23 luglio 2008

La Sec indaga sulle manipolazioni di mercato









Continuano le indagini sul terremoto finanziario ed i suoi risvolti che stanno scuotendo gli Stati Uniti. Dopo l’indagine di vari tribunali, dell’Fbi, e della Sec stessa, la Securities and Exchange Commission, ovvero la Consob statunitense, ha inviato diversi mandati di comparizione nei confronti di alcuni dei rappresentanti dei maggiori istituti finanziari del Nuovo Continente. Questa volta l’accusa è quella di aver manipolato i titoli di Bear Stearns, salvata in extremis prima del fallimento, e Lehman Brothers, pesantemente colpiti dalle speculazioni e a rischio bancarotta. Lo ha reso noto il canale televisivo Bloomberg, precisando come tra i colossi presenti nel provvedimento vi sono anche Deutsche Bank, Goldman Sachs e Merrill Lynch. La Sec ha fatto recapitare ieri dei mandati di comparizione nei confronti di oltre 50 società specializzate nella consulenza agli hedge funds sospettati di aver accentuato la speculazione al ribasso sui titoli di Bear e Lehman. Ad aver dato vita a tale indagine sembrano siano stati i top manager proprio di Lehman Brothers e Bear Stearns, che hanno chiesto all’amministratore delegato di Goldman Sachs Lloyd Blankfein di far luce sul ruolo che la banca d’affari Usa avrebbe giocato nelle manipolazioni. L’accusa è basata su alcune indiscrezioni secondo le quali, nei giorni precedenti al crollo, i trader di GS avrebbero manipolato il titolo del broker. A parlare a Blankfein sarebbe stato anche il numero uno di Lehman, Richard Fuld. Lo stesso Fuld, avrebbe contattato quei trader sospettati di aver provocato il crollo del titolo a Wall Street. Sempre ieri, in tarda serata, la Sec ha emesso un provvedimento di emergenza mirato a limitare alcune tipologie di vendite allo scoperto, cioè al ribasso, sui titoli di 19 delle principali società finanziarie di Wall Street, tra cui anche Fannie Mae e Freddie Mac. Il provvedimento sarà in vigore dal 21 luglio fino al 29 luglio, ma potrebbe essere esteso di 30 giorni. La norma di emergenza riguarderà 19 società finanziarie, tra le quali Lehman Brothers, Goldman Sachs, Merrill Lynch, Morgan Stanley, JPMorgan Chase & Co e Citigroup. La Sec ha affermato che una perdita di fiducia nel mercato potrebbe portare a panic selling, che potrebbe essere ulteriormente aggravato da alcune tipologie di vendita allo scoperto.
I venditori allo scoperto prendono in prestito azioni che considerano sopravvalutate e le vendono, giocando sulla possibilità di ricomprarle successivamente a un prezzo più basso, guadagnandoci. I legislatori da tempo sollecitano la Sec a investigare per capire se dietro alla forte flessione dei titoli finanziari di quest’anno ci siano venditori allo scoperto e speculatori. Lo scorso fine settimana la Sec ha annunciato anche un piano per fermare le voci false. Si tratta, questo, dell’ultimo tentativo della Consob statunitense di porre un freno alla manipolazione del mercato che, secondo alcuni, è responsabile del brusco ribasso dei titoli finanziari e del crollo a marzo della banca di investimenti Bear Stearns. Al 30 giugno, i venditori allo scoperto detenevano il 14% delle azioni di Fannie Mae, il 3% in più rispetto all’agosto precedente, e il 12% di quelle di Freddie Mac, il 2,7% in più da agosto. Avevano anche circa il 10% delle azioni di Lehman.
I venditori allo scoperto ribattono che la loro attività impedisce alle azioni di essere sopravvalutate ed è una funzione essenziale nel mercato. La Sec, però, sta considerando anche altre norme per limitare la manipolazione dei prezzi sul mercato, ma non ha reso noto quando e se entreranno in vigore. Un segno tangibile che le autorità finanziarie statunitensi stanno passando all’azione contro le speculazioni, ritenute oggi più dannose che altro.
Dopo la mossa antispeculazione promossa dalla Consob statunitense, non si esclude che fra le prossime norme ci possa essere qualche limitazione anche all’eccessiva quanto criminale manipolazione dei prezzi energetici e alimentari. Nonostante siano in molti a sostenere che il prezzo del greggio, così come quello di molte materie prime scambiate sui mercati internazionali, sia dovuto ad una normale dinamica di mercato, il provvedimento della Sec sembra ormai confermare come gli speculatori senza scrupoli esistano ed operino incontrastati. Banche d’affari, fondi d’investimento, trader che grazie anche alle iniezioni delle banche centrali, che non esitano a ripianare le perdite dovute ai propri sbagli speculando su qualsiasi cosa, anche generi alimentari di prima necessità, trasferendo il costo della crisi finanziaria attuale alla collettività tramite l’inflazione.

