13 giugno 2008

La super speculazione del Petrolio



Al New York Mercantile Exchange vengono scambiati ogni giorno contratti
futures per 850 milioni di barili, 10 volte la produzione giornaliera di
greggio (che ammonta a 85 milioni di barili). «E' una mega bolla, ma non è
detto che scoppierà tanto presto».

È sempre più difficile sostenere che l'impennata del prezzo del
petrolio non è dovuta in gran parte alla speculazione finanziaria,
soprattutto dopo il balzo di 10 dollari il barile registrato nella giornata
di venerdì.
Questi violenti movimenti, che hanno spinto il prezzo del greggio ad un
soffio dai 140 dollari il barile, sono la manifestazione inequivocabile
della bolla finanziaria che si è formata nel mercato delle materie prime e
dei prodotti alimentari. Alcune cifre confermano questa tesi.

Come ha scritto sul «Financial Times» Lord Desai, docente alla London School
of Economics, nello scorso mese di maggio, al New York Mercantile Exchange
sono stati scambiati ogni giorno contratti per circa 850 milioni di barili,
ossia un volume corrispondente a dieci volte la produzione giornaliera di
petrolio (che ammonta a 85 milioni di barili). Questi semplici dati
confermano che ha ragione il finanziere George Soros, il quale, in una
recente audizione davanti al Senato statunitense, ha dichiarato: «Ci sono
tutti i segnali di una bolla, ma non è detto che essa scoppierà tanto
presto».

I segnali di una bolla ci sono in effetti tutti. Il prezzo del petrolio è
più che raddoppiato negli ultimi 12 mesi ed è salito quest'anno dai 90
dollari il barile dello scorso mese di febbraio ai 139 dollari di venerdì
scorso.

Nell'economia reale non è successo nulla che possa giustificare un
incremento superiore al 9%. La domanda cinese ed indiana, additata spesso
come causa principe del rialzo del greggio, non ha subito negli ultimi
cinque mesi alcun balzo. Inoltre, la richiesta di greggio di Cina e di India
non influisce direttamente sulle quotazioni di breve termine del greggio,
poiché avviene fuori dal mercato, con contratti a lungo termine firmati con
i paesi esportatori.

Anche i termini dei problemi produttivi dei paesi esportatori di greggio non
sono cambiati negli ultimi mesi. Anzi, l'aneddotica indica - come ha
sottolineato «Il Sole 24 Ore» - che si moltiplicano le petroliere che vagano
per gli Oceani in cerca di attracchi, cioè di acquirenti, cui vendere a
sconto il loro carico di greggio.

Il problema è che i mercati a termine sui combustibili non obbediscono alle
leggi della domanda e dell'offerta, ma alle aspettative sul prezzo futuro. E
in questo mercato di carta si sono fiondate le istituzioni finanziarie, le
quali negli ultimi anni hanno investito 260 miliardi di dollari. È quindi
evidente che quando la Goldman Sachs, la banca di investimento più attiva in
questo mercato, prevede che entro la fine dell'anno il barile supererà i 200
dollari, non fa una previsione, ma in buona sostanza dice alla concorrenza
di continuare a scommettere sul rialzo del greggio.

Ciò induce a ritenere che la corsa del prezzo del petrolio potrebbe ancora
continuare e quindi decurtare ancor di più il reddito di famiglie ed
imprese. Non sorprende che si moltiplichino le proposte di trattare con gli
arabi, affinché aumentino la produzione; oppure di detassare il prezzo del
petrolio per calmare la rabbia crescente di consumatori, pescatori ed
autotrasportatori. È pure difficilmente spiegabile come non si reagisca a
questa corsa del greggio che sta intaccando la crescita di economie già
sotto stress a causa della crisi dei mutui subprime e che sta favorendo il
ritorno dell'inflazione.

Comunque è incomprensibile che rispetto alle numerose idee in circolazione
nessuna proposta miri ad aggredire la causa prima di questa enorme bolla
finanziaria attorno al prezzo del petrolio. Eppure basterebbe una regola
semplice per far cadere il castello costruito sul greggio dai «maghi della
carta straccia».

La regola è la seguente: coloro che comprano a termine il greggio devono
alla scadenza del contratto comprare il petrolio fisico e non possono più
evitare di farlo pagando una piccola compensazione monetaria, come invece
avviene oggi. In pratica, si tratterebbe di ripristinare le leggi dei
mercati a termine. Nessuno però sembra avere il coraggio di rovinare l'ultimo
giocattolo, che frutta ancora soldi, creato da Wall Street.
Così dopo la bolla delle borse, scoppiata all'inizio del decennio, e quella
del mercato immobiliare americano, esplosa l'anno scorso, ora abbiamo la
«mania» del petrolio. Anche questa bolla è certamente destinata prima o poi
a scoppiare, ma nel frattempo rischia di aggravare pesantemente le
condizioni di un'economia mondiale che già stenta a fare i conti con la
crisi dei mutui subprime.
di Alfonso Tuor

12 giugno 2008

Speculatori al Casinò della globalizzazione


In questo articolo di Republica.it la redazione dopo aver tanto decantato lo sviluppo globale si occupa delle "convergenze parallele" fra soggetti apparentemente diversi. Una buona informazione non deve solo elencare fatti, ma porsi domande, farle e, se possibile ascoltare altre posizioni. D'altronde sono chiacchiere perse.

Per motivi biografici e ideologici è quasi impossibile che il finanziere George Soros e il presidente della Russia la pensino allo stesso modo. Eppure Medvedev denuncia il «ruolo dell’America che spinge l’economia globale verso la più grave crisi dal 1929». E Soros in un’audizione al Senato Usa denuncia "i segnali di una nuova bolla speculativa".

