30 agosto 2008
Moneta comunale come denaro
Nel processo di avanzamento verso il socialismo, oltre agli
emendamenti richiesti sotto l'aspetto giuridico propriamente detto,
risalta la riforma che regola le attività economiche con la finalità
di creare e sostenere nuove forme di organizzazioni socio produttive
che sorgono nel seno delle comunità.
Nel segno della la Ley Habilitante, la Ley para el Fomento y
Desarrollo de la Economía Popular (LFDEP) pubblicata nella Gaceta
Oficial de la República Bolivariana de Venezuela 5.890 il 31 luglio
2008, ha per oggetto la instaurazione delle modalità e delle forme
associative che potenzieranno il controllo e lo svolgimento delle
attività della economia popolare e la instaurazione di un nuovo
sistema di produzione, trasformazione e distribuzione di saperi, beni
e servizi fra le comunità organizzate nella ricerca dello sviluppo
umano integrale e sostenibile. Tale modello socioproduttivo e le sue
forme di organizzazione popolare sono sostenute dalle relazioni di
produzione solidali della comunità come strumenti per dare impulso
allo sviluppo integrale del paese. Di conseguenza si stimolerà
l'economia popolare sulle basi di progetti sorti dalle comunità
organizzate e dell'interscambio dei saperi, beni e servizi per
l'investimento delle eccedenze nella soddisfazione delle necessità
sociali.
Uno degli strumenti basilari di questo modello socio produttivo è
costituito dalla Moneta Comunale (MC) la quale permetterà e faciliterà
l'interscambio di saperi, beni e servizi nello spazio del Sistema di
Interscambio Solidale (SIS).
Tale monetà sarà regolata dalle norme impartite dalla Banca Centrale
del Venezuela (BCV) ed il suo valore si determinerà dalla equivalenza
con la moneta di corso legale nel territorio nazionale. Questo
significa che in ogni ambito territoriale dove funziona un Gruppo di
Interscambio Solidale (GIS) girerà una moneta particolare, accettata
dai suoi membri come mezzo di interscambio tra loro.
La MC adempirà con le funzioni del denaro come strumento generale di
scambio per il quale si richiede solo l'accettazione dei partecipanti
nel GIS. I membri del GIS potranno interscambiare i propri prodotti
con la MC ed utilizzarli per gli interscambi futuri. La MC permette la
specializzazione di ogni produttore consumatore ed elimina l'uso della
moneta di circolazione legale; riducendo i costi associati ad ogni
transazione. Per tanto, la MC servirà come portatore di valore o
proprietà di denaro conservando il valore nel tempo e nello spazio,
basato sulla fiducia che manterrà lo stesso valore o potere d'acquisto
nel futuro. In questo modo la MC funzionerà come strumento di
pagamento differito, perché permetterà di posporre il pagamento di
debiti ed obbligazioni acquisite nel presente. Come unità di conto la
MC funzionerà come un comune denominatore che esprime il valore di
ogni sapere, bene o servizio, permettendo che questi si equiparino tra
loro, attraverso equivalenza dei prezzi in moneta di corso legale.
Ci si augura che con la incorporazione della comunità organizzata al
SIS l'economia popolare e nazionale si sviluppi in maniera integrale e
solidale. Fino ad una diverso approccio.
di Miguel Cortez
Un paese senza gioia di vivere
Nell’articolo in questione si ironizza velatamente sul fatto che a Genova, per esempio, sia ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra, mentre a Roma non si possa bere o mangiare un sandwich sui gradini di Piazza di Spagna, né tanto meno schiacciare un sonnellino, ed a Lucca si corra il rischio di essere multati fino a 500 euro per avere dato da mangiare ai piccioni. Sottolineando il fatto che i turisti sono sottoposti al rischio di pesanti sanzioni per atteggiamenti che risultano essere normalissimi in tutto il resto del mondo.
L’ironia diventa molto meno velata nel constatare che mentre il governo Berlusconi si fa vanto di essere stato il primo al mondo ad introdurre un ministero della semplificazione finalizzato ad identificare ed eliminare le leggi inutili, il suo ministro dell'Interno Roberto Maroni ha consentito la nascita di migliaia di ordinanze che brillano proprio per la loro inutilità.
Non manca neppure una riflessione di maggiore spessore sul fatto che l’Italia si starebbe trasformando nel più grande stato-babysitter, con i cittadini visti come bambini da controllare accudire e limitare, quasi in ogni ambito del vivere pubblico.