di Marzio Paolo Rotondo'


Gotha superveloce e giornali di bronzo

"Un supertreno rosso Ferrari nel futuro dei trasporti. Da Milano a Roma in tre ore: nel 2011 nascerà l'alta velocità italiana, voluta dal gotha dell'imprenditoria nazionale".

Titola così l'articolo trionfalistico di P. Baroni su La Stampa del 15 luglio (dove non trova spazio l'annuncio di morte di una delle ultime fabbriche italiane, la MIVAR). E dove non c'è scritto, che questa "realtà tutta italiana" di italiano ha solo l'arredamento (oh! Giugiaro!), essendo progettato e costruito dal gruppo francese Alstom, perché le nostre fabbriche di treni sono già state svendutre e smantellate da anni.

"Il primo progetto privato per l'alta velocità è tutto italiano ed è nato nel 2006 con la creazione della società per azioni Ntv, Nuovo Trasporto Viaggiatori, da un dream team di superimprenditori come Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Fiat e Ferrari; Diego Della Valle, patron della Tod’s; Gianni Punzo, presidente del Cis Interporto di Nola e Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato di Rtc, Railways Traction Company. Quest'anno all'iniziativa hanno detto sì altri azionisti di peso come Intesa Sanpaolo, Generali Holdings Fcp-Fis e Alberto Bombassei, alla guida della Brembo dal ’61 e attuale Vice Presidente di Confindustria. Da un punto di vista azionario Ntv è così composta: 54,50% suddiviso in quote paritetiche tra Luca di Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo; 21,40% Intesa Sanpaolo attraverso Imi Investimenti; 16,10% Generali Financial Holdings Fcp-Fis; 5,40% Alberto Bombassei; 2,60% Giuseppe Sciarrone. Presidente di Ntv Spa. Montezemolo, ad Sciarrone.

E' una sfida che Montezemolo sintetizza così: «Ci sarà una grande competizione e questo farà bene soprattutto ai cittadini». E di cui rivendica con orgoglio il taglio essenzialmente, esclusivamente imprenditoriale: «Non c’è neanche un euro di denaro pubblico e in momenti come questo credo sia anche importante predicare bene e razzolare bene e cioè investire, aver voglia di rischiare, di guardare in avanti e pensare che in Italia ci sono imprenditori che hanno voglia di far bene il loro mestiere». E quindi competere sul mercato, fare a gara per offrire reali servizi ai cittadini. Con Ntv aumenterà la concorrenza alle Ferrovie dello Stato. E «vincerà il treno migliore, vincerà chi offrirà il servizio migliore. E questo per tutte le categorie: i giovani, chi viaggia per turismo, chi per lavoro»."

