15 maggio 2009

Il gruppo Bilderberg ha in programma la depressione economica



Gli elitisti sono divisi [sul da farsi] - se far affondare l’economia velocemente rimpiazzandola con un nuovo ordine mondiale, o innescare una lunga e agonizzante depressione.

Alla vigilia della conferenza annuale del Gruppo Bilderberg, che si terrà dal 14 al 17 maggio 2009 presso l’hotel a cinque stelle Nafsika Astir Palace di Vouliagmeni, in Grecia, il cronista investigativo Daniel Estulin ha svelato gli scioccanti particolari su quanto gli elitisti avrebbero in programma di fare in ambito economico nel corso del prossimo anno.

La riunione del gruppo Bilderberg è un confab che coinvolge ogni anno circa 150 dei “power broker” [mediatori di potere] più influenti al mondo nell’ambito del governo, dell’industria, del settore bancario, accademico e del complesso militare-industriale. Il gruppo segreto opera secondo le “regole della Chatham House”[1] , ossia nessun particolare di ciò che viene discusso può trapelare attraverso i media, nonostante il fatto che siano presenti alla riunione gli editori dei più grandi quotidiani al mondo come il Washington Post, il New York Times e il Financial Times.

Secondo le fonti di Estulin che si sono dimostrate estremamente accurate in passato, il gruppo Bilderberg è diviso sul da farsi, ossia se innescare “una prolungata, agonizzante depressione che condannerà il mondo a decadi di stagnazione, declino e povertà … oppure una depressione intensa ma più breve che aprirebbe la strada ad un nuovo ordine economico mondiale sostenibile, con minore sovranità ma maggiore efficienza”.

Tali informazioni acquistano maggiore rilevanza se si tiene conto del fatto che le precedenti previsioni economiche di Estulin basate su rivelazioni da parte delle stesse fonti, si sono dimostrate estremamente accurate. Estulin ha correttamente previsto il crollo del mercato immobiliare nonché il tracollo finanziario del 2008, dopo aver appreso dalle sue fonti all’interno di Bilderberg quello che l’elite stava programmando sulla base di quanto era stato detto durante la loro riunione in Canada del 2006 e della loro conferenza del 2007 in Turchia.

I particolari dell’ordine del giorno per l’economia erano contenuti in un libretto distribuito prima della riunione ai membri del gruppo. In modo specifico Estulin avverte che il gruppo Bilderberg starebbe incoraggiando una falsa immagine di ripresa economica, attirando gli investitori a reinvestire il capitale nel mercato azionario per scatenare poi successivamente un’altra massiccia fase di contrazione che creerà “grosse perdite e una grave sofferenza finanziaria nei mesi a venire”, secondo una relazione del Canada Free Press.

Secondo Estulin il gruppo Bilderberg stima che le cifre relative alla disoccupazione negli USA raggiungeranno il 14% entro la fine dell’anno, quindi il doppio dell’attuale cifra ufficiale dell’8,1 per cento.

Le fonti di Estulin gli avrebbero inoltre detto che Bilderberg proverà ancora a fare pressioni per la promulgazione del Trattato di Lisbona, un tassello chiave del piano per consolidare appieno un superstato federale europeo, costringendo l’Irlanda a votare nuovamente su tale documento a settembre/ottobre, nonostante lo abbia già rifiutato insieme ad altre nazioni europee nei referendum nazionali.

Secondo quanto riferisce il CFP “una delle loro preoccupazioni è di affrontare e neutralizzare il movimento contrario al trattato di Lisbona chiamato “Libertas”, sotto la guida di Declan Ganley. Una delle mosse programmate da Bilderberg è l’uso di una campagna diffamatoria nei media americani, che suggerisca che Ganley è finanziato dai trafficanti di armi negli USA legati alle sfere militari statunitensi”.

Daniel Estulin, Jim Tucker ed altre fonti, che hanno infiltrato Bilderberg in passato hanno regolarmente fornito informazioni sull’ordine del giorno del gruppo che viene poi attuato sul palcoscenico mondiale, dando prova che l’organizzazione non è solo una “fabbrica di chiacchiere”, ma un importante foro per la pianificazione del nuovo ordine mondiale.

In effetti proprio il mese scorso il visconte belga nonché attuale presidente del gruppo Bilderberg Étienne Davignon, si è vantato che Bilderberg ha contribuito alla creazione dell’euro mettendo per la prima volta all’ordine del giorno una politica favorevole alla valuta unica all’inizio degli anni ‘90. Il programma del gruppo Bilderberg di un superstato federale europeo e di una valuta unica risale probabilmente persino a prima. Un’inchiesta della BBC ha portato alla luce documenti risalenti ai primi incontri del gruppo che hanno confermato che l’Unione Europea è stata un’invenzione del gruppo Bilderberg.

Nella primavera del 2002 quando i guerrafondai dell’amministrazione Bush facevano pressione affinché l’Iraq fosse invaso entro l’estate, i membri di Bilderberg hanno espresso il desiderio di ritardare l’attacco, che non fu lanciato fino al marzo dell’anno seguente.

