08 luglio 2009

Il G8 non dà niente



A parere di molti analisti ed esperti di politica internazionale il G8 è ormai un evento senza senso che aderisce ad una formula del tutto vacua e ineffettuale. Touchè!

Quello che inizierà domani all’Aquila non andrà molto lontano da queste prospettive poco confortanti ma fatali, data l’epoca storica nella quale stiamo per affacciarci.

Al centro delle discussioni tra gli 8 Grandi della Terra ci sarà certamente la crisi finanziaria (e industriale), si dice la peggiore dal dopoguerra, più altri temi di contorno quali l’ambiente, la sicurezza alimentare ecc. ecc. che finiranno per catturare l’attenzione della pubblica opinione e quella degli avvoltoi della stampa, i quali potranno speculare sulle oneste intenzioni del vertice per vendere più copie di carta straccia.

Lucio Caracciolo, sull’Espresso, ha sostenuto una tesi cristallina secondo la quale buona parte dell’agenda viene a concentrarsi su temi “artificiali” e modaioli (al quale si aggiunge l’immancabile tentativo per fare uscire l’Africa dal suo sottosviluppo) solo perché così i partecipanti possono meglio aggirare gi interessi centrali (quelli geopolitici) che non si discutono a tavolino ma si fanno valere attraverso azioni e strategie di ben altro tipo.
Dall’incontro dell’Aquila verranno fuori i soliti documenti di una stucchevole armonia d’intenti e si faranno proclami altisonanti sugli accordi raggiunti, si dichiarerà di aver disegnato la cornice virtuosa nella quale troveranno collocazione regole nuove per dare prosperità a tutti, al solo scopo di dimostrare al mondo che con la pace e la buona volontà si ottiene tutto. Dal giorno dopo però, caduti i lustrini, smontate le passerelle mediatiche e spenti i riflettori, ciascuno tornerà a fare di testa propria. Cioè si tornerà al più prosaico bellum omnium contra omnes.

Tuttavia, non è questo che deve destare preoccupazione. Anzi, è del tutto logico che ogni Stato ricerchi la propria via d’uscita alla crisi in maniera autonoma, considerato che sono stati proprio i legami strettissimi tra le varie economie, nella fase della globalizzazione (cioè della massima estensione del modello americano sull’economia e sulla politica mondiale) a trascinare ognuno nelle attuali difficoltà.
La stessa composizione di questo G8 è vetusta e inadeguata, considerando lo spostamento e la ridefinizione dei rapporti di forza che stanno portando in primo piano quelle nazioni in forte recupero di potenza, vedi la Cina o l’India, tuttavia ancora escluse dal consesso dei grandi.
Anche la Russia, ultima arrivata, non ammette più di giocare un ruolo marginale dopo essersi ripresa dal declino dei primi anni ’90. E , soprattutto, non è più disposta ad incassare i colpi sferrati dall’America e dall’Europa restando a guardare.

Tanto per fare un esempio, valutando il solo profilo economico e demografico, i big che si incontreranno nel capoluogo abruzzese rappresentano poco più del 50% del PIL mondiale ed appena il 13% della popolazione.
Abbiamo già detto che l’origine del disastro economico non è da ricercarsi nel lassismo dei mercati e nelle innumerevoli speculazioni che hanno fatto saltare le regole delle borse. Questi elementi rappresentano gli effetti superficiali di uno scontro tra zolle, consequenziali a “scivolamenti” politici ben più sostanziali.
A fortiori, la soluzione a questi problemi non può arrivare da quella formuletta apotropaica che passa, con tanta solennità di bocca in bocca, tra gli sherpa delle delegazioni nazionali: il ripristino di una governance mondiale.

Ma è proprio tale governance, che poi significa guida indiscussa di un solo paese, che non sarà più possibile attivare, stando al nuovo contesto geopolitico. Il mondo è cambiato, gli Usa stanno perdendo appeal ed egemonia e per questo si faranno via via più aggressivi.
Lo attestano l’intensificarsi dello scontro in Afghanistan, le provocazioni ai danni dell’Iran,
quelle in America Latina e le solite ingerenze in Africa, dove c’è pure il problema di una Cina che si fa troppo penetrante nella sua azione commerciale e industriale.

