03 ottobre 2012

Discorso integrale di Ahmadinejad all'ONU

E’ l’ottavo discorso di Mahmoud Ahmadinejad all’Onu, il più bello, il più emozionante, il più completo. Il presidente dell’Iran non tralascia un solo problema del mondo senza averne parlato; parla di tutto quello che non va, in tutto il mondo ed in questo senso il suo discorso è realmente qualcosa di unico. Ecco la traduzione della versione integrale del suo discorso, un’esclusiva di Radio Italia IRIB. “Io vengo dall’Iran, dalla terra della bellezza e dell’imponenza, dalla terra della scienza e della cultura, la terra della saggezza e delle virtù, dalla culla della filosofia e dello gnosticismo, dalla patria del sole e della luce, la terra degli scienziati, dei saggi, dei filosofi, degli gnostici, dei letterati, la terra di Avicenna, Ferdowsi, Rumi, Hafez, Attar, Khayyam e Shahriar; sono quì in veste di rappresentante di un popolo grande e dignitoso, tra i fondatori della cultura umana e tra gli eredi di essa; sono il rappresentante di gente saggia, innamorata della libertà e della pace, affettuosa, che ha assaggiato il sapore amaro delle guerre e delle aggressioni e che ama la pace e la serenità. Il messaggio dell’Iran Oggi sono quì con voi fratelli e sorelle provenienti da tutto il mondo per parlare per l’ottava volta in otto anni di servizio al popolo del mio paese, e dimostrare al mondo intero che il dignitoso popolo dell’Iran, proprio come il suo passato splendente, ha ancora oggi un pensiero rivolto a tutto il mondo e non rinuncerà a qualsiasi sforzo per lo sviluppo ed il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilità nel mondo; e l’Iran sa che questo non sarà possibile se non con la cooperazione e l’aiuto degli altri. Sono quì per riferire a voi rispettabili presenti il messaggio divino degli uomini e delle donne del mio paese. Un messaggio che il maestro dell’orazione della terra d’Iran, Saadi di Shiraz, ha reso immortale in questi due versi: I figli di Adamo sono uno parte dell’altro, dato che sono creati da un unico gioiello quando la vita reca male ad una di queste parti, le altre parti perdono la propria quiete. Nei sette anni precedenti ho parlato delle sfide e delle soluzioni e dell’orizzonte dinanzi al mondo ed oggi voglio osservare questo argomento da un’altra angolatura. Passano migliaia di anni dalla diffusione sulla terra dei figli di Adamo, figli che con colori, gusti, lingue e tradizioni differenti hanno tutti sognato la costruzione di una società piena di amore, per raggiungere una vita più bella e stabilire il benessere, la pace e la sicurezza. Come sarebbe il mondo se… Nonostante lo zelo incessante dei buoni e dei grandi riformatori e degli amanti della giustizia e nonostante i tanti sacrifici delle masse popolari per raggiungere la felicità e la vittoria, tranne delle piccole eccezioni, la storia dell’umanità è stata piena di sconfitte e fatti amari. Immaginatevi cosa sarebbe successo se gli egoismi, le mancanze di fiducia, le dittature, non ci fossero state e se nessuno avesse usurpato i diritti altrui? Se invece della ricchezza e del consumo, il rispetto ad una persona dipendesse dalle sue virtù? Se l’uomo non avesse attraversato il periodo nero del medioevo, se i potenti non avessero impedito il progresso in quel periodo? Se non ci fossero state le crociate, ed il periodo dello schiavismo, ed il colonialismo? Se non ci fossero stati i due conflitti mondiali e le guerre in Corea e Vietnam e non ci fossero state le guerre che ci sono state in Africa, America Latina e nei Balcani? Se invece dell’occupazione della Palestina e l’imposizione di un falso regime ad essa e la costrinzione di migliaia di persone a lasciare le proprie case si fosse fatto dell’altro? Se non ci fosse stata la guerra di Saddam contro l’Iran ed i potenti di quel tempo invece del sostegno a Saddam avessero sostenuto i diritti del popolo iraniano? Se non si fosse verificato l’amaro fatto dell’11 Settembre e se non ci fossero state le aggressioni contro Iraq ed Afghanistan e se invece di gettare a mare il corpo di un imputato ucciso senza processo si avesse deciso di processarlo in modo che la verità venisse a galla? Se non si fosse usato il terrorismo e l’estremismo per portare avanti politiche espansioniste? Se le armi si fossero trasformate in penne per scrivere e se i budget militari fossero stati usati per il benessere e l’amicizia tra i popoli? Se non si scatenasse in continuazione il tam tam delle divergenze etniche, religiose e razziali e se queste divergenze non venissero usate per raggiungere scopi politici ed economici? Se invece del finto sostegno alla libertà di espressione quando si tratta di offendere le sacralità umane ed i messaggeri divini - che sono gli uomini più puri ed affettuosi e sono i più grandi doni di Dio all’umanità - si permettesse la critica alle politiche di dominio ed alle azioni del sionismo internazionale? Se le agenzie di stampa mondiali potessero diffondere liberamente le verità? Se il Consiglio di Sicurezza non fosse sotto il dominio di pochi paesi e se l’Onu fosse in grado di agire in maniera veramente indipendente? Se gli istituti economici mondiali non fossero sotto pressione e riuscissero ad esprimersi veramente sulla base delle indicazioni dei propri esperti? Se i capitalisti mondiali non sacrificassero l’economia dei paesi deboli per i propri interessi? Se questa gente non sacrificasse la gente per rimediare ai propri errori? Se a dominare le relazioni internazionali fosse stata la sincerità e tutti i popoli e governi avessero potuto partecipare alla gestione del mondo in maniera giusta e con eguaglianza? E se non ci fossero decine di altre situazioni inconvenienti per l’umanità, immaginatevi che bella vita avremmo oggi e che bella storia avrebbe l’essere umano. Ma ora bisogna dare pure uno sguardo alla situazione odierna del mondo. La situazione del mondo di oggi a) Situazione economica La povertà ed il divario tra ricchi e poveri aumentano. Il debito estero dei 18 paesi maggiormente industrializzati del mondo ha oltrepassato i 60 mila miliardi di dollari e pensare che solo la retribuzione della metà di questo debito agli altri popoli risolverebbe per sempre il problema della povertà nel mondo. L’economia basata sul consumismo ha portato solo alla schiavitù dei popoli a favore di un gruppo limitato. La creazione di asset di carta, facendo leva sulla potenza e sul dominio sui centri economici mondiali, è la più grande frode della storia ed uno degli elementi che ha originato la crisi economica mondiale. Un rapporto dimostra che un solo governo ha creato 32 mila miliardi di dollari di averi ‘di carta’. La programmazione dello sviluppo sulla base del capitalismo, conduce in un vicolo cieco, e crea competizione distruttiva che in pratica ha dimostrato di essere fallimentare. b) Situazione culturale Le virtù morali come la lealtà, la purezza, la sincerità, l’affetto, l’altruismo dal punto di vista dei politici che dominano i centri di potere del mondo, sono tutti concetti superati ed un ostacolo al raggiungimento dei loro obbiettivi. Si dice ufficialmente che la politica e la società non c’entra con la moralità e l’etica. Le culture originali e preziose che sono l’esito di secoli di sforzi e sono il punto d’incontro dell’amicizia degli uomini e dei popoli e sono motivo di varietà e di ricchezza culturale e sociale sono minacciate ed in via di estinzione. Con l’umiliazione e la distruzione sistematica delle identità culturali si propina alla gente un tipo di vita senza identità personale e sociale. La famiglia, che è il più prezioso centro per l’educazione degli uomini ed è il nucleo della creazione e della diffusione dell’amore e dell’umanità è stata indebolita a dismisura ed il suo ruolo costruttivo sta per essere distrutto. La personalità ed il ruolo centrale della donna, che è un essere celestiale ed il simbolo della bellezza e dell’affetto di Dio e la colonna della stabilità della società, è stata strumentalizzata e danneggiata da ricchi e potenti. Lo spirito umano è triste e la vera essenza dell’uomo è stata annichilita ed umiliata. c) Situazione di politica e sicurezza L’unilateralismo ed i doppi standard, l’imposizione delle guerre e della mancanza di sicurezza e dell’occupazione per soddisfare interessi economici o esigenze di dominio, è divenuta pratica abituale. La corsa alle armi e la minaccia con le armi atomiche e le armi di distruzione di massa attraverso le grandi potenze è diventato una pratica abituale. La sperimentazione di armi sempre più devastanti, super moderne e il minacciare gli altri dicendo che si possiedono queste armi e la promessa dell’uso di queste al momento opportuno, ha dato vita ad una nuova forma di espressione al livello politico che serve a terrorizzare i popoli e sottometterli. Minacciare di una aggressione militare ai danni del grande popolo dell’Iran, ad opera dei sionisti senza cultura, è un esempio palese di quest’amara verità. La mancanza di fiducia domina le relazioni internazionali e non vi è un punto di riferimento realmente giusto ed equo a cui poter fare riferimento per risolvere le contese. Persino coloro che hanno migliaia di bombe atomiche e tutta una gamma di armi spaventose, non si sentono al sicuro. d) Situazione ambientale L’ambiente è la ricchezza comune di tutti noi ed appartiene a tutta l’umanità ed è la garanzia per il proseguimento della vita umana; ma per via delle ambizioni e delle scorrerie di un gruppo di sprovveduti e irresponsabili, per lo più capitalisti, sta subendo i peggiori danni e come esito, la siccità, le inondazioni, i sismi ed i diversi tipi di inquinamento, stanno mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza umana. Lo scontento è generale Amici! Come osservate nonostante il progresso raggiunto, i figli di Adamo non hanno ancora realizzato i loro sogni. C’è qualcuno tra di voi che pensi che l’attuale ordine mondiale possa regalare la felicità alla società umana? Tutti sono insoddisfatti delle condizioni attuali e del sistema dominante a livello internazionale e per di più non hanno nemmeno tante speranze nel futuro. Di chi è la colpa? Cari colleghi! Gli uomini non si meritano una situazione del genere e Dio, il Buono, il Saggio, ama tutti gli uomini e non ha certo voluto per noi una condizione simile. Egli ha chiesto all’uomo, che è il migliore delle sue creature, di vivere sulla terra nel migliore dei modi e con bellezza, giustizia, amore e dignità. Ed allora pensiamoci. Sinceramente, chi è responsabile della situazione attuale? Alcuni cercano di definire ‘naturale’ questa situazione ed addirittura definirla volere di Dio e per giunta puntano il dito contro la gente, contro i popoli e presentano loro come i responsabili. Dicono: “Sono i popoli che accettano l’ineguaglianza e l’ingiustizia. Sono i popoli che sono disposti a farsi sottomettere dalle dittature e dall’avidità di alcuni. Sono i popoli che si arrendono al volere ‘imperiale’ e di dominio di alcuni. Sono i popoli che si fanno ingannare dalla propaganda di gruppi di potere e quindi alla fine, ciò che capita di male alla comunità internazionale è l’esito dell’operato dei popoli”. Questo è il ragionamento di coloro che addossano la colpa ai popoli per giustificare le azioni odiose e distruttive di una cricca che domina il mondo. Anche se queste pretese fossero state verità, non avrebbero giustificato lo stesso la permanenza di un sistema ingiusto al livello internazionale. Ecco come sono fatti veramente i popoli Tutti si ricordino che la verità è che la povertà e la debolezza viene imposta ai popoli e che le ambizioni e la brama di ricchezza dei dominatori del mondo vengono esauditi a scapito dei popoli, con l’inganno ed alle volte con la forza delle armi. Loro per giustificare le loro azioni anti-umane usano la teoria della sopravvivenza del più forte e parlano della ‘razza superiore’. Ciò mentre la maggior parte delle persone in tutto il mondo aspira alla giustizia ed è sempre pronta ad accettare la giustizia ed insegue assolutamente la dignità, il benessere, l’amore. Le masse popolari non hanno mai desiderato fare