Un tempo era costume raccontare strane storie ai bambini. Se non si voleva che facessero la tal cosa, si raccontava di terribili conseguenze nel caso avessero disobbedito. Si tratta di un espediente molto usato anche dalle religioni, al punto che il timore delle terribili conseguenze identificava persino la brava persona: "timorato di Dio", si diceva. Eppure, la stragrande maggioranza di queste "terribili conseguenze" erano pure menzogne.
Come abbiamo imparato da grandi, masturbandoci non diventiamo ciechi. Come abbiamo imparato da grandi, non c'e' nessun babau, uomo nero, non c'e' nessun inferno se guardo un bel culo.
Perche' ci veniva raccontato tutto questo? A raccontarci queste cose era un sistema che temeva la disobbedienza. LA temeva perche' sapeva benissimo che possedere alcuni punti chiave del comportamento umano avrebbe mantenuto la struttura sociale, politica, economica, del periodo.
Ogni sistema di potere che intenda essere vessatorio alimenta, per forza di cose, un sistema di simili bugie. Compreso il sistema finanziario attuale. Tali bugie, che servono a tenere in piedi il sistema stesso, hanno come scopo quello di non lasciarci fare quello che vorremmo, o meglio, cio' che il sistema stesso teme.
Prendiamo il caso della Grecia. Che cosa sarebbe successo che anziche' richiedere il "prestito" UE lo avesse rifiutato categoricamente? Sarebbe andata in default? No, in default c'e' gia': il loro primo ministro ha gia' ammesso di non avere liquidita' per onorare le scadenze. La grecia, quindi, E' in default.
E allora cosa sarebbe successo? Sarebbe successo che le sarebbero stati negati ulteriori prestiti dai mercati. Aha. E invece, adesso che arriva il prestito UE, pensate davvero che i mercati finanzieranno ancora la Grecia?
Un tizio mi dice che, fallendo senza pagare i creditori, la Grecia non avrebbe piu' trovato alcun finanziatore e quindi avrebbe dovuto mantenere il disavanzo allo 0%. Invece cosi', dovra' accettare le condizioni dei turboliberisti di FMI, e il disavanzo dovra' essere addirittura negativo, ovvero dovranno fare anche dei tagli.
Insomma, alla fin fine che cosa sarebbe mai successo se il governo greco avesse detto "ciao ciao, stupidi voi che non avete controllato i nostri conti, e due volte stupidi perche' ci avete aiutati a falsificarli"?
NIENTE.
Se la Grecia non pagasse il debito, mandando in culo i creditori, non le succederebbe NIENTE di peggio di quanto le succedera' gia'. Non c'e' alcuna ragione per la quale i greci dovrebbero accettare il prestito. Non c'e' alcuna ragione per la quale dovrebbero chiederlo.
Ma c'e' di piu': le banche proprietarie del prestito potrebbero addirittura rivolgersi ai certificatori dei bilanci greci, e alle agenzie di rating, chiedendo loro per quale motivo un rating cosi' alto sia stato dato ad una nazione dai bilanci palesemente falsi.
Non solo i greci potevano fregarsene e tirare dritto senza peggiorare la gia' critica situazione di una virgola, ma potevano farla pagare cara proprio agli speculatori.
Circolano in giro terribili anatemi, simili ai babau ed all'uomo nero, sulla serie di bibliche disgrazie che accadrebbero se le nazioni occidentali dichiarassero default. Volete sapere cosa succederebbe?
NIENTE.
Tempo fa, quando inizio' il credit crunch, si diceva che alcune aziende andassero salvate perche' erano "Too Big to Fail". Alcune erano cosi' grandi che si scopri' come alcuni stati non potessero nemmeno aiutarle: "Too Big to Bail". Bene, signori, cosa dire delle nazioni del G8?
Sapete cosa dire? "Too Big to Fuck With".
Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, potrebbero semplicemente dichiarare sin da ora che non pagheranno i debiti e non restituiranno i bond. E che rifiuteranno qualsiasi prestito, aiuto, qualsiasi cazzo di cosa.Sapete cosa succederebbe?
NIENTE.
Si dice che cosi' facendo le nazioni mancherebbero ad un loro dovere verso i propri cittadini. Ma non e' esattamente cosi' che stanno le cose.
Prendiamo per esempio il debito italiano. Esso e' spalmato in titoli che vanno dai pochi mesi a 30 anni. Dove si trova la speculazione? Ovviamente, nei titoli a breve termine, quelli che hanno un rientro entro pochi mesi.
La media dei nostri titoli ha scadenza a 7.6 anni. Il genio di Tremonti ha consolidato il debito alzando la media delle scadenze OLTRE la durata di un governo. Trappola micidiale.
Questo governo ha ancora, nella migliore delle ipotesi, 3 anni di vita. Supponiamo che Tremonti annunci che non restituira' il capitale dei titoli in scadenza, per tutti i prossimi tre anni. Sapete cosa succedera'?
NIENTE.
Tutti coloro che hanno titoli che scadono DOPO il governo attuale, infatti, sceglierebbero una via prudente, e se li terrebbero in tasca sperando che il prossimo governo decida diversamente. Verrebbero colpiti solo coloro che hanno comprato CDS e buoni del tesoro a breve, cioe' gli speculatori. Chi ha investimenti che scadono a lungo termine, per esempio, continuerebbe a sperarci.
Voi direte: ma isolerebbero il paese. Ma ci butterebbero fuori dai circoli finanziari. Davvero? Se riuscissero a convincere tutti quelli che hanno titoli a piu' di tre anni, per esempio, potrebbero. Ma Tremonti potrebbe dire, che so io, "quest'anno non paghiamo nessuno, dal prossimo anno ricominceremo". Poiche' si tratta di debito storico, di per se' non ci sarebbe bisogno di rinnovarlo.
Possiamo anche uscire dal caso italiano, e supporre che una decina di nazioni (Belgio, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, UK, Austria) decidano di non pagare il debito, se non ai propri cittadini risparmiatori, identificandoli attraverso il canale di vendita. Nel globale, il debito si ridurrebbe a meno della meta'.
Che cosa succederebbe?
Ancora niente.
Non esiste il babau. Non esiste l'inferno. Non si diventa ciechi a masturbarsi. Non succede niente a mandare in culo i creditori, a patto di farlo bene. Questo e' il punto.
La cosa che nessuno vuole sentir dire, e che nessuno vuole dire, e' che se una qualsiasi delle nazioni del G8, o un qualsiasi gruppo di nazioni del G20 manda a ranare i creditori, non succede assolutamente niente: "Too Big to Complain".
