08 giugno 2012

Bilderberg 2012: agli uomini veri non piacciono gli oligarchi

Il potere del Bilderberg può essere scalfito da questo fiume di testosterone, megafoni e mangiatori di bacche di goji? Ho consegnato le bacche di goji al poliziotto. “Ha portato questo”. Il poliziotto mi ha ringraziato, ha gettato le bacche nel bagagliaio, e ha portato via il suo prigioniero in mezzo ad una folla rumorosa e oltraggiata. Poco prima, l' uomo con le bacche aveva gridato alla folla: “Non possono arrestarci tutti! Rimaniamo uniti!” Subito dopo, in maniera pignola, è stato afferrato e caricato in macchina dalla polizia. È stato un arresto davvero ridicolo, non aveva fatto niente. Stava mangiando le sue bacche di goji sul ciglio della strada. Una dimostrazione di forza da parte della polizia della contea di Fairfax. Non credo che sia una buona difesa in tribunale, ma sono abbastanza sicuro che se stai mangiando un sacchetto di bacche di goji probabilmente non sei una grande minaccia per la società. Mentre la polizia lo allontanava, la sirena è partita e mi sono allontanato dal rumore. Questo pomeriggio c' era troppo testosterone sul marciapiede – e troppi megafoni per i miei gusti. Ma hey, se vuoi gridare contro la tirannia di una oligarchia bancaria transnazionale vai pure, non sarò certo io a dirti di stare zitto. Ad ognuno il suo. Due anni fa, un gruppo di attivisti spagnoli stette seduto in silenzio sulla spiaggia e con i loro fiocchi bianchi hanno circondato la collina del Bilderberg ripulendola con energie positive. Qualunque sia stato il loro risultato. Lasciata la scena del crimine ho incontrato un membro degli Oathkeeper che veniva dal suo gazebo per controllare l' arresto. “Cercheremo i video delle prove”, mi assicura sbuffando. Gli Oathkeeper sono un gruppo di veterani militari e poliziotti in pensione, sono venuti a tenere sott' occhio le cose al Bilderberg 2012. Sono una presenza estremamente rassicurante; severi ma benevoli – maledizione, loro vogliono solo tenerti su, darti una stretta di mano e sentirsi dire: “Grazie di essere qui”. Lo scopo degli Oathkeeper è quello di incoraggiare chiunque abbia giurato di difendere la costituzione – come militari, poliziotti e forze di primo intervento – per onorare il loro giuramento [oath]. Sono qui al Bilderberg per tenere d' occhio la faccenda con la loro esperienza. “Proviamo a portare avanti una missione specifica”, dice John Oetken, un Oathkeeper di Orange County – nonostante al Bilderberg la loro missione si sia espansa un po', includendo alla sorveglianza della polizia, anche quella dei protestanti. “Siamo neutrali. Siamo qua per far sì che il processo si svolga pacificamente, e tenere in linea le teste calde, da entrambe le parti”. Questa mattina ho fatto colazione con altri tre veterani – in congedo dalla marina – che hanno fatto un bel viaggio dalla Florida per venire qui al Bilderberg... Il dr. Rick Davis è la persona più calma che abbia mai incontrato, ex medico dell' aviazione, ha passato 9 anni nell' esercito, può pilotare un F16 ed è stato in missione con i Navy Seals. Gli ho chiesto perché fosse qui. Lui ha preso il suo iPhone e mi ha mostrato una citazione dell' antropologa Margaret Mead: “Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. In realtà è l' unico modo in cui è sempre successo”. Rick e i suoi compagni veterani, Wayne Fritzsche e Bob Romanko, sono lontani dalle pigre caricature degli “attivisti del Bilderberg” che possono esistere nella testa di un idiota. Wayne è presidente di un’azienda farmaceutica quotata in borsa. “So cosa vuol dire avere riunioni che durano giorni interi – e lasciatemelo dire, le persone che vanno al Bilderberg non fermano tutto per tre o quattro giorni solo per fare due chiacchiere. Non si prenderebbero tre o quattro giorni per visitare un paese. Un paio d' ore, una cena e via. Il