18 agosto 2008
La BCE sostiene il dollaro a nostre spese
Queste argomentazioni provano che Dollaro e Euro sono due facce della stessa medaglia.
Entrambi sono strumenti manovrati dalla finanza internazionale.
Cosa possiamo fare noi? E' una domanda che mi pongo spesso ...
Mentre Bush persegue la sua mega-politica imperiale, l’economia USA, letteralmente, fonde come un gelato a ferragosto. I pignoramenti di case sono saliti del 55% a luglio rispetto a un anno fa; ciò significa che una famiglia su 464 ha ricevuto notizia di insolvenza, o ha visto mettere all’asta la sua casa, o se l’è vista prendere dalla banca creditrice (1).
Con punte tragiche in certe zone: in un’area metropolitana della Florida, Cape Coral-Fort Myers, una famiglia su 64 ha perso o sta perdendo la casa; in California, una famiglia ogni 186; in Nevada, una ogni 106. Le banche si trovano con almeno 750 mila unità immobiliari sequestrate, che non riescono a vendere nemmeno a prezzi drasticamente calanti. Eppure, il peggio deve ancora avvenire.
Circa un milione e mezzo di famiglie (per lo più in California) sono incatenate ad un tipo di mutuo variabile più velenoso dei sub-prime. Si chiama «Option ARM» (Adjustable Rate Mortgage), perchè i debitori hanno scelto di pagare le prime rate ad un tasso addirittura inferiore al mero interesse (cioè senza la quota di restituzione del capitale), mentre la quota non pagata si aggiunge al prestito originale, fino a quando raggiunge un certo ammontare (tra il 110 e il 125% del prestito d’origine); a quel punto il mutuo viene «riformulato» (recast) e il debitore deve pagare un rateo aumentato, di colpo, del 60-80%.
Ciò poteva ancora andare quando i prezzi immobiliari salivano; oggi, coi prezzi calanti, è un nodo scorsoio strangolatore (2). I proprietari si trovano a pagare enormemente di più del valore attuale della casa. E ovviamente non pagheranno, preferendo abbandonare l’immobile e rendersi introvabili. Ciò sta anzi già avvenendo; ma il grosso delle «riformulazioni» avverrà fra ottobre e marzo 2009. Con relative insolvenze a catena, e conseguenze esplosive per le banche creditrici.
Perchè il mercato delle opzioni ARM vale 400 miliardi di dollari, la metà della bolla dei subprime (1 trilione), ma colpirà un sistema bancario già alle corde. La linea di credito di emergenza aperta per Fannie Mae e Freddie Mac, le «assicuratrici» semi-statali dei mutui, è di 800 miliardi, e verrà dunque rapidamente risucchiata dagli ARM; peggio ancora, le opzioni ARM, coriandolizzate e confezionate, sono sparse in fondi di ogni genere, e su di esse è stato creato un business di derivati da trilioni di dollari, che dunque è minacciato di implosione, tale da gettare le banche nell’abisso.
Ciò pone la domanda: come mai, in quessta situazione fallimentare, il dollaro si è apprezzato sull’euro? Banche e imprese denunciano perdite colossali, i bilanci degli Stati sono in rosso profondo, la disoccupazione aumenta, e in questa rovina il dollaro risale.
La risposta viene da James Turk, analista e fondatore di Gold Money: «Le Banche Centrali sono intervenute a sostenere il dollaro, e ne posso dare la prova. Quando le Banche Centrali intervengono sui mercati valutari, comprano dollari con le loro valute; poi usano i dollari per comprare titoli di debito di Stato USA, per lucrare un interesse. Questi titoli di debito acquisiti dalle Banche Centrali sono conservati in custodia presso la Federal Reserve, e questa ne riporta l’ammontare ogni settimana. Ebbene: al 16 luglio 2008, la Federal Reserve riportava di detenere 2.349 miliardi di dollari (2,35 trilioni) in Buoni del Tesoro custoditi per conto di stranieri. Tre settimane dopo, i titoli in custodia erano più di 2,4 trilioni. Il che, in un anno, fa una crescita del 38,4%. Dunque le Banche Centrali accumulano dollari ad un ritmo mai visto, ingiustificato rispetto al deficit commerciale americano. La conclusione logica è che stanno sostenendo il dollaro, per impedirgli di precipitare. Provocando un rialzo, non troppo difficile da ottenere visto l’effetto-leva usato dei fondi hedge».