Guardate che cosa ha fatto Dubai. Dubai ha dichiarato che avrebbe mandato in culo i fornitori un venerdi' prima della chiusura delle borse. Per tutto il weekend, l'emiro ha ricevuto baciaculi che sono andati ad elemosinare due spiccioli da lui. Dopodiche', non solo ha "ristrutturato" il debito (ristrutturato significa "ti devo dieci ma di restituiro' 4") , ma nessuno ha protestato particolarmente.
Questa e' la fifa blu che oggi hanno i mercati finanziari. La fifa blu degli speculatori e degli assicuratori: che qualche nazione del G8 decida "ehi, fottetevi tutti. Di aziende che vogliono il mio mercato ho la coda fuori". Il che e' la verita'.
Prendiamo il paese nelle condizioni piu' disperate in Europa, cioe' gli UK. Se compilassero i bilanci secondo gli standard UE, il loro deficit sarebbe al 170% del PIL. Supponiamo che vadano in default. Che cosa succederebbe? Succederebbe che il buon primo ministro, chiunque sia, dira' "ehi, cocchi, se volete continuare a mettere piede nella City fatemi gli applausi, che di aziende che vorrebbero entrarci ho la coda fuori dalla porta". Questa e' la verita': moltissime nazioni hanno dimensione tale per cui non solo sono "too big to fail", e anche "too big to bail", ma sono persino "too big to fuck with". Troppo grosse per rompergli i coglioni.
Questo e' il concetto principale: era cosi' urgente "salvare" la Grecia(1) perche' si tenesse in piedi la menzogna secondo la quale il default sarebbe un evento terrificante , catastrofico, simile a quello che avvenne in Argentina. Ma attenzione, perche' non e' vero: l' Argentina al momento del deault usciva proprio da un tentativo di salvataggio dell' FMI!
Quello che secondo me dovrebbero fare i PIGS, o PIIGS, insieme a tutti gli altri che hanno problemi di debito pubblico, e' di riunirsi e dichiarare default tutti insieme, con la sola eccezione dei propri privati cittadini, cioe' per quantita' di titoli tipiche del risparmio privato.
Cosa succederebbe? Niente. I PIIGS sono nazioni che nel bene o nel male sono proprietarie di ottimi mercati, finanziari e mercantili. Nessuno degli speculatori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno dei creditori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno al mondo vuole la recessione globale che arriverebbe se i PIIGS fossero oggetto di embarghi o sanzioni.
Questa e' la ragione principale per la quale i PIIGS vengono affrontati uno ad uno. La Grecia prima , il Portogallo e la Spagna dopo, e poi chissa'. Contemporanetamente, tutti i giornali ci spiegano di quale catastrofe sarebbe se la Grecia andasse davvero in default: la UE e la BCE perderebbero "prestigio politico". Ommioddio! Ommioddio!Moriremo tutti !
Ehm. Di quale cazzo di "prestigio politico" stai parlando, fra'?
I mercati, si dice, diverrebbero instabili. Aha. E quando mai sono stati stabili? Qual'e' la novita'? Ci divertiamo a scrivere oroscopi? "scorpione: mercati finanziari instabili". Fico, e' facile prenderci cosi'.
Quello che l'opinione pubblica deve fare e' di divenire adulta. Smettere di credere nel Babau. Smettere di credere che a toccarselo si diventera' ciechi. Smettere di credere all'uomo nero. Fare una bella riunioncina, e dire "ehi, ci avete chiamati PIIGS? Fantastico. Perche' adesso i PIIGS vi prestano un dito, e vi mandano affanculo. E se non volete piu' fare business sui nostri mercati, beh, abbiamo la coda , fuori dalla porta".(2)
Ovviamente, questo produrrebbe il panico. Tutti sono come bambini, convinti che arriverebbe l'uomo nero. Tutti sono come bambini, e hanno paura del babau.
Beh, diventate grandi: non succede niente.
Semplicemente, qualcuno perderebbe il suo potere,e probabilmente moltissimi dei suoi soldi.
Per quanto riguarda l'euro, se i PIIGS decidessero di uscire in questo modo, Trichet verrebbe a baciare culi per convincerli a restare dentro l'euro.
PIIGS di tutto il mondo, unitevi. Anzi: PIIGS di tutto il mondo, fallite.
Il fallimento, oggi, e' rivoluzionario.
Chi ci rimetterebbe? Se tutti i PIIGS decidessero di fallire insieme, semplicemente a lasciarci le penne sarebbero queste entita' qui:
* Barlkays Bank PLC
* BNP Paribas
* Citi Group Global Markets
* Commerzbank AG
* Credit Agricole
* Credit Suisse
* Deutsche Bank
* Goldman Sachs
* HSBC France
* ING Bank NV
* JP Morgan Securities
* Merryl Lynch INT
* Morgan Stanley CO
* Nomura INT
* Royal Bank OF Scotland
* Societe' Generale INV Bank
* UBS Ltd
Capite per quale motivo i PIIGS vanno affrontati uno ad uno: se fallissero tutti insieme, non li si potrebbe buttare fuori dall' Euro, e come se non bastasse sarebbe la fine del sistema finanziario speculativo cosi' come lo conosciamo.
E no, il babau non esiste.
Chissa' cosa succederebbe se qualcuno proponesse , via internet, una riunione dei governi dei PIIGS che mandino a ranare il debito pubblico e gli speculatori tutti insieme.
Uhm... quasi quasi ci faccio un gruppo su Facebook :)
Uriel
(1) In che cosa sia consistito il "salvataggio" lo sanno solo loro: le "cure" imposte alla Grecia sono molto piu' dolorose delle conseguenze del default. Non si capisce bene che cosa ci abbiano guadagnato, i greci, a prendersi dei soldi e poi fare tagli al bilancio uguali se non peggiori di quelli che avrebbero dovuto fare uscendo dai mercati finanziari.
(2) Vi siete mai chiesti perche' non vedete in giro marche di auto cinesi? Perche' non vedete sportelli di banche islamiche? Perche' non vedete catene di benzinai di petrolieri russi? Ecco: sono tutti dietro alla porta, ad aspettare
03 maggio 2010
01 maggio 2010
Si stringe attorno a Scajola la corda da 900mila euro
Difende a spada tratta i figli, la famiglia, ed quell’appartamento a via del Fagutale, nei pressi del Colosseo. Si tratta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, chiamato in causa dell’inchiesta sui fondi neri e sulle manovre di corruzione del costruttore Diego Anemone relativi agli appalti del G8 e non solo.
“Non mi lascio intimidire- dichiara il ministro-. Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Registro un attacco infondato e senza spiegazione, per una vicenda nella quale non sono indagato”
Ma qual è il nesso fra l’appaltatore corrotto e senza scrupoli Diego Anemone, proprietario dello sportng centre sulla Salaria e il ministro economico?
