrare il lato più osceno di una donna: il cattivo gusto del perbenismo falso e ipocrita, neppure paragonabile con quello delle ragazze a contratto sessuale intorno a Berlusconi. Sono scomparse sotto l'onda anomala atlantica che, avendo finalmente travolto il Grande Puttaniere, poteva finalmente riversarsi sopra gli italiani senza nessun ritegno. Adesso, finalmente, per queste sgualdrine della carta stampata e televisiva, gli italiani hanno riacquistato il proprio onore essendo state ristabilite le garanzie costituzionali vituperate dal “dittatore” Berlusconi attraverso il colpo di stato tecnico di Napolitano, gettando per la strada intere famiglie, costringendo gli anziani a far la spesa nei secchioni della spazzatura. Secondo queste prezzolate paladine della sionistra colta e genuinamente antifascista siamo finalmente tornati ad essere un paese normale (secondo il loro cattivo gusto della genuflessione), sottomesso e spremuto come un pomodoro, dove la casa è diventata un privilegio che non tutti possono permettersi e, secondo le benpensanti semicolte, non devono evidentemente permettersi. Ai tempi di Monti, per le paladine dell'orgoglio femminile senza sé e senza ma, la donna ha finalmente ritrovato il proprio ruolo energico e dinamico, sottraendole dall'umiliante condizione di andare a lavorare e allo stesso tempo governare la casa con la geniale idea di fargli perdere il lavoro e pure la casa, restituendole alla loro vera natura creativa, colorata, festosa e gioiosa in quanto donne padrone solo di loro stesse. Bisognerebbe fargli capire la differenza tra un paese normale e un paese normalizzato ma sarebbe tempo sprecato verso chi, della propria indole sottomessa, ne ha fatto un vanto. di Stefano Moracchi

