17 gennaio 2012

Quell'ultimo centimetro

Sisifo spingeva un masso su una ripida montagna. Al culmine del monte il masso precipitava sempre a valle e Sisifo riprendeva la sua fatica per l'eternità. Molti italiani si sentono come Sisifo. Sono i più cocciuti, coloro che si ostinano a pensare con la loro testa. Spingono il loro masso, piccolo o grande, ogni giorno. Vivono divisi tra rabbia (quella miscela interna che pretende ad ogni costo il cambiamento e la giustizia) e la frustrazione per ritrovarsi al punto di partenza con la Santanchè in prima serata. Non capiscono e non si adeguano. La risposta "E' sempre stato così!" gli fa venire il sangue agli occhi e rovinare antiche amicizie. E allora penso a Pertini, ai lunghi anni di carcere durante il fascismo trionfante. Al rifiuto della richiesta di grazia. Chi avrebbe allora scommesso sul crollo della monarchia imbelle dei Savoia e del fascismo? Chi avrebbe creduto che un carcerato sarebbe diventato Presidente della Repubblica?
Sisifo è un eroe moderno. Rappresenta tutti coloro che lottano per "quell'ultimo centimetro" citato da Al Pacino nel film "Ogni maledetta domenica" nel discorso alla squadra:
"Non so cosa dirvi davvero. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso "certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare"... Sapete con il tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri... Perché... il margine di errore è ridottissimo. Mezzo passo fatto in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate... Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi... ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra ci massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che vi sta accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che vi troverete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente... Allora, che cosa volete fare?".
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento.
di Beppe Grillo

16 gennaio 2012

Gli speculatori dovrebbero essere giudicati per crimini contro l’umanità


“Gli speculatori che hanno portato alla rovina le economie occidentali per lucro e avidità folle, dovrebbero essere trascinati davanti ad un tribunale di Norimberga per crimini contro l’umanità”, è la considerazione di J. Ziegler.

hungryI mercati finanziari e gli speculatori hanno una parte importante di responsabilità nella morte di 36 milioni di persone ogni anno a causa della malnutrizione, valuta Jean Ziegler, vice-presidente del comitato consultivo del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ed ex relatore speciale dell’ONU per il diritto al cibo.



Ogni cinque secondi un bambino al di sotto dei 10 anni muore di fame, mentre altre decine di milioni soffrono la malnutrizione e le sue terribili conseguenze fisiche e psicologiche. Eppure l’agricoltura mondiale di oggi sarebbe in grado di nutrire quasi il doppio della popolazione mondiale, osserva Jean Ziegler. Tuttavia, la speculazione e il dominio delle multinazionali sulle materie prime creano una carenza.

A causa della crisi finanziaria le risorse del Programma Alimentare Mondiale (PAM) sono state dimezzate, mentre “i finanzieri continuano a speculare sui mercati alimentari”, osserva Jean Ziegler in un’intervista con Basta. “I prezzi di tre alimenti di base, mais, frumento e riso – che coprono il 75% del consumo mondiale – sono letteralmente esplosi”, ribadisce.

Gli speculatori borsistici che hanno rovinato le economie occidentali per lucro e avidità folle, dovrebbero essere trascinati davanti ad un tribunale di Norimberga per crimini contro l’umanità”, è la considerazione di J. Ziegler.

Nel suo saggio “Distruzione di massa. Geopolitica della fame” (Seuil, 2011), Jean Ziegler denuncia questa “distruzione massiva” causata dai mercati finanziari.

Dopo un inventario documentato, spiega le ragioni dell'insuccesso dei mezzi messi in opera dalla Seconda Guerra mondiale per eradicare la fame e identifica i nemici del diritto al cibo. La produzione di biocarburanti e la speculazione sui beni agricoli sono, secondo lui, le due grandi strategie attraverso cui tale flagello progredisce tutt’ora.
-
Malgrado il titolo allarmante, il libro di Jean Ziegler comprende anche un messaggio di speranza, chiamando a sostenere quotidianamente la resistenza di coloro che, in regioni devastate, occupano le terre e oppongono il diritto al cibo al potere delle multinazionali agroalimentari.

