18 settembre 2012

Il marpione ed il minchione

Lo abbiamo detto e ridetto e poi scritto, riscritto, trascritto, segnalato, ricalcato, sottolineato, svelato, sventagliato, rivelato quando tutti tessevano le lodi del mitico manager cosmopolita, il quale essendo un uomo di mondo le sparava da un punto all’altro del globo, più o meno da Torino a Detroit sola andata e con grande risonanza mediatica. Marchionne è un vero mago, questo è assodato, come fa sparire le cose lui nemmeno Merlino e abracadabra magicabula bidibidobidiboo Fabbrica-Italia non c’è più, sim salabim bimbumbam guarda il Lingotto la fine che fa! Il prestigiatore col cilindro rotto, come la reputazione delle sue auto, Fiat (fix it again Tony), ha rivelato il trucco anche perché al giochetto non ci credeva più nemmeno il più fesso dello Stivale. Ecco la fatidica frase: «Le cose sono profondamente cambiate da quando nell’aprile 2010 venne annunciato il piano «Fabbrica Italia»…è impossibile fare riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa ed é necessario che il piano prodotti e i relativi investimenti siano oggetto di costante revisione per adeguarli all’andamento dei mercati». No, e che proprio è impossibile fare riferimento ad un piano che non è mai nato anche se è stato sempre annunciato. Ma ora, ladies and gentleman, signore e signori, lavoratrici e lavoratori, lavatrici e frullatori, apriamo una nuova rubrica, quella del leccaculo padronale amico del furbacchione imprenditoriale, scappato con la cassa lasciando a noi il suo sepolcro industriale imbiancato. Si chiamerà il Marpionne ed il Minchione, raccogliamo tutte le dichiarazioni dei politici, degli analisti, dei giornalisti sul grande trascinatore globale che divora aiuti negli Usa, accumula fondi in Svizzera e depone merda in Italia, per dimostrare, semmai ce ne fosse ancora bisogno, quanto è servile il circuito politico-mediatico di una nazione soggiogata dal mito del destriero finanziario, mezzo straniero e tutto menzognero (il premio di peggior lacchè è però già stato assegnato a quel finto proletario buono a nulla di Bertinotti che definì il Ceo di Fiat un borghese buono). In rete c’era già una buona parte del lavoro fatto. Giorgio Meletti per Il Fatto: Ottobre 2005. Corriere della Sera: “Ha fatto le due del mattino. Per una volta, però, non c’entrano numeri e budget plan e trattative. È che ad Asti c’era Paolo Conte in concerto. E lui, Sergio Marchionne, ha preso la macchina e c’è andato. ‘Perché mi piace moltissimo’. Un gesto che, come le cravatte che porta di rado, rivela molto dell’amministratore delegato Fiat. Modi diretti, immediati. Zero bizantinismi. Dicono stia anche qui la ragione del suo successo”. Luglio 2006. Fausto Bertinotti, presidente della Camera: “Dobbiamo puntare ai borghesi buoni. Marchionne parla della risposta ai problemi dell’impresa, non scaricando sui lavoratori e sul sindacato, ma assumendola su di sé”. Agosto 2006. Pietro Modiano, banchiere: “Ha restituito al nostro sistema industriale un gruppo in grado di essere competitivo rappresentando un elemento di forza nel contesto internazionale”. Settembre 2006. Piero Fassino, segretario Ds: “Pronto ad allearmi con Marchionne. Lui sì che è un vero socialdemocratico”. Luglio 2007. Silvio Berlusconi, capo dell’opposizione: “L’ho comprata la nuova 500, quella con le bande laterali. Mi ricorda la mia prima auto, quand’ero ragazzo”. Maggio 2009. Massimo D’Alema, deputato Pd: “Ho sempre pensato che il destino della Fiat era quello di una forte internazionalizzazione in una fase caratterizzata dalla concentrazione della produzione di automobili. Marchionne lo sta facendo nel modo migliore”. Ottobre 2010. Vittorio Feltri, giornalista: “Lui è arrivato a Torino quando le cose andavano male e le ha raddrizzate applicando metodi da grande manager”. Dicembre 2010. Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera: “Appartiene a un gruppo di italiani che hanno avuto il merito di non lasciarsi imprigionare in quel complicato intreccio di compromessi, patti di reciproca convenienza, luoghi comuni, che formano il retaggio di un’Italia bizantina, arcadica, conformista e contro-riformista. Per restare nell’ambito del secondo dopoguerra penso, per fare soltanto qualche esempio, a Ugo La Malfa, Guido Carli, Cesare Merzagora, Mario Monti”. Gennaio 2011. Walter Veltroni, deputato Pd: “Marchionne ha posto con chiarezza, durezza e per tempo il problema. Ci vuole un contratto di lavoro costruito più a ridosso dell’organizzazione aziendale”. Sergio Chiamparino, sindaco di Torino: “Marchionne rimane l’uomo che ha preso quella macchina ingrippata che era diventata la Fiat e l’ha salvata”. Marzo 2011. Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl: “Sarà brusco, sarà crudo, ma Marchionne è stato una fortuna per gli azionisti e i lavoratori della Fiat. Grazie a Dio c’è un abruzzese come Marchionne”. Giugno 2011. Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro: “A Marchionne si oppongono il sindacato conservatore, settori ideologizzati della magistratura e ambienti delle borghesie bancarie. Una alleanza minoritaria che in Italia più volte ha rallentato il progresso”. di Gianni Petrosillo

