08 giugno 2008

La nave dei folli


Da un po di tempo viviamo in una ipnosi collettiva che ci fa bere tutte le menzogne
lavate e spacciate dai giullari di corte come vere.
In questo contesto Paoletti fa un passo indietro e, comincia a vedere e spiegare quello che non si può vedere e che non si può spiegare. La sua una fonte importante e valorosa nei meandri dei politici-economici utili come gli anemometri.


Stiamo assistendo al crollo di questo sistema basato volutamente su importanti squilibri chepermettono alla ricchezza di scendere come in un imbuto dritto nelle tasche di pochissimi.
Crollano i passeggeri di Alitalia ad Aprile (- 25,9%).
Crollano le vendite di auto -17,56% a maggio ed è il 5° mese consecutivo.
Crollano gli utili delle società europee del 24% nel primo trimestre.
Crollano i consumi nella zona euro -2,9% in un anno, la maggiore diminuzione dal 1995.
Crolla il settore più forte dell’economia inglese, quello dei servizi
Crolla la fiducia dei consumatori Usa a 59 punti il livello più basso dal 1980
(dati raccolti da Davide 912 sulla lista di Centrofondi).
Per quanto riguarda l’Italia il declino è stato costante dal 1970 (sotto il PIL)
Ancor prima della cosiddetta globalizzazione noi eravamo già sulla strada del declino, la nostra è una crisi non momentanea ma di sistema.
La risposta della politica è stata quella di consegnare ai poteri finanziari la propria (e la nostra) testa, con Maastricht e oggi Lisbona http://www.disinformazione.it/trattato_lisbona.htm mentre
i gruppi di potere nostrani si spartivano i ricchissimi monopoli ex pubblici abbandonando sempre più la produzione vera e propria. Ecco allora l’interesse per televisioni, autostrade, telefonia, energia, rifiuti, immobili di pregio ex patrimonio pubblico ecc. Nel frattempo il lavoro si è degradato perché in competizione con l’est europa e l’Asia il divario di retribuzione è talmente grande da precarizzare e diminuire le nostre retribuzioni.
Il fatto è che con punti di partenza così distanti, l’equilibrio necessariamente si colloca in un punto molto più basso per noi e anche se nell’est si raddoppiano gli stipendi (da 100 a 200 euro) ancora molta strada si deve fare per raggiungere gli standard occidentali dei 1000,1300 euro. Ecco che l’occidente non lavora e produce più mentre l’Asia e l’est europa si surriscaldano.
Le autorità finanziarie hanno cercato di compensare inondando di liquidità il sistema, ma a causa del fatto che la nuova moneta è sempre emessa, a parte rari e ininfluenti casi*, a fronte di un indebitamento dello stato e dei privati, possiamo dire che l’effetto dagli anni ’90 aumentato dal 2000 è stato solo quello di mostrare una facciata di ricchezza basata solo sull’indebitamento ed il risultato è che oggi il debito mondiale è una cosa enorme e ingestibile *nel caso di emissione di denaro cartaceo da parte della banca centrale una parte degli interessi attivi derivante dalla gestione delle riserve vengono retrocessi allo stato (0,8 mld contro i 70mld
pagati annualmente dallo stato). La crisi sistemica è stata già descritta in questo report http://www.centrofondi.it/report/report_06_01_07.pdf ed oggi ci stiamo pericolosamente avvicinando al punto di non ritorno.
L’economia finanziaria ed il debito assorbono quote sempre più imponenti di ricchezza reale che viene negata alla vita quotidiana, ancora, per poco, opulenta per l’occidente e sottola soglia di sopravvivenza per gran parte del resto del mondo. La crisi alimentare di cui si sta tanto parlando è una cosa che tocca e toccherà tutti indistintamente se non saremo in grado di offrire risposte adeguate a questo stato di cose.
Se aspettiamo aiuti dalle istituzioni stiamo freschi. Draghi (anche il nome è evocativo) nella sua relazione annuale ha snocciolato ovvietà sottolineate dal plauso dei cortigiani:i giovani sono pagati poco, bisogna diminuire le tasse, bisogna lavorare di più e andare in pensione più tardi ecc. ecc. ecc. e intanto la bce combatte l’inflazione da lei stessa creata paventando improbabili aumenti di tassi che aumenterebbero la forza dell’euro sul dollaro e i disagi delle famiglie; a questo proposito proponiamo di “licenziare” tutta la banca d’italia che per dire queste banalità si prende la piccolissima cifra di 1,5 mld di euro (3.000 miliardidi vecchie lire) per il proprio sostentamento e per “vigilare” sui propri azionisti e padroni…nel contempo l’Ocse ci mette in guardia dal deficit che aumenta….e la FAO disquisisce, a tavola ovviamente, su come risolvere la fame nel mondo cercando aiuti finanziari che finirebbero nelle tasche delle multinazionali del seme e dei fertilizzanti per distruggere e schiavizzare ancora di più le popolazioni del sud del mondo.
Intanto in Italia si impone con il pugno di ferro gli inceneritori, o chiamati da alcuni incancritori, picchiando pericolosissimi padri e madri di famiglia che si sono stufati di prenderlo sempre in tasca da Garibaldi e Cavour in poi.
Sarà che siamo maliziosi, ma nessuno ci toglie dalla testa che il problema dei rifiuti sia stato creato ad arte per imporre obsoleti incancritori e favorire le solite lobbies che sui rifiuti hanno fatto il loro tesoro.
Poi, sempre lo stato, risolve il problema energetico con improbabili centrali a carbone pulito (!?) o nucleari come se fossimo tutti dei deficienti che non utilizzano la rete per informarsi e si mettono in azione i mass media del regime per pilotare le masse verso l’inesorabile olocausto, tanto di qualcosa si deve morire no?. Come se non bastasse sulla difficile strada del governo ci si mette anche quell’incidentucolo della centrale slovena che prontamente viene sminuito e ridotto al silenzio da politici, oncologi, saltimbanchi e meretrici di corte.
