17 settembre 2007

La speculazione delle banche a carico dei c\c


Le banche negli ultimi tempi hanno macinato utili spaventosi. Le loro fusioni solo per una sorta di accaparramento clienti. Non tutti sanno dei metodi sempre più sofisticati e truffaldini operati da gestori di banche o superbanche.

Il come, l'ha spiegato su «Libero Mercato» Andrea Consoli, un imprenditore che dai derivati è stato rovinato.
Non che lui abbia chiesto alla banca di comprargli dei derivati.
No, lui voleva solo un ampliamento del fido di 100 mila euro, non poi tanto per un'azienda come la sua, con 25 dipendenti e 3,5 milioni di euro di fatturato.
La risposta delle banche con cui lavora - Intesa San Paolo e Unicredit - è stata picche.
«La direzione Unicredit ci chiede performances più alte», ha risposto un funzionario, «ed oggi i risultati non si fanno con gli interessi passivi che i clienti pagano sui prestiti concessi, ma con strumenti finanziari diversi. Ma se voi collaborate all'aumento dei nostri risultati, vi lasciamo sforare dal fido in essere».
E come collaborare?
«Potremmo aprire un prestito vincolato di una certa somma che in realtà voi non riceverete e quindi non dovrete restituirci. In cambio vi lasceremo sconfinare oltre il vostro fido».
Non c'è altro da fare.
L'imprenditore si trova ad accettare, firmando documenti, un prestito fittizio («Che non dovrete restituirci») pari a un milione di yen.
Perchè yen, se i miei clienti sono italiani, anzi concittadini?
L'imprenditore non se lo chiede.
Evidentemente, Unicredit sta facendo «carry trade»: compra yen a tasso zero, e li investe in tassi alti in Europa.
Ma non lo fa a proprio rischio: obbliga una impresa ignara ad accollarselo.
Quanto alla concessione di sforare, non è un regalo: sul fido il cliente paga il 9%, sugli sforamenti il 13,50%.
Un affare aggiuntivo.
Passa il tempo.
Di colpo, le altre banche con cui l'azienda lavora gli ingiungono il rientro: il suo indebitamento è eccessivo rispetto al giro d'affari.
E difatti, il peso degli oneri finanziari dell'azienda prima sana è salito a 85 mila euro d'interessi. Di cui 35 mila sono gli interessi sul prestito in yen, mai ricevuto, mai utilizzato e non utilizzabile.
Nulla di grave, risponde il funzionario Unicredit: le offriamo un prestito semestrale di 75 mila euro, rinnovabile, con cui potrà chiudere i conti presso le altre banche.
C'è una sola, piccola condizione: acquisti uno strumento finanziario «piuttosto conveniente», sempre per aiutare la banca a fare i risultati «veri» chiesti dalla sede centrale.
Lo strumento finanziario conveniente è un derivato, una scommessa sul cambio euro-dollaro: inutile per il cliente, che non esporta e quindi non ha rischi di cambio.
Appunto, risponde il funzionario: alla peggio, il derivato per lei è ininfluente, alla meglio ci guadagna anche lei.
«Oggi anche le aziende medie si affacciano, contestualmente alla loro attività, sui mercati finanziari».
Ancora una volta, l'imprenditore deve accettare.
Compra il derivato.
Solo più tardi si accorgerà che «quando sottoscrivi un derivato, contestualmente sottoscrivi (spesso senza saperlo) il prestito per accedere al derivato, la parte chiamata 'il nominale'».
Nel caso dell'imprenditore, il nominale era 500 mila dollari.
La banca che non gli ha ampliato un fido di 100 mila euro (troppo rischioso), ora lo ha esposto per mezzo milione di dollari.
Su questo prestito, il cliente paga interessi passivi «da vertigini», schiacciato dall'effetto-leva tipico della strumento «piuttosto conveniente».
Ancora una volta, la banca speculava sulla finanza creativa, ma a spese del cliente produttivo.
Non è il caso di raccontare il resto.
Le altre offerte di salvataggio avanzate da Unicredit a favore dell'impresa che Unicredit ha rovinato: messa l'azienda sotto un consorzio «di garanzia» di perfetti sconosciuti (trovati dalla banca), l'offerta di un altro derivato (stavolta da un milione di euro), la richiesta di sempre nuove garanzie per le quali l'imprenditore ha ipotecato la casa di proprietà...
Tutto inutile, perchè le spese bancarie, commissioni e interessi passivi hanno mangiato tutto, tutto.
Fino al giorno in cui un bancario arriva nel negozio e, di fronte ai clienti, gli urla di pagare sull'unghia 5 mila euro, un assegno passivo emesso sul conto corrente.
Ma il conto corrente non aveva un attivo di 20 mila euro?