Bilderberg è uno sforzo coordinato in grande scala”. Ma uno sforzo per cosa? Rick mi risponde. “Al Bilderberg c' è il vertice predatorio del crimine mondiale. Ora, io sono un medico e questa gente mostra tutti i classici sintomi della psicopatia. Loro esibiscono un' ossessiva compulsione attraverso l' esercizio del potere. É gente estremamente malata, hanno una cultura di negativismo e morte. Ed io sono qui per fermare il loro programma. È il loro programma che ci uccide.” Il rischio è così grande? Rick annuisce. “Io sono traumatologo – una professione totalmente basata sulla valutazione dei rischi. Ho una notevole conoscenza sulla guerra nucleare, biologica e chimica. Sono amministratore delegato di una compagnia, e negli affari ci si chiede sempre: qual' è il rischio più immediato? La valutazione dei rischi è il mio lavoro. E qui, ora, corriamo il rischio più grande che l' umanità abbia mai affrontato”. Questi uomini sentono il bisogno morale di alzarsi e schierarsi contro la minaccia. Come dice Bob: “Semplicemente non riesco a non fare niente”. Ex storico della marina, Bob lavora in una radio sportiva ed ha la voce adatta, ringhia la sua frustrazione per il fatto che suo figlio, un giornalista, non riesca a capire la gravità della crisi. “Si è sposato con un medico, vive in una città favolosa, sta vivendo il sogno americano. Però non vede che il sogno americano sta andando verso un dirupo.” Ho chiesto a Rick perché pensasse che i 'primi a rispondere' alla minaccia, gli attivisti fuori dai cancelli dell' hotel, fossero prevalentemente maschi. Lui risponde: “Ho un' idea su questo. Gli uomini proteggono il clan. Abbiamo un senso innato per le minacce. Le donne hanno innata la tutela della famiglia e della casa. Gli uomini scrutano l' orizzonte: cos' è che viene dalla strada?” Ad un miglio dal Bilderberg la folla è cresciuta fino a circa 500 persone (un nuovo record per il Bilderberg!) e direi che ben l' 80% sono uomini. Uno di loro è Matthew Medina di We Are Change San Antonio – Gli chiedo perché ci sono così poche donne attorno a lui. “Cavolo, amico, è una bella domanda”, mi dice, “è logorante protestare contro l' elite mondiale, in meeting segreti. Ma ascolta, le donne stanno aprendo la strada nelle proteste contro le leggi alimentari sugli OGM, additivi e fluoruro. Facciamo tutti la nostra parte”. Ma il Bilderberg – è roba da uomini. “In un certo senso, forse, questo è il nostro sport. Questa è la nostra sfida – fare un po’ di casino e portare l' attenzione dei media su questo evento. È il nostro campo da football”. Fai qualche sport? “Faccio breakdance, facevo parte della scena underground – la mia crew era i Public Zoo, poco distante da Corpus Christi, Texas. È ancora attiva dopo 10 anni che ho cominciato. Io sono B-Boy Spaceboy. Faccio principalmente trick come il freeze. Vuoi vedere un freeze?” Mantiene la posa e poi scatta di nuovo in piedi, ringraziando per gli incitamenti. Oh yeah, B-Boy Spaceboy ce la fa ancora, ma non gareggia più. “In questo periodo faccio l' elettricista, sono un colletto blu, lavoro 40 ore la settimana, ma loro che ne sanno?” ci dice mentre muove il pollice verso le barriere di sicurezza. “E che cosa gliene importa?” Si dirige verso i suoi amici di We Are Changer, che forzano questa confessione ad una limousine di passaggio: “Ehi ragazzi, siete globalisti? No? Oh... siete parrucchieri.” Se il Bilderberg è il nostro campo da calcio, dove restano gli sport nella vita del maschio attivista? Collin Abramowicz ha 22 anni e viene da un ambiente pregno di sport: “il mio patrigno segue il baseball, mio padre segue il football, tutti i miei fratelli sono fissati con lo sport. Io facevo wrestling a scuola, ma ora le mie priorità sono cambiate. Non ti puoi appassionare a qualcosa mentre vieni ingannato. Loro sono dei maghi – con una mano fanno una cosa mentre tu guardi