27 febbraio 2012

I Partiti politici: centri di impiego e manovalanza mafiosa




L’importanza dei partiti politici in Italia e nell’Europa occidentale rimane invariato negli anni: possono cambiare le attività principali ed i canali di potere, ma rimangono una delle ossature fondamentali su cui si regge il sistema (non a caso corrotto).
E non si cada nello stereotipo classico secondo cui i problemi dei partiti sarebbero gli sprechi legati al circo di personaggi che li animano, oppure la famosa casta. Chi mette sul piatto tali questioni cerca semplicemente di farci guardare al dito anziché alla luna: una riforma di non si capisce cosa e una gestione più parca dei finanziamenti non cambierebbe di una virgola i problemi che viviamo oggi. Anche perché, se messi a confronto con le reali misure economiche, stiamo parlando di spiccioli, di certo rappresentanti un malgoverno, ma pur sempre di lieve entità.
Quindi i partiti rimangono fondamentali, anche se non per quello che di solito vogliono raccontarci i vari “riformatori” del sistema. Non esistendo differenze di fondo fra i vari partiti sulle scelte di politica generale, di indirizzo e di lungo periodo non è nemmeno questo il ruolo che oggi ricoprono nella nostra società. Il sistema liberale liberista accomuna destra, centro e sinistra, così come le scelte che vengono messe in atto sono per tutti di breve periodo, interessate alla competizione elettorale e all’amministrazione quotidiana. I militanti di un partito -tolte le mode e le posizioni storiche prese più che altro per sentirsi parte di qualcosa, che non frutto di vere riflessioni- sono intercambiabili, figli di una stessa cultura.
Ma allora perché gli iscritti ai partiti (e ai sindacati) rimangono, pur calando la partecipazione elettorale, la stima, la fiducia verso questi gruppi? Perché nella realtà il ruolo dei partiti oggi è relativo alla sfera del clientelismo, o della “famiglia” se vogliamo usare uno stereotipo tutto italiano. Gli iscritti ai partiti, i partner dei partiti, i dirigenti pubblici legati ai partiti non sono altro che membri di una rete di contatti, una rete che pur avendo profondi legami con l’apparato pubblico e statale (dai governi alle amministrazioni locali) è parallela e contigua al potere privato dei partiti (fazioni di cittadini organizzati).
In una società in cui la sovranità del popolo e la democrazia sono criticate e messe in crisi, e lo dimostrano le parole di Monti (secondo il quale riuscirà a fare le “riforme” perché non è stato eletto e non si ripresenterà alle elezioni), oppure lo dimostra il caso greco (non importa la volontà popolare, le misure devono essere implementate e messe in atto proprio al sicuro da un’espressione contraria della popolazione greca che è l’oggetto di tali scelte), i partiti ritrovano la propria funzione come perno fra interessi privati e strutture pubbliche da sfruttare.
Possiamo vedere agevolmente questo quando parliamo di appalti o lavori da appaltare, in special modo locali: non c’è bisogno di citare casi più o meno famosi di cronaca per avere ben chiaro di cosa si parla, tutti noi ne abbiamo esperienza diretta. Il potere dei partiti risiede proprio nel riuscire a pilotare legalmente (perché la maggior parte delle volte è tutto fatto in maniera regolare, le illegalità sono una piccola parte e non sono il centro del problema) i responsabili, i bandi di gara, le regole e tutto l’humus intorno a tali attività.
Oppure tutti siamo a conoscenza del potere che i partiti hanno nel raccomandare e segnalare per posti di lavoro di vario genere, pubblici o privati: anche qui in maniera del tutto legale, fazioni organizzate riescono a scavalcare i cittadini italiani e, in una situazione occupazionale drammatica come quella che viviamo, diventano il centro di impiego più potente, efficiente e funzionale: per i clienti, i fedelissimi, i “picciotti” ovviamente, e questo si ripercuote su una società sempre più corrotta e corruttibile, ma sempre legalmente! Anche solo la speranza di una raccomandazione crea degli stolti indottrinati, militanti da oratorio fedelissimi alla parola del proprio capo, dal quale aspettano nient’altro che una raccomandazione. La morte dei sogni dei veri democratici, anche se dubitiamo ne siano mai esistiti. Non ci vengano a raccontare dell’importanza dell’impegno e della militanza: i più impegnati dentro ai vari partiti “democratici” sono nient’altro che paramafiosi, parassiti dello Stato, nocivi alla pubblica amministrazione ed alla cosa pubblica in generale.
La vera riforma da attuare è principalmente etica, morale e politica. Se un sistema democratico ha fallito, bisognerà trovarne un altro: il primo passo è liberarsi da chi questo sistema lo protegge ed esporta, ovviamente per i propri interessi. Il primo passo è liberarsi dalla Nato e acquisire sovranità, per poi porre in essere scelte diverse. Ma prima deve essere a tutti chiaro, che ogni militante, ogni quadro di partito è un mafioso, marionetta di chi ci affama.

