12 settembre 2013

L’art. 66 Cost.: autodichia e divisione dei poteri nel caso Berlusconi



UNA CORRETTA SOLUZIONE COSTITUZIONALE PER B E PER IL GOVERNO?
L’art. 66 Cost. stabilisce che sono le camere a giudicare (sì, la Costituzione dice proprio: giudicare)  sull’eleggibilità e sull’incompatibilità ciascuna dei suoi propri membri. Questo tipo di giudizio si definisce “autodikìa” (autogiustizia) e si tratta di un vero e proprio giudizio, di un atto di applicazione del diritto oggettivo, non di un atto politico o legislativo.
La funzione di questa norma costituzionale, notoriamente, è quella di tutelare l’indipendenza delle camere nelle persone dei loro membri, quali espressioni dirette della volontà-sovranità popolare, contro la possibilità di ingerenze, condizionamenti, intimidazioni, arresti abusivi da parte di portatori del potere giudiziario, ossia di magistrati.
L’autodikìa è una deroga al principio di separazione dei poteri, secondo il quale il potere giudiziario deve essere esercitato dai giudici soltanto. Scrive Wikipedia alla voce autodichia: “la generalità delle costituzioni prevede l’autodichia del parlamento (ed eventualmente di altri organi costituzionali) in relazione a controversie riguardanti atti e attività che si svolgono al suo interno (i cosiddetti interna corporis), in modo da sottrarlo ad ingerenze di altri poteri dello Stato e salvaguardare così la sua indipendenza. In campo parlamentare, il principio di autodichia riguarda essenzialmente “il diritto del Parlamento di essere giudice delle controversie che riguardano i propri dipendenti”. La Corte costituzionale ha stabilito la legittimità di tale forma di giurisdizione, ritenendo che deroghe al divieto costituzionale di istituire giudici speciali (art. 102, 2º co. Cost.) sono ammissibili “nei confronti degli organi immediatamente partecipi del potere sovrano dello Stato, situati ai vertici dell’ordinamento, in posizione di assoluta autonomia ed indipendenza”.”

Di fronte a un caso come il caso B., l’art. 66 Cost. Comporta pertanto che il Senato non debba e non possa affatto recepire acriticamente (“rispettosamente”) la sentenza, ma che esso dovrà indagare e assicurarsi, ai fini suddetti,
-che le norme in questione non appaiano incostituzionali – nel qual caso il Senato dovrebbe rimetterle alla Corte Costituzionale per la sua valutazione;
-che effettivamente prescrivano la decadenza degli eletti e non solo l’incandidabilità di chi non è ancora eletto;
-che le norme stabilenti l’ineleggibilità, l’incandidabilità o la decadenza non abbiano carattere penale, perché in tal caso non potrebbero essere applicate a fatti anteriori al loro venire in essere;
-che i giudici che hanno condannato B. abbiano operato nel rispetto dei principi fondamentali di indipendenza e di neutralità (quindi devono valutare se le dichiarazioni del presidente della Corte dr Esposito rivelino pregiudizio od ostilità verso B.);
-che i detti giudici abbiano rispettato i diritti della difesa e del giusto processo (quindi che non gli abbiano, ad es., impedito di portare testimoni rilevanti a sua difesa, come egli sostiene);
-che i giudici abbiano motivato la condanna, e che non lo abbiano fatto in modo fittizio o con palesi forzature, tali da suggerire un intento persecutorio.
Solo se tutti questi punti saranno soddisfatti, il Senato potrà legittimamentedichiarare decaduto B. Si noti come, con rare eccezioni, i suoi avversari politici disconoscano la doverosità delle verifiche suddette.
Naturalmente, nel fare queste valutazioni, la giunta e poi il Senato devono tener conto anche del fatto che B. ha subito un altissimo numero di indagini penali da quando è in politica, e indagare se vi sia il fumus di una strategia politico-giudiziaria contro di lui.
Dovranno anche tener conto di fattori generali, ossia:
-dell’alto grado di partiticizzazione dei magistrati in Italia, paese in cui, senza che nessuna istituzione di garanzia reagisca, molti magistrati dichiarano pubblicamente e liberamente di coordinare le loro azioni e il loro uso di poteri giudiziari a fini politici e ideologici; sicché il grado-base di probabilità di uso improprio dello strumento giudiziario è elevato;
-della bassissima qualità media della giustizia italiana, che si colloca a livello di Africa nera (157° posto al mondo) e che viene continuamente condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione delle regole del giusto processo.
In tutto questo procedimento, o processus judicii, a B. deve essere dato modo di difendersi portando prove, ad esempio, dell’intendo persecutorio o della non-neutralità dei suoi giudici.