Per tacitare il popolo arrabbiato per quella tassa occulta ed ingiusta che è l’inflazione, il governo emana provvedimenti di aiuto alle famiglie, sbandiera l’accordo sui mutui come una vittoria sul sistema bancario mentre la realtà è che converte in rata fissa i mutui e mette la durata variabile cosicché la schiavitù del mutuo può durare anche tutta la vita e oltre, da 30-40 anni anche 50 o 60 e di questo naturalmente dobbiamo anche ringraziare…Con squillare di trombe si toglie l’ici sulla prima casa con la gioia dei comuni che rimangono senza soldi subito, con una promessa, del governo, di restituire in altra forma il mancato introito. Se pensiamo che l’aumento della benzina fa incamerare 5 mld e che la manovra ici costa 2 mld di euro, allora possiamo dire che si pagano tasse per 3 mld di euro in più dell’anno scorso e chi le paga? Chi lavora naturalmente, autotrasportatori, rappresentanti, imprese, gli stessi consumatori che vedranno i prezzi aumentare ecc. ecc. E ancora opere ciclopiche e inutili che mai si realizzeranno, ma che costeranno alla collettività sudore e sangue.
Sorvoliamo su quei criminali degli immigrati che spinti dalla fame osano turbare i nostri sonni tranquilli e che meritano ben altro che semplici espulsioni! E mettiamo una citazione a sostegno del nostro pensiero (grazie Nello!)
Un giorno vennero a prendere me...
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertold Brecht)
Come è brutto vedere le cose da questo punto di vista….si soffre e siamo assaliti dalla nausea e dal vomito!
Il fatto è che si cerca di far fronte alle modificazioni che avanzano velocemente con metodi vecchi, con istituzioni vecchie e svuotate da ogni potere, con persone vecchie che vogliono trovare il proprio tornaconto in tutto, prima agevolando i poteri finanziari internazionali, poi agevolando i poteri interni e nostrani, il tutto condito con una sostanza fascista (mal)mascherata dal buonismo della democrazia e aiutata dalla grancassa della propaganda di regime (mondiale).
Ma quanto ancora ci vuole al popolo a dire basta a vedere che il RE E’ NUDO?
Dicevamo prima che se aspettiamo loro stiamo freschi e allora vogliamo soccombere lentamente e inesorabilmente vedendo le saracinesche dei negozi chiudere uno dopo l’altro, le aziende fallire lasciando per strada posti di lavoro a favore di megacentricommerciali vere cattedrali di un mondo illusorio e finto oppure iniziare a ricostruire e salvare quello che rimane di uno splendido paese formato da tanta brava gente piena di creatività e entusiasmo?
Riprendiamo il nostro destino nelle nostre mani e guardiamoci negli occhi, immigrati
compresi, per aiutarci reciprocamente a svegliarci da questo incubo, il peggiore che la mente umana potesse concepire e che farebbe impallidire lo stesso Orwell.
Nonostante tutto questo squallore e sfacelo è possibile fare qualcosa. Come? Facendo l’esatto contrario di quello che ci dicono di fare. Attuando la “guerriglia economica” riscoprendo i prodotti locali invece di comprare quelli della globalizzazione, ricostruendo il tessuto sociale anziché combatterci, aiutandoci gli uni con gli altri invece di guardarci in cagnesco e “competere”, tendere una mano all’altro e insieme uscire da questo pantano invece che affidarsi ai pifferai magici di turno, usando uno strumento monetario come lo Scec che non crea, ma libera progressivamente dal debito. Ormai da anni ci dedichiamo a questa attività “sovversiva” che ad aprile ha dato vita ad ArcipelagoSCEC www.arcipelagoscec.org e vi possiamo dire che di forze belle e desiderose di fare questo paese è ancora pieno. Oggi centinaia di persone in tutta Italia stanno lavorando a questo rivoluzionario progetto http://www.centrofondi.it/articoli/Progetto_Buoni_Locali.pdf che a ben vedere assomiglia tanto alla scoperta dell’acqua calda, ma quando l’acqua calda non c’è più perché si sono privatizzati anche quella, allora anche questa diventa una cosa rivoluzionaria e innovativa .
Addirittura stanno arrivando a sostenerci nel nostro lavoro enti locali di tutti i colori dell’arcobaleno e enti religiosi che hanno a cuore il loro territorio, dentro Arcipelago ci sono professionisti, economisti, laici, preti, operai, famiglie, artigiani, commercianti, professori universitari, scrittori, gente di tutte le estrazioni sociali e politiche, di tutte le razze (in una conferenza un ragazzo del Senegal ha chiesto come si può attuare il progetto nel suo paese).
Quello che dobbiamo imparare è che dobbiamo spogliarci delle etichette, dei luoghi comuni: ad es. dicono peste e corna dei napoletani e della gente del sud in generale, ma a Napoli c’è il gruppo più attivo e creativo del nostro Arcipelago e il sud sta lavorando alacremente al suo riscatto, esaltando le sue caratteristiche. Man mano che andiamo avanti vediamo che le forze positive si stanno aggregando spontaneamente intorno a questa idea e programmatori informatici, architetti, commercialisti, aziendalisti, esperti vari ci stanno aiutando volontariamente e senza compenso ad attuare una nuova economia, una nuova società, quella vera, quella che sa che il proprio benessere dipende da quello di tutti, che rompe la catena dello sfruttamento e inizia quella della solidarietà quella della SOLIDARIETA’ CHE CAMMINA (SCEC) Quello che questa splendida avventura offre alle persone che si avvicinano ad essa, è una visione di un futuro che gli permette di guardare gli altri con occhi diversi, di sapere che ci sono persone oneste come loro, che costruiscono in comunione e trasparenza il proprio futuro, quando questo futuro è messo in serio pericolo da un manipolo di irresponsabili.
Non so a voi, ma a noi ci vengono i brividi di gioia ogni volta che persone nuove si aggregano a noi. Nel nostro gruppo diciamo che con ArcipelagoSCEC ha preso il varo la “nave dei folli” quei folli che credono nell’uomo e che si possa cambiare le cose nonostante tutto e tutti, che sono legati dalla condivisione di un sogno e dalla consapevolezza di assistere alla morte del bruco e alla nascita della farfalla
http://www.centrofondi.it/report/report_06_05_07.pdf .
Perché Arcipelago? Perché ci siamo stufati di avere la nostra isola felice e vogliamo costruire invece tante isole felici, nel nostro ArcipelagoSCEC dove naviga a gonfie vele la nave dei folli, cosa aspetti ad unirti a noi?
fonte: centrofondi.it