Non più: la banca l'aveva prosciugato qualche ora prima, per pagarsi le competenze sue e gli interessi del famoso derivato.
Un derivato che non aveva venduto, nonostante l'ordine del cliente.
Il quale scopre altro: per esempio di avere quattro conti anzichè i due che sapeva, evidentemente su cui la banca faceva operazioni a suo nome, e a sua insaputa.
Ora, la vittima ha portato i libri in tribunale.
Fallito: 25 dipendenti sul lastrico.
Un'azienda sana strangolata da Unicredit.
Con i metodi che l'imprenditore descrive.
Se ha detto la verità, questi metodi sono una intera biblioteca di delitti, crimini penali e civili evidenti: patto leonino, truffa, usura, falsi...
In altri Paesi, un magistrato avrebbe già aperto una pratica contro Alessandro Profumo e i suoi complici, lo ridurrebbe alla condizione di galeotto come è accaduto in USA ai mascalzoni di Enron, suoi pari.
Ma in Italia, queste denunce cadono nel vuoto.
Non c'è un giudice a Verona, sede di Unicredit.
Profumo, Geronzi, Bazoli, i nostri splendidi banchieri, sono ammanicati con la Casta, protetti dalla Casta, parte di essa.
Hanno speculato sui derivati, ma non ci hanno perso niente.
Hanno fatto perdere non si sa quante piccole imprese che andavano bene, che i derivati nemmeno sapevano cosa fossero, e non ne avevano bisogno.
Vedete: qui non c'è «l'alta moralità della mano invisibile».
Qui ci sono zampini e zamponi che ti derubano, ti spogliano e ti mandano in fallimento in due modi: con le tasse e con l'usura truffaldina.
Ma l'entità è la stessa, ed una sola.
Qui, il nostro '29 non somiglierà a quello inglese.