di Matteo Guinness -

26 febbraio 2012

Helga Zepp-LaRouche: l'imperativo extraterrestre dell'uomo


Le soluzioni alla crisi ci sono e possono essere adottate in tempo, "ma ciò richiede un cambiamento drastico e fondamentale dell'ordine finanziario globale, ed un cambiamento altrettanto drammatico nel pensiero di gran parte della popolazione", ha dichiarato Helga Zepp-LaRouche in una teleconferenza (webcast) internazionale l'11 febbraio.

Le due crisi immediate che ci troviamo ad affrontare sono "il crollo del sistema finanziario transatlantico, che sta già portando al collasso e alla rottura del sistema dell'euro, come possiamo chiaramente vedere nel caso della Grecia. In secondo luogo, c'è il pericolo immediato di una guerra termonucleare, scatenata dalle vicende attorno alla Siria e all'Iran, che fanno parte di una strategia per un cambiamento di regime o la disintegrazione di Russia e Cina", ha dichiarato la presidentessa dello Schiller Institute.

Il nome della partita è "impero", o più precisamente, l'Impero Britannico. Molti diranno che l'"Impero Britannico" ha cessato di esistere molto tempo fa, ha osservato Zepp-LaRouche, ma con questo nome si intende oggi "il sistema complesso di banche centrali, banche d'affari, hedge funds, fondi di private equity, compagnie assicurative, il sistema bancario ombra… questo sistema bancario è responsabile della svolta paradigmatica degli ultimi 45 anni, che ha portato all'abbandono della produzione di beni fisici, la cosiddetta economia reale, e sempre più all'espandersi della speculazione e dell'idea della massimizzazione del profitto, del monetarismo puro". Ora questo sistema è irrimediabilmente in bancarotta.

Zepp-LaRouche ha dettagliato come dal crollo dell'Unione Sovietica, seguito da Desert Storm in Iraq, le potenze occidentali abbiano adottato sempre più la politica del cambiamento di regime, abbandonando i concetti fondamentali del diritto internazionale e della sovranità nazionale. Ora, dopo la Libia, la Siria e l'Iran sono i prossimi obiettivi. La guerra segreta va avanti già da molto tempo, armando e addestrando le cosiddette opposizioni in entrambi i paesi, e istigando alla violenza.

Oggi, ha proseguito Zepp-LaRouche, la potenza di fuoco concentrata in Medio Oriente "è assolutamente sproporzionata al presunto motivo, e cioè aiutare i ribelli in Siria, o dissuadere l'Iran da un riarmo nucleare”. Ciò rende un'escalation verso la guerra nucleare un pericolo serio, e inevitabile se si giunge ad un attacco, magari per errore di calcolo".

La politica dell'Impero, ha notato la signora LaRouche, è anche determinata dall'impegno fondamentale dell'oligarchia a "selezionare" la popolazione. Lo stesso Principe Filippo di Edimburgo ha fatto della riduzione demografica il suo cavallo di battaglia.

Il modello oligarchico, ha detto Zepp-LaRouche, è associato non solo col monetarismo, ma anche con l'ambientalismo. Entrambi sono espressioni di un mondo fisso, con una quantità limitata di risorse, in cui si intende perseguire uno stato di equilibrio.