Nel 2006 Estulin ha previsto che il mercato immobiliare negli USA sarebbe cresciuto senza limite prima che la bolla venisse fatta crudelmente scoppiare, come è precisamente successo.

Nel 2008 Estulin ha previsto che Bilderberg stesse creando le condizioni per una calamità finanziaria - proprio quello che è successo alcuni mesi dopo con il crollo della Lehman Brothers.
Il Gruppo Bilderberg ha regolarmente gonfiato i muscoli per consolidare il suo ruolo di “kingmaker” [artefice di nomine ed elezioni]. L’organizzazione seleziona di routine i candidati alla presidenza e alla vice presidenza, nonché i primi ministri.

Bill Clinton e Tony Blair sono stati entrambi preparati dall’organizzazione segreta all’inizio degli anni ’90 prima che raggiungessero la prominenza.

Il candidato alla vice presidenza di Barack Obama, Joe Biden è stato scelto dal luminario di Bilderberg James A. Johnson, e anche il candidato alla vice presidenza di John Kerry nel 2004, John Edwards è stato consacrato dal gruppo dopo aver fatto un brillante discorso durante la conferenza del 2004. I presenti hanno persino infranto le regole applaudendo Edwards al termine di un discorso che ha fatto agli elitisti sulla politica americana. La scelta di Edwards fu scioccante per gli opinionisti dei mass media che si aspettavano con certezza che Dick Gephardt avrebbe ottenuto la carica. Il New York Post ha riportato persino che era stato scelto Gephardt e che venivano già attaccati degli adesivi con scritto “Kerry- Gephardt” sui veicoli della campagna presidenziale, prima che fossero tolti quando Edwards fu annunciato come vice di Kerry.

La relazione di un quotidiano portoghese del 2008 ha messo in luce il fatto che Pedro Santana Lopes e Jose Socrates hanno partecipato all’incontro del 2004 a Stresa, in Italia, prima che entrambi diventassero primo ministro del Portogallo. Svariate decisioni geopolitiche chiave sono state prese durante la riunione del gruppo Bilderberg dello scorso anno a Washington DC, ancora una volta a sottolineare che il confab è molto più di un incontro informale.

Come abbiamo riferito in quel momento, l’organizzazione era preoccupata che il prezzo del petrolio stesse aumentando troppo rapidamente dopo aver toccato i $150 dollari al barile e voleva assicurarsi che “i prezzi del petrolio iniziassero probabilmente a scendere”. Ed è proprio ciò che è avvenuto nella seconda metà del 2008 quando il petrolio è sceso sotto i $50 dollari al barile. Siamo stati in grado di prevedere precocemente il rapido aumento dei prezzi del petrolio nel 2005, quando il petrolio era sceso a $40 dollari al barile, perché il gruppo Bilderberg aveva auspicato un aumento dei prezzi nel corso della riunione di quell’anno a Monaco di Baviera. Durante la conferenza in Germania, Henry Kissinger ha detto agli altri presenti che l’elite aveva deciso di assicurarsi che i prezzi del petrolio raddoppiassero nel corso dei 12-24 mesi successivi, che è esattamente ciò che è successo.

Inoltre durante l’incontro dello scorso anno, l’ex segretario di stato degli Stati Uniti Condoleezza Rice ha formalizzato con il ministro degli esteri ceco Karel Schwarzenberg i programmi per la firma di un trattato sull’istallazione di una base radar statunitense nella Repubblica Ceca.

Insieme alla Rice era presente all’incontro il segretario alla difesa Robert Gates, che secondo quanto riportato avrebbe incoraggiato i globalisti dell’EU a sostenere un attacco contro l’Iran. E guarda caso, proprio giorni dopo l’Unione europea ha minacciato l’Iran con sanzioni qualora non avesse sospeso il suo programma di arricchimento nucleare.

C’è stata inoltre molta speculazione che anche “l’incontro segreto” tra Hillary Clinton e Barack Obama, che è stato messo in atto con tattiche di spionaggio come rinchiudere i giornalisti in un aereo per impedire che raggiungessero i due politici, avrebbe avuto luogo durante la conferenza Bilderberg nel Distretto di Columbia.

Non resta che vedere quale copertura mediatica sarà riservata sui media principali alla conferenza Bilderberg del 2009, perché nonostante le prove che questa abbia un ruolo centrale nell’influenzare i successivi eventi geopolitici e finanziari nel mondo, e nonostante il fatto che la conferenza dell’anno scorso sia stata tenuta a Washington DC, i media corporativi hanno mantenuto un divieto quasi assoluto di fare reportage sulla conferenza, sui presenti e su quanto è stato discusso.

Ancora una volta sarà compito dei media alternativi riempire il vuoto ed educare la gente su ciò che i globalisti hanno esattamente in programma per noi per l’anno a venire.