13 settembre 2007

I Goiym e i Protocolli dei Savi Anziani di Sion



Pubblicati la prima volta sul Times di Londra l'8 maggio 1920, esso dava un largo sunto dei "Protocolli dei Savi Anziani di Sion", annunziando che questi furono pubblicati in Russia a Tsarkoye Sielo nel 1905 e che la biblioteca del British Museum ne possedeva una copia autografa col timbro di entrata del 10 agosto 1906, n. 3926 d 17. Una grave questione si è dibattuta e si dibatte tutt'ora sull'autenticità dei Protocolli. Non voglio dissimularla, sia per omaggio alla verità, sia perché i poco scrupolosi non ne abusino. Anzi eviterei di voler risolvere la questione nel senso formale, e d'altronde la discussione è troppo lunga e complessa perché qui possa riprodurla, tanto più che vi sono sempre convinti sostenitori d'ambo le parti. In ogni caso lascio all'intelligenza ed alla coscienza di ognuno chiedersi almeno come sia stato possibile che 101 anni fa fu redatto un documento simile che ad oggi risulta più vero che mai. Potere della profezia ispirata o progetto politico mirato?
Quelli che seguono sono alcuni stralci che prego il lettore di leggere e meditare attentamente.
"Il grosso della plebe, non iniziata ed ignorante, assieme a coloro che sono sorti e saliti da essa, vengono avviluppati in dissensi di partito, che rendono impossibile qualsiasi accordo anche sulla base di argomenti sani e convincenti. Ogni decisione della massa dipende da una maggioranza casuale o predisposta la quale, nella sua totale ignoranza dei misteri politici, approva risoluzioni assurde, seminando in questo modo i germi dell'anarchia. La politica non ha niente in comune con la morale; un sovrano che si lascia guidare dalla morale non è un accorto politico, conseguentemente non è sicuramente assiso sul trono. Chi vuol regnare deve ricorrere all'astuzia ed all'ipocrisia. L'onestà e la sincerità, grandi qualità umane, diventano vizi in politica." (Prot. I)
"Sceglieremo fra il pubblico, amministratori che abbiano tendenze servili. Essi non avranno esperienza dell'arte di governare, e perciò saranno facilmente trasformati in altrettante pedine del nostro giuoco; pedine che saranno nelle mani dei nostri astuti ed eruditi consiglieri (oggi chiamati anche consulenti o esperti - ndr), specialmente educati fino dall'infanzia nell'arte di governare il mondo". (Prot. I)
"Per indurre gli amanti del potere a fare cattivo uso dei loro diritti, aizzammo tutte le Potenze, le une contro le altre, incoraggiandone le tendenze liberali verso l'indipendenza. Abbiamo fomentato ogni impresa in questo senso, ponendo così delle armi formidabili nelle mani di tutti i partiti, e abbiamo fatto sì che il potere fosse la mèta di ogni ambizione. I governi li abbiamo trasformati in arene dove si combattono le guerre di partito. Fra poco il disordine ed il fallimento appariranno ovunque. Chiacchieroni irrefrenabili trasformano le assemblee parlamentari ed amministrative in riunioni di controversia. Giornalisti audaci, e sfacciati scrittori di opuscoli, attaccano continuamente i poteri amministrativi. L'abuso del potere preparerà definitivamente il crollo di tutte le istituzioni e tutto cadrà sotto i colpi della popolazione inferocita". (Prot. III)
"L'intensificazione di missioni militari, nonché l'aumento della polizia sono pure essenziali alla riuscita dei nostri progetti. Per noi è essenziale aggiustare le cose in modo, che oltre noi, in tutti i paesi non ci sia altro che un enorme proletariato, cioè altrettanti soldati e poliziotti fedeli alla nostra causa. In tutta l'Europa, e con l'aiuto dell'Europa, sugli altri continenti dobbiamo fomentare sedizioni, dissensi e ostilità reciproche. In questo si ha un doppio vantaggio: in primo luogo, con tali mezzi otteniamo il rispetto di tutti i paesi, i quali si rendono ben conto che abbiamo il potere di suscitare qualunque rivolta a piacer nostro, ed in secondo luogo quello di ristabilire l'ordine come e quando da noi desiderato". (Prot. VII)
Non faccio ulteriori commenti o parallelismi con situazioni politiche passate e attuali, anche perchè lo spazio non lo consente, ma credo che sia sotto gli occhi di tutti quanto sopra detto sia oggi più verace che mai. Nessuno può negare che un programma reso pubblico nel 1905 abbia oggi il suo pieno, stupefacente, spaventoso e terribile adempimento, e non solo in genere ma in molti punti particolari.
Forse ecco il perchè le politiche nazionali risultano insufficienti e inefficaci donandoci ogni giorno lo spettacolo quotidiano di cui tutti sono stufi, ma su cui "pennaroli" audaci e sfacciati vivono traendone denari. Vediamo una grande troupe in scena, di consapevoli o inconsapevoli egosite marionette al servizio di loro stessi e della ELITE che li usa.
Le masse tollerano da parte dei loro attuali dittatori, presidenti dei consigli e Ministri, degli abusi per il più piccolo dei quali avrebbero ucciso cento re. Come si spiega questo stato di cose? Perché le masse sono tanto illogiche nel farsi un concetto degli avvenimenti? La ragione è che i despoti persuadono il popolo, per mezzo dei loro agenti, che l'abuso del potere con evidente danno allo Stato (o Popolo – ndr) è compiuto per uno scopo elevato, vale a dire per ottenere la prosperità della popolazione e per l'amore della fratellanza internazionale, dell'unione e dell'eguaglianza. Si capisce che questi agenti non dicono al popolo, che tale unificazione può essere ottenuta soltanto sotto il nostro dominio; di modo che vediamo la popolazione condannare gl'innocenti ed assolvere i colpevoli, convinta che potrà sempre fare ciò che le pare e piace. La plebe, data questa sua condizione mentale, distrugge tutto ciò che è stabile e crea lo scompiglio ovunque. (Prot. III)
Ci diranno che il genere di potere assoluto che suggerisco non si confà col progresso attuale della civiltà, ma vi dimostrerò, invece, che è proprio vero il contrario. Allorquando i popoli consideravano i loro sovrani come l'espressione della volontà di Dio, si sottomettevano tranquillamente al dispotismo dei loro monarchi. Ma dal giorno in cui infondemmo nelle popolazioni il concetto dei loro diritti, esse cominciarono a considerare i Re come semplici mortali. Al cospetto della plebe la Santa unzione cadde dal capo dei monarchi, e quando ad essa togliemmo anche la religione, il potere fu gettato sulla via come pubblica proprietà e venne afferrato da noi. Oltre a ciò, fra le nostre doti amministrative contiamo quella di saper governare le masse e gl'individui per mezzo di fraseologie astute, di teorie confezionate furbamente, di regole di vita e di ogni altro mezzo d'inganno allettante. Tutte queste teorie, che i Goiym non comprendono affatto, sono basate sull'analisi e sull'osservazione unite ad una così sapiente argomentazione, che non trova l'uguale fra i nostri rivali, così come essi non possono competere con noi nella costruzione di piani di azione politica. (Prot. V)
Il liberalismo fece nascere i governi costituzionali, che sostituirono la monarchia, l'unica forma sana di governo dei Goiym. La forma costituzionale, come ben sapete, non è altro che una scuola di dissensioni, disaccordi, contese e inutili agitazioni di partito: in breve, essa è la scuola di tutto ciò che indebolisce l'efficienza del governo. La tribuna, come pure la stampa, hanno contribuito a rendere i sovrani deboli ed inattivi, rendendoli in tal modo inutili e superflui; ed è per questo motivo che in molti paesi vennero destituiti.
Allora l'istituzione dell'era repubblicana diventò possibile, ed al posto del Sovrano mettemmo una caricatura del medesimo nella persona di un presidente, che scegliemmo nella ciurmaglia, fra le nostre creature e i nostri schiavi. Così minammo i Goiym, o piuttosto, le nazioni dei Goiym.
In un prossimo futuro faremo del presidente un agente responsabile. Allora non avremo più scrupoli a mettere arditamente in esecuzione i nostri piani, per i quali sarà tenuto responsabile il nostro "fantoccio". Cosa c'importa se le fila dei cacciatori d'impieghi s'indeboliscono; se l'impossibilità di trovare un presidente genera delle confusioni che indeboliranno, in definitiva, il Paese?
Per ottenere questi risultati predisporremo le cose in modo che siano eletti alla carica presidenziale individui bacati, che abbiano nel loro passato un qualche grande scandalo, o qualche altra transazione losca e segreta. Un presidente di tale specie sarà un fedele esecutore dei nostri piani, perché temerà di essere denunziato, e sarà sotto l'influenza di questa paura la quale si impadronirà di colui il quale, salito al potere, è ansioso di conservarsi i privilegi e gli onori inerenti alla sua alta carica. (Quante analogie tra i vari Berlusconi, Bush, Blair, ecc.? - ndr) Il Parlamento eleggerà, proteggerà e metterà al coperto il presidente, ma noi toglieremo al Parlamento la facoltà di introdurre nuove leggi, nonché di mutare le esistenti.
Questo potere lo conferiremo ad un presidente responsabile, il quale sarà una semplice marionetta nelle nostre mani. Così il potere presidenziale diventerà un bersaglio esposto ad attacchi di vario genere, ma noi gli daremo dei mezzi di difesa conferendogli il diritto di appellarsi al popolo direttamente, al disopra dei rappresentanti della nazione, vale a dire, di appellarsi a quel popolo che è nostro schiavo cieco: alla maggioranza della plebe.
Inoltre, daremo al presidente la facoltà di proclamare la legge marziale. Spiegheremo questa prerogativa col fatto, che il presidente, essendo il capo dell'esercito, deve averlo ai suoi comandi per proteggere la nuova costituzione repubblicana, essendo questa protezione un dovere per il rappresentante responsabile della repubblica. (Non è cosi in USA e molti paesi? - ndr). Naturalmente, in simili condizioni, la chiave della situazione recondita sarà nelle nostre mani, e nessuno all'infuori di noi controllerà la legislazione. Inoltre, quando introdurremo la nuova costituzione repubblicana, col pretesto della segretezza di Stato toglieremo al Parlamento il diritto di discutere l'opportunità delle misure prese dal governo in momenti cruciali. Con questa nuova costituzione ridurremo al minimo il numero dei rappresentanti la nazione, diminuendo così di altrettanto le passioni politiche, e la passione per la politica. Se malgrado ciò questi rappresentanti diventassero ricalcitranti, li sostituiremo appellandoci alla nazione. Il Presidente avrà la facoltà di nominare il presidente ed il vice presidente della Camera dei deputati e del Senato.
“Abbiamo al nostro servizio individui di tutte le opinioni e di tutti i partiti: uomini che desiderano ristabilire le monarchie, socialisti, comunisti e tutti coloro che aderiscono ad ogni genere di utopie. Tutti costoro sono aggiogati al nostro carro. Ciascuno di essi mina, a modo proprio, i residui del potere cercando di distruggere le leggi tuttora esistenti. Con questi procedimenti tutti i governi sono tormentati, urlano tranquillità e, per amor di pace, sono disposti a qualunque sacrificio. Ma noi negheremo ad essi tranquillità e pace finché non riconosceranno umilmente il nostro super-governo internazionale”. (Prot. IX)
Abbiamo al nostro servizio individui di tutte le opinioni e di tutti i partiti: uomini che desiderano ristabilire le monarchie, socialisti, comunisti e tutti coloro che aderiscono ad ogni genere di utopie. Tutti costoro sono aggiogati al nostro carro. Ciascuno di essi mina, a modo proprio, i residui del potere cercando di distruggere le leggi tuttora esistenti. Con questi procedimenti tutti i governi sono tormentati, urlano tranquillità e, per amor di pace, sono disposti a qualunque sacrificio. Ma noi negheremo ad essi tranquillità e pace finché non riconosceranno umilmente il nostro super-governo internazionale”. (Prot. IX)
Possibile che 101 anni fa avevano programmato la nostra vita politica attuale? E Grillo uomo consapevole o meno nelle mani di costoro cosa potrà fare in seguito? Siamo pronti a capire davvero il mondo e l'Universo ?