Il calo del barile e dell’oro è stato, con ogni probabilità, manipolato al ribasso allo stesso modo. E’ chiaramente all’opera il cosiddetto «Plunge Protection Team», il semisegreto gruppo di finanzieri (ufficialmente si chiama President’s Working Group on Financial Markets) allestito appunto per manipolare i cambi e i corsi onde contenere, o almeno ritardare, una catastrofe, a forza di effetti-leva (3).
Ellen Brown, un’avvocatessa civilista che studia i trucchi finanziari (il suo ultimo saggio ha per titolo «The Web of Debt», la rete del debito) sospetta addirittura che il conflitto in Georgia possa essere stato scatenato per distrarre dalla enorme crisi che incombe. E ricorda il film «Wag the dog» (in italiano «Sesso e potere»), il film del ‘97 in cui un consigliere della Casa Bianca (Robert De Niro) contatta un produttore di fiction tv (Dustin Hoffman) e gli dice: «C’è una crisi alla Casa Bianca, e per salvare le elezioni bisogna fingere una guerra» (4). Il presidente USA nel film è travolto da uno scandalo sessuale, e per salvarlo si finge una guerra contro... l’Albania, naturalmente tutta inventata, e resa nei TG a forza di effetti speciali elettronici.
Ohimè, il conflitto georgiano è una realtà. Anche se forse non a caso Saakashvili ha attaccato l’Ossezia il 7 agosto, il giorno in cui la FED ha pubblicato i dati sugli inauditi volumi di acquisti di BOT americani da parte delle Banche Centrali. Ma su questo ultimo punto bisogna concentrarsi.
«Quali» Banche Centrali stanno dilapidando miliardi per sostenere il dollaro? Se tra queste c’è la Banca Centrale Europea, com’è probabile, bisogna concludere quanto segue: la BCE, con il suo tasso primario rialzato fino al 4,25%, ha mandato l’economia europea in recessione - e però aiuta gli americani, non gli europei. La scelta di mantenere l’euro fortissimo, di restrizione del credito (denaro caro), e per conseguenza di minori esportazioni, sta provocando la contrazione dell’area europea, dello 0,2% in complesso, ma con drammatiche situazioni secondo i paesi (5).
La Spagna è in situazione di emergenza, tanto da costringere Zapatero a stanziare d’urgenza 20 miliardi di euro per lavori pubblici, tagli fiscali e sostegno ai mutui - tipici rimedi anti-ciclici. L’Italia e la Francia hanno visto contrarre le loro economie dell’ 0,3% nel trimestre; la Germania si è contratta ancora di più (0,5%), perchè più industrializzata e più esportatrice. L’Islanda è ormai in recessione, ossia crescita negativa, di un inquietante 3,7%. In crescita negativa sono anche Irlanda, Danimarca, Lituania ed Estonia, mentre rallentano drammaticamente l’Olanda e la Svezia.
Insomma tutta la zona euro è in recessione per la politica di «denaro scarso e caro» instaurata dalla BCE; sarebbe irritante apprendere che il denaro, reso così scarso in Europa, la BCE l’ha trovato (o stampato) in abbondanza per comprare BOT americani, ossia del Paese più indebitato del mondo.
La caduta della Germania, comparativamente più rapida, ha allarmato la Confindustria tedesca (BDI), che ora sarebbe favorevole ad un abbassamento dei tassi. Ma il delegato tedesco alla BCE, Axel Weber, fa il sordo e resiste: «La fiducia espressa da alcuni osservatori, che la crescita economica indebolita stia raffreddando l’inflazione, è secondo me prematura», ha detto. Traduzione: la BCE ci sta portando deliberatamente in una recessione per scongiurare la spirale inflazionistica prezzi-salari. La BCE è convinta che ci sia un’inflazione da eccesso di moneta. Quella moneta che ci fa mancare.