Al contrario, "l'universo è creativo" e anti-entropico, e la missione della specie umana è il suo sviluppo ulteriore. Ciò richiede di obbedire all'"imperativo extraterrestre" colonizzando lo spazio e approfondendo la conoscenza dell'universo fisico.

by(MoviSol)

25 febbraio 2012

La missione antinazionale di Monti, l’amerikano




Ad evidenziare il fallimento della missione di Mario Monti negli Stati Uniti, strombazzata al contrario dai media di regime come un “grande successo”, basterebbe un solo dato, il declassamento operato da Standard & Poor’s di ben 34 banche italiane. Tra queste troviamo il gotha del nostro sistema finanziario: Unicredit, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e BNL e il taglio del loro rating deciso dall’agenzia statunitense non fa altro che agevolarne una possibile svendita a prezzi stracciati (immaginiamo già ora chi potrebbero essere gli acquirenti, altro che conflitto d’interesse di Berlusconi …).
A questi danni, solo apparentemente virtuali, vanno aggiunti quelli già evidenti nell’economia reale: le spese militari per la conferma dei 4.000 soldati italiani in Afghanistan mentre i francesi si ritirano e gli USA riducono le loro forze, l’acquisto dei costosi e inutili aerei F35 dagli Stati Uniti mentre il Pentagono annuncia la disdetta delle commesse già accordate alle produzioni aeronautiche italiane, il deficit della nostra bilancia energetica a causa delle sanzioni all’Iran imposte da Obama e la perdita di posti di lavoro per le aziende nazionali che lavorano con la Siria assediata dagli atlantici.
La sudditanza di Roma a Washington con l’attuale Governo è allora più evidente che mai ma il prezzo da pagare è sempre più salato.
Sorvolando per ora sulle penose dichiarazioni di Monti, che nelle ultime settimane si è lasciato andare a previsioni che risulterebbero ridicole anche se enunciate da uno studente di economia del primo anno (1), conviene intanto soffermarsi sui reali scopi strategici della sua visita negli States.
Barack Obama lo ha convocato per indurre a più miti consigli la Germania, troppo rigida nel fissare i paletti che salverebbero l’euro e troppo indipendente nell’agevolare le sue esportazioni, mentre il mercato globale andrebbe riaperto ai prodotti “Made in USA” che attualmente risentono delle angustie del mercato interno. Convincerlo ad ammorbidire la linea di austerità voluta da Angela Merkel per evitare altri fallimenti come quello greco (la cui responsabilità ricade in buona parte proprio sulla banca statunitense Goldman Sachs), è quindi l’unica ragione degli elogi rivolti dal Presidente USA a Mario Monti.
Quanto questa operazione coincida davvero con gli interessi economici italiani, che sono anzitutto gli stessi dell’Europa, rimane tutto da dimostrare.