Fonte: www.prisonplanet.com/

14 maggio 2009

Il rapporto Onu accusa Israele

Il testo dell'inchiesta sull'operazione condotta alla fine del 2008
Ban Ki-moon: non è una sentenza. Ora passa al voto del Consiglio di sicurezza


"A Gaza furono colpiti i civili" il rapporto Onu accusa Israele





Famiglia palestinese tra le rovine della propria casa dopo un bombardamento israeliano a Jabaliya




ROMA
- Con una lettera al presidente di turno del Consiglio di sicurezza dell'Onu, il segretario generale Ban Ki-moon ha presentato una sintesi del rapporto sui "nove incidenti più gravi" accaduti durante l'operazione "Cast Lead" decisa da Israele alla fine del 2008 per fermare il lancio dei razzi Kassam da Gaza. Dal 27 dicembre al 19 gennaio 2009, data della tregua fra Israele e Hamas, molte scuole ed edifici dell'Onu a Gaza vennero colpite durante i combattimenti: dipendenti dell'Onu, ma anche civili rifugiati all'interno di scuole ed edifici delle Nazioni Unite furono uccisi o feriti da proiettili della IDF (Israel Defence Force).

Nella lettera con cui accompagna il rapporto fatto avere ieri al Consiglio di Sicurezza, Ban Ki-moon precisa che "il Board of Inquiry creato per questa investigazione non è una istituzione giudiziaria o una corte di giustizia, non riscontra fatti legali e non considera questioni di rispetto della legge". Questo per spiegare che il rapporto, non provenendo da un organismo giudiziario delle Nazioni Unite, non ha valore di "condanna" o "assoluzione" ai sensi della legislazione internazionale.

Ma la ricostruzione fatta dagli esperti Onu guidati da Ian Martin comunque accusa Israele di una serie di "gravi offese", innanzitutto di uso sproporzionato della forza e di aver colpito deliberatamente civili e istituzioni Onu.

Israele ha collaborato seriamente con il Board degli investigatori: durante il mese di febbraio il ministero degli Esteri e l'esercito israeliano hanno incontrato più volte la commissione d'inchiesta, mettendo a disposizione fotografie aeree, informazioni di intelligence e permettendo colloqui con ufficiali e soldati coinvolti in Cast Lead. Per questo, in vista della pubblicazione del rapporto e avendo capito di che tipo di lavoro si trattava, il ministero degli Esteri israeliano l'altroieri ha inviato all'Onu il suo nuovo segretario generale, Yossi Gal.



Dopo aver offerto il massimo della collaborazione, Israele si aspettava un rapporto che analizzasse anche il comportamento dei miliziani di Hamas, cosa che sarebbe stata possibile utilizzando il materiale di intelligence che era stato offerto al Board. Ma il rapporto non analizza nessun caso sospetto in cui sia stato coinvolto Hamas. Gli unici casi presi in esame sono i 9 episodi in cui l'Onu è stata colpita da Israele.

Si parte dal bombardamento della scuola femminile UNRWA di Khan Younis del 29 dicembre, per passare a quello della scuola elementare di Gaza City del 5 gennaio, alla scuola di Jabalya (6 gennaio), per arrivare ai morti provocati dai proiettili contro la scuola elementare di Beit Lahia (17 gennaio).
Con la sua missione al Palazzo di Vetro l'ambasciatore Gal sarebbe riuscito a limitare i danni politici per il suo paese, tanto che anche in una conferenza stampa tenuta per presentare il rapporto Ban Ki-moon ha confermato che il testo non ha valore giudiziario.
Lo studio del rapporto impegnerà gli esperti per parecchio tempo: ognuno dei nove episodi contestati ad Israele dovrà essere analizzato passo dopo passo. Ma per quasi tutti, ad iniziare dai proiettili caduti sulla scuola UNRWA di Jabalya per finire ai mezzi e alle ambulanze Onu colpite, il giudizio degli esperti Onu è duro per Israele: uso eccessivo della forza, uso della forza indiscriminato contro i civili, attacchi a sedi Onu pur sapendo che si trattava di edifici delle Nazioni Unite.

Ieri un diplomatico Usa ha spiegato alla stampa israeliana che "a parte l'accusa formale di crimini di guerra, questo rapporto ha tutto per mettere in imbarazzo Israele, è senza precedenti nella sua gravità nei confronti di Gerusalemme: potrebbe costituire un serio problema per molti anni se il testo verrà accettato nella sua versione finale".

Secondo fonti diplomatiche, mentre era a Roma impegnato negli incontri con il governo italiano, il ministro degli Esteri di Israele Avigdor Lieberman avrebbe telefonato a Ban chiedendo di rinviare la pubblicazione del rapporto e di modificare alcuni dei passaggi più duri, protestando poi perché il comportamento di Hamas non è stato preso in considerazione neppure marginalmente.

Per Israele il problema adesso è che il rapporto non venga approvato dal Consiglio di Sicurezza: gli Stati Uniti potrebbero bloccare il voto con il loro veto come hanno fatto altre volte, ma bocciare un testo di una commissione Onu, in questa fase politica, per l'amministrazione Obama sarebbe assai delicato.