L’attuale multipolarismo potrà sfociare in vero e proprio policentrismo solo allorquando Russia
e Cina (e forse anche l’India, che però attualmente sembra più vicina a Washington), le uniche potenze con aspirazioni mondiali, troveranno tra loro punti di maggiore convergenza in funzione antiegemonica (cioè antistatunitense), attirando nella propria orbita, quelle potenze regionali che gli Usa mirano, invece, a rendere sempre più instabili proprio per impedire sedimentazioni politiche ad essi sfavorevoli.

Mentre l’Europa, sempre più vaso d’argilla tra vasi di ferro, potrebbe impantanarsi nella disputa interna per la leadership sull’UE di Francia e Germania, peraltro entrambe sempre più a rimorchio di Washington.

Queste sono le vere questioni del futuro; non potranno mai essere materia di nessun vertice.

di Gianni Petrosillo

L'audience ha più peso del voto. L'élite e il potere

N el 1963 ho scritto il libro «L'élite senza potere», in cui sostenevo che, mentre nel mondo antico c'era una sola élite, quella del potere, formata dal re, la nobiltà e l'alto clero che, con la sua pompa e la sua magnificenza, ve­niva ammirata e costituiva un modello per tutti, oggi invece ve ne sono due. La seconda è formata dai divi, da star in­ternazionali, dai personaggi dello spet­tacolo noti a tutti, amati, ammirati e imitati e che costituiscono l'oggetto del pettegolezzo collettivo nelle società di massa. Questa élite interessa per la sua vita privata, i suoi amori, i suoi di­vorzi e offre a tutti modelli di comporta­mento. E, pur non avendo un potere for­male, ha un immenso peso sulla mora­le e sul costume. Quando scrivevo già si vedeva l'enorme influenza di Elvis Presley. Negli anni successivi arrive­ranno Joan Baez, i Beatles, gli hippy. Sono loro che mettono in moto la rivolu­zione giovanile, quella sessuale e crea­no le condizioni per il femminismo.

Cos'è cambiato da allora? I sociologi ci hanno detto che sono incominciati il postmoderno, il relativismo culturale, il neopaganesimo, che la società si è frantumata in tribù, è diventata liqui­da. E pare strano che nessuno di loro abbia notato il fatto più semplice ed ele­mentare: che quella che avevo chiama­to l'élite senza potere oggi in realtà ha preso il potere su tutti i mezzi di comu­nicazione di massa. Oggi è lei che pla­sma ufficialmente l'opinione pubblica e la morale corrente. Non sono più le uni­versità, i filosofi, il clero a dare modelli di comportamento. Il popolo se li fa da sé guardando e discutendo ciò che vede alla televisione. Ma a decidere chi arri­verà sullo schermo e prenderà la paro­la è una élite formata dai grandi con­duttori, divi, cineasti, cantanti, giorna­listi, comici che si cooptano fra di loro. Essi si presentano come modelli da imi­tare, poi giudicano, danno consigli, lan­ciano slogan, animano e dirigono i di­battiti. Il tutto poi viene ripreso dai quotidiani, dai settimanali e da inter­net.

Non esistono perciò più una élite del potere ed una élite senza potere, ma due élite del potere: quella politica e quella dello spettacolo. La prima si for­ma attraverso il dibattito politico e le elezioni, la seconda attraverso la coop­tazione e l'audience. Inoltre le due sfe­re della politica e dello spettacolo spes­so si sovrappongono e, nel campo del costume e dei valori, l'élite dello spetta­colo tende a prevalere su quella politi­ca. L'audience ha più peso del voto.

di Francesco Alberoni

07 luglio 2009

Scie chimiche: il genocidio silenzioso



Greg Szymanski ha recentemente rilanciato un articolo della Dottoressa Perlingieri intitolato "L’ultimo assalto agli Stati Uniti". Il testo della Perlingieri globalmente non aggiunge informazioni nuove, ma si segnala per la denuncia esplicita del problema “scie tossiche” e per il riferimento ad una sintomatologia riconducibile al Morgellons tra gli animali domestici e selvatici. E’ un tema che approfondiremo appena possibile.
Le scie chimiche stanno uccidendo silenziosamente e lentamente un numero non quantificabile di persone, secondo credibili ricercatori.
Raramente passa un giorno in cui i cieli non siano solcati di linee bianche prodotte dai tankers chimici.
Dopo che le chemtrails sono state create, permangono nel cielo formando dense ed innaturali nuvole. Molte persone pensano che queste scie siano dovute a fenomeni di condensazione del vapore acqueo e non collegano le bianche strisce di primo mattino con le coperture del pomeriggio.
Pubblico un articolo della dottoressa Ilya Sandra Perlingieri intitolato “L’ultimo assalto agli Stati Uniti”, inviato al sito Arctic Beacon e che illustra il problema “scie chimiche”.