Fonti: Bojs

12 settembre 2007

L'Antipolitica è al Parlamento


Una generazione di vecchi siede in Parlamento con saccenteria e, un movimento di persone senza bandiere senza ideologie estremistiche lo ha reso inutile ma, al tempo stesso ha riacceso la speranza per un futuro e, un mondo Migliore.
Le alternative sono o, loro fanno quella che i cittadini sovrani vogliono oppure saranno schiavi (come lo sono adesso) e capri espiatori di qualcosa che annunci la loro ritirata.
Solo quelli che hanno snobbato l'avvenimento si sono appostati sull'altra sponda e, aspettano il nemico.
Nel frattempo Beppe Grillo ringrazia tutti i partecipanti e, pensa al domani. Penserà anche per noi? Sicuramente non ha una azienda o banca da difendere ma sei figli il cui futuro va ancora definito.

La V-generation è nata in Rete. Una mail alla volta, un commento, un link, un trackback, un post, un forum, una chat. Migliaia di persone hanno potuto conoscersi, riconoscersi, incontrarsi. Discutere di politica vera, legata al lavoro, alla scuola, alla sanità, alla sicurezza, alla famiglia, all’acqua, all’energia. La Rete è il nuovo luogo della politica.
Sabato la V-generation è scesa in piazza per firmare una legge di iniziativa popolare. Si è materializzata, ma solo per chi la ignorava. Un momento di democrazia: una proposta di legge popolare. Cittadini hanno fatto la fila volontariamente, per ore.
Sono state raccolte SOLO 300.000 firme perchè sono finiti i moduli. Nelle piazze c’era almeno un milione di persone.
La V-generation è stata definita “Italia di merda” e “anti politica”. Il popolo della V-generation è un’offesa vivente per i professionisti della politica. Un delitto di lesa maestà per molti giornalisti e intellettuali. Tutta gente (non precaria) che ha vissuto bene, molto bene in questi anni alle spalle del Paese.
Il milione di persone che è sceso in piazza, in modo composto, senza bandiere, senza il più piccolo incidente, dovrebbe essere ringraziato. E’ la valvola di sfogo di una pentola a pressione che potrebbe scoppiare. Un momento di tregua per riflettere sul futuro di questo Paese.
La V-generation è aria pura, condivisione, futuro.
Gaber direbbe: “la libertà è partecipazione”.