La convergenza è notevole. Tutti e due hanno in mente la stessa cosa: l’inquietante enigma del caro-petrolio, che venerdì ha sfiorato i 140 dollari il barile e sembra deciso a realizzare la sospetta "profezia" della banca Goldman Sachs (200 dollari a barile). Si fa presto a dare la colpa ai soliti noti, Cina e India. Certo le superpotenze asiatiche, con centinaia di milioni di nuovi consumatori che accedono al benessere, sono la causa di fondo di un trend di rialzo secolare di tutte le materie prime. Inoltre le due locomotive cinese e indiana trainano lo sviluppo di molti altri nuovi protagonisti della globalizzazione, dalla Russia al Brasile. Ciascuno di questi diventa un consumatore delle stesse risorse naturali che vende all’estero: è sintomatica l’uscita dall’Opec dell’Indonesia, un ex-esportatore di greggio che oggi deve comprarlo sui mercati mondiali. Ma su questi cambiamenti storici si è innestata una marea di flussi finanziari che sono diventati a loro volta "il" problema. Quando in sole 48 ore di scambi al New York Mercantile Exchange (Nymex) i futures schizzano al rialzo del 13%, com’è successo tra giovedì e venerdì scorso, non c’è aumento dei consumi cinesi e indiani che tenga. Lo sviluppo economico asiatico, che comporta fra l’altro il boom della motorizzazione privata in paesi dove vivono 3,5 miliardi di persone, può spiegare l’aumento del 35% all’anno del petrolio negli ultimi cinque anni. Ma negli ultimi dodici mesi questo rincaro ha cominciato a puntare verso il cielo, raddoppiando di colpo. E il singolo aumento dei futures nella sola giornata di venerdì non si era mai verificato in quelle proporzioni da 25 anni. Ruchir Sharma, capo del dipartimento dei mercati emergenti alla Morgan Stanley, osserva che "flussi di capitali che si sono riversati sugli hedge fund che speculano sul petrolio, in soli tre mesi hanno superato tutto i1 2007, già un anno record". Qui la domanda e l’offerta della materia prima reale, il petrolio, non c’entrano più. Se non come un pretesto: uno scenario di fondo che viene utilizzato per orchestrarvi sopra una nuova ondata di scommesse finanziarie. Al Nymex ormai i contratti di futures sul petrolio movimentano un miliardo di barili al giorno, tutti virtuali; mentre la produzione del greggio vero è di soli 85 milioni di barili al giorno. La quantità di carta finanziaria che viene scambiata è immensamente superiore ai consumi mondiali di idrocarburi. E’ la ragione per cui in molti condividono l’analisi dì Soros: il casinò dove si puntano le giocate sui futures del petrolio è il luogo dove si è creata la nuova bolla speculativa. Le caratteristiche ci sono tutte. La curva di incremento esponenziale dei prezzi è identica a quella disegnata dal Nasdaq al culmine dell’euforia sulla New Economy nel 1999, prima di crollare nel marzo 2000. A quell’epoca le Borse erano dominate dai colossi di Internet proprio come oggi sono dominate dalle compagnie petrolifere, nuove campionesse della capitalizzazione. Ai tempi della bolla-Nasdaq si erano distinte alcune banche come Merrill Lynch e Credit Suisse First Boston, i cui analisti suggerivano "comprare comprare" alla clientela anche quando le quotazioni avevano ormai superato la stratosfera. Oggi al centro della febbre dei futures petroliferi c’è la Goldman Sachs, il cui analista Arjun Murti ha lanciato la celebre previsione sul greggio a 200 dollari il barile. Una profezia che sì autoavvera perché, guarda caso, è proprio Goldman Sachs il più importante operatore sui futures del petrolio. In passato altre manipolazioni clamorose dei mercati delle materie prime - i fratelli Hunt sull’argento negli anni 70, Raul Gardini sulla soya a Chicago nell’89 - furono smascherate e neutralizzate dall’intervento delle autorità. Ma questa volta I’impazzimento dei futures petroliferi avviene nel laissez faire. Nessuno interviene a controllare che dietro le transazioni virtuali sui futures possano essere onorati gli scambi di merce reale. Non si applicano neppure quelle regole sul pagamento di margini di garanzia, che sono sempre servite a "tassare" la speculazione pura per distinguerla dalle normali operazioni di copertura del rischio. La denuncia di Soros sulla bolla speculativa davanti al Senato di Washington non ha avuto conseguenze. E’ inevitabile un sospetto: chi dovrebbe intervenire è paralizzato dai conflitti d’interesse. Il primo imputato è il segretario americano al Tesoro, Henry Paulson, che prima di assumere l’incarico nell’Amministrazione Bush ha passato tutta la sua carriera professionale alla Goldman Sachs fino a diventarne presidente e amministratore delegato. Forse è ingeneroso ricordare che, quand’anche Paulson passasse i prossimi cent’anni al governo (per fortuna non accadrà), i suoi stipendi cumulati non raggiungerebbero il valore delle stock options che ha incassato alla Goldman Sachs. Al di là degli aspetti personali Paulson è stato il regista del salvataggio delle banche d’affari di Wall Street (vedi Bear Stearns) che stavano per affondare sotto il peso della crisi dei mutui subprime. Con che coraggio potrebbe punzecchiare la nuova bolla dei futures petroliferi, su cui le gloriose istituzioni di Wall Street stanno tentando di rifarsi i bilanci? Dietro di lui, gli interessi personali della famiglia Bush e del vicepresidente Dìck Cheney nell’industria petrolifera non incoraggiano a smontare la macchina speculativa che ha moltiplicato le quotazioni azionarie di tutto il settore. Tanto più che dietro Wall Street, tutto il mondo del risparmio americano si è accodato: i fondi pensione hanno investito 40 miliardi di dollari nella speculazione sulle materie prime, ansiosi anche loro di recuperare almeno una parte delle perdite subite sui subprime. E in questa nuova febbre speculativa un ruolo-chiave spetta al banchiere centrale Ben Bernanke, il presidente della Federal Reserve. Dopo aver dimostrato ai big di Wall Street che per quanto sbaglino non falliranno mai - a salvarli ci penserà lui coi soldi del contribuente americano - Bernanke abbassando i tassi d’interesse ai minimi storici ha continuato la politica del denaro facile che è il carburante primario di tutte le bolle. Il calo dei tassi a sua volta indebolisce il dollaro; costringe i paesi dell’Opec a cercare compensazioni nei rialzi del greggio (quotato in dollari); e incoraggia la finanza a puntare sulle materie prime come beni-rifugio contro l’inflazione mondiale. Un perfetto circolo vizioso. Che in qualsiasi momento può invertirsi e generare una contro-spirale altrettanto rovinosa, con effetti di panico sui mercati finanziari, la liquidità del credito, i risparmi delle famiglie. Si capisce perché per una volta Medvedev e Soros vanno d’accordo. L’epicentro di questa crisi è l’America, è la sua finanza impazzita che genera un altro contagio globale. Cina e India in questo caso sono solo lo scenario di fondo: è vero che l’aumento dei consumi petroliferi cinesi sale così velocemente da superare la riduzione dei consumi americani; ma per ora gli Stati Uniti continuano ad assorbire quasi il 25% del greggio mondiale contro il 9% della Cina.



Le conseguenze di questa iperinflazione petrolifera sull’economia reale rischiano di diventare sempre più drammatiche nei prossimi mesi. La Cina e l’India, costrette ad abbandonare i "prezzi politici" dei carburanti, non soltanto si espongono al malcontento dei consumatori e alle tensioni sociali, ma possono rallentare la loro crescita che è per il resto del mondo l’unica speranza di salvezza dalla recessione. In Europa l’ultima locomotiva - a mezzo servizio – che ci resta, e cioè la Germania, dovrà sacrificare una parte dei suoi consumi per far fronte al rialzo del 66% della benzina alla pompa. Questo significherà anche minor domanda di moda o mobili o elettrodomestici made in Italy sui nostri principali mercati di sbocco.