“La Francia è una democrazia grande e potente, come la maggior parte degli Stati dominanti in Europa e in Occidente. Non esiste impotenza in democrazia”, ricorda nell’intervista con Basta.

“Abbiamo tutte le armi costituzionali in mano – mobilitazione popolare, voto, sciopero generale – per costringere il Ministro dell’Agricoltura a votare per l’abolizione della pratica del dumping agricolo a Bruxelles. Il Ministro delle Finanze può pronunciarsi presso il FMI per la cancellazione totale e immediata del debito dei paesi più poveri della terra”.

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Ale Baldelli

di Frederik Verbeke e Jean Ziegler

14 gennaio 2012

Economisti francesi chiedono uno "smantellamento concertato dell'Euro"

In un appello pubblicato su Le Monde il 23 dicembre, un gruppo di autorevoli economisti di diverso orientamento politico ha chiesto il ritorno alle monete nazionali in Europa, per evitare un'"esplosione incontrollata". Così facendo, ha infranto pubblicamente un tabù.

Echeggiando la campagna di Jacques Cheminade, gli economisti raccomandano di istituire una "vacanza bancaria" simile a quella decretata da Roosevelt nel 1933, per il periodo necessario alla conversione, e non mancano di sottolineare che l'abrogazione di Glass-Steagall fu una delle cause principali dell'attuale crisi finanziaria.

Notando le differenze tra le varie economie nazionali dell'Eurozona, il gruppo di economisti afferma che "la cocciutaggine dei governi nel gettarsi a testa bassa nel vicolo cieco dell'Euro può solo condurre ad un peggioramento generale della situazione economica". Per questo, propone di aprire "consultazioni europee che portino al necessario smantellamento dell'Euro".

by Movisol

Gli autorevoli economisti propongono sei misure. Per convertire tutti gli Euro nelle nuove monete nazionali, le vecchie banconote in Euro potrebbero essere timbrate e usate finché non siano stampate quelle nuove. Le monete vanno bene come sono, avendo un lato nazionale.

Dovrebbero essere stabilite parità monetarie tra le nuove valute, svalutando o rivalutando rispetto ad una unità di conto europea.

I prezzi di beni e servizi e il valore degli attivi e dei conti bancari non dovrebbero essere cambiati. Il debito pubblico va convertito nella rispettiva moneta nazionale, mentre il debito estero di operatori privati nell'unità di conto europea.

Tutti i governi dichiareranno una vacanza bancaria, chiudendo temporaneamente le banche per verificare quali siano solide e quali invece vadano deferite alla banca centrale. Durante questo periodo viene sospesa la quotazione azionaria. "Lo stato proteggerà i risparmiatori rilevando, se necessario, parti del sistema bancario".

Nello stesso periodo, il tasso nominale di cambio delle valute nazionali rimarrà stabile. In seguito sarà permessa la fluttuazione entro una banda del 10%. Gli economisti raccomandano di deprezzare l'Euro prima di smantellarlo. Essi propongono anche, come fa Cheminade, di abrogare la legge che nel 1973 vietò alla banca centrale di finanziare il debito pubblico (in Italia fu la legge del "divorzio" tra Bankitalia e Tesoro nel 1981), una legge consolidata nel Trattato di Maastricht prima e nel Trattato di Lisbona poi.

Per quanto utile, questo appello ha una grande lacuna: esso non spende una parola sull'economia fisica, sui grandi progetti o sulla necessità di investire nella ricerca e nelle tecnologie del domani.

Firmatari: Gabriel Colletis, Alain Cotta, Jean-Pierre Gérard, Jean-Luc Gréau, Roland Hureaux, Gérard Lafay, Philippe Murer, Laurent Pinsolle, Claude Rochet, Jacques Sapir, Philippe VIllin, Jean-Claude Werrebrouck.

