14 febbraio 2012

Salvano le banche, non la Grecia

Atene vittima degli errori dell'Occidente.
Due anni fa era possibile salvarla, adesso...


La crisi greca è il “dito”, ma la crisi vera si può capire solo guardando la “luna”. E se si guarda la “luna” si vedono un “peccato originale” e “tre paradossi”.
All’inizio sta il peccato originale commesso dall’Occidente: quello di consentire alla Cina di entrare nel WTO scambiando liberamente le sue merci su tutti i mercati mondiali e lasciandole la libertà di decidere “politicamente” il cambio della sua moneta, furbescamente agganciato al dollaro. Questo ha regalato alla Cina la garanzia di mantenere la propria competitività verso il dollaro ed acquisirne un 50% in più verso l’Europa. E tutto in aggiunta alla già dirompente competitività cinese basata su costi del lavoro ridicoli per gli standard occidentali e su tutte le altre condizioni di dumping sociale.
Da qui il primo paradosso: Europa e Stati Uniti, anche sulla base di tale artificiosa convenienza, comprano prodotti cinesi; i cinesi incassano i nostri soldi e li risparmiano senza migliorare le condizioni di vita interne, accumulando imponenti Fondi Sovrani con i quali comprano o i titoli dei nostri debiti pubblici o pezzi rilevanti della nostra economia produttiva. In sintesi, la Cina, con i soldi dell’ Occidente, si sta comprando l’Occidente, e poiché i soldi che le diamo sono tanti, può comprarsi anche pezzi rilevanti dell’Africa e dell’America Latina.
Il secondo paradosso consiste nel fatto che quelle banche e quelle conniventi agenzie di rating che hanno determinato l’accumularsi delle bolle speculative e poi l'esplosione della crisi finanziaria , sono state salvate (per nostra fortuna ciò non è avvenuto in Italia) attraverso i soldi pubblici, trasferendo di fatto il debito delle banche private nel debito pubblico. Adesso che siamo di fronte al problema dei Debiti Pubblici degli Stati, quelle stesse banche e quelle stesse agenzie di rating (in gergo “mercati finanziari”) si ergono ad arbitri e a giudici unici dei debiti degli stati.
Il terzo paradosso riguarda esclusivamente l'Europa e si esprime nel “costo dell'Europa che c'è” e nel “costo dell’Europa che non c’è”. L’Europa che c’è, quella monetaria, seguendo l’atavica fobia tedesca per l’inflazione con ancora la memoria storica rivolta alla Repubblica di Weimar ed alla sua iperinflazione, ha “gentilmente” lasciato apprezzare l’euro fino a sfiorare il rapporto di 1,5 con il dollaro e di conseguenza anche con lo yuan cinese, contribuendo così a commettere il “peccato originale” dell’economia mondiale. La Cina ha offerto subdolamente la “mela” e l’Europa ha fatto indigestione di euro supervalutato diventando abulica e assopendosi su una crescita asfittica e priva di prospettive anche perché artificiosamente compressa proprio dal super-euro. D’altro canto, L'Europa che non c'è, quella della politica economica e della politica tout-court (cioè gli Stati Uniti d’Europa), comporta che ogni singolo Stato deve assumere le proprie decisioni. Questo processo allunga enormemente i tempi e fa trascurare il fatto che, di fronte a queste crisi il tempo è denaro.