17 settembre 2012

Le false credenze del popolo italiota

Intervento dell’ingegnere Alex D’Esposito al convegno “Povera Italia. Cronache di un paese in crisi, tra tagli e poteri forti” Anche se sono un “tecnico” (cioè con una formazione ingegneristica) mi trovo imbarazzato a dover trattare un problema apparentemente pratico con un approccio filosofico, umanistico. Eppure, filtrata attraverso lunghi anni di attività lavorativa in un ambiente aridamente rivolto solo alle cifre, ai calcoli, alla ricerca ingegneristica delle soluzioni, devo portarvi testimonianza che la tecnologia, senza il supporto della spiritualità, non serve a nulla. La lotta a cui stiamo contemporaneamente assistendo come spettatori e partecipando come vittime, è spirituale non materiale. I grandi capitali (rappresentati dal 0,01% della popolazione) ormai hanno tutti i soldi del mondo (cioè il restante 99,99%). Allora adesso cosa vogliono? Risposta: con delle metafore cinematografiche, cioè delle pellicole che hanno profondi significati attinenti al tema della serata. Le “elites” vogliono la nostra anima come nel film “Metropolis” 1926, il capolavoro visionario ma preveggente di Fritz LANG, in cui schiere di paria (lavoratori) sono sfruttati fino allo stremo da pochi ricchi per permettere a questi ultimi di vivere nel lusso più sfrenato, anche a costo della distruzione totale della città, finché non giunge la catarsi. Ma la filmica spesso rappresenta la lotta spirituale: non dimentichiamo “La storia infinita” in cui il nulla distrugge tutto, “Guerre stellari” in cui il lato oscuro è sempre in lotta contro la forza del bene, “Matrix” che vede la contrapposizione tra il sogno consolatorio di “regime”, la menzogna, la propaganda, che prosegue con la pillola blu e la realtà che inizia con la pillola rossa, la ribellione al conformismo, il “risveglio”, la lotta contro l’ipocrisia, contro il potere omnipervasivo e occhiuto del Grande Fratello di “1984”, scritto da George Orwell nel 1948 (non quello della TV). La domanda che dovrebbe sorgere spontanea ora, è : come fanno a controllarci? Risposta : attraverso la programmazione neurolinguistica. Questa tecnica di manipolazione delle masse (perché di questo si tratta) sfrutta tutti i mezzi possibili ed immaginabili. TV, carta stampata, radio, come teatro, cinema, manifestazioni, ora anche internet: qualsiasi strada è pervasa da una valanga, un turbine di pillole, di briciole di informazioni ma che siano rigorosamente false o, meglio, che abbiano un minimo di plausibilità per apparire “vere”. Ormai quando (personalmente) ascolto, leggo, vedo un TG od un giornale, la cosa che mi interessa non è ciò che viene esposto ma quel che viene taciuto: ad esempio il nostro attuale presidente del consiglio, per non far apparire in modo smaccato il conflitto di interessi che lo attanaglia, ha cercato di far scomparire dal suo curriculum on-line la sua lunga militanza in Goldman-Sachs, una delle più schifose organizzazioni a delinquere di stampo sionista-massonico, una delle principali banche che hanno causato gli sfaceli economici, levando ai poveri per dare ai ricchi. Ma i nostri amici hacker glielo hanno rimesso. A latere, dopo il crollo del titolo Facebook, sono diventate di nuovo insolventi le banche schifose che hanno causato sfracelli in borsa. Attenzione: a questo punto qualcuno potrebbe obiettare che sto facendo un discorso antisemita ma non è così. Questo è uno spauracchio che non funziona più. “Semita” è una categoria etnica che comprende anche gruppi sociali massacrati dai sionisti, così come “ebreo-ebraico” è una categoria che comprende persone di un credo religioso e che prevede delle iniziazioni ma anche un atteggiamento, un modo di comportarsi coerente, per tutta la vita: qualcuno di voi direbbe che Silvio Berlusconi è un cristiano (solo perché è stato battezzato) o Carlo De Benedetti è ebreo (solo perché è stato circonciso)? Non credo, infatti il loro stile di vita contraddice qualunque religione. I veri religiosi, anche gli ebrei ortodossi di organizzazioni come Neturei Karta o Jews for Israel, ad esempio (di cui molti non conoscono nemmeno l’esistenza), affermano che “gli ebrei non sono sionisti ed i sionisti non sono ebrei” e per tale coerenza manifestano sia in Israele sia davanti alle ambasciate di tale Paese e prendono botte dagli agenti sia sionisti sia non. Attenzione: il mondo che ci raccontano i mezzi di disinformazione di massa non è quello reale. Il grande commediografo e scrittore Honoré de Balzac, nella sua commedia “Le illusioni perdute” fa dire ad un personaggio: “Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad ‘usum delphini’ [cioè del potere], e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.” Un classico esempio di narrazione fantastica è la retorica di ieri sull’11 settembre 2001, a proposito della programmazione neurolinguistica vi chiedo: quanti edifici sono caduti a New York l’11 settembre 2001? Sicuramente molti diranno due. E noi dovremmo credere che le analisi epidemiologiche degli ultimi 11 anni (che hanno visto aumentare enormemente le affezioni polmonari dei newyorkesi dovute a polveri piroclastiche, cioè esplosivi) sono sbagliate, che il kerosene a 7-800° C è in grado di sciogliere l’acciaio invece degli almeno 1530° C necessari, che si possono fare telefonate da un aereo che vola a più di 500 km/h, a 9-10’000 mt di altezza, in zone geografiche senza ripetitori, che persone con poche lezioni su un piccolo aereo da turismo sarebbero state in grado di portare dei giganti dell’aria senza controllo radar dove nemmeno un asso delle frecce tricolori potrebbe centrare due palazzi in una fitta foresta di edifici, senza parlare della difesa che parte dopo pochi minuti dall’allarme, figuriamoci far passare mezzora, un’ora, 2 ore. E così per Ustica, Bologna, il treno Italicus, le scie chimiche, il terrorismo in Italia negli anni ’70, le guerre in medio oriente sotto falsa bandiera dei mercenari stranieri spacciate come rivoluzioni liberali, la bomba alla scuola di Brindisi, etc. etc. Per chi volesse approfondire il tema sia della manipolazione truffaldina della nostra mente sia della narrazione infedele . . consiglio “Neuroschiavi: manuale scientifico di autodifesa” di Marco DELLA LUNA e Paolo CIONI, Macro edizioni”. Invece, per la truffa del signoraggio consiglio “Alta finanza e miseria: l’usurocrazia mondiale sulla pelle dei popoli” di Savino FRIGIOLA, ed. Controcorrente, da cui è tratto questo fumetto in 20 tavole che potete trovare anche sul mio diario elettronico http://alexfocus.blogspot.com insieme a “La macchina infernale del signoraggio bancario”. Occorre perseguire la ricerca della conoscenza ma non quella sterilmente scientista, che nega la legge naturale, bensì quella interiore, quasi ascetica. Allora cosa ci porta sulla strada giusta? Voglio citare due grandi figure a tale scopo: il primo è Albert Einstein che disse, particolarmente ispirato, “La religione senza scienza è cieca, ma la scienza senza religione è zoppa” come pure “La mente intuitiva è un dono sacro, la mente razionale è un utile servo: noi abbiamo costruito una società che onora il servo ed ha dimenticato il dono” Infatti noi moderni abbiamo innalzato sul piedistallo la scienza, la tecnica, il progresso, ci siamo trincerati dietro un muro di banconote ed abbiamo dimenticato lo studio dell’epistemologia, dell’estetica, dell’etica (cioè la ricerca della verità, della bellezza, del bene). La seconda figura che voglio ricordare è John F. Kennedy specie per quanto riguarda uno dei suoi ultimi discorsi ed uno degli ultimi provvedimenti che prese. Il discorso toccante, a cui faccio riferimento, è quello del 27 aprile 1961 cioè circa 2 anni ed 8 mesi prima di essere ucciso da tre killer dei servizi segreti, il 22 novembre del 1963. In tale discorso, Kennedy affermò: “La parola ‘segretezza’ è in sé ripugnante in una società libera e aperta e noi come popolo ci opponiamo storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete. Abbiamo deciso molto tempo fa che i pericoli rappresentati da eccessi di segretezza e dall’occultamento dei fatti superano di gran lunga i rischi di quello che invece saremmo disposti a giustificare. Non c’è ragione di opporsi al pericolo di una società chiusa imitandone le stesse restrizioni. E non c’è ragione di assicurare la sopravvivenza della nostra Nazione se le nostre tradizioni non sopravvivono con essa. Stiamo correndo un gravissimo pericolo, che si preannuncia con le pressioni per aumentare a dismisura la sicurezza, posta nelle mani di chi è ansioso di espanderla sino al limite della censura ufficiale e dell’occultamento. Non lo consentirò, fin dove mi sarà possibile. E nessun membro della mia Amministrazione, a prescindere dal suo alto o basso livello, civile o militare, dovrebbe interpretare queste mie parole come una scusa per imbavagliare le notizie, soffocare il dissenso, occultare i nostri errori o negare alla stampa e al pubblico i fatti che meritano di conoscere”. Si capisce che stava chiedendo l’aiuto del popolo americano per smantellare le massonerie (e le lobby ad esse collegate) che vogliono rivoltare il mondo come un calzino, nel segreto delle logge: come sappiamo non vi riuscì.. anzi anche il fratello Robert ed il figlio John John hanno subito una morte violenta per la loro personale ricerca della verità. Il provvedimento di JFK a cui faccio riferimento è l’Ordine Esecutivo 11110 del 4 Giugno del 1963 un decreto presidenziale (ancora oggi valido) che impediva alla FED (Federal Reserve Bank, che è una banca PRIVATA come la Banca d’Italia e come la BCE) di prestare soldi a interesse al Governo Federale degli Stati Uniti. Con un colpo di penna, il presidente Kennedy dichiarò che la Fed sarebbe presto fallita. Forse, l’omicidio di JFK era un messaggio per tutti i futuri presidenti di non interferire nel controllo della Federal Reserve sulla creazione del denaro. Risulta evidente che il Presidente Kennedy stava sfidando i poteri esistenti dietro gli Stati Uniti e la finanza mondiale. Con vero spirito patriottico, JFK affrontò con coraggio i due modi più fruttuosi mai usati per appianare il debito: 1) guerra (Vietnam) infatti la finanza senza volto mondialista basa il suo potere sulla guerra a chiunque si ribelli al Nuovo Ordine Mondiale di stampo massonico; 2) creazione della moneta attraverso una banca centrale gestita da privati (coi metodi del signoraggio primario e secondario, ma anche con gli altri). Poi faremo un breve excursus sul significato della parola SIGNORAGGIO. Tornando a JFK, i suoi sforzi per avere tutte le truppe statunitensi fuori dal Vietnam entro il 1965 e l’ordine esecutivo 11110 avrebbero distrutto i profitti e il controllo della Federal Reseve Bank privata. Tema della serata: Vorrei fare alcune considerazioni sul titolo di questo convegno ed in particolare sulle parole “Italia” “Povera” e “Crisi” e non in termini di logomachia (in greco “guerra delle parole”) come fanno i massoni ed i loro più o meno consapevoli complici come Paolo Attivissimo (debunker per antonomasia) con noi, utilizzando delle parole in modo contundente quando ragioniamo contro i loro interessi con buone esposizioni ed argomentazioni. Chi pensa di approcciare i problemi dello stivale e delle sue isole come se si trattasse di un tutt’uno omogeneo, commetterebbe un grande errore di prospettiva. In particolare, come diceva il compianto storico prof. Nicola ZITARA, “non dobbiamo aver paura della secessione perché noi siamo già secessi di fatto”. Lo eravamo quando questo Sud Italia era il Regno delle Due Sicilie, la terza potenza economica dell’Europa intera, i cui ambasciatori erano ricevuti con onore in tutte le Nazioni (compresa la Perfida Albione ed il Satana Americano), un Regno che deteneva tanti primati ed innumerevoli eccellenze, con un tale benessere che anche i poveri avevano la casa e non si conosceva il termine “emigrante” riferito ai duosiciliani, una Nazione che, con i suoi tremila anni di storia, di cultura, di tecnologia, di arte, di architettura, di civiltà, di benessere, non aveva uguali nel mondo. Ed ora, dove siamo finiti, grazie ai falsi miti della modernità, della globalizzazione, del libero mercato, del PIL a crescita infinita ? Circa 20 anni fa Emanuele Severino col suo libro “Il declino del capitalismo” tracciò un ritratto potente delle contraddizioni, del carattere autodistruttivo, della situazione terminale di una “religione” laica come il capitalismo basata sul denaro, sul potere, sulla corruzione quanto sull’alienazione, sull’avidità e sull’amnesia dei valori fondanti dell’umanità. Anzi sottolineò l’antitesi tra capitalismo, democrazia e cristianesimo che, dopo la caduta del muro di Berlino, era divenuta ancora più bruciante. Dopo di lui altri come Serge LATOUCHE e Maurizio PALLANTE hanno trattato il tema della decrescita come un toccasana della società, per