Invece sì, l’inflazione c’è (ufficialmente del 4,1%), ma essa dipende dai rincari mondiali del petrolio e degli alimentari, su cui le manovre della BCE non hanno alcun potere. Ma se si tolgono dal calcolo greggio e alimentari (la misura si chiama «core inflation») si vede che la pretesa inflazione è già divenuta deflazione: i prezzi d’altro genere sono infatti diminuiti dell’1,8% rispetto all’anno scorso. A soffrire di più sono ovviamente i salari, il cui potere d’acquisto è stato brutalmente accorciato. D’altra parte, l’obbligo europeo di limitare il deficit al 3% del PIL impedisce ai governi di attutire la recessione con un aumento della spesa pubblica; anzi, l’Italia deve stringere i cordoni in piena recessione (infatti le tasse non vengono tagliate, nonostante le promesse, e i consumi non vengono stimolati da iniezioni di potere d’acquisto ai salariati e pensionati). Il nodo scorsoio si stringe.
La Spagna, come abbiamo visto, s’è infischiata dell’imperativo di limitare il deficit a 3%, ed ha varato il pacchetto d’emergenza con 20 miliardi di spesa pubblica aggiuntiva: ma non solo ha un debito pubblico inferiore a quello italiano, la sua crisi - essenzialmente lo scoppio della bolla immobiliare - è più grave. Se avesse ancora la propria moneta, dovrebbe svalutarla del 30% per riportare a galla la sua economia. Avendo l’euro, non può farlo perchè la Germania e la BCE non voglione deprezzare l’euro. Le banche spagnole più esposte al crollo immobiliare (la Spagna ha oggi 800 mila appartamenti di troppo) si fanno prestare i soldi dalla BCE, almeno 49,4 miliardi di euro.
Lo fanno con un trucco: emettono obbligazioni - che il pubblico non comprerebbe - al solo scopo di consegnarle alla BCE per ottenerne liquidità. In questo modo, di fatto, le banche ispaniche si fanno sostenere dai contribuenti di tutta Europa, specialmente tedeschi, per restare a galla - con un metodo surrettizio e forse illegale. E allora perchè non può fare altrettanto la Grecia, che dovrebbe svalutare del 40%? Magari lo farà, visto il precedente spagnolo: e lo faranno l’Italia e l’Irlanda e l’Islanda. Ma la Germania in piena contrazione, avrà voglia di pagare surrettiziamente col denaro dei suoi contribuenti, il salvataggio di metà dei Paesi europei?
Sarebbe increscioso scoprire che, con questi guai in vista - nè più nè meno che il pericolo di spaccatura della moneta unica europea - la BCE trova il modo di spendere altri miliardi di tutti noi per comprare i BOT di un’America in rovina, che per di più ci vuole rifilare nella NATO anche la Georgia, e con ciò spingerci in rotta di collisione con la Russia.
M. Blondet
La sai l'ultima? L'Iran minaccia il mondo
Qualche volta cerco di entrare nella testa di un ragazzo di 14 o 15 anni, che
trova un giornale aperto sul tavolo e vede a tutta pagina un titolo come quello
di oggi 7 agosto sul Corriere della Sera che recita: “L’IRAN minaccia Israele e
il mondo –Nessuna opzione esclusa per fermarlo” .
E’ facile che questo ragazzo si fermi solo al titolo e il martello
compressore della disinformazione dell’editoria privata, cioè “libera” gli darà
altre occasione di vedere titoli simili e le sue convinzioni si faranno sempre
più forti. La immensa forza della stampa privata, cioè del 90% di quella
circolante, sta nel ripetere bugie fino a farle diventare verità, e nel
praticare l’omissione scientifica di notizie imbarazzanti o sgradite ai suoi
padroni.