17 settembre 2007

La speculazione delle banche a carico dei c\c


Le banche negli ultimi tempi hanno macinato utili spaventosi. Le loro fusioni solo per una sorta di accaparramento clienti. Non tutti sanno dei metodi sempre più sofisticati e truffaldini operati da gestori di banche o superbanche.

Il come, l'ha spiegato su «Libero Mercato» Andrea Consoli, un imprenditore che dai derivati è stato rovinato.
Non che lui abbia chiesto alla banca di comprargli dei derivati.
No, lui voleva solo un ampliamento del fido di 100 mila euro, non poi tanto per un'azienda come la sua, con 25 dipendenti e 3,5 milioni di euro di fatturato.
La risposta delle banche con cui lavora - Intesa San Paolo e Unicredit - è stata picche.
«La direzione Unicredit ci chiede performances più alte», ha risposto un funzionario, «ed oggi i risultati non si fanno con gli interessi passivi che i clienti pagano sui prestiti concessi, ma con strumenti finanziari diversi. Ma se voi collaborate all'aumento dei nostri risultati, vi lasciamo sforare dal fido in essere».
E come collaborare?
«Potremmo aprire un prestito vincolato di una certa somma che in realtà voi non riceverete e quindi non dovrete restituirci. In cambio vi lasceremo sconfinare oltre il vostro fido».
Non c'è altro da fare.
L'imprenditore si trova ad accettare, firmando documenti, un prestito fittizio («Che non dovrete restituirci») pari a un milione di yen.
Perchè yen, se i miei clienti sono italiani, anzi concittadini?
L'imprenditore non se lo chiede.
Evidentemente, Unicredit sta facendo «carry trade»: compra yen a tasso zero, e li investe in tassi alti in Europa.
Ma non lo fa a proprio rischio: obbliga una impresa ignara ad accollarselo.
Quanto alla concessione di sforare, non è un regalo: sul fido il cliente paga il 9%, sugli sforamenti il 13,50%.
Un affare aggiuntivo.
Passa il tempo.
Di colpo, le altre banche con cui l'azienda lavora gli ingiungono il rientro: il suo indebitamento è eccessivo rispetto al giro d'affari.
E difatti, il peso degli oneri finanziari dell'azienda prima sana è salito a 85 mila euro d'interessi. Di cui 35 mila sono gli interessi sul prestito in yen, mai ricevuto, mai utilizzato e non utilizzabile.
Nulla di grave, risponde il funzionario Unicredit: le offriamo un prestito semestrale di 75 mila euro, rinnovabile, con cui potrà chiudere i conti presso le altre banche.
C'è una sola, piccola condizione: acquisti uno strumento finanziario «piuttosto conveniente», sempre per aiutare la banca a fare i risultati «veri» chiesti dalla sede centrale.
Lo strumento finanziario conveniente è un derivato, una scommessa sul cambio euro-dollaro: inutile per il cliente, che non esporta e quindi non ha rischi di cambio.
Appunto, risponde il funzionario: alla peggio, il derivato per lei è ininfluente, alla meglio ci guadagna anche lei.
«Oggi anche le aziende medie si affacciano, contestualmente alla loro attività, sui mercati finanziari».
Ancora una volta, l'imprenditore deve accettare.
Compra il derivato.
Solo più tardi si accorgerà che «quando sottoscrivi un derivato, contestualmente sottoscrivi (spesso senza saperlo) il prestito per accedere al derivato, la parte chiamata 'il nominale'».
Nel caso dell'imprenditore, il nominale era 500 mila dollari.
La banca che non gli ha ampliato un fido di 100 mila euro (troppo rischioso), ora lo ha esposto per mezzo milione di dollari.
Su questo prestito, il cliente paga interessi passivi «da vertigini», schiacciato dall'effetto-leva tipico della strumento «piuttosto conveniente».
Ancora una volta, la banca speculava sulla finanza creativa, ma a spese del cliente produttivo.
Non è il caso di raccontare il resto.
Le altre offerte di salvataggio avanzate da Unicredit a favore dell'impresa che Unicredit ha rovinato: messa l'azienda sotto un consorzio «di garanzia» di perfetti sconosciuti (trovati dalla banca), l'offerta di un altro derivato (stavolta da un milione di euro), la richiesta di sempre nuove garanzie per le quali l'imprenditore ha ipotecato la casa di proprietà...
Tutto inutile, perchè le spese bancarie, commissioni e interessi passivi hanno mangiato tutto, tutto.
Fino al giorno in cui un bancario arriva nel negozio e, di fronte ai clienti, gli urla di pagare sull'unghia 5 mila euro, un assegno passivo emesso sul conto corrente.
Ma il conto corrente non aveva un attivo di 20 mila euro?

