13 luglio 2009

Silvio e la mafia: la lettera di Provenzano


da l'Espresso online

Una missiva che documenta i rapporti tra Berlusconi e Cosa Nostra. Anche dopo la "discesa in campo". E' stata trovata tra le carte di Vito Ciancimino. E "L'espresso" la pubblica in esclusiva.

Adesso c'è la prova documentale. Davvero, secondo la procura di Palermo, Silvio Berlusconi era in contatto con i vertici di Cosa Nostra anche dopo la sua "discesa in campo", come era stato già stato raccontato da molti collaboratori di giustizia.

I corleonesi di Bernardo Provenzano, infatti, scrivevano al premier per minacciarlo, blandirlo, chiedere il suo appoggio e offrirgli il loro. Lo si può leggere, qui, nero su bianco, in questa lettera da tre giorni depositata a Palermo gli atti del processo d'appello per riciclaggio contro Massimo Ciancimino , uno dei figli di don Vito, l'ex sindaco mafioso di Palermo, morto nel 2002.

Una lettera che "L'Espresso" online pubblica in esclusiva. Si tratta della seconda parte di una missiva (quella iniziale sembra essere stata stracciata e comunque è andata per il momento smarrita) in cui in corsivo sono state scritte le seguenti frasi: "... posizione politica intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi.Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive" .

Chi abbia vergato quelle parole, lo stabilirà una perizia calligrafica. Ai periti verrà infatti dato il compito di confrontare la lettera con altri scritti di uomini legati a Provenzano. I primi esami hanno comunque già permesso di escludere che gli autori siano don Vito, o suo figlio Massimo, che dopo una condanna in primo grado a cinque anni e tre mesi, collabora con la magistratura.

Tanto che finora le sue parole hanno, tra l'altro, portato all'apertura di un'inchiesta per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento mafioso contro il senatore del Pdl Carlo Vizzini , i senatori dell'Udc Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola , e il deputato dell'Udc e segretario regionale del partito in Sicilia, Saverio Romano . Con i magistrati Massimo Ciancimino ha parlato a lungo della lettera, che lui ricorda di aver visto tra le carte del padre quando era ancora intera.

Ma tutte le sue dichiarazioni sono state secretate. Le poche indiscrezioni che trapelano da questa costola d'indagine, già in fase molto avanzata e nata dagli accertamenti sul patrimonio milionario lasciato da don Vito agli eredi, dicono comunque due cose. La prima: la procura ritiene di aver in mano elementi tali per attribuire il messaggio a dei mafiosi corleonesi vicinissimi a Bernardo Provenzano , il boss che per tutti gli anni Novanta ha continuato ad incontrarsi con Vito Ciancimino.

Anche quando l'ex sindaco, dopo una condanna a 13 anni per mafia, si trovava detenuto ai domiciliari nel suo appartamento nel centro di Roma. La seconda: i magistrati sono convinti che la lettera dei corleonesi sia arrivata a destinazione. Il documento è stato trovato tra le carte personali di don Vito . A sequestrarlo erano stati, già nel 2005, i carabinieri: "Parte di Foglio A4 manoscritto, contenente richieste all'On. Berlusconi per mettere a disposizione una delle sue reti televisive", si legge un verbale a uso tempo redatto da un capitano dell'Arma.

Incredibilmente però la lettera era rimasta per quattro anni nei cassetti della Procura e, all'epoca, non era mai stata contestata a Ciancimino junior nei vari interrogatori. L'unico accenno a Berlusconi che si trova in quei vecchi verbali riguarda infatti una domanda sulla copia di un assegno da 35 milioni di lire forse versato negli anni '70-'80 dall'allora giovane Cavaliere al leader della corrente degli andreottiani siciliani. Dell'assegno si parla a lungo in una telefonata intercettata tra Massimo e sua sorella Luciana il 6 marzo del 2004.

Venti giorni dopo si sarebbe tenuta a Palermo la manifestazione per celebrare i dieci anni di Forza Italia. Luciana dice al fratello di essere stata chiamata da Gianfranco (probabilmente Micciché, in quel periodo assiduo frequentatore dei Ciancimino) che l'aveva invitata alla riunione perché voleva presentarle Berlusconi.

Luciana: "Minchia, mi telefonò Gianfranco.. ah, ti conto questa? all'una meno venti mi arriva un messaggio?"
Massimo: "L'altra volta l'ho incontrato in aereo"
Luciana: "Eh... il 27 marzo, a Palermo... per i dieci anni di vittoria di Forza Italia, viene Silvio Berlusconi. È stata scelta Palermo perché è la sede più sicura... eh... previsione... In previsione saremo 15 mila..."
Massimo: "Ah"
Luciana "...eh allora io dissi minchia sbaglia, e ci scrivo stu messaggio: "rincoglionito, a chi lo dovevi mandare questo messaggio, sucunnu mia sbagliasti" ...in dialetto, eh... eh (ride) e mi risponde: "suca" ...eh (ride) ...mezz'ora fa mi chiama e mi fa: "Minchia ma sei una merda" e allora ci dissi "perché sono una merda".

Dice, hai potuto pensare che io ho sbagliato a mandare? io l'ho mandato a te siccome so che tu lo vuoi conoscere [Berlusconi, nda]? io ti sto dicendo che il 27 marzo "
Massimo: "E digli che c'abbiamo un assegno suo , se lo vuole indietro..."
Luciana "(ride) Chi, il Berlusconi?
Massimo: "Si, ce l'abbiamo ancora nella vecchia carpetta di papà?"
Luciana: " Ma che cazzo dici"
Massimo : "Certo"
Luciana: "Del Berlusca?"
Massimo: "Si, di 35 milioni, se si può glielo diamo..."

Ma nella perquisizione a casa Ciancimino, la polizia giudiziaria l'assegno non lo trova. Interrogato il 3 marzo 2005, Ciancimino jr. conferma solo che gliene parlò suo padre , ma non dice dove sia finito: "Sì, me lo raccontò mio padre? Ma poi era una polemica tra me e mia sorella, perché io l'indomani invece sono andato alla manifestazione di Fassino".

Adesso, invece, dopo la decisione di collaborare con i pm, sarebbe stato più preciso. Ma non basta. Perché Ingroia e Di Matteo, dopo aver scoperto per caso la lettera nell'archivio della procura, hanno anche acquisito agli atti della nuova indagine il cosiddetto rapporto Gran Oriente, redatto sulla base delle confidenze (spesso registrate) del boss mafioso Lugi Ilardo , all'allora colonnello dei carabinieri, Michele Riccio .