Ecco perché negli ultimi due anni la speculazione si è prima diretta sui paesi più deboli della catena (Grecia, Portogallo) per poi rivolgersi a Spagna ed Italia fino alla revoca della tripla AAA anche alla stessa Francia.
Sul caso Grecia poi, non va dimenticato che l’Europa ha commesso come minimo una “culpa in vigilando”, lasciandola entrare nell’euro con conti pubblici che si sono rivelati largamente truccati. E quando questo è emerso il sostegno alla Grecia è arrivato tardi e male. Già due anni fa, ricordai il “teorema di Solow” (il premio Nobel americano che da quasi cinquant’anni è il padre della teoria della crescita) che dice che, se il tasso di interesse è superiore al tasso di crescita dell'economia, il rapporto Debito-Pil è destinato a crescere all'infinito e quindi il paese diventa insolvibile. Ed infatti già due anni fa, l’Europa, dopo aver discusso per sei mesi, concesse un primo aiuto alla Grecia con un prestito al 5% di interesse. L’obiettivo intangibile dell’inflazione europea è al 2%. Pertanto il tasso reale di interesse era pari al 3%. Era ed è inimmaginabile che nei prossimi 10/20 anni la Grecia cresca ad un tasso medio annuo superiore al 3% . Ne consegue che, sulla base del teorema di Solow, il debito greco è stato dichiarato insostenibile fin dal momento in cui venne concesso il primo prestito. E questo è un paradosso dentro il paradosso perché chi, a fatica e con ritardo, vuole aiutare la Grecia, nel modo in cui lo fa, dichiara di fatto l'insolvibilità del debito greco. Si potrebbe anche aggiungere che, visto che il debito pubblico greco è in mano alle grandi banche (anche europee), alla fin fine significa lanciare soltanto una ciambella di salvataggio alle stesse banche e lasciare morire l’economia reale della Grecia. E se due anni fa sarebbero bastati 30 miliardi di euro per fronteggiare la crisi, oggi ne occorrono 130. Ed il popolo greco invade le piazze...

Sin dall’inizio della crisi mondiale nel 2008 non si sono volute capire, né tantomeno sono state rimosse le cause reali degli squilibri mondiali (eccesso di consumo americano ed eccesso di risparmio cinese) e perpetuando anche nei prossimi anni quei tre paradossi, di fatto si ricarica una potente molla verso una nuova e più forte crisi globale. Infatti, dopo la crisi 2008-2009, l’economia mondiale è sembrata uscirne con gli Stati Uniti che hanno ripreso a crescere quasi al 4%, la Cina che ha ripreso a correre verso il 10% e l’Europa che comunque ha dormito attorno all’1%. Ed ancora una volta, le tre grandi aree del mondo (Usa, Europa, Cina) hanno pensato di risolvere i loro problemi interni puntando tutte insieme al traino delle loro esportazioni nel resto del mondo. Ma loro sono i tre quarti del mondo e quindi a chi esportano se non tra di loro? Occorre quindi che chi ha eccesso di consumo (USA) freni un po’ la propria economia e riequilibri i propri deficit pubblici ed esteri, chi ha eccesso di risparmio (Cina ed Europa) punti invece di più sulla domanda interna. La Cina sui consumi per migliorare il tenore di vita dei cinesi e disinnescare la vera bomba atomica interna alla Cina che è l’esplosione sociale conseguente al passaggio dalle campagne alle città di circa 300 milioni di cinesi nei prossimi dieci anni. L’Europa sugli investimenti (infrastrutture, energia, ricerca, innovazione) necessari a fare sul serio l’unione reale del vecchio continente.
Per rimuovere le radici reali della crisi, per ridare assetto sostenibile alle condizioni finanziarie e per eliminare i tre paradossi occorre capire che si tratta di un problema di governance mondiale. Occorre cioè rifondare il G8, rifare Bretton Woods, riformare Fondo Monetario, Banca Mondiale e Wto. E dentro il nuovo equilibrio mondiale occorre mettere un protagonista indispensabile che si chiama Stati Uniti d’Europa, un’entità politica consistente e non una semplice sommatoria statistica definita dai conti dell’Eurostat. In sintesi, è urgente dare alla Banca Centrale Europea il ruolo di prestatore di ultima istanza e modificare il vecchio e stupido Trattato di Maastritch nel senso di un maggiore rigore finanziario (avanzo di parte corrente), lasciando a deficit solo gli investimenti pubblici con un rapporto di 2 a 1 rispetto allo stesso avanzo corrente. Come si vede, quindi, altro che crisi greca...

di Mario Baldassarri

13 febbraio 2012

Una rivoluzione nella scienza dell'economia reale


Nelle ultime due settimane il lavoro dell'equipe scientifica di LaRouche (il "basement team") esposto in alcuni video sul sito Larouchepac hanno gettato le basi per aggiornare la rivoluzione in economia lanciata da LaRouche e dai suoi scritti negli ultimi cinquant'anni.