Non più: la banca l'aveva prosciugato qualche ora prima, per pagarsi le competenze sue e gli interessi del famoso derivato.
Un derivato che non aveva venduto, nonostante l'ordine del cliente.
Il quale scopre altro: per esempio di avere quattro conti anzichè i due che sapeva, evidentemente su cui la banca faceva operazioni a suo nome, e a sua insaputa.
Ora, la vittima ha portato i libri in tribunale.
Fallito: 25 dipendenti sul lastrico.
Un'azienda sana strangolata da Unicredit.
Con i metodi che l'imprenditore descrive.
Se ha detto la verità, questi metodi sono una intera biblioteca di delitti, crimini penali e civili evidenti: patto leonino, truffa, usura, falsi...
In altri Paesi, un magistrato avrebbe già aperto una pratica contro Alessandro Profumo e i suoi complici, lo ridurrebbe alla condizione di galeotto come è accaduto in USA ai mascalzoni di Enron, suoi pari.
Ma in Italia, queste denunce cadono nel vuoto.
Non c'è un giudice a Verona, sede di Unicredit.
Profumo, Geronzi, Bazoli, i nostri splendidi banchieri, sono ammanicati con la Casta, protetti dalla Casta, parte di essa.
Hanno speculato sui derivati, ma non ci hanno perso niente.
Hanno fatto perdere non si sa quante piccole imprese che andavano bene, che i derivati nemmeno sapevano cosa fossero, e non ne avevano bisogno.
Vedete: qui non c'è «l'alta moralità della mano invisibile».
Qui ci sono zampini e zamponi che ti derubano, ti spogliano e ti mandano in fallimento in due modi: con le tasse e con l'usura truffaldina.
Ma l'entità è la stessa, ed una sola.
Qui, il nostro '29 non somiglierà a quello inglese.