conquiste ed ottenere con la guerra ricchezze mitiche. I popoli non hanno divergenze, non hanno avuto nessuna colpa nei fatti amari della storia, sono stati solo ‘le vittime’. Io non credo che le masse musulmane, cristiane, ebraiche, induiste, buddiste ed ecc… abbiano dei problemi fra di loro. Loro si amano facilmente, vivono in una atmosfera di amicizia, e vogliono tutti purezza giustizia ed affetto. In generale le richieste dei popoli sono sempre state positive e l’aspetto comune tra di loro, è la loro propensione per istinto verso la bellezza e le virtù divine ed i valori umani. È giusto dire quindi che la responsabilità dei fatti amari della storia e delle condizioni inconvenienti di oggi, è della gestione del mondo e dei potenti del mondo che hanno venduto l’anima a Satana. L’ordine mondiale di oggi è un ordine che ha le sue radici nel pensiero anti-umano dello schiavismo, nel colonialismo vecchio e nuovo, ed è responsabile della povertà, della corruzione, dell’ignoranza, dell’ingiustizia e della discriminazione diffusa in tutte le parti del mondo. L’ordine mondiale attuale La gestione attuale del mondo ha delle caratteristiche ed io ne voglio citare qualcuna. Primo: è basata sul pensiero materiale e per questo non sente il dovere di rispettare i principi morali. Secondo: è basato sull'egoismo, l'inganno e l'odio. Terzo: effettua una classificazione degli uomini, umilia certi popoli, usurpa i diritti di altri ed è basata sul dominio. Quarto: è alla ricerca della diffusione del dominio attraverso l'intensificazione delle divisioni e delle divergenze tra i popoli e le nazioni. Quinto: cerca di concentrare nelle mani di pochi paesi il potere, la ricchezza, la scienza e la tecnologia umana. Sesto: l'organizzazione politica dei centri principali del potere mondiale, è basata sul dominio e sulla forza che un paese ha e che è superiore a quella di altri paesi. Gli enti internazionali pertanto sono centri per acquisire potere, ma non per creare pace e servire tutti i popoli. Settimo: il sistema che domina il mondo è discriminatorio e basato sull'ingiustizia. Cenno alle elezioni negli Stati Uniti ed al movimento del 99% - E voi, credete che solo per servire l'umanità, un gruppo sia disposto a spendere centinaia di milioni di dollari per la campagna elettorale? - Anche se ci sono grandi partiti nei paesi maggiormente industrializzati, in questi paesi spendere nella campagna di un candidato è diventata un investimento. - In questi paesi la gente è costretta a scegliere i partiti; ma ciò mentre una parte minimale della gente ha il tesserino dei partiti ed è membro di essi. - La volontà della gente, negli Stati Uniti ed in Europa, ha una minima influenza sulle politiche interne ed estere e la gente non sa dove sbattere la testa; anche se la gente forma il 99% della sua società, non può partecipare alla gestione del paese. - I valori umani e morali vengono sacrificati sull'altare delle elezioni e si fanno solo promesse alla gente per strappare il voto. Come deve essere il nuovo ordine mondiale? Amici e colleghi cari! Cosa bisogna fare? Qual'è la soluzione? Non c'è dubbio che il mondo ha bisogno di nuovo pensiero e nuovo ordine. Un ordine in cui: 1- L'uomo venga riconsiderato la più eccelsa creatura divina e ad esso venga riconosciuto il diritto di avere una vita caratterizzata da aspetti sia materiali che morali e venga riconosciuto il valore elevato della sua anima e venga riconosciuta legittima la sua propensione istintiva alla giustizia ed alla verità. 2- Invece dell'umiliazione e della classificazione degli uomini e delle nazioni, si pensi alla rinascita della dignità e del carattere sacro dell'uomo. 3- Si cerchi di creare, in tutto il mondo, pace, sicurezza stabile e benessere. 4- La nuova struttura venga costruita sulla base della fiducia e dell'amore tra gli uomini, si cerchi di avvicinare i cuori, le menti, le mani ed i governanti imparino ad amare la gente. 5- Venga applicato un unico standard nelle leggi e tutti i popoli vengano presi in considerazione alla pari. 6- Coloro che gestiscono il mondo si sentano al servizio della gente e non superiori alla gente. 7- La gestione venga considerato un incarico sacro affidato dalla gente alle persone e non una opportunità per arricchirsi. Come si realizza il nuovo ordine? Signor Segretario, Signore e Signori! - Un ordine del genere può realizzarsi senza la cooperazione di tutti alla gestione del mondo? - È chiaro che queste speranze avranno una probabilità per avverarsi solo quando tutte le nazioni inizieranno a pensare in dimensione internazionale e saranno seriamente decise a partecipare all'amministrazione del mondo. - Con l'aumento del livello di consapevolezza, ci sarà sempre una maggiore richiesta per una nuova gestione del mondo. - Questa è l'era dei popoli e la loro volontà sarà determinante per il domani del mondo. Pertanto è degno un impegno collettivo in queste direzioni: 1) Fare affidamento al Signore ed opporsi con tutta la forza alle ambizioni ed a coloro che vogliono più di quanto spetta loro per isolarli ed indurli a rinunciare al vizio di voler decidere al posto dei popoli. 2) Credere nell'aiuto divino e cercare di compattare ed avvicinare le comunità umane. I popoli ed i governi eletti dai popoli devono credere fermamente nelle proprie capacità e devono avere la forza per lottare contro il sistema ingiusto vigente e difendere i diritti umani. 3) Insistere nell'applicazione della giustizia in tutte le relazioni e rafforzare l'unità e l'amicizia, ampliare le relazioni culturali, sociali, economiche e politiche nell'ambito delle ong e delle organizzazione specializzate, in modo da preparare il terreno fertile per l'amministrazione collettiva del mondo. 4) Riformare la struttura dell'Onu sulla base degli interessi di tutti ed il bene del mondo intero. Bisogna ricordare che l'Onu appartiene a tutti i popoli e per questo discriminare i membri è una grande offesa alle nazioni. L'esistenza di differenze, vantaggi, diritti e privilegi non può essere accettabile, in nessuna forma ed in nessuna misura. 5) Cercare di produrre leggi e strutture basate sempre più sulla letteratura dell'amore, della giustizia e della libertà. L'amministrazione collettiva del mondo è una garanzia per la pace stabile. Il Movimento dei Non Allineati, il più grande ente internazionale dopo l'Assemblea Generale dell'Onu, comprendendo l'importanza di questo argomento e con una profonda comprensione del ruolo svolto dalla cattiva gestione del mondo nei problemi di oggi, ha dedicato il suo 16esimo summit, a Teheran, alla "amministrazione collettiva mondiale". In questo summit alla quale hanno partecipato attivamente i rispettabili rappresentanti di oltre 120 paesi, è stata ribadita l'importanza della partecipazione seria dei popoli nell'amministrazione mondiale. Siamo giunti al punto di svolta della storia - Fortunatamente siamo ormai giunti al punto di svolta della storia. Da una parte il sistema marxista non ha più posto nel mondo e di fatto è stato cancellato dalla scienza amministrativa e dall'altra parte anche il sistema capitalista è impantanato in una palude che ha creato con le sue stesse mani e non ha nemmeno una via d'uscita; non ha soluzioni per i problemi economici, politici, di sicurezza e culturali del mondo e pertanto è in un vicolo cieco sotto il profilo amministrativo. Il Nam ha l'onore di dichiarare ancora una volta che la sua storica decisione, e cioè quella di negare i poli del potere e le loro dottrine, è stata esatta. - Oggi, il qui presente, come rappresentante del Movimento dei Non Allineati, invita tutte le nazioni del mondo a svolgere un ruolo più attivo nella gestione del mondo e ad impegnarsi affinché ciò si possa avverare. La necessità di superare gli ostacoli che si presentano dinanzi a questa prospettiva si sente più che mai. - L'Onu, oggi, ha perso la sua efficienza e di questo andamento, presto nessuno crederà più negli enti internazionali per difendere i diritti dei popoli. Questo sarebbe un danno gravissimo per il nostro mondo. - Le Nazioni Unite sono state fondate con l'obbiettivo di creare giustizia e tutelare i diritti di tutti. Ma questa stessa organizzazione oggi è affetta da discriminazione ed è diventata uno strumento, per pochi paesi, per imporre la loro ingiustizia a tutto il mondo. Il diritto di veto e la concentrazione del potere nel Consiglio di Sicurezza, impedisce di fatto che i diritti dei popoli vengano difesi realmente. - La necessità di riformare la struttura è un argomento importante di cui hanno parlato moltissimo i rappresentanti di diversi paesi, ma finora nessuna modifica è stata apportata. - Quì pertanto, chiedo ai membri dell'Assemblea Generale ed al Segretario ed ai suoi colleghi di seguire con serietà l'argomento delle riforme e ideare una prassi adeguata per l'attuazione di queste. In quest'ambito, il movimento dei Non Allineati sarà disposto a dare il proprio aiuto e supporto. …Lui verrà Signor Segretario, amici e colleghi cari! - Far dominare la pace e la stabilità sulla terra e creare una vita felice per gli esseri umani, è una missione grande e storica, ma possibile. Dio, il Benevole, non ci ha lasciati soli in questa missione ed ha affermato che quel giorno, in cui l'uomo raggiungerà la perfezione, arriverà di sicuro, perché se non arrivasse ciò sarebbe in contrasto con la Saggezza divina. - Dio ha promesso l'arrivo in terra di un uomo fatto di amore, che ama la gente, che porterà la giustizia, e che si chiamerà Mahdi (che Dio affretti la sua venuta/ndr) e che verrà accompagnato da Gesù (la pace sia con lui) e da altri grandi riformatori che usando le capacità degli uomini e delle donne di questa terra e di tutti i popoli: ripeto usando le capacità degli uomini e delle donne di tutti i popoli, guiderà la società umana nel raggiungimento della felicità. - L'arrivo del Salvatore sarà una nuova nascita, una nuova vita. Sarà l'inizio della vera vita e della pace e della sicurezza duratura. - Il suo arrivo sarà la fine dell'ingiustizia, del male, della povertà, della discriminazione e l'inizio del bene, della giustizia, dell'amore, della fratellanza. - Lui verrà per dare inizio al periodo di vero progresso e di gioia dell'uomo. - Lui verrà per cancellare gli ostacoli dell'ignoranza e delle superstizioni e per aprire le porte della scienza e della conoscenza, creando un mondo pieno di sapere, nella quale tutti partecipano alla gestione del mondo. - Lui verrà per regalare a tutti gli uomini l'affetto, la speranza, la dignità. - Lui verrà affinché tutti gli uomini assaggino il sapore dolce dell'essere umani e del vivere insieme agli altri. - Lui verrà perché le mani si stringano col calore ed i cuori siano pieni di amore e le menti piene di pensieri puri, tutto al servizio della sicurezza, del benessere e della felicità umana. - Lui verrà affinché tutti i figli neri, bianchi, rossi e gialli di Adamo tornino a vivere insieme in una casa dopo un lungo e buio periodo di lontananza. - L'arrivo del Salvatore, di Gesù e dei loro compagni non sarà accompagnato dalla guerra, ma si realizzerà attraverso la presa di coscienza dei popoli, con la diffusione dell'amore, e loro determineranno il futuro eternamente felice dell'umanità con il sole della scienza e della libertà e ciò risveglierà dall'inverno il corpo gelato del nostro mondo. Lui regalerà la Primavera all'umanità. Lui è la Primavera stessa e con il suo arrivo l'inverno dell'esistenza umana, incatenato dall'ignoranza, la povertà e la guerra, rinascerà facendo fiorire l'imponenza dell'uomo. - Sin da ora si può sentire nell'aria il buon profumo della Primavera. Un Primavera che è iniziata e non appartiene a nessuna razza, popolo o zona particolare e che presto investirà tutte le terre, l'Asia, l'Europa, l'Africa e le Americhe. - Lui è la Primavera di tutti coloro che vogliono la giustizia, la libertà e che credono nei profeti del Signore. Lui è la Primavera dell'uomo e lo sfarzo di tutti i tempi. Venite tutti ad aiutare e ad agevolare la sua venuta. Che sia lodata la Primavera, che sia lodata la Primavera ed ancora, che sia lodata la Primavera!

