18 ottobre 2011

La Russia si offre di contribuire a rimettere in sesto l'economia greca


Parlando al Forum di Rodi sul Dialogo tra le Civiltà, che si è tenuto sull'isola greca di Rodi dal 6 al 10 ottobre, il co-fondatore dell'evento Vladimir Yakunin ha denunciato la globalizzazione ed il "capitalismo da bisca". Stando al Bollettino del Patriarcato di Mosca della Chiesa Ortodossa Russa, ha sottolineato che la crisi attuale è il risultato della globalizzazione, il cui risultato principale è la "creazione di un'economia finanziaria virtuale, completamente libera, e completamente divorziata dall'economia reale. Tale libertà, che è più simile alla licenza, è diventata mortale per lo sviluppo della società".

Yakunin, che è anche amministratore delegato delle Ferrovie Russe, è uno dei principali promotori di grandi progetti ferroviari, incluso il tunnel sotto lo stretto di Bering, così come della crescente alleanza trans-pacifica per lo sviluppo globale.

Solo una settimana prima si era tenuta a Rodi un'altra conferenza sui "nuovi orizzonti dei rapporti economici nella politica di investimenti, il commercio e il turismo", dove è intervenuto Mikhail Dmitriev, presidente del Centro per la Ricerca Strategica di Mosca. Nel corso di un intervento ad ampio raggio su come la Russia potrebbe contribuire alla ripresa dell'economia greca, Dmitriev ha sottolineato l'"esperienza del suo paese nel traffico merci e passeggeri" ed ha offerto alla Grecia di unirsi alla Russia in progetti chiave per la Ferrovia Transiberiana. In effetti, la Russia intende estendere il proprio scartamento ferroviario (1.520 metri) a Bratislava e Vienna, in modo da poter generare un transito di massa di container dall'Asia orientale al cuore dell'Europa tramite la Transiberiana, aprendo enormi opportunità nuove di traffico merci anche per la Grecia.

Dmitriev ha sottolineato anche "le enormi opportunità di costruirà un'alleanza nei trasporti e nelle spedizioni" tra i due paesi, che potrebbero includere anche investimenti nei porti della Grecia ed un miglioramento dei rapporti con i porti del Mar Nero in Russia, così come nell'agricoltura, giacché la Russia "resta un mercato di esportazione quasi intoccato" per certi prodotti agricoli greci che non vengono prodotti in Russia.

Commentando questa offerta, una fonte greca coinvolta nel miglioramento dei rapporti economici con la Russia ha dichiarato all'EIR che con i russi ed i cinesi che vogliono sviluppare collegamenti ferroviari a partire da Shanghai, attraversando la Russia e l'Europa, la Grecia potrebbe diventare parte di questo raccordo euroasiatico dei trasporti. Disgraziatamente, ha aggiunto, l'attuale governo greco ha respinto l'offerta, ovviamente su ordini dell'UE e dei suoi creditori, agendo quindi come dei "traditori".

In effetti circola voce che il governo greco voglia letteralmente regalare le sue ferrovie ai francesi, per pagare il debito estero impagabile della Grecia, ha commentato la forte, invece di accettare crediti reali per gli investimenti dalla Russia.

by (MoviSol)

17 ottobre 2011

Sognare è la sorte dei deboli: attenti ai cialtroni






http://a5.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/164003_172014339506872_166089950099311_332949_6596272_n.jpg