Ilardo è stato ucciso in circostanze misteriose alla vigilia dell'inizio della sua collaborazione ufficiale con la giustizia. Ma già nel febbraio del '94 aveveva confidato all'investigatore come Cosa Nostra, per le elezioni di marzo, avesse deciso di appoggiare il neonato movimento di Berlusconi . Un fatto di cui hanno poi parlato dozzine di pentiti e storicamente accertato in varie sentenze. Ilardo il 24 febbraio aveva spiegato a Riccio come qualche settimana prima "i palermitani" avessero indetto una "riunione ristretta" a Caltanissetta con alcuni capofamiglia del nisseno e del catanese.

Nell'incontro "era stato deciso che tutti gli appartenenti alle varie organizzazioni mafiose del territorio nazionale avrebbero dovuto votare 'Forza Italia' . In seguito ogni famiglia avrebbe ricevuto le indicazioni del candidato su cui sarebbero dovuti confluire i voti di preferenza... (inoltre) i vertici 'palermitani' avevano stabilito un contatto con un esponente insospettabile di alto livello appartenente all'entourage di Berlusconi. Questi, in cambio del loro appoggio, aveva garantito normative di legge a favore degli inquisiti appartenenti alle varie "famiglie mafiose" nonché future coperture per lo sviluppo dei loro interessi economici..". Una delle ipotesi, ma non la sola, è che si tratti dell'ideatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, già condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

La procura di Palermo, sospetta dunque, che la lettera ritrovata nell'archivio di Ciancimino si inserisca all'interno di questa presunta trattativa . Nel '94, infatti, Berlusconi governò per soli sette mesi e anche le norme contenute all'interno del cosiddetto decreto salvaladri di luglio, approvato per consentire a molti dei protagonisti di tangentopoli di uscire di galera, che avrebbero in teoria potuto favorire i boss, alla fine non vennero immediatamente ratificate.

Da qui, è la pista seguita dagli investigatori, le apparenti minacce al Cavaliere ("il triste evento" ), la richiesta della messa a disposizione di una rete televisiva e i successivi sviluppi politici che portarono all'approvazione di leggi certamente gradite anche alla mafia, ma spesso approvate con il consenso bipartisan del centro-sinistra.

P. Gomez

Andare alla cieca verso la bancarotta

Caro Presidente Obama e Presidente GM Henderson,
L'ora è tarda.
Sembrate propensi per la bancarotta orchestrata per General Motors il 1° giugno, 2009.
Prima che ogni mossa irreversibile sia fatta - il piano di riorganizzazione della task force di GM va sottomesso al Congresso per la revisione deliberativa e la decisione.
Ci sono molte preoccupazioni principali su una dichiarazione di bancarotta precipitosa che sono emerse nel corso di questi ultimi giorni.
Primo, la ragione primaria già compresa per la bancarotta - vedi i possessori ostinati di obbligazioni - non più applicabile.
Gli sviluppi recenti indicano che GM e la task force dell'auto hanno rivisto l'allocazione proposta della proprietà in una GM ristrutturata, e raggiunto l'accordo con almeno i possessori di obbligazioni più prominenti.
Seppur il pagamento del bond del 1° Giugno sia dovuto, sembra certo che tale pagamento possa essere facilmente inserito nella nuova offerta agli obbligazionisti, come in effetti sarebbe nel caso che GM entrasse in bancarotta.
Con il problema degli obbligazionisti che va verso la soluzione, o almeno ora è risolvibile con chiarezza, non c'è una ragione fondamentale evidente per la bancarotta oltre al momento inarrestabile di alcune agende misteriose.
Dati gli alti interessi (come le perdite di lavoro, le comunità devastate, gli effetti sulla fiducia nel marchio GM e gli impatti socio - economici della riduzione potenzialmente eccessiva) c'è un'ultima possibilità di evitare la tirannia contro il debole che è un Chapter 11 della bancarotta in tribunale.
Secondo, il tema su come le proprietà di GM in Cina saranno trattate nella bancarotta chiede ancora attenzione prima di ogni archiviazione.
Kevin Wale, presidente e direttore esecutivo di GM Cina, disse a CNN che: "Il nostro affare è trattato come una joint - ventures separata qui in Cina in alleanza con SAIC ... perciò siamo lucrosi, finanziamo il nostro investimento e saremmo molto indipendenti da qualsiasi azione che fosse presa in USA".
Tuttavia i beni e i profitti di GM in Cina vanno inclusi in ogni procedimento di bancarotta, e disponibili per i creditori, querelanti e litiganti che potrebbero, è concepibile, fare una petizione per portare l'impresa in liquidazione Chapter 7.
GM ha presentato in modo chiaro al governo i suoi beni valutabili, i grandi profitti e gli obblighi contrattuali che ha in Cina come parte dei suoi patrimoni in qualsiasi bancarotta?
La task force ha indicato qualche incertezza su queste questioni.
Terzo, i procedimenti nella bancarotta Chrysler hanno dato rilievo alle molteplici ingiustizie che sono state perpetrate alle vittime dei prodotti Chrysler difettosi - e ugualmente sono perpetrati alle vittime dei prodotti GM.
(Nel procedimento Chrysler), i grandi dirigenti Chrysler hanno riconosciuto che erano pronti e in grado di fare un accordo con Fiat che avrebbe stabilito un obbligo di successione per l'impresa emergente Fiat/"Chrysler buona".
Nel corso della bancarotta o in preparazione della stessa, tuttavia, essi cambiarono direzione, apparentemente proprio perché lo potevano fare.
Ora, centinaia di vittime Chrysler si mobilitano per far estinguere le loro rivendicazioni, salvo che il giudice della bancarotta o un'altra corte annulli questo elemento del piano.
Ci sono molte differenze tra la bancarotta dell'impresa privata, Chrysler e la bancarotta pendente di GM, ma il piano di ristrutturazione di GM è simile a quello Chrysler nella creazione anticipata di una GM cattiva/vecchia e una GM nuova/buona che emerge senza responsabilità.
Il governo e i principali proprietari di GM pianificano di seguire l'approccio Chrysler?
Il Presidente Obama e la sua Task Force hanno considerato le sofferenze di adulti e bambini veri che deriveranno da una mossa simile?
Non si menziona la reazione politica violenta.
Una persona reale tipo è Amanda Dinnigan, una ragazza di 10 anni di Long Island, New York.
Amanda fu ferita secondo l'accusa da una cintura difettosa del sedile di un GMC Envoy che le ruppe il collo in un incidente.
Suo padre, un metalmeccanico, stima le sue spese mediche in 500.000 dollari l'anno.
La sua qualità di vita persa sarà, è certo, tragica.
Una decisione discrezionale che non stabilisce una responsabilità successoria in una bancarotta discrezionale (volontaria) lascerà Amanda e la sua famiglia - e molti altri senza accesso alla giustizia?
Se i ministri di Obama intendono procedere con manovre che in effetti estinguono tali proteste, essi potrebbero almeno parlare ad alcuni di loro in primis e confrontare le conseguenze umane di tali azioni.
I piani di bancarotta della task force GM paiono ingranare per salvare l'entità di GM - ma con un costo duro e spesso evitabile per lavoratori, comunità, fornitori, consumatori, venditori e per la capacità di fare auto nazionale che si muoverà veloce, dopo la bancarotta, verso la Cina.
A questo ultimo stadio sollecitiamo ancora il Presidente a riconsiderare i piani proposti per la bancarotta, e permettere l'esame deliberativo e congressuale - come i Congressisti chiedono - dei piani di ristrutturazione prima che passi irreversibili siano presi.
Di fatto, il Congresso vale di più di una pianta invasata. Il "primo ramo" legiferò, dopo udienze pubbliche, nel salvataggio di Chrysler del 1979 e per la ristrutturazione di Conrail.