Non occorreva sicuramente il giudizio dell’Indipendent per comprendere che esiste qualcosa di profondamente stonato nel fatto che a Forte dei Marmi non si possa tagliare l’erba del giardino durante il weekend, che a Novara dopo le 11 di sera sia vietato stazionare nei parchi se si è più di 2 persone, che a Capri e Positano sia proibito portare gli zoccoli ai piedi, che a Viareggio un uomo non possa passeggiare a torso nudo ed una donna in bikini, che ad Eboli non si possa baciare la fidanzata all’interno della propria auto, che a Voghera non ci si possa sedere sulle panchine dopo le 23 se si è un gruppo composto da più di 3 persone, che ad Eraclea non si possano costruire castelli di sabbia sulla spiaggia, che ad Olbia sulla spiaggia non si possa fumare, che a Lucca si venga trattati come criminali per avere dato da mangiare ai piccioni.
La sensazione, al di là della metafora dello Stato babysitter citata dal giornale britannico, e dei giudizi sul governo Berlusconi che non può essere ritenuto l’unico responsabile dal momento che i sindaci artefici delle ordinanze appartengono a partiti di ogni colore, è quella di uno Stato che persegue sempre più la limitazione delle libertà individuali in maniera spesso schizofrenica e dispotica, trattando i cittadini alla stregua di decerebrati che presto finiranno per ritrovarsi in una selva dove tutto ciò che non è vietato risulta essere obbligatorio. Oltretutto con l’aggravante di avere creato centinaia di “città stato” in ognuna delle quali i divieti e gli obblighi risulteranno differenti per uno stuolo di “cittadini sudditi” sempre più confusi e disorientati dal senso di colpa che anche quando passeggeranno in un parco o siederanno su una panchina saranno costretti a domandarsi se stanno facendo qualcosa di male. Città stato nelle quali oltre all’aria verrà drammaticamente a mancare anche la gioia di vivere, sempre che un’ordinanza non abbia già provveduto preventivamente a vietare anche il sorriso.
M. Cedolin
18 agosto 2008
La BCE sostiene il dollaro a nostre spese
Queste argomentazioni provano che Dollaro e Euro sono due facce della stessa medaglia.
Entrambi sono strumenti manovrati dalla finanza internazionale.
Cosa possiamo fare noi? E' una domanda che mi pongo spesso ...
Mentre Bush persegue la sua mega-politica imperiale, l’economia USA, letteralmente, fonde come un gelato a ferragosto. I pignoramenti di case sono saliti del 55% a luglio rispetto a un anno fa; ciò significa che una famiglia su 464 ha ricevuto notizia di insolvenza, o ha visto mettere all’asta la sua casa, o se l’è vista prendere dalla banca creditrice (1).
Con punte tragiche in certe zone: in un’area metropolitana della Florida, Cape Coral-Fort Myers, una famiglia su 64 ha perso o sta perdendo la casa; in California, una famiglia ogni 186; in Nevada, una ogni 106. Le banche si trovano con almeno 750 mila unità immobiliari sequestrate, che non riescono a vendere nemmeno a prezzi drasticamente calanti. Eppure, il peggio deve ancora avvenire.
Circa un milione e mezzo di famiglie (per lo più in California) sono incatenate ad un tipo di mutuo variabile più velenoso dei sub-prime. Si chiama «Option ARM» (Adjustable Rate Mortgage), perchè i debitori hanno scelto di pagare le prime rate ad un tasso addirittura inferiore al mero interesse (cioè senza la quota di restituzione del capitale), mentre la quota non pagata si aggiunge al prestito originale, fino a quando raggiunge un certo ammontare (tra il 110 e il 125% del prestito d’origine); a quel punto il mutuo viene «riformulato» (recast) e il debitore deve pagare un rateo aumentato, di colpo, del 60-80%.
Ciò poteva ancora andare quando i prezzi immobiliari salivano; oggi, coi prezzi calanti, è un nodo scorsoio strangolatore (2). I proprietari si trovano a pagare enormemente di più del valore attuale della casa. E ovviamente non pagheranno, preferendo abbandonare l’immobile e rendersi introvabili. Ciò sta anzi già avvenendo; ma il grosso delle «riformulazioni» avverrà fra ottobre e marzo 2009. Con relative insolvenze a catena, e conseguenze esplosive per le banche creditrici.