Hanno Zero


Al di là delle previsioni del tempo, io la TV la guardo poco.

E che la guarderei a fare? Per sentire i soliti pazzarielli di casta che strombazzano le solite pubblicità che forse avrebbero lasciata perplessa perfino la nostra di nuovo galeotta Wanna Marchi, o i soliti scienziati da avanspettacolo che non passerebbero un’interrogazione al liceo (hanno zero, in senso di voto) ma che pontificano con un risolino su argomenti a loro ignoti? O per sentire i soliti giornalisti che trattano con uguale incompetenza di tutto lo scibile umano e che, magari, fingono di fare gli “avvocati del diavolo” nei riguardi di chi finge altrettanto di stare dall’altra parte?

A quanto mi si sta comunicando con una raffica di messaggi, pare che ieri sera (giovedì) la RAI, a mezzo Michele Santoro e del suo AnnoZero, abbia dedicato gran parte della serata al solito, ormai stucchevole, problema dei rifiuti campani, ancora una volta spacciati per emergenza. Sempre a quanto mi si comunica, pare che nel corso della trasmissione a nessuno sia venuto in mente di ripetere altro che...
l’evidente idiozia secondo cui la soluzione è quella di costruire inceneritori, ribattezzati per l’occasione “termocombustori”, perché “altrimenti, dove li mettiamo i rifiuti?” E a San Francisco, a Seattle, ad Edmonton, a Perth e in tutte le altre grandi città, quelle che all’ineffabile professor Michele Giugliano del Politecnico di Milano (in quale posizione della classifica mondiale dove Bologna, la prima università italiana, occupa un vergognoso 173° posto, si collocherà il Politecnico?) risultano esser paesini sperduti nella tundra canadese (vedi Matrix), che si fa? E, restando in Italia, che si fa a Vedelago di Treviso? E perché da tredici anni non si costruisce un inceneritore negli Stati Uniti? E perché in Germania i nostri rifiuti, quelli che paghiamo a caro prezzo per poterli mandare laggiù, li differenziano e ce li rivendono?

Di fatto, il messaggio che doveva passare, ieri come sempre, era il solito: quello di un’emergenza terribile cui si fa fronte solo costruendo una selva d’inceneritori intorno ai quali la malavita, e qui comprendo anche la politica italiana com’è ora, banchetterà a crepapelle. E ci banchetteranno anche le industrie farmaceutiche e pure chi altri della salute o, meglio, della malattia ha fatto un business colossale. Oncologi di casta in testa.

Mi si chiede perché nessuno abbia detto che gl’inceneritori, come tutto ciò che sta nell’universo, rispettano la legge di conservazione della massa e non un grammo d’immondizia sparisce. Perché nessuno abbia detto che quell’immondizia si trasforma in porcheria infinitamente più tossica di quanto non fosse all’origine. Perché nessuno abbia detto che parte di quella roba resterà nell’ambiente in saecula saeculorum e l’altra avrà tutto il tempo, comunque, di fare disastri. Perché nessuno abbia detto che le ceneri che lo scienziato Chicco Testa avrebbe definito - per carità, in ossequio alla legge - “inerti” siano in realtà delle bombe ecologiche. Perché nessuno abbia detto che le discariche fatte come si fanno in Campania, cioè con materiali putrescibili, sono una vera e propria follia e che le discariche ben fatte danno ben pochi problemi. Perché il giornalista Marco Travaglio non abbia fatto notare tutto questo. E, tra le altre mille domande, perché io non sia stato invitato.

Risponderò solo a quest’ultimo quesito: perché non mi si gradisce. Del resto, se mai qualcuno m’invitasse, mi farebbe parlare un paio di minuti al massimo per poi interrompermi di continuo, mentre per mostrare come stanno le cose, per smontare le balle di cui siamo nutriti con generosità, io avrei bisogno di un paio d’ore almeno. Non avrei i tempi televisivi. Non farei spettacolo. Oltre a disturbare gli affari di chi conta.

Così finirà esattamente com’è finita con l’amianto, quando, grazie all’opera di scienziati in affitto disponibili allora come ora, si negò per decenni l’evidenza di una strage ed ora ne stiamo pagando, e a carissimo prezzo, le conseguenze.

E così sarà con l’illusione di risolvere il problema energetico sfruttando il nucleare, un’idea che, scientificamente ed economicamente, non sta né in cielo né in terra ma che sarà fonte di un bottino smisurato per chi avrà le mani in pasta. Che importa ciò che dice Carlo Rubbia? In fondo si tratta solo di un Premio Nobel. L’Italia ha ben altre fonti culturali, una delle quali è il professor Franco Battaglia (Università di Modena e Reggio Emilia) che, con la prefazione dello statista Silvio Berlusconi, ha dedicato un libro illuminante (appunto) per dimostrarci come dal sole non si ricavi energia.

Che fare, allora? Intanto non si può altro che rassegnarsi ad incenerire questa casta che ci sta trascinando a fondo con velocità crescente, e poi cominciare a lavorare senza troppi arzigogoli, secondo scienza e buon senso. Sarà dura, ma ce la potremo fare.

Stefano Montanari

06 giugno 2008

Veleni camuffati da bolle false


In un gioco al massacro, il banco da le carte e fa vincere e vince sempre. Ma chi da le carte? Chi mischia o smazza in questo gioco oramai troppo pericoloso? Mentre l'informazione comincia a parlare sottovoce di questi intrecci perversi Confindustria e, gli imprenditori si nascondono facendo i Ponzio Pilato della situazione. La burocrazia una macchina impazzita che vessa per pochi euro ma, dorme sulle grandi truffe organizzate. Ma che ci mangiano tutti? Oramai una cena al vetriolo.

"Il presidente della Repubblica ha ragione. La Campania è stata per molti anni la pattumiera del nord. E dico anche, mi scuseranno i napoletani, che come questo sia stato possibile è ormai il segreto di Pulcinella". L'uomo ha l'accento marcato delle valli lombarde. Ha meno di 40 anni e da più di 15 sposta e spinge rifiuti da un estremo all'altro del Paese. Chiede l'anonimato, perché qualche problema di giustizia lo ha già avuto e non intende averne altri. Perché di "monnezza", pericolosa o innocua che sia, speciale o meno che sia, ci campa.

Gli imprenditori come lui li chiamano "broker". Intermediano tra il rifiuto che caricano e la discarica in cui lo sversano. Al committente, pubblico o privato, offrono un servizio chiavi in mano: trasporto, conferimento e smaltimento. Formalmente, "clean", pulito, proprio come vuole la battuta di Toni Servillo nel film "Gomorra". Ma che lo sia davvero, "clean", questo dipende solo da loro. Perché l'industriale che firma per lo smaltimento di fanghi, vernici, acidi o altri residui di lavorazioni tossiche non vuole e non deve sapere che fine quei rifiuti faranno. Perché non vuole e non deve portarne la responsabilità per eventuali danni alle persone e all'ambiente. Dal sistema ci guadagnano o quantomeno ci hanno guadagnato tutti i protagonisti del ciclo. L'imprenditore che dimezza il costo di smaltimento. Il broker che ricarica sui costi fino al cinquanta per cento. La discarica non autorizzata che interra i veleni.