Un appartamento al centro di Roma, che Scajola aveva assicurato di aver comprato nel 2004 accendendo un mutuo di 600 mila euro. Ma sembra che le cose non siano andate proprio così,
il mutuo fu solo un escamotage per giustificare una copiosa “mazzetta” a nero di 900 mila euro.
I soldi sarebbero provenuti proprio da Anemone, attraverso il suo architetto e progettista Angelo Zampolini. Ed è proprio quest’ultimo a tirare in ballo il ministro di fronte ai Pm di Perugia, documentando in modo accurato come il versamento sia riuscito ad arginare la Guardia di Finanza.
Se quel mega intrigo di mazze e mazzette che ha sconvolto funzionari pubblici e la creme imprenditoriale romana sembrava essersi acquietato per qualche tempo, ecco che ritorna in auge più forte di prima. I giri di corruzione sembrano non finire, più se ne scoprono e più ne vengono fuori, dal riciclaggio attribuito ad uno dei due figli di Angelo Balducci, la scoperta di conti esteri sui quali rigirare le tangenti da pagare, l’accusa di corruzione al commissario straordinario per i mondiali di nuoto del 2008 Claudio Rinaldi e le fatturazioni false di Gazzani sugli appalti delle opere del G8 della Maddalena.
Ed adesso anche gli 80 assegni circolari intestati alle figlie del ministro Scajola per l’acquisto dell’appartamento dove attualmente abitano. I 600 mila euro in realtà erano solo la parte in chiaro da dichiarare al momento del rogito. Tutto il movimento, in tutte le sue diverse fasi, era stato organizzato dallo stesso Anemone, dal momento che secondo le ricostruzioni della Finanza, per il costruttore era usuale riciclale le mazzette con metodi relativamente sicuri.
Di fronte ad implicazioni così forti, le accuse rivolte contro Scajola hanno sollevato la solidarietà di elevati esponenti del Pdl, fra i quali il ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, Fabrizio Cicchitto, presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Tutti berlusconiani fino all’ultimo, tanto che si incomincia a spargere la vice che tutto sia da attribuire ad un tentativo di diffamare uno dei maggiori sostenitori del Presidente del Consiglio. Ed è proprio con quest’ultimo che il ministro ha avuto un incontro privato a palazzo Grazioli, dopo il quale, ovviamente non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
Non gli è parso vero al tagliatore di teste per eccellenza Antonio Di Pietro, poter commentare tutta questa faccenda. E subito a cominciato a chiedere già le dimissioni del ministro, affinché possa far luce sula questione, cosa che grazie al decreto legge sul Legittimo impedimento, potrebbe invece slittare fino a conclusione della legislatura.
“Dopo le vicende del sottosegretario Cosentino, per il quale era stato richiesto persino l’arresto- commenta il leader del Idv- e di un presidente del Consiglio, acclarato corruttore di testimoni giudiziari che ogni giorno si fa una legge per non farsi processare, adesso scopriamo che c’è un ministro della Repubblica che avrebbe ricevuto assegni nell’esercizio delle sue funzioni per comprare immobili con modalità non lecite”.
di Rita Dietrich
30 aprile 2010
E gli economisti sbagliano ancora
Gli economisti? Bravissimi. Dopo. Prima, molto meno. Sbagliano, eccome se sbagliano. Ieri, tantissimo. Oggi, altrettanto.
È come se venisse proiettato lo stesso film, cambiano i Paesi e le situazioni: Wall Street nel 1987, l’Asia dieci anni dopo, i mutui subprime nel 2008, ora la Grecia e con ogni probabilità, Spagna e Portogallo. Ma il finale è sempre lo stesso. Gli economisti elaborano tabelle, scenari, si consultano, producendo previsioni basate sul cosiddetto «consenso di mercato». Ma alla fine fanno cilecca.
E tu, risparmiatore, soffri. Vai in banca, chiedi spiegazioni al tuo gestore, lui si difende e allargando le braccia ricorda che non è l’unico a sbagliare, perché tutti hanno fatto le stesse scelte, seguendo gli stessi orientamenti suggeriti dai nomi, dai grandi nomi, che fanno tendenza. Ma l’ha detto Tizio... ma l’ha detto Caio... Chi poteva prevederlo... E il bello è che ha persino ragione.
D’accordo, l’economia non è una scienza esatta e la storia dimostra che tutti i grandi teorici del passato quando sono passati dalla teoria alla pratica si sono rivelati dei pessimi investitori, inclusi Einaudi e diversi premi Nobel, con le sole eccezioni di Ricardo e, in parte, di Keynes. Ovvero: non affidare i tuoi soldi a un professorone. Quasi certamente non ne farà buon uso. E infatti nessun premio Nobel è diventato miliardario.
Ma da loro, così come dai grandi esperti di finanza, ti aspetteresti un grado di attendibilità più elevato. E un po’ più di coraggio. Hanno diritto a delle attenuanti, d’accordo. I mercati di oggi sono molto complessi, la speculazione possiede una potenza di condizionamento che non ha precedenti nella storia e questo favorisce movimenti bruschi e repentini. Ma perché gli economisti sbagliano sempre tutti assieme?
Non tutti, a onor del vero. Ogni crisi ha il suo eroe, qualche analista o gestore che, andando controcorrente, è riuscito a vedere quel che gli altri nemmeno consideravano. Roubini, ad esempio, nel 2007 veniva deriso dai colleghi; eppure è stato uno dei pochissimi ad aver annunciato la crisi dei subprime. Anche oggi qualche voce libera si è alzata per tempo, pronosticando la bufera in Europa, come quella dello svizzero Hummler.
Ma alla fine nulla cambia. Passata la crisi torna tutto come prima. E la maggior parte degli economisti riprende a muoversi in gregge. Perché? Sono modesti? In teoria è possibile, ma in realtà improbabile; da qualche anno le facoltà di economia e finanza drenano alcune delle menti più brillanti, attratte da stipendi stratosferici. Qualcuno li considera alla stregua di meteorologi o di cartomanti. Ne ha il diritto. Ma non serve a capire come va il mondo.
Perché questo è il punto. Com’è possibile che in una società liberale come la nostra prevalga, tra gli economisti, il pensiero unico? Perché sono così facilmente condizionabili? Domande a cui è difficile rispondere, ma che vanno analizzate in un contesto più ampio. Quello a cui assistiamo non è il semplice fallimento degli economisti in genere, ma di un sistema, che pur scosso da crisi incredibili è ancora incapace di correggere le sue storture.