Monti? E' uno dei nostri

Vuol sapere un segreto?”, dice Carlo Secchi con la voce impastata durante un’ora di colloquio a murare domande e tramandare leggende. La Commissione Trilateral, origine americana e desideri di tecnocrazia, dollari e diplomazia, maneggia sapientemente i segreti. Secchi è il presidente italiano, nonché ex rettore all’Università Bocconi e consigliere d’amministrazione di sei società quotate in Borsa tra cui Italcementi, Mediaset e Pirelli: “Quando il nostro reggente europeo Mario Monti ha ricevuto l’incarico dal Quirinale, e stava per formare il governo, noi eravamo riuniti: curiosa coincidenza, non l’abbiamo scelto noi”. Questo è un tentativo di respingere i complotti che inseguono la Commissione. Monti premier, promosso o bocciato? La Trilateral guarda l’Italia con grande interesse. Tutti sono contenti e ammirati per il lavoro di Mario Monti. È inevitabile che ci sia un’ottima considerazione del premier, che è stato un apprezzato presidente del gruppo europeo. Prima osservava e giudicava, ora è osservato e viene giudicato. Ovviamente i princìpi di fondo – su economia, finanza, riforme, bilancio, sviluppo – sono ancora condivisi. Mario non li ha rinnegati: c’è continuità fra il Monti in Commissione Trilateral e il Monti a Palazzo Chigi. È un fatto positivo. Non è l’unico che passa per le nostre stanze: da Jimmy Carter a Bill Clinton, da Romano Prodi fino al greco Lucas Papademos. Cos’è la Trilateral? Una storia di quarant’anni, a breve onoreremo l’intuizione del banchiere David Rockefeller e le visioni di Henry Kissinger. Avevamo una struttura tripolare che rispettava i poteri di un secolo fa: americani, canadesi e messicani; l’Europa democratica, cioè occidentale; Giappone e Corea del Sud. Adesso ci spingiamo verso i paesi orientali, quelli più rampanti: India e Cina, Singapore e Indonesia. Siamo una specie di G-20 allargato. La Croazia è l’ultima ammessa. Che ruolo giocate? Favorire il dialogo su temi di carattere economico e geopolitico. Vogliamo coniugare l’interesse fra le istituzioni e gli affari. Bella definizione, teorica però. Chi seleziona i componenti? Siamo divisi in gruppi continentali e nazionali con un numero limitato. In Europa non possiamo superare i 200 membri, mentre in Italia siamo 18. Posso citare, per fare un esempio, Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Enrico Tomaso Cucchiani (Intesa), John Elkann (Fiat). Io sono entrato come rettore della Bocconi. Chi si dimette fa un nome per la successione, ma si cercano figure simili. Soltanto un banchiere può sostituire un banchiere. Il nostro disegno è quello di contenere la società italiana: professori universitari, esperti militari, ambasciatori, imprenditori, politici, giornalisti. Ci vediamo due volte all’anno con vari argomenti da approfondire e cerchiamo di trovare una soluzione. Lanciamo idee. E chi le raccoglie? Ciascuno di noi ha un collegamento con le istituzioni. Il nostro presidente può chiedere un incontro con i commissari europei. Noi elaboriamo proposte, non facciamo pressioni. Non votiamo mai per un nostro piano, discutiamo, punto. Differenze con il Club Bilderberg? Le nostre porte sono più aperte, c’è un profondo ricambio generazionale. A volte si può assistere ai dibattiti, invitiamo personalità a noi vicine, ma con un divieto assoluto: non è permesso riportare dichiarazioni all’esterno. Questo serve a garantire la nostra libertà. C’è tanta massoneria fra di voi? Personalmente non me ne sono accorto, può darsi che qualcuno dei membri maschi sia massone. Non c’è nulla, però, che rimandi a una loggia. Più che i grembiulini, noi indossiamo una rete: è chiaro che, avendo numerosi contatti sparsi ovunque, ci si aiuti a vicenda. Come influenzate i governi? Soltanto in maniera indiretta, non abbiamo emissari, non siamo un sindacato né un partito. Non mi piace il verbo influenzare. Ma non posso negare che le nostre conoscenze siano ampie. Scommettete contro l’Euro morente? Non posso portare fuori il pensiero interno alla Trilateral. Posso raccontare spezzoni, elementi messi insieme durante l’ultima assemblea di Tokyo. Quando ragioniamo sull’euro ci rendiamo conto che siamo di fronte a una creatura incompiuta e quindi consigliamo un mercato europeo comune, non soltanto una moneta. Previsioni? La Cina è un chiodo fisso, a Tokyo è stata protagonista. Cina vuol dire crescita e integrazione, e il timore che quel mezzo potentissimo possa rallentare. Invece gli americani si sentono tranquilli, ma credono che l’Europa sia un po’ lenta a risolvere i suoi problemi e sono molto insoddisfatti di Bruxelles. Meglio i tecnici o i politici al governo? Ci sono tecnici ad Atene e Roma. Papademos e Monti, due ex illustri esponenti della Trilateral. Il prossimo modello, forse anche in Italia, sarà una coalizione trasversale come in Germania. Poi cambia poco se i ministri saranno o no dei partiti. Quali sono i vostri amici nel governo italiano? Oltre a Monti e al sottosegretario Marta Dassù (Esteri), per motivi professionali, dico i ministri Lorenzo Ornaghi (Cultura) e Corrado Passera (Sviluppo economico). La Trilateral è potente perché misteriosa? Siamo semplicemente una rete forte, la migliore al mondo. Non prendiamo direttamente decisioni importanti, ma ci siamo sempre nei momenti più delicati. Jimmy Carter non è diventato presidente perché era il capo americano: una volta alla Casa Bianca, però, sapeva di avere un gruppo di persone con cui consigliarsi. di Carlo Tecce