Ogni epoca è vissuta da uomini che si lamentano della decadenza e della corruzione del proprio tempo. A volte si tratta di una mera attitudine caratteriale (certa gente deplorerebbe gli sbalzi della vita in qualsiasi caso), ma più spesso si tratta di una percezione psicologica inevitabile allorché il soggetto si smarrisce al cospetto di eventi che non stanno mai fermi e trasfigurano il mondo davanti ai suoi occhi. La caduta delle precedenti convinzioni e la perdita di stabilità nei diversi ambiti sociali (politici, economici culturali), soprattutto nelle fasi di immensi cambiamenti, ingenerano nell’individuo la paura di quello che si manifesterà innanzi, il timore di non riuscire a comprendere la direzione in cui evolveranno gli avvenimenti, la propria collocazione rispetto alle novità ed il proprio ruolo nella Storia. Tuttavia, c’è da distinguere tra una “degenerazione” relativa che è sempre possibile correggere in quanto è solo spaesamento soggettivo di fronte ad una oggettività in mutamento, da una degenerazione assoluta che è peggioramento complessivo della situazione senza movimento mentale da parte di chi, per inedia e mancanza di strumenti di discernimento, subisce le metamorfosi sociali senza nemmeno tentare di comprendere e direzionare i processi in atto nelle diverse sfere dell’esistenza associata. L’oscuramento intellettuale di chi dovrebbe fornire risposte meno estemporanee e banali sulla crisi in gestazione (perchè siamo ancora agli inizi), dicendosi dalla parte degli esclusi dai percorsi decisionali, è la prova lampante che il sistema dei capitalismi sta già incedendo indisturbato a riconfigurarsi secondo le sue logiche e dinamiche(sempre conflittuali) intrinseche che condurranno ad una ridefinizione dei rapporti di forza tra le formazioni nazionali all’interno della formazione capitalistica globale. I poveri in saccoccia si troveranno ancora in mezzo a questi fenomeni restandone stritolati, mentre i poveri di zucca, ma bravi a parole, si ricicleranno facendo carriera e servendo altri padroni. Oggi mi pare che siamo in questa condizione e troppi dati lo confermano. Appena ieri leggendo Schopenhauer e il suo “Il mondo come volontà e rappresentazione” coglievo tali aspetti, laddove nell’introduzione alla seconda edizione del 1844, egli registrava l’involuzione morale dei suoi contemporanei e la perdita di spirito dei suoi anni. Ma erano appunto in procinto di scoppiare grandi accadimenti a sostegno del fatto che quella società era in ebollizione, in essa brulicavano corpi collettivi in cerca di vie alternative e innovative per costruire un altro futuro. Non c’era ristagno ideologico e alterazione etica perché non si aveva lo sguardo rivolto ad un passato fuori dal periodo storico come avviene per i nostri tempi in cui si conciona a vanvera di edificazione dell’avvenire con materiali di vecchie e sepolte generazioni. Inoltre, lui aveva come interlocutori quelli che spesso definiva, un po’ ingiustamente, vacui (Fichte e Schelling) e ciarlatani (Hegel) ma che erano pur sempre eccelsi pensatori e non improvvisatori di narrazioni per masse di studenti sciocchi e incolti, pronte ad essere mandate al macello o a trasformarsi in squadracce. Giganti che fanno rimpicciolire a formichine gli pseudo-intellettualini di oggi i quali arringano le moltitudini al fine di vendere i loro squallidi e inutili libri o occupare posticini nell’accademia. Non voglio annoiarvi con la filosofia di cui per altro non sono esperto, ma dopo aver letto il discorso di Slavoj Zizek tenuto ai manifestanti del movimento “Occupy Wall street” a New York, apparso su Liberazione, e l’intervista all’ex pot-op Franco Berardi Bifo, pubblicata sulla Stampa, mi sono caduti i coglioni per terra. Mentre Bifo ha dichiarato che non siamo mai stati così vicini al comunismo come in questo momento (facile sperare e sparare siffatte cazzate quando si hanno nel cervello i chip resettati) Zizek offriva, sotto il tempio della finanza Usa, a giovani affamati di stupidaggini, le sue croste teoriche sulla nonviolenza e la fine del capitalismo. Costoro sono sempre i primi a blaterare di rivolgimenti inevitabili che conducono all’eden degli sfruttati, ma lo fanno per meglio obnubilare le traiettorie evenemenziali ed impedire che qualcosa cambi davvero. In momenti incasinati come questi, gli imbonitori e i depistatori spuntano come funghi perchè sono gli anticorpi che il sistema libera nell’organismo sociale per attaccare le idee non conformi che possono mettere a rischio la sua tenuta. Questa frotta di stregoni è pericolosa e va isolata senza tentennamenti. Tali truffatori vi parleranno sempre di un mondo migliore e di sogni rivoluzionari perché il loro mestiere è proprio quello di far affaticare il pensiero critico dietro alla processione utopie irrealizzabili, per dare il colpo di grazia a chi si lascierà disorientare e stremare dalle chimere irraggiungibili. Ricordatevi delle parole di Pasolini (oh generazione sfortunata… tu obbedisti disobbedendo), di Brecht (al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico. La voce che li comanda è la voce del loro nemico. E chi parla del nemico è lui stesso il nemico) e di quelle di Lenin (sognare è la sorte dei deboli).

di Gianni Petrosillo

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9141


16 ottobre 2011

La grande menzogna dell'euro


La moneta rappresenta il "carattere" di un popolo: tutte le monete latine (lira, dracma, peseta etc..) erano monete deboli, mentre quelle continentali (marco, franco, fiorino etc..) erano monete forti.