13 settembre 2007

I Goiym e i Protocolli dei Savi Anziani di Sion



Pubblicati la prima volta sul Times di Londra l'8 maggio 1920, esso dava un largo sunto dei "Protocolli dei Savi Anziani di Sion", annunziando che questi furono pubblicati in Russia a Tsarkoye Sielo nel 1905 e che la biblioteca del British Museum ne possedeva una copia autografa col timbro di entrata del 10 agosto 1906, n. 3926 d 17. Una grave questione si è dibattuta e si dibatte tutt'ora sull'autenticità dei Protocolli. Non voglio dissimularla, sia per omaggio alla verità, sia perché i poco scrupolosi non ne abusino. Anzi eviterei di voler risolvere la questione nel senso formale, e d'altronde la discussione è troppo lunga e complessa perché qui possa riprodurla, tanto più che vi sono sempre convinti sostenitori d'ambo le parti. In ogni caso lascio all'intelligenza ed alla coscienza di ognuno chiedersi almeno come sia stato possibile che 101 anni fa fu redatto un documento simile che ad oggi risulta più vero che mai. Potere della profezia ispirata o progetto politico mirato?
Quelli che seguono sono alcuni stralci che prego il lettore di leggere e meditare attentamente.
"Il grosso della plebe, non iniziata ed ignorante, assieme a coloro che sono sorti e saliti da essa, vengono avviluppati in dissensi di partito, che rendono impossibile qualsiasi accordo anche sulla base di argomenti sani e convincenti. Ogni decisione della massa dipende da una maggioranza casuale o predisposta la quale, nella sua totale ignoranza dei misteri politici, approva risoluzioni assurde, seminando in questo modo i germi dell'anarchia. La politica non ha niente in comune con la morale; un sovrano che si lascia guidare dalla morale non è un accorto politico, conseguentemente non è sicuramente assiso sul trono. Chi vuol regnare deve ricorrere all'astuzia ed all'ipocrisia. L'onestà e la sincerità, grandi qualità umane, diventano vizi in politica." (Prot. I)
"Sceglieremo fra il pubblico, amministratori che abbiano tendenze servili. Essi non avranno esperienza dell'arte di governare, e perciò saranno facilmente trasformati in altrettante pedine del nostro giuoco; pedine che saranno nelle mani dei nostri astuti ed eruditi consiglieri (oggi chiamati anche consulenti o esperti - ndr), specialmente educati fino dall'infanzia nell'arte di governare il mondo". (Prot. I)
"Per indurre gli amanti del potere a fare cattivo uso dei loro diritti, aizzammo tutte le Potenze, le une contro le altre, incoraggiandone le tendenze liberali verso l'indipendenza. Abbiamo fomentato ogni impresa in questo senso, ponendo così delle armi formidabili nelle mani di tutti i partiti, e abbiamo fatto sì che il potere fosse la mèta di ogni ambizione. I governi li abbiamo trasformati in arene dove si combattono le guerre di partito. Fra poco il disordine ed il fallimento appariranno ovunque. Chiacchieroni irrefrenabili trasformano le assemblee parlamentari ed amministrative in riunioni di controversia. Giornalisti audaci, e sfacciati scrittori di opuscoli, attaccano continuamente i poteri amministrativi. L'abuso del potere preparerà definitivamente il crollo di tutte le istituzioni e tutto cadrà sotto i colpi della popolazione inferocita". (Prot. III)
"L'intensificazione di missioni militari, nonché l'aumento della polizia sono pure essenziali alla riuscita dei nostri progetti. Per noi è essenziale aggiustare le cose in modo, che oltre noi, in tutti i paesi non ci sia altro che un enorme proletariato, cioè altrettanti soldati e poliziotti fedeli alla nostra causa. In tutta l'Europa, e con l'aiuto dell'Europa, sugli altri continenti dobbiamo fomentare sedizioni, dissensi e ostilità reciproche. In questo si ha un doppio vantaggio: in primo luogo, con tali mezzi otteniamo il rispetto di tutti i paesi, i quali si rendono ben conto che abbiamo il potere di suscitare qualunque rivolta a piacer nostro, ed in secondo luogo quello di ristabilire l'ordine come e quando da noi desiderato". (Prot. VII)
Non faccio ulteriori commenti o parallelismi con situazioni politiche passate e attuali, anche perchè lo spazio non lo consente, ma credo che sia sotto gli occhi di tutti quanto sopra detto sia oggi più verace che mai. Nessuno può negare che un programma reso pubblico nel 1905 abbia oggi il suo pieno, stupefacente, spaventoso e terribile adempimento, e non solo in genere ma in molti punti particolari.
Forse ecco il perchè le politiche nazionali risultano insufficienti e inefficaci donandoci ogni giorno lo spettacolo quotidiano di cui tutti sono stufi, ma su cui "pennaroli" audaci e sfacciati vivono traendone denari. Vediamo una grande troupe in scena, di consapevoli o inconsapevoli egosite marionette al servizio di loro stessi e della ELITE che li usa.
Le masse tollerano da parte dei loro attuali dittatori, presidenti dei consigli e Ministri, degli abusi per il più piccolo dei quali avrebbero ucciso cento re. Come si spiega questo stato di cose? Perché le masse sono tanto illogiche nel farsi un concetto degli avvenimenti? La ragione è che i despoti persuadono il popolo, per mezzo dei loro agenti, che l'abuso del potere con evidente danno allo Stato (o Popolo – ndr) è compiuto per uno scopo elevato, vale a dire per ottenere la prosperità della popolazione e per l'amore della fratellanza internazionale, dell'unione e dell'eguaglianza. Si capisce che questi agenti non dicono al popolo, che tale unificazione può essere ottenuta soltanto sotto il nostro dominio; di modo che vediamo la popolazione condannare gl'innocenti ed assolvere i colpevoli, convinta che potrà sempre fare ciò che le pare e piace. La plebe, data questa sua condizione mentale, distrugge tutto ciò che è stabile e crea lo scompiglio ovunque. (Prot. III)
Ci diranno che il genere di potere assoluto che suggerisco non si confà col progresso attuale della civiltà, ma vi dimostrerò, invece, che è proprio vero il contrario. Allorquando i popoli consideravano i loro sovrani come l'espressione della volontà di Dio, si sottomettevano tranquillamente al dispotismo dei loro monarchi. Ma dal giorno in cui infondemmo nelle popolazioni il concetto dei loro diritti, esse cominciarono a considerare i Re come semplici mortali. Al cospetto della plebe la Santa unzione cadde dal capo dei monarchi, e quando ad essa togliemmo anche la religione, il potere fu gettato sulla via come pubblica proprietà e venne afferrato da noi. Oltre a ciò, fra le nostre doti amministrative contiamo quella di saper governare le masse e gl'individui per mezzo di fraseologie astute, di teorie confezionate furbamente, di regole di vita e di ogni altro mezzo d'inganno allettante. Tutte queste teorie, che i Goiym non comprendono affatto, sono basate sull'analisi e sull'osservazione unite ad una così sapiente argomentazione, che non trova l'uguale fra i nostri rivali, così come essi non possono competere con noi nella costruzione di piani di azione politica. (Prot. V)
Il liberalismo fece nascere i governi costituzionali, che sostituirono la monarchia, l'unica forma sana di governo dei Goiym. La forma costituzionale, come ben sapete, non è altro che una scuola di dissensioni, disaccordi, contese e inutili agitazioni di partito: in breve, essa è la scuola di tutto ciò che indebolisce l'efficienza del governo. La tribuna, come pure la stampa, hanno contribuito a rendere i sovrani deboli ed inattivi, rendendoli in tal modo inutili e superflui; ed è per questo motivo che in molti paesi vennero destituiti.
Allora l'istituzione dell'era repubblicana diventò possibile, ed al posto del Sovrano mettemmo una caricatura del medesimo nella persona di un presidente, che scegliemmo nella ciurmaglia, fra le nostre creature e i nostri schiavi. Così minammo i Goiym, o piuttosto, le nazioni dei Goiym.
In un prossimo futuro faremo del presidente un agente responsabile. Allora non avremo più scrupoli a mettere arditamente in esecuzione i nostri piani, per i quali sarà tenuto responsabile il nostro "fantoccio". Cosa c'importa se le fila dei cacciatori d'impieghi s'indeboliscono; se l'impossibilità di trovare un presidente genera delle confusioni che indeboliranno, in definitiva, il Paese?
Per ottenere questi risultati predisporremo le cose in modo che siano eletti alla carica presidenziale individui bacati, che abbiano nel loro passato un qualche grande scandalo, o qualche altra transazione losca e segreta. Un presidente di tale specie sarà un fedele esecutore dei nostri piani, perché temerà di essere denunziato, e sarà sotto l'influenza di questa paura la quale si impadronirà di colui il quale, salito al potere, è ansioso di conservarsi i privilegi e gli onori inerenti alla sua alta carica. (Quante analogie tra i vari Berlusconi, Bush, Blair, ecc.? - ndr) Il Parlamento eleggerà, proteggerà e metterà al coperto il presidente, ma noi toglieremo al Parlamento la facoltà di introdurre nuove leggi, nonché di mutare le esistenti.
Questo potere lo conferiremo ad un presidente responsabile, il quale sarà una semplice marionetta nelle nostre mani. Così il potere presidenziale diventerà un bersaglio esposto ad attacchi di vario genere, ma noi gli daremo dei mezzi di difesa conferendogli il diritto di appellarsi al popolo direttamente, al disopra dei rappresentanti della nazione, vale a dire, di appellarsi a quel popolo che è nostro schiavo cieco: alla maggioranza della plebe.
Inoltre, daremo al presidente la facoltà di proclamare la legge marziale. Spiegheremo questa prerogativa col fatto, che il presidente, essendo il capo dell'esercito, deve averlo ai suoi comandi per proteggere la nuova costituzione repubblicana, essendo questa protezione un dovere per il rappresentante responsabile della repubblica. (Non è cosi in USA e molti paesi? - ndr). Naturalmente, in simili condizioni, la chiave della situazione recondita sarà nelle nostre mani, e nessuno all'infuori di noi controllerà la legislazione. Inoltre, quando introdurremo la nuova costituzione repubblicana, col pretesto della segretezza di Stato toglieremo al Parlamento il diritto di discutere l'opportunità delle misure prese dal governo in momenti cruciali. Con questa nuova costituzione ridurremo al minimo il numero dei rappresentanti la nazione, diminuendo così di altrettanto le passioni politiche, e la passione per la politica. Se malgrado ciò questi rappresentanti diventassero ricalcitranti, li sostituiremo appellandoci alla nazione. Il Presidente avrà la facoltà di nominare il presidente ed il vice presidente della Camera dei deputati e del Senato.
“Abbiamo al nostro servizio individui di tutte le opinioni e di tutti i partiti: uomini che desiderano ristabilire le monarchie, socialisti, comunisti e tutti coloro che aderiscono ad ogni genere di utopie. Tutti costoro sono aggiogati al nostro carro. Ciascuno di essi mina, a modo proprio, i residui del potere cercando di distruggere le leggi tuttora esistenti. Con questi procedimenti tutti i governi sono tormentati, urlano tranquillità e, per amor di pace, sono disposti a qualunque sacrificio. Ma noi negheremo ad essi tranquillità e pace finché non riconosceranno umilmente il nostro super-governo internazionale”. (Prot. IX)
Abbiamo al nostro servizio individui di tutte le opinioni e di tutti i partiti: uomini che desiderano ristabilire le monarchie, socialisti, comunisti e tutti coloro che aderiscono ad ogni genere di utopie. Tutti costoro sono aggiogati al nostro carro. Ciascuno di essi mina, a modo proprio, i residui del potere cercando di distruggere le leggi tuttora esistenti. Con questi procedimenti tutti i governi sono tormentati, urlano tranquillità e, per amor di pace, sono disposti a qualunque sacrificio. Ma noi negheremo ad essi tranquillità e pace finché non riconosceranno umilmente il nostro super-governo internazionale”. (Prot. IX)
Possibile che 101 anni fa avevano programmato la nostra vita politica attuale? E Grillo uomo consapevole o meno nelle mani di costoro cosa potrà fare in seguito? Siamo pronti a capire davvero il mondo e l'Universo ?