30 settembre 2012

La Repubblica delle tette

Infinite sono le vie della Provvidenza, diceva la saggezza dei nostri avi; e insospettabili quelle dell’Astuzia della Ragione, aggiungeva Hegel, strizzando l’occhio alla maniera furba di chi ha capito tutto, in mezzo a un branco di poveri mortali che han capito poco o niente. Chi lo avrebbe detto che il classico e nobile strumento logico del sillogismo aristotelico sarebbe stato brillantemente sfoderato da una ex soubrette passata alla politica e ormai nota in tutto il mondo non solo per essersi recata alla questura di Milano a prendere in consegna l’ineffabile ancorché vispa minorenne Ruby Rubacuori - salvo scaricarla, subito dopo, presso il domicilio di una ragazza di facili costumi -, ma soprattutto per aver definito il suo mentore e Pigmalione, il suo danaroso patron di Arcore, nel corso d’una garbata conversazione telefonica tra amiche che, poi, milioni di persone hanno potuto ascoltare in registrazione, «culo flaccido». Eppure è stato proprio così: anzi l’impareggiabile filosofa ha snocciolato non un banale sillogismo semplice, ma addirittura triplo, e con un rigore talmente impeccabile, che avrebbe lasciato stupito e ammirato lo stesso Stagirita, se questi avesse potuto ascoltarlo. «Le persone, d’estate, vanno al mare e si mettono in costume da bagno; anche i politici sono persone e, dunque, d’estate vanno al mare e si mettono in costume da bagno. Non vedo allora perché io, che sono una politica, non avrei dovuto sfilare in passerella per reclamizzare dei costumi da bagno che poi le persone indosseranno. In questo modo, ho dato anche un contributo all’economia nazionale in un momento difficile: perché ho fatto la mia parte per incentivare la vendita dei costumi da bagno, dunque per far girare la ruota del commercio, pur in questi tempi di crisi». Straordinario, vero? Aristotele sarebbe stato fiero e, crediamo, quasi basito davanti a tale rigore deduttivo, coniugato a sì smagliante spigliatezza; per non parlare di quel che avrebbe pensato il grande maestro di Alessandro Magno, tenace cultore della bellezza come lo era Platone e come tutti i Greci, ammirando le forme ben tornite e abbondantemente scoperte della sua discepola odierna, insomma la sua scultorea, provocante, radiosa nudità, resa ancor più seducente da un sorriso infinitamente soffuso d’innocenza. Forse, come i vecchi compagni di Priamo sulle mura di Troia, anche il “maestro di color che sanno” avrebbe trattenuto il fiato e riconosciuto che, per il possesso di una donna così bella, era comprensibile che due nazioni potessero arrivare fino al punto di combattersi in una guerra all’ultimo sangue. Come resistere, poi, al fascino della dialettica, se unito a una procace avvenenza fisica e a una notevole nonchalance davanti alle perplessità e alle critiche del popolino che, in tempi di crisi, non fa le vacanze sulla Costa Smeralda, a sfoggiare costosissimi bikini firmati, ma si arrampica perigliosamente sulle ciminiere delle fabbriche o si seppellisce nelle gallerie delle miniere, nella disperata difesa dei posti di lavoro che si squagliano come nebbia al sole? È accaduto e ne siamo stati tutti testimoni. L’ultima, grande notizia di cronaca dell’Italia repubblicana è che Nicole Minetti, non che dimettersi dal suo posto di consigliere regionale della regione Lombardia, ha pensato bene di sfilare in passerella indossando gli ultimi bikini della Parah e facendo arrapare il pubblico con la generosa esposizione tanto del suo notevole lato A, quanto del non meno apprezzabile lato B, facendo dondolare i suoi seni bombastici che sfuggono dal costume, essendo stati rifatti e gonfiati quanto le labbra e altre parti anatomiche, tanto che l’effetto complessivo è, rispetto a chi avesse visto la disinvolta ragazza solo qualche tempo addietro, quello di una mutante. La penultima notizia è che l’amministratore delegato della F.I.A.T., Sergio Marchionne, dopo aver tirato il sasso, ha nascosto la mano per l’ennesima volta, al ritornello ormai monotono: «Me ne vado, non me ne vado»; e alla fine ha lasciato capire al governo italo-borbonico che sarebbe anche disposto a rimanere nella patria irriconoscente, se potesse ottenere, quando non massicci finanziamenti, come ai bei tempi andati (c’è la crisi, dopotutto, che diamine!), almeno ulteriori sgravi fiscali e facilitazioni di vario genere, più o meno come fa il governo di quel Brasile dove, alla faccia di tutto, il mercato delle auto è tutt’altro che in calo e la F.I.A.T., nella fattispecie, le sue Panda e le sue 500 le vende ancora, eccome, crisi o non crisi. Le due notizie, mescolate agli scandali del Lazio, alle cene alle ostriche di Fiorito e alle dimissioni di Polverini (che si sente un’eroina per aver avuto un tale coraggio e sfida tutti i maramaldi governatori di sinistra a fare altrettanto), hanno un evidente elemento in comune: le tette, quelle vere (pardon, ci era sfuggito dalla penna: quasi vere, anzi rifatte al silicone) e quelle simboliche. Le tette della Minetti proclamano abbondanza, gioia di vivere, solarità e felliniana sregolatezza; quelle da cui Marchionne vorrebbe succhiare, le tette dello Stato, sono garanzia di sovvenzioni, di agevolazioni, di protezionismo, di profitti senza rischio. Sono le due facce - scusate il gioco di parole, davvero involontario - della stessa medaglia: viviamo nella benedetta Repubblica delle tette; delle tette di cui tutti sono cultori e adoratori, di cui tutti sono fanatici e insaziabili, di cui tutti vorrebbero razioni sempre maggiori, dosi sempre più industriali: chi le protende e chi se ne abbevera: basti dire che i signori della regione Lazio spendevano 30.000 euro per una vacanza al mare e che la signorina Minetti guadagna quanto il segretario generale delle Nazioni Unite. L’Italia come un grande poppatoio e legioni di amministratori, di politici, di industriali, di banchieri, di soubrette, di prestigiatori, di illusionisti, di mangiatori di fuoco e di spade, di giocolieri, di prostituti e prostitute di lusso (ecco infine le pari opportunità realizzate!): tutti insieme appassionatamente a poppare, poppare, poppare dalle italiche tette repubblicane, beninteso debitamente democratiche e antifasciste. Evviva le rassicuranti, le benefiche, le materne, intramontabili, eterne tette nazional-popolari, che fanno da apprezzatissimo paracadute agli imprenditori spaventati dalla loro stessa audacia, ai membri delle giunte regionali organizzatori e fruitori di feste in costume da maiale, ai parlamentari inquisiti e indebitati, ai direttori di giornali fasulli che stampano migliaia di copie e poi le regalano, sapendo che non le venderanno mai, pur d’intascare il finanziamento pubblico: insomma a tutti i furbetti dell’italica stirpe, a tutti i cialtroni e a tutti i marioli di craxiana memoria. Che cosa mai sarebbe la seconda Repubblica, senza le tette? Sarebbe come un cielo senza stelle, come un mare senza acqua o come un Bacio Perugina senza il bigliettino dalla saggezza kitsch. Come farebbe a sopravvivere Nicole Minetti; che ne sarebbe del suo futuro quando il Cavaliere dal Culo Flaccido non avesse più bisogno dei suoi ineffabili di servigi d’igienista dentale e, forse, anche d’altro genere? Come farebbe Sergio Marchionne a mantenere in Italia gli stabilimenti della F.I.A.T., pur animato da tutto l’amor di Patria di questo mondo, davanti a un popolo ingrato che non vuol più comparare le sue belle e convenientissime automobili ? Come farebbe il popolo del Bunga-Bunga, senza più “panem et circenses”? Come farebbero i falsi ciechi, i falsi paralitici, i falsi minorati e i falsi depressi, costretti a ripiegare sulle fragili e precarie risorse dei loro talenti individuali? E come farebbero i giornalisti di gossip e di cronaca politica, senza più i fatti e fattacci da Basso Impero da raccontare, per la delizia di lettori e spettatori? Come farebbero i conduttori dei salotti televisivi, gli opinionisti incipriati, i tuttologi con la camicia firmata e le opinioniste dalla coscia lunga e dallo sguardo assassino? Come farebbero i meteorologi che non ne azzeccano mai una, gli astrologi in cassa integrazione, gli uomini-sandwich in crisi d’identità e le donne cannone in cura dimagrante? Che cosa penserebbero, che cosa direbbero, che cosa farebbero sessanta milioni di cittadini e cittadine; come riuscirebbero a dare ancora un senso alla loro grama esistenza, così miseramente mutilata? Se Franco Fiorito è disposto a restituire allo Stato quattrocentomila euro, subito e di tasca sua, a quale misero gruzzoletto si ridurrebbe la somma che il generoso campione di onestà e trasparenza sarebbe disponibile a sganciare, senza più le tette nostrane cui attingere? Diciamo la verità: non è forse cosa più nobile e degna poter vantare un Fiorito che vuol restituire quattrocentomila euro, piuttosto che accontentarsi di rimettere alla Guardia di Finanza il compito di rastrellare qua e là pochi spiccioli caduti, per distrazione, dalle tasche di qualche insignificante pesce piccolo? Certo fa tutto un altro effetto poter dire, gonfiando un poco il petto in atto di legittimo orgoglio, quando si vuol ridurre al silenzio qualche borioso sapientone tedesco o americano: «Ma lo sai che noi siamo il Paese dove i consiglieri regionali offrono alla comunità quattrocentomila dollari al colpo? Altro che quei pitocchi delle vostre Merkel e dei vostri Obama, che si vede lontano un chilometro quanto sono morti di fame!». Eh sì, che soddisfazione. E poi, anche l’occhio vuole la sua parte: non parliamo di consiglieri regionali tipo medio, ma formato extralarge: uno e novanta di altezza per centottanta chili di peso, in arte “Er Sultano” o anche “Er Batman”: con un fisico così, tutto il resto è in proporzione, compreso il gargantuelico appetito di pubblico denaro. Come nel caso della Minetti, del resto: a forza di silicone, le sue curve hanno raggiunto proporzioni spropositate, debordano da ogni lato, zittiscono sul nascere qualunque critica, obiezione o perplessità: e gli interventi chirurgici costano una cifra, non li fanno mica gratis. Ma poi come si fa a non apprezzare il risultato; come si fa a non approvare entusiasticamente, incondizionatamente una maggiorata che sembra uscita da un fumetto hard di Milo Manara, più ancora che da un film porno di Tinto Brass. Le tette, sempre loro: e dunque, gridiamolo forte tutti in coro: viva le tette nazionali, simbolo di perenne vitalità e di giunonica abbondanza! Vengano ad esse tutti coloro che versano nell’indigenza, che non possono permettersi le cene al caviale e i baccanali in costume suino; e troveranno adeguato sostegno e generosa, indimenticabile consolazione! Strano che qualcuno, in vista delle prossime elezioni politiche, non abbia ancora pensato di fondare un nuovo partito, il Partito delle Tette; forse non sono ancora riusciti a mettersi d’accordo sul nome; forse stanno discutendo e litigando se non sarebbe per caso più efficace, più diretto, più da K.O. per sbaragliare qualunque ombra di avversario, un bel “Forza Tette”. Con Batman e Wonder Woman quali numi tutelari: e con due mascotte già pronte e carburate al punto giusto, già collaudate e, soprattutto, dotate del prorompente fisique du rôle. Ah, ma forse il motivo dell’inspiegabile ritardo è un altro ancora: forse si stanno accapigliando se “Forza Tette” sia uno slogan padano o, Dio non voglia, ben più provinciale, cioè “soltanto” italiano. Sondaggisti (e psicanalisti), sbizzarritevi! Grillini, tremate! E voi, rutelliani, casiniani, vendoliani, dipietristi, state all’erta, correte a nascondervi, preparatevi al diluvio: che farete davanti a un Forza Tette che, con le foto della Minetti in passerella, partisse accreditato di un vantaggio percentuale schiacciante, con il suo potere evocativo dirompente, con il suo capitale erotico semplicemente stratosferico, capace di sgominare qualunque concorrenza? L’unico che potrebbe, forse, non già dare ombra ad un simile partito, ma presentarsi con tutte le carte in regola per raccoglierne l’ammiccante invito e la prelibata offerta, sarebbe il buon Matteo Renzi, il giovine e tosto Rottamatore che però le tette, certo, quelle non vorrebbe rottamarle: se non altro perché le tette non piacciono solo agli epicurei del sesso, ma anche ai lattanti affamati; anch’essi non bramano che di potervisi attaccare e succhiare, succhiare, succhiare a più non posso da tutto quel ben di Dio. Devono pur crescere, loro, Po(l)verini! di Francesco Lamendola