Prendiamo le agenzie di rating, che danno i voti a chi emette titoli di Stato e obbligazioni. Sono finanziate dalle società che poi sono chiamate a giudicare, hanno commesso errori colossali, mantenendo doppie e «triple A» a compagnie come Enron e Lehman Brothers fino al giorno del fallimento, l’anno scorso sono emersi intrecci finanziari sconcertanti, connivenze eclatanti. Venivano giudicate inattendibili e manipolabili. È passato un anno e mezzo dalla crisi dei subprime. E nulla è cambiato. Avevano promesso riforme, non ci sono state. Moody’s e Standard & Poor’s non hanno più credibilità. Dovrebbero essere ignorate. Eppure continuano a condizionare i mercati. Le bufere sulla Grecia e negli ultimi giorni su Portogallo e Spagna si sono alzate quando loro hanno abbassato i rating. Manco fosse un giudizio divino.
Quella degli economisti, oracoli bislacchi, non è l’unica anomalia di questa strana epoca.
di Marcello Foa
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03 maggio 2010
Il fallimento oggi è rivoluzionario!
Un tempo era costume raccontare strane storie ai bambini. Se non si voleva che facessero la tal cosa, si raccontava di terribili conseguenze nel caso avessero disobbedito. Si tratta di un espediente molto usato anche dalle religioni, al punto che il timore delle terribili conseguenze identificava persino la brava persona: "timorato di Dio", si diceva. Eppure, la stragrande maggioranza di queste "terribili conseguenze" erano pure menzogne.
Come abbiamo imparato da grandi, masturbandoci non diventiamo ciechi. Come abbiamo imparato da grandi, non c'e' nessun babau, uomo nero, non c'e' nessun inferno se guardo un bel culo.
Perche' ci veniva raccontato tutto questo? A raccontarci queste cose era un sistema che temeva la disobbedienza. LA temeva perche' sapeva benissimo che possedere alcuni punti chiave del comportamento umano avrebbe mantenuto la struttura sociale, politica, economica, del periodo.
Ogni sistema di potere che intenda essere vessatorio alimenta, per forza di cose, un sistema di simili bugie. Compreso il sistema finanziario attuale. Tali bugie, che servono a tenere in piedi il sistema stesso, hanno come scopo quello di non lasciarci fare quello che vorremmo, o meglio, cio' che il sistema stesso teme.
Prendiamo il caso della Grecia. Che cosa sarebbe successo che anziche' richiedere il "prestito" UE lo avesse rifiutato categoricamente? Sarebbe andata in default? No, in default c'e' gia': il loro primo ministro ha gia' ammesso di non avere liquidita' per onorare le scadenze. La grecia, quindi, E' in default.
E allora cosa sarebbe successo? Sarebbe successo che le sarebbero stati negati ulteriori prestiti dai mercati. Aha. E invece, adesso che arriva il prestito UE, pensate davvero che i mercati finanzieranno ancora la Grecia?
Un tizio mi dice che, fallendo senza pagare i creditori, la Grecia non avrebbe piu' trovato alcun finanziatore e quindi avrebbe dovuto mantenere il disavanzo allo 0%. Invece cosi', dovra' accettare le condizioni dei turboliberisti di FMI, e il disavanzo dovra' essere addirittura negativo, ovvero dovranno fare anche dei tagli.
Insomma, alla fin fine che cosa sarebbe mai successo se il governo greco avesse detto "ciao ciao, stupidi voi che non avete controllato i nostri conti, e due volte stupidi perche' ci avete aiutati a falsificarli"?
NIENTE.
Se la Grecia non pagasse il debito, mandando in culo i creditori, non le succederebbe NIENTE di peggio di quanto le succedera' gia'. Non c'e' alcuna ragione per la quale i greci dovrebbero accettare il prestito. Non c'e' alcuna ragione per la quale dovrebbero chiederlo.
Ma c'e' di piu': le banche proprietarie del prestito potrebbero addirittura rivolgersi ai certificatori dei bilanci greci, e alle agenzie di rating, chiedendo loro per quale motivo un rating cosi' alto sia stato dato ad una nazione dai bilanci palesemente falsi.
Non solo i greci potevano fregarsene e tirare dritto senza peggiorare la gia' critica situazione di una virgola, ma potevano farla pagare cara proprio agli speculatori.
Circolano in giro terribili anatemi, simili ai babau ed all'uomo nero, sulla serie di bibliche disgrazie che accadrebbero se le nazioni occidentali dichiarassero default. Volete sapere cosa succederebbe?
NIENTE.
Tempo fa, quando inizio' il credit crunch, si diceva che alcune aziende andassero salvate perche' erano "Too Big to Fail". Alcune erano cosi' grandi che si scopri' come alcuni stati non potessero nemmeno aiutarle: "Too Big to Bail". Bene, signori, cosa dire delle nazioni del G8?
Sapete cosa dire? "Too Big to Fuck With".
Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, potrebbero semplicemente dichiarare sin da ora che non pagheranno i debiti e non restituiranno i bond. E che rifiuteranno qualsiasi prestito, aiuto, qualsiasi cazzo di cosa.Sapete cosa succederebbe?
NIENTE.
Si dice che cosi' facendo le nazioni mancherebbero ad un loro dovere verso i propri cittadini. Ma non e' esattamente cosi' che stanno le cose.
Prendiamo per esempio il debito italiano. Esso e' spalmato in titoli che vanno dai pochi mesi a 30 anni. Dove si trova la speculazione? Ovviamente, nei titoli a breve termine, quelli che hanno un rientro entro pochi mesi.
La media dei nostri titoli ha scadenza a 7.6 anni. Il genio di Tremonti ha consolidato il debito alzando la media delle scadenze OLTRE la durata di un governo. Trappola micidiale.
Questo governo ha ancora, nella migliore delle ipotesi, 3 anni di vita. Supponiamo che Tremonti annunci che non restituira' il capitale dei titoli in scadenza, per tutti i prossimi tre anni. Sapete cosa succedera'?
NIENTE.
Tutti coloro che hanno titoli che scadono DOPO il governo attuale, infatti, sceglierebbero una via prudente, e se li terrebbero in tasca sperando che il prossimo governo decida diversamente. Verrebbero colpiti solo coloro che hanno comprato CDS e buoni del tesoro a breve, cioe' gli speculatori. Chi ha investimenti che scadono a lungo termine, per esempio, continuerebbe a sperarci.
Voi direte: ma isolerebbero il paese. Ma ci butterebbero fuori dai circoli finanziari. Davvero? Se riuscissero a convincere tutti quelli che hanno titoli a piu' di tre anni, per esempio, potrebbero. Ma Tremonti potrebbe dire, che so io, "quest'anno non paghiamo nessuno, dal prossimo anno ricominceremo". Poiche' si tratta di debito storico, di per se' non ci sarebbe bisogno di rinnovarlo.
Possiamo anche uscire dal caso italiano, e supporre che una decina di nazioni (Belgio, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, UK, Austria) decidano di non pagare il debito, se non ai propri cittadini risparmiatori, identificandoli attraverso il canale di vendita. Nel globale, il debito si ridurrebbe a meno della meta'.
Che cosa succederebbe?
