08 aprile 2008

Botta e risposta tra il vecchio e il nuovo


In questo botta e risposta tra un giovane laureato ed un eurodeputato c'è la sintesi del momento politico e culturale attuale. Mentre si inneggia a veline e gdf si distrugge il futuro cambiando le regole in corso d'opera. Una scelta difficilissima e pericolosa. Ma per chi?

Gentilissimo Sig. Chiesa,
chi le scrive è un ragazzo di 27 anni, laureato in Giurisprudenza da 2, in attesa di occupazione. Non è, o spero che non sia, la lettera di un poveretto che cerca qualunque strumento, e qualunque interlocutore, per sfogare le proprie frustrazioni e le proprie disillusioni. E a dimostrazione di ciò c'è il fatto che scrivo a lei piuttosto che a gente che è, istituzionalmente, politicamente o economicamente più importante di lei (di questi tempi vanno di moda le lettere al presidente della Repubblica). Certo è che il mio è stato un percorso di presa di coscienza che, inesorabilmente e profondamente, si può affermare essere stato un cammino verso il baratro dei più inimmaginabili e atroci degli svelamenti dei veli di Maya.

Immagini un ragazzo a cui, da sempre, hanno detto che, attraverso lo studio e l'impegno, avrebbe trovato, se non la ricchezza e il successo sociale, quantomeno la serenità e la soddisfazione professionale, da cui, peraltro, ne derivano molte altre, se non tutte le altre. Provi a immaginare un ragazzo che vive nel chiuso di una vita universitaria, in una piccola e graziosa città del Centro Italia, tra svaghi, divertimenti, confronti con amici e conoscenti, il tutto nell'impegno quotidiano dello studio. E immagini ora che questa persona, una volta uscita dal limbo dell'università (per molti, forse per tutti, il periodo aureo, quello che si ricorda con più piacere e struggimento) si trovi buttata nel mondo, quel mondo a cui, certo colpevolmente, non aveva dato importanza alcuna, sapendo che prima o poi l'avrebbe fatto.

Non è, o non è solo, il disagio di chi vede la propria Laurea, frutto di sacrifici quanto di mitizzazioni sopratutto altrui, rivelarsi un fardello, una sorta di macigno che ti schiaccia nell'incredulità di chi credeva che essa avrebbe portato, se non, ripeto, la ricchezza, quantomeno un posto di lavoro sicuro. Non è solo questo: è iniziare a vedere che la povertà si diffonde come una piaga strisciante, dovunque, e che nessuno ammette del tutto apertamente. E' una povertà strana, è una povertà di chi riesce a mangiare 3 volte al giorno o anche più, di chi ha un telefonino e un televisore. Non è la povertà a cui la storia ci ha abituato. Ma è povertà, e sopratutto, può peggiorare.

E' vedere, per la prima vera volta, che tutto il progresso, tutta la ricchezza che abbiamo creato come popolo, come civiltà dopo decenni di fatiche e sacrifici, non basta: non basta nemmeno a dare un lavoro dignitoso. Come è possibile che il progresso, questo mito razional-capitalista ( ma anche socialista), non è in grado di assicurare alla gente nemmeno più il minimo indispensabile per vivere, laureato o no che tu sia? Com'è possibile che il progresso, il potenziamento esponenziale delle capacità produttive dei fattori economici, renda ancora la gente così schiava di lavori che impegnano l'intera giornata, lavori che spesso sono pagati in maniera indecorosa? E come mai, nonostante la produttività accresciuta, si parla di crisi, di stagnazione? Ma ancora, ancora non è solo questo: pian piano ci si rende conto che questo progresso, questo mito a cui anche il più acerrimo degli iscritti al PCI ha creduto (es. mio padre), ha portato, a conti fatti, cementificazione folle (è sconcertante la devastazione dei paesaggi, basta farsi un viaggio in treno), alla distruzione di fauna e flora, inquinamento delle acque, prosciugamento di fiumi e laghi, erosione delle coste e quant'altro.

E tutto questo per cosa? Per vivere in gabbie di cemento, ognuno isolato dall'altro, senza più quel margine di solidarietà che almeno univa i deboli? per cosa, per vedere la televisione propagandare modelli di benessere inarrivabili? Per passare ore in automobile imprecando contro il conducente maleducato? Per andare a farsi le lampade con i neon dei centri commerciali, per NON comprare cose che NON ci servono? Per andare via dalle proprie terre, a migliaia di chilometri, per lavorare in città che spesso non ci piacciono, sradicando intere famiglie, interi tessuti, intere VITE vissute? Io ho riflettuto su tutto questo e ne ho cercato, disperatamente, le ragioni.

Non sono tanto preoccupato per me: sento di avere risorse, e me la caverò; a maggio parto per

Dublino, per fare esperienze e migliorare l'inglese; poi chissà,sono disposto ad andare dovunque pur di non essere sfruttato e mal pagato. Ma quello su cui mi interrogo è il perchè di tutto questo. E di perchè ce ne sono tanti: la globalizzazione selvaggia, il dominio delle corporazioni, l'impiantamento di modelli di vita che non sono nè sostenibili nè autentici, il potere bancario.

Ammetto di essere rimasto molto, molto sorpreso, di aver sentito, in una sua conferenza immortalata su youtube, parlare, anche se indirettamente, del signoraggio. E', forse, l'unica persona 'famosa', o comunque istituzionalmente significativa, che ha parlato del fenomeno del signoraggio, a che io sappia. Lei ha giustamente rilevato come, di fatto, i governi nulla possono; perchè parte, o gran parte, del potere di intervento su una economia è detenuto, ILLEGALMENTE, dalle banche centrali (da noi dunque la BCE). Io credo di aver compreso che molti dei mali del mondo siano ascrivibili al signoraggio: questo perchè, ad esempio, gli USA sono schiavi del debito pubblico; uno schiavo deve fare qualsiasi cosa voglia il padrone: e se è uno schiavo forzuto, come gli USA, può uccidere., può seminare orrore e morte come fa da 50 anni. Ma la mia non è retorica anti americana: gli stessi americani sono vittime inconsapevoli di questo meccanismo mostruoso e letale, che sta mettendo in pericolo la nostra intera civiltà. Una civiltà che sta affogando in un mare di debiti che non potrà mai pagare.