29 settembre 2012

Basta con le elezioni, proviamo con il sorteggio

A casa mia, qualche settimana fa, è iniziato, in una serata uggiosa e piovigginosetta, un cineforum sugli zombie. Eravamo in 8 a vedere Zombieland, un film che non fa tanta paura ma fa tanto ridere. Quando ho proposto l’idea, in parecchi avevano inizialmente storto il naso. “Gli zombie, alla fine, che rappresentano?”. E così avevo tirato fuori l’anticonsumismo di Romero, la metafora degli zombie come consumatori affamatissimi – il secondo, ad esempio, è girato in un supermercato – che non vedono nient’altro che la loro preda, il prodotto finale, la ciccia. Poi sti giorni c’ho pensato ancora. E sono arrivato alla conclusione che il significato dei film sugli zombie – di quei pochi film fatti bene e che rimangono sempre attuali – non è che sia uno solo nel corso dei secoli. Cambia a seconda della zona geografica e del periodo storico. Qui in Italia, in questi tempi bui, gli zombie rappresentano sapientemente tutti quei politici che, ogni giorno che Dio concede all’Italia, cercano di incamerare più soldi possibile. Li divorano proprio, senza che la fame accenni mai ad attenuarsi. E così ne cercano sempre altri, di soldi, e in quantità sempre maggiori. La loro voracità è tale da creare stupore e orrore allo stesso tempo. “Ma non si saziano mai?” arriviamo a chiederci sbigottiti davanti alle ruberie quotidiane di cui si ha notizia. Come per gli zombie, anche per la classe politica dev’esser stato un virus, che è iniziato chissà dove e per colpa di chissà chi, e poi s’è diffuso a macchia d’olio. Arrivando, ai nostri giorni, a contaminare quasi tutto e quasi tutti. E gli zombie, proprio come nei film, nonostante la contrarietà generale, nonostante la guerra totale che gli viene scatenata contro, resistono e si moltiplicano. Perché contaminano i loro stessi nemici. Perché non finiranno mai di esistere. Nella letteratura di genere, c’è un autore che ha fatto successo. Si chiama Max Brooks. Ed è riuscito, in World War Z, ad andare oltre il genere e a scrivere letteratura allo stato puro. Prima di pubblicare questo capolavoro, era conosciuto per aver scritto un vero e proprio manuale: “Manuale per sopravvivere agli zombie”. Non usa tanti giri di parole, il figlio di quel genio malefico di Brooks. Nel libro è scritto ovunque che l’unico modo di liberarsi dagli zombie è eliminarli. E’ chiaro che parole del genere, almeno in Italia, fanno venire in mente le Brigate Rosse e gli anni del terrorismo. Ma nel caso della metafora zombie-politica, è chiaro che l’eliminazione è solo virtuale. Basta non eleggere un politico da nessuna parte, nemmeno nel condominio di casa, che ritorna ad essere un cittadino normale. Destituirli, non rieleggerli. E non esiste la storia del doppio mandato. Perché un doppio mandato da una parte e un doppio mandato dall’altra, la frittata comunque viene fatta. Dice: “E vabbè, come fai? Con il voto di scambio, le promesse, i voti comperati, questi l’elezione se la garantiscono comunque a vita”. E’ che fino ad oggi nessuno ha avuto il coraggio di tirarla fuori. Perché a parlare della soluzione finale, sono i politici stessi. E’ come se, nei film sugli zombie, a distribuire fucili e pallottole agli umani fossero loro stessi. Quindi la soluzione non può essere il doppio turno alla francese con la supercazzola, proposto da Flores d’Arcais. Né il maggioritario che desidera Pannella. Non è nemmeno il proporzionale puro che vorrebbero a sinistra e a destra. Non è la lista unica di impiegati Mediaset che sogna Berlusconi. Non è il Soviet che ancora desidera D’Alema. L’unica via d’uscita è il sorteggio integrale aperto a tutti i cittadini maggiorenni. L’unico modo di trasformare l’elettorato passivo in elettorato attivo. Con i mezzi che oggi ci mette a disposizione la tecnologia, non serve nemmeno che vengano eletti i sorteggiatori, come avveniva in Grecia ai tempi di Pericle. Un computer ogni anno tira fuori 900 nominativi per il Parlamento, 20 per il Governo e per tutte le altre cariche che esistono in Italia. Unici requisiti: avere più di 18 anni e non stare in galera. Statisticamente, rispetto al presente, è possibile che non vi siano così tanti zombie come oggi. Ed è praticamente impossibile che uno zombie – qualcuno che si mette a mangiare durante l’incarico, rubacchiando a destra e manca, c’è sempre – venga sorteggiato una seconda volta. Con il sorteggio integrale poi ci sarebbero molte più donne al governo. Ci sarebbero molti più giovani. Non si farebbe distinzione tra cattolici e musulmani, tra ricchi e poveri. Non avrebbe più senso fare promesse o pagare i voti o scambiarsi le preferenze. Non avrebbe nemmeno più senso corrompere qualcuno. Non esisterebbero più i partiti, non avrebbero più senso le primarie. Non dovremmo ascoltare, almeno due-tre volte a settimana, i soliti politici pavoneggiarsi nei confronti televisivi che ormai assomigliano sempre più a fiction di terz’ordine. Non dovremmo più andare a convegni, conferenze, congressi, cooptati dal politico di turno che t’ha fatto mezzo favore e che adesso pensa di essersi comprato la tua anima. Cancelleremo tutto, con un colpo di spugna. E avremmo sconfitto, per sempre, gli zombie. di Graziano Lanzidei