di Marco Della Luna

11 settembre 2013

UNA CORRETTA SOLUZIONE COSTITUZIONALE PER B E PER IL GOVERNO?



L’art. 66 Cost. stabilisce che sono le camere a giudicare (sì, la Costituzione dice proprio: giudicare)  sull’eleggibilità e sull’incompatibilità ciascuna dei suoi propri membri. Questo tipo di giudizio si definisce “autodikìa” (autogiustizia) e si tratta di un vero e proprio giudizio, di un atto di applicazione del diritto oggettivo, non di un atto politico o legislativo.
La funzione di questa norma costituzionale, notoriamente, è quella di tutelare l’indipendenza delle camere nelle persone dei loro membri, quali espressioni dirette della volontà-sovranità popolare, contro la possibilità di ingerenze, condizionamenti, intimidazioni, arresti abusivi da parte di portatori del potere giudiziario, ossia di magistrati.
L’autodikìa è una deroga al principio di separazione dei poteri, secondo il quale il potere giudiziario deve essere esercitato dai giudici soltanto. Scrive Wikipedia alla voce autodichia: “la generalità delle costituzioni prevede l’autodichia del parlamento (ed eventualmente di altri organi costituzionali) in relazione a controversie riguardanti atti e attività che si svolgono al suo interno (i cosiddetti interna corporis), in modo da sottrarlo ad ingerenze di altri poteri dello Stato e salvaguardare così la sua indipendenza. In campo parlamentare, il principio di autodichia riguarda essenzialmente “il diritto del Parlamento di essere giudice delle controversie che riguardano i propri dipendenti”. La Corte costituzionale ha stabilito la legittimità di tale forma di giurisdizione, ritenendo che deroghe al divieto costituzionale di istituire giudici speciali (art. 102, 2º co. Cost.) sono ammissibili “nei confronti degli organi immediatamente partecipi del potere sovrano dello Stato, situati ai vertici dell’ordinamento, in posizione di assoluta autonomia ed indipendenza”.”