LaRouche, i cui pronostici economici si sono rivelati i più accurati al mondo, ha sempre basato le sue previsioni su due idee: prima di tutto, che l'economia è una scienza fisica, fondata sulla capacità umana di aumentare il tasso di trasformazione fisica dell'universo, grazie ad avanzamenti nella creatività umana, e in secondo luogo che la cosiddetta seconda legge della termodinamica è una frode, e che l'universo, invece di esaurirsi andando verso un disordine crescente, o entropia, tende verso un aumento dell'anti-entropia. L'evoluzione dell'universo viene sempre determinata dall'alto in basso.

Il metro di misura più importante per LaRouche è la Densità del Flusso Energetico (EFD). L'universo si muove sempre verso una maggiore densità del flusso energetico, nei tre spazi di fase identificati dallo scienziato russo Vladimir Vernadskij: il non vivente, il vivente (la biosfera) e infine la sfera creativa umana, che Vernadskij definisce Noosfera. Nell'economia umana, lo sviluppo non lineare dell'EFD si realizza grazie a scoperte creative di principii universali, che promuovono l'aumento del tasso di produzione di ricchezza fisica, consentendo all'Uomo di aumentare i propri poteri anche nei confronti degli altri due spazi di fase.

Queste due idee sono la chiave del successo di LaRouche. Definiscono anche la differenza tra questo approccio e quello della scuola economica opposta, che ha sempre sbagliato previsioni. Invece di un'economia fisica, lo sviluppo della quale dipende dagli avanzamenti nella creatività umana, gli economisti della scuola opposta credono nel monetarismo e nel fatto che il denaro, e gli schemi per fare denaro, siano il vero obiettivo di un'economia. E invece di riconoscere la natura anti-entropica dei tre spazi di fase identificati da Vernadskij, coloro credono nell'entropia universale, ovvero che l'universo si muova verso il disordine e che, affinché l'uomo sopravviva, occorra ridurre la popolazione.

Nell'economia moderna, questi due errori epistemologici si sono uniti, e monetarismo ed ambientalismo sono la base del credo malthusiano imposto dall'impero oggi dominante, l'impero britannico.

Quello che è stato aggiunto dall'equipe scientifica di LPAC, nei due video del Weekly Report, a questo riassunto necessariamente abbreviato dell'economia larouchiana, è la prova inconfutabile che non solo l'aumento della densità del flusso energetico caratterizza tutte i tre spazi di fase, ma che il mancato aumento è stato responsabile nei secoli delle estinzioni che hanno sterminato il 98% di tutte le specie nel passaggio dall'era Paleozoica a quella Mesozoica, e dall'era Mesozoica a quella Cenozoica. Inoltre, per la prima volta, con l'emergere della civiltà umana, esiste una specie capace di attuare volontariamente tale aumento, grazie all'uso deliberato della ragione creativa che consente di intervenire per l'avanzamento della specie umana.

Tali prove, presentate nei dettagli e suffragate da grafici, conducono ad una conclusione che costituisce una sfida: se la politica imperiale del monetarismo e dell'ambientalismo prevarrà oggi, la specie umana farà la fine dei dinosauri. Questa conclusione è contenuta in un volantino di LPAC che dichiara chiaramente che “la sopravvivenza del genere umano dipende da un cambiamento fondamentale nel modo di pensare, abbandonando le sciocchezze dell'economia popolare, e andando verso il dominio dello sviluppo scientifico dell'universo come un tutto".

by (MoviSol)

12 febbraio 2012

La miccia per la guerra mondiale è stata accesa


Il "timore principale" del ministro della Difesa statunitense Leon Panetta è che Israele attaccherà l'Iran tra l'aprile e il giugno di quest'anno, secondo quanto ha scritto David Ignatius sul Washington Post del 2 febbraio. Il giorno seguente, al vertice NATO di Bruxelles, Panetta è stato bombardato di domande su quella frase, ma si è rifiutato di commentare.

Poco prima, il Capo degli Stati Maggiori Riuniti degli Stati Uniti, il gen. Martin Dempsey, aveva lanciato un nuovo brusco avvertimento ad Israele, diffidandolo dall'intraprendere un'azione militare unilaterale contro l'Iran, mentre il direttore della National Intelligence, James Clapper, affermava due volte nel corso di un'udienza parlamentare che non si sono indicazioni sul fatto che l'Iran abbia deciso di sviluppare armi nucleari. E la squadra dell'International Atomic Energy Agency è tornata dall'Iran il 1 febbraio con una fumata nera.