di Ralph Nader


11 luglio 2009

Perché la stampa inglese attacca l'Italia...


E' in atto un'operazione coperta contro il Governo italiano. Si tratta della ripetizione di quell'operazione che già scoppiò intorno a Clinton a fine anni '90. Oggi come allora, è il "fattore LaRouche" a rendere necessarie operazioni multilivello che passano dai media ai tribunali ai servizi segreti deviati, di modo da screditare, delegittimare, privare di autorevolezza ogni volontà politica riformatrice dell'attuale ordine finanziario internazionale alla luce di un principio di giustizia che riporti le Nazioni verso un'epoca di sviluppo e di pace. Infatti il ministro Tremonti, che è allo stato attuale una delle personalità più ascoltate in Europa, sostiene la Nuova Bretton Woods, il progetto per un nuovo sistema finanziario internazionale che Lyndon LaRouche propose nel febbraio del 1997 e che Bill Clinton e il Segretario al Tesoro Robert Rubin presero in considerazione qualche mese più tardi. Ecco che mentre Bill Clinton vide inibita ogni sua capacità politica con lo scandalo Lewinsky, l'Italia rischia di subire oggi il medesimo destino, in un 2009 durante il quale ricoprirà il ruolo di presidente del G8.

Un cittadino dotato di un minimo senso critico dovrebbe chiedersi del perché della recente pioggia di scandali e critiche espresse al Governo italiano proprio in questo momento. La risposta più immediata potrebbe essere quella della importante fase pre-elettorale appena conclusasi in Italia. Ma in realtà vi è molto di più. Vi è molto di più perché al "caso Berlusconi" hanno partecipato in primo luogo i media internazionali. Da Repubblica, a El Pais, alla Bbc, alla Cnn, si tratta di una rete mediatica legata ai circoli bancari londinesi, ed a personaggi a questi legatissimi come Carlo De Benedetti, George Soros, Ted Turner. Anche i "moralizzatori", quelli che ce l'hanno con la politica, come Di Pietro e Grillo per esempio, sono complici di questi circoli. Non è un caso per esempio che Grillo durante uno spettacolo dell'inverno del 2003, definì il megaspeculatore George Soros ed il magnate dei media Ted Turner, come modelli di capitalismo etico. Tanto sono "etici" che entrambi aderiscono alle tesi neomaltusiane (per la riduzione della popolazione mondiale) [1].

La cittadinanza dovrebbe dunque quanto meno prendere le distanze da una operazione che è un palese tentativo di condizionare la sovranità politica italiana da parte di forze private nazionali ed estere.

In Italia gli scandali intorno al Presidente Berlusconi hanno rappresentato l'ancora di salvataggio a cui è ricorso il potentato finanziario dietro al Gruppo L'Espresso per impedire la disintegrazione della creatura politica che sponsorizzano, il Partito Democratico. Dunque, il dato politico principale della faccenda è che il PD si trova ad un livello di pochezza ideale da farsi dettare l'agenda politica dal gossip de La Repubblica piuttosto che fare politica intorno a questioni fondanti. Tuttavia tra queste questioni fondanti vi è la riforma del sistema finanziario internazionale che il Governo italiano non riesce a portare avanti a livello di G8 o G20 – ma allora qui si dovrebbe rivolgere un duro atto di accusa verso Gordon Brown! – ; la questione del flusso creditizio che non arriva alle banche – ed allora qui si dovrebbe dar ragione a Tremonti quando propone i Tremonti Bond e decide di istituire il controllo prefettizio sulle banche, invece che invocare il "trascendentale" principio dell'indipendenza delle banche! – ; la questione Alitalia, che era opportuno tenere in mano pubblica e rifinanziare – ma allora qui invece che rivolgere un j'accuse al Governo lo si dovrebbe rivolgere alla legislazione europea! – . Queste vicende mostrano le lacune del patrimonio ideale dell'attuale PD e del ventennale conformarsi della sua dirigenza all'ideologia liberista e alla globalizzazione finanziaria. Si tratta di un vero e proprio tradimento di quello che dovrebbe essere il patrimonio genetico del Partito Democratico, così come si espresse durante l'era di Franklin Delano Roosevelt, in quanto esperienza decisiva dal punto di vista storico, sia sul fronte economico che sul fronte delle relazioni internazionali.

La presidenza del G8 all'Italia


Così La Repubblica si è avvantaggiata delle operazioni sporche di personaggi su cui la magistratura dovrebbe aprire un'inchiesta per verificare se appartenenti o comunque vicini ai servizi segreti deviati – mentre il PD si è avvantaggiato dell'inchiesta di Repubblica. A livello elettorale tutto ciò è costato in termini di voti quasi dieci punti percentuali al PdL, ma ha fatto riguadagnare al PD ben pochi punti percentuali rispetto ai minimi di consenso a cui veniva dato.