Di aziende di "intermediazione rifiuti" in Italia ce ne sono almeno un migliaio. "Di fatto - spiega il nostro broker lombardo - parliamo sempre delle stesse cinquanta persone cui quelle società, in un modo o in un altro, fanno capo". La storia dei traffici illeciti di rifiuti nord-sud documentata dagli atti parlamentari delle diverse commissioni di inchiesta è quella di indagini a loro modo esemplari come "Re Mida" o "Eldorado". E' quella che, a partire dal 1995, denunciarono con forza e nel completo disinteresse parlamentari come Massimo Scalia (presidente della prima commissione di inchiesta sui rifiuti) e quindi manager coraggiosi come Roberto Cetera e Lorenzo Miracle di "Ecolog" (la società del gruppo Fs che in sette anni di emergenza ha smaltito circa due milioni di tonnellate di rifiuti in Germania), oggi costretti agli arresti domiciliari dall'accusa della procura di Napoli di aver commesso ciò contro cui hanno pubblicamente combattuto in solitudine per anni (traffico illecito di rifiuti), a cominciare dalla denuncia del ruolo opaco dei centri di stoccaggio e trasformazione umbri, per finire alle società di trasporti campane.

Il broker lombardo sorride. "Il Sistema del traffico illecito dei rifiuti ha sempre camminato su due gambe. Il trasporto su gomma e l'intermediazione fasulla dei centri di stoccaggio e trasformazione. Da questo punto di vista, ovviamente i treni per la Germania sono sempre stati visti come fumo negli occhi. Detto questo, il Sistema non ha funzionato sempre nello stesso modo. E' andato affinandosi con il tempo. Cambiavano le leggi in senso restrittivo, si trovavano nuovi mezzi per aggirarle".

In principio - correvano i primi anni '90 - fu davvero "l'età dell'oro". Nessun controllo, libera circolazione dei mezzi lungo l'Autosole. "Per un chilo di rifiuti tossici, l'industriale del nord arrivava a pagare anche 600 lire. Il costo effettivo per lo smaltimento nelle discariche campane era tra le 20 e le 30 lire. L'utile, dunque, di circa il 90 per cento". A Pianura finirono i fanghi venefici dell'Acna di Cengio e Dio solo sa cos'altro, se è vero come è vero, racconta l'uomo, che "in una discarica di Giugliano venivano interrati direttamente i cassoni dei camion che arrivavano dalla Lombardia, dal Veneto, dal Piemonte".

Poi venne approvato il decreto Ronchi, cominciò l'emergenza campana e le cose, almeno apparentemente, si complicarono. Ai rifiuti (quale che ne fosse la natura) venne attribuito un codice di identificazione che avrebbe dovuto consentire di tracciarne il percorso dalla sorgente alla foce. Per impedire ai committenti di dichiarare in partenza rifiuti diversi da quelli che venivano caricati e alla discarica di accettare monnezza per la quale non era autorizzata allo smaltimento.

Il Sistema si adeguò. "I trucchi erano e restano a tutt'oggi due. Il primo si chiama "girobolla". Il secondo, che ne è una variante, è lo "scarico di conferimento"".
Il girobolla funziona come il gioco delle tre carte. "Il rifiuto pericoloso esce dalla fabbrica del nord con un codice e una destinazione finale. Diciamo in Campania. Lungo la strada si ferma almeno due o tre volte in altrettanti impianti di stoccaggio e trasformazione, che sono per lo più concentrati tra Toscana e Umbria. In questi centri, al trasportatore viene consegnata una nuova bolla di accompagnamento che non è più quella originaria, ma un documento di trasporto che certifica, in modo falso, che il carico di rifiuti è stato trattato e trasformato in innocuo materiale di recupero. In realtà, l'immondizia non è mai scesa dal camion. Ma quando arriva in discarica può essere accolta perché risulta essere altro da ciò che è".

L'industriale a monte è libero da ogni sospetto o seccatura perché avrà da mostrare un documento che attesta il trattamento intermedio di quei rifiuti e per la stessa ragione lo saranno il broker e la discarica che quei rifiuti ha interrato. Lo "scarico di conferimento" è ancora più semplice. Nel centro di stoccaggio e trasformazione il carico di rifiuti cambia di mano. "Il camion che ha fatto la prima tratta se ne torna indietro e la responsabilità dello smaltimento diventa del centro di stoccaggio. A questo punto arrivano i camion dal sud. Caricano e sversano dove solo loro sanno. In Campania o anche in regioni limitrofe".

Il finto declassamento dei rifiuti o il loro passaggio di mano rendono di fatto irrintracciabile la reale origine del carico e la sua effettiva destinazione. Fanno da diga tra chi i veleni li produce e chi li interra. Dice l'uomo: "Faccio un esempio per far capire come andassero le cose ancora nel 2003. Milano era in piena emergenza e l'Amsa conferiva i suoi rifiuti solidi urbani, dunque non nocivi, in Campania, dove però era scoppiata a sua volta l'emergenza. A Napoli, l'allora commissario straordinario vietò l'importazione di rifiuti da altre regioni, ma con il meccanismo del conferimento dei rifiuti a centri di stoccaggio intermedi i rifiuti milanesi continuarono ad affluire nella discarica di Trentola Ducenta, in provincia di Caserta".

Tutti sapevano. Tutti sanno. Compresi, evidentemente, chi i carichi velenosi li trasporta. "Loro sono davvero le ultime ruote del carro. Lo fanno per mangiare. I camion fanno una prima tratta da sud a nord trasportando merci regolari e per non tornare indietro vuoti caricano immondizia. Quale che sia". Del resto, i controlli lungo il tragitto pare non spaventino proprio nessuno. "Un conto è essere bloccati dalla Forestale o dai carabinieri del Nucleo di tutela ambientale. Ma questo succede soltanto quando si è finiti in un'indagine, magari si è stati intercettati e si sa quale è il camion da fermare. Un altro conto è essere controllati dalla polizia stradale. Il camion viaggia chiuso e se i pesi sono rispettati e le bolle di accompagnamento sono a posto, nessuno andrà ad aprire i cassoni per vedere se davvero ciò che c'è dentro è o meno materiale nocivo. E il gioco è fatto".
fonte: Repubblica.it

08 giugno 2008

La nave dei folli


Da un po di tempo viviamo in una ipnosi collettiva che ci fa bere tutte le menzogne
lavate e spacciate dai giullari di corte come vere.
In questo contesto Paoletti fa un passo indietro e, comincia a vedere e spiegare quello che non si può vedere e che non si può spiegare. La sua una fonte importante e valorosa nei meandri dei politici-economici utili come gli anemometri.