Perchè il mercato delle opzioni ARM vale 400 miliardi di dollari, la metà della bolla dei subprime (1 trilione), ma colpirà un sistema bancario già alle corde. La linea di credito di emergenza aperta per Fannie Mae e Freddie Mac, le «assicuratrici» semi-statali dei mutui, è di 800 miliardi, e verrà dunque rapidamente risucchiata dagli ARM; peggio ancora, le opzioni ARM, coriandolizzate e confezionate, sono sparse in fondi di ogni genere, e su di esse è stato creato un business di derivati da trilioni di dollari, che dunque è minacciato di implosione, tale da gettare le banche nell’abisso.
Ciò pone la domanda: come mai, in quessta situazione fallimentare, il dollaro si è apprezzato sull’euro? Banche e imprese denunciano perdite colossali, i bilanci degli Stati sono in rosso profondo, la disoccupazione aumenta, e in questa rovina il dollaro risale.
La risposta viene da James Turk, analista e fondatore di Gold Money: «Le Banche Centrali sono intervenute a sostenere il dollaro, e ne posso dare la prova. Quando le Banche Centrali intervengono sui mercati valutari, comprano dollari con le loro valute; poi usano i dollari per comprare titoli di debito di Stato USA, per lucrare un interesse. Questi titoli di debito acquisiti dalle Banche Centrali sono conservati in custodia presso la Federal Reserve, e questa ne riporta l’ammontare ogni settimana. Ebbene: al 16 luglio 2008, la Federal Reserve riportava di detenere 2.349 miliardi di dollari (2,35 trilioni) in Buoni del Tesoro custoditi per conto di stranieri. Tre settimane dopo, i titoli in custodia erano più di 2,4 trilioni. Il che, in un anno, fa una crescita del 38,4%. Dunque le Banche Centrali accumulano dollari ad un ritmo mai visto, ingiustificato rispetto al deficit commerciale americano. La conclusione logica è che stanno sostenendo il dollaro, per impedirgli di precipitare. Provocando un rialzo, non troppo difficile da ottenere visto l’effetto-leva usato dei fondi hedge».
Il calo del barile e dell’oro è stato, con ogni probabilità, manipolato al ribasso allo stesso modo. E’ chiaramente all’opera il cosiddetto «Plunge Protection Team», il semisegreto gruppo di finanzieri (ufficialmente si chiama President’s Working Group on Financial Markets) allestito appunto per manipolare i cambi e i corsi onde contenere, o almeno ritardare, una catastrofe, a forza di effetti-leva (3).
Ellen Brown, un’avvocatessa civilista che studia i trucchi finanziari (il suo ultimo saggio ha per titolo «The Web of Debt», la rete del debito) sospetta addirittura che il conflitto in Georgia possa essere stato scatenato per distrarre dalla enorme crisi che incombe. E ricorda il film «Wag the dog» (in italiano «Sesso e potere»), il film del ‘97 in cui un consigliere della Casa Bianca (Robert De Niro) contatta un produttore di fiction tv (Dustin Hoffman) e gli dice: «C’è una crisi alla Casa Bianca, e per salvare le elezioni bisogna fingere una guerra» (4). Il presidente USA nel film è travolto da uno scandalo sessuale, e per salvarlo si finge una guerra contro... l’Albania, naturalmente tutta inventata, e resa nei TG a forza di effetti speciali elettronici.
Ohimè, il conflitto georgiano è una realtà. Anche se forse non a caso Saakashvili ha attaccato l’Ossezia il 7 agosto, il giorno in cui la FED ha pubblicato i dati sugli inauditi volumi di acquisti di BOT americani da parte delle Banche Centrali. Ma su questo ultimo punto bisogna concentrarsi.
«Quali» Banche Centrali stanno dilapidando miliardi per sostenere il dollaro? Se tra queste c’è la Banca Centrale Europea, com’è probabile, bisogna concludere quanto segue: la BCE, con il suo tasso primario rialzato fino al 4,25%, ha mandato l’economia europea in recessione - e però aiuta gli americani, non gli europei. La scelta di mantenere l’euro fortissimo, di restrizione del credito (denaro caro), e per conseguenza di minori esportazioni, sta provocando la contrazione dell’area europea, dello 0,2% in complesso, ma con drammatiche situazioni secondo i paesi (5).
