15 maggio 2011
14 segni dell'inizio del tracollo della modernità
Ma non c’è bisogno di aspettare il dicembre 2012 per osservarne i segni. Di seguito si riportano 14 elementi che permettono di riconoscere chiaramente il disfacimento mondiale attualmente in corso. Stiamo vivendo a cavallo tra la fine di un’era e l’inizio di un’altra. In futuro guarderanno indietro e vedranno questo momento come una fase storica, ma per chi questo momento lo sta vivendo, l’impressione è quella di procedure a passo di lumaca. Non si deve però cadere in errore: stiamo vivendo le fasi iniziali della fine del mondo come lo conosciamo, ma ciò significa anche che ne sorgerà uno nuovo, completamente diverso da quello attuale.
#1 - Tornado, uragani, terremoti e tsunami – Inizialmente sembravano casi del tutto eccezionali, ora è la prassi. Gli eventi climatici si fanno via via più estremi. Negli ultimi anni, il Midwest statunitense è stato colpito da più di 120 tornado. Il Texas sta andando a fuoco e patisce un’estrema siccità. E dove non ci sono incendi né siccità si verificano delle inondazioni. Questo è solo l’inizio..aspettatevi altre follie metereologiche nei prossimi 18 mesi.
#2 – Il silenzio delle api – Il Colony Collapse Disorder [sindrome dello spopolamento degli alveari, fenomeno riscontrato per la prima volta negli USA nel 2006, ndt] avanza sempre più rapidamente in tutto il Nord America. Sappiamo già che in parte è dovuto ai pesticidi chimici (e probabilmente aggravato dagli OGM), ma il mondo dell’industria chimica è impegnato in un massiccio insabbiamento mirato a negare questa verità, mentre la popolazione degli insetti (responsabili dell’impollinazione) sta vivendo un drastico collasso. (http://www.naturalnews.com/028218_p...)
#3 – Il fallimento del nucleare – La catastrofe di Fukushima prova una cosa: nel pianificare progetti su larga scala, gli scienziati si dimostrano pericolosamente arroganti, sottovalutando regolarmente l’immenso potere di Madre Natura. Il nucleare ci prometteva energia pulita e green: ci ha invece regalato un veleno silenzioso e invisibile che sta infettando il pianeta.
#4 – La persecuzione (in malafede) a Wikileaks – In un’epoca dove l’inganno dilaga, non c’è spazio per la verità. Quindi, coloro che dicono la verità (Wikileaks) vengono ferocemente perseguitati come se fossero criminali.
#5 – L’ascesa di uno ‘stato di polizia’ nel campo della salute – L’intervento armato degli SWAT nel caso di Maryanne Godboldo a Detroit è stato solo l’inizio (http://www.naturalnews.com/032091_M...). La verità è che, in America, il sistema sanitario si serve anche delle armi per costringere alla vaccinazione e alla chemioterapia bambini e ragazzi. Questo apparato è divenuto così profondamente inutile, corrotto e pericoloso, che deve ricorrere alle minacce armate per ‘persuadere’ le persone ad assumere i suoi farmaci. Si tratta di un ‘monopolio medico a mano armata’ che minaccia la nostra salute e la nostra libertà.
#6 – Scarsità di cibo e cattivi raccolti: fenomeni sempre più frequenti – Avete notato i picchi nei prezzi degli alimenti? È solo l’inizio: il prezzo del cibo continuerà a salire esponenzialmente nel corso degli anni. Per le condizioni climatiche estreme, per la scomparsa degli insetti impollinatori e per la contaminazione globale dei raccolti dovuta agli OGM. Nel mondo, il cibo autentico è sempre più scarso. Vale la pena di considerare la possibilità di un orto...
#7 – La progressiva distruzione operata dall’industria energetica – Le fuoriuscite radioattive di Fukushima non sono l’unico segnale di come l’industria energetica sta distruggendo questo mondo. Non ci si deve dimenticare della piattaforma Deepwater Horizon e del massiccio sversamento di petrolio nel Golfo del Messico: uno sversamento tuttora in corso, peraltro. A un anno di distanza dal disastro, stanno ancora irrorando il Golfo con il Corexit [linea di solventi chimici utilizzati per disperdere le chiazze di greggio in mare, ndt]!
#8 – La costante contaminazione del pianeta con gli OGM – Questo potrebbe essere l’aspetto più drammatico del progressivo collasso mondiale a cui stiamo assistendo: un progressivo e dilagante inquinamento genetico del nostro pianeta operato attraverso gli OGM. Si tratta di un crimine contro la natura e contro l’umanità. È una ‘fuoriuscita genetica’ che non può essere contenuta, dal momento che diffonde il suo DNA letale attraverso i campi coltivati di tutto il mondo, provocando cattivi raccolti e, in definitiva, scarsità di cibo (http://www.naturalnews.com/032167_g...). L’utilizzo di OGM è quanto di più ‘satanico’ si possa trovare nell’agricoltura moderna. La pianificazione che c’è alle spalle rappresenta il male assoluto.
#9 – La tirannia e i giri di vite nei confronti del cibo ‘autentico’ (latte crudo) – Quando non si ha nemmeno la possibilità di vendere i genuini prodotti della propria fattoria ai vicini senza rischiare l’arresto, c’è evidentemente qualcosa di sbagliato. Profondamente sbagliato. Eppure succede in tutti gli Stati Uniti. Ora i federali stanno addirittura cercando di incriminare gli amish! (http://www.naturalnews.com/029322_r...)
#10 – L’escalation del denaro contraffatto – In un sistema economico sbagliato e prossimo al collasso, l’idiozia del potere riesce a pensare solo a ‘soluzioni’ che accelerino la sua stessa caduta. La continua ‘falsificazione’ di denaro da parte della Federal Reserve (con il suo ‘alleggerimento quantitativo’ e altri sistemi di contraffazione) è un evidente segnale del fatto che il sistema attuale si muove velocemente verso la sua fine. Queste follie economiche sono evidenti per chiunque abbia ancora un qualche rudimento di matematica.
#11 – L’istupidimento delle masse – Uno dei segnali più fastidiosi del tracollo già in corso è lo spaventoso istupidimento delle masse. Un panorama umano popolato di zombi teledipendenti, con la bocca spalancata e perennemente attaccati alla CNN, non offre niente di utile al mondo. Si tratta di ‘consumatori senza cervello’ che si fanno inoculare vaccini, guardano la televisione e si nutrono di spazzatura, pastorizzata e trasformata chimicamente. Assumono psicofarmaci e si bevono tutto ciò che il governo racconta loro. La maggior parte di essi, naturalmente, non sopravviverà al tracollo.
#12 – La completa fabbricazione di notizie mainstream – Ai giorni nostri, la maggior parte delle notizie che appaiono nei circuiti di informazione mainstream sono interamente costruite. La pubblicazione del certificato di nascita di Obama (in forma estesa), le notizie sulla guerra in Libia, i reportage sull’economia e il debito USA…È tutto così smaccatamente falso e incredibile che qualunque persona dotata di intelligenza, guardando un notiziario, non può che scoppiare a ridere. Il fatto che le fonti di informazione a cui fa riferimento la maggior parte delle persone non siano più capaci di riportare la verità e debbano ricorrere a finzioni ed espedienti su qualunque argomento, dalla salute pubblica alle sorti del dollaro, è un ulteriore segnale del collasso della società.
#13 – Il crescente inquinamento farmaceutico mondiale – Aldilà della contaminazione imputabile agli OGM e alle radiazioni, stiamo assistendo anche a una contaminazione farmaceutica del nostro pianeta. Non si tratta soltanto delle aziende farmaceutiche che scaricano i propri rifiuti nei fiumi (http://www.naturalnews.com/025415_w...); c’è anche il fatto che più della metà della popolazione assume farmaci con cadenza giornaliera. Questi farmaci passano attraverso i loro organismi e finiscono nei bacini idrici, contaminando i pesci che li abitano (http://www.naturalnews.com/025933.html). Oltre a ciò, i farmaci finiscono nei liquami organici umani, che vengono a loro volta confezionati e venduti come ‘fertilizzante organico’!(http://www.naturalnews.com/029504_o...)