03 ottobre 2012

Discorso integrale di Ahmadinejad all'ONU

E’ l’ottavo discorso di Mahmoud Ahmadinejad all’Onu, il più bello, il più emozionante, il più completo. Il presidente dell’Iran non tralascia un solo problema del mondo senza averne parlato; parla di tutto quello che non va, in tutto il mondo ed in questo senso il suo discorso è realmente qualcosa di unico. Ecco la traduzione della versione integrale del suo discorso, un’esclusiva di Radio Italia IRIB. “Io vengo dall’Iran, dalla terra della bellezza e dell’imponenza, dalla terra della scienza e della cultura, la terra della saggezza e delle virtù, dalla culla della filosofia e dello gnosticismo, dalla patria del sole e della luce, la terra degli scienziati, dei saggi, dei filosofi, degli gnostici, dei letterati, la terra di Avicenna, Ferdowsi, Rumi, Hafez, Attar, Khayyam e Shahriar; sono quì in veste di rappresentante di un popolo grande e dignitoso, tra i fondatori della cultura umana e tra gli eredi di essa; sono il rappresentante di gente saggia, innamorata della libertà e della pace, affettuosa, che ha assaggiato il sapore amaro delle guerre e delle aggressioni e che ama la pace e la serenità. Il messaggio dell’Iran Oggi sono quì con voi fratelli e sorelle provenienti da tutto il mondo per parlare per l’ottava volta in otto anni di servizio al popolo del mio paese, e dimostrare al mondo intero che il dignitoso popolo dell’Iran, proprio come il suo passato splendente, ha ancora oggi un pensiero rivolto a tutto il mondo e non rinuncerà a qualsiasi sforzo per lo sviluppo ed il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilità nel mondo; e l’Iran sa che questo non sarà possibile se non con la cooperazione e l’aiuto degli altri. Sono quì per riferire a voi rispettabili presenti il messaggio divino degli uomini e delle donne del mio paese. Un messaggio che il maestro dell’orazione della terra d’Iran, Saadi di Shiraz, ha reso immortale in questi due versi: I figli di Adamo sono uno parte dell’altro, dato che sono creati da un unico gioiello quando la vita reca male ad una di queste parti, le altre parti perdono la propria quiete. Nei sette anni precedenti ho parlato delle sfide e delle soluzioni e dell’orizzonte dinanzi al mondo ed oggi voglio osservare questo argomento da un’altra angolatura. Passano migliaia di anni dalla diffusione sulla terra dei figli di Adamo, figli che con colori, gusti, lingue e tradizioni differenti hanno tutti sognato la costruzione di una società piena di amore, per raggiungere una vita più bella e stabilire il benessere, la pace e la sicurezza. Come sarebbe il mondo se… Nonostante lo zelo incessante dei buoni e dei grandi riformatori e degli amanti della giustizia e nonostante i tanti sacrifici delle masse popolari per raggiungere la felicità e la vittoria, tranne delle piccole eccezioni, la storia dell’umanità è stata piena di sconfitte e fatti amari. Immaginatevi cosa sarebbe successo se gli egoismi, le mancanze di fiducia, le dittature, non ci fossero state e se nessuno avesse usurpato i diritti altrui? Se invece della ricchezza e del consumo, il rispetto ad una persona dipendesse dalle sue virtù? Se l’uomo non avesse attraversato il periodo nero del medioevo, se i potenti non avessero impedito il progresso in quel periodo? Se non ci fossero state le crociate, ed il periodo dello schiavismo, ed il colonialismo? Se non ci fossero stati i due conflitti mondiali e le guerre in Corea e Vietnam e non ci fossero state le guerre che ci sono state in Africa, America Latina e nei Balcani? Se invece dell’occupazione della Palestina e l’imposizione di un falso regime ad essa e la costrinzione di migliaia di persone a lasciare le proprie case si fosse fatto dell’altro? Se non ci fosse stata la guerra di Saddam contro l’Iran ed i potenti di quel tempo invece del sostegno a Saddam avessero sostenuto i diritti del popolo iraniano? Se non si fosse verificato l’amaro fatto dell’11 Settembre e se non ci fossero state le aggressioni contro Iraq ed Afghanistan e se invece di gettare a mare il corpo di un imputato ucciso senza processo si avesse deciso di processarlo in modo che la verità venisse a galla? Se non si fosse usato il terrorismo e l’estremismo per portare avanti politiche espansioniste? Se le armi si fossero trasformate in penne per scrivere e se i budget militari fossero stati usati per il benessere e l’amicizia tra i popoli? Se non si scatenasse in continuazione il tam tam delle divergenze etniche, religiose e razziali e se queste divergenze non venissero usate per raggiungere scopi politici ed economici? Se invece del finto sostegno alla libertà di espressione quando si tratta di offendere le sacralità umane ed i messaggeri divini - che sono gli uomini più puri ed affettuosi e sono i più grandi doni di Dio all’umanità - si permettesse la critica alle politiche di dominio ed alle azioni del sionismo internazionale? Se le agenzie di stampa mondiali potessero diffondere liberamente le verità? Se il Consiglio di Sicurezza non fosse sotto il dominio di pochi paesi e se l’Onu fosse in grado di agire in maniera veramente indipendente? Se gli istituti economici mondiali non fossero sotto pressione e riuscissero ad esprimersi veramente sulla base delle indicazioni dei propri esperti? Se i capitalisti mondiali non sacrificassero l’economia dei paesi deboli per i propri interessi? Se questa gente non sacrificasse la gente per rimediare ai propri errori? Se a dominare le relazioni internazionali fosse stata la sincerità e tutti i popoli e governi avessero potuto partecipare alla gestione del mondo in maniera giusta e con eguaglianza? E se non ci fossero decine di altre situazioni inconvenienti per l’umanità, immaginatevi che bella vita avremmo oggi e che bella storia avrebbe l’essere umano. Ma ora bisogna dare pure uno sguardo alla situazione odierna del mondo. La situazione del mondo di oggi a) Situazione economica La povertà ed il divario tra ricchi e poveri aumentano. Il debito estero dei 18 paesi maggiormente industrializzati del mondo ha oltrepassato i 60 mila miliardi di dollari e pensare che solo la retribuzione della metà di questo debito agli altri popoli risolverebbe per sempre il problema della povertà nel mondo. L’economia basata sul consumismo ha portato solo alla schiavitù dei popoli a favore di un gruppo limitato. La creazione di asset di carta, facendo leva sulla potenza e sul dominio sui centri economici mondiali, è la più grande frode della storia ed uno degli elementi che ha originato la crisi economica mondiale. Un rapporto dimostra che un solo governo ha creato 32 mila miliardi di dollari di averi ‘di carta’. La programmazione dello sviluppo sulla base del capitalismo, conduce in un vicolo cieco, e crea competizione distruttiva che in pratica ha dimostrato di essere fallimentare. b) Situazione culturale Le virtù morali come la lealtà, la purezza, la sincerità, l’affetto, l’altruismo dal punto di vista dei politici che dominano i centri di potere del mondo, sono tutti concetti superati ed un ostacolo al raggiungimento dei loro obbiettivi. Si dice ufficialmente che la politica e la società non c’entra con la moralità e l’etica. Le culture originali e preziose che sono l’esito di secoli di sforzi e sono il punto d’incontro dell’amicizia degli uomini e dei popoli e sono motivo di varietà e di ricchezza culturale e sociale sono minacciate ed in via di estinzione. Con l’umiliazione e la distruzione sistematica delle identità culturali si propina alla gente un tipo di vita senza identità personale e sociale. La famiglia, che è il più prezioso centro per l’educazione degli uomini ed è il nucleo della creazione e della diffusione dell’amore e dell’umanità è stata indebolita a dismisura ed il suo ruolo costruttivo sta per essere distrutto. La personalità ed il ruolo centrale della donna, che è un essere celestiale ed il simbolo della bellezza e dell’affetto di Dio e la colonna della stabilità della società, è stata strumentalizzata e danneggiata da ricchi e potenti. Lo spirito umano è triste e la vera essenza dell’uomo è stata annichilita ed umiliata. c) Situazione di politica e sicurezza L’unilateralismo ed i doppi standard, l’imposizione delle guerre e della mancanza di sicurezza e dell’occupazione per soddisfare interessi economici o esigenze di dominio, è divenuta pratica abituale. La corsa alle armi e la minaccia con le armi atomiche e le armi di distruzione di massa attraverso le grandi potenze è diventato una pratica abituale. La sperimentazione di armi sempre più devastanti, super moderne e il minacciare gli altri dicendo che si possiedono queste armi e la promessa dell’uso di queste al momento opportuno, ha dato vita ad una nuova forma di espressione al livello politico che serve a terrorizzare i popoli e sottometterli. Minacciare di una aggressione militare ai danni del grande popolo dell’Iran, ad opera dei sionisti senza cultura, è un esempio palese di quest’amara verità. La mancanza di fiducia domina le relazioni internazionali e non vi è un punto di riferimento realmente giusto ed equo a cui poter fare riferimento per risolvere le contese. Persino coloro che hanno migliaia di bombe atomiche e tutta una gamma di armi spaventose, non si sentono al sicuro. d) Situazione ambientale L’ambiente è la ricchezza comune di tutti noi ed appartiene a tutta l’umanità ed è la garanzia per il proseguimento della vita umana; ma per via delle ambizioni e delle scorrerie di un gruppo di sprovveduti e irresponsabili, per lo più capitalisti, sta subendo i peggiori danni e come esito, la siccità, le inondazioni, i sismi ed i diversi tipi di inquinamento, stanno mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza umana. Lo scontento è generale Amici! Come osservate nonostante il progresso raggiunto, i figli di Adamo non hanno ancora realizzato i loro sogni. C’è qualcuno tra di voi che pensi che l’attuale ordine mondiale possa regalare la felicità alla società umana? Tutti sono insoddisfatti delle condizioni attuali e del sistema dominante a livello internazionale e per di più non hanno nemmeno tante speranze nel futuro. Di chi è la colpa? Cari colleghi! Gli uomini non si meritano una situazione del genere e Dio, il Buono, il Saggio, ama tutti gli uomini e non ha certo voluto per noi una condizione simile. Egli ha chiesto all’uomo, che è il migliore delle sue creature, di vivere sulla terra nel migliore dei modi e con bellezza, giustizia, amore e dignità. Ed allora pensiamoci. Sinceramente, chi è responsabile della situazione attuale? Alcuni cercano di definire ‘naturale’ questa situazione ed addirittura definirla volere di Dio e per giunta puntano il dito contro la gente, contro i popoli e presentano loro come i responsabili. Dicono: “Sono i popoli che accettano l’ineguaglianza e l’ingiustizia. Sono i popoli che sono disposti a farsi sottomettere dalle dittature e dall’avidità di alcuni. Sono i popoli che si arrendono al volere ‘imperiale’ e di dominio di alcuni. Sono i popoli che si fanno ingannare dalla propaganda di gruppi di potere e quindi alla fine, ciò che capita di male alla comunità internazionale è l’esito dell’operato dei popoli”. Questo è il ragionamento di coloro che addossano la colpa ai popoli per giustificare le azioni odiose e distruttive di una cricca che domina il mondo. Anche se queste pretese fossero state verità, non avrebbero giustificato lo stesso la permanenza di un sistema ingiusto al livello internazionale. Ecco come sono fatti veramente i popoli Tutti si ricordino che la verità è che la povertà e la debolezza viene imposta ai popoli e che le ambizioni e la brama di ricchezza dei dominatori del mondo vengono esauditi a scapito dei popoli, con l’inganno ed alle volte con la forza delle armi. Loro per giustificare le loro azioni anti-umane usano la teoria della sopravvivenza del più forte e parlano della ‘razza superiore’. Ciò mentre la maggior parte delle persone in tutto il mondo aspira alla giustizia ed è sempre pronta ad accettare la giustizia ed insegue assolutamente la dignità, il benessere, l’amore. Le masse popolari non hanno mai desiderato fare