30 aprile 2012

Crimini e misfatti: tutti gli orrori del governo Monti

“Micromega” li chiama “errori”, ma quella che Marco Travaglio riassume – sulle pagine dell’“Espresso” – è una spaventosa galleria di orrori. Davanti ai quali si potrebbe dire, con una battuta, che ci vorrebbero dei tecnici per ripararne tutti i guasti: «Ma se questi guasti li fa il governo tecnico, chi li ripara?». In pochi mesi, il “governo dei banchieri” creato da Napolitano ha totalizzato un record micidiale di disastri, grazie alla ferrea guida dal super-lobbysta Monti, già advisor di Goldman Sachs e stratega della Trilateral Commission per l’Europa, membro dell’élite finanziaria mondiale incarnata dal Gruppo Bilderberg e già “ministro” della Commissione Europea, massima espressione dell’oligarchia tecnocratica contro cui l’Europa – per via elettorale – sta cominciando finalmente a ribellarsi, mentre affonda nella spirale della recessione con l’euro che trasforma in un incubo la voragine dei debiti sovrani. Nella sua scarna essenzialità, il “bollettino della catastrofe” stilato da Travaglio è sbalorditivo, su tutti i fronti. Televisione: il “governo tecnico” l’8 Mario Monti gennaio promette di metter mano alla Rai «entro poche settimane» e poi non fa nulla per tre mesi e mezzo, anche dopo che il 28 marzo è scaduto il Cda. Finanziamento alla “casta”: l’esecutivo si dice «disponibile a un decreto» per tagliare i fondi pubblici ai partiti e poi non muove un dito. Province: il governo annuncia che saranno abolite, poi si scopre che restano, ma i consiglieri non li eleggono più i cittadini, bensì li nominano i consiglieri comunali. Pensioni: Monti alza l’età pensionabile a 68 anni, mentre decine di migliaia di lavoratori vengono “rottamati” a cinquant’anni; poi s’accorge che, così facendo, centinaia di migliaia di lavoratori restano senza stipendio né pensione; al che, annuncia che gli “esodati” sono 65.000 (perché i soldi bastano solo per quelli), salvo scoprire che invece sono 350.000. Tassa sulla prima casa: il governo la ripristina creando l’Imu ma esentando le fondazioni bancarie – non invece le case di vecchi e invalidi ricoverati in ospizio; sempre Monti divide l’Imu prima in due, poi in tre rate, annunciando aliquote più alte ma senza fissarle. Risultato: contribuenti nel caos, mentre i tecnici della Camera accusano l’esecutivo di “incostituzionalità”. Ma non è finita: il “governo dei banchieri” abolisce le imposte sulle borse di studio fino a 11.500 euro, ma non per i 25.000 medici specializzandi, scippandogli così il 20% di quel poco che lo Stato concede loro per finire gli studi. Quindi il lavoro, con la “crociata” contro l’articolo Marco Travaglio 18: si abolisce il reintegro giudiziario per i licenziati ingiustamente con la scusa dei motivi economici, poi si annuncia che la riforma è immodificabile, infine si fa retromarcia alla prima minaccia di sciopero. Economia: si lancia il decreto liberalizzazioni ma poi lo lascia svuotare in Parlamento dalle solite lobby, mentre la Ragioneria dello Stato segnala la mancanza di copertura finanziaria per alcune norme. Il governo dà parere favorevole a un emendamento Pd che cancella le commissioni bancarie, salvo poi accorgersene e cancellarlo con un altro decreto. Un altro emendamento, sempre del Pd, propone di tassare gli alcolici per assumere 10.000 precari della scuola: il governo prima lo accoglie, poi lo fa bocciare in extremis. Mario Monti annuncia la ritassazione dei capitali “scudati”, ma senza spiegare come si pagherà: così, nessuno riesce a pagare nemmeno se vuole. Altra tassa: sulle ville all’estero, ma dimenticando quelle intestate a società, che sono la maggioranza, così non paga quasi nessuno. Episodi tragicomici: l’esecutivo toglie ai disoccupati l’esenzione dal ticket sanitario e poi la ripristina scusandosi per il “refuso”. E ancora: vara il decreto “svuotacarceri” per sfollare le celle, col risultato che i detenuti aumentano: 66.632 a fine febbraio, 66.695 a fine marzo. Sicurezza: il governo annuncia la tassa di 2 centesimi sugli sms per finanziare la Protezione civile, poi se la rimangia e aumenta le accise sulla benzina. Inoltre: annuncia due volte, nella Delega fiscale, un “fondo taglia-tasse” per abbassare le aliquote e abolire l’Irap coi proventi della lotta all’evasione, ma per due volte poi lo cancella. Sempre Monti depenalizza le condotte “ascrivibili all’elusione fiscale” con “abuso del diritto”, che vedono imputati Dolce e Gabbana, indagati dirigenti di Unicredit e Barclays e multati dal fisco Flavio BriatoreIntesa Sanpaolo per 270 milioni e Montepaschi per 260 (lodo salva-banche). Ancora: inventa una tassa sulle barche di lusso ma cambia tre volte le regole, così pochi la pagano e quasi tutti portano gli yacht all’estero (“lodo Briatore”). Nella riforma della Protezione civile, il governo Monti scrive che «il soggetto incaricato dell’attività di previsione e prevenzione del rischio è responsabile solo in caso di dolo o colpa grave», rischiando di mandare in fumo il processo per omicidio colposo in corso all’Aquila contro la Commissione grandi rischi, nonché le indagini sulla mancata prevenzione nel sisma del 2009 (lodo salva-Bertolaso & C.). E nel pacchetto anticorruzione, il ministro Severino cambia il nome e riduce la pena (e la prescrizione: da 15 a 10 anni) alla concussione per induzione, reato contestato a Berlusconi nel processo Ruby (lodo salva-Silvio). «Si diceva che il “governo dei professori” doveva riparare i danni fatti dai politici: ma agli errori che accumulano Monti e i suoi ministri chi porrà rimedio?», scrive “Micromega”, che riprende il «primo, sommario elenco» indicato da Travaglio. “Errori” o, meglio, orrori? di Giorgio Cattaneo

