14 marzo 2013

DAVID ROSSI, IL SUICIDA DELLA BANCA IN FIAMME E I TIMORI PER LE PENSIONI INTEGRATIVE


DI MARCO DELLA LUNA
marcodellaluna.info

Una banca non può gestire in proprio i fondi pensione dei suoi dipendenti, ma MPS e Intesa San Paolo, recentemente, la prima con ampio preannuncio, ma senza consultare i sindacati, la seconda con la loro approvazione, hanno affidato in deposito i fondi della previdenza integrativa dei loro dipendenti (la prima in toto, la seconda – se ben capisco – in parte) a “State Street Bank” – nome stranamente adottato da molte banchette, tra cui una milanese controllata da una srl con un capitale sociale di 11.112 Euro, a sua volta posseduta da una srl tedesca. A quella banchetta MPS aveva però già concesso, con modalità strane, due mutui decennali chirografari per ben 1,750 miliardi, poi rimborsati con 9 anni di anticipo… Bankitalia e Consob sapevano? Possono stare tranquilli sulle loro pensioni integrative decine di migliaia di bancari?

David Rossi, capo dell’area comunicazioni di MPS e amico di Mussari, alle 20:30 del 6 marzo 2013 si è suicidato buttandosi a spalle indietro dalla finestra del suo ufficio poco dopo aver telefonato alla moglie che stava per tornare a casa e poco dopo un’altra, lunga telefonata (un confidente mi dice con superiore). Fossi il PM, disporrei esami per accertare a) se era stato narcotizzato; b) chi era in sede al momento (ore 20:30). Soprattutto mi interesserei a chi era presente tra i dipendenti recentemente assunti dalla direzione senza concorso, in un rinnovo del personale avvenuto durante l’attuale crisi, quindi sospetto. Questo tanto per cominciare. 

Scusatemi se insisto nella difesa del Monte dei Paschi, dei suoi interessi, del suo personale, delle sue pensioni future. Forse i miei timori sono infondati, i miei dubbi mere traveggole, e i fatti che seguono troveranno spiegazioni completamente rassicuranti per tutti gli interessati, come mi auguro. 

Il PM di Siena sta indagando, e recentemente ha interrogato, certo Morelli Marco, il quale ha avuto, fino al febbraio 2008, la rappresentanza presso il MPS di State Street Bank spa.

Nel 1792 fu costituita a New York la State Street Bank Corp., oggi una grande banca, gestore di molti fondi previdenziali di molti paesi del mondo, quotata alla Borsa di Boston. Nel 2008 è entrata in crisi e ha ottenuto circa 2 miliardi di aiuti statali, restituiti – dice – prima del luglio 2009. Nel 1970 aveva costituito in Europa alcune società bancarie collaterali. Nel 2012 si era annunziato che la State Street Bank di Boston avrebbe assunto il deposito dei fondi; http://www.advisoronline.it/promotori-finanziari/risparmio-gestito/14430-state-street-banca-depositaria-per-banca-mps.action. Ma Axa-Mps ha dichiarato che la depositaria è la piccola spa milanese: http://www.axa-mps.it/pertefamiglia/integrapensione/documents/paschi%20prev+/supplemento2.pdf

Non ho ancora informazioni complete, ma da elementi attinti da banche dati collegate alla Camera di Commercio emergono fatti sconcertanti. Gli elementi da raccogliere e ordinare sono molti, quindi posso aver commesso qualche errore nel metterli insieme e nell’interpretarli – errore di cui chiedo venia, impegnandomi a correggerlo ringraziando chi me lo segnali. Parimenti chiedo venia e mi impegno a correggermi qualora mi si provino errate le ulteriori informazioni, passatemi da gente che ha lavorato per MPS e che mi consulta come saggista e avvocato versato in queste faccende.

Il 02.04.70 viene costituita a Siena una società di gestione, che poi diventa la State Street Bank spa, oggi con un unico sportello in Via Ferrante Aporti 10 di Milano, capitale sociale versato 140.700.000 euro (cioè piccolissimo, per una banca), iscritta in Camera di Commercio prima a Siena, come Mps Finance spa (http://www.abi.cab.banche.meglio.it/banca.htm?i=03163.3), poi a Milano il 05.08.08, con data di inizio delle attività 02.01.01, con sede in Milano. State Street Bank spa risulta oggi controllata al 100 % da State Street Holdings Italy srl, costituita il 14.01.10, iscritta in Camera di Commercio di Milano il 15.01.10, con inizio di attività il 17.05.10, con capitale sociale € 11.112, zero dipendenti, nessun ufficio o sede secondaria attiva, avente sede sociale coincidente con l’unico sportello della sua controllata, e dominata a sua volta da una GmbH (srl) tedesca, la State Street Bank GmbH, costituita nel 1970 da State Street Bank USA. La GmbH è socio unico della State Street Holdings Italy srl fino al 20.12.11, e in quella data cede il 10%, cioè 1.111,20 euro, a State Street Holding, USA. Chiaramente, la srl è stata creata ad hoc per possedere la spa. Però la Camera di Commercio dice che la GmbH sia cessata il 15.11.11: strana incongruenza, tutta da chiarire… potrebbe essere un errore materiale di registrazione (forse è cessata solo la sua partita iva in Milano), oppure la chiave per scoperte importanti, che attendono gli indagatori di questa materia.

Dal 01.10.09 direttore generale della spa è Lamanna Riccardo (Milano 1965), già procuratore di Banca IMI spa, il quale, dal 17.05.10, è anche consigliere della controllante srl (ma lo ritroviamo anche come AD e Vicepresidente del CdA della spa, che pare quindi una sua creatura). Certo Gmür Stefan Peter (CH, 1968), già per 5 anni uomo della Deutsche Bank, è presidente del CdA della spa dal 17.05.10 nonché presidente del CdA della srl dal medesimo giorno! Inoltre, revisore della spa è Reconta Ernst and Young spa, già usata da MPS per società del suo gruppo come società di revisione, convocata anche dal Tar del Lazio il 7 marzo per il ricorso congtro il prerstito di Stato a MPS (Monti Bonds). Gli azionisti minori della spa sono cittadini stranieri.

A questa State Street Bank spa, il CdA di MPS – quello nuovo, col Profumo di Viola – , il 01.01.13 trasferisce circa 2 miliardi di fondi previdenziali integrativi dei suoi 31.000 dipendenti, che prima custodiva presso di sé, oltre a gestirli in proprio. Perché lo fa senza prima discutere la mossa con i sindacati? Perché, nel relativo comunicato, il CdA di MPS dice che passa la custodia (e forse anche la gestione) a “State Street Bank”, senza specificare che si tratta della spa italiana, non della Corp USA, come preannunciato l’anno prima? Perché non hanno detto chiaramente quale fosse l’ufficio interno di MPS, l’eventuale gestore esterno, che avrebbe continuato la gestione dei fondi? Perché non fare una buona e completa informazione rasserenante? Non lo so con certezza, mentre con certezza si sa chi era lo stratega delle comunicazioni del Monte: il poi suicida David Rossi. 

Torniamo ai misteriosi mutui. Non è che ci sia di mezzo – avanzo nel modo più neutro un’ipotesi investigativa – un giroconto per regolare obblighi pregressi? Anche State Street Bank spa aveva depositi titoli, poi chiusi, presso MPS. Tra i rapporti accesi da MPS vi sono molte State Street Bank, con sedi in varie parti del mondo. Perché ne sono state costituite tante con un unico nome? Forse per poter equivocare tra una e l’altra? Alcune possono essere state costituite per volere della Corporation americana, ma quella di Milano nasce come Mps Finance spa a Siena, non dalla Corporation americana. Chi ha architettato tutto ciò? Ed stato considerato il fatto che lo Stato della California, nel 2009, ha fatto causa a State Street Bank per frode di 200 milioni a fondi pensione (http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-748849/usa-california-state-street/)?

E la dichiarazione dell’avvenuto trasferimento della custodia è provenuta solo da MPS o anche anche dal nuovo custode, la State Street Bank, quale che sia? Siamo sicuri che i fondi siano stati trasferiti proprio alla State Street Bank di Milano e non a un’altra? E che siano stati trasferiti a titolo di custodia e non a titolo che comporti la costituzione di un diritto altrui sui fondi stessi – ad es., a titolo di vendita o pegno? Cioè, siamo sicuri che i fondi previdenziali dei dipendenti ci siano ancora e siano ancora dei dipendenti? E’ un’ipotesi remotissima, cervellotica, e non la azzarderei nemmeno, se non che la direzione, il giorno 1 marzo, con una circolare interna, ha informato i dipendenti che non possono più variare la linea dei loro fondi previdenziali personali, cioè non potevano più variarne la composizione tra azionario e obbligazionario, e poco dopo David Rossi è morto come sappiamo – o come non sappiamo. Fatti molto strani e inquietanti, se congiunti al fatto che da un paio d’anni la direzione ritarda di molto la comunicazione ai dipendenti del montante aggiornato dei loro fondi personali, e che i tempi della riscossione dei riscatti parziali di questi fondi, spettanti per legge, si sono pure notevolmente allungati. Insomma, mettendo insieme tutti questi indizi, una persona apprensiva potrebbe anche sospettare che i fondi siano stati, impropriamente, venduti o costituiti in pegno o collaterale, o qualcosa del genere.

Urge a questo fine controllare gli ultimi bilanci della spa probabile nuova custode, che però non sono riuscito a trovare. Sono stati depositati, oppure no? Probabilmente sì, ma meglio verificare, per tranquillizzare i dipendenti. Dipendenti che potrebbero inquietarsi, vedendo che – probabilmente a causa di qualche altro errore materiale di scritturazione – dagli ultimi due bilanci della dominante State Street Holdings srl risultano perdite di decine di milioni. 