Ma a queste vicende è stata data un'eco internazionale, mentre appunto l'Italia per questo 2009 riveste il ruolo di presidente in seno agli incontri del G8. Se l'Italia non avesse rivestito questo ruolo, la grande eco internazionale data al sexygate di Berlusconi non ci sarebbe stata. Ma invece Berlusconi, pur con i suoi chiari limiti, evidenziati dalle ripetute dichiarazioni sul fatto che la crisi sarebbe solo "psicologica", ha scelto come superministro dell'Economia un personaggio un po' eccentrico come Tremonti, che nonostante sia un uomo fedele alla politica del premier, gode trasversalmente della simpatia e del rispetto di gran parte dei politici e dei cittadini italiani. E per l'oligarchia finanziaria la pericolosità del Governo Berlusconi risiede in particolare nel Giulio Tremonti che parla di valori e di morale, che parla di legge e politica sovraordinata ai desiderata dei banchieri, che partecipa ad incontri pubblici con Lyndon LaRouche, che non perde occasione per ricordare che il problema di fondo dell'attuale fase storica non sono le liberalizzazioni o la riforma delle pensioni – tutta roba che bastona lavoratori e pensionati per dare nuovi aiuti agli speculatori – quanto il magnetismo esercitato dai prodotti speculativi sulle banche e la parallela allergia che hanno verso l'economia reale. Secondo Tremonti l'attuale "stabilizzazione" del sistema finanziario decantata dai cosiddetti esperti in realtà significa soltanto porre le basi per una nuova crisi. Se non si neutralizza il meccanismo dei derivati e altri titoli altamente speculativi non si potrà effettuare un cambiamento vero.

Le cose che LaRouche sostiene, con la crisi finanziaria ed economica in corso fanno sempre più breccia anche tra chi finora credeva di poter fare politica accettando che la questione della sovranità creditizia e monetaria potesse essere lasciata alle autorità finanziarie ed ai banchieri. Se queste divengono oggetto di discussione tra più leader nazionali, l'oligarchia finanziaria rischia di ritrovarsi in serie difficoltà. E allora, anche per rifarsi all'articolo di Lodovico Festa comparso su Il Foglio del 30 giugno che centra piuttosto bene il punctum dolens di tutta la questione, il problema non è tanto ciò che ha fatto o detto sinora Tremonti, quanto il processo che egli potrebbe mettere in moto. [2]

Il dato comune dell'attacco scandalistico di oggi con quello che riguardò Bill Clinton nel 1998, è che oggi come allora sul tavolo di discussione di chi ricopre un ruolo che potrebbe essere cruciale per la storia, vi è la proposta di Nuova Bretton Woods di LaRouche. LaRouche di fatto è vittima di ostracismo, diffamazioni e menzogne da circa quarant'anni, ma la capacità del suo movimento politico di far arrivare le sue idee ai piani alti della politica mondiale è assai efficace. Di fatto i sexygate hanno la capacità di delegittimare agli occhi altrui, e di inibire la capacità propositiva di chi è fautore di proposte concettualmente complesse, che rompono con gli schemi a cui si è abituati.

Sia chiaro che qui non si prendono le difese di Berlusconi e tanto meno si intende addentrarsi negli scandali, ma si interviene sul fatto che essi vengano artatamente strumentalizzati per condizionare la sovranità nazionale italiana.

Claudio Giudici
Movimento Internazionale per i diritti civili - Solidarietà





Note:

[1] - Il 5 maggio alcuni tra i più ricchi personaggi del mondo si sono riuniti segretamente a New York. Tre settimane dopo, la notizia è finita sul Sunday Times, in un articolo di John Harlow intitolato "Club di miliardari si adopera per ridurre la popolazione", che ha anche rivelato l'ordine del giorno. La riunione sembra essere stata convocata su iniziativa di Bill Gates, l'uomo più ricco del mondo secondo Forbes e fondatore di Microsoft, dal numero due sulla lista di Forbes Warren Buffett (il quale ha versato 31 miliardi di dollari alla Fondazione Bill e Melinda Gates) e da David Rockefeller, [...]. Oltre a questi tre personaggi, alla riunione segreta erano presenti il sindaco di New York Michael Bloomberg, il famoso speculatore George Soros, il cofondatore del Blackstone Group Peter G. Peterson (tra i promotori dei tagli alla sanità pubblica), l'ex manager di hedge fund Julian H. Robertson Jr., l'ex presidente della Cisco Systems John Morgridge con la consorte Tashia, David Rockefeller Jr. e i magnate della comunicazione Ted Turner e Oprah Winfrey. "Inizialmente, i partecipanti si sono rifiutati di rivelare dettagli sulla riunione, durata cinque ore, citando un accordo per proteggerne il carattere confidenziale", ha riferito il Times. Apparentemente si è cominciato con un intervento di quindici minuti in cui ciascuno ha perorato la propria "causa" particolare. Poi a cena, secondo John Harlow, "prendendo spunto da Gates, hanno tutti concordato che la sovrappopolazione" fosse la "causa-ombrello" che abbraccia ogni altra preoccupazione. La seduta è stata talmente "discreta" che alcuni collaboratori dei miliardari credevano che il loro boss partecipasse a un "briefing sulla sicurezza". Un partecipante ha affermato che c'è stato consenso sull'appoggiare una strategia "per combattere la crescita demografica in quanto minaccia ambientale, sociale e industriale potenzialmente disastrosa". I governi sono stati giudicati incapaci di scongiurare il disastro incombente. Secondo ABC News, "La riunione ha ricordato quelle che si tenevano nello studio di J.P. Morgan, in cui si ritrovavano i più importanti finanzieri americani per discutere come i cittadini privati potessero fermare il panico economico". (Fonte EIR – Strategic Alert edizione italiana, n. 23, 4 giugno 2009).

[2] - Il Financial Times del 9 aprile 2008, in un articolo di Tony Barber, che nello Strategic Alert n. 16 del 17 aprile 2008 segnalammo, in merito a Tremonti (in quel momento solo papabile ministro dell'Economia) sosteneva: "Quindi consideriamolo come un uovo di serpente che, schiuso, diverrebbe, secondo la sua natura nocivo, e uccidiamolo nel guscio".