13 maggio 2009

Crimini di guerra: processo a Israele



















La Corte Suprema d’Israele ha formulato una serie di accuse ai comportamenti dei vertici militari nazionali durante l’operazione “Piombo Fuso”. All’indomani di elezioni che hanno spostato a destra il quadro politico dello stato ebraico e a fronte di un compatto consenso dell’opinione pubblica alla guerra lampo su Gaza, la tela del potere si squarcia ed apre le porte ad un sofisticato problema giuridico: Israele ha violato o meno le convenzioni internazionali al punto di poter configurare l’accusa di crimini di guerra? Mentre la diplomazia mondiale riparte dalla questione mediorientale con il duo Obama - Mitchell a capo e il presidente iraniano Ahmadjnejad dichiara di voler lavorare alla soluzione di “due popoli due stati”, una parte del paese non chiude gli occhi, anzi ha il coraggio di guardarsi alla specchio,rilanciando sul tema della devastazione di Gaza. Una quaestio giuridica e morale che orienterà il dibattito politico e storico mondiale sui duri giorni del massacro nella Striscia.

I nodi giuridici più rilevanti riguardano la rottura dei vertici militari che hanno diretto l’operazione “Piombo Fuso” con le regole del diritto internazionale di guerra, incentrato sui dettami della Convenzione di Ginevra. Era necessario - ci si domanda - distruggere case, famiglie, ospedali e colpire persino i medici? E quelle fiammate di luce nel nero cielo di Gaza non sono quel fosforo proibito dagli accordi di guerra? Le accuse si rincorrono e formano un quadro fosco e oscuro che toccherà alla giustizia rischiarare.

Eccole, dunque. In primo luogo, Israele non ha distinto gli obiettivi militari da quelli civili. I droni hanno abbattuto case private e colpito ospedali perfettamente estranei agli obiettivi militari, quelli in cui si pensava di colpire il nemico manifesto di questa guerra, Hamas. I fatti in questione, ampiamente documentati dai dossier giornalistici di tutto il mondo, mostrano come il tema della sproporzione delle due parti in conflitto si sia risolto in un massacro di innocenti: si stenterebbe a chiamare semplicemente guerra un evento così connotato. La morte di tanti civili uccide giuridicamente il principio di necessità, come ben afferma The Guardian in un editoriale recente, attento ai temi dottrinari sollevati dal conflitto arabo- israeliano.

Quei morti erano davvero necessari visti i reali rapporti di forza tra le parti, un grande esercito contro un gruppo di miliziani? E poi: i medici sono stati i bersagli preferiti di “Piombo Fuso”. Molti gli ospedali distrutti e molti i medici ed il personale sanitario bersagliato in una Striscia completamente sigillata e isolata dal mondo intero. Sempre il noto quotidiano inglese afferma che anche l’uccisione di medici rientra, come pure ha lasciato intuire la Corte suprema israeliana, nel novero dei crimini di guerra. E ancora altri fatti, altri crimini: famiglie usate come scudi umani, senza distinzioni tra uomini, donne e bambini e massiccio uso di bombe al fosforo. Sembra che Israele abbia voluto agire al di sopra delle leggi, svilendo i principi di proporzionalità, necessità e distinzione propri del diritto internazionale. In ultima analisi, secondo la Corte, “Piombo Fuso” ha violato il complesso dei diritti umani accettati dalla comunità internazionale.

Ma Israele non è solo “Piombo Fuso” e il processo aperto sui crimini di guerra non significa la condanna di tutto il popolo israeliano. L’esclusione dei giornalisti da Gaza nei giorni duri della campagna militare nasce dalla volontà di Israele di assicurarsi quell’impunità dai crimini di guerra che la comunità internazionale stenta oggi – per fortuna - a riconoscerle. Osservatori umanitari e uomini dell’informazione adesso hanno avuto accesso alla Striscia. E hanno visto: gli israeliani dovranno spiegare la violenza che hanno perpetrato verso i palestinesi e fronteggiare l’accusa di aver condotto veri e propri crimini di guerra. Haartez ha riportato di recente le dichiarazioni dei soldati israeliani che avrebbero colpito intenzionalmente una donna e suoi tre bambini. Uno di loro avrebbe affermato che la vita di un palestinese conta meno di quella di un israeliano.

L’osservatorio per i diritti umani ha da tempo chiesto una commissione di inchiesta per i crimini di Gaza, mentre Richard Falk, dell’osservatorio dell’Onu per i diritti umani in Palestina, ha chiaramente ammesso che la storia del lancio dei razzi Quassam da parte di Hamas non determina il principio di una eguale responsabilità rispetto alla guerra. Ma l’attivazione della comunità internazionale sui crimini di Gaza riuscirà ad applicare la giustizia sui più grandi alleati dell’occidente dell’area mediorientale?

di Stefania Pavone

15 maggio 2009

Il gruppo Bilderberg ha in programma la depressione economica



Gli elitisti sono divisi [sul da farsi] - se far affondare l’economia velocemente rimpiazzandola con un nuovo ordine mondiale, o innescare una lunga e agonizzante depressione.