Perché il 27.12.06 MPS, già prossima a sovra-impegnarsi finanziariamente per l’acquisto di Antonveneta, eroga a State Street Bank spa due mutui decennali bullet (cioè con rimborso del capitale in unica soluzione alla scadenza) per totali 1,750 miliardi, pari a 12 volte il capitale sociale di quella spa? Una somma pari, con rivalutazione, ai 2 miliardi dei fondi previdenziali che le trasferirà nel 2013 (prestito estinto anticipatamente, dopo soltanto un anno). I due strani mutui erano forse collegati al pagamento del prezzo o del sovrapprezzo di Antonveneta? E poi, perché vengono definiti “mutui subordinati”? Raccomando di controllare se questi mutui siano stati rimborsati realmente, con un bonifico o equivalente, e non mediante una compensazione o altra operazione più o meno dubbia.

Perché il CdA eroga due mutui in un solo giorno e al medesimo soggetto, anziché un mutuo unico? Perché eroga mutui per 1,750 miliardi, decennali, che poi però vengono estinti dopo solo un anno? 

E perché la segnalazione interna di decorrenza dell’estinzione viene fatta solo il 03.01.13, per ambo i mutui – guarda caso due giorni dopo il conferimento dei fondi pensione in State Street Bank? 

E perché manca la pratica di istruttoria dei mutui, che MPS fa di prassi? Il prestito è stato erogato senza previa istruttoria, con forzatura del sistema? E se sì, chi lo ha forzato? 

E perché in entrambi i mutui la fonte di finanziamento non è indicata (“Descrizione inesistente”)? 

E qual è il Taeg? Non è dichiarato nelle annotazioni interne a MPS. 

Tutte queste stranezze, e altre che qui non dico, forse non significano un bel niente, se non che mi sono confuso e ho travisato i dati, ma si può anche razionalmente chiedersi, per mera ipotesi, se non adombrino un contorto modo di predisporre fondi per pagare poi creste connesse all’operazione Antonveneta con modalità difficilmente ricostruibili. 

E perché il prestito avviene con riferimento ai “fondi speciali” (previdenziali) previsti dal TU bancario? Chi lo aveva autorizzato? Che vantaggio è stato ottenuto? 

Come fu registrata contabilmente l’erogazione dei due mutui (cioè da quale voce contabile hanno attinto), e come il loro rimborso? 

A che titolo fu abbattuta del 100% l’imposta sostitutiva, dovuta sui mutui chirografari decennali? Era dovuta, e se sì è stata fatta, la segnalazione antiriciclaggio? 

E’ stato omesso qualche controllo da parte di autorità preposte? 

E in che modo è stato estinto anticipatamente? Mediante versamento di denaro o mediante compensazione? Nel secondo caso, si rafforzerebbe l’ipotesi di predisposizione di fondi per pagamenti sospetti riferibili all’acquisizione di Antonveneta, mediante triangolazione. Prego verificare. 

Sempre a questa State Street Bank spa anche Intesa San Paolo trasferisce i fondi previdenziali integrativi dei suoi dipendenti, stimabili in almeno 3 miliardi. Perché? In base a quali valutazioni? Forse ce lo saprebbe dire il Lamanna, che, prima di essere direttore generale della spa e consigliere della sua controllante srl, è stato Vicepresidente del CdA di Intesa dal 12.06.08. Lamanna – parrebbe dalle banche dati – ha avuto cariche in JP Morgan, la banca speculativa con cui MPS ha stipulato il calamitoso derivato FRESH da un miliardo. Ma forse si tratta di dati erronei, o erroneamente interpretati da me. 

Meglio anche controllare una serie di cessioni aziendali compiute da MPS, Intesa e altre banche verso la predetta spa, tutte registrate in Camera di Commercio. 

E che senso ha che questi 5 miliardi e più di fondi siano ora affidati a una spa che ha un capitale sociale di soli 170 milioni ed è dominata da una srl minima, a sua volta dominata da una srl tedesca, di cui non si può sapere niente perché le banche dati disponibili in Italia non comprendono i dati sulle imprese tedesche? Perché la srl tedesca, emanazione della State Street Bank di Boston, ha ceduto a quest’ultima il 10% della srl italiana? Forse per passare dal regime di srl unipersonale a quello della srl con pluralità di soci? 

E che succederebbe se la srl italiana o quella tedesca fallisse o cadesse in mani “sbagliate”? Non è che 70.000 bancari rischierebbero i loro fondi integrativi? Direi di no, dato che i fondi non potrebbero entrare nei patrimoni delle società di custodia e di gestione. 

Cambiamo discorso: è un caso che i vertici della Cassa Previdenza di MPS siano stati rimossi proprio nel luglio del 2012? Questa mossa faceva parte della medesima discontinuità prescritta da Bankitalia per i vertici della banca MPS? E della scelta di mantenere il Mussari come consigliere del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi almeno fino al 2013 – un nome, una garanzia?

E perché la Cassa Previdenza ha acceso almeno 9 rapporti esteri, tutti il 14.09.12? Si tratta di bonifici esteri in entrata o in uscita? ma perché una Cassa che contiene i fondi previdenziali integrativi di dipendenti di una società italiana opera in quel modo con l’estero? Forse la spiegazione c’è ed è banale, ma io non la intuisco. 

E perché mai da circa 2 anni il CdA di MPS ritarda di circa 6 mesi l’aggiornamento ai dipendenti sul montante progressivo dei loro contributi previdenziali integrativi? E, a questo punto, siamo sicuri che gli ultimi aggiornamenti siano veritieri? 

Non voiglio pensare che si sia predisposto il gioco per una nuova Enron europea. Forse è un’operazione europeista, tesa a girare i soldi dei lavoratori italiani alla finanza del paese europeo virtuoso, paterno e dominante, più sicuro per i fondi penmsione della tormentata Italia? 

E che cosa diavolo stanno aspettando Consob, Bankitalia, Isvap e Mef a fare chiarezza e a ridare sicurezza ai dipendenti delle due grandi banche nazionali? La prof. Fornero, tanto pronta a lacrimare quando sono toccate le pensioni, che aspetta a gettarsi nell’azione?

Immaginiamo di voler scrivere un romanzo giallo, e scrivamo che, forse, col povero Rossi, le cose sono andate così: il Rossi, come manager della comunicazione, legge gli articoli su MPS, quindi anche la precedente, incompleta versione di questo mio articolo, pubblicata dal sito di Marra (signoraggio.it) il 26 febbraio. Fa i suoi accertamenti, e, dopo qualche giorno, scopre il problema sopra descritto. Il 6 sera ne discute al telefono con qualche superiore, fa le sue rimostranze, litigano, minaccia: “Adesso vado a casa, e domattina ne vado a parlare col PM”. E che cos’era la grossa cavolata che egli stesso, poco prima, aveva scritto di aver commesso? Probabilmente, era il comunicato sul trasferimento dei fondi pensionali a State Street Bank. Se non lo avesse fatto, non avrebbe messo la pulce nell’orecchia a me, e io non avrei diffuso la strana faccenda sopra illustrata, e forse certe indagini non sarebbero partite. Oppure la cavolata del Rossi è stata quella di parlare con un superiore del problema anziché coi magistrati inquirenti. Realtà romanzata? Ovviamente. Libera fantasi, senza alcuna pretesa di realtà né di realismo.

Ma, questa volta, i PM non stiano ad attendere informative di Consob, Bankitalia e Ministero: troveranno tutto regolare e a posto, ma, per poterlo assicurare agli interessati, indaghino immediatamente, entrino nel sistema informatico di MPS con livello operativo nazionale, traccino tutti i trasferimenti, acquisiscano gli originali di tutti i contratti, individuino i soci delle varie società, soprattutto di quella tedesca, coi loro collegamenti. E chiedano il sequestro dei soldi a garanzia dei dipendenti, se sussistono ragioni di timore. Inoltre, chiariscano la storia dei due strani mutui da MPS a State Street Bank spa, emanazione della State Street Bank Corp. Che subito dopo riceve un bailout (salvataggio) federale di importo circa pari a quello dei due mutui, mutui che la spa rimborserà con 9 anni di anticipo, mentre anche la Corp. restituirà molto presto al governo federale il bailout. Con che soldi il gruppo State Street Bank ha rimborsato, in breve tempo, circa 4 miliardi di dollari, proprio nell’arco temporale dell’operazione MPS-Santander-Antonveneta? Forse bisognerebbe controllare anche i conti e i bilanci del Banco di Santander, per vedere se, accidentalmente, esso abbia erogato analogo importo al gruppo State Street Bank in quel periodo. 

Marco Della Luna
Fonte: http://marcodellaluna.info

13 marzo 2013

Sulle spese all’interno del Pd



Il sito Dagospia riporta in esclusiva il dossier di Matteo Renzi 


Il Segretario Nazionale del Pd ha un Capo Segreteria (Zoia Veronesi, le voci dicono 90.000 euro lordi l'anno) e 4 segretarie, già facenti parte del personale Pd (guadagnano tra i 1.200 e i 2.000). Nello staff del Segretario come incarichi fiduciari sono assunti a tempo determinato il Portovace Stefano Di Traglia, (sui 4.000), il Capo Ufficio stampa Roberto Seghetti (credo sui 5.000 euro), il Vice capo ufficio stampa Chiara Muzzi (2.500). A loro si aggiunge Paola Silvestri (pagata dal gruppo Pd al Senato).