Ora, tutto questo per chiederle una semplice cosa. Io sono da sempre stato di sinistra, ma non ho certo intenzione di assoggettarmi al ricatto veltroniano del voto utile. D'altronde, a conti fatti, destra e sinistra negli ultimi non hanno assunto politiche tanto diverse. Io voglio però sapere questo: che senso ha la politica oggi, se essa non può appropriarsi della sovranità monetaria? Ponendo il caso che la sinistra arcobaleno riesca ad avere la maggioranza (caso scolastico), cosa potrebbe mai fare, quali interventi potrebbe mai fare, essa o qualunque altra forza politica anche se teoricamente progressista, se non ha in mano le redini di una banca centrale? E' per questo che le chiedo che senso ha, ad esempio, votare la sinistra arcobaleno; per questo le chiedo che senso ha votare Lei, con tutto il rispetto e l'ammirazione che provo.

Per la prima volta credo di non andare a votare: non Le chiedo di farmi cambiare idea; le chiedo di dirmi quello che sente di dirmi, come un padre a un figlio. E' una domanda di una persona smarrita, che ha visto tutte, o molte, convinzioni crollare addosso a sè, sgomento. E' una domanda che giunge dal cuore, a una persona che stimo e rispetto profondamente, più di chiunque altro in Italia. Perdoni la prolissità. Con affetto
Dario Leggiero.

Caro Dario,
prima di tutto vorrei la tua approvazione alla pubblicazione. Della tua lettera e della mia risposta. Che ti mando comunque, ma che - soprattutto la tua lettera - merita di essere letta non solo da me. La tua descrizione, infatti, è "universale", nel senso molto preciso che contiene criteri che valgono per tutti e esperienze che moltissimi provano, ed è la puntuale caratterizzazione del momento critico che tutti attraversiamo.

Sì, siamo tutti smarriti. E la ragione mi è chiara: perchè non abbiamo più un criterio d'interpretazione della realtà che ci circonda. La sinistra, anche quella Arcobaleno, ha accettato la "narrazione" del mondo del capitalismo in espansione globale, del Prodotto Interno Lordo, dello sviluppo. Il cui risultato è quello che descrivi.

Dentro questa narrazione non c'è spazio che per una ritirata complessiva. Per vedere cosa fare bisogna "uscire" da essa, guardarla dall'esterno. Solo così si può, prima di tutto, vederne la caducità. E poi trovare i modi per combatterla.

Marx fu cruciale non solo per la sua grandezza intellettuale e scientifica, ma perchè seppe dare un'interpretazione del mondo, individuò il punto di rottura della formazione sociale capitalistica e le cause intrinseche della fine di quel sistema. Sbagliò in alcuni punti essenziali (non vide, per esempio, che la quantità di plusvalore che il capitalismo era in grado di produrre sarebbe stata sufficiente per permettergli di sopravvivere molto più a lungo di quanto non apparisse guardando la sua crisi solo dal punto di vista sociale). Ma è un discorso troppo lungo qui. Qui l'essenziale è capire dove sta la via d'uscita. E essa sta nel dato, irrevocabile, che il capitalismo globale è arrivato al suo limite, cioè si sta ormai scontrando con l'impossibilità dell'ulteriore sviluppo geometrico della crescita. Impossibilità che si può esprimere con questa formula semplicissima, molto più attinente alla fisica che non all'economia: "non si può realizzare uno sviluppo infinito all'interno di un sistema finito di risorse".

Questo è il punto di avvio di una nuova riflessione teorica, che sta appena cominciando e che sarà il nucleo concettuale di una nuova opposizione allo stato effettuale delle cose, che io concepisco non come un nuovo partito di sinistra, ma come un movimento di popolo "per il Bene Comune". Come voti adesso è importante (io voterò per l'Arcobaleno, anche se so che queste idee là dentro non ci sono ancora, anzi sono molto più fuori che dentro quel contenitore)), ma più importante è cosa possiamo fare insieme "dopo" il 15 aprile.

Sarà una battaglia tremenda, perchè i sostenitori dell'attuale stato di cose sono assolutamente incapaci di rispondere in termini di attenuazione delle tensioni e delle turbolenze che sono già cominciate (esplicitate dall'11 settembre). Non possono più farlo. Eserciteranno dunque una repressione violenta. Tanto più violenta quanto più apparirà evidente che i limiti dello sviluppo diventeranno catastrofici. Dunque bisogna costruire un movimento organizzato, grande, per resistere. E, prima di tutto, costruire una nuova "narrazione", che corrisponda alla crisi epocale verso la quale stiamo andando. Una teoria per una transizione pacifica verso una trasformazione radicale del modo di vivere di sei miliardi di persone.

Non spaventarti. Una volta compreso esso diventa reale, cioè teoricamente affrontabile e risolvibile. Il compito è immenso ed è tuo, è vostro. Noi, della generazione passata, cominciamo appena a capire. Voi ci dovrete vivere dentro, a questa transizione. E' indispensabile che sappiate governarla, pima che i folli che ci hanno portato a questo punto possano tentare di risolverla con la guerra e la repressione generalizzata.

Vedi, è l'intero sistema economico, sociale, organizzativo, che sarà messo in discussione. L'indipendenza delle Banche centrali, che oggi è un dogma, contestare il quale significa essere definiti terroristi, non è che uno dei meccanismi con i quali il denaro (i suoi proprietari) ha imposto le sue leggi schiaviste alla società intera. Non è "illegale", come tu scrivi, semplicemente perchè loro l'hanno legalizzato, con le loro leggi. la banca d'Inghilterra è divenuta "indipendente" dal potere politico (cioè dal potere della democrazia) solo nel 1997. In Italia è avvenuto prima, negli USA molto prima. E come è avvenuto può anche essere rovesciato. Ma per porre queste questioni all'ordine del giorno della lotta politica occorre un grande movimento organizzato, che porti queste questioni sui tavoli del parlamento, del sindacato, della società civile in tutte le sue forme. Cioè occorre che queste cose siano comprese da molti. Per questo occorre cambiare democraticamente l'informazione e la comunicazione. Ecco perchè considero questa la battaglia centrale, quella dove si vincerà o si perderà ogni scontro successivo.

Stai in contatto con noi , partecipa a questa impresa. Lo puoi fare dovunque tu sia. Almeno fino a che non spegneranno la luce.
Cordiali saluti
Giulietto Chiesa

07 aprile 2008

Le banche, se manca la fiducia?


La Bafin (l'istituto di controllo delle banche in Germania) e la Goldman Sachs concordano su una stima delle perdite derivanti dall'attuale crisi finanziaria per cifre comprese fa i 500 ed i 600 miliardi di dollari, in gran parte dovute alle insolvenze sui prestiti "sub-prime" ed alle relative conseguenze sui cosiddetti derivati. Per quanto ci si riferisca a cifre pari a circa un terzo del PIL italiano, tuttavia si tratta solo di ipotesi riguardanti l'immediato presente, di cifre che non tengono in nessuna considerazione l'effetto valanga dei derivati stessi entro qualche mese o qualche settimana; quando cioé, negli Stati Uniti, comunque ben prima delle prossime presidenziali, gli “edge funds” strangoleranno le banche.