conquiste ed ottenere con la guerra ricchezze mitiche. I popoli non hanno divergenze, non hanno avuto nessuna colpa nei fatti amari della storia, sono stati solo ‘le vittime’. Io non credo che le masse musulmane, cristiane, ebraiche, induiste, buddiste ed ecc… abbiano dei problemi fra di loro. Loro si amano facilmente, vivono in una atmosfera di amicizia, e vogliono tutti purezza giustizia ed affetto. In generale le richieste dei popoli sono sempre state positive e l’aspetto comune tra di loro, è la loro propensione per istinto verso la bellezza e le virtù divine ed i valori umani. È giusto dire quindi che la responsabilità dei fatti amari della storia e delle condizioni inconvenienti di oggi, è della gestione del mondo e dei potenti del mondo che hanno venduto l’anima a Satana. L’ordine mondiale di oggi è un ordine che ha le sue radici nel pensiero anti-umano dello schiavismo, nel colonialismo vecchio e nuovo, ed è responsabile della povertà, della corruzione, dell’ignoranza, dell’ingiustizia e della discriminazione diffusa in tutte le parti del mondo. L’ordine mondiale attuale La gestione attuale del mondo ha delle caratteristiche ed io ne voglio citare qualcuna. Primo: è basata sul pensiero materiale e per questo non sente il dovere di rispettare i principi morali. Secondo: è basato sull'egoismo, l'inganno e l'odio. Terzo: effettua una classificazione degli uomini, umilia certi popoli, usurpa i diritti di altri ed è basata sul dominio. Quarto: è alla ricerca della diffusione del dominio attraverso l'intensificazione delle divisioni e delle divergenze tra i popoli e le nazioni. Quinto: cerca di concentrare nelle mani di pochi paesi il potere, la ricchezza, la scienza e la tecnologia umana. Sesto: l'organizzazione politica dei centri principali del potere mondiale, è basata sul dominio e sulla forza che un paese ha e che è superiore a quella di altri paesi. Gli enti internazionali pertanto sono centri per acquisire potere, ma non per creare pace e servire tutti i popoli. Settimo: il sistema che domina il mondo è discriminatorio e basato sull'ingiustizia. Cenno alle elezioni negli Stati Uniti ed al movimento del 99% - E voi, credete che solo per servire l'umanità, un gruppo sia disposto a spendere centinaia di milioni di dollari per la campagna elettorale? - Anche se ci sono grandi partiti nei paesi maggiormente industrializzati, in questi paesi spendere nella campagna di un candidato è diventata un investimento. - In questi paesi la gente è costretta a scegliere i partiti; ma ciò mentre una parte minimale della gente ha il tesserino dei partiti ed è membro di essi. - La volontà della gente, negli Stati Uniti ed in Europa, ha una minima influenza sulle politiche interne ed estere e la gente non sa dove sbattere la testa; anche se la gente forma il 99% della sua società, non può partecipare alla gestione del paese. - I valori umani e morali vengono sacrificati sull'altare delle elezioni e si fanno solo promesse alla gente per strappare il voto. Come deve essere il nuovo ordine mondiale? Amici e colleghi cari! Cosa bisogna fare? Qual'è la soluzione? Non c'è dubbio che il mondo ha bisogno di nuovo pensiero e nuovo ordine. Un ordine in cui: 1- L'uomo venga riconsiderato la più eccelsa creatura divina e ad esso venga riconosciuto il diritto di avere una vita caratterizzata da aspetti sia materiali che morali e venga riconosciuto il valore elevato della sua anima e venga riconosciuta legittima la sua propensione istintiva alla giustizia ed alla verità. 2- Invece dell'umiliazione e della classificazione degli uomini e delle nazioni, si pensi alla rinascita della dignità e del carattere sacro dell'uomo. 3- Si cerchi di creare, in tutto il mondo, pace, sicurezza stabile e benessere. 4- La nuova struttura venga costruita sulla base della fiducia e dell'amore tra gli uomini, si cerchi di avvicinare i cuori, le menti, le mani ed i governanti imparino ad amare la gente. 5- Venga applicato un unico standard nelle leggi e tutti i popoli vengano presi in considerazione alla pari. 6- Coloro che gestiscono il mondo si sentano al servizio della gente e non superiori alla gente. 7- La gestione venga considerato un incarico sacro affidato dalla gente alle persone e non una opportunità per arricchirsi. Come si realizza il nuovo ordine? Signor Segretario, Signore e Signori! - Un ordine del genere può realizzarsi senza la cooperazione di tutti alla gestione del mondo? - È chiaro che queste speranze avranno una probabilità per avverarsi solo quando tutte le nazioni inizieranno a pensare in dimensione internazionale e saranno seriamente decise a partecipare all'amministrazione del mondo. - Con l'aumento del livello di consapevolezza, ci sarà sempre una maggiore richiesta per una nuova gestione del mondo. - Questa è l'era dei popoli e la loro volontà sarà determinante per il domani del mondo. Pertanto è degno un impegno collettivo in queste direzioni: 1) Fare affidamento al Signore ed opporsi con tutta la forza alle ambizioni ed a coloro che vogliono più di quanto spetta loro per isolarli ed indurli a rinunciare al vizio di voler decidere al posto dei popoli. 2) Credere nell'aiuto divino e cercare di compattare ed avvicinare le comunità umane. I popoli ed i governi eletti dai popoli devono credere fermamente nelle proprie capacità e devono avere la forza per lottare contro il sistema ingiusto vigente e difendere i diritti umani. 3) Insistere nell'applicazione della giustizia in tutte le relazioni e rafforzare l'unità e l'amicizia, ampliare le relazioni culturali, sociali, economiche e politiche nell'ambito delle ong e delle organizzazione specializzate, in modo da preparare il terreno fertile per l'amministrazione collettiva del mondo. 4) Riformare la struttura dell'Onu sulla base degli interessi di tutti ed il bene del mondo intero. Bisogna ricordare che l'Onu appartiene a tutti i popoli e per questo discriminare i membri è una grande offesa alle nazioni. L'esistenza di differenze, vantaggi, diritti e privilegi non può essere accettabile, in nessuna forma ed in nessuna misura. 5) Cercare di produrre leggi e strutture basate sempre più sulla letteratura dell'amore, della giustizia e della libertà. L'amministrazione collettiva del mondo è una garanzia per la pace stabile. Il Movimento dei Non Allineati, il più grande ente internazionale dopo l'Assemblea Generale dell'Onu, comprendendo l'importanza di questo argomento e con una profonda comprensione del ruolo svolto dalla cattiva gestione del mondo nei problemi di oggi, ha dedicato il suo 16esimo summit, a Teheran, alla "amministrazione collettiva mondiale". In questo summit alla quale hanno partecipato attivamente i rispettabili rappresentanti di oltre 120 paesi, è stata ribadita l'importanza della partecipazione seria dei popoli nell'amministrazione mondiale. Siamo giunti al punto di svolta della storia - Fortunatamente siamo ormai giunti al punto di svolta della storia. Da una parte il sistema marxista non ha più posto nel mondo e di fatto è stato cancellato dalla scienza amministrativa e dall'altra parte anche il sistema capitalista è impantanato in una palude che ha creato con le sue stesse mani e non ha nemmeno una via d'uscita; non ha soluzioni per i problemi economici, politici, di sicurezza e culturali del mondo e pertanto è in un vicolo cieco sotto il profilo amministrativo. Il Nam ha l'onore di dichiarare ancora una volta che la sua storica decisione, e cioè quella di negare i poli del potere e le loro dottrine, è stata esatta. - Oggi, il qui presente, come rappresentante del Movimento dei Non Allineati, invita tutte le nazioni del mondo a svolgere un ruolo più attivo nella gestione del mondo e ad impegnarsi affinché ciò si possa avverare. La necessità di superare gli ostacoli che si presentano dinanzi a questa prospettiva si sente più che mai. - L'Onu, oggi, ha perso la sua efficienza e di questo andamento, presto nessuno crederà più negli enti internazionali per difendere i diritti dei popoli. Questo sarebbe un danno gravissimo per il nostro mondo. - Le Nazioni Unite sono state fondate con l'obbiettivo di creare giustizia e tutelare i diritti di tutti. Ma questa stessa organizzazione oggi è affetta da discriminazione ed è diventata uno strumento, per pochi paesi, per imporre la loro ingiustizia a tutto il mondo. Il diritto di veto e la concentrazione del potere nel Consiglio di Sicurezza, impedisce di fatto che i diritti dei popoli vengano difesi realmente. - La necessità di riformare la struttura è un argomento importante di cui hanno parlato moltissimo i rappresentanti di diversi paesi, ma finora nessuna modifica è stata apportata. - Quì pertanto, chiedo ai membri dell'Assemblea Generale ed al Segretario ed ai suoi colleghi di seguire con serietà l'argomento delle riforme e ideare una prassi adeguata per l'attuazione di queste. In quest'ambito, il movimento dei Non Allineati sarà disposto a dare il proprio aiuto e supporto. …Lui verrà Signor Segretario, amici e colleghi cari! - Far dominare la pace e la stabilità sulla terra e creare una vita felice per gli esseri umani, è una missione grande e storica, ma possibile. Dio, il Benevole, non ci ha lasciati soli in questa missione ed ha affermato che quel giorno, in cui l'uomo raggiungerà la perfezione, arriverà di sicuro, perché se non arrivasse ciò sarebbe in contrasto con la Saggezza divina. - Dio ha promesso l'arrivo in terra di un uomo fatto di amore, che ama la gente, che porterà la giustizia, e che si chiamerà Mahdi (che Dio affretti la sua venuta/ndr) e che verrà accompagnato da Gesù (la pace sia con lui) e da altri grandi riformatori che usando le capacità degli uomini e delle donne di questa terra e di tutti i popoli: ripeto usando le capacità degli uomini e delle donne di tutti i popoli, guiderà la società umana nel raggiungimento della felicità. - L'arrivo del Salvatore sarà una nuova nascita, una nuova vita. Sarà l'inizio della vera vita e della pace e della sicurezza duratura. - Il suo arrivo sarà la fine dell'ingiustizia, del male, della povertà, della discriminazione e l'inizio del bene, della giustizia, dell'amore, della fratellanza. - Lui verrà per dare inizio al periodo di vero progresso e di gioia dell'uomo. - Lui verrà per cancellare gli ostacoli dell'ignoranza e delle superstizioni e per aprire le porte della scienza e della conoscenza, creando un mondo pieno di sapere, nella quale tutti partecipano alla gestione del mondo. - Lui verrà per regalare a tutti gli uomini l'affetto, la speranza, la dignità. - Lui verrà affinché tutti gli uomini assaggino il sapore dolce dell'essere umani e del vivere insieme agli altri. - Lui verrà perché le mani si stringano col calore ed i cuori siano pieni di amore e le menti piene di pensieri puri, tutto al servizio della sicurezza, del benessere e della felicità umana. - Lui verrà affinché tutti i figli neri, bianchi, rossi e gialli di Adamo tornino a vivere insieme in una casa dopo un lungo e buio periodo di lontananza. - L'arrivo del Salvatore, di Gesù e dei loro compagni non sarà accompagnato dalla guerra, ma si realizzerà attraverso la presa di coscienza dei popoli, con la diffusione dell'amore, e loro determineranno il futuro eternamente felice dell'umanità con il sole della scienza e della libertà e ciò risveglierà dall'inverno il corpo gelato del nostro mondo. Lui regalerà la Primavera all'umanità. Lui è la Primavera stessa e con il suo arrivo l'inverno dell'esistenza umana, incatenato dall'ignoranza, la povertà e la guerra, rinascerà facendo fiorire l'imponenza dell'uomo. - Sin da ora si può sentire nell'aria il buon profumo della Primavera. Un Primavera che è iniziata e non appartiene a nessuna razza, popolo o zona particolare e che presto investirà tutte le terre, l'Asia, l'Europa, l'Africa e le Americhe. - Lui è la Primavera di tutti coloro che vogliono la giustizia, la libertà e che credono nei profeti del Signore. Lui è la Primavera dell'uomo e lo sfarzo di tutti i tempi. Venite tutti ad aiutare e ad agevolare la sua venuta. Che sia lodata la Primavera, che sia lodata la Primavera ed ancora, che sia lodata la Primavera!