Di fronte a un caso come il caso B., l’art. 66 Cost. Comporta pertanto che il Senato non debba e non possa affatto recepire acriticamente (“rispettosamente”) la sentenza, ma che esso dovrà indagare e assicurarsi, ai fini suddetti,
-che le norme in questione non appaiano incostituzionali – nel qual caso il Senato dovrebbe rimetterle alla Corte Costituzionale per la sua valutazione;
-che effettivamente prescrivano la decadenza degli eletti e non solo l’incandidabilità di chi non è ancora eletto;
-che le norme stabilenti l’ineleggibilità, l’incandidabilità o la decadenza non abbiano carattere penale, perché in tal caso non potrebbero essere applicate a fatti anteriori al loro venire in essere;
-che i giudici che hanno condannato B. abbiano operato nel rispetto dei principi fondamentali di indipendenza e di neutralità (quindi devono valutare se le dichiarazioni del presidente della Corte dr Esposito rivelino pregiudizio od ostilità verso B.);
-che i detti giudici abbiano rispettato i diritti della difesa e del giusto processo (quindi che non gli abbiano, ad es., impedito di portare testimoni rilevanti a sua difesa, come egli sostiene);
-che i giudici abbiano motivato la condanna, e che non lo abbiano fatto in modo fittizio o con palesi forzature, tali da suggerire un intento persecutorio.
Solo se tutti questi punti saranno soddisfatti, il Senato potrà legittimamentedichiarare decaduto B. Si noti come, con rare eccezioni, i suoi avversari politici disconoscano la doverosità delle verifiche suddette.
Naturalmente, nel fare queste valutazioni, la giunta e poi il Senato devono tener conto anche del fatto che B. ha subito un altissimo numero di indagini penali da quando è in politica, e indagare se vi sia il fumus di una strategia politico-giudiziaria contro di lui.
Dovranno anche tener conto di fattori generali, ossia:
-dell’alto grado di partiticizzazione dei magistrati in Italia, paese in cui, senza che nessuna istituzione di garanzia reagisca, molti magistrati dichiarano pubblicamente e liberamente di coordinare le loro azioni e il loro uso di poteri giudiziari a fini politici e ideologici; sicché il grado-base di probabilità di uso improprio dello strumento giudiziario è elevato;
-della bassissima qualità media della giustizia italiana, che si colloca a livello di Africa nera (157° posto al mondo) e che viene continuamente condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione delle regole del giusto processo.
In tutto questo procedimento, o processus judicii, a B. deve essere dato modo di difendersi portando prove, ad esempio, dell’intendo persecutorio o della non-neutralità dei suoi giudici.

di Marco Della Luna

10 settembre 2013

Chi ha convenienza a nuove elezioni?