Stiamo assistendo al crollo di questo sistema basato volutamente su importanti squilibri chepermettono alla ricchezza di scendere come in un imbuto dritto nelle tasche di pochissimi.
Crollano i passeggeri di Alitalia ad Aprile (- 25,9%).
Crollano le vendite di auto -17,56% a maggio ed è il 5° mese consecutivo.
Crollano gli utili delle società europee del 24% nel primo trimestre.
Crollano i consumi nella zona euro -2,9% in un anno, la maggiore diminuzione dal 1995.
Crolla il settore più forte dell’economia inglese, quello dei servizi
Crolla la fiducia dei consumatori Usa a 59 punti il livello più basso dal 1980
(dati raccolti da Davide 912 sulla lista di Centrofondi).
Per quanto riguarda l’Italia il declino è stato costante dal 1970 (sotto il PIL)
Ancor prima della cosiddetta globalizzazione noi eravamo già sulla strada del declino, la nostra è una crisi non momentanea ma di sistema.
La risposta della politica è stata quella di consegnare ai poteri finanziari la propria (e la nostra) testa, con Maastricht e oggi Lisbona http://www.disinformazione.it/trattato_lisbona.htm mentre
i gruppi di potere nostrani si spartivano i ricchissimi monopoli ex pubblici abbandonando sempre più la produzione vera e propria. Ecco allora l’interesse per televisioni, autostrade, telefonia, energia, rifiuti, immobili di pregio ex patrimonio pubblico ecc. Nel frattempo il lavoro si è degradato perché in competizione con l’est europa e l’Asia il divario di retribuzione è talmente grande da precarizzare e diminuire le nostre retribuzioni.
Il fatto è che con punti di partenza così distanti, l’equilibrio necessariamente si colloca in un punto molto più basso per noi e anche se nell’est si raddoppiano gli stipendi (da 100 a 200 euro) ancora molta strada si deve fare per raggiungere gli standard occidentali dei 1000,1300 euro. Ecco che l’occidente non lavora e produce più mentre l’Asia e l’est europa si surriscaldano.
Le autorità finanziarie hanno cercato di compensare inondando di liquidità il sistema, ma a causa del fatto che la nuova moneta è sempre emessa, a parte rari e ininfluenti casi*, a fronte di un indebitamento dello stato e dei privati, possiamo dire che l’effetto dagli anni ’90 aumentato dal 2000 è stato solo quello di mostrare una facciata di ricchezza basata solo sull’indebitamento ed il risultato è che oggi il debito mondiale è una cosa enorme e ingestibile *nel caso di emissione di denaro cartaceo da parte della banca centrale una parte degli interessi attivi derivante dalla gestione delle riserve vengono retrocessi allo stato (0,8 mld contro i 70mld
pagati annualmente dallo stato). La crisi sistemica è stata già descritta in questo report http://www.centrofondi.it/report/report_06_01_07.pdf ed oggi ci stiamo pericolosamente avvicinando al punto di non ritorno.
L’economia finanziaria ed il debito assorbono quote sempre più imponenti di ricchezza reale che viene negata alla vita quotidiana, ancora, per poco, opulenta per l’occidente e sottola soglia di sopravvivenza per gran parte del resto del mondo. La crisi alimentare di cui si sta tanto parlando è una cosa che tocca e toccherà tutti indistintamente se non saremo in grado di offrire risposte adeguate a questo stato di cose.
Se aspettiamo aiuti dalle istituzioni stiamo freschi. Draghi (anche il nome è evocativo) nella sua relazione annuale ha snocciolato ovvietà sottolineate dal plauso dei cortigiani:i giovani sono pagati poco, bisogna diminuire le tasse, bisogna lavorare di più e andare in pensione più tardi ecc. ecc. ecc. e intanto la bce combatte l’inflazione da lei stessa creata paventando improbabili aumenti di tassi che aumenterebbero la forza dell’euro sul dollaro e i disagi delle famiglie; a questo proposito proponiamo di “licenziare” tutta la banca d’italia che per dire queste banalità si prende la piccolissima cifra di 1,5 mld di euro (3.000 miliardidi vecchie lire) per il proprio sostentamento e per “vigilare” sui propri azionisti e padroni…nel contempo l’Ocse ci mette in guardia dal deficit che aumenta….e la FAO disquisisce, a tavola ovviamente, su come risolvere la fame nel mondo cercando aiuti finanziari che finirebbero nelle tasche delle multinazionali del seme e dei fertilizzanti per distruggere e schiavizzare ancora di più le popolazioni del sud del mondo.
Intanto in Italia si impone con il pugno di ferro gli inceneritori, o chiamati da alcuni incancritori, picchiando pericolosissimi padri e madri di famiglia che si sono stufati di prenderlo sempre in tasca da Garibaldi e Cavour in poi.
Sarà che siamo maliziosi, ma nessuno ci toglie dalla testa che il problema dei rifiuti sia stato creato ad arte per imporre obsoleti incancritori e favorire le solite lobbies che sui rifiuti hanno fatto il loro tesoro.
Poi, sempre lo stato, risolve il problema energetico con improbabili centrali a carbone pulito (!?) o nucleari come se fossimo tutti dei deficienti che non utilizzano la rete per informarsi e si mettono in azione i mass media del regime per pilotare le masse verso l’inesorabile olocausto, tanto di qualcosa si deve morire no?. Come se non bastasse sulla difficile strada del governo ci si mette anche quell’incidentucolo della centrale slovena che prontamente viene sminuito e ridotto al silenzio da politici, oncologi, saltimbanchi e meretrici di corte.