17 gennaio 2012

Quell'ultimo centimetro

Sisifo spingeva un masso su una ripida montagna. Al culmine del monte il masso precipitava sempre a valle e Sisifo riprendeva la sua fatica per l'eternità. Molti italiani si sentono come Sisifo. Sono i più cocciuti, coloro che si ostinano a pensare con la loro testa. Spingono il loro masso, piccolo o grande, ogni giorno. Vivono divisi tra rabbia (quella miscela interna che pretende ad ogni costo il cambiamento e la giustizia) e la frustrazione per ritrovarsi al punto di partenza con la Santanchè in prima serata. Non capiscono e non si adeguano. La risposta "E' sempre stato così!" gli fa venire il sangue agli occhi e rovinare antiche amicizie. E allora penso a Pertini, ai lunghi anni di carcere durante il fascismo trionfante. Al rifiuto della richiesta di grazia. Chi avrebbe allora scommesso sul crollo della monarchia imbelle dei Savoia e del fascismo? Chi avrebbe creduto che un carcerato sarebbe diventato Presidente della Repubblica?
Sisifo è un eroe moderno. Rappresenta tutti coloro che lottano per "quell'ultimo centimetro" citato da Al Pacino nel film "Ogni maledetta domenica" nel discorso alla squadra:
"Non so cosa dirvi davvero. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno dopo l'altro, fino alla disfatta. Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso "certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare"... Sapete con il tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri... Perché... il margine di errore è ridottissimo. Mezzo passo fatto in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate... Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi... ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra ci massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che vi sta accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che vi troverete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente... Allora, che cosa volete fare?".
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento.
di Beppe Grillo

16 gennaio 2012

Gli speculatori dovrebbero essere giudicati per crimini contro l’umanità


“Gli speculatori che hanno portato alla rovina le economie occidentali per lucro e avidità folle, dovrebbero essere trascinati davanti ad un tribunale di Norimberga per crimini contro l’umanità”, è la considerazione di J. Ziegler.

hungryI mercati finanziari e gli speculatori hanno una parte importante di responsabilità nella morte di 36 milioni di persone ogni anno a causa della malnutrizione, valuta Jean Ziegler, vice-presidente del comitato consultivo del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ed ex relatore speciale dell’ONU per il diritto al cibo.



Ogni cinque secondi un bambino al di sotto dei 10 anni muore di fame, mentre altre decine di milioni soffrono la malnutrizione e le sue terribili conseguenze fisiche e psicologiche. Eppure l’agricoltura mondiale di oggi sarebbe in grado di nutrire quasi il doppio della popolazione mondiale, osserva Jean Ziegler. Tuttavia, la speculazione e il dominio delle multinazionali sulle materie prime creano una carenza.

A causa della crisi finanziaria le risorse del Programma Alimentare Mondiale (PAM) sono state dimezzate, mentre “i finanzieri continuano a speculare sui mercati alimentari”, osserva Jean Ziegler in un’intervista con Basta. “I prezzi di tre alimenti di base, mais, frumento e riso – che coprono il 75% del consumo mondiale – sono letteralmente esplosi”, ribadisce.

Gli speculatori borsistici che hanno rovinato le economie occidentali per lucro e avidità folle, dovrebbero essere trascinati davanti ad un tribunale di Norimberga per crimini contro l’umanità”, è la considerazione di J. Ziegler.

Nel suo saggio “Distruzione di massa. Geopolitica della fame” (Seuil, 2011), Jean Ziegler denuncia questa “distruzione massiva” causata dai mercati finanziari.

Dopo un inventario documentato, spiega le ragioni dell'insuccesso dei mezzi messi in opera dalla Seconda Guerra mondiale per eradicare la fame e identifica i nemici del diritto al cibo. La produzione di biocarburanti e la speculazione sui beni agricoli sono, secondo lui, le due grandi strategie attraverso cui tale flagello progredisce tutt’ora.
-
Malgrado il titolo allarmante, il libro di Jean Ziegler comprende anche un messaggio di speranza, chiamando a sostenere quotidianamente la resistenza di coloro che, in regioni devastate, occupano le terre e oppongono il diritto al cibo al potere delle multinazionali agroalimentari.