Ricordatevi queste parole sfacciate. Lo Stato non ci mette neanche un euro, secondo Montezemolo! La privatizzazione dei treni significa invece esattamente l'opposto, perché il treno da sé non va da nessuna parte senza tutta l'infrastruttura - binari, stazioni, rete elettrica, personale di terra e di controllo - che, guarda caso, grava interamente sulle spalle di noi contribuenti, mentre Montezemolo e i suoi compagni di merenda staccano i biglietti di lusso, fingendo di competere e fare concorrenza (a chi?). Gli imprenditori (questi qui!!!) addirittura satrebbero "rischiando", mentre si accaparrano un altro pezzo del cadavere Italia!

Poi viene la categoria B, che si prodiga nel proprio mestiere:

"le reazioni al lancio del progetto, avvenuto a Roma, sono già tutte di segno positivo: per il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, Ntv «testimonia la vitalità degli imprenditori italiani», mentre il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, ha parlato di «iniziativa interamente privata che porta concorrenza in un settore delicato come quello ferroviario». Entusiasta il premier Berlusconi: «l’ingresso di imprenditori privati nel settore ferroviario - ha detto - porterà una forte competizione e produrrà vantaggi per i cittadini sia sotto il profilo della scelta del mezzo sia sotto quello del prezzo»."

Ricordate, ricordate questi nomi e questi entusiasmi sul cadavere del nostro Paese...

di Stefano Serafini

18 luglio 2008

Da Englaro a Guzzanti: storie di ordinaria manipolazione mediatica

È sempre affascinante studiare i meccanismi mediatici e il modo in cui l’uomo della strada viene pilotato qualitativamente e quantitativamente là dove comanda la ragion di Stato.

Nelle ultime settimane abbiamo potuto assistere a un paio di interessanti applicazioni pratiche di questo concetto: 1) il caso Englaro e 2) il caso Guzzanti.

Si tratta di due accadimenti che sono stati presentati al pubblico non nella loro fattualità, bensì nella loro dimensione evocativa (mi azzarderei a dire mitopoietica se non temessi di apparire esagerata), che ha scatenato come al solito l’hooligan ideologico sopito in ognuno di noi.

Partiamo dal caso 2, che è più divertente. I fatti, data la piccante materia del contendere, sono ben noti: Sabina Guzzanti (che non è proprio più quella dei tempi di Avanzi e Tv delle ragazze) ha pronunciato una severa invettiva contro il cav. Berlusconi e la signorina Carfagna — la quale, per essersi gentilmente prostrata ai desideri dell’attuale premier, ne è stata ricompensata con una bella poltrona, comoda e accogliente che neanche una Frau.

Il fatto che Guzzanti, da non vera signora, si sia espressa con quello che in altri tempi si sarebbe definito umorismo da trivio ha contribuito grandemente a distogliere l’attenzione dal vero punctum dolens: che non è la vera o presunta fellatio carfagnana a beneficio del Cavaliere, bensì l’acquiescenza con cui le Caste di ogni ordine e grado hanno accolto la nomina della signorina a ministro, ignorando se la stessa disponesse di altrettante competenze in campi diversi, e concedendo così tacitamente a Berlusconi poteri da satrapo. Una carica governativa dovrebbe pur avere un suo peso, ed è troppo comodo svillaneggiare Caligola a duemila anni di distanza.

Tant’è: il putiferio mediatico si è abbattuto sulla vicenda, e quest’estate malata ha conosciuto un clima finalmente un po’ caldo. Che per la verità lo era già a partire dal caso 2.

Con un decreto datato 25 giugno 2008, la Corte d’Appello di Milano – Prima Sezione Civile, nelle persone del presidente Patrone e dei consiglieri Lamanna e Negri Della Torre, ha accolto l’istanza di «autorizzazione a disporre l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale di [Eluana Englaro], realizzato mediante alimentazione e idratazione con sondino naso-gastrico».