La Spagna è in situazione di emergenza, tanto da costringere Zapatero a stanziare d’urgenza 20 miliardi di euro per lavori pubblici, tagli fiscali e sostegno ai mutui - tipici rimedi anti-ciclici. L’Italia e la Francia hanno visto contrarre le loro economie dell’ 0,3% nel trimestre; la Germania si è contratta ancora di più (0,5%), perchè più industrializzata e più esportatrice. L’Islanda è ormai in recessione, ossia crescita negativa, di un inquietante 3,7%. In crescita negativa sono anche Irlanda, Danimarca, Lituania ed Estonia, mentre rallentano drammaticamente l’Olanda e la Svezia.
Insomma tutta la zona euro è in recessione per la politica di «denaro scarso e caro» instaurata dalla BCE; sarebbe irritante apprendere che il denaro, reso così scarso in Europa, la BCE l’ha trovato (o stampato) in abbondanza per comprare BOT americani, ossia del Paese più indebitato del mondo.
La caduta della Germania, comparativamente più rapida, ha allarmato la Confindustria tedesca (BDI), che ora sarebbe favorevole ad un abbassamento dei tassi. Ma il delegato tedesco alla BCE, Axel Weber, fa il sordo e resiste: «La fiducia espressa da alcuni osservatori, che la crescita economica indebolita stia raffreddando l’inflazione, è secondo me prematura», ha detto. Traduzione: la BCE ci sta portando deliberatamente in una recessione per scongiurare la spirale inflazionistica prezzi-salari. La BCE è convinta che ci sia un’inflazione da eccesso di moneta. Quella moneta che ci fa mancare.
Invece sì, l’inflazione c’è (ufficialmente del 4,1%), ma essa dipende dai rincari mondiali del petrolio e degli alimentari, su cui le manovre della BCE non hanno alcun potere. Ma se si tolgono dal calcolo greggio e alimentari (la misura si chiama «core inflation») si vede che la pretesa inflazione è già divenuta deflazione: i prezzi d’altro genere sono infatti diminuiti dell’1,8% rispetto all’anno scorso. A soffrire di più sono ovviamente i salari, il cui potere d’acquisto è stato brutalmente accorciato. D’altra parte, l’obbligo europeo di limitare il deficit al 3% del PIL impedisce ai governi di attutire la recessione con un aumento della spesa pubblica; anzi, l’Italia deve stringere i cordoni in piena recessione (infatti le tasse non vengono tagliate, nonostante le promesse, e i consumi non vengono stimolati da iniezioni di potere d’acquisto ai salariati e pensionati). Il nodo scorsoio si stringe.
La Spagna, come abbiamo visto, s’è infischiata dell’imperativo di limitare il deficit a 3%, ed ha varato il pacchetto d’emergenza con 20 miliardi di spesa pubblica aggiuntiva: ma non solo ha un debito pubblico inferiore a quello italiano, la sua crisi - essenzialmente lo scoppio della bolla immobiliare - è più grave. Se avesse ancora la propria moneta, dovrebbe svalutarla del 30% per riportare a galla la sua economia. Avendo l’euro, non può farlo perchè la Germania e la BCE non voglione deprezzare l’euro. Le banche spagnole più esposte al crollo immobiliare (la Spagna ha oggi 800 mila appartamenti di troppo) si fanno prestare i soldi dalla BCE, almeno 49,4 miliardi di euro.
Lo fanno con un trucco: emettono obbligazioni - che il pubblico non comprerebbe - al solo scopo di consegnarle alla BCE per ottenerne liquidità. In questo modo, di fatto, le banche ispaniche si fanno sostenere dai contribuenti di tutta Europa, specialmente tedeschi, per restare a galla - con un metodo surrettizio e forse illegale. E allora perchè non può fare altrettanto la Grecia, che dovrebbe svalutare del 40%? Magari lo farà, visto il precedente spagnolo: e lo faranno l’Italia e l’Irlanda e l’Islanda. Ma la Germania in piena contrazione, avrà voglia di pagare surrettiziamente col denaro dei suoi contribuenti, il salvataggio di metà dei Paesi europei?
Sarebbe increscioso scoprire che, con questi guai in vista - nè più nè meno che il pericolo di spaccatura della moneta unica europea - la BCE trova il modo di spendere altri miliardi di tutti noi per comprare i BOT di un’America in rovina, che per di più ci vuole rifilare nella NATO anche la Georgia, e con ciò spingerci in rotta di collisione con la Russia.