13 luglio 2009

Silvio e la mafia: la lettera di Provenzano


da l'Espresso online

Una missiva che documenta i rapporti tra Berlusconi e Cosa Nostra. Anche dopo la "discesa in campo". E' stata trovata tra le carte di Vito Ciancimino. E "L'espresso" la pubblica in esclusiva.

Adesso c'è la prova documentale. Davvero, secondo la procura di Palermo, Silvio Berlusconi era in contatto con i vertici di Cosa Nostra anche dopo la sua "discesa in campo", come era stato già stato raccontato da molti collaboratori di giustizia.

I corleonesi di Bernardo Provenzano, infatti, scrivevano al premier per minacciarlo, blandirlo, chiedere il suo appoggio e offrirgli il loro. Lo si può leggere, qui, nero su bianco, in questa lettera da tre giorni depositata a Palermo gli atti del processo d'appello per riciclaggio contro Massimo Ciancimino , uno dei figli di don Vito, l'ex sindaco mafioso di Palermo, morto nel 2002.

Una lettera che "L'Espresso" online pubblica in esclusiva. Si tratta della seconda parte di una missiva (quella iniziale sembra essere stata stracciata e comunque è andata per il momento smarrita) in cui in corsivo sono state scritte le seguenti frasi: "... posizione politica intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi.Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive" .

Chi abbia vergato quelle parole, lo stabilirà una perizia calligrafica. Ai periti verrà infatti dato il compito di confrontare la lettera con altri scritti di uomini legati a Provenzano. I primi esami hanno comunque già permesso di escludere che gli autori siano don Vito, o suo figlio Massimo, che dopo una condanna in primo grado a cinque anni e tre mesi, collabora con la magistratura.

Tanto che finora le sue parole hanno, tra l'altro, portato all'apertura di un'inchiesta per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento mafioso contro il senatore del Pdl Carlo Vizzini , i senatori dell'Udc Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola , e il deputato dell'Udc e segretario regionale del partito in Sicilia, Saverio Romano . Con i magistrati Massimo Ciancimino ha parlato a lungo della lettera, che lui ricorda di aver visto tra le carte del padre quando era ancora intera.

Ma tutte le sue dichiarazioni sono state secretate. Le poche indiscrezioni che trapelano da questa costola d'indagine, già in fase molto avanzata e nata dagli accertamenti sul patrimonio milionario lasciato da don Vito agli eredi, dicono comunque due cose. La prima: la procura ritiene di aver in mano elementi tali per attribuire il messaggio a dei mafiosi corleonesi vicinissimi a Bernardo Provenzano , il boss che per tutti gli anni Novanta ha continuato ad incontrarsi con Vito Ciancimino.

Anche quando l'ex sindaco, dopo una condanna a 13 anni per mafia, si trovava detenuto ai domiciliari nel suo appartamento nel centro di Roma. La seconda: i magistrati sono convinti che la lettera dei corleonesi sia arrivata a destinazione. Il documento è stato trovato tra le carte personali di don Vito . A sequestrarlo erano stati, già nel 2005, i carabinieri: "Parte di Foglio A4 manoscritto, contenente richieste all'On. Berlusconi per mettere a disposizione una delle sue reti televisive", si legge un verbale a uso tempo redatto da un capitano dell'Arma.

Incredibilmente però la lettera era rimasta per quattro anni nei cassetti della Procura e, all'epoca, non era mai stata contestata a Ciancimino junior nei vari interrogatori. L'unico accenno a Berlusconi che si trova in quei vecchi verbali riguarda infatti una domanda sulla copia di un assegno da 35 milioni di lire forse versato negli anni '70-'80 dall'allora giovane Cavaliere al leader della corrente degli andreottiani siciliani. Dell'assegno si parla a lungo in una telefonata intercettata tra Massimo e sua sorella Luciana il 6 marzo del 2004.

Venti giorni dopo si sarebbe tenuta a Palermo la manifestazione per celebrare i dieci anni di Forza Italia. Luciana dice al fratello di essere stata chiamata da Gianfranco (probabilmente Micciché, in quel periodo assiduo frequentatore dei Ciancimino) che l'aveva invitata alla riunione perché voleva presentarle Berlusconi.

Luciana: "Minchia, mi telefonò Gianfranco.. ah, ti conto questa? all'una meno venti mi arriva un messaggio?"
Massimo: "L'altra volta l'ho incontrato in aereo"
Luciana: "Eh... il 27 marzo, a Palermo... per i dieci anni di vittoria di Forza Italia, viene Silvio Berlusconi. È stata scelta Palermo perché è la sede più sicura... eh... previsione... In previsione saremo 15 mila..."
Massimo: "Ah"
Luciana "...eh allora io dissi minchia sbaglia, e ci scrivo stu messaggio: "rincoglionito, a chi lo dovevi mandare questo messaggio, sucunnu mia sbagliasti" ...in dialetto, eh... eh (ride) e mi risponde: "suca" ...eh (ride) ...mezz'ora fa mi chiama e mi fa: "Minchia ma sei una merda" e allora ci dissi "perché sono una merda".

Dice, hai potuto pensare che io ho sbagliato a mandare? io l'ho mandato a te siccome so che tu lo vuoi conoscere [Berlusconi, nda]? io ti sto dicendo che il 27 marzo "
Massimo: "E digli che c'abbiamo un assegno suo , se lo vuole indietro..."
Luciana "(ride) Chi, il Berlusconi?
Massimo: "Si, ce l'abbiamo ancora nella vecchia carpetta di papà?"
Luciana: " Ma che cazzo dici"
Massimo : "Certo"
Luciana: "Del Berlusca?"
Massimo: "Si, di 35 milioni, se si può glielo diamo..."

Ma nella perquisizione a casa Ciancimino, la polizia giudiziaria l'assegno non lo trova. Interrogato il 3 marzo 2005, Ciancimino jr. conferma solo che gliene parlò suo padre , ma non dice dove sia finito: "Sì, me lo raccontò mio padre? Ma poi era una polemica tra me e mia sorella, perché io l'indomani invece sono andato alla manifestazione di Fassino".

Adesso, invece, dopo la decisione di collaborare con i pm, sarebbe stato più preciso. Ma non basta. Perché Ingroia e Di Matteo, dopo aver scoperto per caso la lettera nell'archivio della procura, hanno anche acquisito agli atti della nuova indagine il cosiddetto rapporto Gran Oriente, redatto sulla base delle confidenze (spesso registrate) del boss mafioso Lugi Ilardo , all'allora colonnello dei carabinieri, Michele Riccio .