#14 – La contaminazione radioattiva delle scorte alimentari globali – Stiamo parlando di qualcosa di veramente insidioso: le scorte alimentari di tutto il mondo sono state contaminate dalle fuoriuscite radioattive di Fukushima. Ci hanno detto che i livelli di radioattività erano ‘bassi’, ma nessuno ci ha detto la verità sugli isotopi radioattivi di cesio e su come ne rimanga traccia negli alimenti per secoli. Come farà la razza umana a sopravvivere all’esposizione alla TAC [tomografia computerizzata, metodo diagnostico che utilizza i raggi X, ndt], al cibo radioattivo, alle radiografie toraciche, ai body scanner della TSA [agenzia per la sicurezza aeroportuale USA, ndt] e perfino ai raggi X che dai furgoni segreti del DHS [Department of Homeland Security, dipartimento per la sicurezza interna USA] scannerizzano il vostro corpo mentre, ignari, vi state muovendo all’interno di uno stadio di football? Gli effetti delle radiazioni sulla razza umana ci stanno portando a una infertilità di massa. Forse è proprio questa l’idea che c’è a monte, in realtà.
Va sempre più veloce
Il dicembre 2012 può essere considerata una data utile per definire una sorta di ‘punto mediano’ della crisi, o anche un ‘punto d’innesco’ per una qualche ulteriore accelerazione nel disfacimento della società. Ma non bisogna cadere in errore: stiamo già assistendo al collasso del mondo moderno, seduti in prima fila! (non male, vero?)
Basta fermarsi a pensare a quello che sta accadendo tutto intorno a noi proprio in questi giorni. Sono tutti segnali del tracollo di una civiltà basta su pratiche insostenibili e sul disinteresse per la vita. È la ‘fine dei giorni’ per l’oligarchia corporativa, l’apparato monopolistico incentrato sul profitto che ha distrutto ogni cosa nel nostro mondo in cambio di risultati trimestrali di segno un po' più positivo.
Nella costante ricerca di maggiori profitti, l’umanità ha sacrificato le sue scorte alimentari, gli insetti impollinatori, i suoi oceani, le sue foreste e le risorse del suolo. Gli esseri umani più avidi hanno usato altri esseri umani come cavie per esperimenti e carne da cannone. Abbiamo fatto guerre solo per vendere nuove bombe, e inventato malattie solo per vendere psicofarmaci.
Questo è l’operato di una società che ha fallito…per questo abbiamo i giorni contati. Assistere a questo crollo è perfino più interessante che osservare la continua opera di distruzione, dal momento che quelli di noi che hanno prestato attenzione hanno capito che una nuova civiltà sorgerà e rimpiazzerà quella attuale dopo il tracollo.
Dite addio al falso potere delle istituzioni
Sarebbe davvero bello che i nostri futuri leader si ricordassero dell’importanza della libertà e, naturalmente, della responsabilità personale. La risposta a tutti i problemi del mondo è evidentemente la libertà: libertà in campo medico, libertà in campo economico e libertà dalla tirannide governativa.
Questo perchè, diciamocelo chiaramente, alla base della maggior parte dei problemi che affliggono il mondo moderno è il malgoverno. È il malgoverno (Big Government [formula con cui negli USA si identifica un’eccessiva ingerenza delle istituzioni nella vita delle persone e nel settore privato, ndt]) che ha approvato gli OGM. È il malgoverno che ha rafforzato il monopolio dei medici e ha permesso che i pesticidi decimassero le api. È il malgoverno che ci ha precipitati in un debito insanabile e in una serie di dispendiose guerre in altri paesi. Il malgoverno ha dichiarato fuorilegge la libertà di pensare da soli alla propria salute e ha protetto le pratiche monopolistiche dell’industria alimentare, farmaceutica e chimica.
Il crollo della civiltà moderna è, come avrete forse immaginato, il crollo dell’idea che un ‘Big Government’ possa creare una società migliore. Perché se c’è un concetto che merita di essere sepolto per sempre è quello che We the People [‘noi, il popolo’, preambolo della costituzione americana, ndt] abbiamo bisogno che un altro un gruppo di persone (i rappresentanti del governo) viva del nostro lavoro e ci perseguiti, forte della sua falsa autorità, pretendendo di guidarci in ogni minimo dettaglio della nostra vita.
Quello di cui abbiamo bisogno in questo mondo non è un governo più forte, ma una maggiore libertà. Con la libertà, l’integrità e la responsabilità individuale, non ci saremmo trovati di fronte al collasso globale a cui stiamo assistendo. Ma, ahimè, a quanto pare apparteniamo a una specie infantile, che ha bisogno di imparare le lezioni nel modo più duro.
Questa lezione dovrebbe essere ricordata a lungo: se lasciate che le aziende, le banche e i governi gestiscano le vostre finanze, le vostre fattorie e le vostre vite, faranno di voi i loro schiavi e vi ruberanno il futuro mentre dormite. Inietteranno il loro veleno in tutto il mondo fino a quando non vi sveglierete, un bel giorno, e vi accorgerete che tutto ciò che avevate creato è stato distrutto. Vi prometteranno il paradiso ma vi regaleranno solo morte. Guardatevi da qualunque entità che non sia un essere vivente: nessun governo, nessuna istituzione e nessuna azienda ha un cuore, né ha una coscienza. Sono ‘forze di distruzione organizzata’ che fanno a pezzi tutto ciò che abbiamo di più caro dandoci in cambio cose che riescono solo a danneggiarci o renderci schiavi.
Guardatevi dalle corporation, dal governo e dalle istituzioni non-profit: queste ultime agiscono come ‘gruppo di facciata’ per l’industria privata. Non lasciatevi governare da istituzioni che esistono soltanto come costruzioni artificiali, proiezioni dell’avidità umana.
E eccoci pronti per l’accelerazione del processo di distruzione. Dal momento che state leggendo questo articolo, voi rappresentate il futuro della razza umana. Avete il dovere di restare in vita, mantenere intatti i vostri geni, pronti per creare una nuova società dopo che quella attuale verrà spazzata via dalla storia.
di Mike Adams
Fonte: http://www.naturalnews.com/
Link: http://www.naturalnews.com/032258_economic_collapse_2012.html
Tradizione a cura di APPLEWHITE
14 maggio 2011
La guerra in Libia, il potere degli Stati Uniti e il declino del sistema dei petrodollari
L’attuale campagna NATO contro Gheddafi in Libia ha creato molta confusione, sia tra coloro che hanno avviato questa iniziativa inefficace che tra coloro che la osservano.
La mia opinione su questa guerra, invece, è che sia mal concepita e pericolosa – una minaccia per gli interessi dei Libici, degli Americani, del Medio Oriente e, potenzialmente, del mondo intero. Dietro al dichiarato timore per l’incolumità dei civili libici vi è una preoccupazione più profonda difficilmente riconoscibile: la difesa occidentale dell’attuale economia globale dei petrodollari, ormai in declino..Nel frattempo, in paesi che sono stati di grande interesse per gli Stati Uniti, come la Giordania e lo Yemen, è difficile individuare una coerente politica americana.
Dei 28 membri della NATO, solo 14 sono coinvolti nella campagna di Libia, e solo 6 nella guerra aerea. Di questi, solo tre paesi – Stati Uniti,Gran Bretagna e Francia – stanno fornendo supporto tattico aereo ai ribelli a terra. Nel momento in cui molti paesi membri della NATO hanno congelato i conti bancari di Gheddafi e dei suoi più prossimi sostenitori, gli Stati Uniti, con una mossa poco pubblicizzata e assai dubbia, hanno congelato la totalità dei 30 miliardi di dollari dei fondi del Governo libico cui hanno avuto accesso (si veda sotto per ulteriori dettagli). La Germania, la nazione più potente nella NATO dopo gli Stati Uniti, si è astenuta dal voto alla risoluzione di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; e il suo ministro degli Esteri, Guido Westerwelle, da allora ha detto: “Noi non prospettiamo nessuna soluzione militare, bensì una soluzione politica.”[3]
Tale caos non sarebbe stato concepibile nel periodo d’oro del dominio statunitense. Obama sembra paralizzato dal distacco dall’obiettivo dichiarato – la rimozione di Gheddafi dal potere – dei mezzi a sua disposizione, dato il costoso impegno della nazione in due guerre e date le sue priorità di politica interna.
Per capire la confusione di USA e NATO in Libia è necessario tenere conto di altri fenomeni:
• L’allarme lanciato da Standard & Poor circa l’imminente perdita di valore finanziario degli Stati Uniti.
• L’aumento senza precedenti del prezzo dell’oro fino al superamento della soglia di 1.500 dollari l’oncia.
• La situazione di stallo nelle politiche degli Stati Uniti circa il deficit federale e statale, e nella ricerca di una soluzione.