Negli ultimi due giorni è stato sferrato un drammatico attacco chimico in gran parte della Nuova Inghilterra ed anche sulla costa occidentale.
Venerdì mattina, 17 aprile 2009, ore 06:00, il cielo era di un vibrante profondo rossastro, tratteggiato di un nero sintetico. Da metà mattinata la copertura nuvolosa è diventata del tutto artificiale con chemtrails che sono associate al morbo di Morgellons ed ai filamenti polimerici di questa malattia.

Più tardi, nella mattina, si contavano più di otto aerei nel cielo che compivano, contemporaneamente, il loro sporco lavoro, disegnando miglia e miglia di linee parallele.
Come potrebbe qualcuno pensare che ciò sia normale?
Con quest’ultima offensiva tossica, ora l’aria ha l’odore di sostanze chimiche. Non esiste nulla più di simile all’aria pura. Da metà pomeriggio, il cielo era completamente coperto da una patina bianco-grigiastra che è durata sino a sabato.
Esistono molte testimonianze di malattie respiratorie difficili da curare (rinite, tosse, bronchite, polmonite). I bambini e le persone anziane sembrano quelli colpiti maggiormente. Spesso sono necessarie settimane e settimane per guarire da queste malattie (a volte due mesi). Ciò che i medici diagnosticano come rinite o bronchite è costituito in realtà da forme non usuali che non esistevano prima del 2000. I farmaci sembrano non essere efficaci, mentre le medicine alternative giovano un po’ di più. Le malattie dell’apparato respiratorio sono oggi la terza causa di morte.
Tutti i mammiferi sono colpiti: perciò anche gli animali. I gatti ed i cani manifestano derma infiammato e pruriginoso. Sintomi simili si notano anche negli animali degli allevamenti (mucche, pecore, maiali e capre). Nella mia tenuta ed in quella dei miei vicini, gli scoiattoli, i ricci e gli occasionali procioni sono sempre intenti a grattarsi.
Sembra che la situazione per i mammiferi peggiori quando si crea una copertura uniforme di veleni chimici.
Quest’anno non si notano zanzare o altri insetti.
Nel 2003 Clifford Carnicom, in una sua indagine, intervistò alcuni insiders i quali affermarono che il Pentagono e le industrie farmaceutiche sono coinvolte nelle irrorazioni clandestine. [1]
Il nostro sistema immunitario è sotto attacco ogni giorno e sta collassando a causa di questa cronica attività di avvelenamento decisa dai governi. Gli elementi chimico-biologici usati (bario, alluminio, batteri e virus) compromettono le capacità di autoguarigione del nostro organismo. Stiamo respirando ogni giorno questi veleni. Quali conseguenze sono stati causate, diffondendo ogni giorno alluminio che danneggia il cervello? [2]
In questo periodo vengono pubblicati articoli dell’attuale illegale amministrazione Obama che intende sviluppare la geoingegneria. Con bugie ed inganni che si affastellano per abbindolare le masse, affermano di voler “combattere il riscaldamento globale”. Eppure la maggioranza degli scienziati oggi sta dichiarando che non esiste il riscaldamento globale, piuttosto il nostro pianeta sta subendo dei cambiamenti climatici dovuti alle operazioni clandestine di aerosol. Ciò non bisogna dire: che i singoli cittadini non hanno provocato danni significativi alla biosfera, mentre o sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali continua ad un ritmo sfrenato, ma di ciò sono responsabili soprattutto le multinazionali che continuano ad accumulare profitti: a queste società non interessa la massiccia distruzione degli ecosistemi. Noi comuni cittadini rimaniamo sull’apice di una ragnatela avvelenata ed in procinto di cadere.
La terra sta mostrando segni di raffreddamento e sono stati pubblicati numerosi studi scientifici che lo confermano. L’ultimo rapporto dell’I.P.C.C. è stato un fallimento e non ha incluso alcuni importanti fenomeni, come l’attività solare. [3]
Quanti cambiamenti climatici sono invece stati provocati, negli ultimi dieci anni, da più di sessanta differenti programmi di modificazione meteorologica clandestini. Sono programmi militari, privati e “pubblici”, ossia si usa il denaro dei contribuenti per avvelenarli. Nessuno di questi programmi è stato mai preceduto da una discussione pubblica.
In un volo recente attraverso gli Stati uniti, tra lo stato dello Iowa ed il Grand Canyon, ho contato dieci aerei che stavano rilasciando scie grigio-nerastre. Un aereo volava perpendicolare al nostro corridoio e sotto di noi: e vi si leggeva la parola “United”. Proprio così! Almeno un velivolo che rilasciava questi aerosol apparteneva alla United Airlines. Qualcun altro ricercatore ha notizie di scie nere? Quali veleni contengono?
Milioni di persone conoscono l’estrema minaccia costituita dalle scie chimiche. Molti comuni cittadini hanno analizzato il suolo, l’acqua e la neve e trovato pericolose concentrazioni di veleni. Sino a quando saremo cavie di questi quotidiani assalti mortali? Quando ci sveglieremo e porremo fine a questa criminale attività?
Noi ci troviamo di fronte ad un collasso non solo della nostra economia, ma soprattutto della nostra salute. Inoltre, poiché ogni argomento di scottante attualità è inserito in compartimenti stagni, invece di abbracciarlo con uno sguardo interdisciplinare e di considerarne tutti gli addentellati, non ci accorgiamo dell’avvelenamento quotidiano, fino a quando non capiamo quanto è fragile la nostra salute. Stiamo sperimentando il metodo di Ponzi degli “Illuminati”. La loro è la ricetta per il disastro.
Ogni funzionario e banchiere corrotto, che ci sta portando verso la catastrofe, deve essere accusato e ritenuto responsabile. Sono gli autori di crisi ininterrotte che hanno deliberatamente creato.
Dobbiamo fare tabula rasa.