Per tacitare il popolo arrabbiato per quella tassa occulta ed ingiusta che è l’inflazione, il governo emana provvedimenti di aiuto alle famiglie, sbandiera l’accordo sui mutui come una vittoria sul sistema bancario mentre la realtà è che converte in rata fissa i mutui e mette la durata variabile cosicché la schiavitù del mutuo può durare anche tutta la vita e oltre, da 30-40 anni anche 50 o 60 e di questo naturalmente dobbiamo anche ringraziare…Con squillare di trombe si toglie l’ici sulla prima casa con la gioia dei comuni che rimangono senza soldi subito, con una promessa, del governo, di restituire in altra forma il mancato introito. Se pensiamo che l’aumento della benzina fa incamerare 5 mld e che la manovra ici costa 2 mld di euro, allora possiamo dire che si pagano tasse per 3 mld di euro in più dell’anno scorso e chi le paga? Chi lavora naturalmente, autotrasportatori, rappresentanti, imprese, gli stessi consumatori che vedranno i prezzi aumentare ecc. ecc. E ancora opere ciclopiche e inutili che mai si realizzeranno, ma che costeranno alla collettività sudore e sangue.
Sorvoliamo su quei criminali degli immigrati che spinti dalla fame osano turbare i nostri sonni tranquilli e che meritano ben altro che semplici espulsioni! E mettiamo una citazione a sostegno del nostro pensiero (grazie Nello!)
Un giorno vennero a prendere me...
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertold Brecht)
Come è brutto vedere le cose da questo punto di vista….si soffre e siamo assaliti dalla nausea e dal vomito!
Il fatto è che si cerca di far fronte alle modificazioni che avanzano velocemente con metodi vecchi, con istituzioni vecchie e svuotate da ogni potere, con persone vecchie che vogliono trovare il proprio tornaconto in tutto, prima agevolando i poteri finanziari internazionali, poi agevolando i poteri interni e nostrani, il tutto condito con una sostanza fascista (mal)mascherata dal buonismo della democrazia e aiutata dalla grancassa della propaganda di regime (mondiale).
Ma quanto ancora ci vuole al popolo a dire basta a vedere che il RE E’ NUDO?
Dicevamo prima che se aspettiamo loro stiamo freschi e allora vogliamo soccombere lentamente e inesorabilmente vedendo le saracinesche dei negozi chiudere uno dopo l’altro, le aziende fallire lasciando per strada posti di lavoro a favore di megacentricommerciali vere cattedrali di un mondo illusorio e finto oppure iniziare a ricostruire e salvare quello che rimane di uno splendido paese formato da tanta brava gente piena di creatività e entusiasmo?
Riprendiamo il nostro destino nelle nostre mani e guardiamoci negli occhi, immigrati
compresi, per aiutarci reciprocamente a svegliarci da questo incubo, il peggiore che la mente umana potesse concepire e che farebbe impallidire lo stesso Orwell.
Nonostante tutto questo squallore e sfacelo è possibile fare qualcosa. Come? Facendo l’esatto contrario di quello che ci dicono di fare. Attuando la “guerriglia economica” riscoprendo i prodotti locali invece di comprare quelli della globalizzazione, ricostruendo il tessuto sociale anziché combatterci, aiutandoci gli uni con gli altri invece di guardarci in cagnesco e “competere”, tendere una mano all’altro e insieme uscire da questo pantano invece che affidarsi ai pifferai magici di turno, usando uno strumento monetario come lo Scec che non crea, ma libera progressivamente dal debito. Ormai da anni ci dedichiamo a questa attività “sovversiva” che ad aprile ha dato vita ad ArcipelagoSCEC www.arcipelagoscec.org e vi possiamo dire che di forze belle e desiderose di fare questo paese è ancora pieno. Oggi centinaia di persone in tutta Italia stanno lavorando a questo rivoluzionario progetto http://www.centrofondi.it/articoli/Progetto_Buoni_Locali.pdf che a ben vedere assomiglia tanto alla scoperta dell’acqua calda, ma quando l’acqua calda non c’è più perché si sono privatizzati anche quella, allora anche questa diventa una cosa rivoluzionaria e innovativa .
Addirittura stanno arrivando a sostenerci nel nostro lavoro enti locali di tutti i colori dell’arcobaleno e enti religiosi che hanno a cuore il loro territorio, dentro Arcipelago ci sono professionisti, economisti, laici, preti, operai, famiglie, artigiani, commercianti, professori universitari, scrittori, gente di tutte le estrazioni sociali e politiche, di tutte le razze (in una conferenza un ragazzo del Senegal ha chiesto come si può attuare il progetto nel suo paese).
Quello che dobbiamo imparare è che dobbiamo spogliarci delle etichette, dei luoghi comuni: ad es. dicono peste e corna dei napoletani e della gente del sud in generale, ma a Napoli c’è il gruppo più attivo e creativo del nostro Arcipelago e il sud sta lavorando alacremente al suo riscatto, esaltando le sue caratteristiche. Man mano che andiamo avanti vediamo che le forze positive si stanno aggregando spontaneamente intorno a questa idea e programmatori informatici, architetti, commercialisti, aziendalisti, esperti vari ci stanno aiutando volontariamente e senza compenso ad attuare una nuova economia, una nuova società, quella vera, quella che sa che il proprio benessere dipende da quello di tutti, che rompe la catena dello sfruttamento e inizia quella della solidarietà quella della SOLIDARIETA’ CHE CAMMINA (SCEC) Quello che questa splendida avventura offre alle persone che si avvicinano ad essa, è una visione di un futuro che gli permette di guardare gli altri con occhi diversi, di sapere che ci sono persone oneste come loro, che costruiscono in comunione e trasparenza il proprio futuro, quando questo futuro è messo in serio pericolo da un manipolo di irresponsabili.
Non so a voi, ma a noi ci vengono i brividi di gioia ogni volta che persone nuove si aggregano a noi. Nel nostro gruppo diciamo che con ArcipelagoSCEC ha preso il varo la “nave dei folli” quei folli che credono nell’uomo e che si possa cambiare le cose nonostante tutto e tutti, che sono legati dalla condivisione di un sogno e dalla consapevolezza di assistere alla morte del bruco e alla nascita della farfalla
http://www.centrofondi.it/report/report_06_05_07.pdf .
Perché Arcipelago? Perché ci siamo stufati di avere la nostra isola felice e vogliamo costruire invece tante isole felici, nel nostro ArcipelagoSCEC dove naviga a gonfie vele la nave dei folli, cosa aspetti ad unirti a noi?
fonte: centrofondi.it