Si sente ancora l'aria delle elezioni anticipate, è dappertutto, anche nel Pd.
Berlusconi ne ha bisogno e, inoltre, pensa di vincerle.
Anche Grillo le vuole. Anche lui pensa di vincerle.
Il Pd, invece, è in un cul de sac: deve votare la decadenza di Berlusconi, pur sapendo che ciò provocherà la caduta del governo...
... Ma gli italiani non hanno niente da perdere, oltre quest'inutile Letta non è possibile niente di peggio...
E' rimasto solo il partito di Repubblica a tesserne lodi e meriti, ma quello è sempre stato dalla parte sbagliata, anche quando aveva ragione, sicché i buoni voti di Scalfari e Mauro suonano come il peggiore dei vaticinii possibili per il futuro di questo piccolo primo ministro, inutilmente giovane e promettente...
Le elezioni si avvicinano e ricomincia la campagne elettorale, la caccia al voto... ognuno intento a screditare l'altro, piuttosto che accreditar se stesso... Criticare, in questo paese di parolai perennemente impegnati a discettare sul vuoto delle loro opinioni cangianti, risulta molto più facile che fare...
Stavolta, però, il nemico da abbattere è il M5S... gli altri due (Pd e Pdl) non gradiscono interferenze nei loro affari che, per carità, saranno pure leciti e legittimi, ma hanno portato il paese alla rovina. E questo lo capiscono anche i bambini scimuniti.
Più che la vittoria dell'altro, i due temono grandemente la vittoria di Grillo... Sarebbe la loro fine e quella dei loro scherani.
Sicché tutti a sparargli contro... con cartucce di vario calibro... da postazioni diverse.
L'obiettivo?
Ritornare al solito tranquillizzante schema: di la il magnate, pedofilo, corrotto e screditato... e di qua i comunisti.
La stessa musica degli ultimi vent'anni che Grillo vorrebbe poter cambiare... Per questo gli sparano tutti addosso...
Hanno detto che il movimento 5 stelle è stato il risultato della disaffezione degli italiani verso la politica... il frutto amaro della protesta, destinato a marcire ed avvizzire nel tempo in cui i frutti marciscono ed avvizziscono...
Hanno voluto, anche stavolta, dire agli italiani che tutto resterà com'era, anche dopo Grillo ed i grillini...
Il M5S è stato dipinto come un movimento qualunquista di protesta, i cui elettori appartengono alle classi meno istruite della società; disadattati senza arte ne parte... Come a dire a chi l'ha votato: "ti sei associato al voto degli ignoranti"...
Eppure nel recente libro "Un salto nel voto" di Ilvo Diamanti (uno dei massimi politologi italiani), la segmentazione degli elettori per partito, fornisce un'immagine completamente diversa:
Livello d'istruzione degli elettori dei vari partiti  
 BassoMedioAltoTotale Da 1 a 9
Pd36,7%23,4%24,1%25,4% 4,4
Pdl23,7%25,7%17,4%17,7% 4,6
M5S15,5%28,3%25,9%25,3% 5,6
Gli elettori del M5S sono, di gran lunga, i più istruiti... e quelli del Pd sono i meno istruiti (il Pdl è solo leggermente meglio)...
Pd e Pdl, dunque, raccolgono il voto degli italiani meno "colti"... e, però, accusano il M5S di essere ciò che loro sono...
Non è straordinariamente italiano?
Non solo... osservate la tabella sotto...
Percentuale elettori per fascia d'età     
 18-2930-4445-5455-64oltre 65Totale Età media
Pd17,1%14,8%23,6%31,7%37,0%25,4% 53,8
Pdl13,4%23,8%20,5%17,7%26,6%21,6% 50,9
M5S31,6%36,2%30,6%25,3%9,0%25,6% 43,4
Gli elettori del M5S sono, mediamente, i più giovani (oltre 10 anni in meno di quelli del Pd e oltre 7 in meno del Pdl) e, quindi, rappresentano il "futuro" di questo paese... mentre gli altri due partiti raccolgono il voto dei più anziani...
Pd e Pdl, dunque, sono votati dagli italiani meno istruiti e più vecchi...
Dove, quindi, sta la parte migliore dell'Italia: con quei due partiti di "inciucioni" che hanno rovinato il paese, oppure con il nuovo M5S che si propone come la soluzione?
Stiamo esaminando numeri e fatti... lasciando da parte le opinioni da Bar Mokambo...
Che proiezione possiamo fare a 10 da oggi, quando molti elettori che oggi hanno più di 65 anni non voteranno più?
Percentuale elettori per fascia d'età        
 18-2930-4445-5455-64oltre 65Totale Età media Previsione a 10 anni 
Pd17,1%14,8%23,6%31,7%37,0%25,4% 53,8 23,1% 
Pdl13,4%23,8%20,5%17,7%26,6%21,6% 50,9 20,6% 
M5S31,6%36,2%30,6%25,3%9,0%25,6% 43,4 28,9% 
Il M5S che ha gli elettori più giovani guadagnerà oltre 3 punti, mentre gli altri partiti (che hanno gli elettori più vecchi) arretreranno... E non è un'opinione, ma matematica...
Non solo: se gli elettori del M5S sono di gran lunga i più istruiti e quelli degli altri partiti i meno colti (non è un'offesa per nessuno, ma la semplice constatazione dei risultati elettorali) chi è destinato a guadagnare altri consensi in un paese che ha bisogno di diventare sempre più istruito per reggere la concorrenza dei nuovi paesi emergenti?
Capite cosa sto dicendo?
Pd e Pdl sanno che la loro stella sta tramontando e, invece di aprirsi ai nuovi bisogno dell'Italia, cercano di "svilire" l'immagine dell'unico movimento politico che può traghettare il paese oltre le secche in cui quei due l'hanno condotto...
Accetto le critiche di tutti coloro che vorranno criticarmi... purché siano motivate da numeri e fatti che smentiscano quelli qui presentati... Non accetto le opinioni ad minchiam...
Quelle le lascio a chi, d'abitudine, non capisce neanche le stesse cose che lui dice...