Il sito Dagospia riporta in esclusiva il dossier di Matteo Renzi sulle spese all'interno del Pd. "Per me il finanziamento pubblico ai partiti va abolito. Lo dico dalle primarie. Ma adesso no polemiche interne al Pd: pensiamo all'Italia, non a noi", scrive Renzi su Facebook, annunciando il suo dossier.

Il dossier è lunghissimo e diviso in capitoletti. C'è per esempio quello relativo alla segreteria:

La segreteria è composta da 12 persone, si tratta di un incarico politico retribuito con contratti a tempo determinato di circa 3.500 euro al mese, più l'alloggio per chi non è di Roma. Il coordinatore della Segreteria è Maurizio Migliavacca, non retribuito in quanto parlamentare. Sotto di lui, Vanio Balzo (tempo indeterminato) , Alfredo D'Attorre e Alessandro Mazzoli (tempo determinato, circa 2.500). Migliavacca ha due segretarie (sui 1.500-1.800). Il Tesoriere Antonio Misiani (non retribuito in quanto deputato) è a capo dell'Amministrazione ( sei persone di cui due segretarie, 3 amministratrici e un dirigente.). Il dirigente è Trevisonno ( 5000 euro a tempo determinato, si occupa anche della gestione delle spese della festa democratica), le segretarie (1800-2000), gli amministrativi ( 1800- 2500).
Quindi quello relativo all'organizzazione:

Stumpo. (già funzionario Pd, assunto a tempo indeterminato, sui 6.000 euro) sotto di lui Elettra Pozzilli (coordinatrice dell'area organizzazione, assunta a tempo indeterminato guadagna sui 3000). Tore Corona: tesseramento ( t. ind sui 3000 e passa). Andrea de Maria ( funzionario Emilia Romagna). Eugenio Marino, responsabile degli italiani nel mondo ( t.ind 2.500). Marina Sale, ufficio circoli ( t. ind sui 2000) Ha tre segretarie (tra i 1500 e i 2000).

Enti locali, Davide Zoggia. ( 3.500, t. det., più alloggio). Lavorano per lui Peta, responsabile dei rapporti con gli amministratori ( t. ind 2.000). Silvana Giuffrè , funzionario ( t. ind sui 3000). Pacella ( assunto dall'Unione Province Italiane più contratto a progetto del Pd) e un altro funzionario con due segretarie che guadagnano dai 2000 ai 2500 a tempo ind.
Dagospia riporta quindi tutte le altre voci del dossier. Si va dalla comunicazione fino a università e Youdem, la tv del Pd.

ECONOMIA Fassina (3.500 t. det. senza alloggio) , sotto di lui dodici incarichi tematici, 3 dei quali retribuiti dal Pd. Il responsabile turismo Armando Cirillo (2.500 t.ind), Lucio Cafarelli (2.500 t. ind) , Valentino Filippetti (3.000 t.ind).

COMUNICAZIONE Matteo Orfini (3.550 t.det no alloggio) . Lavorano per lui Domenico Petrolo - progetti culturali ( tempo ind 1800-2000). Francesco Verducci ( non più stipendiato in quanto parlamentare ma assunto a t.det come funzionario partito). Rita Borioni e Alessandra Untolini ( la seconda è assunta a t. det ,ma entrambe retribuite dal pd). Francesco Siciliano ( t. det 1500). Orfini Ha due segretarie ( 1500-1800).

FORMAZIONE Anna maria Parente ( t. ind 3.500 no alloggio) . ha 4 persone che collaborano con lei. Di cui due assunte dal pd a t. ind ( 1500-1800) e due contratti a progetto. SCUOLA Francesca Puglisi (3.500 t.det più alloggio). Con le i lavora una dipendente pd a t. ind ( 1500-1700 ) e un collaboratore a progetto.

TERZO SETTORE Cecilia Carmassi ( t. det 3.500 più alloggio). Collabora con lei Gea Polidori ( funzionario a t. ind 3000)

TRASPORTI Matteo Mauri ( 3.500 con alloggio t.det). con lui collabora un dipende del pd ( t. ind 2000) e un collaboratore a progetto. Ha una segretaria ( già dipendente pd 2000 t. ind)

DIRITTI CIVILI. Ettore Martinelli ( 3.500 td con alloggio)

UNIVERSITÀ E RICERCA Marco Meloni ( non retribuito perché è consigliere regionale, ma ha un alloggio), con una segretaria già dipendente pd a t. ind.

AMBIENTE Stella Bianchi (3.500 t. ind no alloggio) ha un collaboratore Giovanni Lattanzi. Ha dato 5 incarichi non retribuiti. DONNE Roberta Agostini (3500 t. det no alloggio) ha una segretaria già dipendente pd (t.ind) e una collaboratrice a progetto.

FESTE ED EVENTI Responsabile feste Lino Paganelli ( funzionario t. ind 8000 circa) ha due segretarie ( t. ind 2.000)

COMUNICAZIONE E PROPAGANDA Stefano di Traglia ha una segretaria ( t. ind già dipendente pd) Daniela Gentile coordinatrice area (t. ind 3000) due dipendenti ( t. ind 1600-1900).

FORUM ICT Paolo Gentiloni (non retribuito in quanto parlamentare) ha una segretaria ( non pagata dal pd) e ha una collaboratrice ( t. ind pd 2.500)

FORUM GIUSTIZIA Andrea Orlando (non retribuito in quanto parlamentare) ha una addetta stampa ( già dipendente. Pd t. ind ). L. Di Bartolomei ( t. ind funzionario 2000)

FORUM RADIOTV Rognoni ( no retribuito ma alloggio pagato) con lui Gianluca Lioni ( funzionario e responsabile di area ( t. ind 2500)

FORUM WELFARE Beppe Fioroni ( non retribuito in quanto parlamentare) Ha una segretaria (dipendente pd t. ind 1400) ha un collaboratore Iannuzzi ( funzionario pd 2500).

FORUM CENTRO STUDI Gianni Cuperlo ( non retribuito in quanto parlamentare) . Ha una segretaria ( dipendente pd t. ind ) e Vezzosi ( funzionario Pd t. ind 3000-4000)

FORUM IMMIGRAZIONE Livia Turco ( finora non retribuita in quanto parlamentare). Ha un collaboratore Kalid Chouaki ( contratto a progetto e futuro parlamentare) e un funzionario marco Paciotti ( t. ind 2500)

FORUM ESTERI Lapo Pistelli ( non retribuito in quanto parlamentare) con lui lavorano Filibeck (funzionario pd t. ind 2500) e Ulisse ( funzionaria Pd t. ind 3500). Poi Raffaella Illice segreteria organizzativa ( t. ind 2000). Barabara Mola ( dipendente t. ind) capo segreteria Rossella Romano ( t. ind dipendente pd) Nicola Manca ( pagato dal gruppo parlamentare pd camera) Federica Mogherini ( parlamentare) Ugo Papi e Bader (consulenza).

FORUM INFANZIA E ADOLESCENZA Anna Serafini ( non retribuita, parlamentare) con lei collabora Lucia Fattori

FORUM LAVORO Emilio Gabaglio

FORUM NUOVI LINGUAGGI Pippo Civati ( non retribuito perché consigliere regionale)

FORUM PD RIFORMA DELLO STATO Luciano Violante ( non retribuito perchè parlamentare)

FORUM POLITICHE AGRICOLE Enzo Lavarra

FORUM AMBIENTE Laura Puppato

FORUM POLITICHE ISTRUZIONE Giovanni Bachelet ( non retribuito parlamentare)

FORUM POLITICHE FAMIGLIA Treu ( non retribuito parlamentare)

FORUM RIFORMA PA Oriano Giovanelli (non retribuito)

FORUM POLITICHE LOCALI Claudio Martini

FORUM MEZZOGIORNO Umberto Ranieri

FORUM UNIVERSITÀ E SAPERI Maria Chiara Carrozza (non retribuita)

FORUM ECONOMIA Paolo Guerrieri

SITO INTERNET Resp Tiziana Ragni (giornalista pd t. ind 3.000-4.000) Con lei lavorano 4 dipendenti del pd ( t. ind 1600-2000)

YOUDEM I dipendenti di youdem sono stati assunti da una società a cui fa capo il pd. La società si chiama Eventi Italia e l'editore è Lino Paganelli. Direttore Chiara Geloni ( t. det 90.000 lordi con contratto giornalistico art 1. Ha in più un contratto di collaborazione col pd. Circa 20.000 lordi) Coordinatore di redazione Cagelli (2000 euro assunto a t. ind con contratto giornalistico Aeranti Corallo) 8 redattori ( 1450- 2000 assunti a t. ind con contratto giornalistico, in parte Articolo 1 in parte Aeranti Corallo) Youdem si avvale di un collaboratore esterno Bucchi (2000 euro contratto a progetto) Fanno riferimento a Youdem anche le tre società fornitrici: Mosaico per il montaggio, Rea per riprese e regia e Doll per il sito.

Il numero dei dipendenti dei dirigenti del partito si aggira sui 180. 