Non era certamente un caso... Così come non è certamente un caso che, oggi, gli stessi paesi latini siano a disagio con l'euro che ha ereditato la forza delle monete continentali.

Ma è un disagio passeggero e, quindi, destinato ad essere superato?

Supponiamo che due uomini, uno alto e robusto (taglia 56) e l'altro basso e mingherlino (taglia 48) decidano di risparmiare sulle spese di vestiario e, invece di quelle due diverse taglie, concordino di comprare solo vestiti di taglia 52 (la media di 56 e 48) in modo che lo stesso vestito possa essere usato da entrambi.

Può quella essere una soluzione a lungo termine... destinata a durare?

Si; a patto che l'uomo robusto dimagrisca di 15 chili e si adatti ad andare in giro con pantaloni e giacche corte, mentre l'altro, quello mingherlino, si ingrassi di 15 chili e non gli procuri disagio l'andare in giro con giacche e pantaloni lunghissimi.

A quelle condizioni, i due, possono usare gli stessi vestiti.

Ma, a questo punto, uno dei due, o entrambi, sarebbero autorizzati a porsi la domanda: "per quale cazzo di motivo dovremmo costringerci ad indossare una taglia diversa dalla nostra?"...

"Per risparmiare e per semplificare il guardaroba di entrambi"... gli si risponderebbe.

Ma che razza di vantaggio è, se la contropartita è il disagio continuo... l'imbarazzo di essere costantemente vestiti in maniera goffa e l'impedimento ai movimenti di un corpo avvolto in abiti troppo corti o troppo lunghi?

Fuori di metafora, chi ha deciso di farci partecipare all'euro (senza sottoporre, come avrebbe dovuto, quella decisione a referendum popolare) ha ritenuto che noi italiani avremmo potuto "indossare" la valuta dei tedeschi... abituandoci, prima o poi, a quella "taglia" tanto più grande della nostra.

E per convincerci (della bontà della sua decisione), ci ha raccontato una serie di minchiate per bambini scimuniti... argomenti che, solo a masticare un po di finanza elementare, apparivano già da subito destituiti di qualsiasi logica validità.

Ma, evidentemente, chi governa questo paese, lo ritiene abitato da una larga maggioranza di ignoranti a cui si può raccontare ogni tipo di cazzata, purché detta bene, con grande convinzione e abbondanza di supporto mediatico.

Que fuerunt vitia mores sunt (Quelli che furono vizi ora sono costumi) Lucio Anneo Seneca.

Una volta, nell'Italia del dopoguerra, raccontare minchiate era un vizio che "costava" appellativi poco gratificanti (da noi, nel profondo Sud, si chiamavano parasacchi)... oggi, invece, lo stesso "vizio" è diventato un tratto caratteristico delle persone di successo...

Non puoi "sfondare" nella vita, se non prendi per il culo il tuo prossimo, facendogli "bere" anche le cazzate più clamorose. Sicché, per fare qualche esempio, Berlusconi ci racconta (restando serio) che lui non sapeva che le ragazze procurategli da Tarantini erano mignotte... che Ruby Rubacuori fosse una minorenne in cerca di "fortuna" (e non la nipote di Mubarak)... etc...

Avesse detto le stesse cose all'osteria da Bernardino, in quel di Merì (provincia di Messina) negli anni 60, quei siciliani reduci da El Alamein l'avrebbero sommerso di frischi e pitita (fischi e scorregge)... Oggi, invece, una parte consistente della popolazione italiana ci crede... lo osanna... e lo ritiene vittima della magistratura comunista.

Allo stesso modo, l'ingresso nell'euro, ovvero una clamorosa minchiata che farebbe arrossire anche il più spudorato dei barlafus, è stata spacciata per un'operazione salvifica laddove, in tutta evidenza, sta affossando definitivamente questo paese.