In linguaggio più semplice, si è finalmente e saggiamente deciso di porre fine alle sofferenze di Eluana Englaro, la ragazza ridotta in coma vegetativo da 16 anni e costretta a una sopravvivenza artificiale attraverso l’alimentazione forzata. Il padre si batte strenuamente da anni per offrire alla figlia una dignitosa uscita da questo mondo, ma si è trovato a dover combattere non soltanto contro le lungaggini burocratiche bensì anche contro le ingerenze di Chiesa e opinione pubblica in nome di un non ben chiarito “diritto alla vita”: il quale poi, in concreto, sembra essere piuttosto il diritto di ficcare il naso nei fatti altrui. È vero che anni di trasmissioni come il Grande Fratello e I fatti vostri hanno il loro peso nella mala educazione odierna; ma è vero anche il secolare penchant del Vaticano a occuparsi (spesso assai indebitamente) dei fatti di chi pure si chiama fuori dal suo sacro recinto. Non a caso Beppino Englaro, il padre di Eluana, ha precisato che, pur col massimo rispetto per il Vaticano, quello che dice la Chiesa vale per la Chiesa e per chi la segue, ma non per chi dalla Chiesa è fuori. Apriti cielo.

Implacabile e ratto nonostante la mole, Giulianone Ferrara ha annusato il sangue e l’occasione: e ha lanciato la sua personale crociata delle bottiglie d’acqua in piazza Duomo a Milano (già bastantemente oltraggiata anche senza certi pruriti buonisti) per dimostrare quanto numerosi siano gli italiani attenti alla vita biologica di Eluana. In compenso i coraggiosi (perché qui sì che si tratta di coraggio, lo si dica) — dunque i coraggiosi giudici che si sono assunti il non facile compito di decretare l’interruzione del trattamento sono già bersaglio di insulti e anatemi parrocchiali — a dimostrazione di quanto numerosi sono gli italiani di lesta lacrimazione per vicende che, se non fossero pubblicizzate così da offrire anche a loro un riflesso di visibilità mediatica, neanche susciterebbero il loro interesse di cuori di pietra abituali.

È il sistema, bellezza.