Se il nostro ipotetico ragazzo leggesse l’articolo, scoprirebbe che le parole
del titolo sono del ministro della difesa israeliano Barak in una intervista
del “giornalista” Davide Frattini che gli fa domande di comodo, e la cosa
sembra ambientata a Fontana di Trevi, dove Totò e Nino Taranto sono i compari
che devono confezionare il “pacco” per vendere la Fontana al credulone di
passaggio.
Nessuna domandina semplice semplice sul perché l’Iran non dovrebbe
considerare una minaccia l’arsenale nucleare israeliano e quindi avrebbe il
diritto di mettersi sullo stesso livello di questa minaccia, già esistente e
pesante nei rapporti di forza fra i due paesi, nessuna domandina sul perché
Israele ha diritto ad esistere e non la Palestina, nessuna domanda sull’
affermazione che l’Iran minaccia il mondo, senza avere ancora gli strumenti per
rendere credibile e possibile questa minaccia, nessun riferimento alla
tracotanza americana che per bocca della Clinton ha minacciato di vaporizzare”
l’Iran se attaccherà Israele. E perché quando Israele uccide palestinesi si
parla di operazione militare, e quando i palestinesi uccidono israeliani è
“terrorismo”.
E magari ricordare ai lettori che questo attacco all’Iran è cominciato per
mano americana dopo la rivoluzione komeinista del 1979, che sottrasse il paese
alla egemonia Usa, e per vendicare questo affronto gli americani armarono e
spinsero il loro complice dittatore Saddam Hussein, facendogli fare una inutile
guerra contro l’Iran con un milione di morti, guerra per procura perché
ambivano a mettere le mani sul 40% del petrolio mondiale.
E ricordare che questa operazione sporca fu decisa da Bush padre, petroliere
di passaggio alla Casa Bianca, e che da qui nacquero tutti i successivi
interventi nell’area con le varie guerre del Golfo, fino alla attuale
aggressione all’Iraq di Bush figlio, che complessivamente sono costate un altro
milione di morti, sempre da attribuire alle iniziative Usa.
Sono 30 anni di guerre, prepotenze, sangue, torture, distruzioni, grazie alla
politica egemonica di Usa e Israele, che oggi si sentono “minacciati” dall’Iran
e cercano in Occidente complici per creare una psicosi a favore di un attacco
preventivo anche all’Iran.
Questo sproposito, di far passare coloro che sono minacciati concretamente di
guerra preventiva per coloro che minacciano il mondo, è possibile solo per l’
asservimento dei media che appoggiano massicciamente questa politica, anche se
l’Europa ne è pesantemente danneggiata, e ci fa capire il devastante potere di
avere in mano giornali e televisioni che fabbricano “verità” come quella dell’
Iran che minaccia il mondo.
Karadzic, responsabile della morte di 10.000 musulmani è in galera all’Aia a
disposizione del Tribunale Internazionale. Bush padre e figlio sono
responsabili di due milioni di morti musulmani e sono a piede libero.
di Paolo De Gregorio
I falsi scoop della Reuters sull’Ossezia
Guardate bene queste foto dell’agenzia Reuters, che mostrano alcune “vittime dei bombardamenti russi”.
In realtà, il ragazzo “morto” nella prima foto, è lo stesso ragazzo che il padre amoroso abbraccia gridando e piangendo nella seconda foto.
Questo padre amoroso è lo stesso personaggio che appare nella prima foto in camicia nera. S’è tolto la camicia per il secondo ciak.
Lo stesso padre amoroso appare in solitario mentre continua a gridare fra le maceria. S’è cambiato un’altra volta. Adesso ha una T-shirt sotto la camicia nera di prima.
Tutto falso, da teatro di posa.
by effedieffe
In realtà, il ragazzo “morto” nella prima foto, è lo stesso ragazzo che il padre amoroso abbraccia gridando e piangendo nella seconda foto.
Questo padre amoroso è lo stesso personaggio che appare nella prima foto in camicia nera. S’è tolto la camicia per il secondo ciak.
Lo stesso padre amoroso appare in solitario mentre continua a gridare fra le maceria. S’è cambiato un’altra volta. Adesso ha una T-shirt sotto la camicia nera di prima.