Noi non siamo e non saremo mai come i tedeschi: nel 1943, al primo fragore di bombe sull'Italia, noi eravamo già pronti ad arrenderci... i tedeschi, invece, hanno resistito ai bombardamenti a tappeto delle loro città, fino all'ultimo metro e l'ultimo ragazzino che sapesse imbracciare un fucile e sparare...

Gli inglesi, ancora oggi, raccontano di avere "affrontato" i bombardamenti tedeschi del 1940... with stiff upper lips... (senza che gli tremasse il labbro superiore)... noi, dopo i bombardamenti del quartiere San Giovanni (Roma 1943), ci recavamo in massa al Divino Amore per chiedere l'intervento della Madonna...

Non sto dicendo che siamo meglio o peggio... ma solo diversi per carattere... tradizioni... storia.

E, quindi, quella "nostra lira" raccoglieva tutto le nostre debolezze e virtù e si comportava esattamente come avremmo fatto noi... mentre, adesso, questo euro tedesco, pretenderebbe di farci resistere, forti ed inflessibili, sotto i bombardamenti a tappeto, mentre noi vorremmo chiedere l'armistizio e, se necessario, arrenderci...

E non cambiamo carattere solo perché adesso abbiamo adottato una valuta forte, siamo come siamo, indipendentemente dai proclami... e, difatti, la nostra storia ci racconta che, mentre Mussolini urlava nei microfoni di regime che l'Italia avrebbe respinto gli invasori sul bagnasciuga siciliano, i siciliani già si preparavano a festeggiare l'arrivo degli alleati e la fine della guerra.

Picciotti, noi siamo fatti così... non siamo né giusti e né sbagliati... siamo quello che siamo. Sbagliato, semmai, è volerci costringere ad indossare panni non nostri o, peggio, valute diverse da noi.

Re succumbere non oportebat verbis gloriantem... Non bisogna fare lo spavaldo a parole per soccombere alla prova dei fatti... (Marco Tullio Cicerone).

Ma allora, perché è nato l'euro... a chi conveniva... e perché ce ne hanno raccontato i vantaggi, senza chiederci di esprimere il nostro accordo con un voto?

L'ultima domanda è quella cruciale: se fosse stata così evidente la convenienza dell'euro, ci avrebbero "consultato" con grande clamore e ci avrebbero condotto alle urne verso il plebiscito...

Invece, hanno fatto tutto aumma aumma... tutti ne decantavano le virtù, ma si sono guardati bene dal chiederci un parere espresso attraverso un voto vincolante...

E se questi italiani fossero meno coglioni di quel che sembrano...?? Avranno pensato...

C'era il rischio che la gente, pur nella sua straripante maggioranza di semianalfabeti, si rendesse conto che l'euro era una "invenzione" per i ricchi... per farli ancora più ricchi.

E così hanno evitato di rischiare una bocciatura e ci hanno "intortato" con la solenne minchiata che i tedeschi non ci volevano nell'euro... e che dovevamo "guadagnarci" il privilegio di entrare in quel circolo di virtuosi...

I tedeschi non ci volevano...???

... Ma quanto stupidi devono ritenerci??...

I tedeschi hanno voluto l'euro proprio per questo: imbrigliare i latini (e soprattutto gli italiani) con una moneta unica... in modo da impedirgli le svalutazioni competitive che tanto male facevano alla loro industria.

E, difatti, dall'introduzione dell'euro, la Germania ha guadagnato enormemente in competitività sul resto degli altri paesi europei.

Quello era lo scopo, e questo l'euro ha realizzato... i tedeschi sono più ricchi di prima, e noi "latini" siamo tutti più poveri... anzi, siamo sull'orlo della bancarotta.

... E nonostante l'evidenza del danno creato, c'è ancora qualche umorista che "assolve" l'euro... anzi lo "benedice", ringraziandolo di averci evitato guai ancora peggiori.

Peggiori di quelli che ci ha causato?... Della bancarotta... della disoccupazione di massa... della povertà dilagante...??

Quali altri guai potrebbero aggiungersi, se ormai l'euro ce li ha portati tutti, in misura anche spropositata?