di Alessandra Colla

23 luglio 2008

La Sec indaga sulle manipolazioni di mercato









Continuano le indagini sul terremoto finanziario ed i suoi risvolti che stanno scuotendo gli Stati Uniti. Dopo l’indagine di vari tribunali, dell’Fbi, e della Sec stessa, la Securities and Exchange Commission, ovvero la Consob statunitense, ha inviato diversi mandati di comparizione nei confronti di alcuni dei rappresentanti dei maggiori istituti finanziari del Nuovo Continente. Questa volta l’accusa è quella di aver manipolato i titoli di Bear Stearns, salvata in extremis prima del fallimento, e Lehman Brothers, pesantemente colpiti dalle speculazioni e a rischio bancarotta. Lo ha reso noto il canale televisivo Bloomberg, precisando come tra i colossi presenti nel provvedimento vi sono anche Deutsche Bank, Goldman Sachs e Merrill Lynch. La Sec ha fatto recapitare ieri dei mandati di comparizione nei confronti di oltre 50 società specializzate nella consulenza agli hedge funds sospettati di aver accentuato la speculazione al ribasso sui titoli di Bear e Lehman. Ad aver dato vita a tale indagine sembrano siano stati i top manager proprio di Lehman Brothers e Bear Stearns, che hanno chiesto all’amministratore delegato di Goldman Sachs Lloyd Blankfein di far luce sul ruolo che la banca d’affari Usa avrebbe giocato nelle manipolazioni. L’accusa è basata su alcune indiscrezioni secondo le quali, nei giorni precedenti al crollo, i trader di GS avrebbero manipolato il titolo del broker. A parlare a Blankfein sarebbe stato anche il numero uno di Lehman, Richard Fuld. Lo stesso Fuld, avrebbe contattato quei trader sospettati di aver provocato il crollo del titolo a Wall Street. Sempre ieri, in tarda serata, la Sec ha emesso un provvedimento di emergenza mirato a limitare alcune tipologie di vendite allo scoperto, cioè al ribasso, sui titoli di 19 delle principali società finanziarie di Wall Street, tra cui anche Fannie Mae e Freddie Mac. Il provvedimento sarà in vigore dal 21 luglio fino al 29 luglio, ma potrebbe essere esteso di 30 giorni. La norma di emergenza riguarderà 19 società finanziarie, tra le quali Lehman Brothers, Goldman Sachs, Merrill Lynch, Morgan Stanley, JPMorgan Chase & Co e Citigroup. La Sec ha affermato che una perdita di fiducia nel mercato potrebbe portare a panic selling, che potrebbe essere ulteriormente aggravato da alcune tipologie di vendita allo scoperto.
I venditori allo scoperto prendono in prestito azioni che considerano sopravvalutate e le vendono, giocando sulla possibilità di ricomprarle successivamente a un prezzo più basso, guadagnandoci. I legislatori da tempo sollecitano la Sec a investigare per capire se dietro alla forte flessione dei titoli finanziari di quest’anno ci siano venditori allo scoperto e speculatori. Lo scorso fine settimana la Sec ha annunciato anche un piano per fermare le voci false. Si tratta, questo, dell’ultimo tentativo della Consob statunitense di porre un freno alla manipolazione del mercato che, secondo alcuni, è responsabile del brusco ribasso dei titoli finanziari e del crollo a marzo della banca di investimenti Bear Stearns. Al 30 giugno, i venditori allo scoperto detenevano il 14% delle azioni di Fannie Mae, il 3% in più rispetto all’agosto precedente, e il 12% di quelle di Freddie Mac, il 2,7% in più da agosto. Avevano anche circa il 10% delle azioni di Lehman.
I venditori allo scoperto ribattono che la loro attività impedisce alle azioni di essere sopravvalutate ed è una funzione essenziale nel mercato. La Sec, però, sta considerando anche altre norme per limitare la manipolazione dei prezzi sul mercato, ma non ha reso noto quando e se entreranno in vigore. Un segno tangibile che le autorità finanziarie statunitensi stanno passando all’azione contro le speculazioni, ritenute oggi più dannose che altro.
Dopo la mossa antispeculazione promossa dalla Consob statunitense, non si esclude che fra le prossime norme ci possa essere qualche limitazione anche all’eccessiva quanto criminale manipolazione dei prezzi energetici e alimentari. Nonostante siano in molti a sostenere che il prezzo del greggio, così come quello di molte materie prime scambiate sui mercati internazionali, sia dovuto ad una normale dinamica di mercato, il provvedimento della Sec sembra ormai confermare come gli speculatori senza scrupoli esistano ed operino incontrastati. Banche d’affari, fondi d’investimento, trader che grazie anche alle iniezioni delle banche centrali, che non esitano a ripianare le perdite dovute ai propri sbagli speculando su qualsiasi cosa, anche generi alimentari di prima necessità, trasferendo il costo della crisi finanziaria attuale alla collettività tramite l’inflazione.

di Marzio Paolo Rotondo'


Gotha superveloce e giornali di bronzo

"Un supertreno rosso Ferrari nel futuro dei trasporti. Da Milano a Roma in tre ore: nel 2011 nascerà l'alta velocità italiana, voluta dal gotha dell'imprenditoria nazionale".

Titola così l'articolo trionfalistico di P. Baroni su La Stampa del 15 luglio (dove non trova spazio l'annuncio di morte di una delle ultime fabbriche italiane, la MIVAR). E dove non c'è scritto, che questa "realtà tutta italiana" di italiano ha solo l'arredamento (oh! Giugiaro!), essendo progettato e costruito dal gruppo francese Alstom, perché le nostre fabbriche di treni sono già state svendutre e smantellate da anni.