permetterci di vivere in un modo più realistico, naturale e sano. Dopo di allora Dio è veramente morto e noi abbiamo adorato solo questo: il denaro rappresentato da questa banconota di 50 euro che vi mostro che è la causa di tutti i nostri problemi ma che può anche essere la chiave per la loro soluzione: che cos’è? quanto vale? Allora, quando acquista il suo valore di facciata ? Solo quando noi l’accettiamo in pagamento dei nostri prodotti o dei servizi che forniamo. Ma qui devo fare una breve parentesi sul SIGNORAGGIO PRIMARIO: Che cos’è ‘sto signoraggio? É il potere della BCE (istituto PRIVATO) di stampare banconote, in cambio delle quali pretende dallo Stato richiedente TITOLI di DEBITO validi (BOT, CCT, etc.) per il valore di facciata delle banconote (ricordiamolo, cartaccia colorata) diventando così, in un sol colpo proprietaria del CAPITALE e degli INTERESSI quindi se potessimo e volessimo restituire TUTTI i soldi che abbiamo ricevuto NON potremmo MAI e poi MAI restituire il DEBITO che, infatti, è costruito in modo da aumentare SENZA FINE. Le elitè ci hanno condannato ad un debito IN FI NI TO ! Questo è il trucco.. Poi c’è il signoraggio SECONDARIO (creazione di danaro dal nulla con una semplice scrittura contabile, quando viene chiesto un prestito). Forse alcuni non hanno mai visto un libro di partita doppia, ed è per essi che lo descriverò. Grossomodo è come un quaderno di computisteria in cui da un lato son scritte le entrate, mettiamo a destra, ed a sinistra le uscite. Quando chiediamo un prestito alla banca Sempronia, ad esempio per un mutuo, il bancario mica prende oro oppure banconote fisiche, no. Semplicemente segna a sinistra mettiamo, 100’000 euro al signor Tizio, poi quando Tizio le restituisce, segna a destra 100’000 € più interessi mettiamo il 7.5%. Direte 107’500 € ? No, non è così banale perché, Tizio glieli dà un po’ alla volta quindi la banca Sempronia si fa restituire gli interessi COMPOSTI (che significa gli interessi ogni tre mesi, invece che una volta all’anno, che si chiama ANATOCISMO e significa pagare gli interessi sugli interessi ed è contrario sia alla Costituzione sia al Codice Civile) per cui se Tizio restituisce tale cifra in 10 anni alla fine avrà pagato 206’103,16 cioè i 100’000 € che ha chiesto in prestito piu’ 106103.16 € . Così, alla fine, avremo interessi per un valore maggiore del capitale fornitoci! Le banche però, quando si prestano dei soldi tra loro lo fanno all’1% e cioè se la Banca Caia chiede il prestito alla stessa banca Sempronia a cui è andato Tizio, per i 100’000€, Caia pagherà dopo 10 anni solo 110462.21 € 10’462.21 che è circa un decimo di quel che paga Tizio. Non parliamo poi delle assicurazioni il cui aumento annuo è la vera inflazione mentre gli aumenti di stipendio nei rinnovi contrattuali sono calcolati in base all’inflazione programmata (un’altra forma di signoraggio, ma ne parleremo un’altra volta) che un decimo di quella reale, per cui gli stipendi perdono valore ad una velocità 30-40 volte superiore agli aumenti in busta paga. Ma c’è una cosa ancor più schifosa che dovremmo dire al delinquente Monti quando si riempie la bocca di rigore, equità e sviluppo: le banche italiane negli ultimi dieci anni hanno totalizzato 15’200 miliardi di UTILI che sono stati debitamente nascosti sotto il tappeto delle FONDAZIONI BANCARIE (quindi non hanno pagato un euro di tasse). Se fossero state sottoposte ad una tassazione diretta solo metà di quella che devono versare imprese e dipendenti (mettiamo il 14%) avrebbero dovuto posare circa 193 MLD € all’anno. Altro che stato sociale che si sarebbe potuto finanziare con quella cifra enorme! E poi vengono da noi che produciamo anche per la loro rendita parassitaria a chiederci altri sacrifici !? A tale scopo ricordo le parole che pronunciò circa 154 anni fa il presidente USA Thomas Jefferson : “Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione della valuta, prima per l’inflazione e poi per la deflazione, le banche e le corporazioni che nasceranno toglieranno alle persone la loro prosperità fino a che i bambini si sveglieranno senzatetto nel continente che i loro padri hanno conquistato.” Infatti l’inflazione (in parole povere aumento dei prezzi per diminuzione del valore della moneta causato da un volontario eccesso di valuta circolante per sottrarre potere di acquisto al popolo) e la deflazione (volontaria diminuzione della moneta circolante che significa niente soldi per imprenditori e clienti) sono dei processi tutt’altro che ineluttabili: durante i 500 anni circa di vita dell’impero romano (senza contare gli oltre 7 secoli dalla fondazione al 27 a.C.) NON esisteva inflazione perché non c’era danaro di carta ma MONETE d’oro (l’AUREUS) e d’argento (il DANARIUS) oltre ad alcune di altri metalli, il cui valore era intrinseco (contenuto nella stessa moneta) non estrinseco, cioè non veniva determinato da una piccolissima banda di banchieri manigoldi come ora, dalla tastiera di un computer. L’impero romano cadde quando aumentò la pressione fiscale, la corruzione (politici “spendaccioni” che, con l’enorme tesoro dell’impero, compravano voti e benevolenze dagli stati esteri): sembra proprio che non sia cambiato molto, no? Non è stato sempre così: dal 1944, per effetto degli accordi di Bretton Woods e fino al 1971 negli USA (in Italia fino al 1975) vigeva la regola del Gold Standard cioè il dollaro e tutte le monete occidentali, ad esso paragonate (si potrebbe dire “colonizzate”), godevano della convertibilità in oro e chi ricorda come erano fatte le lire, sa che su di esse compariva la scritta tot Lire “Pagabili a vista al portatore” con firma del Governatore e del Cassiere e timbro della banca cioè posando quel biglietto allo sportello della Banca d’Italia (allora non ancora privatizzata) si doveva ricevere il corrispettivo in oro. Provate a farlo con la BCE: vi danno un calcio nel posto che sapete! É quindi necessario ribellarsi e protestare con veemenza contro quest’Europa neofeudale (che ci vuol rendere 550 milioni di servi della gleba), bruciare questa bacata costruzione europoide senza spirito comune, senza sussidiarietà, senz’anima e basata su di una falsa moneta! Il problema maggiore che vivono, anzi che soffrono tutte le cosiddette democrazie è la falsità che si alimenta dell’ipocrisia e della corruzione dei mezzi d’informazione, dei cosiddetti studiosi senza sentimenti, degli aridi tecnocrati, dei politici votati al solo ideale del portafoglio, dei cosiddetti esperti di finanza in TV, che sono in realtà sui libri-paga dei banchieri e dell’alta finanza. Infatti non è vero che l’Italia è povera, che è in crisi : è tutto una grande truffa ma nessuno ha la capacità di dire che “il re è nudo” e se qualcuno tenta di farlo sulla ribalta mediatica vien subito preso a manganellate con epiteti contundenti : complottista, fanatico, esaltato, terrorista, disfattista, euroscettico, persino contemporaneamente, fascista e comunista (a seconda del contesto). Vi assicuro che non sono un pazzo esaltato se dico che il debito pubblico italiano è finto in una percentuale che varia tra l’87 ed il 98%, a seconda di chi consultiamo tra Francesco CIANCIARELLI, Antonio PANTANO, Savino FRIGIOLA (e via elencando allievi del grande maestro Giacinto AURITI). Certo non troveremo il loro autorevole parere riportato sulle reti di RAI-Set o su giornalucoli come la Repubblichetta delle Banane, Il Corriere della Serva, Il Fessaggero, Il Tempo Perso, Il Foglio Igienico, Il Mis-Fatto Quotidiano, perché questi qui soffocano le voci fuori dal coro sotto una marea di me.da, di sabbia, di silenzio. Il fatto grave è la Weltanschauung, la visione del mondo, volutamente alterata dal silenzio o, ancora peggio, da una massa di messaggi falsi. L’Islanda nel 2008 aveva una situazione peggiore della nostra, allora i cittadini hanno assediato il palazzo del governo finché questo non ha capitolato, hanno rifiutato il debito ed hanno riscritto la costituzione in modo più rispettoso della dignità della persona. Risultato: l’Islanda non ha più debiti e, addirittura, il FMI e la BM hanno lasciato la Nazione. Ed anche altri Paesi che non sono nell’eurozona hanno manifestato scarsa voglia di entrarvi (cioè di approvare i trattati restrittivi di Schengen, di Lisbona, di Basilea 1 e 2, di Maastricht come l’Ungheria, l’Inghilterra, la Norvegia) o, se già dentro, desiderio di uscirne (come l’Austria, la Finlandia, l’Olanda…). Ed anche la stessa Germania si è fatta stampare marchi dalla zecca della Svizzera, fin dal novembre 2011, nel caso vi fosse una precipitosa uscita di massa dal capestro dell’euro. Due semplici esempi di travisamento sulla salute: come vi lavate i denti? Nel senso fate vedere il movimento, su non è una dichiarazione di frode fiscale… ebbene state facendo inconsciamente quello che fanno vedere in TV. In tal modo, dopo un certo numero di anni (a me è avvenuto all’età di circa 42), le gengive si scollano dal colletto del dente e fanno male il caldo, il freddo e la stessa aria. A tal punto di dovrebbe andare dal dentista per la ricostruzione, insomma per una operazione plastica. Il dentifricio al fluoro: chi lo usa (non sono il comico di Zelig) ? Ebbene il fluoro è un accertato (dall’UNICEF) elemento neurotossico e cancerogeno, sottoprodotto della lavorazione dell’alluminio, eppure, poiché costerebbe smaltirlo come rifiuto pericoloso, ce lo vendono come “protezione dei denti”. Ultimo esempio, dal settimanale Panorama della Mondadori, n° 30 del 18 luglio scorso : il cosiddetto archistar (cioè, emerito cialtrone pompato dalla stampa inchinata) Piero Lissoni, intervistato da un giornalista che, evidentemente si vergognava dell’intervista in ginocchio e non si è firmato, ha dichiarato con arroganza che le sue “costruzioni sono fatte per resistere 30-35 anni al massimo poi vanno abbattute e ricostruite”. Ma come, il bene- -rifugio per eccellenza, qualcosa che si potrebbe lasciare ai figli, non è più durevole? E quando comincia a cedere la struttura . . che fa il 70, l’80, il 90-enne ? mette i mobili in strada e va a vivere sotto i ponti? E’ questo il nostro orizzonte sul futuro, una vita da straccioni, da mendicanti ? Ma avete mai visto le case degli architetti che ci fanno vivere in posti orridamente moderni o post-moderni? Sono abitazioni di una volta, antiche, ariose, con finestre e porte finestre, col giardino, colori pastello, statue, librerie, dipinti, con mobili umani, senza corridoi che attraversano una stanza dopo l’altra o camere con angoli incastrati l’uno nell’altro, con mobili perfettamente funzionali, non quegli obbrobri in cui non entra niente. Insomma sono a misura d’uomo, non di automa, come quei cubicoli soffocanti pensati dalla moderna dis-architettura. Anche l’architettura dell’Europa è un’orchestra di suoni cacofonici su cui sovrasta solo la voce del capitale internazionale senza volto, attraverso le figure di una Merkel, di un Draghi, di un Monti il cui messaggio (subliminale) ripetuto ossessivamente è: “noi siamo noi mentre voi altri, popolaccio, non contate un cazzo” (ve lo ricordate “il marchese del grillo”, vigliacco, arrogante e traditore, forte coi deboli e debole coi forti, magistralmente interpretato da Alberto Sordi, che buttava monete arroventate ai poveri per farli bruciare?) Allora cosa dobbiamo fare per liberarci di questi maestri dell’orrido….? Poche cose, almeno all’inizio: rifiutare il debito quindi contestualmente Uscire dall’euro Tornare a stampare la lira Finanziare solo opere di pubblica utilità soprattutto nazionalizzare una parte delle banche (che hanno in portafoglio titoli di debito pubblico italiano) creare delle banche regionali di credito popolare (è attualmente in discussione una proposta regionale, abilmente iniziata come mozione popolare dall’avv. Luigi PELUSO, nelle regioni Campania ed Abruzzo), il cui operato sia sotto stretto controllo dei clienti, di un’apposita commissione parlamentare ed escluda qualsiasi speculazione borsistica! Banche che investono dove raccolgono! E poi dobbiamo ricercare, processare e condannare (non a morte ma a pene catartiche) tutti quelli che ci hanno fatto finire nella mota a partire dal 1992: governatori centrali, presidenti della repubblica, capi di governo, ministri dell’economia e delle finanze, giornalisti, editori, professori, amministratori locali e sindaci, sindacalisti, dirigenti della PA, presidenti e AD di banche private, grandi evasori, responsabili economici e finanziari della CE, direttori degli istituti di statistica nazionali ed europei, responsabili delle agenzie di rating, capi delle forze armate e di polizia, i garanti per la comunicazione, e via elencando. Tutti in miniera di sale o di carbone, oppure a fare servizio civile o alla catena di montaggio, quelli meno colpevoli li mettiamo fino ai 67 anni dietro una scrivania, a 1.200 € al mese… di Ernesto Ferrante