Causa patrocinio non bona pejor erit... (Una cattiva causa diventa peggiore col volerla difendere) Publio Ovidio Nasone.

di G. Migliorino

18 ottobre 2011

La Russia si offre di contribuire a rimettere in sesto l'economia greca


Parlando al Forum di Rodi sul Dialogo tra le Civiltà, che si è tenuto sull'isola greca di Rodi dal 6 al 10 ottobre, il co-fondatore dell'evento Vladimir Yakunin ha denunciato la globalizzazione ed il "capitalismo da bisca". Stando al Bollettino del Patriarcato di Mosca della Chiesa Ortodossa Russa, ha sottolineato che la crisi attuale è il risultato della globalizzazione, il cui risultato principale è la "creazione di un'economia finanziaria virtuale, completamente libera, e completamente divorziata dall'economia reale. Tale libertà, che è più simile alla licenza, è diventata mortale per lo sviluppo della società".

Yakunin, che è anche amministratore delegato delle Ferrovie Russe, è uno dei principali promotori di grandi progetti ferroviari, incluso il tunnel sotto lo stretto di Bering, così come della crescente alleanza trans-pacifica per lo sviluppo globale.

Solo una settimana prima si era tenuta a Rodi un'altra conferenza sui "nuovi orizzonti dei rapporti economici nella politica di investimenti, il commercio e il turismo", dove è intervenuto Mikhail Dmitriev, presidente del Centro per la Ricerca Strategica di Mosca. Nel corso di un intervento ad ampio raggio su come la Russia potrebbe contribuire alla ripresa dell'economia greca, Dmitriev ha sottolineato l'"esperienza del suo paese nel traffico merci e passeggeri" ed ha offerto alla Grecia di unirsi alla Russia in progetti chiave per la Ferrovia Transiberiana. In effetti, la Russia intende estendere il proprio scartamento ferroviario (1.520 metri) a Bratislava e Vienna, in modo da poter generare un transito di massa di container dall'Asia orientale al cuore dell'Europa tramite la Transiberiana, aprendo enormi opportunità nuove di traffico merci anche per la Grecia.

Dmitriev ha sottolineato anche "le enormi opportunità di costruirà un'alleanza nei trasporti e nelle spedizioni" tra i due paesi, che potrebbero includere anche investimenti nei porti della Grecia ed un miglioramento dei rapporti con i porti del Mar Nero in Russia, così come nell'agricoltura, giacché la Russia "resta un mercato di esportazione quasi intoccato" per certi prodotti agricoli greci che non vengono prodotti in Russia.

Commentando questa offerta, una fonte greca coinvolta nel miglioramento dei rapporti economici con la Russia ha dichiarato all'EIR che con i russi ed i cinesi che vogliono sviluppare collegamenti ferroviari a partire da Shanghai, attraversando la Russia e l'Europa, la Grecia potrebbe diventare parte di questo raccordo euroasiatico dei trasporti. Disgraziatamente, ha aggiunto, l'attuale governo greco ha respinto l'offerta, ovviamente su ordini dell'UE e dei suoi creditori, agendo quindi come dei "traditori".

In effetti circola voce che il governo greco voglia letteralmente regalare le sue ferrovie ai francesi, per pagare il debito estero impagabile della Grecia, ha commentato la forte, invece di accettare crediti reali per gli investimenti dalla Russia.

by (MoviSol)

17 ottobre 2011

Sognare è la sorte dei deboli: attenti ai cialtroni






http://a5.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/164003_172014339506872_166089950099311_332949_6596272_n.jpg