Hanno Zero


Al di là delle previsioni del tempo, io la TV la guardo poco.

E che la guarderei a fare? Per sentire i soliti pazzarielli di casta che strombazzano le solite pubblicità che forse avrebbero lasciata perplessa perfino la nostra di nuovo galeotta Wanna Marchi, o i soliti scienziati da avanspettacolo che non passerebbero un’interrogazione al liceo (hanno zero, in senso di voto) ma che pontificano con un risolino su argomenti a loro ignoti? O per sentire i soliti giornalisti che trattano con uguale incompetenza di tutto lo scibile umano e che, magari, fingono di fare gli “avvocati del diavolo” nei riguardi di chi finge altrettanto di stare dall’altra parte?

A quanto mi si sta comunicando con una raffica di messaggi, pare che ieri sera (giovedì) la RAI, a mezzo Michele Santoro e del suo AnnoZero, abbia dedicato gran parte della serata al solito, ormai stucchevole, problema dei rifiuti campani, ancora una volta spacciati per emergenza. Sempre a quanto mi si comunica, pare che nel corso della trasmissione a nessuno sia venuto in mente di ripetere altro che...
l’evidente idiozia secondo cui la soluzione è quella di costruire inceneritori, ribattezzati per l’occasione “termocombustori”, perché “altrimenti, dove li mettiamo i rifiuti?” E a San Francisco, a Seattle, ad Edmonton, a Perth e in tutte le altre grandi città, quelle che all’ineffabile professor Michele Giugliano del Politecnico di Milano (in quale posizione della classifica mondiale dove Bologna, la prima università italiana, occupa un vergognoso 173° posto, si collocherà il Politecnico?) risultano esser paesini sperduti nella tundra canadese (vedi Matrix), che si fa? E, restando in Italia, che si fa a Vedelago di Treviso? E perché da tredici anni non si costruisce un inceneritore negli Stati Uniti? E perché in Germania i nostri rifiuti, quelli che paghiamo a caro prezzo per poterli mandare laggiù, li differenziano e ce li rivendono?

Di fatto, il messaggio che doveva passare, ieri come sempre, era il solito: quello di un’emergenza terribile cui si fa fronte solo costruendo una selva d’inceneritori intorno ai quali la malavita, e qui comprendo anche la politica italiana com’è ora, banchetterà a crepapelle. E ci banchetteranno anche le industrie farmaceutiche e pure chi altri della salute o, meglio, della malattia ha fatto un business colossale. Oncologi di casta in testa.

Mi si chiede perché nessuno abbia detto che gl’inceneritori, come tutto ciò che sta nell’universo, rispettano la legge di conservazione della massa e non un grammo d’immondizia sparisce. Perché nessuno abbia detto che quell’immondizia si trasforma in porcheria infinitamente più tossica di quanto non fosse all’origine. Perché nessuno abbia detto che parte di quella roba resterà nell’ambiente in saecula saeculorum e l’altra avrà tutto il tempo, comunque, di fare disastri. Perché nessuno abbia detto che le ceneri che lo scienziato Chicco Testa avrebbe definito - per carità, in ossequio alla legge - “inerti” siano in realtà delle bombe ecologiche. Perché nessuno abbia detto che le discariche fatte come si fanno in Campania, cioè con materiali putrescibili, sono una vera e propria follia e che le discariche ben fatte danno ben pochi problemi. Perché il giornalista Marco Travaglio non abbia fatto notare tutto questo. E, tra le altre mille domande, perché io non sia stato invitato.

Risponderò solo a quest’ultimo quesito: perché non mi si gradisce. Del resto, se mai qualcuno m’invitasse, mi farebbe parlare un paio di minuti al massimo per poi interrompermi di continuo, mentre per mostrare come stanno le cose, per smontare le balle di cui siamo nutriti con generosità, io avrei bisogno di un paio d’ore almeno. Non avrei i tempi televisivi. Non farei spettacolo. Oltre a disturbare gli affari di chi conta.

Così finirà esattamente com’è finita con l’amianto, quando, grazie all’opera di scienziati in affitto disponibili allora come ora, si negò per decenni l’evidenza di una strage ed ora ne stiamo pagando, e a carissimo prezzo, le conseguenze.

E così sarà con l’illusione di risolvere il problema energetico sfruttando il nucleare, un’idea che, scientificamente ed economicamente, non sta né in cielo né in terra ma che sarà fonte di un bottino smisurato per chi avrà le mani in pasta. Che importa ciò che dice Carlo Rubbia? In fondo si tratta solo di un Premio Nobel. L’Italia ha ben altre fonti culturali, una delle quali è il professor Franco Battaglia (Università di Modena e Reggio Emilia) che, con la prefazione dello statista Silvio Berlusconi, ha dedicato un libro illuminante (appunto) per dimostrarci come dal sole non si ricavi energia.

Che fare, allora? Intanto non si può altro che rassegnarsi ad incenerire questa casta che ci sta trascinando a fondo con velocità crescente, e poi cominciare a lavorare senza troppi arzigogoli, secondo scienza e buon senso. Sarà dura, ma ce la potremo fare.

Stefano Montanari

06 giugno 2008

Veleni camuffati da bolle false


In un gioco al massacro, il banco da le carte e fa vincere e vince sempre. Ma chi da le carte? Chi mischia o smazza in questo gioco oramai troppo pericoloso? Mentre l'informazione comincia a parlare sottovoce di questi intrecci perversi Confindustria e, gli imprenditori si nascondono facendo i Ponzio Pilato della situazione. La burocrazia una macchina impazzita che vessa per pochi euro ma, dorme sulle grandi truffe organizzate. Ma che ci mangiano tutti? Oramai una cena al vetriolo.

"Il presidente della Repubblica ha ragione. La Campania è stata per molti anni la pattumiera del nord. E dico anche, mi scuseranno i napoletani, che come questo sia stato possibile è ormai il segreto di Pulcinella". L'uomo ha l'accento marcato delle valli lombarde. Ha meno di 40 anni e da più di 15 sposta e spinge rifiuti da un estremo all'altro del Paese. Chiede l'anonimato, perché qualche problema di giustizia lo ha già avuto e non intende averne altri. Perché di "monnezza", pericolosa o innocua che sia, speciale o meno che sia, ci campa.

Gli imprenditori come lui li chiamano "broker". Intermediano tra il rifiuto che caricano e la discarica in cui lo sversano. Al committente, pubblico o privato, offrono un servizio chiavi in mano: trasporto, conferimento e smaltimento. Formalmente, "clean", pulito, proprio come vuole la battuta di Toni Servillo nel film "Gomorra". Ma che lo sia davvero, "clean", questo dipende solo da loro. Perché l'industriale che firma per lo smaltimento di fanghi, vernici, acidi o altri residui di lavorazioni tossiche non vuole e non deve sapere che fine quei rifiuti faranno. Perché non vuole e non deve portarne la responsabilità per eventuali danni alle persone e all'ambiente. Dal sistema ci guadagnano o quantomeno ci hanno guadagnato tutti i protagonisti del ciclo. L'imprenditore che dimezza il costo di smaltimento. Il broker che ricarica sui costi fino al cinquanta per cento. La discarica non autorizzata che interra i veleni.

