21 maggio 2007

I sintomi e la Respons-Abilità


L’atteggiamento del mondo di oggi è quello di sopprimere il sintomo e pensare così di aver risolto il problema.
Hai mal di schiena? Mal di stomaco? Che problema c’è! prendi un antidolorifico e ti passatutto, sopprimo il sintomo e non curo la causa. Un organo funziona male, fegato, cuore, rene ecc.? nessun problema oggi si cambia in quattroequattrotto e tutto ricomincia da capo; hai il cancro? Si sterminano le cellule, tra cui moltissime sane, e si va avanti ancora per un po’.
In politica accade lo stesso, ho la situazione del debito e della spesa pubblica incontrollata?Che ci vuole, basta aumentare le tasse e ridurre i servizi e in un batter di ciglia si rientra nei parametri. Ho più criminalità e disagio sociale? Aumento le forze dell’ordine e la repressione.
Anche noi nella nostra vita quotidiana facciamo lo stesso. Non sopportiamo il disagio e allora cerchiamo di porre rimedio cambiando quello che ci sembra l’elemento dissonante, moglie, marito, televisore, amante, macchina. Chissà come mai, dopo un po’ tutto si ripresenta anche in modo più pesante: la malattia, il debito, la spesa, il disagio sociale, l’insoddisfazione ed il tormento interiore e continuiamo a sopprimere questi fastidiosi con dosi sempre più massicce di medicine, tasse, polizia, repressione e nuove donne nuovi uomini, televisori sempre più grandi, per le macchine non vi preoccupate che ci pensa il governo che per risanare la Fiat di Agnelli e delle banche, impone di rottamare auto seminuove perché “inquinano” (!!!). Ma non sarebbe più semplice pensare a sanare la causa?
Certo sarebbe più efficace, ma non è detto che sia una cosa semplice. Perché? La risposta è in una parola: responsabilità. Noi, i nostri medici, la nostra società, i nostri politici, la nostra economia, rispecchiano esattamente quello noi siamo in questo momento storico. Una delle caratteristiche di chi non vuole assumere su di se alcuna responsabilità è quella di dare sempre la colpa all’esterno e la cosa più immediata, ma purtroppo solo temporanea, è di sopprimere quello che ai nostri occhi appare come la causa, ma che a ben vedere è solo il sintomo.
Secondo alcune teorie sempre più accettate anche dal mondo occidentale, non dobbiamo considerare il nostro corpo scisso dal nostro mondo interiore. In questo modo potremo capire che tutte le malattie hanno origine da un malessere che prima della sua manifestazione fisica è interiore: la paura ad esempio è causa del mal di stomaco e della troppa acidità, i problemi di cuore sono lo specchio della nostra chiusura verso la manifestazione delle emozioni e dei sentimenti, il mal di schiena ha origine nel nostro timore di non poter far fronte economicamente alle sfide del futuro, mentre il tanto “odiato” cancro non è altro che l’odio e la rabbia che inconsciamente riversiamo dentro il nostro corpo.
A questo punto diventa chiaro che se una persona è malata, deve sì andare dal medico per curare il sintomo nel corpo, ma deve anche lavorare per guarire il suo malessere interiore, la causa della manifestazione esteriore. Proseguendo il discorso nella politica e nell’economia, abbiamo politici completamente deresponsabilizzati che combinano guai, su guai. Uno accusa l’altro e piano piano destra e sinistra si avvicinano paurosamente facendo perdere ogni identificazione ideologica, Fini e Bertinotti che danno vita al mostro “Finotti” o Prodi e Berlusconi che diventano “Prodoni”.
Alternandosi, ma essendo sostanzialmente uguali, impediscono che qualcosa cambi. La responsabilità in questo caso sarebbe non votare più né l’uno né l’altro perché a grandi passi ci portano sempre di più al punto di non ritorno. Togliere loro pacificamente il consenso e tornare ad occuparsi della cosa pubblica in prima persona, cominciando dal territorio in cui si vive, significa essere abili nel dare risposte, in altre parole respons-abili.
La respons-abilità sarebbe non bere più le bugie che quotidianamente ci propinano dalla grancassa mediatica e cominciare a capire che la causa del nostro paese, della nostra economia risiede nel modo di emissione del denaro, che genera un debito enorme e che non potrà mai essere ripianato, qualsiasi sforzo si metta in atto. Respons-abilità sarebbe capire che questa moneta è la causa del disagio sociale che stiamo vivendo, che porta le persone all’esasperazione, al suicidio, alla malattia e capire che fino a quando non la toglieremo dalla nostra vita non ci saranno forze di polizia, medici sufficienti per arginare i poveri, i malati, gli scontenti, gli arrabbiati.Se ci pensiamo bene responsabilità non è altro che non farsi trascinare dalla corrente, ma rimboccarsi le maniche e lavorare al futuro di tutti, ognuno per quello che sa fare. Il meccanismo della delega è diventato solo delega di potere che più si va avanti, più ci toglie la capacità di capire, scegliere della nostra vita.
Qualcuno potrà dire: ma che centra questo con un sito che analizza l’economia? Purtroppo, al punto in cui siamo, ogni cosa è interdipendente, per cui se vogliamo risolvere i problemi economici, della sanità, dell’ordine pubblico dobbiamo necessariamente ripartire da noi stessi o il conto che ci presenterà l’oste, questa volta sarà salatissimo.

2 commenti:

Zret ha detto...

Condivido in toto. Ciao!