“Aiuto, arrivano i grillini”. Scene di panico a Montecitorio


"Pronto Palermo? Qui Roma". Come i 1500 dipendenti della Camera si preparano all'arrivo dei deputati Cinquestelle. Tra telefonate in Sicilia e riscoperta della sobrietà

"Aiuto, arrivano i grillini". Scene di panico a Montecitorio
«Pronto Palermo, palazzo dei Normanni? Qui Roma, Montecitorio…». Si dice che ci sia una linea rossa telefonica più rovente di quella tra Mosca e Washington negli anni di Kruscev e Kennedy: è la hot-line tra la segreteria generale di Montecitorio e la segreteria generale dell’Ars, l’Assemblea regionale siciliana, il parlamento di palazzo dei Normanni. Il motivo è semplice. Mentre l’irriducibile popolino del «ci vorrebbe una bomba sotto Montecitorio» sghignazza e si frega le mani in attesa dello show della carica grillina al Palazzo, mentre inneggia alla berlina per gli onorevoli – la vituperata casta dei politici ormai rassegnata a tagli e automutilazioni indifferibili – c’è un’altra casta, silenziosa e felpata, rimasta all’ombra dei riflettori, che trema: è quella dei funzionari della camera, una delle più protette amministrazioni d’oro dello stato, organo costituzionale al pari di senato, corte costituzionale, governo e presidenza della repubblica. Una struttura operosa e silente che a Montecitorio conta mille e cinquecento dipendenti, articolata secondo la scala piramidale gerarchica che va dal grado più alto di consigliere di V livello – quello dei “funzionari”, in cima a tutti il segretario generale vertice supremo dell’amministrazione – al I livello, quello che include gli assistenti parlamentari, più conosciuti come “commessi”, abito nero, gradi dorati e coccarda tricolore.
L’ascensore d’élite diventa plebeo
Se molto ha fatto sorridere la coscienziosa rimozione delle targhette in ottone dall’ufficio postale di Montecitorio che recavano la dicitura “dare la precedenza agli onorevoli deputati” e di quelle che indicavano la sala di lettura prospiciente il Transatlantico come “riservata agli onorevoli deputati”, pochi hanno notato la parimenti tempestiva rimozione delle targhe di analogo tenore apposte in alcuni degli ascensori del palazzo che recavano l’oscura (per i nuovi arrivati grillini) dicitura: “Riservato ai consiglieri”. Che succede? Succede che la crema della casta dei funzionari si fa concava, abbassa il suo altero profilo. Così, onde evitare che gli scatenati ma naïf neodeputati del M5S iniziassero a interrogarsi sul chi fossero esattamente quei misteriosi “consiglieri” col privilegio di poter fare su e giù a bordo di eleganti ascensori in boisserie, le targhette discriminatorie sono scomparse: col sadico compiacimento dei “paria” – si fa per dire – del personale di IV, III, II e I livello che pure del divieto di usare gli ascensori d’élite – ora formalmente cancellato – se ne infischiavano già da tempo. Dettagli, che però la dicono lunga sulla paura che c’è nel Palazzo e che attanaglia assai più gli alti funzionari che non i bistrattati e sbertucciarti parlamentari, sulla graticola da anni.
La hot-line dei segretari generali
Così, sibilano i maligni nel palazzo, da settimane il segretario generale della camera Ugo Zampetti si tiene in contatto con il collega segretario generale del parlamento regionale siciliano Giovanni Tomasello (finito nel mirino del  governatore del Pd Crocetta perché guadagnava più del triplo del suo pari grado di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso: 13.145 euro netti al mese, ora sforbiciati, contro circa 4.300). Come avete fatto e come fate giù in Sicilia con i grillini? Le notizie che arrivano da Palermo non sono rassicuranti per i superburocrati di Roma. Nell’era Crocetta, segnata politicamente dell’ingresso all’Ars di un pattuglione del M5S, i primi tagli alla casta della burocrazia di palazzo dei Normanni si sono già fatti sentire. Al segretario generale sono stati per ora tagliati 30mila euro di stipendio all’anno, è stata cancellata la figura del segretario generale aggiunto, ridotti e accorpati gli uffici da 29 a 21, gli incarichi di vertice sono scesi da 13 a 11. Alla  soppressione dell’indennità di produttività per il segretario generale s’è aggiunta quella del 25 per cento dell’indennità di funzione di vicesegretari regionali, di direttori, capi uffici, responsabili delle unità operative e il taglio del 15 per cento delle altre indennità: notturno, festivi, missioni e la reperibilità. Giovanni Ardizzone, presidente dell’assemblea regionale siciliana, facendo di conto, calcola che «il bilancio è già di 10 milioni di euro inferiore al precedente, con un taglio di circa il 7 per cento. Abbiamo effettuato un milione di euro di tagli al personale in servizio, il personale assunto dal primo gennaio 2013 ha un livello di stipendio inferiore del 20 per cento rispetto ai loro pari grado più anziani, sono state ridotte le posizioni apicali e il numero degli uffici interni».
Crocetta e i biscotti
E’ questo il futuro che attende anche i grand commis di Montecitorio? La sforbiciata siciliana è tutta made in Rosario Crocetta, per dare a Cesare quel che è di Cesare, sia chiaro. Ma non c’è dubbio che una potente spinta propulsiva, la forza con cui l’audace governatore Crocetta ha afferrato il toro per le corna, gli sia arrivata anche dalla sponda dei grillini, le dimensioni della cui affermazione sono state la vera sorpresa delle regionali siciliane dell’ottobre scorso. Grillini che nel frattempo, come gli americani sbarcati in Sicilia nel ’43, sono arrivati a Roma. Dall’alto delle loro 15 mensilità di stipendio da dipendenti della camera (le mensilità dei dipendenti del senato sono 16) non stupisce che i funzionari romani di Montecitorio – per ora in assenza di una figura decisionista alla Crocetta ma già in presenza delle mine vaganti grilline – non sappiano che pesci pigliare. Il terrore è quello di un possibile presidente della camera grillino: una prospettiva che per i burocrati sarebbe po’ come andare a cena con un cannibale. Per ora gli espedienti tattici messi in atto sono grotteschi: la rimozione delle targhette, piuttosto che la trasformazione della scintillante buvette di Montecitorio piena di leccornie in una sorta di bar dell’Unione sovietica degli anni ’50. Dagli scaffali, desolantemente vuoti, sono stati rimossi persino i biscotti, le caramelle e i cioccolatini. Bisogna trasmettere una sensazione di grande austerità e severità di costumi. Basterà ad abbindolare gli ingenui grillini? I grand commis della camera, e giù giù tutta la struttura, sperano di sì: per anni hanno mantenuto i loro privilegi (maggiori o minori a seconda dei gradi) e oggi, parafrasando il monatto dei Promessi sposi che fa spallucce a Renzo Tramaglino, pensano in cuor loro che non saranno certo quei poveri untorelli grillini a spiantarli. Ne hanno viste passare tante, passerà anche questa. Cercheranno di ingraziarseli e di addomesticarli, confidando che i politici facciano loro come sempre da parafulmini, che l’ira popolare anti-casta di cui si alimentano i grillini resti ben concentrata sui parlamentari. Però la fifa di imprevisti fa novanta. E fa paura l’incognita del cortocircuito tra stampa e grillini.
Microchip e rivoltelle
Lunedì 11 marzo, per esempio, quando scatterà la macchina dell’accoglienza nel palazzo dei nuovi deputati per la loro identificazione e registrazione, per la prima volta da decenni sarà impedito ai giornalisti di assistere e riprendere le procedure di arrivo delle matricole parlamentari. Motivo? Come reagiranno i neoeletti grillini, per dirne una, quando i funzionari della camera e il personale della sicurezza chiederà loro di poter prendere le impronte digitali (non obbligatorie, a dire il vero) per il nuovo sistema di voto elettronico anti-pianisti in aula? Altro che microchip sottopelle. Perciò è meglio che la stampa non veda. Così si acchiappano due piccioni con una fava: per un verso si evita la pubblicità di possibili incidenti, dall’altro la materna istituzione si presenta ai nuovi arrivati col volto buono, amico, del funzionario che merita la fiducia del grillino e lo protegge dalle infide iene dei media. Poi, però, come si comporterà l’occhiuto personale addetto alla sicurezza interna quando quegli stessi grillini, armati di telecamerine, cominceranno a videoregistrare tutto ciò che accade nel palazzo, dall’aula alle commissioni, dai sottotetti ai sotterranei di Montecitorio? Videoregistrare e fotografare è forse l’attività più proibita all’interno del palazzo. Se ci prova un giornalista, la paga cara. Per il resto, finché a violare le regole è un deputato – magari una singola testa calda – è un conto: ma che succede se lo fanno in centocinquanta? E ancora, come reagiranno gli altri colleghi deputati, inseguiti e videoregistrati in ogni anfratto di camera dai cameramen-parlamentari a Cinque stelle? Il «rischio sganassoni», si dice tra i più anziani commessi, è forte. Ma quel palazzo e i suoi silenziosi inquilini-dipendenti che a differenza dei parlamentari – che sono soltanto di passaggio – non ne escono se non per andarsene in pensione, sono di una schiatta di mondo, hanno già visto di tutto: e tutto han sempre masticato, digerito, metabolizzato. La creatività protestataria degli irregolari e pirotecnici radicali nella Prima repubblica, i temutissimi Savonarola della Seconda repubblica, forcaioli leghisti prima e manettari dipietristi poi.
Se per questo, nel 1921 i loro austeri predecessori dovettero persino fare i conti con qualche deputato fascista che arrivò a varcare la soglia dell’aula armato di rivoltella. In fondo, mentre il cuore trema, la ragione suggerisce che si troverà il modo di sopravvivere anche alla minaccia del comico Beppe Grillo e della sua armata parlamentare. Parafrasando Ennio Flaiano di Un marziano a Roma, l’extraterrestre atterrato nel galoppatoio di villa Borghese che all’inizio scuote la sonnacchiosa Capitale ma che pian piano è ridotto a macchietta oggetto di derisione generale, nei corridoi del Palazzo già corre feroce il motto: «A grilli’… facce ride». Epperò, vacci a mettere la mano sul fuoco. Non si sa mai.
di  

14 marzo 2013

DAVID ROSSI, IL SUICIDA DELLA BANCA IN FIAMME E I TIMORI PER LE PENSIONI INTEGRATIVE


DI MARCO DELLA LUNA
marcodellaluna.info

Una banca non può gestire in proprio i fondi pensione dei suoi dipendenti, ma MPS e Intesa San Paolo, recentemente, la prima con ampio preannuncio, ma senza consultare i sindacati, la seconda con la loro approvazione, hanno affidato in deposito i fondi della previdenza integrativa dei loro dipendenti (la prima in toto, la seconda – se ben capisco – in parte) a “State Street Bank” – nome stranamente adottato da molte banchette, tra cui una milanese controllata da una srl con un capitale sociale di 11.112 Euro, a sua volta posseduta da una srl tedesca. A quella banchetta MPS aveva però già concesso, con modalità strane, due mutui decennali chirografari per ben 1,750 miliardi, poi rimborsati con 9 anni di anticipo… Bankitalia e Consob sapevano? Possono stare tranquilli sulle loro pensioni integrative decine di migliaia di bancari?