E' vero che in Europa l'esposizione per i sub-prime è stimata solo al 10% del totale, ma, anche qui, gli analisti vogliono farsi sfuggire un particolare non piccolo: se c'è recessione o anche solo insufficiente sviluppo, anche l'area dei debitori in difficoltà tenderà a crescere in maniera esponenziale. In Italia, ad esempio, le banche vantano modestissime sofferenze, semplicemente perché i prestiti difficili sono stati fatti uscire dai bilanci cartolarizzandoli e cedendoli alle società di recupero crediti.

Infatti, le banche registrano poche sofferenze, ma le esecuzioni forzate autorizzate dai tribunali sui beni dei debitori sono raddoppiate quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Le banche conoscono la situazione e, infatti, si stanno attrezzando, anche con le rinegoziazioni e i "nuovi prodotti" ad affrontare i problemi autorizzando o contrattando periodi di sospensione dei pagamenti. In questo modo non ci sono effetti sullo stato patrimoniale delle banche creditrici.

In realtà le banche, quando non ricevono le rate dei mutui e dei prestiti non perdono quasi nulla, semplicemente registrano mancati guadagni. Si sa che il numero dei debitori - famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni locali - che non riuscirà a mantenere gli impegni è destinato ad aumentare; ma le banche temono, come è già successo in USA e Gran Bretagna che i risparmiatori, presi dal panico, si riversino presso gli sportelli per ottenere la restituzione dei depositi.

Ora, la liquidità in possesso del sistema bancario è una frazione minima dei valori in gioco, ma le banche non vogliono dire la verità sul proprio funzionamento, vale a dire sulla possibilità di sopportare senza problemi il mancato pagamento delle rate dei mutui e dei prestiti, perché ciò cambierebbe tutte le regole del gioco. Basterebbe impostare i bilanci delle banche in modo più razionale - evitando di confondere i depositi e le passività - per ottenere una informazione trasparente sui costi effettivi che le banche affrontano nell'emettere un prestito.

Non dovrebbe meravigliare, pertanto, se, nell'immediato futuro, il sistema bancario elaborerà ulteriori strategie per congelare i debiti più difficili non cartolarizzati o esternalizzati. In questo modo si creerebbe una situazione simile a quella che già esiste per le tasse: i lavoratori regolari a reddito fisso le pagano anche per quelli che le possono evadere. Occorrrebbe, quindi, approfondire l'argomento, per arrivare, finalmente, ad una riduzione generalizzata e non selettiva dell'indebitamento verso le banche che potrebbe restituire capacità di acquisto a tutte le famiglie con effetti positivi per tutto il sistema economico e produttivo.

Non ci sono, al momento, altre strade di recupero dei redditi dei cittadini e, infatti, molte delle prospettive lanciate durante questa campagna elettorale, non sono altro che promesse irrealizzabili. Se non si cambierà l'approccio alla politica economica, dopo le elezioni occorreranno nuovi, inutili e gravosi sacrifici a fronte di redditi insufficienti e situazioni sempre meno governabili.
di Nino Galloni

Federal Reserve come la Ns BCE




Una delle preoccupazioni più comuni, tra la gente che si occupa attivamente
di ridurre le tasse, è "Se trattengo i miei soldi, impedirò al Governo di
pagare i suoi conti?". La moderna tassa sul reddito non è stata fatta né
pensata per pagare i servizi offerti dal governo. Il suo scopo è di pagare
per il sistema privato della Federal Reserve.
Nel dizionario "Black Law" si definisce la Federal Reserve come "una rete di
dodici banche centrali cui appartiene la maggior parte delle banche e della
quale le banche con statuto statale possono essere proprietarie. Le regole
societarie impongono un investimento in azioni e delle minime riserve."

Sono banche private quelle che possiedono le azioni della Federal Reserve.
Questo venne spiegato in dettaglio nel processo "Lewis contro Stati Uniti"
(seconda serie del Federal Reporter, volume 680, pagine 1239, 1341 del
1982), dove la corte disse: "Ogni 'Federal Reserve Bank' è una società
separata posseduta da banche commerciali della sua regione. Le banche socie
eleggono i due terzi del consiglio di amministrazione composto da nove
membri di ciascuna banca."

In modo simile, le banche "Federal Reserve", nonostante siano pesantemente
regolate, sono controllate localmente dalle banche socie. Dando un altro
sguardo al dizionario "Black Law", troviamo che queste banche, possedute da
privati, emettono moneta: "Federal Reserve Act: legge che creò le banche
della Federal Reserve che agiscono come agenti nel mantenere riserve
monetarie, nell'emettere moneta sotto forma di banconote, nel prestare
moneta alle banche e nella supervisione delle banche. Amministrata dal
consiglio d'amministrazione della Federal Reserve (Federal Reserve Board)."

Le banche della FED, che sono private, emettono, ovvero creano, la moneta
che usiamo. Nel 1964, la Commissione Camerale sulla Pratica Bancaria e la
Valuta
, il sottocomitato sulla Finanza Interna, nella seconda sessione
dell'88esimo Congresso, pubblicò uno studio intitolato "Fatti sulla Moneta",
che spiegava bene che cosa è la FED : " La Federal Reserve è una macchinetta
che crea moneta. Può emettere moneta o assegni. Non ha il problema di
coprire C'li assegni perché può ottenere le banconote da 5 e 10 dollari,
necessarie per coprirli, semplicemente chiedendo all'ufficio del conio del
Ministero del Tesoro di stamparle."