Tutto falso, da teatro di posa.
by effedieffe
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18 agosto 2008
La BCE sostiene il dollaro a nostre spese
Queste argomentazioni provano che Dollaro e Euro sono due facce della stessa medaglia.
Entrambi sono strumenti manovrati dalla finanza internazionale.
Cosa possiamo fare noi? E' una domanda che mi pongo spesso ...
Mentre Bush persegue la sua mega-politica imperiale, l’economia USA, letteralmente, fonde come un gelato a ferragosto. I pignoramenti di case sono saliti del 55% a luglio rispetto a un anno fa; ciò significa che una famiglia su 464 ha ricevuto notizia di insolvenza, o ha visto mettere all’asta la sua casa, o se l’è vista prendere dalla banca creditrice (1).
Con punte tragiche in certe zone: in un’area metropolitana della Florida, Cape Coral-Fort Myers, una famiglia su 64 ha perso o sta perdendo la casa; in California, una famiglia ogni 186; in Nevada, una ogni 106. Le banche si trovano con almeno 750 mila unità immobiliari sequestrate, che non riescono a vendere nemmeno a prezzi drasticamente calanti. Eppure, il peggio deve ancora avvenire.
Circa un milione e mezzo di famiglie (per lo più in California) sono incatenate ad un tipo di mutuo variabile più velenoso dei sub-prime. Si chiama «Option ARM» (Adjustable Rate Mortgage), perchè i debitori hanno scelto di pagare le prime rate ad un tasso addirittura inferiore al mero interesse (cioè senza la quota di restituzione del capitale), mentre la quota non pagata si aggiunge al prestito originale, fino a quando raggiunge un certo ammontare (tra il 110 e il 125% del prestito d’origine); a quel punto il mutuo viene «riformulato» (recast) e il debitore deve pagare un rateo aumentato, di colpo, del 60-80%.
Ciò poteva ancora andare quando i prezzi immobiliari salivano; oggi, coi prezzi calanti, è un nodo scorsoio strangolatore (2). I proprietari si trovano a pagare enormemente di più del valore attuale della casa. E ovviamente non pagheranno, preferendo abbandonare l’immobile e rendersi introvabili. Ciò sta anzi già avvenendo; ma il grosso delle «riformulazioni» avverrà fra ottobre e marzo 2009. Con relative insolvenze a catena, e conseguenze esplosive per le banche creditrici.
Perchè il mercato delle opzioni ARM vale 400 miliardi di dollari, la metà della bolla dei subprime (1 trilione), ma colpirà un sistema bancario già alle corde. La linea di credito di emergenza aperta per Fannie Mae e Freddie Mac, le «assicuratrici» semi-statali dei mutui, è di 800 miliardi, e verrà dunque rapidamente risucchiata dagli ARM; peggio ancora, le opzioni ARM, coriandolizzate e confezionate, sono sparse in fondi di ogni genere, e su di esse è stato creato un business di derivati da trilioni di dollari, che dunque è minacciato di implosione, tale da gettare le banche nell’abisso.
Ciò pone la domanda: come mai, in quessta situazione fallimentare, il dollaro si è apprezzato sull’euro? Banche e imprese denunciano perdite colossali, i bilanci degli Stati sono in rosso profondo, la disoccupazione aumenta, e in questa rovina il dollaro risale.
La risposta viene da James Turk, analista e fondatore di Gold Money: «Le Banche Centrali sono intervenute a sostenere il dollaro, e ne posso dare la prova. Quando le Banche Centrali intervengono sui mercati valutari, comprano dollari con le loro valute; poi usano i dollari per comprare titoli di debito di Stato USA, per lucrare un interesse. Questi titoli di debito acquisiti dalle Banche Centrali sono conservati in custodia presso la Federal Reserve, e questa ne riporta l’ammontare ogni settimana. Ebbene: al 16 luglio 2008, la Federal Reserve riportava di detenere 2.349 miliardi di dollari (2,35 trilioni) in Buoni del Tesoro custoditi per conto di stranieri. Tre settimane dopo, i titoli in custodia erano più di 2,4 trilioni. Il che, in un anno, fa una crescita del 38,4%. Dunque le Banche Centrali accumulano dollari ad un ritmo mai visto, ingiustificato rispetto al deficit commerciale americano. La conclusione logica è che stanno sostenendo il dollaro, per impedirgli di precipitare. Provocando un rialzo, non troppo difficile da ottenere visto l’effetto-leva usato dei fondi hedge».