Nel vivo della lotta libica contro quel che rimane dell’egemonia statunitense, e in parte come diretto risultato della confusa strategia degli Stati Uniti in Libia, il costo del petrolio ha raggiunto i 112 dollari al barile. Questo aumento dei prezzi rischia di rallentare o addirittura invertire la barcollante ripresa economica degli Stati Uniti, e mostra una delle molte ragioni per cui la guerra libica non sta favorendo gli interessi nazionali americani.
Devo confessare che il 17 marzo io stesso non avevo le idee chiare sulla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che pare aver istituito una no-fly zone in Libia per la protezione dei civili. Il Presidente Barack Obama ha grossolanamente sovrastimato il rischio umanitario per giustificare l’azione militare in Libia. Il Presidente ha sostenuto che l’intervento fosse necessario per prevenire un “bagno di sangue” a Bengasi, seconda più grande città della Libia e ultima roccaforte dei ribelli. Dei 949 feriti, solo 22 – meno del 3% – sono donne. Allo stesso modo Gheddafi non ha mai minacciato un massacro di civili a Bengasi, come ha affermato Obama. L’avvertimento “senza pietà” del 17 Marzo, era indirizzato solo ai ribelli, come è stato riportato nel New York Times , che ha notato che il leader della Libia ha promesso l’amnistia a coloro “che avrebbe gettato le armi”.
Il ruolo del petrolio e degli interessi finanziari in questa guerra
In American War Machine ho scritto come
Attraverso una dialettica apparentemente inevitabile [...]in alcune delle nazioni di maggior peso una situazione di prosperità ha incoraggiato l’espansione, e l’espansione ha creato all’interno degli Stati dominanti delle disparità nel reddito in crescita[6]. Si consideri il ruolo della cospirazione, detta Jameson Raid, nella Repubblica Boera Sudafricana alla fine del 1895; una spedizione volta a promuovere gli interessi di Cecil Rhodes e che ha contribuito a scatenare la Seconda Guerra Boera inglese.[10] Oppure si pensi al complotto anglo-francese con Israele nel 1956, nell’intento assurdamente vano di mantenere il controllo del Canale di Suez.
Si veda ora la pressante influenza delle major del petrolio come fattore determinante della guarra americana in Vietnam (1961), Afghanistan (2001) e Iraq (2003).[11] Anche se il ruolo delle compagnie petrolifere nel coinvolgimento degli Stati Uniti in Libia resta oscuro, è una virtuale certezza che gli Energy Task Force Meetings di Cheney non riguardassero solo le riserve petrolifere poco conosciute dell’Iraq, ma anche quelle della Libia, che si stima siano di circa 41 miliardi di barili, cioè un terzo di quelle dell’Iraq.[12]
In seguito, alcuni a Washington immaginavano che a una rapida vittoria in Iraq sarebbero seguiti attacchi omologhi contro Libia e Iran. Quattro anni fa, il generale Wesley Clark ha dichiarato a Amy Goodman su Democracy Now che poco dopo l’11 settembre un generale del Pentagono lo ha informato che molti paesi sarebbero stati attaccati dall’esercito degli Stati Uniti. 13] Nel maggio del 2003 John Gibson, direttore generale dell’Energy Services Group della Halliburton, ha dichiarato in un’intervista all’International Oil Daily: “Ci auguriamo che l’Iraq sarà la prima tessera a cadere, e che la Libia e l’Iran lo seguiranno. 15] Significativamente, la Cina, la Russia e l’India (uniti al loro alleato del BRICS, il Brasile) si sono astenuti riguardo alla Risoluzione ONU 1973.
La questione del petrolio è strettamente collegata con l’andamento del dollaro, perché lo status del dollaro come valuta di riserva mondiale dipende in gran parte dalla decisione dell’OPEC di utilizzare il dollaro come moneta per gli acquisti di petrolio dall’OPEC. L’economia attuale dei petrodollari si basa su due accordi segreti stipulati con i sauditi negli anni settanta per riciclare petrodollari nell’economia degli Stati Uniti. Il primo di questi patti assicurava una partecipazione speciale e attiva dell’Arabia Saudita nel benessere del dollaro USA; il secondo garantiva un continuo supporto saudita per la determinazione del prezzo di tutto il petrolio dell’OPEC in dollari. Questi due accordi hanno assicurato che l’economia statunitense non sarebbe stata impoverita all’aumento dei prezzi del petrolio da parte dell’OPEC. Gheddafi ha suggerito la costituzione di un continente africano unito, i cui 200 milioni di abitanti utilizzino quest’unica moneta comune [...] L’iniziativa è stata percepita negativamente dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, e il presidente francese Nicolas Sarkozy ha definito la Libia una minaccia per la sicurezza finanziaria del genere umano; ma Gheddafi ha continuato la sua spinta per la creazione di un’Africa unita.
E questo ci riporta all’enigma della banca centrale libica. In un articolo pubblicato sul Market Oracle, Eric Encina ha osservato:
Un fatto raramente menzionato dai politici e dagli esperti della comunicazione occidentali: la Banca Centrale della Libia è al 100% di proprietà dello Stato [...] Al momento, il governo libico produce la propria valuta, il dinaro libico, attraverso i servizi della sua stessa banca centrale. [17]
La Libia non ha solo il petrolio. 20]
La scommessa della Francia per porre fine alle iniziative africane di Gheddafi
L’iniziativa di un attacco aereo è stata presa in primo luogo dalla Francia, che ha ottenuto supporto immediato dalla Gran Bretagna. Se Gheddafi avesse avuto successo nella creazione di un’Unione Africana, sostenuta dalla moneta e dalle riserve d’oro della Libia, la Francia, attualmente il potere economico predominante nella maggior parte delle sue ex colonie in centrafrica, sarebbe la prima a rimetterci. del governo della Libia, le sue agenzie, i suoi mezzi, e le entità sotto il suo controllo, oltre alla Banca Centrale di Libia”[23]). Siccome gli Stati Uniti hanno usato attivamente armi finanziarie negli ultimi anni, il blocco dei 30 miliardi di dollari, “la più grande quantità di sempre ad essere congelata da un ordine di sanzione degli Stati Uniti”, ha un precedente, il blocco, dalla contestabile legalità e dalla certa natura cospiratoria, dei beni iraniani nel 1979 per conto della Chase Manhattan Bank, minacciata dalle iniziative iraniane.[24]
Le conseguenze per l’Africa, come per la Libia, del congelamento dei 30 milioni di dollarI, sono state messe in luce da un’osservatrice Africana:
I 30 milioni di dollari americani congelati da Obama appartengono alla Banca Centrale di Libia ed erano stati contrassegnati come un contributo libico a tre progetti chiave che avrebbero dato il tocco finale alla federazione africana – l’African Investment Bank a Sirte, in Libia, l’istituzione nel 2011 dell’African Monetary Fund, che avrebbe dovuto avere sede a Yaounde con un fondo di 42 milioni di dollari americani, e la Africa Central Bank, con base ad Abuja, in Nigeria, la quale, qualora avesse iniziato a stampare la valuta africana, avrebbe inferto il colpo mortale al franco CFA, con il quale Parigi è stata in grado di mantenere la sua presa su alcuni Stati africani negli ultimi cinquant’anni. È facile intuire il motivo della collera francese contro Gheddafi.[Questo nel momento in cui le chiamate telefoniche dirette in Africa o provenienti dal continente erano le più costose al mondo per via della tassa di 500 milioni di dollari americani imposta dall’Europa per l’uso dei suoi satelliti come Intelsat per le conversazioni telefoniche, comprese quelle nazionali.
Quale banchiere non finanzierebbe un progetto del genere? Ma il problema rimase – come possono degli schiavi, alla ricerca di libertà dallo sfruttamento del proprio padrone, chiedere l’aiuto del padrone stesso per raggiungere tale libertà? Non sorprende quindi che la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, gli USA, l’Europa si siano limitati a fare vaghe promesse per quattordici anni. Gheddafi ha posto fine ai futili pretesti dei “benefattori” occidentali per i loro esorbitanti tassi d’interesse. Vorrei far notare che, anche se solo per stabilizzare e ridurre i prezzi del greggio, è nell’interesse degli USA unirsi a Ban Ki-Moon e al Papa nel fare pressione per un immediato cessate il fuoco in Libia. Negoziare una tregua presenterebbe sicuramente dei problemi, ma la probabile alternativa alla conclusione del conflitto è l’incubo di vederlo inesorabilmente crescere. L’intera Africa è un’area in cui sia le nazioni occidentali che quelle del BRIC si ritroveranno ad investire. Precedenti transizioni della supremazia globale sono state segnate da guerre, rivoluzioni, o da entrambe contemporaneamente. The Road to 9 / 11 è stato oggetto di una recensione elogiativa da parte del generale dell’aria (5 stelle) Bernard Norlain nella prestigiosa rivista National Defense Magazine, nel numero del marzo 2011.