Ancora niente.
Non esiste il babau. Non esiste l'inferno. Non si diventa ciechi a masturbarsi. Non succede niente a mandare in culo i creditori, a patto di farlo bene. Questo e' il punto.
La cosa che nessuno vuole sentir dire, e che nessuno vuole dire, e' che se una qualsiasi delle nazioni del G8, o un qualsiasi gruppo di nazioni del G20 manda a ranare i creditori, non succede assolutamente niente: "Too Big to Complain".
Guardate che cosa ha fatto Dubai. Dubai ha dichiarato che avrebbe mandato in culo i fornitori un venerdi' prima della chiusura delle borse. Per tutto il weekend, l'emiro ha ricevuto baciaculi che sono andati ad elemosinare due spiccioli da lui. Dopodiche', non solo ha "ristrutturato" il debito (ristrutturato significa "ti devo dieci ma di restituiro' 4") , ma nessuno ha protestato particolarmente.
Questa e' la fifa blu che oggi hanno i mercati finanziari. La fifa blu degli speculatori e degli assicuratori: che qualche nazione del G8 decida "ehi, fottetevi tutti. Di aziende che vogliono il mio mercato ho la coda fuori". Il che e' la verita'.
Prendiamo il paese nelle condizioni piu' disperate in Europa, cioe' gli UK. Se compilassero i bilanci secondo gli standard UE, il loro deficit sarebbe al 170% del PIL. Supponiamo che vadano in default. Che cosa succederebbe? Succederebbe che il buon primo ministro, chiunque sia, dira' "ehi, cocchi, se volete continuare a mettere piede nella City fatemi gli applausi, che di aziende che vorrebbero entrarci ho la coda fuori dalla porta". Questa e' la verita': moltissime nazioni hanno dimensione tale per cui non solo sono "too big to fail", e anche "too big to bail", ma sono persino "too big to fuck with". Troppo grosse per rompergli i coglioni.
Questo e' il concetto principale: era cosi' urgente "salvare" la Grecia(1) perche' si tenesse in piedi la menzogna secondo la quale il default sarebbe un evento terrificante , catastrofico, simile a quello che avvenne in Argentina. Ma attenzione, perche' non e' vero: l' Argentina al momento del deault usciva proprio da un tentativo di salvataggio dell' FMI!
Quello che secondo me dovrebbero fare i PIGS, o PIIGS, insieme a tutti gli altri che hanno problemi di debito pubblico, e' di riunirsi e dichiarare default tutti insieme, con la sola eccezione dei propri privati cittadini, cioe' per quantita' di titoli tipiche del risparmio privato.
Cosa succederebbe? Niente. I PIIGS sono nazioni che nel bene o nel male sono proprietarie di ottimi mercati, finanziari e mercantili. Nessuno degli speculatori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno dei creditori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno al mondo vuole la recessione globale che arriverebbe se i PIIGS fossero oggetto di embarghi o sanzioni.
Questa e' la ragione principale per la quale i PIIGS vengono affrontati uno ad uno. La Grecia prima , il Portogallo e la Spagna dopo, e poi chissa'. Contemporanetamente, tutti i giornali ci spiegano di quale catastrofe sarebbe se la Grecia andasse davvero in default: la UE e la BCE perderebbero "prestigio politico". Ommioddio! Ommioddio!Moriremo tutti !
Ehm. Di quale cazzo di "prestigio politico" stai parlando, fra'?
I mercati, si dice, diverrebbero instabili. Aha. E quando mai sono stati stabili? Qual'e' la novita'? Ci divertiamo a scrivere oroscopi? "scorpione: mercati finanziari instabili". Fico, e' facile prenderci cosi'.
Quello che l'opinione pubblica deve fare e' di divenire adulta. Smettere di credere nel Babau. Smettere di credere che a toccarselo si diventera' ciechi. Smettere di credere all'uomo nero. Fare una bella riunioncina, e dire "ehi, ci avete chiamati PIIGS? Fantastico. Perche' adesso i PIIGS vi prestano un dito, e vi mandano affanculo. E se non volete piu' fare business sui nostri mercati, beh, abbiamo la coda , fuori dalla porta".(2)
Ovviamente, questo produrrebbe il panico. Tutti sono come bambini, convinti che arriverebbe l'uomo nero. Tutti sono come bambini, e hanno paura del babau.
Beh, diventate grandi: non succede niente.
Semplicemente, qualcuno perderebbe il suo potere,e probabilmente moltissimi dei suoi soldi.
Per quanto riguarda l'euro, se i PIIGS decidessero di uscire in questo modo, Trichet verrebbe a baciare culi per convincerli a restare dentro l'euro.
PIIGS di tutto il mondo, unitevi. Anzi: PIIGS di tutto il mondo, fallite.
Il fallimento, oggi, e' rivoluzionario.
Chi ci rimetterebbe? Se tutti i PIIGS decidessero di fallire insieme, semplicemente a lasciarci le penne sarebbero queste entita' qui:
* Barlkays Bank PLC
* BNP Paribas
* Citi Group Global Markets
* Commerzbank AG
* Credit Agricole
* Credit Suisse
* Deutsche Bank
* Goldman Sachs
* HSBC France
* ING Bank NV
* JP Morgan Securities
* Merryl Lynch INT
* Morgan Stanley CO
* Nomura INT
* Royal Bank OF Scotland
* Societe' Generale INV Bank
* UBS Ltd
Capite per quale motivo i PIIGS vanno affrontati uno ad uno: se fallissero tutti insieme, non li si potrebbe buttare fuori dall' Euro, e come se non bastasse sarebbe la fine del sistema finanziario speculativo cosi' come lo conosciamo.
E no, il babau non esiste.
Chissa' cosa succederebbe se qualcuno proponesse , via internet, una riunione dei governi dei PIIGS che mandino a ranare il debito pubblico e gli speculatori tutti insieme.
Uhm... quasi quasi ci faccio un gruppo su Facebook :)
Uriel
(1) In che cosa sia consistito il "salvataggio" lo sanno solo loro: le "cure" imposte alla Grecia sono molto piu' dolorose delle conseguenze del default. Non si capisce bene che cosa ci abbiano guadagnato, i greci, a prendersi dei soldi e poi fare tagli al bilancio uguali se non peggiori di quelli che avrebbero dovuto fare uscendo dai mercati finanziari.
(2) Vi siete mai chiesti perche' non vedete in giro marche di auto cinesi? Perche' non vedete sportelli di banche islamiche? Perche' non vedete catene di benzinai di petrolieri russi? Ecco: sono tutti dietro alla porta, ad aspettare
Come abbiamo imparato da grandi, masturbandoci non diventiamo ciechi. Come abbiamo imparato da grandi, non c'e' nessun babau, uomo nero, non c'e' nessun inferno se guardo un bel culo.