Il calo del barile e dell’oro è stato, con ogni probabilità, manipolato al ribasso allo stesso modo. E’ chiaramente all’opera il cosiddetto «Plunge Protection Team», il semisegreto gruppo di finanzieri (ufficialmente si chiama President’s Working Group on Financial Markets) allestito appunto per manipolare i cambi e i corsi onde contenere, o almeno ritardare, una catastrofe, a forza di effetti-leva (3).
Ellen Brown, un’avvocatessa civilista che studia i trucchi finanziari (il suo ultimo saggio ha per titolo «The Web of Debt», la rete del debito) sospetta addirittura che il conflitto in Georgia possa essere stato scatenato per distrarre dalla enorme crisi che incombe. E ricorda il film «Wag the dog» (in italiano «Sesso e potere»), il film del ‘97 in cui un consigliere della Casa Bianca (Robert De Niro) contatta un produttore di fiction tv (Dustin Hoffman) e gli dice: «C’è una crisi alla Casa Bianca, e per salvare le elezioni bisogna fingere una guerra» (4). Il presidente USA nel film è travolto da uno scandalo sessuale, e per salvarlo si finge una guerra contro... l’Albania, naturalmente tutta inventata, e resa nei TG a forza di effetti speciali elettronici.
Ohimè, il conflitto georgiano è una realtà. Anche se forse non a caso Saakashvili ha attaccato l’Ossezia il 7 agosto, il giorno in cui la FED ha pubblicato i dati sugli inauditi volumi di acquisti di BOT americani da parte delle Banche Centrali. Ma su questo ultimo punto bisogna concentrarsi.
«Quali» Banche Centrali stanno dilapidando miliardi per sostenere il dollaro? Se tra queste c’è la Banca Centrale Europea, com’è probabile, bisogna concludere quanto segue: la BCE, con il suo tasso primario rialzato fino al 4,25%, ha mandato l’economia europea in recessione - e però aiuta gli americani, non gli europei. La scelta di mantenere l’euro fortissimo, di restrizione del credito (denaro caro), e per conseguenza di minori esportazioni, sta provocando la contrazione dell’area europea, dello 0,2% in complesso, ma con drammatiche situazioni secondo i paesi (5).
La Spagna è in situazione di emergenza, tanto da costringere Zapatero a stanziare d’urgenza 20 miliardi di euro per lavori pubblici, tagli fiscali e sostegno ai mutui - tipici rimedi anti-ciclici. L’Italia e la Francia hanno visto contrarre le loro economie dell’ 0,3% nel trimestre; la Germania si è contratta ancora di più (0,5%), perchè più industrializzata e più esportatrice. L’Islanda è ormai in recessione, ossia crescita negativa, di un inquietante 3,7%. In crescita negativa sono anche Irlanda, Danimarca, Lituania ed Estonia, mentre rallentano drammaticamente l’Olanda e la Svezia.
Insomma tutta la zona euro è in recessione per la politica di «denaro scarso e caro» instaurata dalla BCE; sarebbe irritante apprendere che il denaro, reso così scarso in Europa, la BCE l’ha trovato (o stampato) in abbondanza per comprare BOT americani, ossia del Paese più indebitato del mondo.
La caduta della Germania, comparativamente più rapida, ha allarmato la Confindustria tedesca (BDI), che ora sarebbe favorevole ad un abbassamento dei tassi. Ma il delegato tedesco alla BCE, Axel Weber, fa il sordo e resiste: «La fiducia espressa da alcuni osservatori, che la crescita economica indebolita stia raffreddando l’inflazione, è secondo me prematura», ha detto. Traduzione: la BCE ci sta portando deliberatamente in una recessione per scongiurare la spirale inflazionistica prezzi-salari. La BCE è convinta che ci sia un’inflazione da eccesso di moneta. Quella moneta che ci fa mancare.