Ciononostante, a dispetto degli sforzi dei vertici militari USA, il pericolo di un conflitto che conduca ad una guerra mondiale rimane talmente acuto che Lyndon LaRouche ha deciso di rinnovare l'allarme in una teleconferenza speciale il 6 febbraio.

I nostri lettori sanno bene che il programma nucleare iraniano è semplicemente un pretesto. L'obiettivo vero di un attacco all'Iran o la Siria è la Russia e la Cina. Questa analisi è stata confermata da un ufficiale dell'Esercito di Liberazione del Popolo, Dai Xu, sull'edizione in lingua russa del Quotidiano del Popolo del 31 gennaio.

Dai, un astuto stratega, descrive la nuova politica USA che mira a isolare e circondare la Russia e la Cina. Perciò quei due paesi dovrebbero collaborare per indurre gli USA a cessare le pressioni nei confronti di nazioni che non seguono le loro prescrizioni. "Si potrebbe affermare che la convergenza tra Cina e Russia sia il risultato inevitabile della pressione strategica degli USA, come pure della scelta compiuta nell'interesse della propria sopravvivenza. Solo assieme esse possiedono la forza di resistere alle mosse USA".

In termini economici, Cina e Russia sono complementari e quindi immuni a blocchi o sanzioni economiche da parte degli USA, scrive Dai. Poiché entrambe le nazioni possiedono armi nucleari, sia gli USA che la NATO possono difficilmente sfidarle militarmente. Infine, assieme, le due nazioni possono attrarre altri paesi dell'Eurasia, compresi Iran e Pakistan, che sono anche bersaglio degli USA.

Sfortunatamente, Dai non intravede la mano britannica dietro la politica dell'amministrazione Obama, e si illude pensando che l'armamento nucleare di Cina e Russia possa fungere da deterrente.

by (MoviSol)

14 febbraio 2012

Salvano le banche, non la Grecia

Atene vittima degli errori dell'Occidente.
Due anni fa era possibile salvarla, adesso...


La crisi greca è il “dito”, ma la crisi vera si può capire solo guardando la “luna”. E se si guarda la “luna” si vedono un “peccato originale” e “tre paradossi”.
All’inizio sta il peccato originale commesso dall’Occidente: quello di consentire alla Cina di entrare nel WTO scambiando liberamente le sue merci su tutti i mercati mondiali e lasciandole la libertà di decidere “politicamente” il cambio della sua moneta, furbescamente agganciato al dollaro. Questo ha regalato alla Cina la garanzia di mantenere la propria competitività verso il dollaro ed acquisirne un 50% in più verso l’Europa. E tutto in aggiunta alla già dirompente competitività cinese basata su costi del lavoro ridicoli per gli standard occidentali e su tutte le altre condizioni di dumping sociale.
Da qui il primo paradosso: Europa e Stati Uniti, anche sulla base di tale artificiosa convenienza, comprano prodotti cinesi; i cinesi incassano i nostri soldi e li risparmiano senza migliorare le condizioni di vita interne, accumulando imponenti Fondi Sovrani con i quali comprano o i titoli dei nostri debiti pubblici o pezzi rilevanti della nostra economia produttiva. In sintesi, la Cina, con i soldi dell’ Occidente, si sta comprando l’Occidente, e poiché i soldi che le diamo sono tanti, può comprarsi anche pezzi rilevanti dell’Africa e dell’America Latina.
Il secondo paradosso consiste nel fatto che quelle banche e quelle conniventi agenzie di rating che hanno determinato l’accumularsi delle bolle speculative e poi l'esplosione della crisi finanziaria , sono state salvate (per nostra fortuna ciò non è avvenuto in Italia) attraverso i soldi pubblici, trasferendo di fatto il debito delle banche private nel debito pubblico. Adesso che siamo di fronte al problema dei Debiti Pubblici degli Stati, quelle stesse banche e quelle stesse agenzie di rating (in gergo “mercati finanziari”) si ergono ad arbitri e a giudici unici dei debiti degli stati.
Il terzo paradosso riguarda esclusivamente l'Europa e si esprime nel “costo dell'Europa che c'è” e nel “costo dell’Europa che non c’è”. L’Europa che c’è, quella monetaria, seguendo l’atavica fobia tedesca per l’inflazione con ancora la memoria storica rivolta alla Repubblica di Weimar ed alla sua iperinflazione, ha “gentilmente” lasciato apprezzare l’euro fino a sfiorare il rapporto di 1,5 con il dollaro e di conseguenza anche con lo yuan cinese, contribuendo così a commettere il “peccato originale” dell’economia mondiale. La Cina ha offerto subdolamente la “mela” e l’Europa ha fatto indigestione di euro supervalutato diventando abulica e assopendosi su una crescita asfittica e priva di prospettive anche perché artificiosamente compressa proprio dal super-euro. D’altro canto, L'Europa che non c'è, quella della politica economica e della politica tout-court (cioè gli Stati Uniti d’Europa), comporta che ogni singolo Stato deve assumere le proprie decisioni. Questo processo allunga enormemente i tempi e fa trascurare il fatto che, di fronte a queste crisi il tempo è denaro.