29 aprile 2012

Se Berlusconi umiliava le donne, Monti le getta in mezzo ad una strada

Si potrebbero definire “borghesucce isteriche”, tanto care alla sinistra cresciuta a caviale e Manifesto (un giornale che è come l'erba maligna: non muore mai) e alla destra alla Fini, Polverini e Alemanno, sempre pronta perché prona a correre in soccorso al comune amico sionista a stelle e strisce. Queste serve isteriche, nonostante il loro pedigree da vermi, ottennero un notevole seguito di gente festosa, allegra e colorata (di solito preferendo il rosso e il viola ma non disdegnando l'arancione) per sentirle squittire contro un presidente del consiglio (ma sarebbe più opportuno scrivere “coniglio”) che le aveva offese come donne. Ora, che il mentecatto Berlusconi sia un povero idiota (per motivi che nulla hanno a che fare con le sue abitudini sessuali da miliardario) nessuno si sogna di metterlo in discussione, ma non ci sembra che ai tempi di Berlusconi gli operai e gli imprenditori si suicidassero. Monti, essendo un professore, secondo queste teste tanto raffinate quanto vuote, starebbe contribuendo a restituire l'onore delle verginelle piazzate dal paparino nelle redazioni della Rai e delle migliori testate (di cazzo) giornalistiche? Pensano veramente che l'onore femminile vituperato da Berlusconi sia stato finalmente lavato con il sangue dei tanti mariti che hanno scelto il suicidio? Adesso, che finalmente il sangue scorre davanti alle agenzie delle entrate, si sentono improvvisamente appagate come comari del cattivo augurio, da non sentire più il bisogno di esprimere il loro orgoglio femminile ferito? Le abbiamo viste ballare e cantare, sorridere e mostrare il lato più osceno di una donna: il cattivo gusto del perbenismo falso e ipocrita, neppure paragonabile con quello delle ragazze a contratto sessuale intorno a Berlusconi. Sono scomparse sotto l'onda anomala atlantica che, avendo finalmente travolto il Grande Puttaniere, poteva finalmente riversarsi sopra gli italiani senza nessun ritegno. Adesso, finalmente, per queste sgualdrine della carta stampata e televisiva, gli italiani hanno riacquistato il proprio onore essendo state ristabilite le garanzie costituzionali vituperate dal “dittatore” Berlusconi attraverso il colpo di stato tecnico di Napolitano, gettando per la strada intere famiglie, costringendo gli anziani a far la spesa nei secchioni della spazzatura. Secondo queste prezzolate paladine della sionistra colta e genuinamente antifascista siamo finalmente tornati ad essere un paese normale (secondo il loro cattivo gusto della genuflessione), sottomesso e spremuto come un pomodoro, dove la casa è diventata un privilegio che non tutti possono permettersi e, secondo le benpensanti semicolte, non devono evidentemente permettersi. Ai tempi di Monti, per le paladine dell'orgoglio femminile senza sé e senza ma, la donna ha finalmente ritrovato il proprio ruolo energico e dinamico, sottraendole dall'umiliante condizione di andare a lavorare e allo stesso tempo governare la casa con la geniale idea di fargli perdere il lavoro e pure la casa, restituendole alla loro vera natura creativa, colorata, festosa e gioiosa in quanto donne padrone solo di loro stesse. Bisognerebbe fargli capire la differenza tra un paese normale e un paese normalizzato ma sarebbe tempo sprecato verso chi, della propria indole sottomessa, ne ha fatto un vanto. di Stefano Moracchi