Invece sì, l’inflazione c’è (ufficialmente del 4,1%), ma essa dipende dai rincari mondiali del petrolio e degli alimentari, su cui le manovre della BCE non hanno alcun potere. Ma se si tolgono dal calcolo greggio e alimentari (la misura si chiama «core inflation») si vede che la pretesa inflazione è già divenuta deflazione: i prezzi d’altro genere sono infatti diminuiti dell’1,8% rispetto all’anno scorso. A soffrire di più sono ovviamente i salari, il cui potere d’acquisto è stato brutalmente accorciato. D’altra parte, l’obbligo europeo di limitare il deficit al 3% del PIL impedisce ai governi di attutire la recessione con un aumento della spesa pubblica; anzi, l’Italia deve stringere i cordoni in piena recessione (infatti le tasse non vengono tagliate, nonostante le promesse, e i consumi non vengono stimolati da iniezioni di potere d’acquisto ai salariati e pensionati). Il nodo scorsoio si stringe.
La Spagna, come abbiamo visto, s’è infischiata dell’imperativo di limitare il deficit a 3%, ed ha varato il pacchetto d’emergenza con 20 miliardi di spesa pubblica aggiuntiva: ma non solo ha un debito pubblico inferiore a quello italiano, la sua crisi - essenzialmente lo scoppio della bolla immobiliare - è più grave. Se avesse ancora la propria moneta, dovrebbe svalutarla del 30% per riportare a galla la sua economia. Avendo l’euro, non può farlo perchè la Germania e la BCE non voglione deprezzare l’euro. Le banche spagnole più esposte al crollo immobiliare (la Spagna ha oggi 800 mila appartamenti di troppo) si fanno prestare i soldi dalla BCE, almeno 49,4 miliardi di euro.
Lo fanno con un trucco: emettono obbligazioni - che il pubblico non comprerebbe - al solo scopo di consegnarle alla BCE per ottenerne liquidità. In questo modo, di fatto, le banche ispaniche si fanno sostenere dai contribuenti di tutta Europa, specialmente tedeschi, per restare a galla - con un metodo surrettizio e forse illegale. E allora perchè non può fare altrettanto la Grecia, che dovrebbe svalutare del 40%? Magari lo farà, visto il precedente spagnolo: e lo faranno l’Italia e l’Irlanda e l’Islanda. Ma la Germania in piena contrazione, avrà voglia di pagare surrettiziamente col denaro dei suoi contribuenti, il salvataggio di metà dei Paesi europei?
Sarebbe increscioso scoprire che, con questi guai in vista - nè più nè meno che il pericolo di spaccatura della moneta unica europea - la BCE trova il modo di spendere altri miliardi di tutti noi per comprare i BOT di un’America in rovina, che per di più ci vuole rifilare nella NATO anche la Georgia, e con ciò spingerci in rotta di collisione con la Russia.
M. Blondet
La sai l'ultima? L'Iran minaccia il mondo
Qualche volta cerco di entrare nella testa di un ragazzo di 14 o 15 anni, che
trova un giornale aperto sul tavolo e vede a tutta pagina un titolo come quello
di oggi 7 agosto sul Corriere della Sera che recita: “L’IRAN minaccia Israele e
il mondo –Nessuna opzione esclusa per fermarlo” .
E’ facile che questo ragazzo si fermi solo al titolo e il martello
compressore della disinformazione dell’editoria privata, cioè “libera” gli darà
altre occasione di vedere titoli simili e le sue convinzioni si faranno sempre
più forti. La immensa forza della stampa privata, cioè del 90% di quella
circolante, sta nel ripetere bugie fino a farle diventare verità, e nel
praticare l’omissione scientifica di notizie imbarazzanti o sgradite ai suoi
padroni.