08 luglio 2009

Il G8 non dà niente



A parere di molti analisti ed esperti di politica internazionale il G8 è ormai un evento senza senso che aderisce ad una formula del tutto vacua e ineffettuale. Touchè!

Quello che inizierà domani all’Aquila non andrà molto lontano da queste prospettive poco confortanti ma fatali, data l’epoca storica nella quale stiamo per affacciarci.

Al centro delle discussioni tra gli 8 Grandi della Terra ci sarà certamente la crisi finanziaria (e industriale), si dice la peggiore dal dopoguerra, più altri temi di contorno quali l’ambiente, la sicurezza alimentare ecc. ecc. che finiranno per catturare l’attenzione della pubblica opinione e quella degli avvoltoi della stampa, i quali potranno speculare sulle oneste intenzioni del vertice per vendere più copie di carta straccia.

Lucio Caracciolo, sull’Espresso, ha sostenuto una tesi cristallina secondo la quale buona parte dell’agenda viene a concentrarsi su temi “artificiali” e modaioli (al quale si aggiunge l’immancabile tentativo per fare uscire l’Africa dal suo sottosviluppo) solo perché così i partecipanti possono meglio aggirare gi interessi centrali (quelli geopolitici) che non si discutono a tavolino ma si fanno valere attraverso azioni e strategie di ben altro tipo.
Dall’incontro dell’Aquila verranno fuori i soliti documenti di una stucchevole armonia d’intenti e si faranno proclami altisonanti sugli accordi raggiunti, si dichiarerà di aver disegnato la cornice virtuosa nella quale troveranno collocazione regole nuove per dare prosperità a tutti, al solo scopo di dimostrare al mondo che con la pace e la buona volontà si ottiene tutto. Dal giorno dopo però, caduti i lustrini, smontate le passerelle mediatiche e spenti i riflettori, ciascuno tornerà a fare di testa propria. Cioè si tornerà al più prosaico bellum omnium contra omnes.