Ilardo è stato ucciso in circostanze misteriose alla vigilia dell'inizio della sua collaborazione ufficiale con la giustizia. Ma già nel febbraio del '94 aveveva confidato all'investigatore come Cosa Nostra, per le elezioni di marzo, avesse deciso di appoggiare il neonato movimento di Berlusconi . Un fatto di cui hanno poi parlato dozzine di pentiti e storicamente accertato in varie sentenze. Ilardo il 24 febbraio aveva spiegato a Riccio come qualche settimana prima "i palermitani" avessero indetto una "riunione ristretta" a Caltanissetta con alcuni capofamiglia del nisseno e del catanese.

Nell'incontro "era stato deciso che tutti gli appartenenti alle varie organizzazioni mafiose del territorio nazionale avrebbero dovuto votare 'Forza Italia' . In seguito ogni famiglia avrebbe ricevuto le indicazioni del candidato su cui sarebbero dovuti confluire i voti di preferenza... (inoltre) i vertici 'palermitani' avevano stabilito un contatto con un esponente insospettabile di alto livello appartenente all'entourage di Berlusconi. Questi, in cambio del loro appoggio, aveva garantito normative di legge a favore degli inquisiti appartenenti alle varie "famiglie mafiose" nonché future coperture per lo sviluppo dei loro interessi economici..". Una delle ipotesi, ma non la sola, è che si tratti dell'ideatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, già condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

La procura di Palermo, sospetta dunque, che la lettera ritrovata nell'archivio di Ciancimino si inserisca all'interno di questa presunta trattativa . Nel '94, infatti, Berlusconi governò per soli sette mesi e anche le norme contenute all'interno del cosiddetto decreto salvaladri di luglio, approvato per consentire a molti dei protagonisti di tangentopoli di uscire di galera, che avrebbero in teoria potuto favorire i boss, alla fine non vennero immediatamente ratificate.

Da qui, è la pista seguita dagli investigatori, le apparenti minacce al Cavaliere ("il triste evento" ), la richiesta della messa a disposizione di una rete televisiva e i successivi sviluppi politici che portarono all'approvazione di leggi certamente gradite anche alla mafia, ma spesso approvate con il consenso bipartisan del centro-sinistra.

P. Gomez

Andare alla cieca verso la bancarotta

Caro Presidente Obama e Presidente GM Henderson,
L'ora è tarda.
Sembrate propensi per la bancarotta orchestrata per General Motors il 1° giugno, 2009.
Prima che ogni mossa irreversibile sia fatta - il piano di riorganizzazione della task force di GM va sottomesso al Congresso per la revisione deliberativa e la decisione.
Ci sono molte preoccupazioni principali su una dichiarazione di bancarotta precipitosa che sono emerse nel corso di questi ultimi giorni.
Primo, la ragione primaria già compresa per la bancarotta - vedi i possessori ostinati di obbligazioni - non più applicabile.
Gli sviluppi recenti indicano che GM e la task force dell'auto hanno rivisto l'allocazione proposta della proprietà in una GM ristrutturata, e raggiunto l'accordo con almeno i possessori di obbligazioni più prominenti.
Seppur il pagamento del bond del 1° Giugno sia dovuto, sembra certo che tale pagamento possa essere facilmente inserito nella nuova offerta agli obbligazionisti, come in effetti sarebbe nel caso che GM entrasse in bancarotta.
Con il problema degli obbligazionisti che va verso la soluzione, o almeno ora è risolvibile con chiarezza, non c'è una ragione fondamentale evidente per la bancarotta oltre al momento inarrestabile di alcune agende misteriose.
Dati gli alti interessi (come le perdite di lavoro, le comunità devastate, gli effetti sulla fiducia nel marchio GM e gli impatti socio - economici della riduzione potenzialmente eccessiva) c'è un'ultima possibilità di evitare la tirannia contro il debole che è un Chapter 11 della bancarotta in tribunale.
Secondo, il tema su come le proprietà di GM in Cina saranno trattate nella bancarotta chiede ancora attenzione prima di ogni archiviazione.
Kevin Wale, presidente e direttore esecutivo di GM Cina, disse a CNN che: "Il nostro affare è trattato come una joint - ventures separata qui in Cina in alleanza con SAIC ... perciò siamo lucrosi, finanziamo il nostro investimento e saremmo molto indipendenti da qualsiasi azione che fosse presa in USA".
Tuttavia i beni e i profitti di GM in Cina vanno inclusi in ogni procedimento di bancarotta, e disponibili per i creditori, querelanti e litiganti che potrebbero, è concepibile, fare una petizione per portare l'impresa in liquidazione Chapter 7.
GM ha presentato in modo chiaro al governo i suoi beni valutabili, i grandi profitti e gli obblighi contrattuali che ha in Cina come parte dei suoi patrimoni in qualsiasi bancarotta?
La task force ha indicato qualche incertezza su queste questioni.
Terzo, i procedimenti nella bancarotta Chrysler hanno dato rilievo alle molteplici ingiustizie che sono state perpetrate alle vittime dei prodotti Chrysler difettosi - e ugualmente sono perpetrati alle vittime dei prodotti GM.
(Nel procedimento Chrysler), i grandi dirigenti Chrysler hanno riconosciuto che erano pronti e in grado di fare un accordo con Fiat che avrebbe stabilito un obbligo di successione per l'impresa emergente Fiat/"Chrysler buona".
Nel corso della bancarotta o in preparazione della stessa, tuttavia, essi cambiarono direzione, apparentemente proprio perché lo potevano fare.
Ora, centinaia di vittime Chrysler si mobilitano per far estinguere le loro rivendicazioni, salvo che il giudice della bancarotta o un'altra corte annulli questo elemento del piano.
Ci sono molte differenze tra la bancarotta dell'impresa privata, Chrysler e la bancarotta pendente di GM, ma il piano di ristrutturazione di GM è simile a quello Chrysler nella creazione anticipata di una GM cattiva/vecchia e una GM nuova/buona che emerge senza responsabilità.
Il governo e i principali proprietari di GM pianificano di seguire l'approccio Chrysler?
Il Presidente Obama e la sua Task Force hanno considerato le sofferenze di adulti e bambini veri che deriveranno da una mossa simile?
Non si menziona la reazione politica violenta.
Una persona reale tipo è Amanda Dinnigan, una ragazza di 10 anni di Long Island, New York.
Amanda fu ferita secondo l'accusa da una cintura difettosa del sedile di un GMC Envoy che le ruppe il collo in un incidente.
Suo padre, un metalmeccanico, stima le sue spese mediche in 500.000 dollari l'anno.
La sua qualità di vita persa sarà, è certo, tragica.
Una decisione discrezionale che non stabilisce una responsabilità successoria in una bancarotta discrezionale (volontaria) lascerà Amanda e la sua famiglia - e molti altri senza accesso alla giustizia?
Se i ministri di Obama intendono procedere con manovre che in effetti estinguono tali proteste, essi potrebbero almeno parlare ad alcuni di loro in primis e confrontare le conseguenze umane di tali azioni.
I piani di bancarotta della task force GM paiono ingranare per salvare l'entità di GM - ma con un costo duro e spesso evitabile per lavoratori, comunità, fornitori, consumatori, venditori e per la capacità di fare auto nazionale che si muoverà veloce, dopo la bancarotta, verso la Cina.
A questo ultimo stadio sollecitiamo ancora il Presidente a riconsiderare i piani proposti per la bancarotta, e permettere l'esame deliberativo e congressuale - come i Congressisti chiedono - dei piani di ristrutturazione prima che passi irreversibili siano presi.
Di fatto, il Congresso vale di più di una pianta invasata. Il "primo ramo" legiferò, dopo udienze pubbliche, nel salvataggio di Chrysler del 1979 e per la ristrutturazione di Conrail.