Traduzione a cura di Alessandro Parodi
13 maggio 2011
La televisione come simbolo
Ci si ponga davanti allo schermo, lo si accenda, lo si guardi, si incomincino a cambiare i canali, ad osservarne le immagini: una serie di stati d’animo, sensazioni, emozioni si presenterà prontamente, influenzando il sensorio e la psiche dell’osservatore. Immagini coerenti o incoerenti, disarticolate, realistiche o fantastiche, comuni o prese da luoghi remoti o inaccessibili, da epoche ormai passate o dall’immediatezza del presente. Immagini che permettono di vivere mille vite differenti, di immedesimarsi nelle più diverse situazioni ed eventualità della vita, di muoversi come in un sogno tra gli scenari più disparati. Cose e persone morte riprendono vita, novità piacevoli o spiacevoli si fanno conoscere, proponendosi per la prima volta alla mente ed al giudizio di chi osserva più o meno distrattamente. Ogni immagine evoca uno stato d’animo, una visione diversa del mondo, un punto di vista sempre in mutamento; una sorta di dramma onirico che si dispiega, illusorio e ipnotico in un perenne scorrere di fronte all’occhio dello spettatore.
Ecco che in tutto il suo fulgore scorre il samsara, la corrente delle forme.
In un continuo fluire, con il più totale orrore del vuoto e del silenzio, si dispiega un grande e immenso spettacolo, solo apparentemente frammentato, ma in realtà unico, una grande illusione prodotta dall’ingegno e dall’intelletto umano. Ma di fronte a questa illusione, sempre differente e sempre uguale a se stessa nel suo mutamento, non si ritroveranno forse delle analogie, a prima vista non evidenti, con il famoso velo di Maya?
Maya, ad un tempo potere divino e prodotto di questo potere, attività che permette di creare, di rendere possibili e veritieri trucchi, artifici, fantasmi e inganni dei sensi. Atto creatore, che rende manifeste le forme e che le muta poi a proprio piacimento, tramite una libera azione artistica e, potremmo dire, magica. Prerogativa divina che si riflette poi nell’ordine cosmologico, influenzando a sua volta tutte le creature, effetti anch’essi della Maya ma anche, nei limiti delle loro possibilità, agenti e produttori fenomenici.
Il mondo come opera d’arte, il mondo che produce opere d’arte, in una attività senza fine. E di riflesso, in questo gioco di specchi, si potrà comprendere come la capacità creativa e imitativa umana possa agire nei più diversi ambiti, come ad esempio quelli che costituiscono l’oggetto delle nostre riflessioni, e operare, a suo modo, avendo come fine una realizzazione autonoma di oggetti, immagini, suoni, situazioni, esistenze. Tutto questo naturalmente in un senso parziale, essendo ogni attività compiuta nella manifestazione caratterizzata da una originale ed ineludibile illusorietà – o se si preferisce da una “realtà relativa”.
Il mondo è illusorio, così come le immagini prodotte dagli uomini, perché diviene, perché sebbene di fattura divina rimane strettamente legato alla materia, dalla quale prende il sostentamento per il proprio essere. Tale la corrente delle forme, tale l’artificiale corrente della produzione umana.
Ma oltre a questo simbolismo ve n’è un altro che, anche se per certi aspetti analogo, presenta però delle sfumature decisamente più oscure. Per la sua mutevolezza, il suo dinamismo e la sua natura fondamentalmente inafferrabile, la televisione richiama l’indeterminatezza e la fluidità delle acque, viste simbolicamente nel loro aspetto più basso, di sostanza indifferenziata, principio plastico della manifestazione. Tali abissi, noti secondo alcune tradizioni come le acque inferiori, coinciderebbero con quel caos da cui emergono e ricadono nel loro ciclo vitale le forme manifestate. Come già notava Antonio Cioffi “tale luogo, esattamente come nel caso dell’apparecchio televisivo, traboccherebbe di immagini, intese come possibilità formali di ipotetici eventi di manifestazione non ancora o non più attualizzati, e di “residui” privi, per così dire, di vita propria, come cadaveri sottili cui non appartiene una realtà effettiva. Il mondo sottile è propriamente, secondo queste dottrine, il luogo d’azione dei ginn, nonché di quegli esseri infernali (tamasici, in termini indù) che, come una sorta di epidemie, possono infestare le cose, i corpi o, in modo maggiormente insidioso, le coscienze. Secondo questa prospettiva ci si troverebbe di fronte, nel caso della rappresentazione televisiva in genere, ad un capovolgimento concettuale del significato catartico che il teatro antico possedeva, alla maschera come persona sostituendosi la persona come maschera” (1).
Da questo punto di vista la televisione verrebbe quindi a svolgere una funzione, più o meno volontaria, di “fenditura nella grande muraglia”, ed essendo il suo campo d’azione proprio quel mondo sottile, intermedio tra spirito e materia, dove le influenze dello psichismo inferiore possono maggiormente e più facilmente dispiegarsi, ogni preoccupazione può essere a tale riguardo pienamente giustificata. E questo può avere un suo riflesso anche nelle applicazioni più concrete: non possiamo non sottolineare infatti come per i detentori del potere il mezzo televisivo abbia un’utilità sociale notevole, sia nella sua funzione informativa che in quella propriamente formativa, basandosi su di una sostanziale passività dell’utente, vero e proprio ricettore di messaggi che volontà superiori più o meno benevole pongono nella sua mente, e sia perciò uno dei capisaldi di tutte le forme di autorità che, sotto le più diverse etichette, comandano la società umana del tempo presente. Del resto se Nietzsche ebbe già modo di sostenere come il lavoro fosse la migliore forma di polizia, oggi vi possiamo degnamente affiancare anche la televisione, strumento che oltre a veicolare messaggi occupa materialmente molto tempo libero delle persone, distogliendole da attività potenzialmente più “scomode”; ma su questo è già stata prodotta un’abbondante letteratura, a vario titolo più o meno critica, e quindi non aggiungiamo altro, ritenendo più utile concludere con una piccola riflessione accessoria.
Si potrebbe sostenere che la televisione sia uno strumento di pluralismo, stante la varietà pressoché illimitata di scelte possibili tra i vari programmi. Questo indiscutibilmente corrisponde a verità, anche se solo da un punto di vista parziale, relativo alla pura scelta dei contenuti – che variano l’uno dall’altro in base alle indefinite gradazioni di emotività offerta – anche se da una prospettiva, per così dire, metatestuale, il messaggio è straordinariamente coerente e comune, essendo basato sullo stesso état d’esprit dominante. Osservandone la struttura infatti, tutti i programmi si rifanno a precisi schemi e valori unici, diversamente mutati e declinati secondo una quantità innumerevole di variazioni (e qui non possiamo non notare una sostanziale analogia con il mondo dei partiti politici e la grande miraggio della democrazia rappresentativa, che mette in scena una sorta di “pluralismo totalitario”). La diffusione di valori propriamente politici sarebbe ormai percepita dal pubblico come propaganda, divenendo del tutto inefficace come mezzo di cultura di massa; e quindi la rinuncia ad un messaggio direttamente politico si traduce in pratica nella diffusione di un messaggio politico indiretto basato sull’assimilazione, tramite il divertimento e l’evasione, di valori ed immagini facenti capo a quei modelli esemplari su cui si conforma o si vorrebbe conformare la società. Ed essendo l’alternativa – data la sostanziale uniformità dei contenuti – una possibilità soprattutto teorica, non possiamo concludere in altra maniera come nel constatare, di fronte al gioco caleidoscopico dell’illusione televisiva, che in realtà l’unica alternativa non sia nel cambiare canale ma nello spegnere definitivamente l’apparecchio.
di Renzo Giorgetti
Note
(1) A.Cioffi, La cinepresa di Arianna – presenza e manipolazione del mito nella cultura di massa, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma, 1988, p.85.
A nostro avviso tali riflessioni possono essere valide anche per internet, anche se ad un livello sicuramente diverso, data la sostanziale differenza tra i due mezzi e soprattutto la minore passività ed il maggiore grado di interattività che la rete necessariamente comporta.