Ogni epoca è vissuta da uomini che si lamentano della decadenza e della corruzione del proprio tempo. A volte si tratta di una mera attitudine caratteriale (certa gente deplorerebbe gli sbalzi della vita in qualsiasi caso), ma più spesso si tratta di una percezione psicologica inevitabile allorché il soggetto si smarrisce al cospetto di eventi che non stanno mai fermi e trasfigurano il mondo davanti ai suoi occhi. La caduta delle precedenti convinzioni e la perdita di stabilità nei diversi ambiti sociali (politici, economici culturali), soprattutto nelle fasi di immensi cambiamenti, ingenerano nell’individuo la paura di quello che si manifesterà innanzi, il timore di non riuscire a comprendere la direzione in cui evolveranno gli avvenimenti, la propria collocazione rispetto alle novità ed il proprio ruolo nella Storia. Tuttavia, c’è da distinguere tra una “degenerazione” relativa che è sempre possibile correggere in quanto è solo spaesamento soggettivo di fronte ad una oggettività in mutamento, da una degenerazione assoluta che è peggioramento complessivo della situazione senza movimento mentale da parte di chi, per inedia e mancanza di strumenti di discernimento, subisce le metamorfosi sociali senza nemmeno tentare di comprendere e direzionare i processi in atto nelle diverse sfere dell’esistenza associata. L’oscuramento intellettuale di chi dovrebbe fornire risposte meno estemporanee e banali sulla crisi in gestazione (perchè siamo ancora agli inizi), dicendosi dalla parte degli esclusi dai percorsi decisionali, è la prova lampante che il sistema dei capitalismi sta già incedendo indisturbato a riconfigurarsi secondo le sue logiche e dinamiche(sempre conflittuali) intrinseche che condurranno ad una ridefinizione dei rapporti di forza tra le formazioni nazionali all’interno della formazione capitalistica globale. I poveri in saccoccia si troveranno ancora in mezzo a questi fenomeni restandone stritolati, mentre i poveri di zucca, ma bravi a parole, si ricicleranno facendo carriera e servendo altri padroni. Oggi mi pare che siamo in questa condizione e troppi dati lo confermano. Appena ieri leggendo Schopenhauer e il suo “Il mondo come volontà e rappresentazione” coglievo tali aspetti, laddove nell’introduzione alla seconda edizione del 1844, egli registrava l’involuzione morale dei suoi contemporanei e la perdita di spirito dei suoi anni. Ma erano appunto in procinto di scoppiare grandi accadimenti a sostegno del fatto che quella società era in ebollizione, in essa brulicavano corpi collettivi in cerca di vie alternative e innovative per costruire un altro futuro. Non c’era ristagno ideologico e alterazione etica perché non si aveva lo sguardo rivolto ad un passato fuori dal periodo storico come avviene per i nostri tempi in cui si conciona a vanvera di edificazione dell’avvenire con materiali di vecchie e sepolte generazioni. Inoltre, lui aveva come interlocutori quelli che spesso definiva, un po’ ingiustamente, vacui (Fichte e Schelling) e ciarlatani (Hegel) ma che erano pur sempre eccelsi pensatori e non improvvisatori di narrazioni per masse di studenti sciocchi e incolti, pronte ad essere mandate al macello o a trasformarsi in squadracce. Giganti che fanno rimpicciolire a formichine gli pseudo-intellettualini di oggi i quali arringano le moltitudini al fine di vendere i loro squallidi e inutili libri o occupare posticini nell’accademia. Non voglio annoiarvi con la filosofia di cui per altro non sono esperto, ma dopo aver letto il discorso di Slavoj Zizek tenuto ai manifestanti del movimento “Occupy Wall street” a New York, apparso su Liberazione, e l’intervista all’ex pot-op Franco Berardi Bifo, pubblicata sulla Stampa, mi sono caduti i coglioni per terra. Mentre Bifo ha dichiarato che non siamo mai stati così vicini al comunismo come in questo momento (facile sperare e sparare siffatte cazzate quando si hanno nel cervello i chip resettati) Zizek offriva, sotto il tempio della finanza Usa, a giovani affamati di stupidaggini, le sue croste teoriche sulla nonviolenza e la fine del capitalismo. Costoro sono sempre i primi a blaterare di rivolgimenti inevitabili che conducono all’eden degli sfruttati, ma lo fanno per meglio obnubilare le traiettorie evenemenziali ed impedire che qualcosa cambi davvero. In momenti incasinati come questi, gli imbonitori e i depistatori spuntano come funghi perchè sono gli anticorpi che il sistema libera nell’organismo sociale per attaccare le idee non conformi che possono mettere a rischio la sua tenuta. Questa frotta di stregoni è pericolosa e va isolata senza tentennamenti. Tali truffatori vi parleranno sempre di un mondo migliore e di sogni rivoluzionari perché il loro mestiere è proprio quello di far affaticare il pensiero critico dietro alla processione utopie irrealizzabili, per dare il colpo di grazia a chi si lascierà disorientare e stremare dalle chimere irraggiungibili. Ricordatevi delle parole di Pasolini (oh generazione sfortunata… tu obbedisti disobbedendo), di Brecht (al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico. La voce che li comanda è la voce del loro nemico. E chi parla del nemico è lui stesso il nemico) e di quelle di Lenin (sognare è la sorte dei deboli).

di Gianni Petrosillo

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9141


16 ottobre 2011

La grande menzogna dell'euro


La moneta rappresenta il "carattere" di un popolo: tutte le monete latine (lira, dracma, peseta etc..) erano monete deboli, mentre quelle continentali (marco, franco, fiorino etc..) erano monete forti.