16 settembre 2012

Pound, la «Carta da visita» straccia le banche usuraie

Tornano gli scritti filosofico-economici del poeta dei "Cantos". Una denuncia del capitale molto più forte della lotta di classe Ezra Pound Il libro fu scritto nel 1942 dall'autore direttamente in italiano, ed ebbe una seconda edizione (in sole in mille copie) per Scheiwiller nel 1974. Pubblichiamo parte dell'introduzione di Gallesi e alcuni brani di Pound. «S ocrate fu accusato di empietà e di voler sovvertire le leggi del suo paese; eppure non era né empio né sovversivo, e la storia successiva lo ha dimostrato. Io sono accusato di tradire il mio paese, che amo tanto quanto voi italiani amate il vostro. Ma chi, come me, agisce alla luce di una verità percepita e pre­vista interiormente, anticipa nel presente una realtà futura molto certa». In queste parole, tratte da un’intervista del 1955, quando era ancora detenuto con l’accusa di tradimento a Washington, nel manicomio criminale di St. Elizabeths, c’è tutta la tragica grandezza di Ezra Pound, poeta, profeta e, soprattutto, patriota americano. Pound si è sempre considerato, infatti, un leale cittadino statunitense, fedele ai principi della Costituzione americana, che i suoi governanti avevano, invece, manipolato e sovvertito. Come era già accaduto in occasione del primo conflitto mondiale, anche nella Seconda guerra mondiale gli Usa erano stati trascinati in un conflitto non voluto, che avrebbe arricchito pochi speculatori sulla pelle di milioni di vittime. Proprio l’inutile strage della Grande guerra, che aveva mietuto le vite di molti suoi amici artisti, spinge Ezra Pound ad abbandonare il ruolo di esteta distaccato che aveva ricoperto fino ad allora per dedicarsi allo studio delle cause delle guerre, che sono spesso legate alla speculazione: «si fanno le guerre - scriveva ancora nel 1944- per creare debiti». Così, accanto alla sua infaticabile attività di talent scout, che favorì, tra gli altri, Eliot, Joyce ed Hemingway, e mentre cerca di dare con i Cantos un poema epico nazionale all’America, Pound denuncia la «guerra perenne» tra oro e lavoro, tra chi specula e chi fatica, tra gli usurai e gli uomini liberi, e decide di schierarsi a fianco di questi ultimi, scelta mai rinnegata e di cui pagherà dignitosamente tutte le conseguenze fino alla «gabbia per gorilla» in cui fu rinchiuso nel carcere militare statunitense allestito vicino a Pisa. Prima di giudicare qualcuno, come il poeta stesso amava ripetere, bisogna esaminare le sue idee una alla volta, e quindi è necessario avvicinarsi alle sue opere senza pregiudizi, collocandole nel contesto storico generale e in quello biografico particolare. Riproporre, oggi, la sua Cartadavisita , che Pound scrisse direttamente in italiano, è dunque, innanzitutto, un’occasione per conoscere direttamente il pensiero di Ezra Pound, e confermarne, eventualmente, la profetica attualità. Nel 1942, quando Carta da visita viene pubblicato la prima volta, il mondo è dilaniato dalla più spaventosa guerra mai combattuta, una tragedia che Pound aveva ingenuamente cercato di evitare con tutti i mezzi, incluso un viaggio intercontinentale per incontrare il presidente Roosevelt e convincerlo dell’importanza della pace. Oggi,l’Europa non è in guerra, ma la situazione generale non è meno drammatica; il colonialismo si è trasformato in «delocalizzazione », i signori dell’oro sono diventati operatori di Borsa, e i popoli sono sull’orlo di un tracollo economico disastroso, esattamente come Pound aveva immaginato: « Il nemico è Das Leihkapital - tuonava il 15 marzo 1942 dai microfoni di Radio Roma - . Il vostro nemico è Das Leihkapital , il Capitale preso a prestito, il capitale errante internazionale. [...] E sarebbe meglio per voi essere infettati dal tifo e dalla dissenteria e dalla nefrite, piuttosto che essere infettati da questa cecità che vi impedisce di capire QUANTO siate compromessi, quanto siate rovinati ». Sicuramente, in quegli anni, quando molti intellettuali impegnati si baloccavano con il mito della lotta di classe, Pound doveva risultare quantomeno eccentrico, con il suo insistere nella guerra contro la speculazione finanziaria, ricordando che «una nazione che non vuole indebitarsi fa rabbia agli usurai». Oggi, invece, il suo avvertimento contro «la banca che trae beneficio dall’interesse su tutta la moneta che crea dal nulla», come recita il Canto 46 , risulta ben più efficace del rimedio allora auspicato da mol­ti, e cioè la «dittatura del proletariato ». I brani - La nazione non deve pagare l’affitto sul proprio credito RisparmioAbbiamo bisogno d’un mezzo di risparmio e d’un mezzo di scambio, ma non è legge eterna che ci dob­biamo servire dello stesso mezzo per queste due funzioni diverse. La moneta affrancabile (ovvero prescrittibile) si adoprerebbe come moneta ausiliaria, mai come moneta unica. La proporzione fra la moneta consueta, e l’affrancabile, se calcolata con perizia e saggezza, potreb­be mantenere un rapporto equo e quasi invariabile fra la quantità delle merci disponibili e desiderate, e la quantità della moneta della nazione, o almeno raggiungere una stabilità di rapporti sino al grado conciliabile. Bacon ha scritto: «moneta come concime, utile solamente quando sparsa». Jackson: «il luogo più sicuro di deposito: le braghe del popolo». SocialeIl credito è fenomeno sociale. Il credito della nazione appartiene alla nazione, e la nazione non ha necessità di pagare un affitto sul proprio credito. Non ha bisogno di prenderlo in affitto da privati. [...] La moneta è titolo e misura. Quando è metallica, viene saggiata affinché il metallo sia di finezza determinata, nonché di peso determinato. Adoprando una tale moneta siamo ancora nel dominio del baratto. Quando la moneta viene capita come titolo, sparisce il desiderio di barattare. Quando lo stato capisce il suo dovere e potere, non lascia la sua sovranità in balìa di privati irresponsabili ( o che assu­mono responsabilità non giustificate). È giusto dire che «la moneta lavoro» è «simbolo del lavoro». E ancor più è simbolo della collaborazione fra natura, stati e popolo che lavora. La bellezza delle immagini sulle monete antiche simboleggia, a ragione, la dignità della sovranità inerente nella responsabilità reale o imperiale. Collo sparire della bellezza numismatica coincide la corruzione dei governi. Dichten=CondensareLa parola tedesca Dichtung significa poesia. Il verbo dichten = condensare. Per la vita, o se preferite per «la battaglia», intellettuale, abbiamo bisogno di fatti che lampeggino, e di autori che mettano gli oggetti in luce serena. L’amico Hulme ben disse: «Quello che un uomo ha veramente pensato (per sé) si scrive su un mezzo foglio. Il resto è spiegazione, dimostrazione, sviluppo». Chi non ha forti gusti non ama, e quindi non esiste. di Luca Gallesi