M. Blondet
30 agosto 2008
Moneta comunale come denaro
Nel processo di avanzamento verso il socialismo, oltre agli
emendamenti richiesti sotto l'aspetto giuridico propriamente detto,
risalta la riforma che regola le attività economiche con la finalità
di creare e sostenere nuove forme di organizzazioni socio produttive
che sorgono nel seno delle comunità.
Nel segno della la Ley Habilitante, la Ley para el Fomento y
Desarrollo de la Economía Popular (LFDEP) pubblicata nella Gaceta
Oficial de la República Bolivariana de Venezuela 5.890 il 31 luglio
2008, ha per oggetto la instaurazione delle modalità e delle forme
associative che potenzieranno il controllo e lo svolgimento delle
attività della economia popolare e la instaurazione di un nuovo
sistema di produzione, trasformazione e distribuzione di saperi, beni
e servizi fra le comunità organizzate nella ricerca dello sviluppo
umano integrale e sostenibile. Tale modello socioproduttivo e le sue
forme di organizzazione popolare sono sostenute dalle relazioni di
produzione solidali della comunità come strumenti per dare impulso
allo sviluppo integrale del paese. Di conseguenza si stimolerà
l'economia popolare sulle basi di progetti sorti dalle comunità
organizzate e dell'interscambio dei saperi, beni e servizi per
l'investimento delle eccedenze nella soddisfazione delle necessità
sociali.
Uno degli strumenti basilari di questo modello socio produttivo è
costituito dalla Moneta Comunale (MC) la quale permetterà e faciliterà
l'interscambio di saperi, beni e servizi nello spazio del Sistema di
Interscambio Solidale (SIS).
Tale monetà sarà regolata dalle norme impartite dalla Banca Centrale
del Venezuela (BCV) ed il suo valore si determinerà dalla equivalenza
con la moneta di corso legale nel territorio nazionale. Questo
significa che in ogni ambito territoriale dove funziona un Gruppo di
Interscambio Solidale (GIS) girerà una moneta particolare, accettata
dai suoi membri come mezzo di interscambio tra loro.
La MC adempirà con le funzioni del denaro come strumento generale di
scambio per il quale si richiede solo l'accettazione dei partecipanti
nel GIS. I membri del GIS potranno interscambiare i propri prodotti
con la MC ed utilizzarli per gli interscambi futuri. La MC permette la
specializzazione di ogni produttore consumatore ed elimina l'uso della
moneta di circolazione legale; riducendo i costi associati ad ogni
transazione. Per tanto, la MC servirà come portatore di valore o
proprietà di denaro conservando il valore nel tempo e nello spazio,
basato sulla fiducia che manterrà lo stesso valore o potere d'acquisto
nel futuro. In questo modo la MC funzionerà come strumento di
pagamento differito, perché permetterà di posporre il pagamento di
debiti ed obbligazioni acquisite nel presente. Come unità di conto la
MC funzionerà come un comune denominatore che esprime il valore di
ogni sapere, bene o servizio, permettendo che questi si equiparino tra
loro, attraverso equivalenza dei prezzi in moneta di corso legale.
Ci si augura che con la incorporazione della comunità organizzata al
SIS l'economia popolare e nazionale si sviluppi in maniera integrale e
solidale. Fino ad una diverso approccio.
di Miguel Cortez
Un paese senza gioia di vivere
Nell’articolo in questione si ironizza velatamente sul fatto che a Genova, per esempio, sia ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra, mentre a Roma non si possa bere o mangiare un sandwich sui gradini di Piazza di Spagna, né tanto meno schiacciare un sonnellino, ed a Lucca si corra il rischio di essere multati fino a 500 euro per avere dato da mangiare ai piccioni. Sottolineando il fatto che i turisti sono sottoposti al rischio di pesanti sanzioni per atteggiamenti che risultano essere normalissimi in tutto il resto del mondo.
L’ironia diventa molto meno velata nel constatare che mentre il governo Berlusconi si fa vanto di essere stato il primo al mondo ad introdurre un ministero della semplificazione finalizzato ad identificare ed eliminare le leggi inutili, il suo ministro dell'Interno Roberto Maroni ha consentito la nascita di migliaia di ordinanze che brillano proprio per la loro inutilità.
Non manca neppure una riflessione di maggiore spessore sul fatto che l’Italia si starebbe trasformando nel più grande stato-babysitter, con i cittadini visti come bambini da controllare accudire e limitare, quasi in ogni ambito del vivere pubblico.