C’è almeno un effetto collaterale positivo, che può derivare dalla bolla finanziaria sul petrolio? I mercati, a modo loro, svolgono una funzione di supplenza. L’economista americano Kenneth Rogoff, ex direttore generale dei Fondo monetario internazionale, lo ha spiegato in questi termini sul Sole24 Ore: chi sospinge esageratamente al rialzo nel breve termine i prezzi del petrolio, "sta facendo molto di più per la difesa dell’ambiente di quanto non facciano i politici occidentali che cercano di prolungare l’epoca del consumismo occidentale eco-insostenibile". Il gioco d’azzardo della speculazione, in quanto scommette in anticipo su trend di lungo periodo che esauriranno le risorse energetiche, dovrebbe servire ad accelerare le nostre reazioni. Finora però questa funzione è stata scarsamente efficace. L’Unione europea si è fermata a Kyoto: come se la sua adesione a quel trattato fosse un certificato di buona condotta sufficiente, in attesa che altri si adeguino. Ma l’Agenzia internazionale dell’energia calcola che il costo delle emissioni carboniche alla "Borsa di Kyoto" dovrebbe quadruplicare, per costringerci davvero a cambiare modello di sviluppo. Intanto l’inverno prossimo basteranno uno o due gradi di freddo in più, e saremo tutti di nuovo alla mercè del signor Medvedev, alias Putin.

Bilderberg 2008


Anche quest’anno è giunta l’ora del consueto incontro del gruppo elitario Bilderberg.
Questa volta la sede è stata nel lussuoso albergo Westfields Marriott a Chantilly in Virginia (Usa).
I membri italiani sono stati, come al solito, Franco Bernabé (Ceo di Telecom Italia Spa), Mario Draghi (governatore di Bankitalia), John Elkann (Fiat Spa), Mario Monti (Università Bocconi) e Tommaso Padoa Schioppa (ex Ministro dell’Economia).
Un centinaio di personaggi, tra cui il presidente della Federal Reserve, BCE, Banca Mondiale, direttori di banche centrali di Scozia, Finlandia, primi ministri, uomini del mondo della finanza, dell'economia, della difesa, della Commissione europea, hanno occupato per quattro giorni interi un lussuoso albergo in America, e nessun media ne ha dato risalto! Come mai?
Già questo dovrebbe farci riflettere sulla funzione che hanno oggi i media!
BILDERBERG MEETING Chantilly, Virginia, USA
5-8 giugno 2008
LISTA DEI PARTECIPANTI