Ecco perché negli ultimi due anni la speculazione si è prima diretta sui paesi più deboli della catena (Grecia, Portogallo) per poi rivolgersi a Spagna ed Italia fino alla revoca della tripla AAA anche alla stessa Francia.
Sul caso Grecia poi, non va dimenticato che l’Europa ha commesso come minimo una “culpa in vigilando”, lasciandola entrare nell’euro con conti pubblici che si sono rivelati largamente truccati. E quando questo è emerso il sostegno alla Grecia è arrivato tardi e male. Già due anni fa, ricordai il “teorema di Solow” (il premio Nobel americano che da quasi cinquant’anni è il padre della teoria della crescita) che dice che, se il tasso di interesse è superiore al tasso di crescita dell'economia, il rapporto Debito-Pil è destinato a crescere all'infinito e quindi il paese diventa insolvibile. Ed infatti già due anni fa, l’Europa, dopo aver discusso per sei mesi, concesse un primo aiuto alla Grecia con un prestito al 5% di interesse. L’obiettivo intangibile dell’inflazione europea è al 2%. Pertanto il tasso reale di interesse era pari al 3%. Era ed è inimmaginabile che nei prossimi 10/20 anni la Grecia cresca ad un tasso medio annuo superiore al 3% . Ne consegue che, sulla base del teorema di Solow, il debito greco è stato dichiarato insostenibile fin dal momento in cui venne concesso il primo prestito. E questo è un paradosso dentro il paradosso perché chi, a fatica e con ritardo, vuole aiutare la Grecia, nel modo in cui lo fa, dichiara di fatto l'insolvibilità del debito greco. Si potrebbe anche aggiungere che, visto che il debito pubblico greco è in mano alle grandi banche (anche europee), alla fin fine significa lanciare soltanto una ciambella di salvataggio alle stesse banche e lasciare morire l’economia reale della Grecia. E se due anni fa sarebbero bastati 30 miliardi di euro per fronteggiare la crisi, oggi ne occorrono 130. Ed il popolo greco invade le piazze...