di G. Migliorino

12 settembre 2013

L’art. 66 Cost.: autodichia e divisione dei poteri nel caso Berlusconi



UNA CORRETTA SOLUZIONE COSTITUZIONALE PER B E PER IL GOVERNO?
L’art. 66 Cost. stabilisce che sono le camere a giudicare (sì, la Costituzione dice proprio: giudicare)  sull’eleggibilità e sull’incompatibilità ciascuna dei suoi propri membri. Questo tipo di giudizio si definisce “autodikìa” (autogiustizia) e si tratta di un vero e proprio giudizio, di un atto di applicazione del diritto oggettivo, non di un atto politico o legislativo.
La funzione di questa norma costituzionale, notoriamente, è quella di tutelare l’indipendenza delle camere nelle persone dei loro membri, quali espressioni dirette della volontà-sovranità popolare, contro la possibilità di ingerenze, condizionamenti, intimidazioni, arresti abusivi da parte di portatori del potere giudiziario, ossia di magistrati.
L’autodikìa è una deroga al principio di separazione dei poteri, secondo il quale il potere giudiziario deve essere esercitato dai giudici soltanto. Scrive Wikipedia alla voce autodichia: “la generalità delle costituzioni prevede l’autodichia del parlamento (ed eventualmente di altri organi costituzionali) in relazione a controversie riguardanti atti e attività che si svolgono al suo interno (i cosiddetti interna corporis), in modo da sottrarlo ad ingerenze di altri poteri dello Stato e salvaguardare così la sua indipendenza. In campo parlamentare, il principio di autodichia riguarda essenzialmente “il diritto del Parlamento di essere giudice delle controversie che riguardano i propri dipendenti”. La Corte costituzionale ha stabilito la legittimità di tale forma di giurisdizione, ritenendo che deroghe al divieto costituzionale di istituire giudici speciali (art. 102, 2º co. Cost.) sono ammissibili “nei confronti degli organi immediatamente partecipi del potere sovrano dello Stato, situati ai vertici dell’ordinamento, in posizione di assoluta autonomia ed indipendenza”.”

Di fronte a un caso come il caso B., l’art. 66 Cost. Comporta pertanto che il Senato non debba e non possa affatto recepire acriticamente (“rispettosamente”) la sentenza, ma che esso dovrà indagare e assicurarsi, ai fini suddetti,
-che le norme in questione non appaiano incostituzionali – nel qual caso il Senato dovrebbe rimetterle alla Corte Costituzionale per la sua valutazione;
-che effettivamente prescrivano la decadenza degli eletti e non solo l’incandidabilità di chi non è ancora eletto;
-che le norme stabilenti l’ineleggibilità, l’incandidabilità o la decadenza non abbiano carattere penale, perché in tal caso non potrebbero essere applicate a fatti anteriori al loro venire in essere;
-che i giudici che hanno condannato B. abbiano operato nel rispetto dei principi fondamentali di indipendenza e di neutralità (quindi devono valutare se le dichiarazioni del presidente della Corte dr Esposito rivelino pregiudizio od ostilità verso B.);
-che i detti giudici abbiano rispettato i diritti della difesa e del giusto processo (quindi che non gli abbiano, ad es., impedito di portare testimoni rilevanti a sua difesa, come egli sostiene);
-che i giudici abbiano motivato la condanna, e che non lo abbiano fatto in modo fittizio o con palesi forzature, tali da suggerire un intento persecutorio.
Solo se tutti questi punti saranno soddisfatti, il Senato potrà legittimamentedichiarare decaduto B. Si noti come, con rare eccezioni, i suoi avversari politici disconoscano la doverosità delle verifiche suddette.
Naturalmente, nel fare queste valutazioni, la giunta e poi il Senato devono tener conto anche del fatto che B. ha subito un altissimo numero di indagini penali da quando è in politica, e indagare se vi sia il fumus di una strategia politico-giudiziaria contro di lui.
Dovranno anche tener conto di fattori generali, ossia:
-dell’alto grado di partiticizzazione dei magistrati in Italia, paese in cui, senza che nessuna istituzione di garanzia reagisca, molti magistrati dichiarano pubblicamente e liberamente di coordinare le loro azioni e il loro uso di poteri giudiziari a fini politici e ideologici; sicché il grado-base di probabilità di uso improprio dello strumento giudiziario è elevato;
-della bassissima qualità media della giustizia italiana, che si colloca a livello di Africa nera (157° posto al mondo) e che viene continuamente condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione delle regole del giusto processo.
In tutto questo procedimento, o processus judicii, a B. deve essere dato modo di difendersi portando prove, ad esempio, dell’intendo persecutorio o della non-neutralità dei suoi giudici.