Honorary Chairman
BEL Davignon, Etienne Vice Chairman, Suez-Tractebel

DEU Ackermann, Josef Chairman of the Management Board and the Group Executive Committee, Deutsche Bank AG
CAN Adams, John Associate Deputy Minister of National Defence and Chief of the Communications Security Establishment Canada
USA Ajami, Fouad Director, Middle East Studies Program, The Paul H. Nitze School of Advanced International Studies, The Johns Hopkins University
USA Alexander, Keith B. Director, National Security Agency
INT Almunia, Joaquín Commissioner, European Commission
GRC Alogoskoufis, George Minister of Economy and Finance
USA Altman, Roger C. Chairman, Evercore Partners Inc.
TUR Babacan, Ali Minister of Foreign Affairs
NLD Balkenende, Jan Peter Prime Minister
PRT Balsemão, Francisco Pinto Chairman and CEO, IMPRESA, S.G.P.S.; Former Prime Minister
FRA Baverez, Nicolas Partner, Gibson, Dunn & Crutcher LLP
ITA Bernabè, Franco CEO, Telecom Italia Spa
USA Bernanke, Ben S. Chairman, Board of Governors, Federal Reserve System
SWE Bildt, Carl Minister of Foreign Affairs
FIN Blåfield, Antti Senior Editorial Writer, Helsingin Sanomat
DNK Bosse, Stine CEO, TrygVesta
CAN Brodie, Ian Chief of Staff, Prime Minister’s Office
AUT ‘Bronner, Oscar Publisher and Editor, Der Standard
FRA Castries, Henri de Chairman of the Management Board and CEO, AXA
ESP Cebrián, Juan Luis CEO, PRISA
CAN Clark, Edmund President and CEO, TD Bank Financial Group
GBR Clarke, Kenneth Member of Parliament
NOR Clemet, Kristin Managing Director, Civita
USA Collins, Timothy C. Senior Managing Director and CEO, Ripplewood Holdings, LLC
FRA Collomb, Bertrand Honorary Chairman, Lafarge
PRT Costa, António Mayor of Lisbon
USA Crocker, Chester A.James R. Schlesinger Professor of Strategic Studies
USA Daschle, Thomas A. Former US Senator and Senate Majority Leader
CAN Desmarais, Jr., Paul Chairman and co-CEO, Power Corporation of Canada
GRC Diamantopoulou, Anna Member of Parliament
USA Donilon, Thomas E. Partner, O'Melveny & Myers
ITA Draghi, Mario Governor, Banca d’Italia
AUT Ederer, Brigitte CEO, Siemens AG Österreich
CAN Edwards, N. Murray Vice Chairman, Candian Natural Resources Limited
DNK Eldrup, Anders President, DONG A/S
ITA Elkann, John Vice Chairman, Fiat S.p.A.
USA Farah, Martha J. Director, Center for Cognitive Neuroscience; Walter H. Annenberg Professor in the Natural Sciences, University of Pennsylvania
USA Feldstein, Martin S. President and CEO, National Bureau of Economic Research
DEU Fischer, Joschka Former Minister of Foreign Affairs
USA Ford, Jr., Harold E. Vice Chairman, Merill Lynch & Co., Inc.
CHE Forstmoser, Peter Professor for Civil, Corporation and Capital Markets Law, University of Zürich
IRL Gallagher, Paul Attorney General
USA Geithner, Timothy F. President and CEO, Federal Reserve Bank of New York
USA Gigot, Paul Editorial Page Editor, The Wall Street Journal
IRL Gleeson, Dermot Chairman, AIB Group
NLD Goddijn, Harold CEO, TomTom
TUR Gögüs, Zeynep Journalist; Founder, EurActiv.com.tr
USA Graham, Donald E. Chairman and CEO, The Washington Post Company
NLD Halberstadt, Victor Professor of Economics, Leiden University; Former Honorary Secretary General of Bilderberg Meetings
USA Holbrooke, Richard C. Vice Chairman, Perseus, LLC
FIN Honkapohja, Seppo Member of the Board, Bank of Finland
INT Hoop Scheffer, Jaap G. de Secretary General, NATO
USA Hubbard, Allan B. Chairman, E & A Industries, Inc.
BEL Huyghebaert, Jan Chairman of the Board of Directors, KBC Group
DEU Ischinger, Wolfgang Former Ambassador to the UK and US
USA Jacobs, Kenneth Deputy Chairman, Head of Lazard U.S., Lazard Frères & Co. LLC
USA Johnson, James A. Vice Chairman, Perseus, LLC (Obama’s man tasked with selecting his running mate)
SWE Johnstone, Tom President and CEO, AB SKF
USA Jordan, Jr., Vernon E. Senior Managing Director, Lazard Frères & Co. LLC
FRA Jouyet, Jean-Pierre Minister of European Affairs
GBR Kerr, John Member, House of Lords; Deputy Chairman, Royal Dutch Shell plc.
USA Kissinger, Henry A. Chairman, Kissinger Associates, Inc.
DEU Klaeden, Eckart von Foreign Policy Spokesman, CDU/CSU
USA Kleinfeld, KlausPresident and COO, Alcoa
TUR Koç, Mustafa Chairman, Koç Holding A.S.
FRA Kodmani, BassmaDirector, Arab Reform Initiative
USA Kravis, Henry R. Founding Partner, Kohlberg Kravis Roberts & Co.
USA Kravis, Marie-JoséeSenior Fellow, Hudson Institute, Inc.
INT Kroes, Neelie Commissioner, European Commission
POL Kwasniewski, Aleksander Former President
AUT Leitner, Wolfgang CEO, Andritz AG
ESP León Gross, Bernardino Secretary General, Office of the Prime Minister
INT Mandelson, Peter Commissioner, European Commission
FRA Margerie, Christophe de CEO, Total
CAN Martin, Roger Dean, Joseph L. Rotman School of Management, University of Toronto
HUN Martonyi, János Professor of International Trade Law; Partner, Baker & McKenzie; Former Minister of Foreign Affairs
USA Mathews, Jessica T. President, Carnegie Endowment for International Peace
INT McCreevy, Charlie Commissioner, European Commission
USA McDonough, William J. Vice Chairman and Special Advisor to the Chairman, Merrill Lynch & Co., Inc.
CAN McKenna, Frank Deputy Chair, TD Bank Financial Group
GBR McKillop, Tom Chairman, The Royal Bank of Scotland Group
FRA Montbrial, Thierry de President, French Institute for International Relations
ITA Monti, Mario President, Universita Commerciale Luigi Bocconi
USA Mundie, Craig J. Chief Research and Strategy Officer, Microsoft Corporation
NOR Myklebust, Egil Former Chairman of the Board of Directors SAS, Norsk Hydro ASA
DEU Nass, Matthias Deputy Editor, Die Zeit
NLD Netherlands, H.M. the Queen of the
FRA Ockrent, Christine CEO, French television and radio world service
FIN Ollila, Jorma Chairman, Royal Dutch Shell plc
SWE lofsson, Maud Minister of Enterprise and Energy; Deputy Prime Minister
NLD Orange, H.R.H. the Prince of
GBR Osborne, George Shadow Chancellor of the Exchequer
TUR Öztrak, Faik Member of Parliament
ITA Padoa-Schioppa, Tommaso Former Minister of Finance; President of Notre Europe
GRC Papahelas, Alexis Journalist, Kathimerini
GRC Papalexopoulos, Dimitris CEO, Titan Cement Co. S.A.
USA Paulson, Jr., Henry M. Secretary of the Treasury
USA Pearl, Frank H. Chairman and CEO, Perseus, LLC
USA Perle, Richard N. Resident Fellow, American Enterprise Institute for Public Policy Research
FRA Pérol, François Deputy General Secretary in charge of Economic Affairs
DEU Perthes, VolkerDirector, Stiftung Wissenschaft und Politik
BEL Philippe, H.R.H. Prince
CAN Prichard, J. Robert S. President and CEO, Torstar Corporation
CAN Reisman, Heather M. Chair and CEO, Indigo Books & Music Inc.
USA Rice, Condoleezza Secretary of State
PRT Rio, Rui Mayor of Porto
USA Rockefeller, David Former Chairman, Chase Manhattan Bank
ESP Rodriguez Inciarte, Matias Executive Vice Chairman, Grupo Santander
USA Rose, Charlie Producer, Rose Communications
DNK Rose, Flemming Editor, Jyllands Posten
USA Ross, Dennis B. Counselor and Ziegler Distinguished Fellow, The Washington Institute for Near East Policy
USA Rubin, Barnett R. Director of Studies and Senior Fellow, Center for International Cooperation, New York University
TUR Sahenk, Ferit Chairman, Dogus Holding A.S.
USA Sanford, Mark Governor of South Carolina
USA Schmidt, Eric Chairman of the Executive Committee and CEO, Google
AUT Scholten, Rudolf Member of the Board of Executive Directors, Oesterreichische Kontrollbank AG
DNK Schur, Fritz H. Fritz Schur Gruppen
CZE Schwarzenberg, Karel Minister of Foreign Affairs
USA Sebelius, Kathleen Governor of Kansas
USA Shultz, George P. Thomas W. and Susan B. Ford Distinguished Fellow, Hoover Institution, Stanford University
ESP Spain, H.M. the Queen of
CHE Spillmann, Markus Editor-in-Chief and Head Managing Board, Neue Zürcher Zeitung AG
USA Summers, Lawrence H. Charles W. Eliot Professor, Harvard University
GBR Taylor, J. Martin Chairman, Syngenta International AG
USA Thiel, Peter A. President, Clarium Capital Management, LLC
NLD Timmermans, Frans Minister of European Affairs
RUS Trenin, Dmitri V. Deputy Director and Senior Associate, Carnegie Moscow Center
INT Trichet, Jean-Claude President, European Central Bank
USA Vakil, Sanam Assistant Professor of Middle East Studies, The Paul H. Nitze School of Advanced International Studies, Johns Hopkins University
FRA Valls, Manuel Member of Parliament
GRC Varvitsiotis, Thomas Co-Founder and President, V + O Communication
CHE Vasella, Daniel L. Chairman and CEO, Novartis AG
FIN Väyrynen, Raimo Director, The Finnish Institute of International Affairs
FRA Védrine, Hubert Hubert Védrine Conseil
NOR Vollebaek, Knut High Commissioner on National Minorities, OSCE
SWE Wallenberg, Jacob Chairman, Investor AB
USA Weber, J. Vin CEO, Clark & Weinstock
USA Wolfensohn, James D. Chairman, Wolfensohn & Company, LLC
USA Wolfowitz, Paul Visiting Scholar, American Enterprise Institute for Public Policy Research
INT Zoellick, Robert B. President, The World Bank Group

Rapporteurs
GBR Bredow, Vendeline von Business Correspondent, The Economist
GBR Wooldridge, Adrian D. Foreign Correspondent, The Economist

di Marcello Pamio

13 giugno 2008

La super speculazione del Petrolio



Al New York Mercantile Exchange vengono scambiati ogni giorno contratti
futures per 850 milioni di barili, 10 volte la produzione giornaliera di
greggio (che ammonta a 85 milioni di barili). «E' una mega bolla, ma non è
detto che scoppierà tanto presto».