"Il primo progetto privato per l'alta velocità è tutto italiano ed è nato nel 2006 con la creazione della società per azioni Ntv, Nuovo Trasporto Viaggiatori, da un dream team di superimprenditori come Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Fiat e Ferrari; Diego Della Valle, patron della Tod’s; Gianni Punzo, presidente del Cis Interporto di Nola e Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato di Rtc, Railways Traction Company. Quest'anno all'iniziativa hanno detto sì altri azionisti di peso come Intesa Sanpaolo, Generali Holdings Fcp-Fis e Alberto Bombassei, alla guida della Brembo dal ’61 e attuale Vice Presidente di Confindustria. Da un punto di vista azionario Ntv è così composta: 54,50% suddiviso in quote paritetiche tra Luca di Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo; 21,40% Intesa Sanpaolo attraverso Imi Investimenti; 16,10% Generali Financial Holdings Fcp-Fis; 5,40% Alberto Bombassei; 2,60% Giuseppe Sciarrone. Presidente di Ntv Spa. Montezemolo, ad Sciarrone.

E' una sfida che Montezemolo sintetizza così: «Ci sarà una grande competizione e questo farà bene soprattutto ai cittadini». E di cui rivendica con orgoglio il taglio essenzialmente, esclusivamente imprenditoriale: «Non c’è neanche un euro di denaro pubblico e in momenti come questo credo sia anche importante predicare bene e razzolare bene e cioè investire, aver voglia di rischiare, di guardare in avanti e pensare che in Italia ci sono imprenditori che hanno voglia di far bene il loro mestiere». E quindi competere sul mercato, fare a gara per offrire reali servizi ai cittadini. Con Ntv aumenterà la concorrenza alle Ferrovie dello Stato. E «vincerà il treno migliore, vincerà chi offrirà il servizio migliore. E questo per tutte le categorie: i giovani, chi viaggia per turismo, chi per lavoro»."

Ricordatevi queste parole sfacciate. Lo Stato non ci mette neanche un euro, secondo Montezemolo! La privatizzazione dei treni significa invece esattamente l'opposto, perché il treno da sé non va da nessuna parte senza tutta l'infrastruttura - binari, stazioni, rete elettrica, personale di terra e di controllo - che, guarda caso, grava interamente sulle spalle di noi contribuenti, mentre Montezemolo e i suoi compagni di merenda staccano i biglietti di lusso, fingendo di competere e fare concorrenza (a chi?). Gli imprenditori (questi qui!!!) addirittura satrebbero "rischiando", mentre si accaparrano un altro pezzo del cadavere Italia!

Poi viene la categoria B, che si prodiga nel proprio mestiere:

"le reazioni al lancio del progetto, avvenuto a Roma, sono già tutte di segno positivo: per il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, Ntv «testimonia la vitalità degli imprenditori italiani», mentre il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, ha parlato di «iniziativa interamente privata che porta concorrenza in un settore delicato come quello ferroviario». Entusiasta il premier Berlusconi: «l’ingresso di imprenditori privati nel settore ferroviario - ha detto - porterà una forte competizione e produrrà vantaggi per i cittadini sia sotto il profilo della scelta del mezzo sia sotto quello del prezzo»."

Ricordate, ricordate questi nomi e questi entusiasmi sul cadavere del nostro Paese...

di Stefano Serafini

18 luglio 2008

Da Englaro a Guzzanti: storie di ordinaria manipolazione mediatica

È sempre affascinante studiare i meccanismi mediatici e il modo in cui l’uomo della strada viene pilotato qualitativamente e quantitativamente là dove comanda la ragion di Stato.

Nelle ultime settimane abbiamo potuto assistere a un paio di interessanti applicazioni pratiche di questo concetto: 1) il caso Englaro e 2) il caso Guzzanti.

Si tratta di due accadimenti che sono stati presentati al pubblico non nella loro fattualità, bensì nella loro dimensione evocativa (mi azzarderei a dire mitopoietica se non temessi di apparire esagerata), che ha scatenato come al solito l’hooligan ideologico sopito in ognuno di noi.