l' altra. Lo sport è una distrazione”. Da cosa? “Che ne dici del NDAA? O del HR658? Perché il governo vuole mettere 30000 droni a sorvegliare il cielo entro il 2020?” “Guardate i giornali,” dice il suo amico Aaron Wolkind, “per metà sono solo sport. Miliardi di dollari vengono versati per questa roba, ficcandolo nella mente alle persone. Gli impulsi primari delle persone vengono focalizzati su una realtà falsa e superficiale come lo sport. Non riesco più a relazionarmi con i miei amici che seguono ancora lo sport. Incanalano tutta la loro passione ed energia in un qualcosa privo di senso. E ne sanno anche tanto: tutte le statistiche, chi sarà scelto o meno al prossimo draft. Avevo amici che letteralmente litigavano per lo sport. Io? Io sono appassionato dal mondo reale”. Noam Chomsky fece esattamente la stessa osservazione in un' intervista del 1992 contenuta in La Fabbrica del Consenso. Chomsky descrive lo sport come: … un altro cruciale esempio di sistema di indottrinamento, a mio parere... offre alla gente qualcosa a cui prestare attenzione ma che non ha nessuna importanza... E in effetti è impressionante vedere l' intelligenza usata dalla gente comune nelle discussioni sportive [al contrario delle questioni politiche e sociali]. Voglio dire, sentite le radio dove le persone possono chiamare – hanno le informazioni più particolari e capiscono ogni tipo di problema. E la stampa senza dubbio fa molto per questo. Uno studio delle ricca (in tutti i sensi) storia del Bilderberg collima con una particolare brama maschile per i fatti sportivi. Daniel Kirby, 28 anni, studente di storia a Chester, è uno dei pochi inglesi qua. Daniel ha brama. “Se leggo qualcosa devo trovare la fonte, per poi risalire alle cose.” Come per il Bilderberg: “Questo vuol dire guardare agli intrecci dirigenziali dei delegati, leggere i documenti dei think tank. Hai letto 'Which Path to Persia?' del Brookings Institute?” Confesso che non l' ho letto. “È un argomento piuttosto complesso, ma in breve – la via per Tehran passa da Damasco.” Faccio notare che Bassma Kodmani, membro anziano del Consiglio Nazionale Siriano, è al Bilderberg quest' anno. Daniel tira fuori il suo notebook: “Verificherò”. Questo è quello che amo del Bilderberg. Avere conversazioni che possono variare dal Brookings Institute, alla dialettica Hegeliana, a Daniel che mi chiede: “Sai che la torcia olimpica fu inventata dai nazisti?” Così nasce una breve chiacchierata su Goebbels, la propaganda e Edward Bernays. Una volta che parliamo dei nazisti facciamo un piccolo salto e torniamo al Bilderberg. Io: “Così, tu lo sai che il Principe Bernhard lavorò per la IG Farben?” Daniel: “NW-7, la loro unità di intelligence. E tu sai di Allen Dulles e del denaro nazista?“ Io: “O mio Dio – Harriman, e la famiglia Bush. È incredibile.” Dio, mi mancherà questo posto. Mi fa un po’ paura, sono diventato un nerd del Bilderberg, ho letto le trascrizioni delle telefonate tra Henry Kissinger e David Rockefeller degli anni '70, e so chi del club Bilderberg siede nel consiglio di amministrazione dello Institute of International Finance – l' organismo che rappresenta gli investitori privati che detengono il debito greco. Ho iniziato a pianificare le mie vacanze attorno agli archivi di ricerca internazionali. “C' è una sorta di aspetto nerd nella ricerca,” ammette B-Boy Spaceboy. “Io ho un passato da nerd – colleziono fumetti. Conosci Jason Bermas, quello dei documentari, lui è un grande fan dei Simpson. Io lo sono più di Spiderman. A entrambi ci piacciono quelli di A Big Bang Theory. Come molti nerd ho dovuto affrontare i bulli, ed è questo quello che facciamo qua.” Nerd contro bulli. Questa è una descrizione del Bilderberg che ancora non avevo mai sentito, ma è buona. Nerd e veterani. La miglior speranza della libertà. di Charlie Skelton Fonte: www.guardian.co.uk