È sempre più difficile sostenere che l'impennata del prezzo del
petrolio non è dovuta in gran parte alla speculazione finanziaria,
soprattutto dopo il balzo di 10 dollari il barile registrato nella giornata
di venerdì.
Questi violenti movimenti, che hanno spinto il prezzo del greggio ad un
soffio dai 140 dollari il barile, sono la manifestazione inequivocabile
della bolla finanziaria che si è formata nel mercato delle materie prime e
dei prodotti alimentari. Alcune cifre confermano questa tesi.

Come ha scritto sul «Financial Times» Lord Desai, docente alla London School
of Economics, nello scorso mese di maggio, al New York Mercantile Exchange
sono stati scambiati ogni giorno contratti per circa 850 milioni di barili,
ossia un volume corrispondente a dieci volte la produzione giornaliera di
petrolio (che ammonta a 85 milioni di barili). Questi semplici dati
confermano che ha ragione il finanziere George Soros, il quale, in una
recente audizione davanti al Senato statunitense, ha dichiarato: «Ci sono
tutti i segnali di una bolla, ma non è detto che essa scoppierà tanto
presto».

I segnali di una bolla ci sono in effetti tutti. Il prezzo del petrolio è
più che raddoppiato negli ultimi 12 mesi ed è salito quest'anno dai 90
dollari il barile dello scorso mese di febbraio ai 139 dollari di venerdì
scorso.

Nell'economia reale non è successo nulla che possa giustificare un
incremento superiore al 9%. La domanda cinese ed indiana, additata spesso
come causa principe del rialzo del greggio, non ha subito negli ultimi
cinque mesi alcun balzo. Inoltre, la richiesta di greggio di Cina e di India
non influisce direttamente sulle quotazioni di breve termine del greggio,
poiché avviene fuori dal mercato, con contratti a lungo termine firmati con
i paesi esportatori.

Anche i termini dei problemi produttivi dei paesi esportatori di greggio non
sono cambiati negli ultimi mesi. Anzi, l'aneddotica indica - come ha
sottolineato «Il Sole 24 Ore» - che si moltiplicano le petroliere che vagano
per gli Oceani in cerca di attracchi, cioè di acquirenti, cui vendere a
sconto il loro carico di greggio.

Il problema è che i mercati a termine sui combustibili non obbediscono alle
leggi della domanda e dell'offerta, ma alle aspettative sul prezzo futuro. E
in questo mercato di carta si sono fiondate le istituzioni finanziarie, le
quali negli ultimi anni hanno investito 260 miliardi di dollari. È quindi
evidente che quando la Goldman Sachs, la banca di investimento più attiva in
questo mercato, prevede che entro la fine dell'anno il barile supererà i 200
dollari, non fa una previsione, ma in buona sostanza dice alla concorrenza
di continuare a scommettere sul rialzo del greggio.

Ciò induce a ritenere che la corsa del prezzo del petrolio potrebbe ancora
continuare e quindi decurtare ancor di più il reddito di famiglie ed
imprese. Non sorprende che si moltiplichino le proposte di trattare con gli
arabi, affinché aumentino la produzione; oppure di detassare il prezzo del
petrolio per calmare la rabbia crescente di consumatori, pescatori ed
autotrasportatori. È pure difficilmente spiegabile come non si reagisca a
questa corsa del greggio che sta intaccando la crescita di economie già
sotto stress a causa della crisi dei mutui subprime e che sta favorendo il
ritorno dell'inflazione.

Comunque è incomprensibile che rispetto alle numerose idee in circolazione
nessuna proposta miri ad aggredire la causa prima di questa enorme bolla
finanziaria attorno al prezzo del petrolio. Eppure basterebbe una regola
semplice per far cadere il castello costruito sul greggio dai «maghi della
carta straccia».

La regola è la seguente: coloro che comprano a termine il greggio devono
alla scadenza del contratto comprare il petrolio fisico e non possono più
evitare di farlo pagando una piccola compensazione monetaria, come invece
avviene oggi. In pratica, si tratterebbe di ripristinare le leggi dei
mercati a termine. Nessuno però sembra avere il coraggio di rovinare l'ultimo
giocattolo, che frutta ancora soldi, creato da Wall Street.
Così dopo la bolla delle borse, scoppiata all'inizio del decennio, e quella
del mercato immobiliare americano, esplosa l'anno scorso, ora abbiamo la
«mania» del petrolio. Anche questa bolla è certamente destinata prima o poi
a scoppiare, ma nel frattempo rischia di aggravare pesantemente le
condizioni di un'economia mondiale che già stenta a fare i conti con la
crisi dei mutui subprime.
di Alfonso Tuor

12 giugno 2008

Speculatori al Casinò della globalizzazione


In questo articolo di Republica.it la redazione dopo aver tanto decantato lo sviluppo globale si occupa delle "convergenze parallele" fra soggetti apparentemente diversi. Una buona informazione non deve solo elencare fatti, ma porsi domande, farle e, se possibile ascoltare altre posizioni. D'altronde sono chiacchiere perse.

Per motivi biografici e ideologici è quasi impossibile che il finanziere George Soros e il presidente della Russia la pensino allo stesso modo. Eppure Medvedev denuncia il «ruolo dell’America che spinge l’economia globale verso la più grave crisi dal 1929». E Soros in un’audizione al Senato Usa denuncia "i segnali di una nuova bolla speculativa".