Di aziende di "intermediazione rifiuti" in Italia ce ne sono almeno un migliaio. "Di fatto - spiega il nostro broker lombardo - parliamo sempre delle stesse cinquanta persone cui quelle società, in un modo o in un altro, fanno capo". La storia dei traffici illeciti di rifiuti nord-sud documentata dagli atti parlamentari delle diverse commissioni di inchiesta è quella di indagini a loro modo esemplari come "Re Mida" o "Eldorado". E' quella che, a partire dal 1995, denunciarono con forza e nel completo disinteresse parlamentari come Massimo Scalia (presidente della prima commissione di inchiesta sui rifiuti) e quindi manager coraggiosi come Roberto Cetera e Lorenzo Miracle di "Ecolog" (la società del gruppo Fs che in sette anni di emergenza ha smaltito circa due milioni di tonnellate di rifiuti in Germania), oggi costretti agli arresti domiciliari dall'accusa della procura di Napoli di aver commesso ciò contro cui hanno pubblicamente combattuto in solitudine per anni (traffico illecito di rifiuti), a cominciare dalla denuncia del ruolo opaco dei centri di stoccaggio e trasformazione umbri, per finire alle società di trasporti campane.

Il broker lombardo sorride. "Il Sistema del traffico illecito dei rifiuti ha sempre camminato su due gambe. Il trasporto su gomma e l'intermediazione fasulla dei centri di stoccaggio e trasformazione. Da questo punto di vista, ovviamente i treni per la Germania sono sempre stati visti come fumo negli occhi. Detto questo, il Sistema non ha funzionato sempre nello stesso modo. E' andato affinandosi con il tempo. Cambiavano le leggi in senso restrittivo, si trovavano nuovi mezzi per aggirarle".

In principio - correvano i primi anni '90 - fu davvero "l'età dell'oro". Nessun controllo, libera circolazione dei mezzi lungo l'Autosole. "Per un chilo di rifiuti tossici, l'industriale del nord arrivava a pagare anche 600 lire. Il costo effettivo per lo smaltimento nelle discariche campane era tra le 20 e le 30 lire. L'utile, dunque, di circa il 90 per cento". A Pianura finirono i fanghi venefici dell'Acna di Cengio e Dio solo sa cos'altro, se è vero come è vero, racconta l'uomo, che "in una discarica di Giugliano venivano interrati direttamente i cassoni dei camion che arrivavano dalla Lombardia, dal Veneto, dal Piemonte".

Poi venne approvato il decreto Ronchi, cominciò l'emergenza campana e le cose, almeno apparentemente, si complicarono. Ai rifiuti (quale che ne fosse la natura) venne attribuito un codice di identificazione che avrebbe dovuto consentire di tracciarne il percorso dalla sorgente alla foce. Per impedire ai committenti di dichiarare in partenza rifiuti diversi da quelli che venivano caricati e alla discarica di accettare monnezza per la quale non era autorizzata allo smaltimento.

Il Sistema si adeguò. "I trucchi erano e restano a tutt'oggi due. Il primo si chiama "girobolla". Il secondo, che ne è una variante, è lo "scarico di conferimento"".
Il girobolla funziona come il gioco delle tre carte. "Il rifiuto pericoloso esce dalla fabbrica del nord con un codice e una destinazione finale. Diciamo in Campania. Lungo la strada si ferma almeno due o tre volte in altrettanti impianti di stoccaggio e trasformazione, che sono per lo più concentrati tra Toscana e Umbria. In questi centri, al trasportatore viene consegnata una nuova bolla di accompagnamento che non è più quella originaria, ma un documento di trasporto che certifica, in modo falso, che il carico di rifiuti è stato trattato e trasformato in innocuo materiale di recupero. In realtà, l'immondizia non è mai scesa dal camion. Ma quando arriva in discarica può essere accolta perché risulta essere altro da ciò che è".

L'industriale a monte è libero da ogni sospetto o seccatura perché avrà da mostrare un documento che attesta il trattamento intermedio di quei rifiuti e per la stessa ragione lo saranno il broker e la discarica che quei rifiuti ha interrato. Lo "scarico di conferimento" è ancora più semplice. Nel centro di stoccaggio e trasformazione il carico di rifiuti cambia di mano. "Il camion che ha fatto la prima tratta se ne torna indietro e la responsabilità dello smaltimento diventa del centro di stoccaggio. A questo punto arrivano i camion dal sud. Caricano e sversano dove solo loro sanno. In Campania o anche in regioni limitrofe".

Il finto declassamento dei rifiuti o il loro passaggio di mano rendono di fatto irrintracciabile la reale origine del carico e la sua effettiva destinazione. Fanno da diga tra chi i veleni li produce e chi li interra. Dice l'uomo: "Faccio un esempio per far capire come andassero le cose ancora nel 2003. Milano era in piena emergenza e l'Amsa conferiva i suoi rifiuti solidi urbani, dunque non nocivi, in Campania, dove però era scoppiata a sua volta l'emergenza. A Napoli, l'allora commissario straordinario vietò l'importazione di rifiuti da altre regioni, ma con il meccanismo del conferimento dei rifiuti a centri di stoccaggio intermedi i rifiuti milanesi continuarono ad affluire nella discarica di Trentola Ducenta, in provincia di Caserta".

Tutti sapevano. Tutti sanno. Compresi, evidentemente, chi i carichi velenosi li trasporta. "Loro sono davvero le ultime ruote del carro. Lo fanno per mangiare. I camion fanno una prima tratta da sud a nord trasportando merci regolari e per non tornare indietro vuoti caricano immondizia. Quale che sia". Del resto, i controlli lungo il tragitto pare non spaventino proprio nessuno. "Un conto è essere bloccati dalla Forestale o dai carabinieri del Nucleo di tutela ambientale. Ma questo succede soltanto quando si è finiti in un'indagine, magari si è stati intercettati e si sa quale è il camion da fermare. Un altro conto è essere controllati dalla polizia stradale. Il camion viaggia chiuso e se i pesi sono rispettati e le bolle di accompagnamento sono a posto, nessuno andrà ad aprire i cassoni per vedere se davvero ciò che c'è dentro è o meno materiale nocivo. E il gioco è fatto".
fonte: Repubblica.it