Non occorreva sicuramente il giudizio dell’Indipendent per comprendere che esiste qualcosa di profondamente stonato nel fatto che a Forte dei Marmi non si possa tagliare l’erba del giardino durante il weekend, che a Novara dopo le 11 di sera sia vietato stazionare nei parchi se si è più di 2 persone, che a Capri e Positano sia proibito portare gli zoccoli ai piedi, che a Viareggio un uomo non possa passeggiare a torso nudo ed una donna in bikini, che ad Eboli non si possa baciare la fidanzata all’interno della propria auto, che a Voghera non ci si possa sedere sulle panchine dopo le 23 se si è un gruppo composto da più di 3 persone, che ad Eraclea non si possano costruire castelli di sabbia sulla spiaggia, che ad Olbia sulla spiaggia non si possa fumare, che a Lucca si venga trattati come criminali per avere dato da mangiare ai piccioni.
La sensazione, al di là della metafora dello Stato babysitter citata dal giornale britannico, e dei giudizi sul governo Berlusconi che non può essere ritenuto l’unico responsabile dal momento che i sindaci artefici delle ordinanze appartengono a partiti di ogni colore, è quella di uno Stato che persegue sempre più la limitazione delle libertà individuali in maniera spesso schizofrenica e dispotica, trattando i cittadini alla stregua di decerebrati che presto finiranno per ritrovarsi in una selva dove tutto ciò che non è vietato risulta essere obbligatorio. Oltretutto con l’aggravante di avere creato centinaia di “città stato” in ognuna delle quali i divieti e gli obblighi risulteranno differenti per uno stuolo di “cittadini sudditi” sempre più confusi e disorientati dal senso di colpa che anche quando passeggeranno in un parco o siederanno su una panchina saranno costretti a domandarsi se stanno facendo qualcosa di male. Città stato nelle quali oltre all’aria verrà drammaticamente a mancare anche la gioia di vivere, sempre che un’ordinanza non abbia già provveduto preventivamente a vietare anche il sorriso.
M. Cedolin
18 agosto 2008
La BCE sostiene il dollaro a nostre spese
Queste argomentazioni provano che Dollaro e Euro sono due facce della stessa medaglia.
Entrambi sono strumenti manovrati dalla finanza internazionale.
Cosa possiamo fare noi? E' una domanda che mi pongo spesso ...
Mentre Bush persegue la sua mega-politica imperiale, l’economia USA, letteralmente, fonde come un gelato a ferragosto. I pignoramenti di case sono saliti del 55% a luglio rispetto a un anno fa; ciò significa che una famiglia su 464 ha ricevuto notizia di insolvenza, o ha visto mettere all’asta la sua casa, o se l’è vista prendere dalla banca creditrice (1).
Con punte tragiche in certe zone: in un’area metropolitana della Florida, Cape Coral-Fort Myers, una famiglia su 64 ha perso o sta perdendo la casa; in California, una famiglia ogni 186; in Nevada, una ogni 106. Le banche si trovano con almeno 750 mila unità immobiliari sequestrate, che non riescono a vendere nemmeno a prezzi drasticamente calanti. Eppure, il peggio deve ancora avvenire.
Circa un milione e mezzo di famiglie (per lo più in California) sono incatenate ad un tipo di mutuo variabile più velenoso dei sub-prime. Si chiama «Option ARM» (Adjustable Rate Mortgage), perchè i debitori hanno scelto di pagare le prime rate ad un tasso addirittura inferiore al mero interesse (cioè senza la quota di restituzione del capitale), mentre la quota non pagata si aggiunge al prestito originale, fino a quando raggiunge un certo ammontare (tra il 110 e il 125% del prestito d’origine); a quel punto il mutuo viene «riformulato» (recast) e il debitore deve pagare un rateo aumentato, di colpo, del 60-80%.
Ciò poteva ancora andare quando i prezzi immobiliari salivano; oggi, coi prezzi calanti, è un nodo scorsoio strangolatore (2). I proprietari si trovano a pagare enormemente di più del valore attuale della casa. E ovviamente non pagheranno, preferendo abbandonare l’immobile e rendersi introvabili. Ciò sta anzi già avvenendo; ma il grosso delle «riformulazioni» avverrà fra ottobre e marzo 2009. Con relative insolvenze a catena, e conseguenze esplosive per le banche creditrici.