La convergenza è notevole. Tutti e due hanno in mente la stessa cosa: l’inquietante enigma del caro-petrolio, che venerdì ha sfiorato i 140 dollari il barile e sembra deciso a realizzare la sospetta "profezia" della banca Goldman Sachs (200 dollari a barile). Si fa presto a dare la colpa ai soliti noti, Cina e India. Certo le superpotenze asiatiche, con centinaia di milioni di nuovi consumatori che accedono al benessere, sono la causa di fondo di un trend di rialzo secolare di tutte le materie prime. Inoltre le due locomotive cinese e indiana trainano lo sviluppo di molti altri nuovi protagonisti della globalizzazione, dalla Russia al Brasile. Ciascuno di questi diventa un consumatore delle stesse risorse naturali che vende all’estero: è sintomatica l’uscita dall’Opec dell’Indonesia, un ex-esportatore di greggio che oggi deve comprarlo sui mercati mondiali. Ma su questi cambiamenti storici si è innestata una marea di flussi finanziari che sono diventati a loro volta "il" problema. Quando in sole 48 ore di scambi al New York Mercantile Exchange (Nymex) i futures schizzano al rialzo del 13%, com’è successo tra giovedì e venerdì scorso, non c’è aumento dei consumi cinesi e indiani che tenga. Lo sviluppo economico asiatico, che comporta fra l’altro il boom della motorizzazione privata in paesi dove vivono 3,5 miliardi di persone, può spiegare l’aumento del 35% all’anno del petrolio negli ultimi cinque anni. Ma negli ultimi dodici mesi questo rincaro ha cominciato a puntare verso il cielo, raddoppiando di colpo. E il singolo aumento dei futures nella sola giornata di venerdì non si era mai verificato in quelle proporzioni da 25 anni. Ruchir Sharma, capo del dipartimento dei mercati emergenti alla Morgan Stanley, osserva che "flussi di capitali che si sono riversati sugli hedge fund che speculano sul petrolio, in soli tre mesi hanno superato tutto i1 2007, già un anno record". Qui la domanda e l’offerta della materia prima reale, il petrolio, non c’entrano più. Se non come un pretesto: uno scenario di fondo che viene utilizzato per orchestrarvi sopra una nuova ondata di scommesse finanziarie. Al Nymex ormai i contratti di futures sul petrolio movimentano un miliardo di barili al giorno, tutti virtuali; mentre la produzione del greggio vero è di soli 85 milioni di barili al giorno. La quantità di carta finanziaria che viene scambiata è immensamente superiore ai consumi mondiali di idrocarburi. E’ la ragione per cui in molti condividono l’analisi dì Soros: il casinò dove si puntano le giocate sui futures del petrolio è il luogo dove si è creata la nuova bolla speculativa. Le caratteristiche ci sono tutte. La curva di incremento esponenziale dei prezzi è identica a quella disegnata dal Nasdaq al culmine dell’euforia sulla New Economy nel 1999, prima di crollare nel marzo 2000. A quell’epoca le Borse erano dominate dai colossi di Internet proprio come oggi sono dominate dalle compagnie petrolifere, nuove campionesse della capitalizzazione. Ai tempi della bolla-Nasdaq si erano distinte alcune banche come Merrill Lynch e Credit Suisse First Boston, i cui analisti suggerivano "comprare comprare" alla clientela anche quando le quotazioni avevano ormai superato la stratosfera. Oggi al centro della febbre dei futures petroliferi c’è la Goldman Sachs, il cui analista Arjun Murti ha lanciato la celebre previsione sul greggio a 200 dollari il barile. Una profezia che sì autoavvera perché, guarda caso, è proprio Goldman Sachs il più importante operatore sui futures del petrolio. In passato altre manipolazioni clamorose dei mercati delle materie prime - i fratelli Hunt sull’argento negli anni 70, Raul Gardini sulla soya a Chicago nell’89 - furono smascherate e neutralizzate dall’intervento delle autorità. Ma questa volta I’impazzimento dei futures petroliferi avviene nel laissez faire. Nessuno interviene a controllare che dietro le transazioni virtuali sui futures possano essere onorati gli scambi di merce reale. Non si applicano neppure quelle regole sul pagamento di margini di garanzia, che sono sempre servite a "tassare" la speculazione pura per distinguerla dalle normali operazioni di copertura del rischio. La denuncia di Soros sulla bolla speculativa davanti al Senato di Washington non ha avuto conseguenze. E’ inevitabile un sospetto: chi dovrebbe intervenire è paralizzato dai conflitti d’interesse. Il primo imputato è il segretario americano al Tesoro, Henry Paulson, che prima di assumere l’incarico nell’Amministrazione Bush ha passato tutta la sua carriera professionale alla Goldman Sachs fino a diventarne presidente e amministratore delegato. Forse è ingeneroso ricordare che, quand’anche Paulson passasse i prossimi cent’anni al governo (per fortuna non accadrà), i suoi stipendi cumulati non raggiungerebbero il valore delle stock options che ha incassato alla Goldman Sachs. Al di là degli aspetti personali Paulson è stato il regista del salvataggio delle banche d’affari di Wall Street (vedi Bear Stearns) che stavano per affondare sotto il peso della crisi dei mutui subprime. Con che coraggio potrebbe punzecchiare la nuova bolla dei futures petroliferi, su cui le gloriose istituzioni di Wall Street stanno tentando di rifarsi i bilanci? Dietro di lui, gli interessi personali della famiglia Bush e del vicepresidente Dìck Cheney nell’industria petrolifera non incoraggiano a smontare la macchina speculativa che ha moltiplicato le quotazioni azionarie di tutto il settore. Tanto più che dietro Wall Street, tutto il mondo del risparmio americano si è accodato: i fondi pensione hanno investito 40 miliardi di dollari nella speculazione sulle materie prime, ansiosi anche loro di recuperare almeno una parte delle perdite subite sui subprime. E in questa nuova febbre speculativa un ruolo-chiave spetta al banchiere centrale Ben Bernanke, il presidente della Federal Reserve. Dopo aver dimostrato ai big di Wall Street che per quanto sbaglino non falliranno mai - a salvarli ci penserà lui coi soldi del contribuente americano - Bernanke abbassando i tassi d’interesse ai minimi storici ha continuato la politica del denaro facile che è il carburante primario di tutte le bolle. Il calo dei tassi a sua volta indebolisce il dollaro; costringe i paesi dell’Opec a cercare compensazioni nei rialzi del greggio (quotato in dollari); e incoraggia la finanza a puntare sulle materie prime come beni-rifugio contro l’inflazione mondiale. Un perfetto circolo vizioso. Che in qualsiasi momento può invertirsi e generare una contro-spirale altrettanto rovinosa, con effetti di panico sui mercati finanziari, la liquidità del credito, i risparmi delle famiglie. Si capisce perché per una volta Medvedev e Soros vanno d’accordo. L’epicentro di questa crisi è l’America, è la sua finanza impazzita che genera un altro contagio globale. Cina e India in questo caso sono solo lo scenario di fondo: è vero che l’aumento dei consumi petroliferi cinesi sale così velocemente da superare la riduzione dei consumi americani; ma per ora gli Stati Uniti continuano ad assorbire quasi il 25% del greggio mondiale contro il 9% della Cina.



Le conseguenze di questa iperinflazione petrolifera sull’economia reale rischiano di diventare sempre più drammatiche nei prossimi mesi. La Cina e l’India, costrette ad abbandonare i "prezzi politici" dei carburanti, non soltanto si espongono al malcontento dei consumatori e alle tensioni sociali, ma possono rallentare la loro crescita che è per il resto del mondo l’unica speranza di salvezza dalla recessione. In Europa l’ultima locomotiva - a mezzo servizio – che ci resta, e cioè la Germania, dovrà sacrificare una parte dei suoi consumi per far fronte al rialzo del 66% della benzina alla pompa. Questo significherà anche minor domanda di moda o mobili o elettrodomestici made in Italy sui nostri principali mercati di sbocco.