Se il nostro ipotetico ragazzo leggesse l’articolo, scoprirebbe che le parole
del titolo sono del ministro della difesa israeliano Barak in una intervista
del “giornalista” Davide Frattini che gli fa domande di comodo, e la cosa
sembra ambientata a Fontana di Trevi, dove Totò e Nino Taranto sono i compari
che devono confezionare il “pacco” per vendere la Fontana al credulone di
passaggio.
Nessuna domandina semplice semplice sul perché l’Iran non dovrebbe
considerare una minaccia l’arsenale nucleare israeliano e quindi avrebbe il
diritto di mettersi sullo stesso livello di questa minaccia, già esistente e
pesante nei rapporti di forza fra i due paesi, nessuna domandina sul perché
Israele ha diritto ad esistere e non la Palestina, nessuna domanda sull’
affermazione che l’Iran minaccia il mondo, senza avere ancora gli strumenti per
rendere credibile e possibile questa minaccia, nessun riferimento alla
tracotanza americana che per bocca della Clinton ha minacciato di vaporizzare”
l’Iran se attaccherà Israele. E perché quando Israele uccide palestinesi si
parla di operazione militare, e quando i palestinesi uccidono israeliani è
“terrorismo”.
E magari ricordare ai lettori che questo attacco all’Iran è cominciato per
mano americana dopo la rivoluzione komeinista del 1979, che sottrasse il paese
alla egemonia Usa, e per vendicare questo affronto gli americani armarono e
spinsero il loro complice dittatore Saddam Hussein, facendogli fare una inutile
guerra contro l’Iran con un milione di morti, guerra per procura perché
ambivano a mettere le mani sul 40% del petrolio mondiale.
E ricordare che questa operazione sporca fu decisa da Bush padre, petroliere
di passaggio alla Casa Bianca, e che da qui nacquero tutti i successivi
interventi nell’area con le varie guerre del Golfo, fino alla attuale
aggressione all’Iraq di Bush figlio, che complessivamente sono costate un altro
milione di morti, sempre da attribuire alle iniziative Usa.
Sono 30 anni di guerre, prepotenze, sangue, torture, distruzioni, grazie alla
politica egemonica di Usa e Israele, che oggi si sentono “minacciati” dall’Iran
e cercano in Occidente complici per creare una psicosi a favore di un attacco
preventivo anche all’Iran.
Questo sproposito, di far passare coloro che sono minacciati concretamente di
guerra preventiva per coloro che minacciano il mondo, è possibile solo per l’
asservimento dei media che appoggiano massicciamente questa politica, anche se
l’Europa ne è pesantemente danneggiata, e ci fa capire il devastante potere di
avere in mano giornali e televisioni che fabbricano “verità” come quella dell’
Iran che minaccia il mondo.
Karadzic, responsabile della morte di 10.000 musulmani è in galera all’Aia a
disposizione del Tribunale Internazionale. Bush padre e figlio sono
responsabili di due milioni di morti musulmani e sono a piede libero.
di Paolo De Gregorio
I falsi scoop della Reuters sull’Ossezia
Guardate bene queste foto dell’agenzia Reuters, che mostrano alcune “vittime dei bombardamenti russi”.
In realtà, il ragazzo “morto” nella prima foto, è lo stesso ragazzo che il padre amoroso abbraccia gridando e piangendo nella seconda foto.
Questo padre amoroso è lo stesso personaggio che appare nella prima foto in camicia nera. S’è tolto la camicia per il secondo ciak.
Lo stesso padre amoroso appare in solitario mentre continua a gridare fra le maceria. S’è cambiato un’altra volta. Adesso ha una T-shirt sotto la camicia nera di prima.
Tutto falso, da teatro di posa.
by effedieffe
In realtà, il ragazzo “morto” nella prima foto, è lo stesso ragazzo che il padre amoroso abbraccia gridando e piangendo nella seconda foto.
Questo padre amoroso è lo stesso personaggio che appare nella prima foto in camicia nera. S’è tolto la camicia per il secondo ciak.
Lo stesso padre amoroso appare in solitario mentre continua a gridare fra le maceria. S’è cambiato un’altra volta. Adesso ha una T-shirt sotto la camicia nera di prima.
Tutto falso, da teatro di posa.
by effedieffe
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