18 settembre 2012

Il marpione ed il minchione

Lo abbiamo detto e ridetto e poi scritto, riscritto, trascritto, segnalato, ricalcato, sottolineato, svelato, sventagliato, rivelato quando tutti tessevano le lodi del mitico manager cosmopolita, il quale essendo un uomo di mondo le sparava da un punto all’altro del globo, più o meno da Torino a Detroit sola andata e con grande risonanza mediatica. Marchionne è un vero mago, questo è assodato, come fa sparire le cose lui nemmeno Merlino e abracadabra magicabula bidibidobidiboo Fabbrica-Italia non c’è più, sim salabim bimbumbam guarda il Lingotto la fine che fa! Il prestigiatore col cilindro rotto, come la reputazione delle sue auto, Fiat (fix it again Tony), ha rivelato il trucco anche perché al giochetto non ci credeva più nemmeno il più fesso dello Stivale. Ecco la fatidica frase: «Le cose sono profondamente cambiate da quando nell’aprile 2010 venne annunciato il piano «Fabbrica Italia»…è impossibile fare riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa ed é necessario che il piano prodotti e i relativi investimenti siano oggetto di costante revisione per adeguarli all’andamento dei mercati». No, e che proprio è impossibile fare riferimento ad un piano che non è mai nato anche se è stato sempre annunciato. Ma ora, ladies and gentleman, signore e signori, lavoratrici e lavoratori, lavatrici e frullatori, apriamo una nuova rubrica, quella del leccaculo padronale amico del furbacchione imprenditoriale, scappato con la cassa lasciando a noi il suo sepolcro industriale imbiancato. Si chiamerà il Marpionne ed il Minchione, raccogliamo tutte le dichiarazioni dei politici, degli analisti, dei giornalisti sul grande trascinatore globale che divora aiuti negli Usa, accumula fondi in Svizzera e depone merda in Italia, per dimostrare, semmai ce ne fosse ancora bisogno, quanto è servile il circuito politico-mediatico di una nazione soggiogata dal mito del destriero finanziario, mezzo straniero e tutto menzognero (il premio di peggior lacchè è però già stato assegnato a quel finto proletario buono a nulla di Bertinotti che definì il Ceo di Fiat un borghese buono). In rete c’era già una buona parte del lavoro fatto. Giorgio Meletti per Il Fatto: Ottobre 2005. Corriere della Sera: “Ha fatto le due del mattino. Per una volta, però, non c’entrano numeri e budget plan e trattative. È che ad Asti c’era Paolo Conte in concerto. E lui, Sergio Marchionne, ha preso la macchina e c’è andato. ‘Perché mi piace moltissimo’. Un gesto che, come le cravatte che porta di rado, rivela molto dell’amministratore delegato Fiat. Modi diretti, immediati. Zero bizantinismi. Dicono stia anche qui la ragione del suo successo”. Luglio 2006. Fausto Bertinotti, presidente della Camera: “Dobbiamo puntare ai borghesi buoni. Marchionne parla della risposta ai problemi dell’impresa, non scaricando sui lavoratori e sul sindacato, ma assumendola su di sé”. Agosto 2006. Pietro Modiano, banchiere: “Ha restituito al nostro sistema industriale un gruppo in grado di essere competitivo rappresentando un elemento di forza nel contesto internazionale”. Settembre 2006. Piero Fassino, segretario Ds: “Pronto ad allearmi con Marchionne. Lui sì che è un vero socialdemocratico”. Luglio 2007. Silvio Berlusconi, capo dell’opposizione: “L’ho comprata la nuova 500, quella con le bande laterali. Mi ricorda la mia prima auto, quand’ero ragazzo”. Maggio 2009. Massimo D’Alema, deputato Pd: “Ho sempre pensato che il destino della Fiat era quello di una forte internazionalizzazione in una fase caratterizzata dalla concentrazione della produzione di automobili. Marchionne lo sta facendo nel modo migliore”. Ottobre 2010. Vittorio Feltri, giornalista: “Lui è arrivato a Torino quando le cose andavano male e le ha raddrizzate applicando metodi da grande manager”. Dicembre 2010. Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera: “Appartiene a un gruppo di italiani che hanno avuto il merito di non lasciarsi imprigionare in quel complicato intreccio di compromessi, patti di reciproca convenienza, luoghi comuni, che formano il retaggio di un’Italia bizantina, arcadica, conformista e contro-riformista. Per restare nell’ambito del secondo dopoguerra penso, per fare soltanto qualche esempio, a Ugo La Malfa, Guido Carli, Cesare Merzagora, Mario Monti”. Gennaio 2011. Walter Veltroni, deputato Pd: “Marchionne ha posto con chiarezza, durezza e per tempo il problema. Ci vuole un contratto di lavoro costruito più a ridosso dell’organizzazione aziendale”. Sergio Chiamparino, sindaco di Torino: “Marchionne rimane l’uomo che ha preso quella macchina ingrippata che era diventata la Fiat e l’ha salvata”. Marzo 2011. Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl: “Sarà brusco, sarà crudo, ma Marchionne è stato una fortuna per gli azionisti e i lavoratori della Fiat. Grazie a Dio c’è un abruzzese come Marchionne”. Giugno 2011. Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro: “A Marchionne si oppongono il sindacato conservatore, settori ideologizzati della magistratura e ambienti delle borghesie bancarie. Una alleanza minoritaria che in Italia più volte ha rallentato il progresso”. di Gianni Petrosillo