David Rossi, capo dell’area comunicazioni di MPS e amico di Mussari, alle 20:30 del 6 marzo 2013 si è suicidato buttandosi a spalle indietro dalla finestra del suo ufficio poco dopo aver telefonato alla moglie che stava per tornare a casa e poco dopo un’altra, lunga telefonata (un confidente mi dice con superiore). Fossi il PM, disporrei esami per accertare a) se era stato narcotizzato; b) chi era in sede al momento (ore 20:30). Soprattutto mi interesserei a chi era presente tra i dipendenti recentemente assunti dalla direzione senza concorso, in un rinnovo del personale avvenuto durante l’attuale crisi, quindi sospetto. Questo tanto per cominciare. 

Scusatemi se insisto nella difesa del Monte dei Paschi, dei suoi interessi, del suo personale, delle sue pensioni future. Forse i miei timori sono infondati, i miei dubbi mere traveggole, e i fatti che seguono troveranno spiegazioni completamente rassicuranti per tutti gli interessati, come mi auguro. 

Il PM di Siena sta indagando, e recentemente ha interrogato, certo Morelli Marco, il quale ha avuto, fino al febbraio 2008, la rappresentanza presso il MPS di State Street Bank spa.

Nel 1792 fu costituita a New York la State Street Bank Corp., oggi una grande banca, gestore di molti fondi previdenziali di molti paesi del mondo, quotata alla Borsa di Boston. Nel 2008 è entrata in crisi e ha ottenuto circa 2 miliardi di aiuti statali, restituiti – dice – prima del luglio 2009. Nel 1970 aveva costituito in Europa alcune società bancarie collaterali. Nel 2012 si era annunziato che la State Street Bank di Boston avrebbe assunto il deposito dei fondi; http://www.advisoronline.it/promotori-finanziari/risparmio-gestito/14430-state-street-banca-depositaria-per-banca-mps.action. Ma Axa-Mps ha dichiarato che la depositaria è la piccola spa milanese: http://www.axa-mps.it/pertefamiglia/integrapensione/documents/paschi%20prev+/supplemento2.pdf

Non ho ancora informazioni complete, ma da elementi attinti da banche dati collegate alla Camera di Commercio emergono fatti sconcertanti. Gli elementi da raccogliere e ordinare sono molti, quindi posso aver commesso qualche errore nel metterli insieme e nell’interpretarli – errore di cui chiedo venia, impegnandomi a correggerlo ringraziando chi me lo segnali. Parimenti chiedo venia e mi impegno a correggermi qualora mi si provino errate le ulteriori informazioni, passatemi da gente che ha lavorato per MPS e che mi consulta come saggista e avvocato versato in queste faccende.

Il 02.04.70 viene costituita a Siena una società di gestione, che poi diventa la State Street Bank spa, oggi con un unico sportello in Via Ferrante Aporti 10 di Milano, capitale sociale versato 140.700.000 euro (cioè piccolissimo, per una banca), iscritta in Camera di Commercio prima a Siena, come Mps Finance spa (http://www.abi.cab.banche.meglio.it/banca.htm?i=03163.3), poi a Milano il 05.08.08, con data di inizio delle attività 02.01.01, con sede in Milano. State Street Bank spa risulta oggi controllata al 100 % da State Street Holdings Italy srl, costituita il 14.01.10, iscritta in Camera di Commercio di Milano il 15.01.10, con inizio di attività il 17.05.10, con capitale sociale € 11.112, zero dipendenti, nessun ufficio o sede secondaria attiva, avente sede sociale coincidente con l’unico sportello della sua controllata, e dominata a sua volta da una GmbH (srl) tedesca, la State Street Bank GmbH, costituita nel 1970 da State Street Bank USA. La GmbH è socio unico della State Street Holdings Italy srl fino al 20.12.11, e in quella data cede il 10%, cioè 1.111,20 euro, a State Street Holding, USA. Chiaramente, la srl è stata creata ad hoc per possedere la spa. Però la Camera di Commercio dice che la GmbH sia cessata il 15.11.11: strana incongruenza, tutta da chiarire… potrebbe essere un errore materiale di registrazione (forse è cessata solo la sua partita iva in Milano), oppure la chiave per scoperte importanti, che attendono gli indagatori di questa materia.

Dal 01.10.09 direttore generale della spa è Lamanna Riccardo (Milano 1965), già procuratore di Banca IMI spa, il quale, dal 17.05.10, è anche consigliere della controllante srl (ma lo ritroviamo anche come AD e Vicepresidente del CdA della spa, che pare quindi una sua creatura). Certo Gmür Stefan Peter (CH, 1968), già per 5 anni uomo della Deutsche Bank, è presidente del CdA della spa dal 17.05.10 nonché presidente del CdA della srl dal medesimo giorno! Inoltre, revisore della spa è Reconta Ernst and Young spa, già usata da MPS per società del suo gruppo come società di revisione, convocata anche dal Tar del Lazio il 7 marzo per il ricorso congtro il prerstito di Stato a MPS (Monti Bonds). Gli azionisti minori della spa sono cittadini stranieri.

A questa State Street Bank spa, il CdA di MPS – quello nuovo, col Profumo di Viola – , il 01.01.13 trasferisce circa 2 miliardi di fondi previdenziali integrativi dei suoi 31.000 dipendenti, che prima custodiva presso di sé, oltre a gestirli in proprio. Perché lo fa senza prima discutere la mossa con i sindacati? Perché, nel relativo comunicato, il CdA di MPS dice che passa la custodia (e forse anche la gestione) a “State Street Bank”, senza specificare che si tratta della spa italiana, non della Corp USA, come preannunciato l’anno prima? Perché non hanno detto chiaramente quale fosse l’ufficio interno di MPS, l’eventuale gestore esterno, che avrebbe continuato la gestione dei fondi? Perché non fare una buona e completa informazione rasserenante? Non lo so con certezza, mentre con certezza si sa chi era lo stratega delle comunicazioni del Monte: il poi suicida David Rossi. 

Torniamo ai misteriosi mutui. Non è che ci sia di mezzo – avanzo nel modo più neutro un’ipotesi investigativa – un giroconto per regolare obblighi pregressi? Anche State Street Bank spa aveva depositi titoli, poi chiusi, presso MPS. Tra i rapporti accesi da MPS vi sono molte State Street Bank, con sedi in varie parti del mondo. Perché ne sono state costituite tante con un unico nome? Forse per poter equivocare tra una e l’altra? Alcune possono essere state costituite per volere della Corporation americana, ma quella di Milano nasce come Mps Finance spa a Siena, non dalla Corporation americana. Chi ha architettato tutto ciò? Ed stato considerato il fatto che lo Stato della California, nel 2009, ha fatto causa a State Street Bank per frode di 200 milioni a fondi pensione (http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-748849/usa-california-state-street/)?

E la dichiarazione dell’avvenuto trasferimento della custodia è provenuta solo da MPS o anche anche dal nuovo custode, la State Street Bank, quale che sia? Siamo sicuri che i fondi siano stati trasferiti proprio alla State Street Bank di Milano e non a un’altra? E che siano stati trasferiti a titolo di custodia e non a titolo che comporti la costituzione di un diritto altrui sui fondi stessi – ad es., a titolo di vendita o pegno? Cioè, siamo sicuri che i fondi previdenziali dei dipendenti ci siano ancora e siano ancora dei dipendenti? E’ un’ipotesi remotissima, cervellotica, e non la azzarderei nemmeno, se non che la direzione, il giorno 1 marzo, con una circolare interna, ha informato i dipendenti che non possono più variare la linea dei loro fondi previdenziali personali, cioè non potevano più variarne la composizione tra azionario e obbligazionario, e poco dopo David Rossi è morto come sappiamo – o come non sappiamo. Fatti molto strani e inquietanti, se congiunti al fatto che da un paio d’anni la direzione ritarda di molto la comunicazione ai dipendenti del montante aggiornato dei loro fondi personali, e che i tempi della riscossione dei riscatti parziali di questi fondi, spettanti per legge, si sono pure notevolmente allungati. Insomma, mettendo insieme tutti questi indizi, una persona apprensiva potrebbe anche sospettare che i fondi siano stati, impropriamente, venduti o costituiti in pegno o collaterale, o qualcosa del genere.

Urge a questo fine controllare gli ultimi bilanci della spa probabile nuova custode, che però non sono riuscito a trovare. Sono stati depositati, oppure no? Probabilmente sì, ma meglio verificare, per tranquillizzare i dipendenti. Dipendenti che potrebbero inquietarsi, vedendo che – probabilmente a causa di qualche altro errore materiale di scritturazione – dagli ultimi due bilanci della dominante State Street Holdings srl risultano perdite di decine di milioni. 