Perche' ci veniva raccontato tutto questo? A raccontarci queste cose era un sistema che temeva la disobbedienza. LA temeva perche' sapeva benissimo che possedere alcuni punti chiave del comportamento umano avrebbe mantenuto la struttura sociale, politica, economica, del periodo.
Ogni sistema di potere che intenda essere vessatorio alimenta, per forza di cose, un sistema di simili bugie. Compreso il sistema finanziario attuale. Tali bugie, che servono a tenere in piedi il sistema stesso, hanno come scopo quello di non lasciarci fare quello che vorremmo, o meglio, cio' che il sistema stesso teme.
Prendiamo il caso della Grecia. Che cosa sarebbe successo che anziche' richiedere il "prestito" UE lo avesse rifiutato categoricamente? Sarebbe andata in default? No, in default c'e' gia': il loro primo ministro ha gia' ammesso di non avere liquidita' per onorare le scadenze. La grecia, quindi, E' in default.
E allora cosa sarebbe successo? Sarebbe successo che le sarebbero stati negati ulteriori prestiti dai mercati. Aha. E invece, adesso che arriva il prestito UE, pensate davvero che i mercati finanzieranno ancora la Grecia?
Un tizio mi dice che, fallendo senza pagare i creditori, la Grecia non avrebbe piu' trovato alcun finanziatore e quindi avrebbe dovuto mantenere il disavanzo allo 0%. Invece cosi', dovra' accettare le condizioni dei turboliberisti di FMI, e il disavanzo dovra' essere addirittura negativo, ovvero dovranno fare anche dei tagli.
Insomma, alla fin fine che cosa sarebbe mai successo se il governo greco avesse detto "ciao ciao, stupidi voi che non avete controllato i nostri conti, e due volte stupidi perche' ci avete aiutati a falsificarli"?
NIENTE.
Se la Grecia non pagasse il debito, mandando in culo i creditori, non le succederebbe NIENTE di peggio di quanto le succedera' gia'. Non c'e' alcuna ragione per la quale i greci dovrebbero accettare il prestito. Non c'e' alcuna ragione per la quale dovrebbero chiederlo.
Ma c'e' di piu': le banche proprietarie del prestito potrebbero addirittura rivolgersi ai certificatori dei bilanci greci, e alle agenzie di rating, chiedendo loro per quale motivo un rating cosi' alto sia stato dato ad una nazione dai bilanci palesemente falsi.
Non solo i greci potevano fregarsene e tirare dritto senza peggiorare la gia' critica situazione di una virgola, ma potevano farla pagare cara proprio agli speculatori.
Circolano in giro terribili anatemi, simili ai babau ed all'uomo nero, sulla serie di bibliche disgrazie che accadrebbero se le nazioni occidentali dichiarassero default. Volete sapere cosa succederebbe?
NIENTE.
Tempo fa, quando inizio' il credit crunch, si diceva che alcune aziende andassero salvate perche' erano "Too Big to Fail". Alcune erano cosi' grandi che si scopri' come alcuni stati non potessero nemmeno aiutarle: "Too Big to Bail". Bene, signori, cosa dire delle nazioni del G8?
Sapete cosa dire? "Too Big to Fuck With".
Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, potrebbero semplicemente dichiarare sin da ora che non pagheranno i debiti e non restituiranno i bond. E che rifiuteranno qualsiasi prestito, aiuto, qualsiasi cazzo di cosa.Sapete cosa succederebbe?
NIENTE.
Si dice che cosi' facendo le nazioni mancherebbero ad un loro dovere verso i propri cittadini. Ma non e' esattamente cosi' che stanno le cose.
Prendiamo per esempio il debito italiano. Esso e' spalmato in titoli che vanno dai pochi mesi a 30 anni. Dove si trova la speculazione? Ovviamente, nei titoli a breve termine, quelli che hanno un rientro entro pochi mesi.
La media dei nostri titoli ha scadenza a 7.6 anni. Il genio di Tremonti ha consolidato il debito alzando la media delle scadenze OLTRE la durata di un governo. Trappola micidiale.
Questo governo ha ancora, nella migliore delle ipotesi, 3 anni di vita. Supponiamo che Tremonti annunci che non restituira' il capitale dei titoli in scadenza, per tutti i prossimi tre anni. Sapete cosa succedera'?
NIENTE.
Tutti coloro che hanno titoli che scadono DOPO il governo attuale, infatti, sceglierebbero una via prudente, e se li terrebbero in tasca sperando che il prossimo governo decida diversamente. Verrebbero colpiti solo coloro che hanno comprato CDS e buoni del tesoro a breve, cioe' gli speculatori. Chi ha investimenti che scadono a lungo termine, per esempio, continuerebbe a sperarci.
Voi direte: ma isolerebbero il paese. Ma ci butterebbero fuori dai circoli finanziari. Davvero? Se riuscissero a convincere tutti quelli che hanno titoli a piu' di tre anni, per esempio, potrebbero. Ma Tremonti potrebbe dire, che so io, "quest'anno non paghiamo nessuno, dal prossimo anno ricominceremo". Poiche' si tratta di debito storico, di per se' non ci sarebbe bisogno di rinnovarlo.
Possiamo anche uscire dal caso italiano, e supporre che una decina di nazioni (Belgio, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, UK, Austria) decidano di non pagare il debito, se non ai propri cittadini risparmiatori, identificandoli attraverso il canale di vendita. Nel globale, il debito si ridurrebbe a meno della meta'.
Che cosa succederebbe?
Ancora niente.
Non esiste il babau. Non esiste l'inferno. Non si diventa ciechi a masturbarsi. Non succede niente a mandare in culo i creditori, a patto di farlo bene. Questo e' il punto.
La cosa che nessuno vuole sentir dire, e che nessuno vuole dire, e' che se una qualsiasi delle nazioni del G8, o un qualsiasi gruppo di nazioni del G20 manda a ranare i creditori, non succede assolutamente niente: "Too Big to Complain".
Guardate che cosa ha fatto Dubai. Dubai ha dichiarato che avrebbe mandato in culo i fornitori un venerdi' prima della chiusura delle borse. Per tutto il weekend, l'emiro ha ricevuto baciaculi che sono andati ad elemosinare due spiccioli da lui. Dopodiche', non solo ha "ristrutturato" il debito (ristrutturato significa "ti devo dieci ma di restituiro' 4") , ma nessuno ha protestato particolarmente.
Questa e' la fifa blu che oggi hanno i mercati finanziari. La fifa blu degli speculatori e degli assicuratori: che qualche nazione del G8 decida "ehi, fottetevi tutti. Di aziende che vogliono il mio mercato ho la coda fuori". Il che e' la verita'.