Non era certamente un caso... Così come non è certamente un caso che, oggi, gli stessi paesi latini siano a disagio con l'euro che ha ereditato la forza delle monete continentali.

Ma è un disagio passeggero e, quindi, destinato ad essere superato?

Supponiamo che due uomini, uno alto e robusto (taglia 56) e l'altro basso e mingherlino (taglia 48) decidano di risparmiare sulle spese di vestiario e, invece di quelle due diverse taglie, concordino di comprare solo vestiti di taglia 52 (la media di 56 e 48) in modo che lo stesso vestito possa essere usato da entrambi.

Può quella essere una soluzione a lungo termine... destinata a durare?

Si; a patto che l'uomo robusto dimagrisca di 15 chili e si adatti ad andare in giro con pantaloni e giacche corte, mentre l'altro, quello mingherlino, si ingrassi di 15 chili e non gli procuri disagio l'andare in giro con giacche e pantaloni lunghissimi.

A quelle condizioni, i due, possono usare gli stessi vestiti.

Ma, a questo punto, uno dei due, o entrambi, sarebbero autorizzati a porsi la domanda: "per quale cazzo di motivo dovremmo costringerci ad indossare una taglia diversa dalla nostra?"...

"Per risparmiare e per semplificare il guardaroba di entrambi"... gli si risponderebbe.

Ma che razza di vantaggio è, se la contropartita è il disagio continuo... l'imbarazzo di essere costantemente vestiti in maniera goffa e l'impedimento ai movimenti di un corpo avvolto in abiti troppo corti o troppo lunghi?

Fuori di metafora, chi ha deciso di farci partecipare all'euro (senza sottoporre, come avrebbe dovuto, quella decisione a referendum popolare) ha ritenuto che noi italiani avremmo potuto "indossare" la valuta dei tedeschi... abituandoci, prima o poi, a quella "taglia" tanto più grande della nostra.

E per convincerci (della bontà della sua decisione), ci ha raccontato una serie di minchiate per bambini scimuniti... argomenti che, solo a masticare un po di finanza elementare, apparivano già da subito destituiti di qualsiasi logica validità.

Ma, evidentemente, chi governa questo paese, lo ritiene abitato da una larga maggioranza di ignoranti a cui si può raccontare ogni tipo di cazzata, purché detta bene, con grande convinzione e abbondanza di supporto mediatico.

Que fuerunt vitia mores sunt (Quelli che furono vizi ora sono costumi) Lucio Anneo Seneca.

Una volta, nell'Italia del dopoguerra, raccontare minchiate era un vizio che "costava" appellativi poco gratificanti (da noi, nel profondo Sud, si chiamavano parasacchi)... oggi, invece, lo stesso "vizio" è diventato un tratto caratteristico delle persone di successo...

Non puoi "sfondare" nella vita, se non prendi per il culo il tuo prossimo, facendogli "bere" anche le cazzate più clamorose. Sicché, per fare qualche esempio, Berlusconi ci racconta (restando serio) che lui non sapeva che le ragazze procurategli da Tarantini erano mignotte... che Ruby Rubacuori fosse una minorenne in cerca di "fortuna" (e non la nipote di Mubarak)... etc...

Avesse detto le stesse cose all'osteria da Bernardino, in quel di Merì (provincia di Messina) negli anni 60, quei siciliani reduci da El Alamein l'avrebbero sommerso di frischi e pitita (fischi e scorregge)... Oggi, invece, una parte consistente della popolazione italiana ci crede... lo osanna... e lo ritiene vittima della magistratura comunista.

Allo stesso modo, l'ingresso nell'euro, ovvero una clamorosa minchiata che farebbe arrossire anche il più spudorato dei barlafus, è stata spacciata per un'operazione salvifica laddove, in tutta evidenza, sta affossando definitivamente questo paese.