15 maggio 2011
14 segni dell'inizio del tracollo della modernità
Ma non c’è bisogno di aspettare il dicembre 2012 per osservarne i segni. Di seguito si riportano 14 elementi che permettono di riconoscere chiaramente il disfacimento mondiale attualmente in corso. Stiamo vivendo a cavallo tra la fine di un’era e l’inizio di un’altra. In futuro guarderanno indietro e vedranno questo momento come una fase storica, ma per chi questo momento lo sta vivendo, l’impressione è quella di procedure a passo di lumaca. Non si deve però cadere in errore: stiamo vivendo le fasi iniziali della fine del mondo come lo conosciamo, ma ciò significa anche che ne sorgerà uno nuovo, completamente diverso da quello attuale.
#1 - Tornado, uragani, terremoti e tsunami – Inizialmente sembravano casi del tutto eccezionali, ora è la prassi. Gli eventi climatici si fanno via via più estremi. Negli ultimi anni, il Midwest statunitense è stato colpito da più di 120 tornado. Il Texas sta andando a fuoco e patisce un’estrema siccità. E dove non ci sono incendi né siccità si verificano delle inondazioni. Questo è solo l’inizio..aspettatevi altre follie metereologiche nei prossimi 18 mesi.
#2 – Il silenzio delle api – Il Colony Collapse Disorder [sindrome dello spopolamento degli alveari, fenomeno riscontrato per la prima volta negli USA nel 2006, ndt] avanza sempre più rapidamente in tutto il Nord America. Sappiamo già che in parte è dovuto ai pesticidi chimici (e probabilmente aggravato dagli OGM), ma il mondo dell’industria chimica è impegnato in un massiccio insabbiamento mirato a negare questa verità, mentre la popolazione degli insetti (responsabili dell’impollinazione) sta vivendo un drastico collasso. (http://www.naturalnews.com/028218_p...)
#3 – Il fallimento del nucleare – La catastrofe di Fukushima prova una cosa: nel pianificare progetti su larga scala, gli scienziati si dimostrano pericolosamente arroganti, sottovalutando regolarmente l’immenso potere di Madre Natura. Il nucleare ci prometteva energia pulita e green: ci ha invece regalato un veleno silenzioso e invisibile che sta infettando il pianeta.
#4 – La persecuzione (in malafede) a Wikileaks – In un’epoca dove l’inganno dilaga, non c’è spazio per la verità. Quindi, coloro che dicono la verità (Wikileaks) vengono ferocemente perseguitati come se fossero criminali.
#5 – L’ascesa di uno ‘stato di polizia’ nel campo della salute – L’intervento armato degli SWAT nel caso di Maryanne Godboldo a Detroit è stato solo l’inizio (http://www.naturalnews.com/032091_M...). La verità è che, in America, il sistema sanitario si serve anche delle armi per costringere alla vaccinazione e alla chemioterapia bambini e ragazzi. Questo apparato è divenuto così profondamente inutile, corrotto e pericoloso, che deve ricorrere alle minacce armate per ‘persuadere’ le persone ad assumere i suoi farmaci. Si tratta di un ‘monopolio medico a mano armata’ che minaccia la nostra salute e la nostra libertà.
#6 – Scarsità di cibo e cattivi raccolti: fenomeni sempre più frequenti – Avete notato i picchi nei prezzi degli alimenti? È solo l’inizio: il prezzo del cibo continuerà a salire esponenzialmente nel corso degli anni. Per le condizioni climatiche estreme, per la scomparsa degli insetti impollinatori e per la contaminazione globale dei raccolti dovuta agli OGM. Nel mondo, il cibo autentico è sempre più scarso. Vale la pena di considerare la possibilità di un orto...
#7 – La progressiva distruzione operata dall’industria energetica – Le fuoriuscite radioattive di Fukushima non sono l’unico segnale di come l’industria energetica sta distruggendo questo mondo. Non ci si deve dimenticare della piattaforma Deepwater Horizon e del massiccio sversamento di petrolio nel Golfo del Messico: uno sversamento tuttora in corso, peraltro. A un anno di distanza dal disastro, stanno ancora irrorando il Golfo con il Corexit [linea di solventi chimici utilizzati per disperdere le chiazze di greggio in mare, ndt]!
#8 – La costante contaminazione del pianeta con gli OGM – Questo potrebbe essere l’aspetto più drammatico del progressivo collasso mondiale a cui stiamo assistendo: un progressivo e dilagante inquinamento genetico del nostro pianeta operato attraverso gli OGM. Si tratta di un crimine contro la natura e contro l’umanità. È una ‘fuoriuscita genetica’ che non può essere contenuta, dal momento che diffonde il suo DNA letale attraverso i campi coltivati di tutto il mondo, provocando cattivi raccolti e, in definitiva, scarsità di cibo (http://www.naturalnews.com/032167_g...). L’utilizzo di OGM è quanto di più ‘satanico’ si possa trovare nell’agricoltura moderna. La pianificazione che c’è alle spalle rappresenta il male assoluto.
#9 – La tirannia e i giri di vite nei confronti del cibo ‘autentico’ (latte crudo) – Quando non si ha nemmeno la possibilità di vendere i genuini prodotti della propria fattoria ai vicini senza rischiare l’arresto, c’è evidentemente qualcosa di sbagliato. Profondamente sbagliato. Eppure succede in tutti gli Stati Uniti. Ora i federali stanno addirittura cercando di incriminare gli amish! (http://www.naturalnews.com/029322_r...)
#10 – L’escalation del denaro contraffatto – In un sistema economico sbagliato e prossimo al collasso, l’idiozia del potere riesce a pensare solo a ‘soluzioni’ che accelerino la sua stessa caduta. La continua ‘falsificazione’ di denaro da parte della Federal Reserve (con il suo ‘alleggerimento quantitativo’ e altri sistemi di contraffazione) è un evidente segnale del fatto che il sistema attuale si muove velocemente verso la sua fine. Queste follie economiche sono evidenti per chiunque abbia ancora un qualche rudimento di matematica.
#11 – L’istupidimento delle masse – Uno dei segnali più fastidiosi del tracollo già in corso è lo spaventoso istupidimento delle masse. Un panorama umano popolato di zombi teledipendenti, con la bocca spalancata e perennemente attaccati alla CNN, non offre niente di utile al mondo. Si tratta di ‘consumatori senza cervello’ che si fanno inoculare vaccini, guardano la televisione e si nutrono di spazzatura, pastorizzata e trasformata chimicamente. Assumono psicofarmaci e si bevono tutto ciò che il governo racconta loro. La maggior parte di essi, naturalmente, non sopravviverà al tracollo.
#12 – La completa fabbricazione di notizie mainstream – Ai giorni nostri, la maggior parte delle notizie che appaiono nei circuiti di informazione mainstream sono interamente costruite. La pubblicazione del certificato di nascita di Obama (in forma estesa), le notizie sulla guerra in Libia, i reportage sull’economia e il debito USA…È tutto così smaccatamente falso e incredibile che qualunque persona dotata di intelligenza, guardando un notiziario, non può che scoppiare a ridere. Il fatto che le fonti di informazione a cui fa riferimento la maggior parte delle persone non siano più capaci di riportare la verità e debbano ricorrere a finzioni ed espedienti su qualunque argomento, dalla salute pubblica alle sorti del dollaro, è un ulteriore segnale del collasso della società.
#13 – Il crescente inquinamento farmaceutico mondiale – Aldilà della contaminazione imputabile agli OGM e alle radiazioni, stiamo assistendo anche a una contaminazione farmaceutica del nostro pianeta. Non si tratta soltanto delle aziende farmaceutiche che scaricano i propri rifiuti nei fiumi (http://www.naturalnews.com/025415_w...); c’è anche il fatto che più della metà della popolazione assume farmaci con cadenza giornaliera. Questi farmaci passano attraverso i loro organismi e finiscono nei bacini idrici, contaminando i pesci che li abitano (http://www.naturalnews.com/025933.html). Oltre a ciò, i farmaci finiscono nei liquami organici umani, che vengono a loro volta confezionati e venduti come ‘fertilizzante organico’!(http://www.naturalnews.com/029504_o...)