C’è almeno un effetto collaterale positivo, che può derivare dalla bolla finanziaria sul petrolio? I mercati, a modo loro, svolgono una funzione di supplenza. L’economista americano Kenneth Rogoff, ex direttore generale dei Fondo monetario internazionale, lo ha spiegato in questi termini sul Sole24 Ore: chi sospinge esageratamente al rialzo nel breve termine i prezzi del petrolio, "sta facendo molto di più per la difesa dell’ambiente di quanto non facciano i politici occidentali che cercano di prolungare l’epoca del consumismo occidentale eco-insostenibile". Il gioco d’azzardo della speculazione, in quanto scommette in anticipo su trend di lungo periodo che esauriranno le risorse energetiche, dovrebbe servire ad accelerare le nostre reazioni. Finora però questa funzione è stata scarsamente efficace. L’Unione europea si è fermata a Kyoto: come se la sua adesione a quel trattato fosse un certificato di buona condotta sufficiente, in attesa che altri si adeguino. Ma l’Agenzia internazionale dell’energia calcola che il costo delle emissioni carboniche alla "Borsa di Kyoto" dovrebbe quadruplicare, per costringerci davvero a cambiare modello di sviluppo. Intanto l’inverno prossimo basteranno uno o due gradi di freddo in più, e saremo tutti di nuovo alla mercè del signor Medvedev, alias Putin.

Bilderberg 2008


Anche quest’anno è giunta l’ora del consueto incontro del gruppo elitario Bilderberg.
Questa volta la sede è stata nel lussuoso albergo Westfields Marriott a Chantilly in Virginia (Usa).
I membri italiani sono stati, come al solito, Franco Bernabé (Ceo di Telecom Italia Spa), Mario Draghi (governatore di Bankitalia), John Elkann (Fiat Spa), Mario Monti (Università Bocconi) e Tommaso Padoa Schioppa (ex Ministro dell’Economia).
Un centinaio di personaggi, tra cui il presidente della Federal Reserve, BCE, Banca Mondiale, direttori di banche centrali di Scozia, Finlandia, primi ministri, uomini del mondo della finanza, dell'economia, della difesa, della Commissione europea, hanno occupato per quattro giorni interi un lussuoso albergo in America, e nessun media ne ha dato risalto! Come mai?
Già questo dovrebbe farci riflettere sulla funzione che hanno oggi i media!
BILDERBERG MEETING Chantilly, Virginia, USA
5-8 giugno 2008
LISTA DEI PARTECIPANTI