07 giugno 2012

Lilli Gruber e il Gruppo Bilderberg

Non ha fatto in tempo a sbarcare dall'aereo e si è arrampicata, come di consueto, con il suo abitino firmato - da contratto - e i tacchi a spillo, sullo sgabello attorno al tavolone rotondo di Otto e Mezzo, su La7. L'aereo era quello proveniente da Chantilly, in Virginia, a un passo da Washington, dove l'anchorwoman (questa la definizione ufficiale sulla lista degli invitati) ha preso parte al consueto incontro riservato a banchieri, politici e mediatori di varia natura del Gruppo Bilderberg lo scorso 3 giugno. Ora, dal punto di vista giornalistico, dell'incontro la Gruber non può raccontarci nulla. Questi i patti cui si sottomette chi viene invitato. Solo i corrispondenti accreditati come tali possono farlo: quest'anno sono stati due giornalisti dell'Economist, cioè il giornale dei Rothschild. Come dire: gli unici che possono raccontare qualcosa sulla riunione sono pagati da uno degli organizzatori della stessa. Inutile commentare oltre. Ma gli altri giornalisti invitati, tra i quali appunto la Gruber, cosa vanno a fare a riunioni del genere? La risposta è molto semplice: vanno a prendere istruzioni. Certamente non sono invitati per discutere di strategie insieme ai vari Ceo delle grandi industrie o delle famiglie ai vertici dei centri di potere mondiale che partecipano al Bilderberg da decenni. Il motivo per cui sono invitati è un altro: personcine come la Gruber, hanno in mano, nel senso che le sono concessi, i fili di alcuni snodi importanti della comunicazione mediatica. Ovvero della propaganda. Se non è ovviamente un esponente della famiglia Rothschild, o Rockefeller, o di qualsiasi altro gruppo tra i (in fin dei conti) pochi che fanno parte di questa super classe globale che decide i destini del resto del mondo, ad andare in giro a parlare alle masse per convincerle che quello che si fa in quelle stanze dei bottoni è per il loro bene, è altresì vero che questo "sporco lavoro" qualcun altro deve pur farlo. E nello specifico, deve farlo qualcuno che sia percepito dall'opinione pubblica come credibile. La Gruber rispecchia in pieno l'identikit. D’ora in poi, ancora più di prima, sappiamo da che parte sta una delle giornaliste televisive più considerate del nostro Paese e a chi deve la sua carriera. Sappiamo perché cessa di condurre una trasmissione da una parte e subito trova il posto in una altra parte, e sappiamo soprattutto il motivo per il quale, in una delle tante trasmissioni che farà, non oserà mai fare una domanda fuori dagli schemi che le sono stati impartiti alla riunione del Bilderberg né inviterà mai qualcuno che tali schemi, invece, potrebbe far saltare con una frase appena pronunciata a favore di telecamera: visto che al Bilderberg non partecipa né mai parteciperà, e visto che non deve la sua carriera a nessuno dei più grandi criminali che invece a tali riunioni intervengono. Non è insomma un caso che la Gruber, fresca fresca di briefing su come è la situazione mondiale per i padroni dei vapore e su come essi intendano muoversi per il prossimo futuro, abbia aperto la settimana con un’intervista ad Ezio Mauro senza porre una sola domanda che sia una allo scopo di chiarire qualcuna tra le tante cose ridicole che il direttore de La Repubblica ha detto ieri sera nella puntata di Otto e Mezzo. Non una domanda in merito all'affermazione di Mauro secondo il quale «gli italiani di fatto hanno capito e accettato di dover fare dei sacrifici». Non una in merito al «vuoto politico» che c'è in Italia e che, sempre secondo il direttore del quotidiano «è indispensabile venga riempito dal Pd, che è già un partito nuovo per struttura e apertura verso la società civile». Del resto cosa avrebbe mai potuto chiedere, la Gruber? Avrebbe mai potuto chiedere a Ezio Mauro il motivo per il quale gli italiani dovrebbero accettare l'austerità e i sacrifici per pagare gli interessi a chi detiene la sovranità monetaria e la leva finanziaria, ovvero i privati proprietari della Bce e i grandi speculatori internazionali? Avrebbe mai potuto chiedergli in merito all’efficacia di battersi per una politica interna, di qualsiasi partito si tratti, quando le decisioni più importanti sono prese altrove? No, non avrebbe potuto. E infatti non lo ha fatto. Forte delle conoscenze e delle istruzioni apprese di recente in quel consesso, una sola domanda di questo tipo le avrebbe fatto perdere la possibilità di essere invitata alla prossima edizione del Bilderberg. E di sedere sulla prossima poltrona libera quando finirà il suo bel lavoro di propaganda a La7. di Valerio Lo Monaco

06 giugno 2012

Giorgio Napolitano e la "creazione di un nuovo ordine mondiale"

Un amico mi segnala un video di qualche settimana fa, in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, invita le forze dell’ordine italiane a battersi “per la creazione di un nuovo ordine mondiale”. Frase che a qualcuno potrebbe sembrare retorica, ma che in realtà non lo è affatto, considerato il caos in cui sono precipitate alcune zone del pianeta, dentro e fuori dalla zona euro. Oggi viviamo nel disordine mondiale, dal quale dovrebbe emergere un nuovo assetto mondiale, stando agli auspici di una certa élite internazionale, molto influente quanto discreta nell’esternare i propri disegni e le proprie ambizioni. Di quell’élite fa parte anche, notoriamente, Mario Monti. Al nostro presidente chiediamo: si riferisce a quell’ordine mondiale, come sospettano diversi blogger, o si riferisce all’altro ordine mondiale, quello portato avanti dalla Casa Bianca dopo il crollo del Muro di Berlino, una ventina d’anni fa? Insomma, preveggenza o reminiscenze del passato ? Non sarebbe male se lo spiegasse a noi cittadini. In democrazia si usa… di Marcello Foa