Come tutti sappiamo, chiunque abbia un sacco di soldi ha molto potere.
Immaginatevi un gruppo di persone che ha il potere di creare i soldi.
Immaginatevi che potere questi possono avere. Questo è quello che è la FED.
Nessu
n uomo denunciò maggiormente il potere della FED quanto Louis T.,
Presidente della Commissione Camerale Bancaria negli anni '30. Egli
puntualizzava costantemente che le questioni sull'emissione monetaria non
dovevano essere partigiane, e criticava le amministrazioni sia di Herbert
Hoover che di Franklin Roosevelt.
Ecco come McFadden descriveva la FED , il 10 giugno 1932 (Verbale del
Congresso, Camera, pagine 1295 e 1296):

"Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più
corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al consiglio
d'amministrazione della Federal Reserve ed alle banche Federal Reserve. Il
consiglio d'amministrazione della Federal Reserve, un consiglio
d'amministrazione di Governo, ha fregato al Governo degli Stati Uniti ed al
popolo statunitense abbastanza soldi da estinguere il debito pubblico. Le
predazioni e le ingiustizie del consiglio d'amministrazione della Federal
Reserve e delle banche Federal Reserve, sono costate a questo paese soldi a
sufficienza per ripagare numerose volte il debito nazionale. Questa maligna
istituzione ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti, è andata
in bancarotta ed ha portato alla bancarotta il Governo. Qualcuno pensa che
le banche Federal Reserve siano istituzioni degli Stati Uniti. Non sono
istituzioni statunitensi. Sono monopoli di credito privati che si basano sul
popolo statunitense per arricchire sè stessi ed i loro clienti stranieri.
gli speculatori e predatori interni e stranieri, e i ricchi predatori
usurai. In questa oscura cricca di pirati finanziari ci sono quelli che
taglierebbero la gola di chiunque per sottrargli un dollaro dalle tasche, vi
sono quelli che mandano soldi negli stati per comprare i voti per
controllare la nostra legislazione, e ci sono quelli che mantengono una
propaganda internazionale allo scopo di ingannarci e di spingerci a fornire
nuove concessioni che gli permetteranno di insabbiare le loro malefatte
precedenti e di rimettere in moto il loro gigantesco treno criminale. Questi
12 monopoli privati vennero slealmente ed ingannevolmente imposti a questo
paese da banchieri che venivano dall'Europa e che hanno ripagato la nostra
ospitalità minando alla base le istituzioni americane."

Louis T. McFadden morì per un "improvviso attacco cardiaco" il 3 ottobre
1936. Come scritto da Robert Edward Edmondson, sul Pelley's Weekly del 14
ottobre 1936, McFadden era stato fatto precedentemente oggetto di due
attentati alla vita. Gli vennero sparati due colpi d'arma da fuoco che per
fortuna lo mancarono mentre stava prendendo un taxi. In seguito, tentarono
di avvelenarlo durante un banchetto: un medico che era presente gli effettuò
subito una lavanda gastrica e lo salvò.
La FED in pratica funziona così: il Governo ha garantito il potere di
emettere moneta alle banche della FED. Queste creano moneta, poi la prestano
al governo caricando gli interessi. Il governo preleva la tassa sul reddito
per pagare gli interessi sul debito. Su questo punto è interessante notare
che sia il 'Federal Reserve Act" che il sedicesimo emendamento, che dava al
Congresso il potere di raccogliere la tassa sul reddito, vennero promulgati
assieme nel 1913. L 'incredibile potere che la FED ha sull'economia viene
universalmente riconosciuto. Alcune persone, specialmente nell'ambiente
bancario ed accademico, addirittura lo appoggiano.

Tuttavia vi sono quanti, sia in passato che oggi, lo denunciano. Uno di
questi uomini era il presidente Kennedy. I suoi sforzi vennero elencati in
dettaglio nel libro Crossfire di Jim Marrs, del 1990:

"Un altro aspetto tralasciato del tentativo di Kennedy di riformare la
società americana riguarda la moneta. Plausibilmente Kennedy riteneva che,
ritornando alla Costituzione, la quale afferma che solamente il Congresso
può coniare e regolare la moneta, il crescente debito nazionale poteva
essere ridotto smettendo di pagare interessi ai banchieri del sistema della
Federal Reserve, che stampava cartamoneta e la prestava al governo contro
interessi. Egli si mosse in questo campo il 4 giugno 1963, firmando l'Ordine
Esecutivo 11110 che chiedeva l'emissione di 4.292.893.815 dollari in
banconote statunitensi attraverso il Tesoro anziché usando il tradizionale
sistema della Federal Reserve. Quello stesso giorno, Kennedy firmò una legge
che cambiava la garanzia dei biglietti da 1 e 2 dollari - da argento in
oro - aggiungendo forza all'indebolita valuta statunitense."


Biglietto da 5 dollari del 1963. Notare la scritta in alto: "UNITED STATES
NOTE", cioè "biglietto degli Stati Uniti d'America", quindi dei cittadini
statunitensi!


I dollari (privati) della Federal Reserve hanno invece la scritta "FEDERAL
RESERVE NOTE", e cioè "biglietto della FED", quindi dei banchieri!!!

Il "Comptroller of the currency" di Kennedy, James J. Saxon, venne in
contrasto con gli organi della Federal Reserve per qualche tempo,
incoraggiando poteri di maggior investimento e di credito per le banche che
non erano parte della FED. Saxon aveva anche stabilito che queste banche
potessero sottoscrivere titoli statali e locali, indebolendo così
maggiormente il potere delle banche legate alla FED.

Come abbiamo già accennato, nel 1963, in base al decreto Kennedy, venne
emessa una nuova serie di banconote con l'iscrizione "United States Note"
invece di "Federal Reserve Note". Queste banconote riproducevano in rosso il
sigillo ed il numero di serie, invece che in verde come quelle della Fed (i
cosiddetti "verdoni"), ma vennero presto ritirate dalla circolazione dopo la
morte di Kennedy. Secondo informazioni reperibili nella libreria del
Comptroller of the Currency, la legge 11110 è ancor oggi in corso di
validità legale, anche se le amministrazioni successive, ad iniziare con
quella del presidente Lyndon B. Johnson, l'hanno semplicemente ignorata
tornando alla pratica di pagare interessi sulle banconote della FED.
Tuttavia, nel 1966, il Dipartimento del Tesoro USA emise una ultima serie di
"United States Note" da 100 dollari, ma queste banconote non vennero
distribuite al pubblico. Esse vennero accantonate segretamente in una
stanza, considerandole - de jure - come se fossero state effettivamente
messe in circolazione. Oggi gli americani continuano ad usare le banconote
della Federal Reserve, ed il deficit USA a raggiunto il suo massimo storico.

Il fatto è che la tassa sul reddito che i cittadini americani stanno pagando
(tramite l'IRS), non viene usata per pagare i servizi governativi: serve per
pagare gli interessi ai banchieri privati che si nascondono dietro ai soci
della Fed. Questa tassa potrebbe essere eliminata semplicemente ristabilendo
le "United States Note"
Il Dipartimento del Tesoro USA, Il Ministero del Tesoro statunitense,
dispone di un proprio servizio di intelligence: l'USSS, "United States
Secret Service". Secondo la legge USA sulla libertà di informazione, la
"Freedom of Information Act" - detta anche "FOIA" - ci si può rivolgere a
loro per qualsiasi ulteriore delucidazione:
United States Secret Service - Latita M. Huff - Branch Chief Suite 3000, 950
H Street, N.W. - Washington, D.C. 20223;

Marco Saba

08 aprile 2008

Botta e risposta tra il vecchio e il nuovo


In questo botta e risposta tra un giovane laureato ed un eurodeputato c'è la sintesi del momento politico e culturale attuale. Mentre si inneggia a veline e gdf si distrugge il futuro cambiando le regole in corso d'opera. Una scelta difficilissima e pericolosa. Ma per chi?