17 settembre 2012

Le false credenze del popolo italiota

Intervento dell’ingegnere Alex D’Esposito al convegno “Povera Italia. Cronache di un paese in crisi, tra tagli e poteri forti” Anche se sono un “tecnico” (cioè con una formazione ingegneristica) mi trovo imbarazzato a dover trattare un problema apparentemente pratico con un approccio filosofico, umanistico. Eppure, filtrata attraverso lunghi anni di attività lavorativa in un ambiente aridamente rivolto solo alle cifre, ai calcoli, alla ricerca ingegneristica delle soluzioni, devo portarvi testimonianza che la tecnologia, senza il supporto della spiritualità, non serve a nulla. La lotta a cui stiamo contemporaneamente assistendo come spettatori e partecipando come vittime, è spirituale non materiale. I grandi capitali (rappresentati dal 0,01% della popolazione) ormai hanno tutti i soldi del mondo (cioè il restante 99,99%). Allora adesso cosa vogliono? Risposta: con delle metafore cinematografiche, cioè delle pellicole che hanno profondi significati attinenti al tema della serata. Le “elites” vogliono la nostra anima come nel film “Metropolis” 1926, il capolavoro visionario ma preveggente di Fritz LANG, in cui schiere di paria (lavoratori) sono sfruttati fino allo stremo da pochi ricchi per permettere a questi ultimi di vivere nel lusso più sfrenato, anche a costo della distruzione totale della città, finché non giunge la catarsi. Ma la filmica spesso rappresenta la lotta spirituale: non dimentichiamo “La storia infinita” in cui il nulla distrugge tutto, “Guerre stellari” in cui il lato oscuro è sempre in lotta contro la forza del bene, “Matrix” che vede la contrapposizione tra il sogno consolatorio di “regime”, la menzogna, la propaganda, che prosegue con la pillola blu e la realtà che inizia con la pillola rossa, la ribellione al conformismo, il “risveglio”, la lotta contro l’ipocrisia, contro il potere omnipervasivo e occhiuto del Grande Fratello di “1984”, scritto da George Orwell nel 1948 (non quello della TV). La domanda che dovrebbe sorgere spontanea ora, è : come fanno a controllarci? Risposta : attraverso la programmazione neurolinguistica. Questa tecnica di manipolazione delle masse (perché di questo si tratta) sfrutta tutti i mezzi possibili ed immaginabili. TV, carta stampata, radio, come teatro, cinema, manifestazioni, ora anche internet: qualsiasi strada è pervasa da una valanga, un turbine di pillole, di briciole di informazioni ma che siano rigorosamente false o, meglio, che abbiano un minimo di plausibilità per apparire “vere”. Ormai quando (personalmente) ascolto, leggo, vedo un TG od un giornale, la cosa che mi interessa non è ciò che viene esposto ma quel che viene taciuto: ad esempio il nostro attuale presidente del consiglio, per non far apparire in modo smaccato il conflitto di interessi che lo attanaglia, ha cercato di far scomparire dal suo curriculum on-line la sua lunga militanza in Goldman-Sachs, una delle più schifose organizzazioni a delinquere di stampo sionista-massonico, una delle principali banche che hanno causato gli sfaceli economici, levando ai poveri per dare ai ricchi. Ma i nostri amici hacker glielo hanno rimesso. A latere, dopo il crollo del titolo Facebook, sono diventate di nuovo insolventi le banche schifose che hanno causato sfracelli in borsa. Attenzione: a questo punto qualcuno potrebbe obiettare che sto facendo un discorso antisemita ma non è così. Questo è uno spauracchio che non funziona più. “Semita” è una categoria etnica che comprende anche gruppi sociali massacrati dai sionisti, così come “ebreo-ebraico” è una categoria che comprende persone di un credo religioso e che prevede delle iniziazioni ma anche un atteggiamento, un modo di comportarsi coerente, per tutta la vita: qualcuno di voi direbbe che Silvio Berlusconi è un cristiano (solo perché è stato battezzato) o Carlo De Benedetti è ebreo (solo perché è stato circonciso)? Non credo, infatti il loro stile di vita contraddice qualunque religione. I veri religiosi, anche gli ebrei ortodossi di organizzazioni come Neturei Karta o Jews for Israel, ad esempio (di cui molti non conoscono nemmeno l’esistenza), affermano che “gli ebrei non sono sionisti ed i sionisti non sono ebrei” e per tale coerenza manifestano sia in Israele sia davanti alle ambasciate di tale Paese e prendono botte dagli agenti sia sionisti sia non. Attenzione: il mondo che ci raccontano i mezzi di disinformazione di massa non è quello reale. Il grande commediografo e scrittore Honoré de Balzac, nella sua commedia “Le illusioni perdute” fa dire ad un personaggio: “Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad ‘usum delphini’ [cioè del potere], e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.” Un classico esempio di narrazione fantastica è la retorica di ieri sull’11 settembre 2001, a proposito della programmazione neurolinguistica vi chiedo: quanti edifici sono caduti a New York l’11 settembre 2001? Sicuramente molti diranno due. E noi dovremmo credere che le analisi epidemiologiche degli ultimi 11 anni (che hanno visto aumentare enormemente le affezioni polmonari dei newyorkesi dovute a polveri piroclastiche, cioè esplosivi) sono sbagliate, che il kerosene a 7-800° C è in grado di sciogliere l’acciaio invece degli almeno 1530° C necessari, che si possono fare telefonate da un aereo che vola a più di 500 km/h, a 9-10’000 mt di altezza, in zone geografiche senza ripetitori, che persone con poche lezioni su un piccolo aereo da turismo sarebbero state in grado di portare dei giganti dell’aria senza controllo radar dove nemmeno un asso delle frecce tricolori potrebbe centrare due palazzi in una fitta foresta di edifici, senza parlare della difesa che parte dopo pochi minuti dall’allarme, figuriamoci far passare mezzora, un’ora, 2 ore. E così per Ustica, Bologna, il treno Italicus, le scie chimiche, il terrorismo in Italia negli anni ’70, le guerre in medio oriente sotto falsa bandiera dei mercenari stranieri spacciate come rivoluzioni liberali, la bomba alla scuola di Brindisi, etc. etc. Per chi volesse approfondire il tema sia della manipolazione truffaldina della nostra mente sia della narrazione infedele . . consiglio “Neuroschiavi: manuale scientifico di autodifesa” di Marco DELLA LUNA e Paolo CIONI, Macro edizioni”. Invece, per la truffa del signoraggio consiglio “Alta finanza e miseria: l’usurocrazia mondiale sulla pelle dei popoli” di Savino FRIGIOLA, ed. Controcorrente, da cui è tratto questo fumetto in 20 tavole che potete trovare anche sul mio diario elettronico http://alexfocus.blogspot.com insieme a “La macchina infernale del signoraggio bancario”. Occorre perseguire la ricerca della conoscenza ma non quella sterilmente scientista, che nega la legge naturale, bensì quella interiore, quasi ascetica. Allora cosa ci porta sulla strada giusta? Voglio citare due grandi figure a tale scopo: il primo è Albert Einstein che disse, particolarmente ispirato, “La religione senza scienza è cieca, ma la scienza senza religione è zoppa” come pure “La mente intuitiva è un dono sacro, la mente razionale è un utile servo: noi abbiamo costruito una società che onora il servo ed ha dimenticato il dono” Infatti noi moderni abbiamo innalzato sul piedistallo la scienza, la tecnica, il progresso, ci siamo trincerati dietro un muro di banconote ed abbiamo dimenticato lo studio dell’epistemologia, dell’estetica, dell’etica (cioè la ricerca della verità, della bellezza, del bene). La seconda figura che voglio ricordare è John F. Kennedy specie per quanto riguarda uno dei suoi ultimi discorsi ed uno degli ultimi provvedimenti che prese. Il discorso toccante, a cui faccio riferimento, è quello del 27 aprile 1961 cioè circa 2 anni ed 8 mesi prima di essere ucciso da tre killer dei servizi segreti, il 22 novembre del 1963. In tale discorso, Kennedy affermò: “La parola ‘segretezza’ è in sé ripugnante in una società libera e aperta e noi come popolo ci opponiamo storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete. Abbiamo deciso molto tempo fa che i pericoli rappresentati da eccessi di segretezza e dall’occultamento dei fatti superano di gran lunga i rischi di quello che invece saremmo disposti a giustificare. Non c’è ragione di opporsi al pericolo di una società chiusa imitandone le stesse restrizioni. E non c’è ragione di assicurare la sopravvivenza della nostra Nazione se le nostre tradizioni non sopravvivono con essa. Stiamo correndo un gravissimo pericolo, che si preannuncia con le pressioni per aumentare a dismisura la sicurezza, posta nelle mani di chi è ansioso di espanderla sino al limite della censura ufficiale e dell’occultamento. Non lo consentirò, fin dove mi sarà possibile. E nessun membro della mia Amministrazione, a prescindere dal suo alto o basso livello, civile o militare, dovrebbe interpretare queste mie parole come una scusa per imbavagliare le notizie, soffocare il dissenso, occultare i nostri errori o negare alla stampa e al pubblico i fatti che meritano di conoscere”. Si capisce che stava chiedendo l’aiuto del popolo americano per smantellare le massonerie (e le lobby ad esse collegate) che vogliono rivoltare il mondo come un calzino, nel segreto delle logge: come sappiamo non vi riuscì.. anzi anche il fratello Robert ed il figlio John John hanno subito una morte violenta per la loro personale ricerca della verità. Il provvedimento di JFK a cui faccio riferimento è l’Ordine Esecutivo 11110 del 4 Giugno del 1963 un decreto presidenziale (ancora oggi valido) che impediva alla FED (Federal Reserve Bank, che è una banca PRIVATA come la Banca d’Italia e come la BCE) di prestare soldi a interesse al Governo Federale degli Stati Uniti. Con un colpo di penna, il presidente Kennedy dichiarò che la Fed sarebbe presto fallita. Forse, l’omicidio di JFK era un messaggio per tutti i futuri presidenti di non interferire nel controllo della Federal Reserve sulla creazione del denaro. Risulta evidente che il Presidente Kennedy stava sfidando i poteri esistenti dietro gli Stati Uniti e la finanza mondiale. Con vero spirito patriottico, JFK affrontò con coraggio i due modi più fruttuosi mai usati per appianare il debito: 1) guerra (Vietnam) infatti la finanza senza volto mondialista basa il suo potere sulla guerra a chiunque si ribelli al Nuovo Ordine Mondiale di stampo massonico; 2) creazione della moneta attraverso una banca centrale gestita da privati (coi metodi del signoraggio primario e secondario, ma anche con gli altri). Poi faremo un breve excursus sul significato della parola SIGNORAGGIO. Tornando a JFK, i suoi sforzi per avere tutte le truppe statunitensi fuori dal Vietnam entro il 1965 e l’ordine esecutivo 11110 avrebbero distrutto i profitti e il controllo della Federal Reseve Bank privata. Tema della serata: Vorrei fare alcune considerazioni sul titolo di questo convegno ed in particolare sulle parole “Italia” “Povera” e “Crisi” e non in termini di logomachia (in greco “guerra delle parole”) come fanno i massoni ed i loro più o meno consapevoli complici come Paolo Attivissimo (debunker per antonomasia) con noi, utilizzando delle parole in modo contundente quando ragioniamo contro i loro interessi con buone esposizioni ed argomentazioni. Chi pensa di approcciare i problemi dello stivale e delle sue isole come se si trattasse di un tutt’uno omogeneo, commetterebbe un grande errore di prospettiva. In particolare, come diceva il compianto storico prof. Nicola ZITARA, “non dobbiamo aver paura della secessione perché noi siamo già secessi di fatto”. Lo eravamo quando questo Sud Italia era il Regno delle Due Sicilie, la terza potenza economica dell’Europa intera, i cui ambasciatori erano ricevuti con onore in tutte le Nazioni (compresa la Perfida Albione ed il Satana Americano), un Regno che deteneva tanti primati ed innumerevoli eccellenze, con un tale benessere che anche i poveri avevano la casa e non si conosceva il termine “emigrante” riferito ai duosiciliani, una Nazione che, con i suoi tremila anni di storia, di cultura, di tecnologia, di arte, di architettura, di civiltà, di benessere, non aveva uguali nel mondo. Ed ora, dove siamo finiti, grazie ai falsi miti della modernità, della globalizzazione, del libero mercato, del PIL a crescita infinita ? Circa 20 anni fa Emanuele Severino col suo libro “Il declino del capitalismo” tracciò un ritratto potente delle contraddizioni, del carattere autodistruttivo, della situazione terminale di una “religione” laica come il capitalismo basata sul denaro, sul potere, sulla corruzione quanto sull’alienazione, sull’avidità e sull’amnesia dei valori fondanti dell’umanità. Anzi sottolineò l’antitesi tra capitalismo, democrazia e cristianesimo che, dopo la caduta del muro di Berlino, era divenuta ancora più bruciante. Dopo di lui altri come Serge LATOUCHE e Maurizio PALLANTE hanno trattato il tema della decrescita come un toccasana della società, per