Fonti: Bojs

12 settembre 2007

L'Antipolitica è al Parlamento


Una generazione di vecchi siede in Parlamento con saccenteria e, un movimento di persone senza bandiere senza ideologie estremistiche lo ha reso inutile ma, al tempo stesso ha riacceso la speranza per un futuro e, un mondo Migliore.
Le alternative sono o, loro fanno quella che i cittadini sovrani vogliono oppure saranno schiavi (come lo sono adesso) e capri espiatori di qualcosa che annunci la loro ritirata.
Solo quelli che hanno snobbato l'avvenimento si sono appostati sull'altra sponda e, aspettano il nemico.
Nel frattempo Beppe Grillo ringrazia tutti i partecipanti e, pensa al domani. Penserà anche per noi? Sicuramente non ha una azienda o banca da difendere ma sei figli il cui futuro va ancora definito.

La V-generation è nata in Rete. Una mail alla volta, un commento, un link, un trackback, un post, un forum, una chat. Migliaia di persone hanno potuto conoscersi, riconoscersi, incontrarsi. Discutere di politica vera, legata al lavoro, alla scuola, alla sanità, alla sicurezza, alla famiglia, all’acqua, all’energia. La Rete è il nuovo luogo della politica.
Sabato la V-generation è scesa in piazza per firmare una legge di iniziativa popolare. Si è materializzata, ma solo per chi la ignorava. Un momento di democrazia: una proposta di legge popolare. Cittadini hanno fatto la fila volontariamente, per ore.
Sono state raccolte SOLO 300.000 firme perchè sono finiti i moduli. Nelle piazze c’era almeno un milione di persone.
La V-generation è stata definita “Italia di merda” e “anti politica”. Il popolo della V-generation è un’offesa vivente per i professionisti della politica. Un delitto di lesa maestà per molti giornalisti e intellettuali. Tutta gente (non precaria) che ha vissuto bene, molto bene in questi anni alle spalle del Paese.
Il milione di persone che è sceso in piazza, in modo composto, senza bandiere, senza il più piccolo incidente, dovrebbe essere ringraziato. E’ la valvola di sfogo di una pentola a pressione che potrebbe scoppiare. Un momento di tregua per riflettere sul futuro di questo Paese.
La V-generation è aria pura, condivisione, futuro.
Gaber direbbe: “la libertà è partecipazione”.