“La Francia è una democrazia grande e potente, come la maggior parte degli Stati dominanti in Europa e in Occidente. Non esiste impotenza in democrazia”, ricorda nell’intervista con Basta.

“Abbiamo tutte le armi costituzionali in mano – mobilitazione popolare, voto, sciopero generale – per costringere il Ministro dell’Agricoltura a votare per l’abolizione della pratica del dumping agricolo a Bruxelles. Il Ministro delle Finanze può pronunciarsi presso il FMI per la cancellazione totale e immediata del debito dei paesi più poveri della terra”.

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Ale Baldelli

di Frederik Verbeke e Jean Ziegler

14 gennaio 2012

Economisti francesi chiedono uno "smantellamento concertato dell'Euro"

In un appello pubblicato su Le Monde il 23 dicembre, un gruppo di autorevoli economisti di diverso orientamento politico ha chiesto il ritorno alle monete nazionali in Europa, per evitare un'"esplosione incontrollata". Così facendo, ha infranto pubblicamente un tabù.

Echeggiando la campagna di Jacques Cheminade, gli economisti raccomandano di istituire una "vacanza bancaria" simile a quella decretata da Roosevelt nel 1933, per il periodo necessario alla conversione, e non mancano di sottolineare che l'abrogazione di Glass-Steagall fu una delle cause principali dell'attuale crisi finanziaria.

Notando le differenze tra le varie economie nazionali dell'Eurozona, il gruppo di economisti afferma che "la cocciutaggine dei governi nel gettarsi a testa bassa nel vicolo cieco dell'Euro può solo condurre ad un peggioramento generale della situazione economica". Per questo, propone di aprire "consultazioni europee che portino al necessario smantellamento dell'Euro".

by Movisol

Gli autorevoli economisti propongono sei misure. Per convertire tutti gli Euro nelle nuove monete nazionali, le vecchie banconote in Euro potrebbero essere timbrate e usate finché non siano stampate quelle nuove. Le monete vanno bene come sono, avendo un lato nazionale.

Dovrebbero essere stabilite parità monetarie tra le nuove valute, svalutando o rivalutando rispetto ad una unità di conto europea.

I prezzi di beni e servizi e il valore degli attivi e dei conti bancari non dovrebbero essere cambiati. Il debito pubblico va convertito nella rispettiva moneta nazionale, mentre il debito estero di operatori privati nell'unità di conto europea.

Tutti i governi dichiareranno una vacanza bancaria, chiudendo temporaneamente le banche per verificare quali siano solide e quali invece vadano deferite alla banca centrale. Durante questo periodo viene sospesa la quotazione azionaria. "Lo stato proteggerà i risparmiatori rilevando, se necessario, parti del sistema bancario".

Nello stesso periodo, il tasso nominale di cambio delle valute nazionali rimarrà stabile. In seguito sarà permessa la fluttuazione entro una banda del 10%. Gli economisti raccomandano di deprezzare l'Euro prima di smantellarlo. Essi propongono anche, come fa Cheminade, di abrogare la legge che nel 1973 vietò alla banca centrale di finanziare il debito pubblico (in Italia fu la legge del "divorzio" tra Bankitalia e Tesoro nel 1981), una legge consolidata nel Trattato di Maastricht prima e nel Trattato di Lisbona poi.

Per quanto utile, questo appello ha una grande lacuna: esso non spende una parola sull'economia fisica, sui grandi progetti o sulla necessità di investire nella ricerca e nelle tecnologie del domani.

Firmatari: Gabriel Colletis, Alain Cotta, Jean-Pierre Gérard, Jean-Luc Gréau, Roland Hureaux, Gérard Lafay, Philippe Murer, Laurent Pinsolle, Claude Rochet, Jacques Sapir, Philippe VIllin, Jean-Claude Werrebrouck.