08 marzo 2008

Una crisi bancaria che non si nasconde più.



La Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), l’Agenzia federale americana per l’assicurazione dei depositi, solitamente si premura di essere il più ottimista possibile nei suoi rapporti trimestrali. Nell’ultima edizione, però, non ce l’ha fatta ad evitare i toni cupi.

Non ci sono solo i toni ma anche i fatti: la FDIC ha ampliato l’organico della sua Divisione Contenziosi e Commissariamenti in vista dell’ondata di fallimenti bancari e sul suo sito web fa sapere che cerca collaboratori con esperienza “attinente alla chiusura di istituti finanziari”.

Nel Profilo Bancario del quarto trimestre 2007 la FDIC passa in rassegna i risultati finanziari degli istituti che essa garantisce. Da una parte si legge “Le entrate nette trimestrali si riducono al minimo da 16 anni”; da un’altra: “Uno dei quattro grandi istituti ha perso denaro nel quarto trimestre”. Il profitto trimestrale registrato dalle banche si limita a 5,8 miliardi di dollari, il più basso dal 1991, ed è una riduzione dell’84% rispetto ai 35 miliardi registrati nel quarto trimestre del 2006. Per tutto il 2007, la banche registrano profitti per 105 miliardi, il 27% in meno rispetto al 2006, quando furono 145 miliardi.

I crediti in arretrato di oltre 90 giorni sono saliti a 27 miliardi, pari al 33%, negli ultimi tre mesi dell’anno. Si tratta della più alta impennata percentuale registrata da quando la FDIC raccoglie questi dati. Altrettanto rapida è l’impennata dei debiti non riscuotibili, le sofferenze. Tutte insieme, le banche hanno aggiunto 15 miliardi agli accantonamenti perdite e ciononostante il livello degli accantonamenti è sceso a 93 centesimi per ogni dollaro di credito in arretrato. E’ la prima volta dal 1993 che i crediti in arretrato di oltre 90 giorni superano le riserve.

È anche degno di nota il fatto che il volume dei derivati registrato dalle banche sia sceso da 173 a 165 mila miliardi tra settembre e fine anno. Complessivamente, nel 2007 i derivati sono aumentati del 25% rispetto al 2006. Non è la prima volta che si registra una diminuzione trimestrale, ma in ogni caso si tratta della più cospicua. Essa ammonta al 5% ed è superata soltanto da quella del 12% verificatasi nel quarto trimestre 2001, come conseguenza dell’11 settembre. Se anche i mercati dei derivati tirano i remi in barca, vuol dire che la tempesta che le banche si trovano ad affrontare è ben più grave di quanto si voglia ammettere.

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08 marzo 2008

Una crisi bancaria che non si nasconde più.



La Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), l’Agenzia federale americana per l’assicurazione dei depositi, solitamente si premura di essere il più ottimista possibile nei suoi rapporti trimestrali. Nell’ultima edizione, però, non ce l’ha fatta ad evitare i toni cupi.

Non ci sono solo i toni ma anche i fatti: la FDIC ha ampliato l’organico della sua Divisione Contenziosi e Commissariamenti in vista dell’ondata di fallimenti bancari e sul suo sito web fa sapere che cerca collaboratori con esperienza “attinente alla chiusura di istituti finanziari”.

Nel Profilo Bancario del quarto trimestre 2007 la FDIC passa in rassegna i risultati finanziari degli istituti che essa garantisce. Da una parte si legge “Le entrate nette trimestrali si riducono al minimo da 16 anni”; da un’altra: “Uno dei quattro grandi istituti ha perso denaro nel quarto trimestre”. Il profitto trimestrale registrato dalle banche si limita a 5,8 miliardi di dollari, il più basso dal 1991, ed è una riduzione dell’84% rispetto ai 35 miliardi registrati nel quarto trimestre del 2006. Per tutto il 2007, la banche registrano profitti per 105 miliardi, il 27% in meno rispetto al 2006, quando furono 145 miliardi.

I crediti in arretrato di oltre 90 giorni sono saliti a 27 miliardi, pari al 33%, negli ultimi tre mesi dell’anno. Si tratta della più alta impennata percentuale registrata da quando la FDIC raccoglie questi dati. Altrettanto rapida è l’impennata dei debiti non riscuotibili, le sofferenze. Tutte insieme, le banche hanno aggiunto 15 miliardi agli accantonamenti perdite e ciononostante il livello degli accantonamenti è sceso a 93 centesimi per ogni dollaro di credito in arretrato. E’ la prima volta dal 1993 che i crediti in arretrato di oltre 90 giorni superano le riserve.

È anche degno di nota il fatto che il volume dei derivati registrato dalle banche sia sceso da 173 a 165 mila miliardi tra settembre e fine anno. Complessivamente, nel 2007 i derivati sono aumentati del 25% rispetto al 2006. Non è la prima volta che si registra una diminuzione trimestrale, ma in ogni caso si tratta della più cospicua. Essa ammonta al 5% ed è superata soltanto da quella del 12% verificatasi nel quarto trimestre 2001, come conseguenza dell’11 settembre. Se anche i mercati dei derivati tirano i remi in barca, vuol dire che la tempesta che le banche si trovano ad affrontare è ben più grave di quanto si voglia ammettere.

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