Alla vigilia della conferenza annuale del Gruppo Bilderberg, che si terrà dal 14 al 17 maggio 2009 presso l’hotel a cinque stelle Nafsika Astir Palace di Vouliagmeni, in Grecia, il cronista investigativo Daniel Estulin ha svelato gli scioccanti particolari su quanto gli elitisti avrebbero in programma di fare in ambito economico nel corso del prossimo anno.

La riunione del gruppo Bilderberg è un confab che coinvolge ogni anno circa 150 dei “power broker” [mediatori di potere] più influenti al mondo nell’ambito del governo, dell’industria, del settore bancario, accademico e del complesso militare-industriale. Il gruppo segreto opera secondo le “regole della Chatham House”[1] , ossia nessun particolare di ciò che viene discusso può trapelare attraverso i media, nonostante il fatto che siano presenti alla riunione gli editori dei più grandi quotidiani al mondo come il Washington Post, il New York Times e il Financial Times.

Secondo le fonti di Estulin che si sono dimostrate estremamente accurate in passato, il gruppo Bilderberg è diviso sul da farsi, ossia se innescare “una prolungata, agonizzante depressione che condannerà il mondo a decadi di stagnazione, declino e povertà … oppure una depressione intensa ma più breve che aprirebbe la strada ad un nuovo ordine economico mondiale sostenibile, con minore sovranità ma maggiore efficienza”.

Tali informazioni acquistano maggiore rilevanza se si tiene conto del fatto che le precedenti previsioni economiche di Estulin basate su rivelazioni da parte delle stesse fonti, si sono dimostrate estremamente accurate. Estulin ha correttamente previsto il crollo del mercato immobiliare nonché il tracollo finanziario del 2008, dopo aver appreso dalle sue fonti all’interno di Bilderberg quello che l’elite stava programmando sulla base di quanto era stato detto durante la loro riunione in Canada del 2006 e della loro conferenza del 2007 in Turchia.

I particolari dell’ordine del giorno per l’economia erano contenuti in un libretto distribuito prima della riunione ai membri del gruppo. In modo specifico Estulin avverte che il gruppo Bilderberg starebbe incoraggiando una falsa immagine di ripresa economica, attirando gli investitori a reinvestire il capitale nel mercato azionario per scatenare poi successivamente un’altra massiccia fase di contrazione che creerà “grosse perdite e una grave sofferenza finanziaria nei mesi a venire”, secondo una relazione del Canada Free Press.

Secondo Estulin il gruppo Bilderberg stima che le cifre relative alla disoccupazione negli USA raggiungeranno il 14% entro la fine dell’anno, quindi il doppio dell’attuale cifra ufficiale dell’8,1 per cento.

Le fonti di Estulin gli avrebbero inoltre detto che Bilderberg proverà ancora a fare pressioni per la promulgazione del Trattato di Lisbona, un tassello chiave del piano per consolidare appieno un superstato federale europeo, costringendo l’Irlanda a votare nuovamente su tale documento a settembre/ottobre, nonostante lo abbia già rifiutato insieme ad altre nazioni europee nei referendum nazionali.

Secondo quanto riferisce il CFP “una delle loro preoccupazioni è di affrontare e neutralizzare il movimento contrario al trattato di Lisbona chiamato “Libertas”, sotto la guida di Declan Ganley. Una delle mosse programmate da Bilderberg è l’uso di una campagna diffamatoria nei media americani, che suggerisca che Ganley è finanziato dai trafficanti di armi negli USA legati alle sfere militari statunitensi”.

Daniel Estulin, Jim Tucker ed altre fonti, che hanno infiltrato Bilderberg in passato hanno regolarmente fornito informazioni sull’ordine del giorno del gruppo che viene poi attuato sul palcoscenico mondiale, dando prova che l’organizzazione non è solo una “fabbrica di chiacchiere”, ma un importante foro per la pianificazione del nuovo ordine mondiale.

In effetti proprio il mese scorso il visconte belga nonché attuale presidente del gruppo Bilderberg Étienne Davignon, si è vantato che Bilderberg ha contribuito alla creazione dell’euro mettendo per la prima volta all’ordine del giorno una politica favorevole alla valuta unica all’inizio degli anni ‘90. Il programma del gruppo Bilderberg di un superstato federale europeo e di una valuta unica risale probabilmente persino a prima. Un’inchiesta della BBC ha portato alla luce documenti risalenti ai primi incontri del gruppo che hanno confermato che l’Unione Europea è stata un’invenzione del gruppo Bilderberg.

Nella primavera del 2002 quando i guerrafondai dell’amministrazione Bush facevano pressione affinché l’Iraq fosse invaso entro l’estate, i membri di Bilderberg hanno espresso il desiderio di ritardare l’attacco, che non fu lanciato fino al marzo dell’anno seguente.