Honorary Chairman
BEL Davignon, Etienne Vice Chairman, Suez-Tractebel

DEU Ackermann, Josef Chairman of the Management Board and the Group Executive Committee, Deutsche Bank AG
CAN Adams, John Associate Deputy Minister of National Defence and Chief of the Communications Security Establishment Canada
USA Ajami, Fouad Director, Middle East Studies Program, The Paul H. Nitze School of Advanced International Studies, The Johns Hopkins University
USA Alexander, Keith B. Director, National Security Agency
INT Almunia, Joaquín Commissioner, European Commission
GRC Alogoskoufis, George Minister of Economy and Finance
USA Altman, Roger C. Chairman, Evercore Partners Inc.
TUR Babacan, Ali Minister of Foreign Affairs
NLD Balkenende, Jan Peter Prime Minister
PRT Balsemão, Francisco Pinto Chairman and CEO, IMPRESA, S.G.P.S.; Former Prime Minister
FRA Baverez, Nicolas Partner, Gibson, Dunn & Crutcher LLP
ITA Bernabè, Franco CEO, Telecom Italia Spa
USA Bernanke, Ben S. Chairman, Board of Governors, Federal Reserve System
SWE Bildt, Carl Minister of Foreign Affairs
FIN Blåfield, Antti Senior Editorial Writer, Helsingin Sanomat
DNK Bosse, Stine CEO, TrygVesta
CAN Brodie, Ian Chief of Staff, Prime Minister’s Office
AUT ‘Bronner, Oscar Publisher and Editor, Der Standard
FRA Castries, Henri de Chairman of the Management Board and CEO, AXA
ESP Cebrián, Juan Luis CEO, PRISA
CAN Clark, Edmund President and CEO, TD Bank Financial Group
GBR Clarke, Kenneth Member of Parliament
NOR Clemet, Kristin Managing Director, Civita
USA Collins, Timothy C. Senior Managing Director and CEO, Ripplewood Holdings, LLC
FRA Collomb, Bertrand Honorary Chairman, Lafarge
PRT Costa, António Mayor of Lisbon
USA Crocker, Chester A.James R. Schlesinger Professor of Strategic Studies
USA Daschle, Thomas A. Former US Senator and Senate Majority Leader
CAN Desmarais, Jr., Paul Chairman and co-CEO, Power Corporation of Canada
GRC Diamantopoulou, Anna Member of Parliament
USA Donilon, Thomas E. Partner, O'Melveny & Myers
ITA Draghi, Mario Governor, Banca d’Italia
AUT Ederer, Brigitte CEO, Siemens AG Österreich
CAN Edwards, N. Murray Vice Chairman, Candian Natural Resources Limited
DNK Eldrup, Anders President, DONG A/S
ITA Elkann, John Vice Chairman, Fiat S.p.A.
USA Farah, Martha J. Director, Center for Cognitive Neuroscience; Walter H. Annenberg Professor in the Natural Sciences, University of Pennsylvania
USA Feldstein, Martin S. President and CEO, National Bureau of Economic Research
DEU Fischer, Joschka Former Minister of Foreign Affairs
USA Ford, Jr., Harold E. Vice Chairman, Merill Lynch & Co., Inc.
CHE Forstmoser, Peter Professor for Civil, Corporation and Capital Markets Law, University of Zürich
IRL Gallagher, Paul Attorney General
USA Geithner, Timothy F. President and CEO, Federal Reserve Bank of New York
USA Gigot, Paul Editorial Page Editor, The Wall Street Journal
IRL Gleeson, Dermot Chairman, AIB Group
NLD Goddijn, Harold CEO, TomTom
TUR Gögüs, Zeynep Journalist; Founder, EurActiv.com.tr
USA Graham, Donald E. Chairman and CEO, The Washington Post Company
NLD Halberstadt, Victor Professor of Economics, Leiden University; Former Honorary Secretary General of Bilderberg Meetings
USA Holbrooke, Richard C. Vice Chairman, Perseus, LLC
FIN Honkapohja, Seppo Member of the Board, Bank of Finland
INT Hoop Scheffer, Jaap G. de Secretary General, NATO
USA Hubbard, Allan B. Chairman, E & A Industries, Inc.
BEL Huyghebaert, Jan Chairman of the Board of Directors, KBC Group
DEU Ischinger, Wolfgang Former Ambassador to the UK and US
USA Jacobs, Kenneth Deputy Chairman, Head of Lazard U.S., Lazard Frères & Co. LLC
USA Johnson, James A. Vice Chairman, Perseus, LLC (Obama’s man tasked with selecting his running mate)
SWE Johnstone, Tom President and CEO, AB SKF
USA Jordan, Jr., Vernon E. Senior Managing Director, Lazard Frères & Co. LLC
FRA Jouyet, Jean-Pierre Minister of European Affairs
GBR Kerr, John Member, House of Lords; Deputy Chairman, Royal Dutch Shell plc.
USA Kissinger, Henry A. Chairman, Kissinger Associates, Inc.
DEU Klaeden, Eckart von Foreign Policy Spokesman, CDU/CSU
USA Kleinfeld, KlausPresident and COO, Alcoa
TUR Koç, Mustafa Chairman, Koç Holding A.S.
FRA Kodmani, BassmaDirector, Arab Reform Initiative
USA Kravis, Henry R. Founding Partner, Kohlberg Kravis Roberts & Co.
USA Kravis, Marie-JoséeSenior Fellow, Hudson Institute, Inc.
INT Kroes, Neelie Commissioner, European Commission
POL Kwasniewski, Aleksander Former President
AUT Leitner, Wolfgang CEO, Andritz AG
ESP León Gross, Bernardino Secretary General, Office of the Prime Minister
INT Mandelson, Peter Commissioner, European Commission
FRA Margerie, Christophe de CEO, Total
CAN Martin, Roger Dean, Joseph L. Rotman School of Management, University of Toronto
HUN Martonyi, János Professor of International Trade Law; Partner, Baker & McKenzie; Former Minister of Foreign Affairs
USA Mathews, Jessica T. President, Carnegie Endowment for International Peace
INT McCreevy, Charlie Commissioner, European Commission
USA McDonough, William J. Vice Chairman and Special Advisor to the Chairman, Merrill Lynch & Co., Inc.
CAN McKenna, Frank Deputy Chair, TD Bank Financial Group
GBR McKillop, Tom Chairman, The Royal Bank of Scotland Group
FRA Montbrial, Thierry de President, French Institute for International Relations
ITA Monti, Mario President, Universita Commerciale Luigi Bocconi
USA Mundie, Craig J. Chief Research and Strategy Officer, Microsoft Corporation
NOR Myklebust, Egil Former Chairman of the Board of Directors SAS, Norsk Hydro ASA
DEU Nass, Matthias Deputy Editor, Die Zeit
NLD Netherlands, H.M. the Queen of the
FRA Ockrent, Christine CEO, French television and radio world service
FIN Ollila, Jorma Chairman, Royal Dutch Shell plc
SWE lofsson, Maud Minister of Enterprise and Energy; Deputy Prime Minister
NLD Orange, H.R.H. the Prince of
GBR Osborne, George Shadow Chancellor of the Exchequer
TUR Öztrak, Faik Member of Parliament
ITA Padoa-Schioppa, Tommaso Former Minister of Finance; President of Notre Europe
GRC Papahelas, Alexis Journalist, Kathimerini
GRC Papalexopoulos, Dimitris CEO, Titan Cement Co. S.A.
USA Paulson, Jr., Henry M. Secretary of the Treasury
USA Pearl, Frank H. Chairman and CEO, Perseus, LLC
USA Perle, Richard N. Resident Fellow, American Enterprise Institute for Public Policy Research
FRA Pérol, François Deputy General Secretary in charge of Economic Affairs
DEU Perthes, VolkerDirector, Stiftung Wissenschaft und Politik
BEL Philippe, H.R.H. Prince
CAN Prichard, J. Robert S. President and CEO, Torstar Corporation
CAN Reisman, Heather M. Chair and CEO, Indigo Books & Music Inc.
USA Rice, Condoleezza Secretary of State
PRT Rio, Rui Mayor of Porto
USA Rockefeller, David Former Chairman, Chase Manhattan Bank
ESP Rodriguez Inciarte, Matias Executive Vice Chairman, Grupo Santander
USA Rose, Charlie Producer, Rose Communications
DNK Rose, Flemming Editor, Jyllands Posten
USA Ross, Dennis B. Counselor and Ziegler Distinguished Fellow, The Washington Institute for Near East Policy
USA Rubin, Barnett R. Director of Studies and Senior Fellow, Center for International Cooperation, New York University
TUR Sahenk, Ferit Chairman, Dogus Holding A.S.
USA Sanford, Mark Governor of South Carolina
USA Schmidt, Eric Chairman of the Executive Committee and CEO, Google
AUT Scholten, Rudolf Member of the Board of Executive Directors, Oesterreichische Kontrollbank AG
DNK Schur, Fritz H. Fritz Schur Gruppen
CZE Schwarzenberg, Karel Minister of Foreign Affairs
USA Sebelius, Kathleen Governor of Kansas
USA Shultz, George P. Thomas W. and Susan B. Ford Distinguished Fellow, Hoover Institution, Stanford University
ESP Spain, H.M. the Queen of
CHE Spillmann, Markus Editor-in-Chief and Head Managing Board, Neue Zürcher Zeitung AG
USA Summers, Lawrence H. Charles W. Eliot Professor, Harvard University
GBR Taylor, J. Martin Chairman, Syngenta International AG
USA Thiel, Peter A. President, Clarium Capital Management, LLC
NLD Timmermans, Frans Minister of European Affairs
RUS Trenin, Dmitri V. Deputy Director and Senior Associate, Carnegie Moscow Center
INT Trichet, Jean-Claude President, European Central Bank
USA Vakil, Sanam Assistant Professor of Middle East Studies, The Paul H. Nitze School of Advanced International Studies, Johns Hopkins University
FRA Valls, Manuel Member of Parliament
GRC Varvitsiotis, Thomas Co-Founder and President, V + O Communication
CHE Vasella, Daniel L. Chairman and CEO, Novartis AG
FIN Väyrynen, Raimo Director, The Finnish Institute of International Affairs
FRA Védrine, Hubert Hubert Védrine Conseil
NOR Vollebaek, Knut High Commissioner on National Minorities, OSCE
SWE Wallenberg, Jacob Chairman, Investor AB
USA Weber, J. Vin CEO, Clark & Weinstock
USA Wolfensohn, James D. Chairman, Wolfensohn & Company, LLC
USA Wolfowitz, Paul Visiting Scholar, American Enterprise Institute for Public Policy Research
INT Zoellick, Robert B. President, The World Bank Group

Rapporteurs
GBR Bredow, Vendeline von Business Correspondent, The Economist
GBR Wooldridge, Adrian D. Foreign Correspondent, The Economist

di Marcello Pamio