di Ralph Nader


11 luglio 2009

Perché la stampa inglese attacca l'Italia...


E' in atto un'operazione coperta contro il Governo italiano. Si tratta della ripetizione di quell'operazione che già scoppiò intorno a Clinton a fine anni '90. Oggi come allora, è il "fattore LaRouche" a rendere necessarie operazioni multilivello che passano dai media ai tribunali ai servizi segreti deviati, di modo da screditare, delegittimare, privare di autorevolezza ogni volontà politica riformatrice dell'attuale ordine finanziario internazionale alla luce di un principio di giustizia che riporti le Nazioni verso un'epoca di sviluppo e di pace. Infatti il ministro Tremonti, che è allo stato attuale una delle personalità più ascoltate in Europa, sostiene la Nuova Bretton Woods, il progetto per un nuovo sistema finanziario internazionale che Lyndon LaRouche propose nel febbraio del 1997 e che Bill Clinton e il Segretario al Tesoro Robert Rubin presero in considerazione qualche mese più tardi. Ecco che mentre Bill Clinton vide inibita ogni sua capacità politica con lo scandalo Lewinsky, l'Italia rischia di subire oggi il medesimo destino, in un 2009 durante il quale ricoprirà il ruolo di presidente del G8.

Un cittadino dotato di un minimo senso critico dovrebbe chiedersi del perché della recente pioggia di scandali e critiche espresse al Governo italiano proprio in questo momento. La risposta più immediata potrebbe essere quella della importante fase pre-elettorale appena conclusasi in Italia. Ma in realtà vi è molto di più. Vi è molto di più perché al "caso Berlusconi" hanno partecipato in primo luogo i media internazionali. Da Repubblica, a El Pais, alla Bbc, alla Cnn, si tratta di una rete mediatica legata ai circoli bancari londinesi, ed a personaggi a questi legatissimi come Carlo De Benedetti, George Soros, Ted Turner. Anche i "moralizzatori", quelli che ce l'hanno con la politica, come Di Pietro e Grillo per esempio, sono complici di questi circoli. Non è un caso per esempio che Grillo durante uno spettacolo dell'inverno del 2003, definì il megaspeculatore George Soros ed il magnate dei media Ted Turner, come modelli di capitalismo etico. Tanto sono "etici" che entrambi aderiscono alle tesi neomaltusiane (per la riduzione della popolazione mondiale) [1].

La cittadinanza dovrebbe dunque quanto meno prendere le distanze da una operazione che è un palese tentativo di condizionare la sovranità politica italiana da parte di forze private nazionali ed estere.

In Italia gli scandali intorno al Presidente Berlusconi hanno rappresentato l'ancora di salvataggio a cui è ricorso il potentato finanziario dietro al Gruppo L'Espresso per impedire la disintegrazione della creatura politica che sponsorizzano, il Partito Democratico. Dunque, il dato politico principale della faccenda è che il PD si trova ad un livello di pochezza ideale da farsi dettare l'agenda politica dal gossip de La Repubblica piuttosto che fare politica intorno a questioni fondanti. Tuttavia tra queste questioni fondanti vi è la riforma del sistema finanziario internazionale che il Governo italiano non riesce a portare avanti a livello di G8 o G20 – ma allora qui si dovrebbe rivolgere un duro atto di accusa verso Gordon Brown! – ; la questione del flusso creditizio che non arriva alle banche – ed allora qui si dovrebbe dar ragione a Tremonti quando propone i Tremonti Bond e decide di istituire il controllo prefettizio sulle banche, invece che invocare il "trascendentale" principio dell'indipendenza delle banche! – ; la questione Alitalia, che era opportuno tenere in mano pubblica e rifinanziare – ma allora qui invece che rivolgere un j'accuse al Governo lo si dovrebbe rivolgere alla legislazione europea! – . Queste vicende mostrano le lacune del patrimonio ideale dell'attuale PD e del ventennale conformarsi della sua dirigenza all'ideologia liberista e alla globalizzazione finanziaria. Si tratta di un vero e proprio tradimento di quello che dovrebbe essere il patrimonio genetico del Partito Democratico, così come si espresse durante l'era di Franklin Delano Roosevelt, in quanto esperienza decisiva dal punto di vista storico, sia sul fronte economico che sul fronte delle relazioni internazionali.

La presidenza del G8 all'Italia


Così La Repubblica si è avvantaggiata delle operazioni sporche di personaggi su cui la magistratura dovrebbe aprire un'inchiesta per verificare se appartenenti o comunque vicini ai servizi segreti deviati – mentre il PD si è avvantaggiato dell'inchiesta di Repubblica. A livello elettorale tutto ciò è costato in termini di voti quasi dieci punti percentuali al PdL, ma ha fatto riguadagnare al PD ben pochi punti percentuali rispetto ai minimi di consenso a cui veniva dato.