Perchè il mercato delle opzioni ARM vale 400 miliardi di dollari, la metà della bolla dei subprime (1 trilione), ma colpirà un sistema bancario già alle corde. La linea di credito di emergenza aperta per Fannie Mae e Freddie Mac, le «assicuratrici» semi-statali dei mutui, è di 800 miliardi, e verrà dunque rapidamente risucchiata dagli ARM; peggio ancora, le opzioni ARM, coriandolizzate e confezionate, sono sparse in fondi di ogni genere, e su di esse è stato creato un business di derivati da trilioni di dollari, che dunque è minacciato di implosione, tale da gettare le banche nell’abisso.
Ciò pone la domanda: come mai, in quessta situazione fallimentare, il dollaro si è apprezzato sull’euro? Banche e imprese denunciano perdite colossali, i bilanci degli Stati sono in rosso profondo, la disoccupazione aumenta, e in questa rovina il dollaro risale.
La risposta viene da James Turk, analista e fondatore di Gold Money: «Le Banche Centrali sono intervenute a sostenere il dollaro, e ne posso dare la prova. Quando le Banche Centrali intervengono sui mercati valutari, comprano dollari con le loro valute; poi usano i dollari per comprare titoli di debito di Stato USA, per lucrare un interesse. Questi titoli di debito acquisiti dalle Banche Centrali sono conservati in custodia presso la Federal Reserve, e questa ne riporta l’ammontare ogni settimana. Ebbene: al 16 luglio 2008, la Federal Reserve riportava di detenere 2.349 miliardi di dollari (2,35 trilioni) in Buoni del Tesoro custoditi per conto di stranieri. Tre settimane dopo, i titoli in custodia erano più di 2,4 trilioni. Il che, in un anno, fa una crescita del 38,4%. Dunque le Banche Centrali accumulano dollari ad un ritmo mai visto, ingiustificato rispetto al deficit commerciale americano. La conclusione logica è che stanno sostenendo il dollaro, per impedirgli di precipitare. Provocando un rialzo, non troppo difficile da ottenere visto l’effetto-leva usato dei fondi hedge».
Il calo del barile e dell’oro è stato, con ogni probabilità, manipolato al ribasso allo stesso modo. E’ chiaramente all’opera il cosiddetto «Plunge Protection Team», il semisegreto gruppo di finanzieri (ufficialmente si chiama President’s Working Group on Financial Markets) allestito appunto per manipolare i cambi e i corsi onde contenere, o almeno ritardare, una catastrofe, a forza di effetti-leva (3).
Ellen Brown, un’avvocatessa civilista che studia i trucchi finanziari (il suo ultimo saggio ha per titolo «The Web of Debt», la rete del debito) sospetta addirittura che il conflitto in Georgia possa essere stato scatenato per distrarre dalla enorme crisi che incombe. E ricorda il film «Wag the dog» (in italiano «Sesso e potere»), il film del ‘97 in cui un consigliere della Casa Bianca (Robert De Niro) contatta un produttore di fiction tv (Dustin Hoffman) e gli dice: «C’è una crisi alla Casa Bianca, e per salvare le elezioni bisogna fingere una guerra» (4). Il presidente USA nel film è travolto da uno scandalo sessuale, e per salvarlo si finge una guerra contro... l’Albania, naturalmente tutta inventata, e resa nei TG a forza di effetti speciali elettronici.
Ohimè, il conflitto georgiano è una realtà. Anche se forse non a caso Saakashvili ha attaccato l’Ossezia il 7 agosto, il giorno in cui la FED ha pubblicato i dati sugli inauditi volumi di acquisti di BOT americani da parte delle Banche Centrali. Ma su questo ultimo punto bisogna concentrarsi.
«Quali» Banche Centrali stanno dilapidando miliardi per sostenere il dollaro? Se tra queste c’è la Banca Centrale Europea, com’è probabile, bisogna concludere quanto segue: la BCE, con il suo tasso primario rialzato fino al 4,25%, ha mandato l’economia europea in recessione - e però aiuta gli americani, non gli europei. La scelta di mantenere l’euro fortissimo, di restrizione del credito (denaro caro), e per conseguenza di minori esportazioni, sta provocando la contrazione dell’area europea, dello 0,2% in complesso, ma con drammatiche situazioni secondo i paesi (5).