Gentilissimo Sig. Chiesa,
chi le scrive è un ragazzo di 27 anni, laureato in Giurisprudenza da 2, in attesa di occupazione. Non è, o spero che non sia, la lettera di un poveretto che cerca qualunque strumento, e qualunque interlocutore, per sfogare le proprie frustrazioni e le proprie disillusioni. E a dimostrazione di ciò c'è il fatto che scrivo a lei piuttosto che a gente che è, istituzionalmente, politicamente o economicamente più importante di lei (di questi tempi vanno di moda le lettere al presidente della Repubblica). Certo è che il mio è stato un percorso di presa di coscienza che, inesorabilmente e profondamente, si può affermare essere stato un cammino verso il baratro dei più inimmaginabili e atroci degli svelamenti dei veli di Maya.

Immagini un ragazzo a cui, da sempre, hanno detto che, attraverso lo studio e l'impegno, avrebbe trovato, se non la ricchezza e il successo sociale, quantomeno la serenità e la soddisfazione professionale, da cui, peraltro, ne derivano molte altre, se non tutte le altre. Provi a immaginare un ragazzo che vive nel chiuso di una vita universitaria, in una piccola e graziosa città del Centro Italia, tra svaghi, divertimenti, confronti con amici e conoscenti, il tutto nell'impegno quotidiano dello studio. E immagini ora che questa persona, una volta uscita dal limbo dell'università (per molti, forse per tutti, il periodo aureo, quello che si ricorda con più piacere e struggimento) si trovi buttata nel mondo, quel mondo a cui, certo colpevolmente, non aveva dato importanza alcuna, sapendo che prima o poi l'avrebbe fatto.

Non è, o non è solo, il disagio di chi vede la propria Laurea, frutto di sacrifici quanto di mitizzazioni sopratutto altrui, rivelarsi un fardello, una sorta di macigno che ti schiaccia nell'incredulità di chi credeva che essa avrebbe portato, se non, ripeto, la ricchezza, quantomeno un posto di lavoro sicuro. Non è solo questo: è iniziare a vedere che la povertà si diffonde come una piaga strisciante, dovunque, e che nessuno ammette del tutto apertamente. E' una povertà strana, è una povertà di chi riesce a mangiare 3 volte al giorno o anche più, di chi ha un telefonino e un televisore. Non è la povertà a cui la storia ci ha abituato. Ma è povertà, e sopratutto, può peggiorare.

E' vedere, per la prima vera volta, che tutto il progresso, tutta la ricchezza che abbiamo creato come popolo, come civiltà dopo decenni di fatiche e sacrifici, non basta: non basta nemmeno a dare un lavoro dignitoso. Come è possibile che il progresso, questo mito razional-capitalista ( ma anche socialista), non è in grado di assicurare alla gente nemmeno più il minimo indispensabile per vivere, laureato o no che tu sia? Com'è possibile che il progresso, il potenziamento esponenziale delle capacità produttive dei fattori economici, renda ancora la gente così schiava di lavori che impegnano l'intera giornata, lavori che spesso sono pagati in maniera indecorosa? E come mai, nonostante la produttività accresciuta, si parla di crisi, di stagnazione? Ma ancora, ancora non è solo questo: pian piano ci si rende conto che questo progresso, questo mito a cui anche il più acerrimo degli iscritti al PCI ha creduto (es. mio padre), ha portato, a conti fatti, cementificazione folle (è sconcertante la devastazione dei paesaggi, basta farsi un viaggio in treno), alla distruzione di fauna e flora, inquinamento delle acque, prosciugamento di fiumi e laghi, erosione delle coste e quant'altro.

E tutto questo per cosa? Per vivere in gabbie di cemento, ognuno isolato dall'altro, senza più quel margine di solidarietà che almeno univa i deboli? per cosa, per vedere la televisione propagandare modelli di benessere inarrivabili? Per passare ore in automobile imprecando contro il conducente maleducato? Per andare a farsi le lampade con i neon dei centri commerciali, per NON comprare cose che NON ci servono? Per andare via dalle proprie terre, a migliaia di chilometri, per lavorare in città che spesso non ci piacciono, sradicando intere famiglie, interi tessuti, intere VITE vissute? Io ho riflettuto su tutto questo e ne ho cercato, disperatamente, le ragioni.

Non sono tanto preoccupato per me: sento di avere risorse, e me la caverò; a maggio parto per

Dublino, per fare esperienze e migliorare l'inglese; poi chissà,sono disposto ad andare dovunque pur di non essere sfruttato e mal pagato. Ma quello su cui mi interrogo è il perchè di tutto questo. E di perchè ce ne sono tanti: la globalizzazione selvaggia, il dominio delle corporazioni, l'impiantamento di modelli di vita che non sono nè sostenibili nè autentici, il potere bancario.

Ammetto di essere rimasto molto, molto sorpreso, di aver sentito, in una sua conferenza immortalata su youtube, parlare, anche se indirettamente, del signoraggio. E', forse, l'unica persona 'famosa', o comunque istituzionalmente significativa, che ha parlato del fenomeno del signoraggio, a che io sappia. Lei ha giustamente rilevato come, di fatto, i governi nulla possono; perchè parte, o gran parte, del potere di intervento su una economia è detenuto, ILLEGALMENTE, dalle banche centrali (da noi dunque la BCE). Io credo di aver compreso che molti dei mali del mondo siano ascrivibili al signoraggio: questo perchè, ad esempio, gli USA sono schiavi del debito pubblico; uno schiavo deve fare qualsiasi cosa voglia il padrone: e se è uno schiavo forzuto, come gli USA, può uccidere., può seminare orrore e morte come fa da 50 anni. Ma la mia non è retorica anti americana: gli stessi americani sono vittime inconsapevoli di questo meccanismo mostruoso e letale, che sta mettendo in pericolo la nostra intera civiltà. Una civiltà che sta affogando in un mare di debiti che non potrà mai pagare.