Nel 2006 Estulin ha previsto che il mercato immobiliare negli USA sarebbe cresciuto senza limite prima che la bolla venisse fatta crudelmente scoppiare, come è precisamente successo.

Nel 2008 Estulin ha previsto che Bilderberg stesse creando le condizioni per una calamità finanziaria - proprio quello che è successo alcuni mesi dopo con il crollo della Lehman Brothers.
Il Gruppo Bilderberg ha regolarmente gonfiato i muscoli per consolidare il suo ruolo di “kingmaker” [artefice di nomine ed elezioni]. L’organizzazione seleziona di routine i candidati alla presidenza e alla vice presidenza, nonché i primi ministri.

Bill Clinton e Tony Blair sono stati entrambi preparati dall’organizzazione segreta all’inizio degli anni ’90 prima che raggiungessero la prominenza.

Il candidato alla vice presidenza di Barack Obama, Joe Biden è stato scelto dal luminario di Bilderberg James A. Johnson, e anche il candidato alla vice presidenza di John Kerry nel 2004, John Edwards è stato consacrato dal gruppo dopo aver fatto un brillante discorso durante la conferenza del 2004. I presenti hanno persino infranto le regole applaudendo Edwards al termine di un discorso che ha fatto agli elitisti sulla politica americana. La scelta di Edwards fu scioccante per gli opinionisti dei mass media che si aspettavano con certezza che Dick Gephardt avrebbe ottenuto la carica. Il New York Post ha riportato persino che era stato scelto Gephardt e che venivano già attaccati degli adesivi con scritto “Kerry- Gephardt” sui veicoli della campagna presidenziale, prima che fossero tolti quando Edwards fu annunciato come vice di Kerry.

La relazione di un quotidiano portoghese del 2008 ha messo in luce il fatto che Pedro Santana Lopes e Jose Socrates hanno partecipato all’incontro del 2004 a Stresa, in Italia, prima che entrambi diventassero primo ministro del Portogallo. Svariate decisioni geopolitiche chiave sono state prese durante la riunione del gruppo Bilderberg dello scorso anno a Washington DC, ancora una volta a sottolineare che il confab è molto più di un incontro informale.

Come abbiamo riferito in quel momento, l’organizzazione era preoccupata che il prezzo del petrolio stesse aumentando troppo rapidamente dopo aver toccato i $150 dollari al barile e voleva assicurarsi che “i prezzi del petrolio iniziassero probabilmente a scendere”. Ed è proprio ciò che è avvenuto nella seconda metà del 2008 quando il petrolio è sceso sotto i $50 dollari al barile. Siamo stati in grado di prevedere precocemente il rapido aumento dei prezzi del petrolio nel 2005, quando il petrolio era sceso a $40 dollari al barile, perché il gruppo Bilderberg aveva auspicato un aumento dei prezzi nel corso della riunione di quell’anno a Monaco di Baviera. Durante la conferenza in Germania, Henry Kissinger ha detto agli altri presenti che l’elite aveva deciso di assicurarsi che i prezzi del petrolio raddoppiassero nel corso dei 12-24 mesi successivi, che è esattamente ciò che è successo.

Inoltre durante l’incontro dello scorso anno, l’ex segretario di stato degli Stati Uniti Condoleezza Rice ha formalizzato con il ministro degli esteri ceco Karel Schwarzenberg i programmi per la firma di un trattato sull’istallazione di una base radar statunitense nella Repubblica Ceca.

Insieme alla Rice era presente all’incontro il segretario alla difesa Robert Gates, che secondo quanto riportato avrebbe incoraggiato i globalisti dell’EU a sostenere un attacco contro l’Iran. E guarda caso, proprio giorni dopo l’Unione europea ha minacciato l’Iran con sanzioni qualora non avesse sospeso il suo programma di arricchimento nucleare.

C’è stata inoltre molta speculazione che anche “l’incontro segreto” tra Hillary Clinton e Barack Obama, che è stato messo in atto con tattiche di spionaggio come rinchiudere i giornalisti in un aereo per impedire che raggiungessero i due politici, avrebbe avuto luogo durante la conferenza Bilderberg nel Distretto di Columbia.

Non resta che vedere quale copertura mediatica sarà riservata sui media principali alla conferenza Bilderberg del 2009, perché nonostante le prove che questa abbia un ruolo centrale nell’influenzare i successivi eventi geopolitici e finanziari nel mondo, e nonostante il fatto che la conferenza dell’anno scorso sia stata tenuta a Washington DC, i media corporativi hanno mantenuto un divieto quasi assoluto di fare reportage sulla conferenza, sui presenti e su quanto è stato discusso.

Ancora una volta sarà compito dei media alternativi riempire il vuoto ed educare la gente su ciò che i globalisti hanno esattamente in programma per noi per l’anno a venire.