La Spagna è in situazione di emergenza, tanto da costringere Zapatero a stanziare d’urgenza 20 miliardi di euro per lavori pubblici, tagli fiscali e sostegno ai mutui - tipici rimedi anti-ciclici. L’Italia e la Francia hanno visto contrarre le loro economie dell’ 0,3% nel trimestre; la Germania si è contratta ancora di più (0,5%), perchè più industrializzata e più esportatrice. L’Islanda è ormai in recessione, ossia crescita negativa, di un inquietante 3,7%. In crescita negativa sono anche Irlanda, Danimarca, Lituania ed Estonia, mentre rallentano drammaticamente l’Olanda e la Svezia.
Insomma tutta la zona euro è in recessione per la politica di «denaro scarso e caro» instaurata dalla BCE; sarebbe irritante apprendere che il denaro, reso così scarso in Europa, la BCE l’ha trovato (o stampato) in abbondanza per comprare BOT americani, ossia del Paese più indebitato del mondo.
La caduta della Germania, comparativamente più rapida, ha allarmato la Confindustria tedesca (BDI), che ora sarebbe favorevole ad un abbassamento dei tassi. Ma il delegato tedesco alla BCE, Axel Weber, fa il sordo e resiste: «La fiducia espressa da alcuni osservatori, che la crescita economica indebolita stia raffreddando l’inflazione, è secondo me prematura», ha detto. Traduzione: la BCE ci sta portando deliberatamente in una recessione per scongiurare la spirale inflazionistica prezzi-salari. La BCE è convinta che ci sia un’inflazione da eccesso di moneta. Quella moneta che ci fa mancare.
Invece sì, l’inflazione c’è (ufficialmente del 4,1%), ma essa dipende dai rincari mondiali del petrolio e degli alimentari, su cui le manovre della BCE non hanno alcun potere. Ma se si tolgono dal calcolo greggio e alimentari (la misura si chiama «core inflation») si vede che la pretesa inflazione è già divenuta deflazione: i prezzi d’altro genere sono infatti diminuiti dell’1,8% rispetto all’anno scorso. A soffrire di più sono ovviamente i salari, il cui potere d’acquisto è stato brutalmente accorciato. D’altra parte, l’obbligo europeo di limitare il deficit al 3% del PIL impedisce ai governi di attutire la recessione con un aumento della spesa pubblica; anzi, l’Italia deve stringere i cordoni in piena recessione (infatti le tasse non vengono tagliate, nonostante le promesse, e i consumi non vengono stimolati da iniezioni di potere d’acquisto ai salariati e pensionati). Il nodo scorsoio si stringe.
La Spagna, come abbiamo visto, s’è infischiata dell’imperativo di limitare il deficit a 3%, ed ha varato il pacchetto d’emergenza con 20 miliardi di spesa pubblica aggiuntiva: ma non solo ha un debito pubblico inferiore a quello italiano, la sua crisi - essenzialmente lo scoppio della bolla immobiliare - è più grave. Se avesse ancora la propria moneta, dovrebbe svalutarla del 30% per riportare a galla la sua economia. Avendo l’euro, non può farlo perchè la Germania e la BCE non voglione deprezzare l’euro. Le banche spagnole più esposte al crollo immobiliare (la Spagna ha oggi 800 mila appartamenti di troppo) si fanno prestare i soldi dalla BCE, almeno 49,4 miliardi di euro.
Lo fanno con un trucco: emettono obbligazioni - che il pubblico non comprerebbe - al solo scopo di consegnarle alla BCE per ottenerne liquidità. In questo modo, di fatto, le banche ispaniche si fanno sostenere dai contribuenti di tutta Europa, specialmente tedeschi, per restare a galla - con un metodo surrettizio e forse illegale. E allora perchè non può fare altrettanto la Grecia, che dovrebbe svalutare del 40%? Magari lo farà, visto il precedente spagnolo: e lo faranno l’Italia e l’Irlanda e l’Islanda. Ma la Germania in piena contrazione, avrà voglia di pagare surrettiziamente col denaro dei suoi contribuenti, il salvataggio di metà dei Paesi europei?
Sarebbe increscioso scoprire che, con questi guai in vista - nè più nè meno che il pericolo di spaccatura della moneta unica europea - la BCE trova il modo di spendere altri miliardi di tutti noi per comprare i BOT di un’America in rovina, che per di più ci vuole rifilare nella NATO anche la Georgia, e con ciò spingerci in rotta di collisione con la Russia.
M. Blondet