Perché il 27.12.06 MPS, già prossima a sovra-impegnarsi finanziariamente per l’acquisto di Antonveneta, eroga a State Street Bank spa due mutui decennali bullet (cioè con rimborso del capitale in unica soluzione alla scadenza) per totali 1,750 miliardi, pari a 12 volte il capitale sociale di quella spa? Una somma pari, con rivalutazione, ai 2 miliardi dei fondi previdenziali che le trasferirà nel 2013 (prestito estinto anticipatamente, dopo soltanto un anno). I due strani mutui erano forse collegati al pagamento del prezzo o del sovrapprezzo di Antonveneta? E poi, perché vengono definiti “mutui subordinati”? Raccomando di controllare se questi mutui siano stati rimborsati realmente, con un bonifico o equivalente, e non mediante una compensazione o altra operazione più o meno dubbia.

Perché il CdA eroga due mutui in un solo giorno e al medesimo soggetto, anziché un mutuo unico? Perché eroga mutui per 1,750 miliardi, decennali, che poi però vengono estinti dopo solo un anno? 

E perché la segnalazione interna di decorrenza dell’estinzione viene fatta solo il 03.01.13, per ambo i mutui – guarda caso due giorni dopo il conferimento dei fondi pensione in State Street Bank? 

E perché manca la pratica di istruttoria dei mutui, che MPS fa di prassi? Il prestito è stato erogato senza previa istruttoria, con forzatura del sistema? E se sì, chi lo ha forzato? 

E perché in entrambi i mutui la fonte di finanziamento non è indicata (“Descrizione inesistente”)? 

E qual è il Taeg? Non è dichiarato nelle annotazioni interne a MPS. 

Tutte queste stranezze, e altre che qui non dico, forse non significano un bel niente, se non che mi sono confuso e ho travisato i dati, ma si può anche razionalmente chiedersi, per mera ipotesi, se non adombrino un contorto modo di predisporre fondi per pagare poi creste connesse all’operazione Antonveneta con modalità difficilmente ricostruibili. 

E perché il prestito avviene con riferimento ai “fondi speciali” (previdenziali) previsti dal TU bancario? Chi lo aveva autorizzato? Che vantaggio è stato ottenuto? 

Come fu registrata contabilmente l’erogazione dei due mutui (cioè da quale voce contabile hanno attinto), e come il loro rimborso? 

A che titolo fu abbattuta del 100% l’imposta sostitutiva, dovuta sui mutui chirografari decennali? Era dovuta, e se sì è stata fatta, la segnalazione antiriciclaggio? 

E’ stato omesso qualche controllo da parte di autorità preposte? 

E in che modo è stato estinto anticipatamente? Mediante versamento di denaro o mediante compensazione? Nel secondo caso, si rafforzerebbe l’ipotesi di predisposizione di fondi per pagamenti sospetti riferibili all’acquisizione di Antonveneta, mediante triangolazione. Prego verificare. 

Sempre a questa State Street Bank spa anche Intesa San Paolo trasferisce i fondi previdenziali integrativi dei suoi dipendenti, stimabili in almeno 3 miliardi. Perché? In base a quali valutazioni? Forse ce lo saprebbe dire il Lamanna, che, prima di essere direttore generale della spa e consigliere della sua controllante srl, è stato Vicepresidente del CdA di Intesa dal 12.06.08. Lamanna – parrebbe dalle banche dati – ha avuto cariche in JP Morgan, la banca speculativa con cui MPS ha stipulato il calamitoso derivato FRESH da un miliardo. Ma forse si tratta di dati erronei, o erroneamente interpretati da me. 

Meglio anche controllare una serie di cessioni aziendali compiute da MPS, Intesa e altre banche verso la predetta spa, tutte registrate in Camera di Commercio. 

E che senso ha che questi 5 miliardi e più di fondi siano ora affidati a una spa che ha un capitale sociale di soli 170 milioni ed è dominata da una srl minima, a sua volta dominata da una srl tedesca, di cui non si può sapere niente perché le banche dati disponibili in Italia non comprendono i dati sulle imprese tedesche? Perché la srl tedesca, emanazione della State Street Bank di Boston, ha ceduto a quest’ultima il 10% della srl italiana? Forse per passare dal regime di srl unipersonale a quello della srl con pluralità di soci? 

E che succederebbe se la srl italiana o quella tedesca fallisse o cadesse in mani “sbagliate”? Non è che 70.000 bancari rischierebbero i loro fondi integrativi? Direi di no, dato che i fondi non potrebbero entrare nei patrimoni delle società di custodia e di gestione. 

Cambiamo discorso: è un caso che i vertici della Cassa Previdenza di MPS siano stati rimossi proprio nel luglio del 2012? Questa mossa faceva parte della medesima discontinuità prescritta da Bankitalia per i vertici della banca MPS? E della scelta di mantenere il Mussari come consigliere del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi almeno fino al 2013 – un nome, una garanzia?

E perché la Cassa Previdenza ha acceso almeno 9 rapporti esteri, tutti il 14.09.12? Si tratta di bonifici esteri in entrata o in uscita? ma perché una Cassa che contiene i fondi previdenziali integrativi di dipendenti di una società italiana opera in quel modo con l’estero? Forse la spiegazione c’è ed è banale, ma io non la intuisco. 

E perché mai da circa 2 anni il CdA di MPS ritarda di circa 6 mesi l’aggiornamento ai dipendenti sul montante progressivo dei loro contributi previdenziali integrativi? E, a questo punto, siamo sicuri che gli ultimi aggiornamenti siano veritieri? 

Non voiglio pensare che si sia predisposto il gioco per una nuova Enron europea. Forse è un’operazione europeista, tesa a girare i soldi dei lavoratori italiani alla finanza del paese europeo virtuoso, paterno e dominante, più sicuro per i fondi penmsione della tormentata Italia? 

E che cosa diavolo stanno aspettando Consob, Bankitalia, Isvap e Mef a fare chiarezza e a ridare sicurezza ai dipendenti delle due grandi banche nazionali? La prof. Fornero, tanto pronta a lacrimare quando sono toccate le pensioni, che aspetta a gettarsi nell’azione?

Immaginiamo di voler scrivere un romanzo giallo, e scrivamo che, forse, col povero Rossi, le cose sono andate così: il Rossi, come manager della comunicazione, legge gli articoli su MPS, quindi anche la precedente, incompleta versione di questo mio articolo, pubblicata dal sito di Marra (signoraggio.it) il 26 febbraio. Fa i suoi accertamenti, e, dopo qualche giorno, scopre il problema sopra descritto. Il 6 sera ne discute al telefono con qualche superiore, fa le sue rimostranze, litigano, minaccia: “Adesso vado a casa, e domattina ne vado a parlare col PM”. E che cos’era la grossa cavolata che egli stesso, poco prima, aveva scritto di aver commesso? Probabilmente, era il comunicato sul trasferimento dei fondi pensionali a State Street Bank. Se non lo avesse fatto, non avrebbe messo la pulce nell’orecchia a me, e io non avrei diffuso la strana faccenda sopra illustrata, e forse certe indagini non sarebbero partite. Oppure la cavolata del Rossi è stata quella di parlare con un superiore del problema anziché coi magistrati inquirenti. Realtà romanzata? Ovviamente. Libera fantasi, senza alcuna pretesa di realtà né di realismo.

Ma, questa volta, i PM non stiano ad attendere informative di Consob, Bankitalia e Ministero: troveranno tutto regolare e a posto, ma, per poterlo assicurare agli interessati, indaghino immediatamente, entrino nel sistema informatico di MPS con livello operativo nazionale, traccino tutti i trasferimenti, acquisiscano gli originali di tutti i contratti, individuino i soci delle varie società, soprattutto di quella tedesca, coi loro collegamenti. E chiedano il sequestro dei soldi a garanzia dei dipendenti, se sussistono ragioni di timore. Inoltre, chiariscano la storia dei due strani mutui da MPS a State Street Bank spa, emanazione della State Street Bank Corp. Che subito dopo riceve un bailout (salvataggio) federale di importo circa pari a quello dei due mutui, mutui che la spa rimborserà con 9 anni di anticipo, mentre anche la Corp. restituirà molto presto al governo federale il bailout. Con che soldi il gruppo State Street Bank ha rimborsato, in breve tempo, circa 4 miliardi di dollari, proprio nell’arco temporale dell’operazione MPS-Santander-Antonveneta? Forse bisognerebbe controllare anche i conti e i bilanci del Banco di Santander, per vedere se, accidentalmente, esso abbia erogato analogo importo al gruppo State Street Bank in quel periodo. 

Marco Della Luna
Fonte: http://marcodellaluna.info

13 marzo 2013

Sulle spese all’interno del Pd



Il sito Dagospia riporta in esclusiva il dossier di Matteo Renzi 


Il Segretario Nazionale del Pd ha un Capo Segreteria (Zoia Veronesi, le voci dicono 90.000 euro lordi l'anno) e 4 segretarie, già facenti parte del personale Pd (guadagnano tra i 1.200 e i 2.000). Nello staff del Segretario come incarichi fiduciari sono assunti a tempo determinato il Portovace Stefano Di Traglia, (sui 4.000), il Capo Ufficio stampa Roberto Seghetti (credo sui 5.000 euro), il Vice capo ufficio stampa Chiara Muzzi (2.500). A loro si aggiunge Paola Silvestri (pagata dal gruppo Pd al Senato).