Leon ha detto...

ciao zret,
ti seguo,
sei il mio "maestro".
un saluto

21 maggio 2007

I sintomi e la Respons-Abilità


L’atteggiamento del mondo di oggi è quello di sopprimere il sintomo e pensare così di aver risolto il problema.
Hai mal di schiena? Mal di stomaco? Che problema c’è! prendi un antidolorifico e ti passatutto, sopprimo il sintomo e non curo la causa. Un organo funziona male, fegato, cuore, rene ecc.? nessun problema oggi si cambia in quattroequattrotto e tutto ricomincia da capo; hai il cancro? Si sterminano le cellule, tra cui moltissime sane, e si va avanti ancora per un po’.
In politica accade lo stesso, ho la situazione del debito e della spesa pubblica incontrollata?Che ci vuole, basta aumentare le tasse e ridurre i servizi e in un batter di ciglia si rientra nei parametri. Ho più criminalità e disagio sociale? Aumento le forze dell’ordine e la repressione.
Anche noi nella nostra vita quotidiana facciamo lo stesso. Non sopportiamo il disagio e allora cerchiamo di porre rimedio cambiando quello che ci sembra l’elemento dissonante, moglie, marito, televisore, amante, macchina. Chissà come mai, dopo un po’ tutto si ripresenta anche in modo più pesante: la malattia, il debito, la spesa, il disagio sociale, l’insoddisfazione ed il tormento interiore e continuiamo a sopprimere questi fastidiosi con dosi sempre più massicce di medicine, tasse, polizia, repressione e nuove donne nuovi uomini, televisori sempre più grandi, per le macchine non vi preoccupate che ci pensa il governo che per risanare la Fiat di Agnelli e delle banche, impone di rottamare auto seminuove perché “inquinano” (!!!). Ma non sarebbe più semplice pensare a sanare la causa?
Certo sarebbe più efficace, ma non è detto che sia una cosa semplice. Perché? La risposta è in una parola: responsabilità. Noi, i nostri medici, la nostra società, i nostri politici, la nostra economia, rispecchiano esattamente quello noi siamo in questo momento storico. Una delle caratteristiche di chi non vuole assumere su di se alcuna responsabilità è quella di dare sempre la colpa all’esterno e la cosa più immediata, ma purtroppo solo temporanea, è di sopprimere quello che ai nostri occhi appare come la causa, ma che a ben vedere è solo il sintomo.
Secondo alcune teorie sempre più accettate anche dal mondo occidentale, non dobbiamo considerare il nostro corpo scisso dal nostro mondo interiore. In questo modo potremo capire che tutte le malattie hanno origine da un malessere che prima della sua manifestazione fisica è interiore: la paura ad esempio è causa del mal di stomaco e della troppa acidità, i problemi di cuore sono lo specchio della nostra chiusura verso la manifestazione delle emozioni e dei sentimenti, il mal di schiena ha origine nel nostro timore di non poter far fronte economicamente alle sfide del futuro, mentre il tanto “odiato” cancro non è altro che l’odio e la rabbia che inconsciamente riversiamo dentro il nostro corpo.
A questo punto diventa chiaro che se una persona è malata, deve sì andare dal medico per curare il sintomo nel corpo, ma deve anche lavorare per guarire il suo malessere interiore, la causa della manifestazione esteriore. Proseguendo il discorso nella politica e nell’economia, abbiamo politici completamente deresponsabilizzati che combinano guai, su guai. Uno accusa l’altro e piano piano destra e sinistra si avvicinano paurosamente facendo perdere ogni identificazione ideologica, Fini e Bertinotti che danno vita al mostro “Finotti” o Prodi e Berlusconi che diventano “Prodoni”.
Alternandosi, ma essendo sostanzialmente uguali, impediscono che qualcosa cambi. La responsabilità in questo caso sarebbe non votare più né l’uno né l’altro perché a grandi passi ci portano sempre di più al punto di non ritorno. Togliere loro pacificamente il consenso e tornare ad occuparsi della cosa pubblica in prima persona, cominciando dal territorio in cui si vive, significa essere abili nel dare risposte, in altre parole respons-abili.
La respons-abilità sarebbe non bere più le bugie che quotidianamente ci propinano dalla grancassa mediatica e cominciare a capire che la causa del nostro paese, della nostra economia risiede nel modo di emissione del denaro, che genera un debito enorme e che non potrà mai essere ripianato, qualsiasi sforzo si metta in atto. Respons-abilità sarebbe capire che questa moneta è la causa del disagio sociale che stiamo vivendo, che porta le persone all’esasperazione, al suicidio, alla malattia e capire che fino a quando non la toglieremo dalla nostra vita non ci saranno forze di polizia, medici sufficienti per arginare i poveri, i malati, gli scontenti, gli arrabbiati.Se ci pensiamo bene responsabilità non è altro che non farsi trascinare dalla corrente, ma rimboccarsi le maniche e lavorare al futuro di tutti, ognuno per quello che sa fare. Il meccanismo della delega è diventato solo delega di potere che più si va avanti, più ci toglie la capacità di capire, scegliere della nostra vita.
Qualcuno potrà dire: ma che centra questo con un sito che analizza l’economia? Purtroppo, al punto in cui siamo, ogni cosa è interdipendente, per cui se vogliamo risolvere i problemi economici, della sanità, dell’ordine pubblico dobbiamo necessariamente ripartire da noi stessi o il conto che ci presenterà l’oste, questa volta sarà salatissimo.

2 commenti:

Zret ha detto...

Condivido in toto. Ciao!

Leon ha detto...

ciao zret,
ti seguo,
sei il mio "maestro".
un saluto