08 giugno 2012

Bilderberg 2012: agli uomini veri non piacciono gli oligarchi

Il potere del Bilderberg può essere scalfito da questo fiume di testosterone, megafoni e mangiatori di bacche di goji? Ho consegnato le bacche di goji al poliziotto. “Ha portato questo”. Il poliziotto mi ha ringraziato, ha gettato le bacche nel bagagliaio, e ha portato via il suo prigioniero in mezzo ad una folla rumorosa e oltraggiata. Poco prima, l' uomo con le bacche aveva gridato alla folla: “Non possono arrestarci tutti! Rimaniamo uniti!” Subito dopo, in maniera pignola, è stato afferrato e caricato in macchina dalla polizia. È stato un arresto davvero ridicolo, non aveva fatto niente. Stava mangiando le sue bacche di goji sul ciglio della strada. Una dimostrazione di forza da parte della polizia della contea di Fairfax. Non credo che sia una buona difesa in tribunale, ma sono abbastanza sicuro che se stai mangiando un sacchetto di bacche di goji probabilmente non sei una grande minaccia per la società. Mentre la polizia lo allontanava, la sirena è partita e mi sono allontanato dal rumore. Questo pomeriggio c' era troppo testosterone sul marciapiede – e troppi megafoni per i miei gusti. Ma hey, se vuoi gridare contro la tirannia di una oligarchia bancaria transnazionale vai pure, non sarò certo io a dirti di stare zitto. Ad ognuno il suo. Due anni fa, un gruppo di attivisti spagnoli stette seduto in silenzio sulla spiaggia e con i loro fiocchi bianchi hanno circondato la collina del Bilderberg ripulendola con energie positive. Qualunque sia stato il loro risultato. Lasciata la scena del crimine ho incontrato un membro degli Oathkeeper che veniva dal suo gazebo per controllare l' arresto. “Cercheremo i video delle prove”, mi assicura sbuffando. Gli Oathkeeper sono un gruppo di veterani militari e poliziotti in pensione, sono venuti a tenere sott' occhio le cose al Bilderberg 2012. Sono una presenza estremamente rassicurante; severi ma benevoli – maledizione, loro vogliono solo tenerti su, darti una stretta di mano e sentirsi dire: “Grazie di essere qui”. Lo scopo degli Oathkeeper è quello di incoraggiare chiunque abbia giurato di difendere la costituzione – come militari, poliziotti e forze di primo intervento – per onorare il loro giuramento [oath]. Sono qui al Bilderberg per tenere d' occhio la faccenda con la loro esperienza. “Proviamo a portare avanti una missione specifica”, dice John Oetken, un Oathkeeper di Orange County – nonostante al Bilderberg la loro missione si sia espansa un po', includendo alla sorveglianza della polizia, anche quella dei protestanti. “Siamo neutrali. Siamo qua per far sì che il processo si svolga pacificamente, e tenere in linea le teste calde, da entrambe le parti”. Questa mattina ho fatto colazione con altri tre veterani – in congedo dalla marina – che hanno fatto un bel viaggio dalla Florida per venire qui al Bilderberg... Il dr. Rick Davis è la persona più calma che abbia mai incontrato, ex medico dell' aviazione, ha passato 9 anni nell' esercito, può pilotare un F16 ed è stato in missione con i Navy Seals. Gli ho chiesto perché fosse qui. Lui ha preso il suo iPhone e mi ha mostrato una citazione dell' antropologa Margaret Mead: “Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. In realtà è l' unico modo in cui è sempre successo”. Rick e i suoi compagni veterani, Wayne Fritzsche e Bob Romanko, sono lontani dalle pigre caricature degli “attivisti del Bilderberg” che possono esistere nella testa di un idiota. Wayne è presidente di un’azienda farmaceutica quotata in borsa. “So cosa vuol dire avere riunioni che durano giorni interi – e lasciatemelo dire, le persone che vanno al Bilderberg non fermano tutto per tre o quattro giorni solo per fare due chiacchiere. Non si prenderebbero tre o quattro giorni per visitare un paese. Un paio d' ore, una cena e via. Il