permetterci di vivere in un modo più realistico, naturale e sano. Dopo di allora Dio è veramente morto e noi abbiamo adorato solo questo: il denaro rappresentato da questa banconota di 50 euro che vi mostro che è la causa di tutti i nostri problemi ma che può anche essere la chiave per la loro soluzione: che cos’è? quanto vale? Allora, quando acquista il suo valore di facciata ? Solo quando noi l’accettiamo in pagamento dei nostri prodotti o dei servizi che forniamo. Ma qui devo fare una breve parentesi sul SIGNORAGGIO PRIMARIO: Che cos’è ‘sto signoraggio? É il potere della BCE (istituto PRIVATO) di stampare banconote, in cambio delle quali pretende dallo Stato richiedente TITOLI di DEBITO validi (BOT, CCT, etc.) per il valore di facciata delle banconote (ricordiamolo, cartaccia colorata) diventando così, in un sol colpo proprietaria del CAPITALE e degli INTERESSI quindi se potessimo e volessimo restituire TUTTI i soldi che abbiamo ricevuto NON potremmo MAI e poi MAI restituire il DEBITO che, infatti, è costruito in modo da aumentare SENZA FINE. Le elitè ci hanno condannato ad un debito IN FI NI TO ! Questo è il trucco.. Poi c’è il signoraggio SECONDARIO (creazione di danaro dal nulla con una semplice scrittura contabile, quando viene chiesto un prestito). Forse alcuni non hanno mai visto un libro di partita doppia, ed è per essi che lo descriverò. Grossomodo è come un quaderno di computisteria in cui da un lato son scritte le entrate, mettiamo a destra, ed a sinistra le uscite. Quando chiediamo un prestito alla banca Sempronia, ad esempio per un mutuo, il bancario mica prende oro oppure banconote fisiche, no. Semplicemente segna a sinistra mettiamo, 100’000 euro al signor Tizio, poi quando Tizio le restituisce, segna a destra 100’000 € più interessi mettiamo il 7.5%. Direte 107’500 € ? No, non è così banale perché, Tizio glieli dà un po’ alla volta quindi la banca Sempronia si fa restituire gli interessi COMPOSTI (che significa gli interessi ogni tre mesi, invece che una volta all’anno, che si chiama ANATOCISMO e significa pagare gli interessi sugli interessi ed è contrario sia alla Costituzione sia al Codice Civile) per cui se Tizio restituisce tale cifra in 10 anni alla fine avrà pagato 206’103,16 cioè i 100’000 € che ha chiesto in prestito piu’ 106103.16 € . Così, alla fine, avremo interessi per un valore maggiore del capitale fornitoci! Le banche però, quando si prestano dei soldi tra loro lo fanno all’1% e cioè se la Banca Caia chiede il prestito alla stessa banca Sempronia a cui è andato Tizio, per i 100’000€, Caia pagherà dopo 10 anni solo 110462.21 € 10’462.21 che è circa un decimo di quel che paga Tizio. Non parliamo poi delle assicurazioni il cui aumento annuo è la vera inflazione mentre gli aumenti di stipendio nei rinnovi contrattuali sono calcolati in base all’inflazione programmata (un’altra forma di signoraggio, ma ne parleremo un’altra volta) che un decimo di quella reale, per cui gli stipendi perdono valore ad una velocità 30-40 volte superiore agli aumenti in busta paga. Ma c’è una cosa ancor più schifosa che dovremmo dire al delinquente Monti quando si riempie la bocca di rigore, equità e sviluppo: le banche italiane negli ultimi dieci anni hanno totalizzato 15’200 miliardi di UTILI che sono stati debitamente nascosti sotto il tappeto delle FONDAZIONI BANCARIE (quindi non hanno pagato un euro di tasse). Se fossero state sottoposte ad una tassazione diretta solo metà di quella che devono versare imprese e dipendenti (mettiamo il 14%) avrebbero dovuto posare circa 193 MLD € all’anno. Altro che stato sociale che si sarebbe potuto finanziare con quella cifra enorme! E poi vengono da noi che produciamo anche per la loro rendita parassitaria a chiederci altri sacrifici !? A tale scopo ricordo le parole che pronunciò circa 154 anni fa il presidente USA Thomas Jefferson : “Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione della valuta, prima per l’inflazione e poi per la deflazione, le banche e le corporazioni che nasceranno toglieranno alle persone la loro prosperità fino a che i bambini si sveglieranno senzatetto nel continente che i loro padri hanno conquistato.” Infatti l’inflazione (in parole povere aumento dei prezzi per diminuzione del valore della moneta causato da un volontario eccesso di valuta circolante per sottrarre potere di acquisto al popolo) e la deflazione (volontaria diminuzione della moneta circolante che significa niente soldi per imprenditori e clienti) sono dei processi tutt’altro che ineluttabili: durante i 500 anni circa di vita dell’impero romano (senza contare gli oltre 7 secoli dalla fondazione al 27 a.C.) NON esisteva inflazione perché non c’era danaro di carta ma MONETE d’oro (l’AUREUS) e d’argento (il DANARIUS) oltre ad alcune di altri metalli, il cui valore era intrinseco (contenuto nella stessa moneta) non estrinseco, cioè non veniva determinato da una piccolissima banda di banchieri manigoldi come ora, dalla tastiera di un computer. L’impero romano cadde quando aumentò la pressione fiscale, la corruzione (politici “spendaccioni” che, con l’enorme tesoro dell’impero, compravano voti e benevolenze dagli stati esteri): sembra proprio che non sia cambiato molto, no? Non è stato sempre così: dal 1944, per effetto degli accordi di Bretton Woods e fino al 1971 negli USA (in Italia fino al 1975) vigeva la regola del Gold Standard cioè il dollaro e tutte le monete occidentali, ad esso paragonate (si potrebbe dire “colonizzate”), godevano della convertibilità in oro e chi ricorda come erano fatte le lire, sa che su di esse compariva la scritta tot Lire “Pagabili a vista al portatore” con firma del Governatore e del Cassiere e timbro della banca cioè posando quel biglietto allo sportello della Banca d’Italia (allora non ancora privatizzata) si doveva ricevere il corrispettivo in oro. Provate a farlo con la BCE: vi danno un calcio nel posto che sapete! É quindi necessario ribellarsi e protestare con veemenza contro quest’Europa neofeudale (che ci vuol rendere 550 milioni di servi della gleba), bruciare questa bacata costruzione europoide senza spirito comune, senza sussidiarietà, senz’anima e basata su di una falsa moneta! Il problema maggiore che vivono, anzi che soffrono tutte le cosiddette democrazie è la falsità che si alimenta dell’ipocrisia e della corruzione dei mezzi d’informazione, dei cosiddetti studiosi senza sentimenti, degli aridi tecnocrati, dei politici votati al solo ideale del portafoglio, dei cosiddetti esperti di finanza in TV, che sono in realtà sui libri-paga dei banchieri e dell’alta finanza. Infatti non è vero che l’Italia è povera, che è in crisi : è tutto una grande truffa ma nessuno ha la capacità di dire che “il re è nudo” e se qualcuno tenta di farlo sulla ribalta mediatica vien subito preso a manganellate con epiteti contundenti : complottista, fanatico, esaltato, terrorista, disfattista, euroscettico, persino contemporaneamente, fascista e comunista (a seconda del contesto). Vi assicuro che non sono un pazzo esaltato se dico che il debito pubblico italiano è finto in una percentuale che varia tra l’87 ed il 98%, a seconda di chi consultiamo tra Francesco CIANCIARELLI, Antonio PANTANO, Savino FRIGIOLA (e via elencando allievi del grande maestro Giacinto AURITI). Certo non troveremo il loro autorevole parere riportato sulle reti di RAI-Set o su giornalucoli come la Repubblichetta delle Banane, Il Corriere della Serva, Il Fessaggero, Il Tempo Perso, Il Foglio Igienico, Il Mis-Fatto Quotidiano, perché questi qui soffocano le voci fuori dal coro sotto una marea di me.da, di sabbia, di silenzio. Il fatto grave è la Weltanschauung, la visione del mondo, volutamente alterata dal silenzio o, ancora peggio, da una massa di messaggi falsi. L’Islanda nel 2008 aveva una situazione peggiore della nostra, allora i cittadini hanno assediato il palazzo del governo finché questo non ha capitolato, hanno rifiutato il debito ed hanno riscritto la costituzione in modo più rispettoso della dignità della persona. Risultato: l’Islanda non ha più debiti e, addirittura, il FMI e la BM hanno lasciato la Nazione. Ed anche altri Paesi che non sono nell’eurozona hanno manifestato scarsa voglia di entrarvi (cioè di approvare i trattati restrittivi di Schengen, di Lisbona, di Basilea 1 e 2, di Maastricht come l’Ungheria, l’Inghilterra, la Norvegia) o, se già dentro, desiderio di uscirne (come l’Austria, la Finlandia, l’Olanda…). Ed anche la stessa Germania si è fatta stampare marchi dalla zecca della Svizzera, fin dal novembre 2011, nel caso vi fosse una precipitosa uscita di massa dal capestro dell’euro. Due semplici esempi di travisamento sulla salute: come vi lavate i denti? Nel senso fate vedere il movimento, su non è una dichiarazione di frode fiscale… ebbene state facendo inconsciamente quello che fanno vedere in TV. In tal modo, dopo un certo numero di anni (a me è avvenuto all’età di circa 42), le gengive si scollano dal colletto del dente e fanno male il caldo, il freddo e la stessa aria. A tal punto di dovrebbe andare dal dentista per la ricostruzione, insomma per una operazione plastica. Il dentifricio al fluoro: chi lo usa (non sono il comico di Zelig) ? Ebbene il fluoro è un accertato (dall’UNICEF) elemento neurotossico e cancerogeno, sottoprodotto della lavorazione dell’alluminio, eppure, poiché costerebbe smaltirlo come rifiuto pericoloso, ce lo vendono come “protezione dei denti”. Ultimo esempio, dal settimanale Panorama della Mondadori, n° 30 del 18 luglio scorso : il cosiddetto archistar (cioè, emerito cialtrone pompato dalla stampa inchinata) Piero Lissoni, intervistato da un giornalista che, evidentemente si vergognava dell’intervista in ginocchio e non si è firmato, ha dichiarato con arroganza che le sue “costruzioni sono fatte per resistere 30-35 anni al massimo poi vanno abbattute e ricostruite”. Ma come, il bene- -rifugio per eccellenza, qualcosa che si potrebbe lasciare ai figli, non è più durevole? E quando comincia a cedere la struttura . . che fa il 70, l’80, il 90-enne ? mette i mobili in strada e va a vivere sotto i ponti? E’ questo il nostro orizzonte sul futuro, una vita da straccioni, da mendicanti ? Ma avete mai visto le case degli architetti che ci fanno vivere in posti orridamente moderni o post-moderni? Sono abitazioni di una volta, antiche, ariose, con finestre e porte finestre, col giardino, colori pastello, statue, librerie, dipinti, con mobili umani, senza corridoi che attraversano una stanza dopo l’altra o camere con angoli incastrati l’uno nell’altro, con mobili perfettamente funzionali, non quegli obbrobri in cui non entra niente. Insomma sono a misura d’uomo, non di automa, come quei cubicoli soffocanti pensati dalla moderna dis-architettura. Anche l’architettura dell’Europa è un’orchestra di suoni cacofonici su cui sovrasta solo la voce del capitale internazionale senza volto, attraverso le figure di una Merkel, di un Draghi, di un Monti il cui messaggio (subliminale) ripetuto ossessivamente è: “noi siamo noi mentre voi altri, popolaccio, non contate un cazzo” (ve lo ricordate “il marchese del grillo”, vigliacco, arrogante e traditore, forte coi deboli e debole coi forti, magistralmente interpretato da Alberto Sordi, che buttava monete arroventate ai poveri per farli bruciare?) Allora cosa dobbiamo fare per liberarci di questi maestri dell’orrido….? Poche cose, almeno all’inizio: rifiutare il debito quindi contestualmente Uscire dall’euro Tornare a stampare la lira Finanziare solo opere di pubblica utilità soprattutto nazionalizzare una parte delle banche (che hanno in portafoglio titoli di debito pubblico italiano) creare delle banche regionali di credito popolare (è attualmente in discussione una proposta regionale, abilmente iniziata come mozione popolare dall’avv. Luigi PELUSO, nelle regioni Campania ed Abruzzo), il cui operato sia sotto stretto controllo dei clienti, di un’apposita commissione parlamentare ed escluda qualsiasi speculazione borsistica! Banche che investono dove raccolgono! E poi dobbiamo ricercare, processare e condannare (non a morte ma a pene catartiche) tutti quelli che ci hanno fatto finire nella mota a partire dal 1992: governatori centrali, presidenti della repubblica, capi di governo, ministri dell’economia e delle finanze, giornalisti, editori, professori, amministratori locali e sindaci, sindacalisti, dirigenti della PA, presidenti e AD di banche private, grandi evasori, responsabili economici e finanziari della CE, direttori degli istituti di statistica nazionali ed europei, responsabili delle agenzie di rating, capi delle forze armate e di polizia, i garanti per la comunicazione, e via elencando. Tutti in miniera di sale o di carbone, oppure a fare servizio civile o alla catena di montaggio, quelli meno colpevoli li mettiamo fino ai 67 anni dietro una scrivania, a 1.200 € al mese… di Ernesto Ferrante