Tuttavia, non è questo che deve destare preoccupazione. Anzi, è del tutto logico che ogni Stato ricerchi la propria via d’uscita alla crisi in maniera autonoma, considerato che sono stati proprio i legami strettissimi tra le varie economie, nella fase della globalizzazione (cioè della massima estensione del modello americano sull’economia e sulla politica mondiale) a trascinare ognuno nelle attuali difficoltà.
La stessa composizione di questo G8 è vetusta e inadeguata, considerando lo spostamento e la ridefinizione dei rapporti di forza che stanno portando in primo piano quelle nazioni in forte recupero di potenza, vedi la Cina o l’India, tuttavia ancora escluse dal consesso dei grandi.
Anche la Russia, ultima arrivata, non ammette più di giocare un ruolo marginale dopo essersi ripresa dal declino dei primi anni ’90. E , soprattutto, non è più disposta ad incassare i colpi sferrati dall’America e dall’Europa restando a guardare.

Tanto per fare un esempio, valutando il solo profilo economico e demografico, i big che si incontreranno nel capoluogo abruzzese rappresentano poco più del 50% del PIL mondiale ed appena il 13% della popolazione.
Abbiamo già detto che l’origine del disastro economico non è da ricercarsi nel lassismo dei mercati e nelle innumerevoli speculazioni che hanno fatto saltare le regole delle borse. Questi elementi rappresentano gli effetti superficiali di uno scontro tra zolle, consequenziali a “scivolamenti” politici ben più sostanziali.
A fortiori, la soluzione a questi problemi non può arrivare da quella formuletta apotropaica che passa, con tanta solennità di bocca in bocca, tra gli sherpa delle delegazioni nazionali: il ripristino di una governance mondiale.

Ma è proprio tale governance, che poi significa guida indiscussa di un solo paese, che non sarà più possibile attivare, stando al nuovo contesto geopolitico. Il mondo è cambiato, gli Usa stanno perdendo appeal ed egemonia e per questo si faranno via via più aggressivi.
Lo attestano l’intensificarsi dello scontro in Afghanistan, le provocazioni ai danni dell’Iran,
quelle in America Latina e le solite ingerenze in Africa, dove c’è pure il problema di una Cina che si fa troppo penetrante nella sua azione commerciale e industriale.

L’attuale multipolarismo potrà sfociare in vero e proprio policentrismo solo allorquando Russia
e Cina (e forse anche l’India, che però attualmente sembra più vicina a Washington), le uniche potenze con aspirazioni mondiali, troveranno tra loro punti di maggiore convergenza in funzione antiegemonica (cioè antistatunitense), attirando nella propria orbita, quelle potenze regionali che gli Usa mirano, invece, a rendere sempre più instabili proprio per impedire sedimentazioni politiche ad essi sfavorevoli.

Mentre l’Europa, sempre più vaso d’argilla tra vasi di ferro, potrebbe impantanarsi nella disputa interna per la leadership sull’UE di Francia e Germania, peraltro entrambe sempre più a rimorchio di Washington.

Queste sono le vere questioni del futuro; non potranno mai essere materia di nessun vertice.

di Gianni Petrosillo

L'audience ha più peso del voto. L'élite e il potere

N el 1963 ho scritto il libro «L'élite senza potere», in cui sostenevo che, mentre nel mondo antico c'era una sola élite, quella del potere, formata dal re, la nobiltà e l'alto clero che, con la sua pompa e la sua magnificenza, ve­niva ammirata e costituiva un modello per tutti, oggi invece ve ne sono due. La seconda è formata dai divi, da star in­ternazionali, dai personaggi dello spet­tacolo noti a tutti, amati, ammirati e imitati e che costituiscono l'oggetto del pettegolezzo collettivo nelle società di massa. Questa élite interessa per la sua vita privata, i suoi amori, i suoi di­vorzi e offre a tutti modelli di comporta­mento. E, pur non avendo un potere for­male, ha un immenso peso sulla mora­le e sul costume. Quando scrivevo già si vedeva l'enorme influenza di Elvis Presley. Negli anni successivi arrive­ranno Joan Baez, i Beatles, gli hippy. Sono loro che mettono in moto la rivolu­zione giovanile, quella sessuale e crea­no le condizioni per il femminismo.