Bilderberg è uno sforzo coordinato in grande scala”. Ma uno sforzo per cosa? Rick mi risponde. “Al Bilderberg c' è il vertice predatorio del crimine mondiale. Ora, io sono un medico e questa gente mostra tutti i classici sintomi della psicopatia. Loro esibiscono un' ossessiva compulsione attraverso l' esercizio del potere. É gente estremamente malata, hanno una cultura di negativismo e morte. Ed io sono qui per fermare il loro programma. È il loro programma che ci uccide.” Il rischio è così grande? Rick annuisce. “Io sono traumatologo – una professione totalmente basata sulla valutazione dei rischi. Ho una notevole conoscenza sulla guerra nucleare, biologica e chimica. Sono amministratore delegato di una compagnia, e negli affari ci si chiede sempre: qual' è il rischio più immediato? La valutazione dei rischi è il mio lavoro. E qui, ora, corriamo il rischio più grande che l' umanità abbia mai affrontato”. Questi uomini sentono il bisogno morale di alzarsi e schierarsi contro la minaccia. Come dice Bob: “Semplicemente non riesco a non fare niente”. Ex storico della marina, Bob lavora in una radio sportiva ed ha la voce adatta, ringhia la sua frustrazione per il fatto che suo figlio, un giornalista, non riesca a capire la gravità della crisi. “Si è sposato con un medico, vive in una città favolosa, sta vivendo il sogno americano. Però non vede che il sogno americano sta andando verso un dirupo.” Ho chiesto a Rick perché pensasse che i 'primi a rispondere' alla minaccia, gli attivisti fuori dai cancelli dell' hotel, fossero prevalentemente maschi. Lui risponde: “Ho un' idea su questo. Gli uomini proteggono il clan. Abbiamo un senso innato per le minacce. Le donne hanno innata la tutela della famiglia e della casa. Gli uomini scrutano l' orizzonte: cos' è che viene dalla strada?” Ad un miglio dal Bilderberg la folla è cresciuta fino a circa 500 persone (un nuovo record per il Bilderberg!) e direi che ben l' 80% sono uomini. Uno di loro è Matthew Medina di We Are Change San Antonio – Gli chiedo perché ci sono così poche donne attorno a lui. “Cavolo, amico, è una bella domanda”, mi dice, “è logorante protestare contro l' elite mondiale, in meeting segreti. Ma ascolta, le donne stanno aprendo la strada nelle proteste contro le leggi alimentari sugli OGM, additivi e fluoruro. Facciamo tutti la nostra parte”. Ma il Bilderberg – è roba da uomini. “In un certo senso, forse, questo è il nostro sport. Questa è la nostra sfida – fare un po’ di casino e portare l' attenzione dei media su questo evento. È il nostro campo da football”. Fai qualche sport? “Faccio breakdance, facevo parte della scena underground – la mia crew era i Public Zoo, poco distante da Corpus Christi, Texas. È ancora attiva dopo 10 anni che ho cominciato. Io sono B-Boy Spaceboy. Faccio principalmente trick come il freeze. Vuoi vedere un freeze?” Mantiene la posa e poi scatta di nuovo in piedi, ringraziando per gli incitamenti. Oh yeah, B-Boy Spaceboy ce la fa ancora, ma non gareggia più. “In questo periodo faccio l' elettricista, sono un colletto blu, lavoro 40 ore la settimana, ma loro che ne sanno?” ci dice mentre muove il pollice verso le barriere di sicurezza. “E che cosa gliene importa?” Si dirige verso i suoi amici di We Are Changer, che forzano questa confessione ad una limousine di passaggio: “Ehi ragazzi, siete globalisti? No? Oh... siete parrucchieri.” Se il Bilderberg è il nostro campo da calcio, dove restano gli sport nella vita del maschio attivista? Collin Abramowicz ha 22 anni e viene da un ambiente pregno di sport: “il mio patrigno segue il baseball, mio padre segue il football, tutti i miei fratelli sono fissati con lo sport. Io facevo wrestling a scuola, ma ora le mie priorità sono cambiate. Non ti puoi appassionare a qualcosa mentre vieni ingannato. Loro sono dei maghi – con una mano fanno una cosa mentre tu guardi