di Steve Brady

27 febbraio 2012

I Partiti politici: centri di impiego e manovalanza mafiosa




L’importanza dei partiti politici in Italia e nell’Europa occidentale rimane invariato negli anni: possono cambiare le attività principali ed i canali di potere, ma rimangono una delle ossature fondamentali su cui si regge il sistema (non a caso corrotto).
E non si cada nello stereotipo classico secondo cui i problemi dei partiti sarebbero gli sprechi legati al circo di personaggi che li animano, oppure la famosa casta. Chi mette sul piatto tali questioni cerca semplicemente di farci guardare al dito anziché alla luna: una riforma di non si capisce cosa e una gestione più parca dei finanziamenti non cambierebbe di una virgola i problemi che viviamo oggi. Anche perché, se messi a confronto con le reali misure economiche, stiamo parlando di spiccioli, di certo rappresentanti un malgoverno, ma pur sempre di lieve entità.
Quindi i partiti rimangono fondamentali, anche se non per quello che di solito vogliono raccontarci i vari “riformatori” del sistema. Non esistendo differenze di fondo fra i vari partiti sulle scelte di politica generale, di indirizzo e di lungo periodo non è nemmeno questo il ruolo che oggi ricoprono nella nostra società. Il sistema liberale liberista accomuna destra, centro e sinistra, così come le scelte che vengono messe in atto sono per tutti di breve periodo, interessate alla competizione elettorale e all’amministrazione quotidiana. I militanti di un partito -tolte le mode e le posizioni storiche prese più che altro per sentirsi parte di qualcosa, che non frutto di vere riflessioni- sono intercambiabili, figli di una stessa cultura.
Ma allora perché gli iscritti ai partiti (e ai sindacati) rimangono, pur calando la partecipazione elettorale, la stima, la fiducia verso questi gruppi? Perché nella realtà il ruolo dei partiti oggi è relativo alla sfera del clientelismo, o della “famiglia” se vogliamo usare uno stereotipo tutto italiano. Gli iscritti ai partiti, i partner dei partiti, i dirigenti pubblici legati ai partiti non sono altro che membri di una rete di contatti, una rete che pur avendo profondi legami con l’apparato pubblico e statale (dai governi alle amministrazioni locali) è parallela e contigua al potere privato dei partiti (fazioni di cittadini organizzati).
In una società in cui la sovranità del popolo e la democrazia sono criticate e messe in crisi, e lo dimostrano le parole di Monti (secondo il quale riuscirà a fare le “riforme” perché non è stato eletto e non si ripresenterà alle elezioni), oppure lo dimostra il caso greco (non importa la volontà popolare, le misure devono essere implementate e messe in atto proprio al sicuro da un’espressione contraria della popolazione greca che è l’oggetto di tali scelte), i partiti ritrovano la propria funzione come perno fra interessi privati e strutture pubbliche da sfruttare.
Possiamo vedere agevolmente questo quando parliamo di appalti o lavori da appaltare, in special modo locali: non c’è bisogno di citare casi più o meno famosi di cronaca per avere ben chiaro di cosa si parla, tutti noi ne abbiamo esperienza diretta. Il potere dei partiti risiede proprio nel riuscire a pilotare legalmente (perché la maggior parte delle volte è tutto fatto in maniera regolare, le illegalità sono una piccola parte e non sono il centro del problema) i responsabili, i bandi di gara, le regole e tutto l’humus intorno a tali attività.
Oppure tutti siamo a conoscenza del potere che i partiti hanno nel raccomandare e segnalare per posti di lavoro di vario genere, pubblici o privati: anche qui in maniera del tutto legale, fazioni organizzate riescono a scavalcare i cittadini italiani e, in una situazione occupazionale drammatica come quella che viviamo, diventano il centro di impiego più potente, efficiente e funzionale: per i clienti, i fedelissimi, i “picciotti” ovviamente, e questo si ripercuote su una società sempre più corrotta e corruttibile, ma sempre legalmente! Anche solo la speranza di una raccomandazione crea degli stolti indottrinati, militanti da oratorio fedelissimi alla parola del proprio capo, dal quale aspettano nient’altro che una raccomandazione. La morte dei sogni dei veri democratici, anche se dubitiamo ne siano mai esistiti. Non ci vengano a raccontare dell’importanza dell’impegno e della militanza: i più impegnati dentro ai vari partiti “democratici” sono nient’altro che paramafiosi, parassiti dello Stato, nocivi alla pubblica amministrazione ed alla cosa pubblica in generale.
La vera riforma da attuare è principalmente etica, morale e politica. Se un sistema democratico ha fallito, bisognerà trovarne un altro: il primo passo è liberarsi da chi questo sistema lo protegge ed esporta, ovviamente per i propri interessi. Il primo passo è liberarsi dalla Nato e acquisire sovranità, per poi porre in essere scelte diverse. Ma prima deve essere a tutti chiaro, che ogni militante, ogni quadro di partito è un mafioso, marionetta di chi ci affama.

di Matteo Guinness -

26 febbraio 2012

Helga Zepp-LaRouche: l'imperativo extraterrestre dell'uomo


Le soluzioni alla crisi ci sono e possono essere adottate in tempo, "ma ciò richiede un cambiamento drastico e fondamentale dell'ordine finanziario globale, ed un cambiamento altrettanto drammatico nel pensiero di gran parte della popolazione", ha dichiarato Helga Zepp-LaRouche in una teleconferenza (webcast) internazionale l'11 febbraio.

Le due crisi immediate che ci troviamo ad affrontare sono "il crollo del sistema finanziario transatlantico, che sta già portando al collasso e alla rottura del sistema dell'euro, come possiamo chiaramente vedere nel caso della Grecia. In secondo luogo, c'è il pericolo immediato di una guerra termonucleare, scatenata dalle vicende attorno alla Siria e all'Iran, che fanno parte di una strategia per un cambiamento di regime o la disintegrazione di Russia e Cina", ha dichiarato la presidentessa dello Schiller Institute.

Il nome della partita è "impero", o più precisamente, l'Impero Britannico. Molti diranno che l'"Impero Britannico" ha cessato di esistere molto tempo fa, ha osservato Zepp-LaRouche, ma con questo nome si intende oggi "il sistema complesso di banche centrali, banche d'affari, hedge funds, fondi di private equity, compagnie assicurative, il sistema bancario ombra… questo sistema bancario è responsabile della svolta paradigmatica degli ultimi 45 anni, che ha portato all'abbandono della produzione di beni fisici, la cosiddetta economia reale, e sempre più all'espandersi della speculazione e dell'idea della massimizzazione del profitto, del monetarismo puro". Ora questo sistema è irrimediabilmente in bancarotta.