di Marco Della Luna

11 settembre 2013

UNA CORRETTA SOLUZIONE COSTITUZIONALE PER B E PER IL GOVERNO?



L’art. 66 Cost. stabilisce che sono le camere a giudicare (sì, la Costituzione dice proprio: giudicare)  sull’eleggibilità e sull’incompatibilità ciascuna dei suoi propri membri. Questo tipo di giudizio si definisce “autodikìa” (autogiustizia) e si tratta di un vero e proprio giudizio, di un atto di applicazione del diritto oggettivo, non di un atto politico o legislativo.
La funzione di questa norma costituzionale, notoriamente, è quella di tutelare l’indipendenza delle camere nelle persone dei loro membri, quali espressioni dirette della volontà-sovranità popolare, contro la possibilità di ingerenze, condizionamenti, intimidazioni, arresti abusivi da parte di portatori del potere giudiziario, ossia di magistrati.
L’autodikìa è una deroga al principio di separazione dei poteri, secondo il quale il potere giudiziario deve essere esercitato dai giudici soltanto. Scrive Wikipedia alla voce autodichia: “la generalità delle costituzioni prevede l’autodichia del parlamento (ed eventualmente di altri organi costituzionali) in relazione a controversie riguardanti atti e attività che si svolgono al suo interno (i cosiddetti interna corporis), in modo da sottrarlo ad ingerenze di altri poteri dello Stato e salvaguardare così la sua indipendenza. In campo parlamentare, il principio di autodichia riguarda essenzialmente “il diritto del Parlamento di essere giudice delle controversie che riguardano i propri dipendenti”. La Corte costituzionale ha stabilito la legittimità di tale forma di giurisdizione, ritenendo che deroghe al divieto costituzionale di istituire giudici speciali (art. 102, 2º co. Cost.) sono ammissibili “nei confronti degli organi immediatamente partecipi del potere sovrano dello Stato, situati ai vertici dell’ordinamento, in posizione di assoluta autonomia ed indipendenza”.”