l' altra. Lo sport è una distrazione”. Da cosa? “Che ne dici del NDAA? O del HR658? Perché il governo vuole mettere 30000 droni a sorvegliare il cielo entro il 2020?” “Guardate i giornali,” dice il suo amico Aaron Wolkind, “per metà sono solo sport. Miliardi di dollari vengono versati per questa roba, ficcandolo nella mente alle persone. Gli impulsi primari delle persone vengono focalizzati su una realtà falsa e superficiale come lo sport. Non riesco più a relazionarmi con i miei amici che seguono ancora lo sport. Incanalano tutta la loro passione ed energia in un qualcosa privo di senso. E ne sanno anche tanto: tutte le statistiche, chi sarà scelto o meno al prossimo draft. Avevo amici che letteralmente litigavano per lo sport. Io? Io sono appassionato dal mondo reale”. Noam Chomsky fece esattamente la stessa osservazione in un' intervista del 1992 contenuta in La Fabbrica del Consenso. Chomsky descrive lo sport come: … un altro cruciale esempio di sistema di indottrinamento, a mio parere... offre alla gente qualcosa a cui prestare attenzione ma che non ha nessuna importanza... E in effetti è impressionante vedere l' intelligenza usata dalla gente comune nelle discussioni sportive [al contrario delle questioni politiche e sociali]. Voglio dire, sentite le radio dove le persone possono chiamare – hanno le informazioni più particolari e capiscono ogni tipo di problema. E la stampa senza dubbio fa molto per questo. Uno studio delle ricca (in tutti i sensi) storia del Bilderberg collima con una particolare brama maschile per i fatti sportivi. Daniel Kirby, 28 anni, studente di storia a Chester, è uno dei pochi inglesi qua. Daniel ha brama. “Se leggo qualcosa devo trovare la fonte, per poi risalire alle cose.” Come per il Bilderberg: “Questo vuol dire guardare agli intrecci dirigenziali dei delegati, leggere i documenti dei think tank. Hai letto 'Which Path to Persia?' del Brookings Institute?” Confesso che non l' ho letto. “È un argomento piuttosto complesso, ma in breve – la via per Tehran passa da Damasco.” Faccio notare che Bassma Kodmani, membro anziano del Consiglio Nazionale Siriano, è al Bilderberg quest' anno. Daniel tira fuori il suo notebook: “Verificherò”. Questo è quello che amo del Bilderberg. Avere conversazioni che possono variare dal Brookings Institute, alla dialettica Hegeliana, a Daniel che mi chiede: “Sai che la torcia olimpica fu inventata dai nazisti?” Così nasce una breve chiacchierata su Goebbels, la propaganda e Edward Bernays. Una volta che parliamo dei nazisti facciamo un piccolo salto e torniamo al Bilderberg. Io: “Così, tu lo sai che il Principe Bernhard lavorò per la IG Farben?” Daniel: “NW-7, la loro unità di intelligence. E tu sai di Allen Dulles e del denaro nazista?“ Io: “O mio Dio – Harriman, e la famiglia Bush. È incredibile.” Dio, mi mancherà questo posto. Mi fa un po’ paura, sono diventato un nerd del Bilderberg, ho letto le trascrizioni delle telefonate tra Henry Kissinger e David Rockefeller degli anni '70, e so chi del club Bilderberg siede nel consiglio di amministrazione dello Institute of International Finance – l' organismo che rappresenta gli investitori privati che detengono il debito greco. Ho iniziato a pianificare le mie vacanze attorno agli archivi di ricerca internazionali. “C' è una sorta di aspetto nerd nella ricerca,” ammette B-Boy Spaceboy. “Io ho un passato da nerd – colleziono fumetti. Conosci Jason Bermas, quello dei documentari, lui è un grande fan dei Simpson. Io lo sono più di Spiderman. A entrambi ci piacciono quelli di A Big Bang Theory. Come molti nerd ho dovuto affrontare i bulli, ed è questo quello che facciamo qua.” Nerd contro bulli. Questa è una descrizione del Bilderberg che ancora non avevo mai sentito, ma è buona. Nerd e veterani. La miglior speranza della libertà. di Charlie Skelton Fonte: www.guardian.co.uk