Zepp-LaRouche ha dettagliato come dal crollo dell'Unione Sovietica, seguito da Desert Storm in Iraq, le potenze occidentali abbiano adottato sempre più la politica del cambiamento di regime, abbandonando i concetti fondamentali del diritto internazionale e della sovranità nazionale. Ora, dopo la Libia, la Siria e l'Iran sono i prossimi obiettivi. La guerra segreta va avanti già da molto tempo, armando e addestrando le cosiddette opposizioni in entrambi i paesi, e istigando alla violenza.

Oggi, ha proseguito Zepp-LaRouche, la potenza di fuoco concentrata in Medio Oriente "è assolutamente sproporzionata al presunto motivo, e cioè aiutare i ribelli in Siria, o dissuadere l'Iran da un riarmo nucleare”. Ciò rende un'escalation verso la guerra nucleare un pericolo serio, e inevitabile se si giunge ad un attacco, magari per errore di calcolo".

La politica dell'Impero, ha notato la signora LaRouche, è anche determinata dall'impegno fondamentale dell'oligarchia a "selezionare" la popolazione. Lo stesso Principe Filippo di Edimburgo ha fatto della riduzione demografica il suo cavallo di battaglia.

Il modello oligarchico, ha detto Zepp-LaRouche, è associato non solo col monetarismo, ma anche con l'ambientalismo. Entrambi sono espressioni di un mondo fisso, con una quantità limitata di risorse, in cui si intende perseguire uno stato di equilibrio.

Al contrario, "l'universo è creativo" e anti-entropico, e la missione della specie umana è il suo sviluppo ulteriore. Ciò richiede di obbedire all'"imperativo extraterrestre" colonizzando lo spazio e approfondendo la conoscenza dell'universo fisico.

by(MoviSol)

25 febbraio 2012

La missione antinazionale di Monti, l’amerikano




Ad evidenziare il fallimento della missione di Mario Monti negli Stati Uniti, strombazzata al contrario dai media di regime come un “grande successo”, basterebbe un solo dato, il declassamento operato da Standard & Poor’s di ben 34 banche italiane. Tra queste troviamo il gotha del nostro sistema finanziario: Unicredit, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e BNL e il taglio del loro rating deciso dall’agenzia statunitense non fa altro che agevolarne una possibile svendita a prezzi stracciati (immaginiamo già ora chi potrebbero essere gli acquirenti, altro che conflitto d’interesse di Berlusconi …).
A questi danni, solo apparentemente virtuali, vanno aggiunti quelli già evidenti nell’economia reale: le spese militari per la conferma dei 4.000 soldati italiani in Afghanistan mentre i francesi si ritirano e gli USA riducono le loro forze, l’acquisto dei costosi e inutili aerei F35 dagli Stati Uniti mentre il Pentagono annuncia la disdetta delle commesse già accordate alle produzioni aeronautiche italiane, il deficit della nostra bilancia energetica a causa delle sanzioni all’Iran imposte da Obama e la perdita di posti di lavoro per le aziende nazionali che lavorano con la Siria assediata dagli atlantici.
La sudditanza di Roma a Washington con l’attuale Governo è allora più evidente che mai ma il prezzo da pagare è sempre più salato.
Sorvolando per ora sulle penose dichiarazioni di Monti, che nelle ultime settimane si è lasciato andare a previsioni che risulterebbero ridicole anche se enunciate da uno studente di economia del primo anno (1), conviene intanto soffermarsi sui reali scopi strategici della sua visita negli States.
Barack Obama lo ha convocato per indurre a più miti consigli la Germania, troppo rigida nel fissare i paletti che salverebbero l’euro e troppo indipendente nell’agevolare le sue esportazioni, mentre il mercato globale andrebbe riaperto ai prodotti “Made in USA” che attualmente risentono delle angustie del mercato interno. Convincerlo ad ammorbidire la linea di austerità voluta da Angela Merkel per evitare altri fallimenti come quello greco (la cui responsabilità ricade in buona parte proprio sulla banca statunitense Goldman Sachs), è quindi l’unica ragione degli elogi rivolti dal Presidente USA a Mario Monti.
Quanto questa operazione coincida davvero con gli interessi economici italiani, che sono anzitutto gli stessi dell’Europa, rimane tutto da dimostrare.

di Steve Brady