Monti? E' uno dei nostri

Vuol sapere un segreto?”, dice Carlo Secchi con la voce impastata durante un’ora di colloquio a murare domande e tramandare leggende. La Commissione Trilateral, origine americana e desideri di tecnocrazia, dollari e diplomazia, maneggia sapientemente i segreti. Secchi è il presidente italiano, nonché ex rettore all’Università Bocconi e consigliere d’amministrazione di sei società quotate in Borsa tra cui Italcementi, Mediaset e Pirelli: “Quando il nostro reggente europeo Mario Monti ha ricevuto l’incarico dal Quirinale, e stava per formare il governo, noi eravamo riuniti: curiosa coincidenza, non l’abbiamo scelto noi”. Questo è un tentativo di respingere i complotti che inseguono la Commissione. Monti premier, promosso o bocciato? La Trilateral guarda l’Italia con grande interesse. Tutti sono contenti e ammirati per il lavoro di Mario Monti. È inevitabile che ci sia un’ottima considerazione del premier, che è stato un apprezzato presidente del gruppo europeo. Prima osservava e giudicava, ora è osservato e viene giudicato. Ovviamente i princìpi di fondo – su economia, finanza, riforme, bilancio, sviluppo – sono ancora condivisi. Mario non li ha rinnegati: c’è continuità fra il Monti in Commissione Trilateral e il Monti a Palazzo Chigi. È un fatto positivo. Non è l’unico che passa per le nostre stanze: da Jimmy Carter a Bill Clinton, da Romano Prodi fino al greco Lucas Papademos. Cos’è la Trilateral? Una storia di quarant’anni, a breve onoreremo l’intuizione del banchiere David Rockefeller e le visioni di Henry Kissinger. Avevamo una struttura tripolare che rispettava i poteri di un secolo fa: americani, canadesi e messicani; l’Europa democratica, cioè occidentale; Giappone e Corea del Sud. Adesso ci spingiamo verso i paesi orientali, quelli più rampanti: India e Cina, Singapore e Indonesia. Siamo una specie di G-20 allargato. La Croazia è l’ultima ammessa. Che ruolo giocate? Favorire il dialogo su temi di carattere economico e geopolitico. Vogliamo coniugare l’interesse fra le istituzioni e gli affari. Bella definizione, teorica però. Chi seleziona i componenti? Siamo divisi in gruppi continentali e nazionali con un numero limitato. In Europa non possiamo superare i 200 membri, mentre in Italia siamo 18. Posso citare, per fare un esempio, Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Enrico Tomaso Cucchiani (Intesa), John Elkann (Fiat). Io sono entrato come rettore della Bocconi. Chi si dimette fa un nome per la successione, ma si cercano figure simili. Soltanto un banchiere può sostituire un banchiere. Il nostro disegno è quello di contenere la società italiana: professori universitari, esperti militari, ambasciatori, imprenditori, politici, giornalisti. Ci vediamo due volte all’anno con vari argomenti da approfondire e cerchiamo di trovare una soluzione. Lanciamo idee. E chi le raccoglie? Ciascuno di noi ha un collegamento con le istituzioni. Il nostro presidente può chiedere un incontro con i commissari europei. Noi elaboriamo proposte, non facciamo pressioni. Non votiamo mai per un nostro piano, discutiamo, punto. Differenze con il Club Bilderberg? Le nostre porte sono più aperte, c’è un profondo ricambio generazionale. A volte si può assistere ai dibattiti, invitiamo personalità a noi vicine, ma con un divieto assoluto: non è permesso riportare dichiarazioni all’esterno. Questo serve a garantire la nostra libertà. C’è tanta massoneria fra di voi? Personalmente non me ne sono accorto, può darsi che qualcuno dei membri maschi sia massone. Non c’è nulla, però, che rimandi a una loggia. Più che i grembiulini, noi indossiamo una rete: è chiaro che, avendo numerosi contatti sparsi ovunque, ci si aiuti a vicenda. Come influenzate i governi? Soltanto in maniera indiretta, non abbiamo emissari, non siamo un sindacato né un partito. Non mi piace il verbo influenzare. Ma non posso negare che le nostre conoscenze siano ampie. Scommettete contro l’Euro morente? Non posso portare fuori il pensiero interno alla Trilateral. Posso raccontare spezzoni, elementi messi insieme durante l’ultima assemblea di Tokyo. Quando ragioniamo sull’euro ci rendiamo conto che siamo di fronte a una creatura incompiuta e quindi consigliamo un mercato europeo comune, non soltanto una moneta. Previsioni? La Cina è un chiodo fisso, a Tokyo è stata protagonista. Cina vuol dire crescita e integrazione, e il timore che quel mezzo potentissimo possa rallentare. Invece gli americani si sentono tranquilli, ma credono che l’Europa sia un po’ lenta a risolvere i suoi problemi e sono molto insoddisfatti di Bruxelles. Meglio i tecnici o i politici al governo? Ci sono tecnici ad Atene e Roma. Papademos e Monti, due ex illustri esponenti della Trilateral. Il prossimo modello, forse anche in Italia, sarà una coalizione trasversale come in Germania. Poi cambia poco se i ministri saranno o no dei partiti. Quali sono i vostri amici nel governo italiano? Oltre a Monti e al sottosegretario Marta Dassù (Esteri), per motivi professionali, dico i ministri Lorenzo Ornaghi (Cultura) e Corrado Passera (Sviluppo economico). La Trilateral è potente perché misteriosa? Siamo semplicemente una rete forte, la migliore al mondo. Non prendiamo direttamente decisioni importanti, ma ci siamo sempre nei momenti più delicati. Jimmy Carter non è diventato presidente perché era il capo americano: una volta alla Casa Bianca, però, sapeva di avere un gruppo di persone con cui consigliarsi. di Carlo Tecce