Ora, tutto questo per chiederle una semplice cosa. Io sono da sempre stato di sinistra, ma non ho certo intenzione di assoggettarmi al ricatto veltroniano del voto utile. D'altronde, a conti fatti, destra e sinistra negli ultimi non hanno assunto politiche tanto diverse. Io voglio però sapere questo: che senso ha la politica oggi, se essa non può appropriarsi della sovranità monetaria? Ponendo il caso che la sinistra arcobaleno riesca ad avere la maggioranza (caso scolastico), cosa potrebbe mai fare, quali interventi potrebbe mai fare, essa o qualunque altra forza politica anche se teoricamente progressista, se non ha in mano le redini di una banca centrale? E' per questo che le chiedo che senso ha, ad esempio, votare la sinistra arcobaleno; per questo le chiedo che senso ha votare Lei, con tutto il rispetto e l'ammirazione che provo.

Per la prima volta credo di non andare a votare: non Le chiedo di farmi cambiare idea; le chiedo di dirmi quello che sente di dirmi, come un padre a un figlio. E' una domanda di una persona smarrita, che ha visto tutte, o molte, convinzioni crollare addosso a sè, sgomento. E' una domanda che giunge dal cuore, a una persona che stimo e rispetto profondamente, più di chiunque altro in Italia. Perdoni la prolissità. Con affetto
Dario Leggiero.

Caro Dario,
prima di tutto vorrei la tua approvazione alla pubblicazione. Della tua lettera e della mia risposta. Che ti mando comunque, ma che - soprattutto la tua lettera - merita di essere letta non solo da me. La tua descrizione, infatti, è "universale", nel senso molto preciso che contiene criteri che valgono per tutti e esperienze che moltissimi provano, ed è la puntuale caratterizzazione del momento critico che tutti attraversiamo.

Sì, siamo tutti smarriti. E la ragione mi è chiara: perchè non abbiamo più un criterio d'interpretazione della realtà che ci circonda. La sinistra, anche quella Arcobaleno, ha accettato la "narrazione" del mondo del capitalismo in espansione globale, del Prodotto Interno Lordo, dello sviluppo. Il cui risultato è quello che descrivi.

Dentro questa narrazione non c'è spazio che per una ritirata complessiva. Per vedere cosa fare bisogna "uscire" da essa, guardarla dall'esterno. Solo così si può, prima di tutto, vederne la caducità. E poi trovare i modi per combatterla.

Marx fu cruciale non solo per la sua grandezza intellettuale e scientifica, ma perchè seppe dare un'interpretazione del mondo, individuò il punto di rottura della formazione sociale capitalistica e le cause intrinseche della fine di quel sistema. Sbagliò in alcuni punti essenziali (non vide, per esempio, che la quantità di plusvalore che il capitalismo era in grado di produrre sarebbe stata sufficiente per permettergli di sopravvivere molto più a lungo di quanto non apparisse guardando la sua crisi solo dal punto di vista sociale). Ma è un discorso troppo lungo qui. Qui l'essenziale è capire dove sta la via d'uscita. E essa sta nel dato, irrevocabile, che il capitalismo globale è arrivato al suo limite, cioè si sta ormai scontrando con l'impossibilità dell'ulteriore sviluppo geometrico della crescita. Impossibilità che si può esprimere con questa formula semplicissima, molto più attinente alla fisica che non all'economia: "non si può realizzare uno sviluppo infinito all'interno di un sistema finito di risorse".

Questo è il punto di avvio di una nuova riflessione teorica, che sta appena cominciando e che sarà il nucleo concettuale di una nuova opposizione allo stato effettuale delle cose, che io concepisco non come un nuovo partito di sinistra, ma come un movimento di popolo "per il Bene Comune". Come voti adesso è importante (io voterò per l'Arcobaleno, anche se so che queste idee là dentro non ci sono ancora, anzi sono molto più fuori che dentro quel contenitore)), ma più importante è cosa possiamo fare insieme "dopo" il 15 aprile.

Sarà una battaglia tremenda, perchè i sostenitori dell'attuale stato di cose sono assolutamente incapaci di rispondere in termini di attenuazione delle tensioni e delle turbolenze che sono già cominciate (esplicitate dall'11 settembre). Non possono più farlo. Eserciteranno dunque una repressione violenta. Tanto più violenta quanto più apparirà evidente che i limiti dello sviluppo diventeranno catastrofici. Dunque bisogna costruire un movimento organizzato, grande, per resistere. E, prima di tutto, costruire una nuova "narrazione", che corrisponda alla crisi epocale verso la quale stiamo andando. Una teoria per una transizione pacifica verso una trasformazione radicale del modo di vivere di sei miliardi di persone.

Non spaventarti. Una volta compreso esso diventa reale, cioè teoricamente affrontabile e risolvibile. Il compito è immenso ed è tuo, è vostro. Noi, della generazione passata, cominciamo appena a capire. Voi ci dovrete vivere dentro, a questa transizione. E' indispensabile che sappiate governarla, pima che i folli che ci hanno portato a questo punto possano tentare di risolverla con la guerra e la repressione generalizzata.

Vedi, è l'intero sistema economico, sociale, organizzativo, che sarà messo in discussione. L'indipendenza delle Banche centrali, che oggi è un dogma, contestare il quale significa essere definiti terroristi, non è che uno dei meccanismi con i quali il denaro (i suoi proprietari) ha imposto le sue leggi schiaviste alla società intera. Non è "illegale", come tu scrivi, semplicemente perchè loro l'hanno legalizzato, con le loro leggi. la banca d'Inghilterra è divenuta "indipendente" dal potere politico (cioè dal potere della democrazia) solo nel 1997. In Italia è avvenuto prima, negli USA molto prima. E come è avvenuto può anche essere rovesciato. Ma per porre queste questioni all'ordine del giorno della lotta politica occorre un grande movimento organizzato, che porti queste questioni sui tavoli del parlamento, del sindacato, della società civile in tutte le sue forme. Cioè occorre che queste cose siano comprese da molti. Per questo occorre cambiare democraticamente l'informazione e la comunicazione. Ecco perchè considero questa la battaglia centrale, quella dove si vincerà o si perderà ogni scontro successivo.

Stai in contatto con noi , partecipa a questa impresa. Lo puoi fare dovunque tu sia. Almeno fino a che non spegneranno la luce.
Cordiali saluti
Giulietto Chiesa

07 aprile 2008

Le banche, se manca la fiducia?


La Bafin (l'istituto di controllo delle banche in Germania) e la Goldman Sachs concordano su una stima delle perdite derivanti dall'attuale crisi finanziaria per cifre comprese fa i 500 ed i 600 miliardi di dollari, in gran parte dovute alle insolvenze sui prestiti "sub-prime" ed alle relative conseguenze sui cosiddetti derivati. Per quanto ci si riferisca a cifre pari a circa un terzo del PIL italiano, tuttavia si tratta solo di ipotesi riguardanti l'immediato presente, di cifre che non tengono in nessuna considerazione l'effetto valanga dei derivati stessi entro qualche mese o qualche settimana; quando cioé, negli Stati Uniti, comunque ben prima delle prossime presidenziali, gli “edge funds” strangoleranno le banche.