Fonte: www.prisonplanet.com/

14 maggio 2009

Il rapporto Onu accusa Israele

Il testo dell'inchiesta sull'operazione condotta alla fine del 2008
Ban Ki-moon: non è una sentenza. Ora passa al voto del Consiglio di sicurezza


"A Gaza furono colpiti i civili" il rapporto Onu accusa Israele





Famiglia palestinese tra le rovine della propria casa dopo un bombardamento israeliano a Jabaliya




ROMA
- Con una lettera al presidente di turno del Consiglio di sicurezza dell'Onu, il segretario generale Ban Ki-moon ha presentato una sintesi del rapporto sui "nove incidenti più gravi" accaduti durante l'operazione "Cast Lead" decisa da Israele alla fine del 2008 per fermare il lancio dei razzi Kassam da Gaza. Dal 27 dicembre al 19 gennaio 2009, data della tregua fra Israele e Hamas, molte scuole ed edifici dell'Onu a Gaza vennero colpite durante i combattimenti: dipendenti dell'Onu, ma anche civili rifugiati all'interno di scuole ed edifici delle Nazioni Unite furono uccisi o feriti da proiettili della IDF (Israel Defence Force).

Nella lettera con cui accompagna il rapporto fatto avere ieri al Consiglio di Sicurezza, Ban Ki-moon precisa che "il Board of Inquiry creato per questa investigazione non è una istituzione giudiziaria o una corte di giustizia, non riscontra fatti legali e non considera questioni di rispetto della legge". Questo per spiegare che il rapporto, non provenendo da un organismo giudiziario delle Nazioni Unite, non ha valore di "condanna" o "assoluzione" ai sensi della legislazione internazionale.

Ma la ricostruzione fatta dagli esperti Onu guidati da Ian Martin comunque accusa Israele di una serie di "gravi offese", innanzitutto di uso sproporzionato della forza e di aver colpito deliberatamente civili e istituzioni Onu.

Israele ha collaborato seriamente con il Board degli investigatori: durante il mese di febbraio il ministero degli Esteri e l'esercito israeliano hanno incontrato più volte la commissione d'inchiesta, mettendo a disposizione fotografie aeree, informazioni di intelligence e permettendo colloqui con ufficiali e soldati coinvolti in Cast Lead. Per questo, in vista della pubblicazione del rapporto e avendo capito di che tipo di lavoro si trattava, il ministero degli Esteri israeliano l'altroieri ha inviato all'Onu il suo nuovo segretario generale, Yossi Gal.



Dopo aver offerto il massimo della collaborazione, Israele si aspettava un rapporto che analizzasse anche il comportamento dei miliziani di Hamas, cosa che sarebbe stata possibile utilizzando il materiale di intelligence che era stato offerto al Board. Ma il rapporto non analizza nessun caso sospetto in cui sia stato coinvolto Hamas. Gli unici casi presi in esame sono i 9 episodi in cui l'Onu è stata colpita da Israele.

Si parte dal bombardamento della scuola femminile UNRWA di Khan Younis del 29 dicembre, per passare a quello della scuola elementare di Gaza City del 5 gennaio, alla scuola di Jabalya (6 gennaio), per arrivare ai morti provocati dai proiettili contro la scuola elementare di Beit Lahia (17 gennaio).
Con la sua missione al Palazzo di Vetro l'ambasciatore Gal sarebbe riuscito a limitare i danni politici per il suo paese, tanto che anche in una conferenza stampa tenuta per presentare il rapporto Ban Ki-moon ha confermato che il testo non ha valore giudiziario.
Lo studio del rapporto impegnerà gli esperti per parecchio tempo: ognuno dei nove episodi contestati ad Israele dovrà essere analizzato passo dopo passo. Ma per quasi tutti, ad iniziare dai proiettili caduti sulla scuola UNRWA di Jabalya per finire ai mezzi e alle ambulanze Onu colpite, il giudizio degli esperti Onu è duro per Israele: uso eccessivo della forza, uso della forza indiscriminato contro i civili, attacchi a sedi Onu pur sapendo che si trattava di edifici delle Nazioni Unite.

Ieri un diplomatico Usa ha spiegato alla stampa israeliana che "a parte l'accusa formale di crimini di guerra, questo rapporto ha tutto per mettere in imbarazzo Israele, è senza precedenti nella sua gravità nei confronti di Gerusalemme: potrebbe costituire un serio problema per molti anni se il testo verrà accettato nella sua versione finale".

Secondo fonti diplomatiche, mentre era a Roma impegnato negli incontri con il governo italiano, il ministro degli Esteri di Israele Avigdor Lieberman avrebbe telefonato a Ban chiedendo di rinviare la pubblicazione del rapporto e di modificare alcuni dei passaggi più duri, protestando poi perché il comportamento di Hamas non è stato preso in considerazione neppure marginalmente.

Per Israele il problema adesso è che il rapporto non venga approvato dal Consiglio di Sicurezza: gli Stati Uniti potrebbero bloccare il voto con il loro veto come hanno fatto altre volte, ma bocciare un testo di una commissione Onu, in questa fase politica, per l'amministrazione Obama sarebbe assai delicato.