Il sito Dagospia riporta in esclusiva il dossier di Matteo Renzi sulle spese all'interno del Pd. "Per me il finanziamento pubblico ai partiti va abolito. Lo dico dalle primarie. Ma adesso no polemiche interne al Pd: pensiamo all'Italia, non a noi", scrive Renzi su Facebook, annunciando il suo dossier.

Il dossier è lunghissimo e diviso in capitoletti. C'è per esempio quello relativo alla segreteria:

La segreteria è composta da 12 persone, si tratta di un incarico politico retribuito con contratti a tempo determinato di circa 3.500 euro al mese, più l'alloggio per chi non è di Roma. Il coordinatore della Segreteria è Maurizio Migliavacca, non retribuito in quanto parlamentare. Sotto di lui, Vanio Balzo (tempo indeterminato) , Alfredo D'Attorre e Alessandro Mazzoli (tempo determinato, circa 2.500). Migliavacca ha due segretarie (sui 1.500-1.800). Il Tesoriere Antonio Misiani (non retribuito in quanto deputato) è a capo dell'Amministrazione ( sei persone di cui due segretarie, 3 amministratrici e un dirigente.). Il dirigente è Trevisonno ( 5000 euro a tempo determinato, si occupa anche della gestione delle spese della festa democratica), le segretarie (1800-2000), gli amministrativi ( 1800- 2500).
Quindi quello relativo all'organizzazione:

Stumpo. (già funzionario Pd, assunto a tempo indeterminato, sui 6.000 euro) sotto di lui Elettra Pozzilli (coordinatrice dell'area organizzazione, assunta a tempo indeterminato guadagna sui 3000). Tore Corona: tesseramento ( t. ind sui 3000 e passa). Andrea de Maria ( funzionario Emilia Romagna). Eugenio Marino, responsabile degli italiani nel mondo ( t.ind 2.500). Marina Sale, ufficio circoli ( t. ind sui 2000) Ha tre segretarie (tra i 1500 e i 2000).

Enti locali, Davide Zoggia. ( 3.500, t. det., più alloggio). Lavorano per lui Peta, responsabile dei rapporti con gli amministratori ( t. ind 2.000). Silvana Giuffrè , funzionario ( t. ind sui 3000). Pacella ( assunto dall'Unione Province Italiane più contratto a progetto del Pd) e un altro funzionario con due segretarie che guadagnano dai 2000 ai 2500 a tempo ind.
Dagospia riporta quindi tutte le altre voci del dossier. Si va dalla comunicazione fino a università e Youdem, la tv del Pd.

ECONOMIA Fassina (3.500 t. det. senza alloggio) , sotto di lui dodici incarichi tematici, 3 dei quali retribuiti dal Pd. Il responsabile turismo Armando Cirillo (2.500 t.ind), Lucio Cafarelli (2.500 t. ind) , Valentino Filippetti (3.000 t.ind).

COMUNICAZIONE Matteo Orfini (3.550 t.det no alloggio) . Lavorano per lui Domenico Petrolo - progetti culturali ( tempo ind 1800-2000). Francesco Verducci ( non più stipendiato in quanto parlamentare ma assunto a t.det come funzionario partito). Rita Borioni e Alessandra Untolini ( la seconda è assunta a t. det ,ma entrambe retribuite dal pd). Francesco Siciliano ( t. det 1500). Orfini Ha due segretarie ( 1500-1800).

FORMAZIONE Anna maria Parente ( t. ind 3.500 no alloggio) . ha 4 persone che collaborano con lei. Di cui due assunte dal pd a t. ind ( 1500-1800) e due contratti a progetto. SCUOLA Francesca Puglisi (3.500 t.det più alloggio). Con le i lavora una dipendente pd a t. ind ( 1500-1700 ) e un collaboratore a progetto.

TERZO SETTORE Cecilia Carmassi ( t. det 3.500 più alloggio). Collabora con lei Gea Polidori ( funzionario a t. ind 3000)

TRASPORTI Matteo Mauri ( 3.500 con alloggio t.det). con lui collabora un dipende del pd ( t. ind 2000) e un collaboratore a progetto. Ha una segretaria ( già dipendente pd 2000 t. ind)

DIRITTI CIVILI. Ettore Martinelli ( 3.500 td con alloggio)

UNIVERSITÀ E RICERCA Marco Meloni ( non retribuito perché è consigliere regionale, ma ha un alloggio), con una segretaria già dipendente pd a t. ind.

AMBIENTE Stella Bianchi (3.500 t. ind no alloggio) ha un collaboratore Giovanni Lattanzi. Ha dato 5 incarichi non retribuiti. DONNE Roberta Agostini (3500 t. det no alloggio) ha una segretaria già dipendente pd (t.ind) e una collaboratrice a progetto.

FESTE ED EVENTI Responsabile feste Lino Paganelli ( funzionario t. ind 8000 circa) ha due segretarie ( t. ind 2.000)

COMUNICAZIONE E PROPAGANDA Stefano di Traglia ha una segretaria ( t. ind già dipendente pd) Daniela Gentile coordinatrice area (t. ind 3000) due dipendenti ( t. ind 1600-1900).

FORUM ICT Paolo Gentiloni (non retribuito in quanto parlamentare) ha una segretaria ( non pagata dal pd) e ha una collaboratrice ( t. ind pd 2.500)

FORUM GIUSTIZIA Andrea Orlando (non retribuito in quanto parlamentare) ha una addetta stampa ( già dipendente. Pd t. ind ). L. Di Bartolomei ( t. ind funzionario 2000)

FORUM RADIOTV Rognoni ( no retribuito ma alloggio pagato) con lui Gianluca Lioni ( funzionario e responsabile di area ( t. ind 2500)

FORUM WELFARE Beppe Fioroni ( non retribuito in quanto parlamentare) Ha una segretaria (dipendente pd t. ind 1400) ha un collaboratore Iannuzzi ( funzionario pd 2500).

FORUM CENTRO STUDI Gianni Cuperlo ( non retribuito in quanto parlamentare) . Ha una segretaria ( dipendente pd t. ind ) e Vezzosi ( funzionario Pd t. ind 3000-4000)

FORUM IMMIGRAZIONE Livia Turco ( finora non retribuita in quanto parlamentare). Ha un collaboratore Kalid Chouaki ( contratto a progetto e futuro parlamentare) e un funzionario marco Paciotti ( t. ind 2500)

FORUM ESTERI Lapo Pistelli ( non retribuito in quanto parlamentare) con lui lavorano Filibeck (funzionario pd t. ind 2500) e Ulisse ( funzionaria Pd t. ind 3500). Poi Raffaella Illice segreteria organizzativa ( t. ind 2000). Barabara Mola ( dipendente t. ind) capo segreteria Rossella Romano ( t. ind dipendente pd) Nicola Manca ( pagato dal gruppo parlamentare pd camera) Federica Mogherini ( parlamentare) Ugo Papi e Bader (consulenza).

FORUM INFANZIA E ADOLESCENZA Anna Serafini ( non retribuita, parlamentare) con lei collabora Lucia Fattori

FORUM LAVORO Emilio Gabaglio

FORUM NUOVI LINGUAGGI Pippo Civati ( non retribuito perché consigliere regionale)

FORUM PD RIFORMA DELLO STATO Luciano Violante ( non retribuito perchè parlamentare)

FORUM POLITICHE AGRICOLE Enzo Lavarra

FORUM AMBIENTE Laura Puppato

FORUM POLITICHE ISTRUZIONE Giovanni Bachelet ( non retribuito parlamentare)

FORUM POLITICHE FAMIGLIA Treu ( non retribuito parlamentare)

FORUM RIFORMA PA Oriano Giovanelli (non retribuito)

FORUM POLITICHE LOCALI Claudio Martini

FORUM MEZZOGIORNO Umberto Ranieri

FORUM UNIVERSITÀ E SAPERI Maria Chiara Carrozza (non retribuita)

FORUM ECONOMIA Paolo Guerrieri

SITO INTERNET Resp Tiziana Ragni (giornalista pd t. ind 3.000-4.000) Con lei lavorano 4 dipendenti del pd ( t. ind 1600-2000)

YOUDEM I dipendenti di youdem sono stati assunti da una società a cui fa capo il pd. La società si chiama Eventi Italia e l'editore è Lino Paganelli. Direttore Chiara Geloni ( t. det 90.000 lordi con contratto giornalistico art 1. Ha in più un contratto di collaborazione col pd. Circa 20.000 lordi) Coordinatore di redazione Cagelli (2000 euro assunto a t. ind con contratto giornalistico Aeranti Corallo) 8 redattori ( 1450- 2000 assunti a t. ind con contratto giornalistico, in parte Articolo 1 in parte Aeranti Corallo) Youdem si avvale di un collaboratore esterno Bucchi (2000 euro contratto a progetto) Fanno riferimento a Youdem anche le tre società fornitrici: Mosaico per il montaggio, Rea per riprese e regia e Doll per il sito.

Il numero dei dipendenti dei dirigenti del partito si aggira sui 180. 