Di fronte a un caso come il caso B., l’art. 66 Cost. Comporta pertanto che il Senato non debba e non possa affatto recepire acriticamente (“rispettosamente”) la sentenza, ma che esso dovrà indagare e assicurarsi, ai fini suddetti,
-che le norme in questione non appaiano incostituzionali – nel qual caso il Senato dovrebbe rimetterle alla Corte Costituzionale per la sua valutazione;
-che effettivamente prescrivano la decadenza degli eletti e non solo l’incandidabilità di chi non è ancora eletto;
-che le norme stabilenti l’ineleggibilità, l’incandidabilità o la decadenza non abbiano carattere penale, perché in tal caso non potrebbero essere applicate a fatti anteriori al loro venire in essere;
-che i giudici che hanno condannato B. abbiano operato nel rispetto dei principi fondamentali di indipendenza e di neutralità (quindi devono valutare se le dichiarazioni del presidente della Corte dr Esposito rivelino pregiudizio od ostilità verso B.);
-che i detti giudici abbiano rispettato i diritti della difesa e del giusto processo (quindi che non gli abbiano, ad es., impedito di portare testimoni rilevanti a sua difesa, come egli sostiene);
-che i giudici abbiano motivato la condanna, e che non lo abbiano fatto in modo fittizio o con palesi forzature, tali da suggerire un intento persecutorio.
Solo se tutti questi punti saranno soddisfatti, il Senato potrà legittimamentedichiarare decaduto B. Si noti come, con rare eccezioni, i suoi avversari politici disconoscano la doverosità delle verifiche suddette.
Naturalmente, nel fare queste valutazioni, la giunta e poi il Senato devono tener conto anche del fatto che B. ha subito un altissimo numero di indagini penali da quando è in politica, e indagare se vi sia il fumus di una strategia politico-giudiziaria contro di lui.
Dovranno anche tener conto di fattori generali, ossia:
-dell’alto grado di partiticizzazione dei magistrati in Italia, paese in cui, senza che nessuna istituzione di garanzia reagisca, molti magistrati dichiarano pubblicamente e liberamente di coordinare le loro azioni e il loro uso di poteri giudiziari a fini politici e ideologici; sicché il grado-base di probabilità di uso improprio dello strumento giudiziario è elevato;
-della bassissima qualità media della giustizia italiana, che si colloca a livello di Africa nera (157° posto al mondo) e che viene continuamente condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione delle regole del giusto processo.
In tutto questo procedimento, o processus judicii, a B. deve essere dato modo di difendersi portando prove, ad esempio, dell’intendo persecutorio o della non-neutralità dei suoi giudici.

di Marco Della Luna

10 settembre 2013

Chi ha convenienza a nuove elezioni?