#14 – La contaminazione radioattiva delle scorte alimentari globali – Stiamo parlando di qualcosa di veramente insidioso: le scorte alimentari di tutto il mondo sono state contaminate dalle fuoriuscite radioattive di Fukushima. Ci hanno detto che i livelli di radioattività erano ‘bassi’, ma nessuno ci ha detto la verità sugli isotopi radioattivi di cesio e su come ne rimanga traccia negli alimenti per secoli. Come farà la razza umana a sopravvivere all’esposizione alla TAC [tomografia computerizzata, metodo diagnostico che utilizza i raggi X, ndt], al cibo radioattivo, alle radiografie toraciche, ai body scanner della TSA [agenzia per la sicurezza aeroportuale USA, ndt] e perfino ai raggi X che dai furgoni segreti del DHS [Department of Homeland Security, dipartimento per la sicurezza interna USA] scannerizzano il vostro corpo mentre, ignari, vi state muovendo all’interno di uno stadio di football? Gli effetti delle radiazioni sulla razza umana ci stanno portando a una infertilità di massa. Forse è proprio questa l’idea che c’è a monte, in realtà.
Va sempre più veloce
Il dicembre 2012 può essere considerata una data utile per definire una sorta di ‘punto mediano’ della crisi, o anche un ‘punto d’innesco’ per una qualche ulteriore accelerazione nel disfacimento della società. Ma non bisogna cadere in errore: stiamo già assistendo al collasso del mondo moderno, seduti in prima fila! (non male, vero?)
Basta fermarsi a pensare a quello che sta accadendo tutto intorno a noi proprio in questi giorni. Sono tutti segnali del tracollo di una civiltà basta su pratiche insostenibili e sul disinteresse per la vita. È la ‘fine dei giorni’ per l’oligarchia corporativa, l’apparato monopolistico incentrato sul profitto che ha distrutto ogni cosa nel nostro mondo in cambio di risultati trimestrali di segno un po' più positivo.
Nella costante ricerca di maggiori profitti, l’umanità ha sacrificato le sue scorte alimentari, gli insetti impollinatori, i suoi oceani, le sue foreste e le risorse del suolo. Gli esseri umani più avidi hanno usato altri esseri umani come cavie per esperimenti e carne da cannone. Abbiamo fatto guerre solo per vendere nuove bombe, e inventato malattie solo per vendere psicofarmaci.
Questo è l’operato di una società che ha fallito…per questo abbiamo i giorni contati. Assistere a questo crollo è perfino più interessante che osservare la continua opera di distruzione, dal momento che quelli di noi che hanno prestato attenzione hanno capito che una nuova civiltà sorgerà e rimpiazzerà quella attuale dopo il tracollo.
Dite addio al falso potere delle istituzioni
Sarebbe davvero bello che i nostri futuri leader si ricordassero dell’importanza della libertà e, naturalmente, della responsabilità personale. La risposta a tutti i problemi del mondo è evidentemente la libertà: libertà in campo medico, libertà in campo economico e libertà dalla tirannide governativa.
Questo perchè, diciamocelo chiaramente, alla base della maggior parte dei problemi che affliggono il mondo moderno è il malgoverno. È il malgoverno (Big Government [formula con cui negli USA si identifica un’eccessiva ingerenza delle istituzioni nella vita delle persone e nel settore privato, ndt]) che ha approvato gli OGM. È il malgoverno che ha rafforzato il monopolio dei medici e ha permesso che i pesticidi decimassero le api. È il malgoverno che ci ha precipitati in un debito insanabile e in una serie di dispendiose guerre in altri paesi. Il malgoverno ha dichiarato fuorilegge la libertà di pensare da soli alla propria salute e ha protetto le pratiche monopolistiche dell’industria alimentare, farmaceutica e chimica.
Il crollo della civiltà moderna è, come avrete forse immaginato, il crollo dell’idea che un ‘Big Government’ possa creare una società migliore. Perché se c’è un concetto che merita di essere sepolto per sempre è quello che We the People [‘noi, il popolo’, preambolo della costituzione americana, ndt] abbiamo bisogno che un altro un gruppo di persone (i rappresentanti del governo) viva del nostro lavoro e ci perseguiti, forte della sua falsa autorità, pretendendo di guidarci in ogni minimo dettaglio della nostra vita.
Quello di cui abbiamo bisogno in questo mondo non è un governo più forte, ma una maggiore libertà. Con la libertà, l’integrità e la responsabilità individuale, non ci saremmo trovati di fronte al collasso globale a cui stiamo assistendo. Ma, ahimè, a quanto pare apparteniamo a una specie infantile, che ha bisogno di imparare le lezioni nel modo più duro.
Questa lezione dovrebbe essere ricordata a lungo: se lasciate che le aziende, le banche e i governi gestiscano le vostre finanze, le vostre fattorie e le vostre vite, faranno di voi i loro schiavi e vi ruberanno il futuro mentre dormite. Inietteranno il loro veleno in tutto il mondo fino a quando non vi sveglierete, un bel giorno, e vi accorgerete che tutto ciò che avevate creato è stato distrutto. Vi prometteranno il paradiso ma vi regaleranno solo morte. Guardatevi da qualunque entità che non sia un essere vivente: nessun governo, nessuna istituzione e nessuna azienda ha un cuore, né ha una coscienza. Sono ‘forze di distruzione organizzata’ che fanno a pezzi tutto ciò che abbiamo di più caro dandoci in cambio cose che riescono solo a danneggiarci o renderci schiavi.
Guardatevi dalle corporation, dal governo e dalle istituzioni non-profit: queste ultime agiscono come ‘gruppo di facciata’ per l’industria privata. Non lasciatevi governare da istituzioni che esistono soltanto come costruzioni artificiali, proiezioni dell’avidità umana.
E eccoci pronti per l’accelerazione del processo di distruzione. Dal momento che state leggendo questo articolo, voi rappresentate il futuro della razza umana. Avete il dovere di restare in vita, mantenere intatti i vostri geni, pronti per creare una nuova società dopo che quella attuale verrà spazzata via dalla storia.
di Mike Adams
Fonte: http://www.naturalnews.com/
Link: http://www.naturalnews.com/032258_economic_collapse_2012.html
Tradizione a cura di APPLEWHITE
14 maggio 2011
La guerra in Libia, il potere degli Stati Uniti e il declino del sistema dei petrodollari
L’attuale campagna NATO contro Gheddafi in Libia ha creato molta confusione, sia tra coloro che hanno avviato questa iniziativa inefficace che tra coloro che la osservano.
La mia opinione su questa guerra, invece, è che sia mal concepita e pericolosa – una minaccia per gli interessi dei Libici, degli Americani, del Medio Oriente e, potenzialmente, del mondo intero. Dietro al dichiarato timore per l’incolumità dei civili libici vi è una preoccupazione più profonda difficilmente riconoscibile: la difesa occidentale dell’attuale economia globale dei petrodollari, ormai in declino..Nel frattempo, in paesi che sono stati di grande interesse per gli Stati Uniti, come la Giordania e lo Yemen, è difficile individuare una coerente politica americana.
Dei 28 membri della NATO, solo 14 sono coinvolti nella campagna di Libia, e solo 6 nella guerra aerea. Di questi, solo tre paesi – Stati Uniti,Gran Bretagna e Francia – stanno fornendo supporto tattico aereo ai ribelli a terra. Nel momento in cui molti paesi membri della NATO hanno congelato i conti bancari di Gheddafi e dei suoi più prossimi sostenitori, gli Stati Uniti, con una mossa poco pubblicizzata e assai dubbia, hanno congelato la totalità dei 30 miliardi di dollari dei fondi del Governo libico cui hanno avuto accesso (si veda sotto per ulteriori dettagli). La Germania, la nazione più potente nella NATO dopo gli Stati Uniti, si è astenuta dal voto alla risoluzione di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; e il suo ministro degli Esteri, Guido Westerwelle, da allora ha detto: “Noi non prospettiamo nessuna soluzione militare, bensì una soluzione politica.”[3]
Tale caos non sarebbe stato concepibile nel periodo d’oro del dominio statunitense. Obama sembra paralizzato dal distacco dall’obiettivo dichiarato – la rimozione di Gheddafi dal potere – dei mezzi a sua disposizione, dato il costoso impegno della nazione in due guerre e date le sue priorità di politica interna.
Per capire la confusione di USA e NATO in Libia è necessario tenere conto di altri fenomeni:
• L’allarme lanciato da Standard & Poor circa l’imminente perdita di valore finanziario degli Stati Uniti.
• L’aumento senza precedenti del prezzo dell’oro fino al superamento della soglia di 1.500 dollari l’oncia.
• La situazione di stallo nelle politiche degli Stati Uniti circa il deficit federale e statale, e nella ricerca di una soluzione.