E' vero che in Europa l'esposizione per i sub-prime è stimata solo al 10% del totale, ma, anche qui, gli analisti vogliono farsi sfuggire un particolare non piccolo: se c'è recessione o anche solo insufficiente sviluppo, anche l'area dei debitori in difficoltà tenderà a crescere in maniera esponenziale. In Italia, ad esempio, le banche vantano modestissime sofferenze, semplicemente perché i prestiti difficili sono stati fatti uscire dai bilanci cartolarizzandoli e cedendoli alle società di recupero crediti.

Infatti, le banche registrano poche sofferenze, ma le esecuzioni forzate autorizzate dai tribunali sui beni dei debitori sono raddoppiate quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Le banche conoscono la situazione e, infatti, si stanno attrezzando, anche con le rinegoziazioni e i "nuovi prodotti" ad affrontare i problemi autorizzando o contrattando periodi di sospensione dei pagamenti. In questo modo non ci sono effetti sullo stato patrimoniale delle banche creditrici.

In realtà le banche, quando non ricevono le rate dei mutui e dei prestiti non perdono quasi nulla, semplicemente registrano mancati guadagni. Si sa che il numero dei debitori - famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni locali - che non riuscirà a mantenere gli impegni è destinato ad aumentare; ma le banche temono, come è già successo in USA e Gran Bretagna che i risparmiatori, presi dal panico, si riversino presso gli sportelli per ottenere la restituzione dei depositi.

Ora, la liquidità in possesso del sistema bancario è una frazione minima dei valori in gioco, ma le banche non vogliono dire la verità sul proprio funzionamento, vale a dire sulla possibilità di sopportare senza problemi il mancato pagamento delle rate dei mutui e dei prestiti, perché ciò cambierebbe tutte le regole del gioco. Basterebbe impostare i bilanci delle banche in modo più razionale - evitando di confondere i depositi e le passività - per ottenere una informazione trasparente sui costi effettivi che le banche affrontano nell'emettere un prestito.

Non dovrebbe meravigliare, pertanto, se, nell'immediato futuro, il sistema bancario elaborerà ulteriori strategie per congelare i debiti più difficili non cartolarizzati o esternalizzati. In questo modo si creerebbe una situazione simile a quella che già esiste per le tasse: i lavoratori regolari a reddito fisso le pagano anche per quelli che le possono evadere. Occorrrebbe, quindi, approfondire l'argomento, per arrivare, finalmente, ad una riduzione generalizzata e non selettiva dell'indebitamento verso le banche che potrebbe restituire capacità di acquisto a tutte le famiglie con effetti positivi per tutto il sistema economico e produttivo.

Non ci sono, al momento, altre strade di recupero dei redditi dei cittadini e, infatti, molte delle prospettive lanciate durante questa campagna elettorale, non sono altro che promesse irrealizzabili. Se non si cambierà l'approccio alla politica economica, dopo le elezioni occorreranno nuovi, inutili e gravosi sacrifici a fronte di redditi insufficienti e situazioni sempre meno governabili.
di Nino Galloni

Federal Reserve come la Ns BCE




Una delle preoccupazioni più comuni, tra la gente che si occupa attivamente
di ridurre le tasse, è "Se trattengo i miei soldi, impedirò al Governo di
pagare i suoi conti?". La moderna tassa sul reddito non è stata fatta né
pensata per pagare i servizi offerti dal governo. Il suo scopo è di pagare
per il sistema privato della Federal Reserve.
Nel dizionario "Black Law" si definisce la Federal Reserve come "una rete di
dodici banche centrali cui appartiene la maggior parte delle banche e della
quale le banche con statuto statale possono essere proprietarie. Le regole
societarie impongono un investimento in azioni e delle minime riserve."

Sono banche private quelle che possiedono le azioni della Federal Reserve.
Questo venne spiegato in dettaglio nel processo "Lewis contro Stati Uniti"
(seconda serie del Federal Reporter, volume 680, pagine 1239, 1341 del
1982), dove la corte disse: "Ogni 'Federal Reserve Bank' è una società
separata posseduta da banche commerciali della sua regione. Le banche socie
eleggono i due terzi del consiglio di amministrazione composto da nove
membri di ciascuna banca."

In modo simile, le banche "Federal Reserve", nonostante siano pesantemente
regolate, sono controllate localmente dalle banche socie. Dando un altro
sguardo al dizionario "Black Law", troviamo che queste banche, possedute da
privati, emettono moneta: "Federal Reserve Act: legge che creò le banche
della Federal Reserve che agiscono come agenti nel mantenere riserve
monetarie, nell'emettere moneta sotto forma di banconote, nel prestare
moneta alle banche e nella supervisione delle banche. Amministrata dal
consiglio d'amministrazione della Federal Reserve (Federal Reserve Board)."

Le banche della FED, che sono private, emettono, ovvero creano, la moneta
che usiamo. Nel 1964, la Commissione Camerale sulla Pratica Bancaria e la
Valuta
, il sottocomitato sulla Finanza Interna, nella seconda sessione
dell'88esimo Congresso, pubblicò uno studio intitolato "Fatti sulla Moneta",
che spiegava bene che cosa è la FED : " La Federal Reserve è una macchinetta
che crea moneta. Può emettere moneta o assegni. Non ha il problema di
coprire C'li assegni perché può ottenere le banconote da 5 e 10 dollari,
necessarie per coprirli, semplicemente chiedendo all'ufficio del conio del
Ministero del Tesoro di stamparle."