Prendiamo il paese nelle condizioni piu' disperate in Europa, cioe' gli UK. Se compilassero i bilanci secondo gli standard UE, il loro deficit sarebbe al 170% del PIL. Supponiamo che vadano in default. Che cosa succederebbe? Succederebbe che il buon primo ministro, chiunque sia, dira' "ehi, cocchi, se volete continuare a mettere piede nella City fatemi gli applausi, che di aziende che vorrebbero entrarci ho la coda fuori dalla porta". Questa e' la verita': moltissime nazioni hanno dimensione tale per cui non solo sono "too big to fail", e anche "too big to bail", ma sono persino "too big to fuck with". Troppo grosse per rompergli i coglioni.
Questo e' il concetto principale: era cosi' urgente "salvare" la Grecia(1) perche' si tenesse in piedi la menzogna secondo la quale il default sarebbe un evento terrificante , catastrofico, simile a quello che avvenne in Argentina. Ma attenzione, perche' non e' vero: l' Argentina al momento del deault usciva proprio da un tentativo di salvataggio dell' FMI!
Quello che secondo me dovrebbero fare i PIGS, o PIIGS, insieme a tutti gli altri che hanno problemi di debito pubblico, e' di riunirsi e dichiarare default tutti insieme, con la sola eccezione dei propri privati cittadini, cioe' per quantita' di titoli tipiche del risparmio privato.
Cosa succederebbe? Niente. I PIIGS sono nazioni che nel bene o nel male sono proprietarie di ottimi mercati, finanziari e mercantili. Nessuno degli speculatori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno dei creditori vorrebbe esserne cacciato via. Nessuno al mondo vuole la recessione globale che arriverebbe se i PIIGS fossero oggetto di embarghi o sanzioni.
Questa e' la ragione principale per la quale i PIIGS vengono affrontati uno ad uno. La Grecia prima , il Portogallo e la Spagna dopo, e poi chissa'. Contemporanetamente, tutti i giornali ci spiegano di quale catastrofe sarebbe se la Grecia andasse davvero in default: la UE e la BCE perderebbero "prestigio politico". Ommioddio! Ommioddio!Moriremo tutti !
Ehm. Di quale cazzo di "prestigio politico" stai parlando, fra'?
I mercati, si dice, diverrebbero instabili. Aha. E quando mai sono stati stabili? Qual'e' la novita'? Ci divertiamo a scrivere oroscopi? "scorpione: mercati finanziari instabili". Fico, e' facile prenderci cosi'.
Quello che l'opinione pubblica deve fare e' di divenire adulta. Smettere di credere nel Babau. Smettere di credere che a toccarselo si diventera' ciechi. Smettere di credere all'uomo nero. Fare una bella riunioncina, e dire "ehi, ci avete chiamati PIIGS? Fantastico. Perche' adesso i PIIGS vi prestano un dito, e vi mandano affanculo. E se non volete piu' fare business sui nostri mercati, beh, abbiamo la coda , fuori dalla porta".(2)
Ovviamente, questo produrrebbe il panico. Tutti sono come bambini, convinti che arriverebbe l'uomo nero. Tutti sono come bambini, e hanno paura del babau.
Beh, diventate grandi: non succede niente.
Semplicemente, qualcuno perderebbe il suo potere,e probabilmente moltissimi dei suoi soldi.
Per quanto riguarda l'euro, se i PIIGS decidessero di uscire in questo modo, Trichet verrebbe a baciare culi per convincerli a restare dentro l'euro.
PIIGS di tutto il mondo, unitevi. Anzi: PIIGS di tutto il mondo, fallite.
Il fallimento, oggi, e' rivoluzionario.
Chi ci rimetterebbe? Se tutti i PIIGS decidessero di fallire insieme, semplicemente a lasciarci le penne sarebbero queste entita' qui:
* Barlkays Bank PLC
* BNP Paribas
* Citi Group Global Markets
* Commerzbank AG
* Credit Agricole
* Credit Suisse
* Deutsche Bank
* Goldman Sachs
* HSBC France
* ING Bank NV
* JP Morgan Securities
* Merryl Lynch INT
* Morgan Stanley CO
* Nomura INT
* Royal Bank OF Scotland
* Societe' Generale INV Bank
* UBS Ltd
Capite per quale motivo i PIIGS vanno affrontati uno ad uno: se fallissero tutti insieme, non li si potrebbe buttare fuori dall' Euro, e come se non bastasse sarebbe la fine del sistema finanziario speculativo cosi' come lo conosciamo.
E no, il babau non esiste.
Chissa' cosa succederebbe se qualcuno proponesse , via internet, una riunione dei governi dei PIIGS che mandino a ranare il debito pubblico e gli speculatori tutti insieme.
Uhm... quasi quasi ci faccio un gruppo su Facebook :)
Uriel
(1) In che cosa sia consistito il "salvataggio" lo sanno solo loro: le "cure" imposte alla Grecia sono molto piu' dolorose delle conseguenze del default. Non si capisce bene che cosa ci abbiano guadagnato, i greci, a prendersi dei soldi e poi fare tagli al bilancio uguali se non peggiori di quelli che avrebbero dovuto fare uscendo dai mercati finanziari.
(2) Vi siete mai chiesti perche' non vedete in giro marche di auto cinesi? Perche' non vedete sportelli di banche islamiche? Perche' non vedete catene di benzinai di petrolieri russi? Ecco: sono tutti dietro alla porta, ad aspettare
01 maggio 2010
Si stringe attorno a Scajola la corda da 900mila euro
Difende a spada tratta i figli, la famiglia, ed quell’appartamento a via del Fagutale, nei pressi del Colosseo. Si tratta del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, chiamato in causa dell’inchiesta sui fondi neri e sulle manovre di corruzione del costruttore Diego Anemone relativi agli appalti del G8 e non solo.
“Non mi lascio intimidire- dichiara il ministro-. Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Registro un attacco infondato e senza spiegazione, per una vicenda nella quale non sono indagato”
Ma qual è il nesso fra l’appaltatore corrotto e senza scrupoli Diego Anemone, proprietario dello sportng centre sulla Salaria e il ministro economico?
Un appartamento al centro di Roma, che Scajola aveva assicurato di aver comprato nel 2004 accendendo un mutuo di 600 mila euro. Ma sembra che le cose non siano andate proprio così,
il mutuo fu solo un escamotage per giustificare una copiosa “mazzetta” a nero di 900 mila euro.
I soldi sarebbero provenuti proprio da Anemone, attraverso il suo architetto e progettista Angelo Zampolini. Ed è proprio quest’ultimo a tirare in ballo il ministro di fronte ai Pm di Perugia, documentando in modo accurato come il versamento sia riuscito ad arginare la Guardia di Finanza.