Nel vivo della lotta libica contro quel che rimane dell’egemonia statunitense, e in parte come diretto risultato della confusa strategia degli Stati Uniti in Libia, il costo del petrolio ha raggiunto i 112 dollari al barile. Questo aumento dei prezzi rischia di rallentare o addirittura invertire la barcollante ripresa economica degli Stati Uniti, e mostra una delle molte ragioni per cui la guerra libica non sta favorendo gli interessi nazionali americani.
Devo confessare che il 17 marzo io stesso non avevo le idee chiare sulla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che pare aver istituito una no-fly zone in Libia per la protezione dei civili. Il Presidente Barack Obama ha grossolanamente sovrastimato il rischio umanitario per giustificare l’azione militare in Libia. Il Presidente ha sostenuto che l’intervento fosse necessario per prevenire un “bagno di sangue” a Bengasi, seconda più grande città della Libia e ultima roccaforte dei ribelli. Dei 949 feriti, solo 22 – meno del 3% – sono donne. Allo stesso modo Gheddafi non ha mai minacciato un massacro di civili a Bengasi, come ha affermato Obama. L’avvertimento “senza pietà” del 17 Marzo, era indirizzato solo ai ribelli, come è stato riportato nel New York Times , che ha notato che il leader della Libia ha promesso l’amnistia a coloro “che avrebbe gettato le armi”.
Il ruolo del petrolio e degli interessi finanziari in questa guerra
In American War Machine ho scritto come
Attraverso una dialettica apparentemente inevitabile [...]in alcune delle nazioni di maggior peso una situazione di prosperità ha incoraggiato l’espansione, e l’espansione ha creato all’interno degli Stati dominanti delle disparità nel reddito in crescita[6]. Si consideri il ruolo della cospirazione, detta Jameson Raid, nella Repubblica Boera Sudafricana alla fine del 1895; una spedizione volta a promuovere gli interessi di Cecil Rhodes e che ha contribuito a scatenare la Seconda Guerra Boera inglese.[10] Oppure si pensi al complotto anglo-francese con Israele nel 1956, nell’intento assurdamente vano di mantenere il controllo del Canale di Suez.
Si veda ora la pressante influenza delle major del petrolio come fattore determinante della guarra americana in Vietnam (1961), Afghanistan (2001) e Iraq (2003).[11] Anche se il ruolo delle compagnie petrolifere nel coinvolgimento degli Stati Uniti in Libia resta oscuro, è una virtuale certezza che gli Energy Task Force Meetings di Cheney non riguardassero solo le riserve petrolifere poco conosciute dell’Iraq, ma anche quelle della Libia, che si stima siano di circa 41 miliardi di barili, cioè un terzo di quelle dell’Iraq.[12]
In seguito, alcuni a Washington immaginavano che a una rapida vittoria in Iraq sarebbero seguiti attacchi omologhi contro Libia e Iran. Quattro anni fa, il generale Wesley Clark ha dichiarato a Amy Goodman su Democracy Now che poco dopo l’11 settembre un generale del Pentagono lo ha informato che molti paesi sarebbero stati attaccati dall’esercito degli Stati Uniti. 13] Nel maggio del 2003 John Gibson, direttore generale dell’Energy Services Group della Halliburton, ha dichiarato in un’intervista all’International Oil Daily: “Ci auguriamo che l’Iraq sarà la prima tessera a cadere, e che la Libia e l’Iran lo seguiranno. 15] Significativamente, la Cina, la Russia e l’India (uniti al loro alleato del BRICS, il Brasile) si sono astenuti riguardo alla Risoluzione ONU 1973.
La questione del petrolio è strettamente collegata con l’andamento del dollaro, perché lo status del dollaro come valuta di riserva mondiale dipende in gran parte dalla decisione dell’OPEC di utilizzare il dollaro come moneta per gli acquisti di petrolio dall’OPEC. L’economia attuale dei petrodollari si basa su due accordi segreti stipulati con i sauditi negli anni settanta per riciclare petrodollari nell’economia degli Stati Uniti. Il primo di questi patti assicurava una partecipazione speciale e attiva dell’Arabia Saudita nel benessere del dollaro USA; il secondo garantiva un continuo supporto saudita per la determinazione del prezzo di tutto il petrolio dell’OPEC in dollari. Questi due accordi hanno assicurato che l’economia statunitense non sarebbe stata impoverita all’aumento dei prezzi del petrolio da parte dell’OPEC. Gheddafi ha suggerito la costituzione di un continente africano unito, i cui 200 milioni di abitanti utilizzino quest’unica moneta comune [...] L’iniziativa è stata percepita negativamente dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, e il presidente francese Nicolas Sarkozy ha definito la Libia una minaccia per la sicurezza finanziaria del genere umano; ma Gheddafi ha continuato la sua spinta per la creazione di un’Africa unita.
E questo ci riporta all’enigma della banca centrale libica. In un articolo pubblicato sul Market Oracle, Eric Encina ha osservato:
Un fatto raramente menzionato dai politici e dagli esperti della comunicazione occidentali: la Banca Centrale della Libia è al 100% di proprietà dello Stato [...] Al momento, il governo libico produce la propria valuta, il dinaro libico, attraverso i servizi della sua stessa banca centrale. [17]
La Libia non ha solo il petrolio. 20]
La scommessa della Francia per porre fine alle iniziative africane di Gheddafi
L’iniziativa di un attacco aereo è stata presa in primo luogo dalla Francia, che ha ottenuto supporto immediato dalla Gran Bretagna. Se Gheddafi avesse avuto successo nella creazione di un’Unione Africana, sostenuta dalla moneta e dalle riserve d’oro della Libia, la Francia, attualmente il potere economico predominante nella maggior parte delle sue ex colonie in centrafrica, sarebbe la prima a rimetterci. del governo della Libia, le sue agenzie, i suoi mezzi, e le entità sotto il suo controllo, oltre alla Banca Centrale di Libia”[23]). Siccome gli Stati Uniti hanno usato attivamente armi finanziarie negli ultimi anni, il blocco dei 30 miliardi di dollari, “la più grande quantità di sempre ad essere congelata da un ordine di sanzione degli Stati Uniti”, ha un precedente, il blocco, dalla contestabile legalità e dalla certa natura cospiratoria, dei beni iraniani nel 1979 per conto della Chase Manhattan Bank, minacciata dalle iniziative iraniane.[24]
Le conseguenze per l’Africa, come per la Libia, del congelamento dei 30 milioni di dollarI, sono state messe in luce da un’osservatrice Africana:
I 30 milioni di dollari americani congelati da Obama appartengono alla Banca Centrale di Libia ed erano stati contrassegnati come un contributo libico a tre progetti chiave che avrebbero dato il tocco finale alla federazione africana – l’African Investment Bank a Sirte, in Libia, l’istituzione nel 2011 dell’African Monetary Fund, che avrebbe dovuto avere sede a Yaounde con un fondo di 42 milioni di dollari americani, e la Africa Central Bank, con base ad Abuja, in Nigeria, la quale, qualora avesse iniziato a stampare la valuta africana, avrebbe inferto il colpo mortale al franco CFA, con il quale Parigi è stata in grado di mantenere la sua presa su alcuni Stati africani negli ultimi cinquant’anni. È facile intuire il motivo della collera francese contro Gheddafi.[Questo nel momento in cui le chiamate telefoniche dirette in Africa o provenienti dal continente erano le più costose al mondo per via della tassa di 500 milioni di dollari americani imposta dall’Europa per l’uso dei suoi satelliti come Intelsat per le conversazioni telefoniche, comprese quelle nazionali.
Quale banchiere non finanzierebbe un progetto del genere? Ma il problema rimase – come possono degli schiavi, alla ricerca di libertà dallo sfruttamento del proprio padrone, chiedere l’aiuto del padrone stesso per raggiungere tale libertà? Non sorprende quindi che la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, gli USA, l’Europa si siano limitati a fare vaghe promesse per quattordici anni. Gheddafi ha posto fine ai futili pretesti dei “benefattori” occidentali per i loro esorbitanti tassi d’interesse. Vorrei far notare che, anche se solo per stabilizzare e ridurre i prezzi del greggio, è nell’interesse degli USA unirsi a Ban Ki-Moon e al Papa nel fare pressione per un immediato cessate il fuoco in Libia. Negoziare una tregua presenterebbe sicuramente dei problemi, ma la probabile alternativa alla conclusione del conflitto è l’incubo di vederlo inesorabilmente crescere. L’intera Africa è un’area in cui sia le nazioni occidentali che quelle del BRIC si ritroveranno ad investire. Precedenti transizioni della supremazia globale sono state segnate da guerre, rivoluzioni, o da entrambe contemporaneamente. The Road to 9 / 11 è stato oggetto di una recensione elogiativa da parte del generale dell’aria (5 stelle) Bernard Norlain nella prestigiosa rivista National Defense Magazine, nel numero del marzo 2011.