16 settembre 2012

Pound, la «Carta da visita» straccia le banche usuraie

Tornano gli scritti filosofico-economici del poeta dei "Cantos". Una denuncia del capitale molto più forte della lotta di classe Ezra Pound Il libro fu scritto nel 1942 dall'autore direttamente in italiano, ed ebbe una seconda edizione (in sole in mille copie) per Scheiwiller nel 1974. Pubblichiamo parte dell'introduzione di Gallesi e alcuni brani di Pound. «S ocrate fu accusato di empietà e di voler sovvertire le leggi del suo paese; eppure non era né empio né sovversivo, e la storia successiva lo ha dimostrato. Io sono accusato di tradire il mio paese, che amo tanto quanto voi italiani amate il vostro. Ma chi, come me, agisce alla luce di una verità percepita e pre­vista interiormente, anticipa nel presente una realtà futura molto certa». In queste parole, tratte da un’intervista del 1955, quando era ancora detenuto con l’accusa di tradimento a Washington, nel manicomio criminale di St. Elizabeths, c’è tutta la tragica grandezza di Ezra Pound, poeta, profeta e, soprattutto, patriota americano. Pound si è sempre considerato, infatti, un leale cittadino statunitense, fedele ai principi della Costituzione americana, che i suoi governanti avevano, invece, manipolato e sovvertito. Come era già accaduto in occasione del primo conflitto mondiale, anche nella Seconda guerra mondiale gli Usa erano stati trascinati in un conflitto non voluto, che avrebbe arricchito pochi speculatori sulla pelle di milioni di vittime. Proprio l’inutile strage della Grande guerra, che aveva mietuto le vite di molti suoi amici artisti, spinge Ezra Pound ad abbandonare il ruolo di esteta distaccato che aveva ricoperto fino ad allora per dedicarsi allo studio delle cause delle guerre, che sono spesso legate alla speculazione: «si fanno le guerre - scriveva ancora nel 1944- per creare debiti». Così, accanto alla sua infaticabile attività di talent scout, che favorì, tra gli altri, Eliot, Joyce ed Hemingway, e mentre cerca di dare con i Cantos un poema epico nazionale all’America, Pound denuncia la «guerra perenne» tra oro e lavoro, tra chi specula e chi fatica, tra gli usurai e gli uomini liberi, e decide di schierarsi a fianco di questi ultimi, scelta mai rinnegata e di cui pagherà dignitosamente tutte le conseguenze fino alla «gabbia per gorilla» in cui fu rinchiuso nel carcere militare statunitense allestito vicino a Pisa. Prima di giudicare qualcuno, come il poeta stesso amava ripetere, bisogna esaminare le sue idee una alla volta, e quindi è necessario avvicinarsi alle sue opere senza pregiudizi, collocandole nel contesto storico generale e in quello biografico particolare. Riproporre, oggi, la sua Cartadavisita , che Pound scrisse direttamente in italiano, è dunque, innanzitutto, un’occasione per conoscere direttamente il pensiero di Ezra Pound, e confermarne, eventualmente, la profetica attualità. Nel 1942, quando Carta da visita viene pubblicato la prima volta, il mondo è dilaniato dalla più spaventosa guerra mai combattuta, una tragedia che Pound aveva ingenuamente cercato di evitare con tutti i mezzi, incluso un viaggio intercontinentale per incontrare il presidente Roosevelt e convincerlo dell’importanza della pace. Oggi,l’Europa non è in guerra, ma la situazione generale non è meno drammatica; il colonialismo si è trasformato in «delocalizzazione », i signori dell’oro sono diventati operatori di Borsa, e i popoli sono sull’orlo di un tracollo economico disastroso, esattamente come Pound aveva immaginato: « Il nemico è Das Leihkapital - tuonava il 15 marzo 1942 dai microfoni di Radio Roma - . Il vostro nemico è Das Leihkapital , il Capitale preso a prestito, il capitale errante internazionale. [...] E sarebbe meglio per voi essere infettati dal tifo e dalla dissenteria e dalla nefrite, piuttosto che essere infettati da questa cecità che vi impedisce di capire QUANTO siate compromessi, quanto siate rovinati ». Sicuramente, in quegli anni, quando molti intellettuali impegnati si baloccavano con il mito della lotta di classe, Pound doveva risultare quantomeno eccentrico, con il suo insistere nella guerra contro la speculazione finanziaria, ricordando che «una nazione che non vuole indebitarsi fa rabbia agli usurai». Oggi, invece, il suo avvertimento contro «la banca che trae beneficio dall’interesse su tutta la moneta che crea dal nulla», come recita il Canto 46 , risulta ben più efficace del rimedio allora auspicato da mol­ti, e cioè la «dittatura del proletariato ». I brani - La nazione non deve pagare l’affitto sul proprio credito RisparmioAbbiamo bisogno d’un mezzo di risparmio e d’un mezzo di scambio, ma non è legge eterna che ci dob­biamo servire dello stesso mezzo per queste due funzioni diverse. La moneta affrancabile (ovvero prescrittibile) si adoprerebbe come moneta ausiliaria, mai come moneta unica. La proporzione fra la moneta consueta, e l’affrancabile, se calcolata con perizia e saggezza, potreb­be mantenere un rapporto equo e quasi invariabile fra la quantità delle merci disponibili e desiderate, e la quantità della moneta della nazione, o almeno raggiungere una stabilità di rapporti sino al grado conciliabile. Bacon ha scritto: «moneta come concime, utile solamente quando sparsa». Jackson: «il luogo più sicuro di deposito: le braghe del popolo». SocialeIl credito è fenomeno sociale. Il credito della nazione appartiene alla nazione, e la nazione non ha necessità di pagare un affitto sul proprio credito. Non ha bisogno di prenderlo in affitto da privati. [...] La moneta è titolo e misura. Quando è metallica, viene saggiata affinché il metallo sia di finezza determinata, nonché di peso determinato. Adoprando una tale moneta siamo ancora nel dominio del baratto. Quando la moneta viene capita come titolo, sparisce il desiderio di barattare. Quando lo stato capisce il suo dovere e potere, non lascia la sua sovranità in balìa di privati irresponsabili ( o che assu­mono responsabilità non giustificate). È giusto dire che «la moneta lavoro» è «simbolo del lavoro». E ancor più è simbolo della collaborazione fra natura, stati e popolo che lavora. La bellezza delle immagini sulle monete antiche simboleggia, a ragione, la dignità della sovranità inerente nella responsabilità reale o imperiale. Collo sparire della bellezza numismatica coincide la corruzione dei governi. Dichten=CondensareLa parola tedesca Dichtung significa poesia. Il verbo dichten = condensare. Per la vita, o se preferite per «la battaglia», intellettuale, abbiamo bisogno di fatti che lampeggino, e di autori che mettano gli oggetti in luce serena. L’amico Hulme ben disse: «Quello che un uomo ha veramente pensato (per sé) si scrive su un mezzo foglio. Il resto è spiegazione, dimostrazione, sviluppo». Chi non ha forti gusti non ama, e quindi non esiste. di Luca Gallesi