Se quel mega intrigo di mazze e mazzette che ha sconvolto funzionari pubblici e la creme imprenditoriale romana sembrava essersi acquietato per qualche tempo, ecco che ritorna in auge più forte di prima. I giri di corruzione sembrano non finire, più se ne scoprono e più ne vengono fuori, dal riciclaggio attribuito ad uno dei due figli di Angelo Balducci, la scoperta di conti esteri sui quali rigirare le tangenti da pagare, l’accusa di corruzione al commissario straordinario per i mondiali di nuoto del 2008 Claudio Rinaldi e le fatturazioni false di Gazzani sugli appalti delle opere del G8 della Maddalena.
Ed adesso anche gli 80 assegni circolari intestati alle figlie del ministro Scajola per l’acquisto dell’appartamento dove attualmente abitano. I 600 mila euro in realtà erano solo la parte in chiaro da dichiarare al momento del rogito. Tutto il movimento, in tutte le sue diverse fasi, era stato organizzato dallo stesso Anemone, dal momento che secondo le ricostruzioni della Finanza, per il costruttore era usuale riciclale le mazzette con metodi relativamente sicuri.
Di fronte ad implicazioni così forti, le accuse rivolte contro Scajola hanno sollevato la solidarietà di elevati esponenti del Pdl, fra i quali il ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, Fabrizio Cicchitto, presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Tutti berlusconiani fino all’ultimo, tanto che si incomincia a spargere la vice che tutto sia da attribuire ad un tentativo di diffamare uno dei maggiori sostenitori del Presidente del Consiglio. Ed è proprio con quest’ultimo che il ministro ha avuto un incontro privato a palazzo Grazioli, dopo il quale, ovviamente non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
Non gli è parso vero al tagliatore di teste per eccellenza Antonio Di Pietro, poter commentare tutta questa faccenda. E subito a cominciato a chiedere già le dimissioni del ministro, affinché possa far luce sula questione, cosa che grazie al decreto legge sul Legittimo impedimento, potrebbe invece slittare fino a conclusione della legislatura.
“Dopo le vicende del sottosegretario Cosentino, per il quale era stato richiesto persino l’arresto- commenta il leader del Idv- e di un presidente del Consiglio, acclarato corruttore di testimoni giudiziari che ogni giorno si fa una legge per non farsi processare, adesso scopriamo che c’è un ministro della Repubblica che avrebbe ricevuto assegni nell’esercizio delle sue funzioni per comprare immobili con modalità non lecite”.
di Rita Dietrich
30 aprile 2010
E gli economisti sbagliano ancora
Gli economisti? Bravissimi. Dopo. Prima, molto meno. Sbagliano, eccome se sbagliano. Ieri, tantissimo. Oggi, altrettanto.
È come se venisse proiettato lo stesso film, cambiano i Paesi e le situazioni: Wall Street nel 1987, l’Asia dieci anni dopo, i mutui subprime nel 2008, ora la Grecia e con ogni probabilità, Spagna e Portogallo. Ma il finale è sempre lo stesso. Gli economisti elaborano tabelle, scenari, si consultano, producendo previsioni basate sul cosiddetto «consenso di mercato». Ma alla fine fanno cilecca.
E tu, risparmiatore, soffri. Vai in banca, chiedi spiegazioni al tuo gestore, lui si difende e allargando le braccia ricorda che non è l’unico a sbagliare, perché tutti hanno fatto le stesse scelte, seguendo gli stessi orientamenti suggeriti dai nomi, dai grandi nomi, che fanno tendenza. Ma l’ha detto Tizio... ma l’ha detto Caio... Chi poteva prevederlo... E il bello è che ha persino ragione.
D’accordo, l’economia non è una scienza esatta e la storia dimostra che tutti i grandi teorici del passato quando sono passati dalla teoria alla pratica si sono rivelati dei pessimi investitori, inclusi Einaudi e diversi premi Nobel, con le sole eccezioni di Ricardo e, in parte, di Keynes. Ovvero: non affidare i tuoi soldi a un professorone. Quasi certamente non ne farà buon uso. E infatti nessun premio Nobel è diventato miliardario.
Ma da loro, così come dai grandi esperti di finanza, ti aspetteresti un grado di attendibilità più elevato. E un po’ più di coraggio. Hanno diritto a delle attenuanti, d’accordo. I mercati di oggi sono molto complessi, la speculazione possiede una potenza di condizionamento che non ha precedenti nella storia e questo favorisce movimenti bruschi e repentini. Ma perché gli economisti sbagliano sempre tutti assieme?
Non tutti, a onor del vero. Ogni crisi ha il suo eroe, qualche analista o gestore che, andando controcorrente, è riuscito a vedere quel che gli altri nemmeno consideravano. Roubini, ad esempio, nel 2007 veniva deriso dai colleghi; eppure è stato uno dei pochissimi ad aver annunciato la crisi dei subprime. Anche oggi qualche voce libera si è alzata per tempo, pronosticando la bufera in Europa, come quella dello svizzero Hummler.
Ma alla fine nulla cambia. Passata la crisi torna tutto come prima. E la maggior parte degli economisti riprende a muoversi in gregge. Perché? Sono modesti? In teoria è possibile, ma in realtà improbabile; da qualche anno le facoltà di economia e finanza drenano alcune delle menti più brillanti, attratte da stipendi stratosferici. Qualcuno li considera alla stregua di meteorologi o di cartomanti. Ne ha il diritto. Ma non serve a capire come va il mondo.
Perché questo è il punto. Com’è possibile che in una società liberale come la nostra prevalga, tra gli economisti, il pensiero unico? Perché sono così facilmente condizionabili? Domande a cui è difficile rispondere, ma che vanno analizzate in un contesto più ampio. Quello a cui assistiamo non è il semplice fallimento degli economisti in genere, ma di un sistema, che pur scosso da crisi incredibili è ancora incapace di correggere le sue storture.
Prendiamo le agenzie di rating, che danno i voti a chi emette titoli di Stato e obbligazioni. Sono finanziate dalle società che poi sono chiamate a giudicare, hanno commesso errori colossali, mantenendo doppie e «triple A» a compagnie come Enron e Lehman Brothers fino al giorno del fallimento, l’anno scorso sono emersi intrecci finanziari sconcertanti, connivenze eclatanti. Venivano giudicate inattendibili e manipolabili. È passato un anno e mezzo dalla crisi dei subprime. E nulla è cambiato. Avevano promesso riforme, non ci sono state. Moody’s e Standard & Poor’s non hanno più credibilità. Dovrebbero essere ignorate. Eppure continuano a condizionare i mercati. Le bufere sulla Grecia e negli ultimi giorni su Portogallo e Spagna si sono alzate quando loro hanno abbassato i rating. Manco fosse un giudizio divino.
Quella degli economisti, oracoli bislacchi, non è l’unica anomalia di questa strana epoca.
di Marcello Foa
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