Traduzione a cura di Alessandro Parodi
13 maggio 2011
La televisione come simbolo
Ci si ponga davanti allo schermo, lo si accenda, lo si guardi, si incomincino a cambiare i canali, ad osservarne le immagini: una serie di stati d’animo, sensazioni, emozioni si presenterà prontamente, influenzando il sensorio e la psiche dell’osservatore. Immagini coerenti o incoerenti, disarticolate, realistiche o fantastiche, comuni o prese da luoghi remoti o inaccessibili, da epoche ormai passate o dall’immediatezza del presente. Immagini che permettono di vivere mille vite differenti, di immedesimarsi nelle più diverse situazioni ed eventualità della vita, di muoversi come in un sogno tra gli scenari più disparati. Cose e persone morte riprendono vita, novità piacevoli o spiacevoli si fanno conoscere, proponendosi per la prima volta alla mente ed al giudizio di chi osserva più o meno distrattamente. Ogni immagine evoca uno stato d’animo, una visione diversa del mondo, un punto di vista sempre in mutamento; una sorta di dramma onirico che si dispiega, illusorio e ipnotico in un perenne scorrere di fronte all’occhio dello spettatore.
Ecco che in tutto il suo fulgore scorre il samsara, la corrente delle forme.
In un continuo fluire, con il più totale orrore del vuoto e del silenzio, si dispiega un grande e immenso spettacolo, solo apparentemente frammentato, ma in realtà unico, una grande illusione prodotta dall’ingegno e dall’intelletto umano. Ma di fronte a questa illusione, sempre differente e sempre uguale a se stessa nel suo mutamento, non si ritroveranno forse delle analogie, a prima vista non evidenti, con il famoso velo di Maya?
Maya, ad un tempo potere divino e prodotto di questo potere, attività che permette di creare, di rendere possibili e veritieri trucchi, artifici, fantasmi e inganni dei sensi. Atto creatore, che rende manifeste le forme e che le muta poi a proprio piacimento, tramite una libera azione artistica e, potremmo dire, magica. Prerogativa divina che si riflette poi nell’ordine cosmologico, influenzando a sua volta tutte le creature, effetti anch’essi della Maya ma anche, nei limiti delle loro possibilità, agenti e produttori fenomenici.
Il mondo come opera d’arte, il mondo che produce opere d’arte, in una attività senza fine. E di riflesso, in questo gioco di specchi, si potrà comprendere come la capacità creativa e imitativa umana possa agire nei più diversi ambiti, come ad esempio quelli che costituiscono l’oggetto delle nostre riflessioni, e operare, a suo modo, avendo come fine una realizzazione autonoma di oggetti, immagini, suoni, situazioni, esistenze. Tutto questo naturalmente in un senso parziale, essendo ogni attività compiuta nella manifestazione caratterizzata da una originale ed ineludibile illusorietà – o se si preferisce da una “realtà relativa”.
Il mondo è illusorio, così come le immagini prodotte dagli uomini, perché diviene, perché sebbene di fattura divina rimane strettamente legato alla materia, dalla quale prende il sostentamento per il proprio essere. Tale la corrente delle forme, tale l’artificiale corrente della produzione umana.
Ma oltre a questo simbolismo ve n’è un altro che, anche se per certi aspetti analogo, presenta però delle sfumature decisamente più oscure. Per la sua mutevolezza, il suo dinamismo e la sua natura fondamentalmente inafferrabile, la televisione richiama l’indeterminatezza e la fluidità delle acque, viste simbolicamente nel loro aspetto più basso, di sostanza indifferenziata, principio plastico della manifestazione. Tali abissi, noti secondo alcune tradizioni come le acque inferiori, coinciderebbero con quel caos da cui emergono e ricadono nel loro ciclo vitale le forme manifestate. Come già notava Antonio Cioffi “tale luogo, esattamente come nel caso dell’apparecchio televisivo, traboccherebbe di immagini, intese come possibilità formali di ipotetici eventi di manifestazione non ancora o non più attualizzati, e di “residui” privi, per così dire, di vita propria, come cadaveri sottili cui non appartiene una realtà effettiva. Il mondo sottile è propriamente, secondo queste dottrine, il luogo d’azione dei ginn, nonché di quegli esseri infernali (tamasici, in termini indù) che, come una sorta di epidemie, possono infestare le cose, i corpi o, in modo maggiormente insidioso, le coscienze. Secondo questa prospettiva ci si troverebbe di fronte, nel caso della rappresentazione televisiva in genere, ad un capovolgimento concettuale del significato catartico che il teatro antico possedeva, alla maschera come persona sostituendosi la persona come maschera” (1).
Da questo punto di vista la televisione verrebbe quindi a svolgere una funzione, più o meno volontaria, di “fenditura nella grande muraglia”, ed essendo il suo campo d’azione proprio quel mondo sottile, intermedio tra spirito e materia, dove le influenze dello psichismo inferiore possono maggiormente e più facilmente dispiegarsi, ogni preoccupazione può essere a tale riguardo pienamente giustificata. E questo può avere un suo riflesso anche nelle applicazioni più concrete: non possiamo non sottolineare infatti come per i detentori del potere il mezzo televisivo abbia un’utilità sociale notevole, sia nella sua funzione informativa che in quella propriamente formativa, basandosi su di una sostanziale passività dell’utente, vero e proprio ricettore di messaggi che volontà superiori più o meno benevole pongono nella sua mente, e sia perciò uno dei capisaldi di tutte le forme di autorità che, sotto le più diverse etichette, comandano la società umana del tempo presente. Del resto se Nietzsche ebbe già modo di sostenere come il lavoro fosse la migliore forma di polizia, oggi vi possiamo degnamente affiancare anche la televisione, strumento che oltre a veicolare messaggi occupa materialmente molto tempo libero delle persone, distogliendole da attività potenzialmente più “scomode”; ma su questo è già stata prodotta un’abbondante letteratura, a vario titolo più o meno critica, e quindi non aggiungiamo altro, ritenendo più utile concludere con una piccola riflessione accessoria.
Si potrebbe sostenere che la televisione sia uno strumento di pluralismo, stante la varietà pressoché illimitata di scelte possibili tra i vari programmi. Questo indiscutibilmente corrisponde a verità, anche se solo da un punto di vista parziale, relativo alla pura scelta dei contenuti – che variano l’uno dall’altro in base alle indefinite gradazioni di emotività offerta – anche se da una prospettiva, per così dire, metatestuale, il messaggio è straordinariamente coerente e comune, essendo basato sullo stesso état d’esprit dominante. Osservandone la struttura infatti, tutti i programmi si rifanno a precisi schemi e valori unici, diversamente mutati e declinati secondo una quantità innumerevole di variazioni (e qui non possiamo non notare una sostanziale analogia con il mondo dei partiti politici e la grande miraggio della democrazia rappresentativa, che mette in scena una sorta di “pluralismo totalitario”). La diffusione di valori propriamente politici sarebbe ormai percepita dal pubblico come propaganda, divenendo del tutto inefficace come mezzo di cultura di massa; e quindi la rinuncia ad un messaggio direttamente politico si traduce in pratica nella diffusione di un messaggio politico indiretto basato sull’assimilazione, tramite il divertimento e l’evasione, di valori ed immagini facenti capo a quei modelli esemplari su cui si conforma o si vorrebbe conformare la società. Ed essendo l’alternativa – data la sostanziale uniformità dei contenuti – una possibilità soprattutto teorica, non possiamo concludere in altra maniera come nel constatare, di fronte al gioco caleidoscopico dell’illusione televisiva, che in realtà l’unica alternativa non sia nel cambiare canale ma nello spegnere definitivamente l’apparecchio.
di Renzo Giorgetti
Note
(1) A.Cioffi, La cinepresa di Arianna – presenza e manipolazione del mito nella cultura di massa, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma, 1988, p.85.
A nostro avviso tali riflessioni possono essere valide anche per internet, anche se ad un livello sicuramente diverso, data la sostanziale differenza tra i due mezzi e soprattutto la minore passività ed il maggiore grado di interattività che la rete necessariamente comporta.