30 agosto 2008

Un paese senza gioia di vivere

Il ginepraio di divieti, obblighi, regole e relative sanzioni ingenerato dalle ordinanze spesso singolari e ridicole di molti sindaci del nostro Paese che aspirano a ritagliarsi un posto al sole, sta iniziando ad incuriosire anche la stampa estera al punto che perfino l’autorevole giornale britannico Indipendent ha dedicato alla questione un lungo articolo dal titolo “Turisti attenti: se una cosa è divertente, l'Italia ha una legge che la vieta”.

Nell’articolo in questione si ironizza velatamente sul fatto che a Genova, per esempio, sia ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra, mentre a Roma non si possa bere o mangiare un sandwich sui gradini di Piazza di Spagna, né tanto meno schiacciare un sonnellino, ed a Lucca si corra il rischio di essere multati fino a 500 euro per avere dato da mangiare ai piccioni. Sottolineando il fatto che i turisti sono sottoposti al rischio di pesanti sanzioni per atteggiamenti che risultano essere normalissimi in tutto il resto del mondo.


L’ironia diventa molto meno velata nel constatare che mentre il governo Berlusconi si fa vanto di essere stato il primo al mondo ad introdurre un ministero della semplificazione finalizzato ad identificare ed eliminare le leggi inutili, il suo ministro dell'Interno Roberto Maroni ha consentito la nascita di migliaia di ordinanze che brillano proprio per la loro inutilità.


Non manca neppure una riflessione di maggiore spessore sul fatto che l’Italia si starebbe trasformando nel più grande stato-babysitter, con i cittadini visti come bambini da controllare accudire e limitare, quasi in ogni ambito del vivere pubblico.


Non occorreva sicuramente il giudizio dell’Indipendent per comprendere che esiste qualcosa di profondamente stonato nel fatto che a Forte dei Marmi non si possa tagliare l’erba del giardino durante il weekend, che a Novara dopo le 11 di sera sia vietato stazionare nei parchi se si è più di 2 persone, che a Capri e Positano sia proibito portare gli zoccoli ai piedi, che a Viareggio un uomo non possa passeggiare a torso nudo ed una donna in bikini, che ad Eboli non si possa baciare la fidanzata all’interno della propria auto, che a Voghera non ci si possa sedere sulle panchine dopo le 23 se si è un gruppo composto da più di 3 persone, che ad Eraclea non si possano costruire castelli di sabbia sulla spiaggia, che ad Olbia sulla spiaggia non si possa fumare, che a Lucca si venga trattati come criminali per avere dato da mangiare ai piccioni.


La sensazione, al di là della metafora dello Stato babysitter citata dal giornale britannico, e dei giudizi sul governo Berlusconi che non può essere ritenuto l’unico responsabile dal momento che i sindaci artefici delle ordinanze appartengono a partiti di ogni colore, è quella di uno Stato che persegue sempre più la limitazione delle libertà individuali in maniera spesso schizofrenica e dispotica, trattando i cittadini alla stregua di decerebrati che presto finiranno per ritrovarsi in una selva dove tutto ciò che non è vietato risulta essere obbligatorio. Oltretutto con l’aggravante di avere creato centinaia di “città stato” in ognuna delle quali i divieti e gli obblighi risulteranno differenti per uno stuolo di “cittadini sudditi” sempre più confusi e disorientati dal senso di colpa che anche quando passeggeranno in un parco o siederanno su una panchina saranno costretti a domandarsi se stanno facendo qualcosa di male. Città stato nelle quali oltre all’aria verrà drammaticamente a mancare anche la gioia di vivere, sempre che un’ordinanza non abbia già provveduto preventivamente a vietare anche il sorriso.



M. Cedolin

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30 agosto 2008

Un paese senza gioia di vivere

Il ginepraio di divieti, obblighi, regole e relative sanzioni ingenerato dalle ordinanze spesso singolari e ridicole di molti sindaci del nostro Paese che aspirano a ritagliarsi un posto al sole, sta iniziando ad incuriosire anche la stampa estera al punto che perfino l’autorevole giornale britannico Indipendent ha dedicato alla questione un lungo articolo dal titolo “Turisti attenti: se una cosa è divertente, l'Italia ha una legge che la vieta”.

Nell’articolo in questione si ironizza velatamente sul fatto che a Genova, per esempio, sia ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra, mentre a Roma non si possa bere o mangiare un sandwich sui gradini di Piazza di Spagna, né tanto meno schiacciare un sonnellino, ed a Lucca si corra il rischio di essere multati fino a 500 euro per avere dato da mangiare ai piccioni. Sottolineando il fatto che i turisti sono sottoposti al rischio di pesanti sanzioni per atteggiamenti che risultano essere normalissimi in tutto il resto del mondo.


L’ironia diventa molto meno velata nel constatare che mentre il governo Berlusconi si fa vanto di essere stato il primo al mondo ad introdurre un ministero della semplificazione finalizzato ad identificare ed eliminare le leggi inutili, il suo ministro dell'Interno Roberto Maroni ha consentito la nascita di migliaia di ordinanze che brillano proprio per la loro inutilità.


Non manca neppure una riflessione di maggiore spessore sul fatto che l’Italia si starebbe trasformando nel più grande stato-babysitter, con i cittadini visti come bambini da controllare accudire e limitare, quasi in ogni ambito del vivere pubblico.


Non occorreva sicuramente il giudizio dell’Indipendent per comprendere che esiste qualcosa di profondamente stonato nel fatto che a Forte dei Marmi non si possa tagliare l’erba del giardino durante il weekend, che a Novara dopo le 11 di sera sia vietato stazionare nei parchi se si è più di 2 persone, che a Capri e Positano sia proibito portare gli zoccoli ai piedi, che a Viareggio un uomo non possa passeggiare a torso nudo ed una donna in bikini, che ad Eboli non si possa baciare la fidanzata all’interno della propria auto, che a Voghera non ci si possa sedere sulle panchine dopo le 23 se si è un gruppo composto da più di 3 persone, che ad Eraclea non si possano costruire castelli di sabbia sulla spiaggia, che ad Olbia sulla spiaggia non si possa fumare, che a Lucca si venga trattati come criminali per avere dato da mangiare ai piccioni.


La sensazione, al di là della metafora dello Stato babysitter citata dal giornale britannico, e dei giudizi sul governo Berlusconi che non può essere ritenuto l’unico responsabile dal momento che i sindaci artefici delle ordinanze appartengono a partiti di ogni colore, è quella di uno Stato che persegue sempre più la limitazione delle libertà individuali in maniera spesso schizofrenica e dispotica, trattando i cittadini alla stregua di decerebrati che presto finiranno per ritrovarsi in una selva dove tutto ciò che non è vietato risulta essere obbligatorio. Oltretutto con l’aggravante di avere creato centinaia di “città stato” in ognuna delle quali i divieti e gli obblighi risulteranno differenti per uno stuolo di “cittadini sudditi” sempre più confusi e disorientati dal senso di colpa che anche quando passeggeranno in un parco o siederanno su una panchina saranno costretti a domandarsi se stanno facendo qualcosa di male. Città stato nelle quali oltre all’aria verrà drammaticamente a mancare anche la gioia di vivere, sempre che un’ordinanza non abbia già provveduto preventivamente a vietare anche il sorriso.



M. Cedolin

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