Sin dall’inizio della crisi mondiale nel 2008 non si sono volute capire, né tantomeno sono state rimosse le cause reali degli squilibri mondiali (eccesso di consumo americano ed eccesso di risparmio cinese) e perpetuando anche nei prossimi anni quei tre paradossi, di fatto si ricarica una potente molla verso una nuova e più forte crisi globale. Infatti, dopo la crisi 2008-2009, l’economia mondiale è sembrata uscirne con gli Stati Uniti che hanno ripreso a crescere quasi al 4%, la Cina che ha ripreso a correre verso il 10% e l’Europa che comunque ha dormito attorno all’1%. Ed ancora una volta, le tre grandi aree del mondo (Usa, Europa, Cina) hanno pensato di risolvere i loro problemi interni puntando tutte insieme al traino delle loro esportazioni nel resto del mondo. Ma loro sono i tre quarti del mondo e quindi a chi esportano se non tra di loro? Occorre quindi che chi ha eccesso di consumo (USA) freni un po’ la propria economia e riequilibri i propri deficit pubblici ed esteri, chi ha eccesso di risparmio (Cina ed Europa) punti invece di più sulla domanda interna. La Cina sui consumi per migliorare il tenore di vita dei cinesi e disinnescare la vera bomba atomica interna alla Cina che è l’esplosione sociale conseguente al passaggio dalle campagne alle città di circa 300 milioni di cinesi nei prossimi dieci anni. L’Europa sugli investimenti (infrastrutture, energia, ricerca, innovazione) necessari a fare sul serio l’unione reale del vecchio continente.
Per rimuovere le radici reali della crisi, per ridare assetto sostenibile alle condizioni finanziarie e per eliminare i tre paradossi occorre capire che si tratta di un problema di governance mondiale. Occorre cioè rifondare il G8, rifare Bretton Woods, riformare Fondo Monetario, Banca Mondiale e Wto. E dentro il nuovo equilibrio mondiale occorre mettere un protagonista indispensabile che si chiama Stati Uniti d’Europa, un’entità politica consistente e non una semplice sommatoria statistica definita dai conti dell’Eurostat. In sintesi, è urgente dare alla Banca Centrale Europea il ruolo di prestatore di ultima istanza e modificare il vecchio e stupido Trattato di Maastritch nel senso di un maggiore rigore finanziario (avanzo di parte corrente), lasciando a deficit solo gli investimenti pubblici con un rapporto di 2 a 1 rispetto allo stesso avanzo corrente. Come si vede, quindi, altro che crisi greca...

di Mario Baldassarri

13 febbraio 2012

Una rivoluzione nella scienza dell'economia reale


Nelle ultime due settimane il lavoro dell'equipe scientifica di LaRouche (il "basement team") esposto in alcuni video sul sito Larouchepac hanno gettato le basi per aggiornare la rivoluzione in economia lanciata da LaRouche e dai suoi scritti negli ultimi cinquant'anni.

LaRouche, i cui pronostici economici si sono rivelati i più accurati al mondo, ha sempre basato le sue previsioni su due idee: prima di tutto, che l'economia è una scienza fisica, fondata sulla capacità umana di aumentare il tasso di trasformazione fisica dell'universo, grazie ad avanzamenti nella creatività umana, e in secondo luogo che la cosiddetta seconda legge della termodinamica è una frode, e che l'universo, invece di esaurirsi andando verso un disordine crescente, o entropia, tende verso un aumento dell'anti-entropia. L'evoluzione dell'universo viene sempre determinata dall'alto in basso.

Il metro di misura più importante per LaRouche è la Densità del Flusso Energetico (EFD). L'universo si muove sempre verso una maggiore densità del flusso energetico, nei tre spazi di fase identificati dallo scienziato russo Vladimir Vernadskij: il non vivente, il vivente (la biosfera) e infine la sfera creativa umana, che Vernadskij definisce Noosfera. Nell'economia umana, lo sviluppo non lineare dell'EFD si realizza grazie a scoperte creative di principii universali, che promuovono l'aumento del tasso di produzione di ricchezza fisica, consentendo all'Uomo di aumentare i propri poteri anche nei confronti degli altri due spazi di fase.

Queste due idee sono la chiave del successo di LaRouche. Definiscono anche la differenza tra questo approccio e quello della scuola economica opposta, che ha sempre sbagliato previsioni. Invece di un'economia fisica, lo sviluppo della quale dipende dagli avanzamenti nella creatività umana, gli economisti della scuola opposta credono nel monetarismo e nel fatto che il denaro, e gli schemi per fare denaro, siano il vero obiettivo di un'economia. E invece di riconoscere la natura anti-entropica dei tre spazi di fase identificati da Vernadskij, coloro credono nell'entropia universale, ovvero che l'universo si muova verso il disordine e che, affinché l'uomo sopravviva, occorra ridurre la popolazione.

Nell'economia moderna, questi due errori epistemologici si sono uniti, e monetarismo ed ambientalismo sono la base del credo malthusiano imposto dall'impero oggi dominante, l'impero britannico.