Cos'è cambiato da allora? I sociologi ci hanno detto che sono incominciati il postmoderno, il relativismo culturale, il neopaganesimo, che la società si è frantumata in tribù, è diventata liqui­da. E pare strano che nessuno di loro abbia notato il fatto più semplice ed ele­mentare: che quella che avevo chiama­to l'élite senza potere oggi in realtà ha preso il potere su tutti i mezzi di comu­nicazione di massa. Oggi è lei che pla­sma ufficialmente l'opinione pubblica e la morale corrente. Non sono più le uni­versità, i filosofi, il clero a dare modelli di comportamento. Il popolo se li fa da sé guardando e discutendo ciò che vede alla televisione. Ma a decidere chi arri­verà sullo schermo e prenderà la paro­la è una élite formata dai grandi con­duttori, divi, cineasti, cantanti, giorna­listi, comici che si cooptano fra di loro. Essi si presentano come modelli da imi­tare, poi giudicano, danno consigli, lan­ciano slogan, animano e dirigono i di­battiti. Il tutto poi viene ripreso dai quotidiani, dai settimanali e da inter­net.

Non esistono perciò più una élite del potere ed una élite senza potere, ma due élite del potere: quella politica e quella dello spettacolo. La prima si for­ma attraverso il dibattito politico e le elezioni, la seconda attraverso la coop­tazione e l'audience. Inoltre le due sfe­re della politica e dello spettacolo spes­so si sovrappongono e, nel campo del costume e dei valori, l'élite dello spetta­colo tende a prevalere su quella politi­ca. L'audience ha più peso del voto.

di Francesco Alberoni

07 luglio 2009

Scie chimiche: il genocidio silenzioso



Greg Szymanski ha recentemente rilanciato un articolo della Dottoressa Perlingieri intitolato "L’ultimo assalto agli Stati Uniti". Il testo della Perlingieri globalmente non aggiunge informazioni nuove, ma si segnala per la denuncia esplicita del problema “scie tossiche” e per il riferimento ad una sintomatologia riconducibile al Morgellons tra gli animali domestici e selvatici. E’ un tema che approfondiremo appena possibile.
Le scie chimiche stanno uccidendo silenziosamente e lentamente un numero non quantificabile di persone, secondo credibili ricercatori.
Raramente passa un giorno in cui i cieli non siano solcati di linee bianche prodotte dai tankers chimici.
Dopo che le chemtrails sono state create, permangono nel cielo formando dense ed innaturali nuvole. Molte persone pensano che queste scie siano dovute a fenomeni di condensazione del vapore acqueo e non collegano le bianche strisce di primo mattino con le coperture del pomeriggio.
Pubblico un articolo della dottoressa Ilya Sandra Perlingieri intitolato “L’ultimo assalto agli Stati Uniti”, inviato al sito Arctic Beacon e che illustra il problema “scie chimiche”.

Negli ultimi due giorni è stato sferrato un drammatico attacco chimico in gran parte della Nuova Inghilterra ed anche sulla costa occidentale.
Venerdì mattina, 17 aprile 2009, ore 06:00, il cielo era di un vibrante profondo rossastro, tratteggiato di un nero sintetico. Da metà mattinata la copertura nuvolosa è diventata del tutto artificiale con chemtrails che sono associate al morbo di Morgellons ed ai filamenti polimerici di questa malattia.