07 giugno 2012

Lilli Gruber e il Gruppo Bilderberg

Non ha fatto in tempo a sbarcare dall'aereo e si è arrampicata, come di consueto, con il suo abitino firmato - da contratto - e i tacchi a spillo, sullo sgabello attorno al tavolone rotondo di Otto e Mezzo, su La7. L'aereo era quello proveniente da Chantilly, in Virginia, a un passo da Washington, dove l'anchorwoman (questa la definizione ufficiale sulla lista degli invitati) ha preso parte al consueto incontro riservato a banchieri, politici e mediatori di varia natura del Gruppo Bilderberg lo scorso 3 giugno. Ora, dal punto di vista giornalistico, dell'incontro la Gruber non può raccontarci nulla. Questi i patti cui si sottomette chi viene invitato. Solo i corrispondenti accreditati come tali possono farlo: quest'anno sono stati due giornalisti dell'Economist, cioè il giornale dei Rothschild. Come dire: gli unici che possono raccontare qualcosa sulla riunione sono pagati da uno degli organizzatori della stessa. Inutile commentare oltre. Ma gli altri giornalisti invitati, tra i quali appunto la Gruber, cosa vanno a fare a riunioni del genere? La risposta è molto semplice: vanno a prendere istruzioni. Certamente non sono invitati per discutere di strategie insieme ai vari Ceo delle grandi industrie o delle famiglie ai vertici dei centri di potere mondiale che partecipano al Bilderberg da decenni. Il motivo per cui sono invitati è un altro: personcine come la Gruber, hanno in mano, nel senso che le sono concessi, i fili di alcuni snodi importanti della comunicazione mediatica. Ovvero della propaganda. Se non è ovviamente un esponente della famiglia Rothschild, o Rockefeller, o di qualsiasi altro gruppo tra i (in fin dei conti) pochi che fanno parte di questa super classe globale che decide i destini del resto del mondo, ad andare in giro a parlare alle masse per convincerle che quello che si fa in quelle stanze dei bottoni è per il loro bene, è altresì vero che questo "sporco lavoro" qualcun altro deve pur farlo. E nello specifico, deve farlo qualcuno che sia percepito dall'opinione pubblica come credibile. La Gruber rispecchia in pieno l'identikit. D’ora in poi, ancora più di prima, sappiamo da che parte sta una delle giornaliste televisive più considerate del nostro Paese e a chi deve la sua carriera. Sappiamo perché cessa di condurre una trasmissione da una parte e subito trova il posto in una altra parte, e sappiamo soprattutto il motivo per il quale, in una delle tante trasmissioni che farà, non oserà mai fare una domanda fuori dagli schemi che le sono stati impartiti alla riunione del Bilderberg né inviterà mai qualcuno che tali schemi, invece, potrebbe far saltare con una frase appena pronunciata a favore di telecamera: visto che al Bilderberg non partecipa né mai parteciperà, e visto che non deve la sua carriera a nessuno dei più grandi criminali che invece a tali riunioni intervengono. Non è insomma un caso che la Gruber, fresca fresca di briefing su come è la situazione mondiale per i padroni dei vapore e su come essi intendano muoversi per il prossimo futuro, abbia aperto la settimana con un’intervista ad Ezio Mauro senza porre una sola domanda che sia una allo scopo di chiarire qualcuna tra le tante cose ridicole che il direttore de La Repubblica ha detto ieri sera nella puntata di Otto e Mezzo. Non una domanda in merito all'affermazione di Mauro secondo il quale «gli italiani di fatto hanno capito e accettato di dover fare dei sacrifici». Non una in merito al «vuoto politico» che c'è in Italia e che, sempre secondo il direttore del quotidiano «è indispensabile venga riempito dal Pd, che è già un partito nuovo per struttura e apertura verso la società civile». Del resto cosa avrebbe mai potuto chiedere, la Gruber? Avrebbe mai potuto chiedere a Ezio Mauro il motivo per il quale gli italiani dovrebbero accettare l'austerità e i sacrifici per pagare gli interessi a chi detiene la sovranità monetaria e la leva finanziaria, ovvero i privati proprietari della Bce e i grandi speculatori internazionali? Avrebbe mai potuto chiedergli in merito all’efficacia di battersi per una politica interna, di qualsiasi partito si tratti, quando le decisioni più importanti sono prese altrove? No, non avrebbe potuto. E infatti non lo ha fatto. Forte delle conoscenze e delle istruzioni apprese di recente in quel consesso, una sola domanda di questo tipo le avrebbe fatto perdere la possibilità di essere invitata alla prossima edizione del Bilderberg. E di sedere sulla prossima poltrona libera quando finirà il suo bel lavoro di propaganda a La7. di Valerio Lo Monaco

06 giugno 2012

Giorgio Napolitano e la "creazione di un nuovo ordine mondiale"

Un amico mi segnala un video di qualche settimana fa, in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, invita le forze dell’ordine italiane a battersi “per la creazione di un nuovo ordine mondiale”. Frase che a qualcuno potrebbe sembrare retorica, ma che in realtà non lo è affatto, considerato il caos in cui sono precipitate alcune zone del pianeta, dentro e fuori dalla zona euro. Oggi viviamo nel disordine mondiale, dal quale dovrebbe emergere un nuovo assetto mondiale, stando agli auspici di una certa élite internazionale, molto influente quanto discreta nell’esternare i propri disegni e le proprie ambizioni. Di quell’élite fa parte anche, notoriamente, Mario Monti. Al nostro presidente chiediamo: si riferisce a quell’ordine mondiale, come sospettano diversi blogger, o si riferisce all’altro ordine mondiale, quello portato avanti dalla Casa Bianca dopo il crollo del Muro di Berlino, una ventina d’anni fa? Insomma, preveggenza o reminiscenze del passato ? Non sarebbe male se lo spiegasse a noi cittadini. In democrazia si usa… di Marcello Foa