Quello che è stato aggiunto dall'equipe scientifica di LPAC, nei due video del Weekly Report, a questo riassunto necessariamente abbreviato dell'economia larouchiana, è la prova inconfutabile che non solo l'aumento della densità del flusso energetico caratterizza tutte i tre spazi di fase, ma che il mancato aumento è stato responsabile nei secoli delle estinzioni che hanno sterminato il 98% di tutte le specie nel passaggio dall'era Paleozoica a quella Mesozoica, e dall'era Mesozoica a quella Cenozoica. Inoltre, per la prima volta, con l'emergere della civiltà umana, esiste una specie capace di attuare volontariamente tale aumento, grazie all'uso deliberato della ragione creativa che consente di intervenire per l'avanzamento della specie umana.

Tali prove, presentate nei dettagli e suffragate da grafici, conducono ad una conclusione che costituisce una sfida: se la politica imperiale del monetarismo e dell'ambientalismo prevarrà oggi, la specie umana farà la fine dei dinosauri. Questa conclusione è contenuta in un volantino di LPAC che dichiara chiaramente che “la sopravvivenza del genere umano dipende da un cambiamento fondamentale nel modo di pensare, abbandonando le sciocchezze dell'economia popolare, e andando verso il dominio dello sviluppo scientifico dell'universo come un tutto".

by (MoviSol)

12 febbraio 2012

La miccia per la guerra mondiale è stata accesa


Il "timore principale" del ministro della Difesa statunitense Leon Panetta è che Israele attaccherà l'Iran tra l'aprile e il giugno di quest'anno, secondo quanto ha scritto David Ignatius sul Washington Post del 2 febbraio. Il giorno seguente, al vertice NATO di Bruxelles, Panetta è stato bombardato di domande su quella frase, ma si è rifiutato di commentare.

Poco prima, il Capo degli Stati Maggiori Riuniti degli Stati Uniti, il gen. Martin Dempsey, aveva lanciato un nuovo brusco avvertimento ad Israele, diffidandolo dall'intraprendere un'azione militare unilaterale contro l'Iran, mentre il direttore della National Intelligence, James Clapper, affermava due volte nel corso di un'udienza parlamentare che non si sono indicazioni sul fatto che l'Iran abbia deciso di sviluppare armi nucleari. E la squadra dell'International Atomic Energy Agency è tornata dall'Iran il 1 febbraio con una fumata nera.

Ciononostante, a dispetto degli sforzi dei vertici militari USA, il pericolo di un conflitto che conduca ad una guerra mondiale rimane talmente acuto che Lyndon LaRouche ha deciso di rinnovare l'allarme in una teleconferenza speciale il 6 febbraio.

I nostri lettori sanno bene che il programma nucleare iraniano è semplicemente un pretesto. L'obiettivo vero di un attacco all'Iran o la Siria è la Russia e la Cina. Questa analisi è stata confermata da un ufficiale dell'Esercito di Liberazione del Popolo, Dai Xu, sull'edizione in lingua russa del Quotidiano del Popolo del 31 gennaio.

Dai, un astuto stratega, descrive la nuova politica USA che mira a isolare e circondare la Russia e la Cina. Perciò quei due paesi dovrebbero collaborare per indurre gli USA a cessare le pressioni nei confronti di nazioni che non seguono le loro prescrizioni. "Si potrebbe affermare che la convergenza tra Cina e Russia sia il risultato inevitabile della pressione strategica degli USA, come pure della scelta compiuta nell'interesse della propria sopravvivenza. Solo assieme esse possiedono la forza di resistere alle mosse USA".

In termini economici, Cina e Russia sono complementari e quindi immuni a blocchi o sanzioni economiche da parte degli USA, scrive Dai. Poiché entrambe le nazioni possiedono armi nucleari, sia gli USA che la NATO possono difficilmente sfidarle militarmente. Infine, assieme, le due nazioni possono attrarre altri paesi dell'Eurasia, compresi Iran e Pakistan, che sono anche bersaglio degli USA.

Sfortunatamente, Dai non intravede la mano britannica dietro la politica dell'amministrazione Obama, e si illude pensando che l'armamento nucleare di Cina e Russia possa fungere da deterrente.

by (MoviSol)