Più tardi, nella mattina, si contavano più di otto aerei nel cielo che compivano, contemporaneamente, il loro sporco lavoro, disegnando miglia e miglia di linee parallele.
Come potrebbe qualcuno pensare che ciò sia normale?
Con quest’ultima offensiva tossica, ora l’aria ha l’odore di sostanze chimiche. Non esiste nulla più di simile all’aria pura. Da metà pomeriggio, il cielo era completamente coperto da una patina bianco-grigiastra che è durata sino a sabato.
Esistono molte testimonianze di malattie respiratorie difficili da curare (rinite, tosse, bronchite, polmonite). I bambini e le persone anziane sembrano quelli colpiti maggiormente. Spesso sono necessarie settimane e settimane per guarire da queste malattie (a volte due mesi). Ciò che i medici diagnosticano come rinite o bronchite è costituito in realtà da forme non usuali che non esistevano prima del 2000. I farmaci sembrano non essere efficaci, mentre le medicine alternative giovano un po’ di più. Le malattie dell’apparato respiratorio sono oggi la terza causa di morte.
Tutti i mammiferi sono colpiti: perciò anche gli animali. I gatti ed i cani manifestano derma infiammato e pruriginoso. Sintomi simili si notano anche negli animali degli allevamenti (mucche, pecore, maiali e capre). Nella mia tenuta ed in quella dei miei vicini, gli scoiattoli, i ricci e gli occasionali procioni sono sempre intenti a grattarsi.
Sembra che la situazione per i mammiferi peggiori quando si crea una copertura uniforme di veleni chimici.
Quest’anno non si notano zanzare o altri insetti.
Nel 2003 Clifford Carnicom, in una sua indagine, intervistò alcuni insiders i quali affermarono che il Pentagono e le industrie farmaceutiche sono coinvolte nelle irrorazioni clandestine. [1]
Il nostro sistema immunitario è sotto attacco ogni giorno e sta collassando a causa di questa cronica attività di avvelenamento decisa dai governi. Gli elementi chimico-biologici usati (bario, alluminio, batteri e virus) compromettono le capacità di autoguarigione del nostro organismo. Stiamo respirando ogni giorno questi veleni. Quali conseguenze sono stati causate, diffondendo ogni giorno alluminio che danneggia il cervello? [2]
In questo periodo vengono pubblicati articoli dell’attuale illegale amministrazione Obama che intende sviluppare la geoingegneria. Con bugie ed inganni che si affastellano per abbindolare le masse, affermano di voler “combattere il riscaldamento globale”. Eppure la maggioranza degli scienziati oggi sta dichiarando che non esiste il riscaldamento globale, piuttosto il nostro pianeta sta subendo dei cambiamenti climatici dovuti alle operazioni clandestine di aerosol. Ciò non bisogna dire: che i singoli cittadini non hanno provocato danni significativi alla biosfera, mentre o sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali continua ad un ritmo sfrenato, ma di ciò sono responsabili soprattutto le multinazionali che continuano ad accumulare profitti: a queste società non interessa la massiccia distruzione degli ecosistemi. Noi comuni cittadini rimaniamo sull’apice di una ragnatela avvelenata ed in procinto di cadere.
La terra sta mostrando segni di raffreddamento e sono stati pubblicati numerosi studi scientifici che lo confermano. L’ultimo rapporto dell’I.P.C.C. è stato un fallimento e non ha incluso alcuni importanti fenomeni, come l’attività solare. [3]
Quanti cambiamenti climatici sono invece stati provocati, negli ultimi dieci anni, da più di sessanta differenti programmi di modificazione meteorologica clandestini. Sono programmi militari, privati e “pubblici”, ossia si usa il denaro dei contribuenti per avvelenarli. Nessuno di questi programmi è stato mai preceduto da una discussione pubblica.
In un volo recente attraverso gli Stati uniti, tra lo stato dello Iowa ed il Grand Canyon, ho contato dieci aerei che stavano rilasciando scie grigio-nerastre. Un aereo volava perpendicolare al nostro corridoio e sotto di noi: e vi si leggeva la parola “United”. Proprio così! Almeno un velivolo che rilasciava questi aerosol apparteneva alla United Airlines. Qualcun altro ricercatore ha notizie di scie nere? Quali veleni contengono?
Milioni di persone conoscono l’estrema minaccia costituita dalle scie chimiche. Molti comuni cittadini hanno analizzato il suolo, l’acqua e la neve e trovato pericolose concentrazioni di veleni. Sino a quando saremo cavie di questi quotidiani assalti mortali? Quando ci sveglieremo e porremo fine a questa criminale attività?
Noi ci troviamo di fronte ad un collasso non solo della nostra economia, ma soprattutto della nostra salute. Inoltre, poiché ogni argomento di scottante attualità è inserito in compartimenti stagni, invece di abbracciarlo con uno sguardo interdisciplinare e di considerarne tutti gli addentellati, non ci accorgiamo dell’avvelenamento quotidiano, fino a quando non capiamo quanto è fragile la nostra salute. Stiamo sperimentando il metodo di Ponzi degli “Illuminati”. La loro è la ricetta per il disastro.
Ogni funzionario e banchiere corrotto, che ci sta portando verso la catastrofe, deve essere accusato e ritenuto responsabile. Sono gli autori di crisi ininterrotte che hanno deliberatamente creato.
Dobbiamo fare tabula rasa.