Noi non siamo e non saremo mai come i tedeschi: nel 1943, al primo fragore di bombe sull'Italia, noi eravamo già pronti ad arrenderci... i tedeschi, invece, hanno resistito ai bombardamenti a tappeto delle loro città, fino all'ultimo metro e l'ultimo ragazzino che sapesse imbracciare un fucile e sparare...

Gli inglesi, ancora oggi, raccontano di avere "affrontato" i bombardamenti tedeschi del 1940... with stiff upper lips... (senza che gli tremasse il labbro superiore)... noi, dopo i bombardamenti del quartiere San Giovanni (Roma 1943), ci recavamo in massa al Divino Amore per chiedere l'intervento della Madonna...

Non sto dicendo che siamo meglio o peggio... ma solo diversi per carattere... tradizioni... storia.

E, quindi, quella "nostra lira" raccoglieva tutto le nostre debolezze e virtù e si comportava esattamente come avremmo fatto noi... mentre, adesso, questo euro tedesco, pretenderebbe di farci resistere, forti ed inflessibili, sotto i bombardamenti a tappeto, mentre noi vorremmo chiedere l'armistizio e, se necessario, arrenderci...

E non cambiamo carattere solo perché adesso abbiamo adottato una valuta forte, siamo come siamo, indipendentemente dai proclami... e, difatti, la nostra storia ci racconta che, mentre Mussolini urlava nei microfoni di regime che l'Italia avrebbe respinto gli invasori sul bagnasciuga siciliano, i siciliani già si preparavano a festeggiare l'arrivo degli alleati e la fine della guerra.

Picciotti, noi siamo fatti così... non siamo né giusti e né sbagliati... siamo quello che siamo. Sbagliato, semmai, è volerci costringere ad indossare panni non nostri o, peggio, valute diverse da noi.

Re succumbere non oportebat verbis gloriantem... Non bisogna fare lo spavaldo a parole per soccombere alla prova dei fatti... (Marco Tullio Cicerone).

Ma allora, perché è nato l'euro... a chi conveniva... e perché ce ne hanno raccontato i vantaggi, senza chiederci di esprimere il nostro accordo con un voto?

L'ultima domanda è quella cruciale: se fosse stata così evidente la convenienza dell'euro, ci avrebbero "consultato" con grande clamore e ci avrebbero condotto alle urne verso il plebiscito...

Invece, hanno fatto tutto aumma aumma... tutti ne decantavano le virtù, ma si sono guardati bene dal chiederci un parere espresso attraverso un voto vincolante...

E se questi italiani fossero meno coglioni di quel che sembrano...?? Avranno pensato...

C'era il rischio che la gente, pur nella sua straripante maggioranza di semianalfabeti, si rendesse conto che l'euro era una "invenzione" per i ricchi... per farli ancora più ricchi.

E così hanno evitato di rischiare una bocciatura e ci hanno "intortato" con la solenne minchiata che i tedeschi non ci volevano nell'euro... e che dovevamo "guadagnarci" il privilegio di entrare in quel circolo di virtuosi...

I tedeschi non ci volevano...???

... Ma quanto stupidi devono ritenerci??...

I tedeschi hanno voluto l'euro proprio per questo: imbrigliare i latini (e soprattutto gli italiani) con una moneta unica... in modo da impedirgli le svalutazioni competitive che tanto male facevano alla loro industria.

E, difatti, dall'introduzione dell'euro, la Germania ha guadagnato enormemente in competitività sul resto degli altri paesi europei.

Quello era lo scopo, e questo l'euro ha realizzato... i tedeschi sono più ricchi di prima, e noi "latini" siamo tutti più poveri... anzi, siamo sull'orlo della bancarotta.

... E nonostante l'evidenza del danno creato, c'è ancora qualche umorista che "assolve" l'euro... anzi lo "benedice", ringraziandolo di averci evitato guai ancora peggiori.

Peggiori di quelli che ci ha causato?... Della bancarotta... della disoccupazione di massa... della povertà dilagante...??

Quali altri guai potrebbero aggiungersi, se ormai l'euro ce li ha portati tutti, in misura anche spropositata?

Causa patrocinio non bona pejor erit... (Una cattiva causa diventa peggiore col volerla difendere) Publio Ovidio Nasone.

di G. Migliorino