13 maggio 2009

Crimini di guerra: processo a Israele



















La Corte Suprema d’Israele ha formulato una serie di accuse ai comportamenti dei vertici militari nazionali durante l’operazione “Piombo Fuso”. All’indomani di elezioni che hanno spostato a destra il quadro politico dello stato ebraico e a fronte di un compatto consenso dell’opinione pubblica alla guerra lampo su Gaza, la tela del potere si squarcia ed apre le porte ad un sofisticato problema giuridico: Israele ha violato o meno le convenzioni internazionali al punto di poter configurare l’accusa di crimini di guerra? Mentre la diplomazia mondiale riparte dalla questione mediorientale con il duo Obama - Mitchell a capo e il presidente iraniano Ahmadjnejad dichiara di voler lavorare alla soluzione di “due popoli due stati”, una parte del paese non chiude gli occhi, anzi ha il coraggio di guardarsi alla specchio,rilanciando sul tema della devastazione di Gaza. Una quaestio giuridica e morale che orienterà il dibattito politico e storico mondiale sui duri giorni del massacro nella Striscia.

I nodi giuridici più rilevanti riguardano la rottura dei vertici militari che hanno diretto l’operazione “Piombo Fuso” con le regole del diritto internazionale di guerra, incentrato sui dettami della Convenzione di Ginevra. Era necessario - ci si domanda - distruggere case, famiglie, ospedali e colpire persino i medici? E quelle fiammate di luce nel nero cielo di Gaza non sono quel fosforo proibito dagli accordi di guerra? Le accuse si rincorrono e formano un quadro fosco e oscuro che toccherà alla giustizia rischiarare.

Eccole, dunque. In primo luogo, Israele non ha distinto gli obiettivi militari da quelli civili. I droni hanno abbattuto case private e colpito ospedali perfettamente estranei agli obiettivi militari, quelli in cui si pensava di colpire il nemico manifesto di questa guerra, Hamas. I fatti in questione, ampiamente documentati dai dossier giornalistici di tutto il mondo, mostrano come il tema della sproporzione delle due parti in conflitto si sia risolto in un massacro di innocenti: si stenterebbe a chiamare semplicemente guerra un evento così connotato. La morte di tanti civili uccide giuridicamente il principio di necessità, come ben afferma The Guardian in un editoriale recente, attento ai temi dottrinari sollevati dal conflitto arabo- israeliano.

Quei morti erano davvero necessari visti i reali rapporti di forza tra le parti, un grande esercito contro un gruppo di miliziani? E poi: i medici sono stati i bersagli preferiti di “Piombo Fuso”. Molti gli ospedali distrutti e molti i medici ed il personale sanitario bersagliato in una Striscia completamente sigillata e isolata dal mondo intero. Sempre il noto quotidiano inglese afferma che anche l’uccisione di medici rientra, come pure ha lasciato intuire la Corte suprema israeliana, nel novero dei crimini di guerra. E ancora altri fatti, altri crimini: famiglie usate come scudi umani, senza distinzioni tra uomini, donne e bambini e massiccio uso di bombe al fosforo. Sembra che Israele abbia voluto agire al di sopra delle leggi, svilendo i principi di proporzionalità, necessità e distinzione propri del diritto internazionale. In ultima analisi, secondo la Corte, “Piombo Fuso” ha violato il complesso dei diritti umani accettati dalla comunità internazionale.

Ma Israele non è solo “Piombo Fuso” e il processo aperto sui crimini di guerra non significa la condanna di tutto il popolo israeliano. L’esclusione dei giornalisti da Gaza nei giorni duri della campagna militare nasce dalla volontà di Israele di assicurarsi quell’impunità dai crimini di guerra che la comunità internazionale stenta oggi – per fortuna - a riconoscerle. Osservatori umanitari e uomini dell’informazione adesso hanno avuto accesso alla Striscia. E hanno visto: gli israeliani dovranno spiegare la violenza che hanno perpetrato verso i palestinesi e fronteggiare l’accusa di aver condotto veri e propri crimini di guerra. Haartez ha riportato di recente le dichiarazioni dei soldati israeliani che avrebbero colpito intenzionalmente una donna e suoi tre bambini. Uno di loro avrebbe affermato che la vita di un palestinese conta meno di quella di un israeliano.

L’osservatorio per i diritti umani ha da tempo chiesto una commissione di inchiesta per i crimini di Gaza, mentre Richard Falk, dell’osservatorio dell’Onu per i diritti umani in Palestina, ha chiaramente ammesso che la storia del lancio dei razzi Quassam da parte di Hamas non determina il principio di una eguale responsabilità rispetto alla guerra. Ma l’attivazione della comunità internazionale sui crimini di Gaza riuscirà ad applicare la giustizia sui più grandi alleati dell’occidente dell’area mediorientale?

di Stefania Pavone