Si sente ancora l'aria delle elezioni anticipate, è dappertutto, anche nel Pd.
Berlusconi ne ha bisogno e, inoltre, pensa di vincerle.
Anche Grillo le vuole. Anche lui pensa di vincerle.
Il Pd, invece, è in un cul de sac: deve votare la decadenza di Berlusconi, pur sapendo che ciò provocherà la caduta del governo...
... Ma gli italiani non hanno niente da perdere, oltre quest'inutile Letta non è possibile niente di peggio...
E' rimasto solo il partito di Repubblica a tesserne lodi e meriti, ma quello è sempre stato dalla parte sbagliata, anche quando aveva ragione, sicché i buoni voti di Scalfari e Mauro suonano come il peggiore dei vaticinii possibili per il futuro di questo piccolo primo ministro, inutilmente giovane e promettente...
Le elezioni si avvicinano e ricomincia la campagne elettorale, la caccia al voto... ognuno intento a screditare l'altro, piuttosto che accreditar se stesso... Criticare, in questo paese di parolai perennemente impegnati a discettare sul vuoto delle loro opinioni cangianti, risulta molto più facile che fare...
Stavolta, però, il nemico da abbattere è il M5S... gli altri due (Pd e Pdl) non gradiscono interferenze nei loro affari che, per carità, saranno pure leciti e legittimi, ma hanno portato il paese alla rovina. E questo lo capiscono anche i bambini scimuniti.
Più che la vittoria dell'altro, i due temono grandemente la vittoria di Grillo... Sarebbe la loro fine e quella dei loro scherani.
Sicché tutti a sparargli contro... con cartucce di vario calibro... da postazioni diverse.
L'obiettivo?
Ritornare al solito tranquillizzante schema: di la il magnate, pedofilo, corrotto e screditato... e di qua i comunisti.
La stessa musica degli ultimi vent'anni che Grillo vorrebbe poter cambiare... Per questo gli sparano tutti addosso...
Hanno detto che il movimento 5 stelle è stato il risultato della disaffezione degli italiani verso la politica... il frutto amaro della protesta, destinato a marcire ed avvizzire nel tempo in cui i frutti marciscono ed avvizziscono...
Hanno voluto, anche stavolta, dire agli italiani che tutto resterà com'era, anche dopo Grillo ed i grillini...
Il M5S è stato dipinto come un movimento qualunquista di protesta, i cui elettori appartengono alle classi meno istruite della società; disadattati senza arte ne parte... Come a dire a chi l'ha votato: "ti sei associato al voto degli ignoranti"...
Eppure nel recente libro "Un salto nel voto" di Ilvo Diamanti (uno dei massimi politologi italiani), la segmentazione degli elettori per partito, fornisce un'immagine completamente diversa:
Livello d'istruzione degli elettori dei vari partiti  
 BassoMedioAltoTotale Da 1 a 9
Pd36,7%23,4%24,1%25,4% 4,4
Pdl23,7%25,7%17,4%17,7% 4,6
M5S15,5%28,3%25,9%25,3% 5,6
Gli elettori del M5S sono, di gran lunga, i più istruiti... e quelli del Pd sono i meno istruiti (il Pdl è solo leggermente meglio)...
Pd e Pdl, dunque, raccolgono il voto degli italiani meno "colti"... e, però, accusano il M5S di essere ciò che loro sono...
Non è straordinariamente italiano?
Non solo... osservate la tabella sotto...
Percentuale elettori per fascia d'età     
 18-2930-4445-5455-64oltre 65Totale Età media
Pd17,1%14,8%23,6%31,7%37,0%25,4% 53,8
Pdl13,4%23,8%20,5%17,7%26,6%21,6% 50,9
M5S31,6%36,2%30,6%25,3%9,0%25,6% 43,4
Gli elettori del M5S sono, mediamente, i più giovani (oltre 10 anni in meno di quelli del Pd e oltre 7 in meno del Pdl) e, quindi, rappresentano il "futuro" di questo paese... mentre gli altri due partiti raccolgono il voto dei più anziani...
Pd e Pdl, dunque, sono votati dagli italiani meno istruiti e più vecchi...
Dove, quindi, sta la parte migliore dell'Italia: con quei due partiti di "inciucioni" che hanno rovinato il paese, oppure con il nuovo M5S che si propone come la soluzione?
Stiamo esaminando numeri e fatti... lasciando da parte le opinioni da Bar Mokambo...
Che proiezione possiamo fare a 10 da oggi, quando molti elettori che oggi hanno più di 65 anni non voteranno più?
Percentuale elettori per fascia d'età        
 18-2930-4445-5455-64oltre 65Totale Età media Previsione a 10 anni 
Pd17,1%14,8%23,6%31,7%37,0%25,4% 53,8 23,1% 
Pdl13,4%23,8%20,5%17,7%26,6%21,6% 50,9 20,6% 
M5S31,6%36,2%30,6%25,3%9,0%25,6% 43,4 28,9% 
Il M5S che ha gli elettori più giovani guadagnerà oltre 3 punti, mentre gli altri partiti (che hanno gli elettori più vecchi) arretreranno... E non è un'opinione, ma matematica...
Non solo: se gli elettori del M5S sono di gran lunga i più istruiti e quelli degli altri partiti i meno colti (non è un'offesa per nessuno, ma la semplice constatazione dei risultati elettorali) chi è destinato a guadagnare altri consensi in un paese che ha bisogno di diventare sempre più istruito per reggere la concorrenza dei nuovi paesi emergenti?
Capite cosa sto dicendo?
Pd e Pdl sanno che la loro stella sta tramontando e, invece di aprirsi ai nuovi bisogno dell'Italia, cercano di "svilire" l'immagine dell'unico movimento politico che può traghettare il paese oltre le secche in cui quei due l'hanno condotto...
Accetto le critiche di tutti coloro che vorranno criticarmi... purché siano motivate da numeri e fatti che smentiscano quelli qui presentati... Non accetto le opinioni ad minchiam...
Quelle le lascio a chi, d'abitudine, non capisce neanche le stesse cose che lui dice...

di G. Migliorino