Partiamo dal caso 2, che è più divertente. I fatti, data la piccante materia del contendere, sono ben noti: Sabina Guzzanti (che non è proprio più quella dei tempi di Avanzi e Tv delle ragazze) ha pronunciato una severa invettiva contro il cav. Berlusconi e la signorina Carfagna — la quale, per essersi gentilmente prostrata ai desideri dell’attuale premier, ne è stata ricompensata con una bella poltrona, comoda e accogliente che neanche una Frau.

Il fatto che Guzzanti, da non vera signora, si sia espressa con quello che in altri tempi si sarebbe definito umorismo da trivio ha contribuito grandemente a distogliere l’attenzione dal vero punctum dolens: che non è la vera o presunta fellatio carfagnana a beneficio del Cavaliere, bensì l’acquiescenza con cui le Caste di ogni ordine e grado hanno accolto la nomina della signorina a ministro, ignorando se la stessa disponesse di altrettante competenze in campi diversi, e concedendo così tacitamente a Berlusconi poteri da satrapo. Una carica governativa dovrebbe pur avere un suo peso, ed è troppo comodo svillaneggiare Caligola a duemila anni di distanza.

Tant’è: il putiferio mediatico si è abbattuto sulla vicenda, e quest’estate malata ha conosciuto un clima finalmente un po’ caldo. Che per la verità lo era già a partire dal caso 2.

Con un decreto datato 25 giugno 2008, la Corte d’Appello di Milano – Prima Sezione Civile, nelle persone del presidente Patrone e dei consiglieri Lamanna e Negri Della Torre, ha accolto l’istanza di «autorizzazione a disporre l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale di [Eluana Englaro], realizzato mediante alimentazione e idratazione con sondino naso-gastrico».

In linguaggio più semplice, si è finalmente e saggiamente deciso di porre fine alle sofferenze di Eluana Englaro, la ragazza ridotta in coma vegetativo da 16 anni e costretta a una sopravvivenza artificiale attraverso l’alimentazione forzata. Il padre si batte strenuamente da anni per offrire alla figlia una dignitosa uscita da questo mondo, ma si è trovato a dover combattere non soltanto contro le lungaggini burocratiche bensì anche contro le ingerenze di Chiesa e opinione pubblica in nome di un non ben chiarito “diritto alla vita”: il quale poi, in concreto, sembra essere piuttosto il diritto di ficcare il naso nei fatti altrui. È vero che anni di trasmissioni come il Grande Fratello e I fatti vostri hanno il loro peso nella mala educazione odierna; ma è vero anche il secolare penchant del Vaticano a occuparsi (spesso assai indebitamente) dei fatti di chi pure si chiama fuori dal suo sacro recinto. Non a caso Beppino Englaro, il padre di Eluana, ha precisato che, pur col massimo rispetto per il Vaticano, quello che dice la Chiesa vale per la Chiesa e per chi la segue, ma non per chi dalla Chiesa è fuori. Apriti cielo.

Implacabile e ratto nonostante la mole, Giulianone Ferrara ha annusato il sangue e l’occasione: e ha lanciato la sua personale crociata delle bottiglie d’acqua in piazza Duomo a Milano (già bastantemente oltraggiata anche senza certi pruriti buonisti) per dimostrare quanto numerosi siano gli italiani attenti alla vita biologica di Eluana. In compenso i coraggiosi (perché qui sì che si tratta di coraggio, lo si dica) — dunque i coraggiosi giudici che si sono assunti il non facile compito di decretare l’interruzione del trattamento sono già bersaglio di insulti e anatemi parrocchiali — a dimostrazione di quanto numerosi sono gli italiani di lesta lacrimazione per vicende che, se non fossero pubblicizzate così da offrire anche a loro un riflesso di visibilità mediatica, neanche susciterebbero il loro interesse di cuori di pietra abituali.

È il sistema, bellezza.

di Alessandra Colla