“Aiuto, arrivano i grillini”. Scene di panico a Montecitorio


"Pronto Palermo? Qui Roma". Come i 1500 dipendenti della Camera si preparano all'arrivo dei deputati Cinquestelle. Tra telefonate in Sicilia e riscoperta della sobrietà

"Aiuto, arrivano i grillini". Scene di panico a Montecitorio
«Pronto Palermo, palazzo dei Normanni? Qui Roma, Montecitorio…». Si dice che ci sia una linea rossa telefonica più rovente di quella tra Mosca e Washington negli anni di Kruscev e Kennedy: è la hot-line tra la segreteria generale di Montecitorio e la segreteria generale dell’Ars, l’Assemblea regionale siciliana, il parlamento di palazzo dei Normanni. Il motivo è semplice. Mentre l’irriducibile popolino del «ci vorrebbe una bomba sotto Montecitorio» sghignazza e si frega le mani in attesa dello show della carica grillina al Palazzo, mentre inneggia alla berlina per gli onorevoli – la vituperata casta dei politici ormai rassegnata a tagli e automutilazioni indifferibili – c’è un’altra casta, silenziosa e felpata, rimasta all’ombra dei riflettori, che trema: è quella dei funzionari della camera, una delle più protette amministrazioni d’oro dello stato, organo costituzionale al pari di senato, corte costituzionale, governo e presidenza della repubblica. Una struttura operosa e silente che a Montecitorio conta mille e cinquecento dipendenti, articolata secondo la scala piramidale gerarchica che va dal grado più alto di consigliere di V livello – quello dei “funzionari”, in cima a tutti il segretario generale vertice supremo dell’amministrazione – al I livello, quello che include gli assistenti parlamentari, più conosciuti come “commessi”, abito nero, gradi dorati e coccarda tricolore.
L’ascensore d’élite diventa plebeo
Se molto ha fatto sorridere la coscienziosa rimozione delle targhette in ottone dall’ufficio postale di Montecitorio che recavano la dicitura “dare la precedenza agli onorevoli deputati” e di quelle che indicavano la sala di lettura prospiciente il Transatlantico come “riservata agli onorevoli deputati”, pochi hanno notato la parimenti tempestiva rimozione delle targhe di analogo tenore apposte in alcuni degli ascensori del palazzo che recavano l’oscura (per i nuovi arrivati grillini) dicitura: “Riservato ai consiglieri”. Che succede? Succede che la crema della casta dei funzionari si fa concava, abbassa il suo altero profilo. Così, onde evitare che gli scatenati ma naïf neodeputati del M5S iniziassero a interrogarsi sul chi fossero esattamente quei misteriosi “consiglieri” col privilegio di poter fare su e giù a bordo di eleganti ascensori in boisserie, le targhette discriminatorie sono scomparse: col sadico compiacimento dei “paria” – si fa per dire – del personale di IV, III, II e I livello che pure del divieto di usare gli ascensori d’élite – ora formalmente cancellato – se ne infischiavano già da tempo. Dettagli, che però la dicono lunga sulla paura che c’è nel Palazzo e che attanaglia assai più gli alti funzionari che non i bistrattati e sbertucciarti parlamentari, sulla graticola da anni.
La hot-line dei segretari generali
Così, sibilano i maligni nel palazzo, da settimane il segretario generale della camera Ugo Zampetti si tiene in contatto con il collega segretario generale del parlamento regionale siciliano Giovanni Tomasello (finito nel mirino del  governatore del Pd Crocetta perché guadagnava più del triplo del suo pari grado di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso: 13.145 euro netti al mese, ora sforbiciati, contro circa 4.300). Come avete fatto e come fate giù in Sicilia con i grillini? Le notizie che arrivano da Palermo non sono rassicuranti per i superburocrati di Roma. Nell’era Crocetta, segnata politicamente dell’ingresso all’Ars di un pattuglione del M5S, i primi tagli alla casta della burocrazia di palazzo dei Normanni si sono già fatti sentire. Al segretario generale sono stati per ora tagliati 30mila euro di stipendio all’anno, è stata cancellata la figura del segretario generale aggiunto, ridotti e accorpati gli uffici da 29 a 21, gli incarichi di vertice sono scesi da 13 a 11. Alla  soppressione dell’indennità di produttività per il segretario generale s’è aggiunta quella del 25 per cento dell’indennità di funzione di vicesegretari regionali, di direttori, capi uffici, responsabili delle unità operative e il taglio del 15 per cento delle altre indennità: notturno, festivi, missioni e la reperibilità. Giovanni Ardizzone, presidente dell’assemblea regionale siciliana, facendo di conto, calcola che «il bilancio è già di 10 milioni di euro inferiore al precedente, con un taglio di circa il 7 per cento. Abbiamo effettuato un milione di euro di tagli al personale in servizio, il personale assunto dal primo gennaio 2013 ha un livello di stipendio inferiore del 20 per cento rispetto ai loro pari grado più anziani, sono state ridotte le posizioni apicali e il numero degli uffici interni».
Crocetta e i biscotti
E’ questo il futuro che attende anche i grand commis di Montecitorio? La sforbiciata siciliana è tutta made in Rosario Crocetta, per dare a Cesare quel che è di Cesare, sia chiaro. Ma non c’è dubbio che una potente spinta propulsiva, la forza con cui l’audace governatore Crocetta ha afferrato il toro per le corna, gli sia arrivata anche dalla sponda dei grillini, le dimensioni della cui affermazione sono state la vera sorpresa delle regionali siciliane dell’ottobre scorso. Grillini che nel frattempo, come gli americani sbarcati in Sicilia nel ’43, sono arrivati a Roma. Dall’alto delle loro 15 mensilità di stipendio da dipendenti della camera (le mensilità dei dipendenti del senato sono 16) non stupisce che i funzionari romani di Montecitorio – per ora in assenza di una figura decisionista alla Crocetta ma già in presenza delle mine vaganti grilline – non sappiano che pesci pigliare. Il terrore è quello di un possibile presidente della camera grillino: una prospettiva che per i burocrati sarebbe po’ come andare a cena con un cannibale. Per ora gli espedienti tattici messi in atto sono grotteschi: la rimozione delle targhette, piuttosto che la trasformazione della scintillante buvette di Montecitorio piena di leccornie in una sorta di bar dell’Unione sovietica degli anni ’50. Dagli scaffali, desolantemente vuoti, sono stati rimossi persino i biscotti, le caramelle e i cioccolatini. Bisogna trasmettere una sensazione di grande austerità e severità di costumi. Basterà ad abbindolare gli ingenui grillini? I grand commis della camera, e giù giù tutta la struttura, sperano di sì: per anni hanno mantenuto i loro privilegi (maggiori o minori a seconda dei gradi) e oggi, parafrasando il monatto dei Promessi sposi che fa spallucce a Renzo Tramaglino, pensano in cuor loro che non saranno certo quei poveri untorelli grillini a spiantarli. Ne hanno viste passare tante, passerà anche questa. Cercheranno di ingraziarseli e di addomesticarli, confidando che i politici facciano loro come sempre da parafulmini, che l’ira popolare anti-casta di cui si alimentano i grillini resti ben concentrata sui parlamentari. Però la fifa di imprevisti fa novanta. E fa paura l’incognita del cortocircuito tra stampa e grillini.
Microchip e rivoltelle
Lunedì 11 marzo, per esempio, quando scatterà la macchina dell’accoglienza nel palazzo dei nuovi deputati per la loro identificazione e registrazione, per la prima volta da decenni sarà impedito ai giornalisti di assistere e riprendere le procedure di arrivo delle matricole parlamentari. Motivo? Come reagiranno i neoeletti grillini, per dirne una, quando i funzionari della camera e il personale della sicurezza chiederà loro di poter prendere le impronte digitali (non obbligatorie, a dire il vero) per il nuovo sistema di voto elettronico anti-pianisti in aula? Altro che microchip sottopelle. Perciò è meglio che la stampa non veda. Così si acchiappano due piccioni con una fava: per un verso si evita la pubblicità di possibili incidenti, dall’altro la materna istituzione si presenta ai nuovi arrivati col volto buono, amico, del funzionario che merita la fiducia del grillino e lo protegge dalle infide iene dei media. Poi, però, come si comporterà l’occhiuto personale addetto alla sicurezza interna quando quegli stessi grillini, armati di telecamerine, cominceranno a videoregistrare tutto ciò che accade nel palazzo, dall’aula alle commissioni, dai sottotetti ai sotterranei di Montecitorio? Videoregistrare e fotografare è forse l’attività più proibita all’interno del palazzo. Se ci prova un giornalista, la paga cara. Per il resto, finché a violare le regole è un deputato – magari una singola testa calda – è un conto: ma che succede se lo fanno in centocinquanta? E ancora, come reagiranno gli altri colleghi deputati, inseguiti e videoregistrati in ogni anfratto di camera dai cameramen-parlamentari a Cinque stelle? Il «rischio sganassoni», si dice tra i più anziani commessi, è forte. Ma quel palazzo e i suoi silenziosi inquilini-dipendenti che a differenza dei parlamentari – che sono soltanto di passaggio – non ne escono se non per andarsene in pensione, sono di una schiatta di mondo, hanno già visto di tutto: e tutto han sempre masticato, digerito, metabolizzato. La creatività protestataria degli irregolari e pirotecnici radicali nella Prima repubblica, i temutissimi Savonarola della Seconda repubblica, forcaioli leghisti prima e manettari dipietristi poi.
Se per questo, nel 1921 i loro austeri predecessori dovettero persino fare i conti con qualche deputato fascista che arrivò a varcare la soglia dell’aula armato di rivoltella. In fondo, mentre il cuore trema, la ragione suggerisce che si troverà il modo di sopravvivere anche alla minaccia del comico Beppe Grillo e della sua armata parlamentare. Parafrasando Ennio Flaiano di Un marziano a Roma, l’extraterrestre atterrato nel galoppatoio di villa Borghese che all’inizio scuote la sonnacchiosa Capitale ma che pian piano è ridotto a macchietta oggetto di derisione generale, nei corridoi del Palazzo già corre feroce il motto: «A grilli’… facce ride». Epperò, vacci a mettere la mano sul fuoco. Non si sa mai.
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