30 settembre 2012

La Repubblica delle tette

Infinite sono le vie della Provvidenza, diceva la saggezza dei nostri avi; e insospettabili quelle dell’Astuzia della Ragione, aggiungeva Hegel, strizzando l’occhio alla maniera furba di chi ha capito tutto, in mezzo a un branco di poveri mortali che han capito poco o niente. Chi lo avrebbe detto che il classico e nobile strumento logico del sillogismo aristotelico sarebbe stato brillantemente sfoderato da una ex soubrette passata alla politica e ormai nota in tutto il mondo non solo per essersi recata alla questura di Milano a prendere in consegna l’ineffabile ancorché vispa minorenne Ruby Rubacuori - salvo scaricarla, subito dopo, presso il domicilio di una ragazza di facili costumi -, ma soprattutto per aver definito il suo mentore e Pigmalione, il suo danaroso patron di Arcore, nel corso d’una garbata conversazione telefonica tra amiche che, poi, milioni di persone hanno potuto ascoltare in registrazione, «culo flaccido». Eppure è stato proprio così: anzi l’impareggiabile filosofa ha snocciolato non un banale sillogismo semplice, ma addirittura triplo, e con un rigore talmente impeccabile, che avrebbe lasciato stupito e ammirato lo stesso Stagirita, se questi avesse potuto ascoltarlo. «Le persone, d’estate, vanno al mare e si mettono in costume da bagno; anche i politici sono persone e, dunque, d’estate vanno al mare e si mettono in costume da bagno. Non vedo allora perché io, che sono una politica, non avrei dovuto sfilare in passerella per reclamizzare dei costumi da bagno che poi le persone indosseranno. In questo modo, ho dato anche un contributo all’economia nazionale in un momento difficile: perché ho fatto la mia parte per incentivare la vendita dei costumi da bagno, dunque per far girare la ruota del commercio, pur in questi tempi di crisi». Straordinario, vero? Aristotele sarebbe stato fiero e, crediamo, quasi basito davanti a tale rigore deduttivo, coniugato a sì smagliante spigliatezza; per non parlare di quel che avrebbe pensato il grande maestro di Alessandro Magno, tenace cultore della bellezza come lo era Platone e come tutti i Greci, ammirando le forme ben tornite e abbondantemente scoperte della sua discepola odierna, insomma la sua scultorea, provocante, radiosa nudità, resa ancor più seducente da un sorriso infinitamente soffuso d’innocenza. Forse, come i vecchi compagni di Priamo sulle mura di Troia, anche il “maestro di color che sanno” avrebbe trattenuto il fiato e riconosciuto che, per il possesso di una donna così bella, era comprensibile che due nazioni potessero arrivare fino al punto di combattersi in una guerra all’ultimo sangue. Come resistere, poi, al fascino della dialettica, se unito a una procace avvenenza fisica e a una notevole nonchalance davanti alle perplessità e alle critiche del popolino che, in tempi di crisi, non fa le vacanze sulla Costa Smeralda, a sfoggiare costosissimi bikini firmati, ma si arrampica perigliosamente sulle ciminiere delle fabbriche o si seppellisce nelle gallerie delle miniere, nella disperata difesa dei posti di lavoro che si squagliano come nebbia al sole? È accaduto e ne siamo stati tutti testimoni. L’ultima, grande notizia di cronaca dell’Italia repubblicana è che Nicole Minetti, non che dimettersi dal suo posto di consigliere regionale della regione Lombardia, ha pensato bene di sfilare in passerella indossando gli ultimi bikini della Parah e facendo arrapare il pubblico con la generosa esposizione tanto del suo notevole lato A, quanto del non meno apprezzabile lato B, facendo dondolare i suoi seni bombastici che sfuggono dal costume, essendo stati rifatti e gonfiati quanto le labbra e altre parti anatomiche, tanto che l’effetto complessivo è, rispetto a chi avesse visto la disinvolta ragazza solo qualche tempo addietro, quello di una mutante. La penultima notizia è che l’amministratore delegato della F.I.A.T., Sergio Marchionne, dopo aver tirato il sasso, ha nascosto la mano per l’ennesima volta, al ritornello ormai monotono: «Me ne vado, non me ne vado»; e alla fine ha lasciato capire al governo italo-borbonico che sarebbe anche disposto a rimanere nella patria irriconoscente, se potesse ottenere, quando non massicci finanziamenti, come ai bei tempi andati (c’è la crisi, dopotutto, che diamine!), almeno ulteriori sgravi fiscali e facilitazioni di vario genere, più o meno come fa il governo di quel Brasile dove, alla faccia di tutto, il mercato delle auto è tutt’altro che in calo e la F.I.A.T., nella fattispecie, le sue Panda e le sue 500 le vende ancora, eccome, crisi o non crisi. Le due notizie, mescolate agli scandali del Lazio, alle cene alle ostriche di Fiorito e alle dimissioni di Polverini (che si sente un’eroina per aver avuto un tale coraggio e sfida tutti i maramaldi governatori di sinistra a fare altrettanto), hanno un evidente elemento in comune: le tette, quelle vere (pardon, ci era sfuggito dalla penna: quasi vere, anzi rifatte al silicone) e quelle simboliche. Le tette della Minetti proclamano abbondanza, gioia di vivere, solarità e felliniana sregolatezza; quelle da cui Marchionne vorrebbe succhiare, le tette dello Stato, sono garanzia di sovvenzioni, di agevolazioni, di protezionismo, di profitti senza rischio. Sono le due facce - scusate il gioco di parole, davvero involontario - della stessa medaglia: viviamo nella benedetta Repubblica delle tette; delle tette di cui tutti sono cultori e adoratori, di cui tutti sono fanatici e insaziabili, di cui tutti vorrebbero razioni sempre maggiori, dosi sempre più industriali: chi le protende e chi se ne abbevera: basti dire che i signori della regione Lazio spendevano 30.000 euro per una vacanza al mare e che la signorina Minetti guadagna quanto il segretario generale delle Nazioni Unite. L’Italia come un grande poppatoio e legioni di amministratori, di politici, di industriali, di banchieri, di soubrette, di prestigiatori, di illusionisti, di mangiatori di fuoco e di spade, di giocolieri, di prostituti e prostitute di lusso (ecco infine le pari opportunità realizzate!): tutti insieme appassionatamente a poppare, poppare, poppare dalle italiche tette repubblicane, beninteso debitamente democratiche e antifasciste. Evviva le rassicuranti, le benefiche, le materne, intramontabili, eterne tette nazional-popolari, che fanno da apprezzatissimo paracadute agli imprenditori spaventati dalla loro stessa audacia, ai membri delle giunte regionali organizzatori e fruitori di feste in costume da maiale, ai parlamentari inquisiti e indebitati, ai direttori di giornali fasulli che stampano migliaia di copie e poi le regalano, sapendo che non le venderanno mai, pur d’intascare il finanziamento pubblico: insomma a tutti i furbetti dell’italica stirpe, a tutti i cialtroni e a tutti i marioli di craxiana memoria. Che cosa mai sarebbe la seconda Repubblica, senza le tette? Sarebbe come un cielo senza stelle, come un mare senza acqua o come un Bacio Perugina senza il bigliettino dalla saggezza kitsch. Come farebbe a sopravvivere Nicole Minetti; che ne sarebbe del suo futuro quando il Cavaliere dal Culo Flaccido non avesse più bisogno dei suoi ineffabili di servigi d’igienista dentale e, forse, anche d’altro genere? Come farebbe Sergio Marchionne a mantenere in Italia gli stabilimenti della F.I.A.T., pur animato da tutto l’amor di Patria di questo mondo, davanti a un popolo ingrato che non vuol più comparare le sue belle e convenientissime automobili ? Come farebbe il popolo del Bunga-Bunga, senza più “panem et circenses”? Come farebbero i falsi ciechi, i falsi paralitici, i falsi minorati e i falsi depressi, costretti a ripiegare sulle fragili e precarie risorse dei loro talenti individuali? E come farebbero i giornalisti di gossip e di cronaca politica, senza più i fatti e fattacci da Basso Impero da raccontare, per la delizia di lettori e spettatori? Come farebbero i conduttori dei salotti televisivi, gli opinionisti incipriati, i tuttologi con la camicia firmata e le opinioniste dalla coscia lunga e dallo sguardo assassino? Come farebbero i meteorologi che non ne azzeccano mai una, gli astrologi in cassa integrazione, gli uomini-sandwich in crisi d’identità e le donne cannone in cura dimagrante? Che cosa penserebbero, che cosa direbbero, che cosa farebbero sessanta milioni di cittadini e cittadine; come riuscirebbero a dare ancora un senso alla loro grama esistenza, così miseramente mutilata? Se Franco Fiorito è disposto a restituire allo Stato quattrocentomila euro, subito e di tasca sua, a quale misero gruzzoletto si ridurrebbe la somma che il generoso campione di onestà e trasparenza sarebbe disponibile a sganciare, senza più le tette nostrane cui attingere? Diciamo la verità: non è forse cosa più nobile e degna poter vantare un Fiorito che vuol restituire quattrocentomila euro, piuttosto che accontentarsi di rimettere alla Guardia di Finanza il compito di rastrellare qua e là pochi spiccioli caduti, per distrazione, dalle tasche di qualche insignificante pesce piccolo? Certo fa tutto un altro effetto poter dire, gonfiando un poco il petto in atto di legittimo orgoglio, quando si vuol ridurre al silenzio qualche borioso sapientone tedesco o americano: «Ma lo sai che noi siamo il Paese dove i consiglieri regionali offrono alla comunità quattrocentomila dollari al colpo? Altro che quei pitocchi delle vostre Merkel e dei vostri Obama, che si vede lontano un chilometro quanto sono morti di fame!». Eh sì, che soddisfazione. E poi, anche l’occhio vuole la sua parte: non parliamo di consiglieri regionali tipo medio, ma formato extralarge: uno e novanta di altezza per centottanta chili di peso, in arte “Er Sultano” o anche “Er Batman”: con un fisico così, tutto il resto è in proporzione, compreso il gargantuelico appetito di pubblico denaro. Come nel caso della Minetti, del resto: a forza di silicone, le sue curve hanno raggiunto proporzioni spropositate, debordano da ogni lato, zittiscono sul nascere qualunque critica, obiezione o perplessità: e gli interventi chirurgici costano una cifra, non li fanno mica gratis. Ma poi come si fa a non apprezzare il risultato; come si fa a non approvare entusiasticamente, incondizionatamente una maggiorata che sembra uscita da un fumetto hard di Milo Manara, più ancora che da un film porno di Tinto Brass. Le tette, sempre loro: e dunque, gridiamolo forte tutti in coro: viva le tette nazionali, simbolo di perenne vitalità e di giunonica abbondanza! Vengano ad esse tutti coloro che versano nell’indigenza, che non possono permettersi le cene al caviale e i baccanali in costume suino; e troveranno adeguato sostegno e generosa, indimenticabile consolazione! Strano che qualcuno, in vista delle prossime elezioni politiche, non abbia ancora pensato di fondare un nuovo partito, il Partito delle Tette; forse non sono ancora riusciti a mettersi d’accordo sul nome; forse stanno discutendo e litigando se non sarebbe per caso più efficace, più diretto, più da K.O. per sbaragliare qualunque ombra di avversario, un bel “Forza Tette”. Con Batman e Wonder Woman quali numi tutelari: e con due mascotte già pronte e carburate al punto giusto, già collaudate e, soprattutto, dotate del prorompente fisique du rôle. Ah, ma forse il motivo dell’inspiegabile ritardo è un altro ancora: forse si stanno accapigliando se “Forza Tette” sia uno slogan padano o, Dio non voglia, ben più provinciale, cioè “soltanto” italiano. Sondaggisti (e psicanalisti), sbizzarritevi! Grillini, tremate! E voi, rutelliani, casiniani, vendoliani, dipietristi, state all’erta, correte a nascondervi, preparatevi al diluvio: che farete davanti a un Forza Tette che, con le foto della Minetti in passerella, partisse accreditato di un vantaggio percentuale schiacciante, con il suo potere evocativo dirompente, con il suo capitale erotico semplicemente stratosferico, capace di sgominare qualunque concorrenza? L’unico che potrebbe, forse, non già dare ombra ad un simile partito, ma presentarsi con tutte le carte in regola per raccoglierne l’ammiccante invito e la prelibata offerta, sarebbe il buon Matteo Renzi, il giovine e tosto Rottamatore che però le tette, certo, quelle non vorrebbe rottamarle: se non altro perché le tette non piacciono solo agli epicurei del sesso, ma anche ai lattanti affamati; anch’essi non bramano che di potervisi attaccare e succhiare, succhiare, succhiare a più non posso da tutto quel ben di Dio. Devono pur crescere, loro, Po(l)verini! di Francesco Lamendola