Ma a queste vicende è stata data un'eco internazionale, mentre appunto l'Italia per questo 2009 riveste il ruolo di presidente in seno agli incontri del G8. Se l'Italia non avesse rivestito questo ruolo, la grande eco internazionale data al sexygate di Berlusconi non ci sarebbe stata. Ma invece Berlusconi, pur con i suoi chiari limiti, evidenziati dalle ripetute dichiarazioni sul fatto che la crisi sarebbe solo "psicologica", ha scelto come superministro dell'Economia un personaggio un po' eccentrico come Tremonti, che nonostante sia un uomo fedele alla politica del premier, gode trasversalmente della simpatia e del rispetto di gran parte dei politici e dei cittadini italiani. E per l'oligarchia finanziaria la pericolosità del Governo Berlusconi risiede in particolare nel Giulio Tremonti che parla di valori e di morale, che parla di legge e politica sovraordinata ai desiderata dei banchieri, che partecipa ad incontri pubblici con Lyndon LaRouche, che non perde occasione per ricordare che il problema di fondo dell'attuale fase storica non sono le liberalizzazioni o la riforma delle pensioni – tutta roba che bastona lavoratori e pensionati per dare nuovi aiuti agli speculatori – quanto il magnetismo esercitato dai prodotti speculativi sulle banche e la parallela allergia che hanno verso l'economia reale. Secondo Tremonti l'attuale "stabilizzazione" del sistema finanziario decantata dai cosiddetti esperti in realtà significa soltanto porre le basi per una nuova crisi. Se non si neutralizza il meccanismo dei derivati e altri titoli altamente speculativi non si potrà effettuare un cambiamento vero.

Le cose che LaRouche sostiene, con la crisi finanziaria ed economica in corso fanno sempre più breccia anche tra chi finora credeva di poter fare politica accettando che la questione della sovranità creditizia e monetaria potesse essere lasciata alle autorità finanziarie ed ai banchieri. Se queste divengono oggetto di discussione tra più leader nazionali, l'oligarchia finanziaria rischia di ritrovarsi in serie difficoltà. E allora, anche per rifarsi all'articolo di Lodovico Festa comparso su Il Foglio del 30 giugno che centra piuttosto bene il punctum dolens di tutta la questione, il problema non è tanto ciò che ha fatto o detto sinora Tremonti, quanto il processo che egli potrebbe mettere in moto. [2]

Il dato comune dell'attacco scandalistico di oggi con quello che riguardò Bill Clinton nel 1998, è che oggi come allora sul tavolo di discussione di chi ricopre un ruolo che potrebbe essere cruciale per la storia, vi è la proposta di Nuova Bretton Woods di LaRouche. LaRouche di fatto è vittima di ostracismo, diffamazioni e menzogne da circa quarant'anni, ma la capacità del suo movimento politico di far arrivare le sue idee ai piani alti della politica mondiale è assai efficace. Di fatto i sexygate hanno la capacità di delegittimare agli occhi altrui, e di inibire la capacità propositiva di chi è fautore di proposte concettualmente complesse, che rompono con gli schemi a cui si è abituati.

Sia chiaro che qui non si prendono le difese di Berlusconi e tanto meno si intende addentrarsi negli scandali, ma si interviene sul fatto che essi vengano artatamente strumentalizzati per condizionare la sovranità nazionale italiana.

Claudio Giudici
Movimento Internazionale per i diritti civili - Solidarietà





Note:

[1] - Il 5 maggio alcuni tra i più ricchi personaggi del mondo si sono riuniti segretamente a New York. Tre settimane dopo, la notizia è finita sul Sunday Times, in un articolo di John Harlow intitolato "Club di miliardari si adopera per ridurre la popolazione", che ha anche rivelato l'ordine del giorno. La riunione sembra essere stata convocata su iniziativa di Bill Gates, l'uomo più ricco del mondo secondo Forbes e fondatore di Microsoft, dal numero due sulla lista di Forbes Warren Buffett (il quale ha versato 31 miliardi di dollari alla Fondazione Bill e Melinda Gates) e da David Rockefeller, [...]. Oltre a questi tre personaggi, alla riunione segreta erano presenti il sindaco di New York Michael Bloomberg, il famoso speculatore George Soros, il cofondatore del Blackstone Group Peter G. Peterson (tra i promotori dei tagli alla sanità pubblica), l'ex manager di hedge fund Julian H. Robertson Jr., l'ex presidente della Cisco Systems John Morgridge con la consorte Tashia, David Rockefeller Jr. e i magnate della comunicazione Ted Turner e Oprah Winfrey. "Inizialmente, i partecipanti si sono rifiutati di rivelare dettagli sulla riunione, durata cinque ore, citando un accordo per proteggerne il carattere confidenziale", ha riferito il Times. Apparentemente si è cominciato con un intervento di quindici minuti in cui ciascuno ha perorato la propria "causa" particolare. Poi a cena, secondo John Harlow, "prendendo spunto da Gates, hanno tutti concordato che la sovrappopolazione" fosse la "causa-ombrello" che abbraccia ogni altra preoccupazione. La seduta è stata talmente "discreta" che alcuni collaboratori dei miliardari credevano che il loro boss partecipasse a un "briefing sulla sicurezza". Un partecipante ha affermato che c'è stato consenso sull'appoggiare una strategia "per combattere la crescita demografica in quanto minaccia ambientale, sociale e industriale potenzialmente disastrosa". I governi sono stati giudicati incapaci di scongiurare il disastro incombente. Secondo ABC News, "La riunione ha ricordato quelle che si tenevano nello studio di J.P. Morgan, in cui si ritrovavano i più importanti finanzieri americani per discutere come i cittadini privati potessero fermare il panico economico". (Fonte EIR – Strategic Alert edizione italiana, n. 23, 4 giugno 2009).

[2] - Il Financial Times del 9 aprile 2008, in un articolo di Tony Barber, che nello Strategic Alert n. 16 del 17 aprile 2008 segnalammo, in merito a Tremonti (in quel momento solo papabile ministro dell'Economia) sosteneva: "Quindi consideriamolo come un uovo di serpente che, schiuso, diverrebbe, secondo la sua natura nocivo, e uccidiamolo nel guscio".