Come tutti sappiamo, chiunque abbia un sacco di soldi ha molto potere.
Immaginatevi un gruppo di persone che ha il potere di creare i soldi.
Immaginatevi che potere questi possono avere. Questo è quello che è la FED.
Nessu
n uomo denunciò maggiormente il potere della FED quanto Louis T.,
Presidente della Commissione Camerale Bancaria negli anni '30. Egli
puntualizzava costantemente che le questioni sull'emissione monetaria non
dovevano essere partigiane, e criticava le amministrazioni sia di Herbert
Hoover che di Franklin Roosevelt.
Ecco come McFadden descriveva la FED , il 10 giugno 1932 (Verbale del
Congresso, Camera, pagine 1295 e 1296):

"Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più
corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al consiglio
d'amministrazione della Federal Reserve ed alle banche Federal Reserve. Il
consiglio d'amministrazione della Federal Reserve, un consiglio
d'amministrazione di Governo, ha fregato al Governo degli Stati Uniti ed al
popolo statunitense abbastanza soldi da estinguere il debito pubblico. Le
predazioni e le ingiustizie del consiglio d'amministrazione della Federal
Reserve e delle banche Federal Reserve, sono costate a questo paese soldi a
sufficienza per ripagare numerose volte il debito nazionale. Questa maligna
istituzione ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti, è andata
in bancarotta ed ha portato alla bancarotta il Governo. Qualcuno pensa che
le banche Federal Reserve siano istituzioni degli Stati Uniti. Non sono
istituzioni statunitensi. Sono monopoli di credito privati che si basano sul
popolo statunitense per arricchire sè stessi ed i loro clienti stranieri.
gli speculatori e predatori interni e stranieri, e i ricchi predatori
usurai. In questa oscura cricca di pirati finanziari ci sono quelli che
taglierebbero la gola di chiunque per sottrargli un dollaro dalle tasche, vi
sono quelli che mandano soldi negli stati per comprare i voti per
controllare la nostra legislazione, e ci sono quelli che mantengono una
propaganda internazionale allo scopo di ingannarci e di spingerci a fornire
nuove concessioni che gli permetteranno di insabbiare le loro malefatte
precedenti e di rimettere in moto il loro gigantesco treno criminale. Questi
12 monopoli privati vennero slealmente ed ingannevolmente imposti a questo
paese da banchieri che venivano dall'Europa e che hanno ripagato la nostra
ospitalità minando alla base le istituzioni americane."

Louis T. McFadden morì per un "improvviso attacco cardiaco" il 3 ottobre
1936. Come scritto da Robert Edward Edmondson, sul Pelley's Weekly del 14
ottobre 1936, McFadden era stato fatto precedentemente oggetto di due
attentati alla vita. Gli vennero sparati due colpi d'arma da fuoco che per
fortuna lo mancarono mentre stava prendendo un taxi. In seguito, tentarono
di avvelenarlo durante un banchetto: un medico che era presente gli effettuò
subito una lavanda gastrica e lo salvò.
La FED in pratica funziona così: il Governo ha garantito il potere di
emettere moneta alle banche della FED. Queste creano moneta, poi la prestano
al governo caricando gli interessi. Il governo preleva la tassa sul reddito
per pagare gli interessi sul debito. Su questo punto è interessante notare
che sia il 'Federal Reserve Act" che il sedicesimo emendamento, che dava al
Congresso il potere di raccogliere la tassa sul reddito, vennero promulgati
assieme nel 1913. L 'incredibile potere che la FED ha sull'economia viene
universalmente riconosciuto. Alcune persone, specialmente nell'ambiente
bancario ed accademico, addirittura lo appoggiano.

Tuttavia vi sono quanti, sia in passato che oggi, lo denunciano. Uno di
questi uomini era il presidente Kennedy. I suoi sforzi vennero elencati in
dettaglio nel libro Crossfire di Jim Marrs, del 1990:

"Un altro aspetto tralasciato del tentativo di Kennedy di riformare la
società americana riguarda la moneta. Plausibilmente Kennedy riteneva che,
ritornando alla Costituzione, la quale afferma che solamente il Congresso
può coniare e regolare la moneta, il crescente debito nazionale poteva
essere ridotto smettendo di pagare interessi ai banchieri del sistema della
Federal Reserve, che stampava cartamoneta e la prestava al governo contro
interessi. Egli si mosse in questo campo il 4 giugno 1963, firmando l'Ordine
Esecutivo 11110 che chiedeva l'emissione di 4.292.893.815 dollari in
banconote statunitensi attraverso il Tesoro anziché usando il tradizionale
sistema della Federal Reserve. Quello stesso giorno, Kennedy firmò una legge
che cambiava la garanzia dei biglietti da 1 e 2 dollari - da argento in
oro - aggiungendo forza all'indebolita valuta statunitense."


Biglietto da 5 dollari del 1963. Notare la scritta in alto: "UNITED STATES
NOTE", cioè "biglietto degli Stati Uniti d'America", quindi dei cittadini
statunitensi!


I dollari (privati) della Federal Reserve hanno invece la scritta "FEDERAL
RESERVE NOTE", e cioè "biglietto della FED", quindi dei banchieri!!!

Il "Comptroller of the currency" di Kennedy, James J. Saxon, venne in
contrasto con gli organi della Federal Reserve per qualche tempo,
incoraggiando poteri di maggior investimento e di credito per le banche che
non erano parte della FED. Saxon aveva anche stabilito che queste banche
potessero sottoscrivere titoli statali e locali, indebolendo così
maggiormente il potere delle banche legate alla FED.

Come abbiamo già accennato, nel 1963, in base al decreto Kennedy, venne
emessa una nuova serie di banconote con l'iscrizione "United States Note"
invece di "Federal Reserve Note". Queste banconote riproducevano in rosso il
sigillo ed il numero di serie, invece che in verde come quelle della Fed (i
cosiddetti "verdoni"), ma vennero presto ritirate dalla circolazione dopo la
morte di Kennedy. Secondo informazioni reperibili nella libreria del
Comptroller of the Currency, la legge 11110 è ancor oggi in corso di
validità legale, anche se le amministrazioni successive, ad iniziare con
quella del presidente Lyndon B. Johnson, l'hanno semplicemente ignorata
tornando alla pratica di pagare interessi sulle banconote della FED.
Tuttavia, nel 1966, il Dipartimento del Tesoro USA emise una ultima serie di
"United States Note" da 100 dollari, ma queste banconote non vennero
distribuite al pubblico. Esse vennero accantonate segretamente in una
stanza, considerandole - de jure - come se fossero state effettivamente
messe in circolazione. Oggi gli americani continuano ad usare le banconote
della Federal Reserve, ed il deficit USA a raggiunto il suo massimo storico.

Il fatto è che la tassa sul reddito che i cittadini americani stanno pagando
(tramite l'IRS), non viene usata per pagare i servizi governativi: serve per
pagare gli interessi ai banchieri privati che si nascondono dietro ai soci
della Fed. Questa tassa potrebbe essere eliminata semplicemente ristabilendo
le "United States Note"
Il Dipartimento del Tesoro USA, Il Ministero del Tesoro statunitense,
dispone di un proprio servizio di intelligence: l'USSS, "United States
Secret Service". Secondo la legge USA sulla libertà di informazione, la
"Freedom of Information Act" - detta anche "FOIA" - ci si può rivolgere a
loro per qualsiasi ulteriore delucidazione:
United States Secret Service - Latita M. Huff - Branch Chief Suite 3000, 950
H Street, N.W. - Washington, D.C. 20223;

Marco Saba