29 settembre 2012

Basta con le elezioni, proviamo con il sorteggio

A casa mia, qualche settimana fa, è iniziato, in una serata uggiosa e piovigginosetta, un cineforum sugli zombie. Eravamo in 8 a vedere Zombieland, un film che non fa tanta paura ma fa tanto ridere. Quando ho proposto l’idea, in parecchi avevano inizialmente storto il naso. “Gli zombie, alla fine, che rappresentano?”. E così avevo tirato fuori l’anticonsumismo di Romero, la metafora degli zombie come consumatori affamatissimi – il secondo, ad esempio, è girato in un supermercato – che non vedono nient’altro che la loro preda, il prodotto finale, la ciccia. Poi sti giorni c’ho pensato ancora. E sono arrivato alla conclusione che il significato dei film sugli zombie – di quei pochi film fatti bene e che rimangono sempre attuali – non è che sia uno solo nel corso dei secoli. Cambia a seconda della zona geografica e del periodo storico. Qui in Italia, in questi tempi bui, gli zombie rappresentano sapientemente tutti quei politici che, ogni giorno che Dio concede all’Italia, cercano di incamerare più soldi possibile. Li divorano proprio, senza che la fame accenni mai ad attenuarsi. E così ne cercano sempre altri, di soldi, e in quantità sempre maggiori. La loro voracità è tale da creare stupore e orrore allo stesso tempo. “Ma non si saziano mai?” arriviamo a chiederci sbigottiti davanti alle ruberie quotidiane di cui si ha notizia. Come per gli zombie, anche per la classe politica dev’esser stato un virus, che è iniziato chissà dove e per colpa di chissà chi, e poi s’è diffuso a macchia d’olio. Arrivando, ai nostri giorni, a contaminare quasi tutto e quasi tutti. E gli zombie, proprio come nei film, nonostante la contrarietà generale, nonostante la guerra totale che gli viene scatenata contro, resistono e si moltiplicano. Perché contaminano i loro stessi nemici. Perché non finiranno mai di esistere. Nella letteratura di genere, c’è un autore che ha fatto successo. Si chiama Max Brooks. Ed è riuscito, in World War Z, ad andare oltre il genere e a scrivere letteratura allo stato puro. Prima di pubblicare questo capolavoro, era conosciuto per aver scritto un vero e proprio manuale: “Manuale per sopravvivere agli zombie”. Non usa tanti giri di parole, il figlio di quel genio malefico di Brooks. Nel libro è scritto ovunque che l’unico modo di liberarsi dagli zombie è eliminarli. E’ chiaro che parole del genere, almeno in Italia, fanno venire in mente le Brigate Rosse e gli anni del terrorismo. Ma nel caso della metafora zombie-politica, è chiaro che l’eliminazione è solo virtuale. Basta non eleggere un politico da nessuna parte, nemmeno nel condominio di casa, che ritorna ad essere un cittadino normale. Destituirli, non rieleggerli. E non esiste la storia del doppio mandato. Perché un doppio mandato da una parte e un doppio mandato dall’altra, la frittata comunque viene fatta. Dice: “E vabbè, come fai? Con il voto di scambio, le promesse, i voti comperati, questi l’elezione se la garantiscono comunque a vita”. E’ che fino ad oggi nessuno ha avuto il coraggio di tirarla fuori. Perché a parlare della soluzione finale, sono i politici stessi. E’ come se, nei film sugli zombie, a distribuire fucili e pallottole agli umani fossero loro stessi. Quindi la soluzione non può essere il doppio turno alla francese con la supercazzola, proposto da Flores d’Arcais. Né il maggioritario che desidera Pannella. Non è nemmeno il proporzionale puro che vorrebbero a sinistra e a destra. Non è la lista unica di impiegati Mediaset che sogna Berlusconi. Non è il Soviet che ancora desidera D’Alema. L’unica via d’uscita è il sorteggio integrale aperto a tutti i cittadini maggiorenni. L’unico modo di trasformare l’elettorato passivo in elettorato attivo. Con i mezzi che oggi ci mette a disposizione la tecnologia, non serve nemmeno che vengano eletti i sorteggiatori, come avveniva in Grecia ai tempi di Pericle. Un computer ogni anno tira fuori 900 nominativi per il Parlamento, 20 per il Governo e per tutte le altre cariche che esistono in Italia. Unici requisiti: avere più di 18 anni e non stare in galera. Statisticamente, rispetto al presente, è possibile che non vi siano così tanti zombie come oggi. Ed è praticamente impossibile che uno zombie – qualcuno che si mette a mangiare durante l’incarico, rubacchiando a destra e manca, c’è sempre – venga sorteggiato una seconda volta. Con il sorteggio integrale poi ci sarebbero molte più donne al governo. Ci sarebbero molti più giovani. Non si farebbe distinzione tra cattolici e musulmani, tra ricchi e poveri. Non avrebbe più senso fare promesse o pagare i voti o scambiarsi le preferenze. Non avrebbe nemmeno più senso corrompere qualcuno. Non esisterebbero più i partiti, non avrebbero più senso le primarie. Non dovremmo ascoltare, almeno due-tre volte a settimana, i soliti politici pavoneggiarsi nei confronti televisivi che ormai assomigliano sempre più a fiction di terz’ordine. Non dovremmo più andare a convegni, conferenze, congressi, cooptati dal politico di turno che t’ha fatto mezzo favore e che adesso pensa di essersi comprato la tua anima. Cancelleremo tutto, con un colpo di spugna. E avremmo sconfitto, per sempre, gli zombie. di Graziano Lanzidei