18 gennaio 2013

Una campagna elettorale senza "futuro"

E' davvero possibile abolire l'IMU? E, soprattutto, può il Professor Monti, dopo averla introdotta, dichiararsi pronto a ridiscuterla? Ma se Berlusconi dovesse fare il Ministro dell'Economia chi sarà Premier? Cosa dire di quelle "giudichesse comuniste" che hanno condannato il Cavaliere a versare, ogni giorno, alla sua ex moglie più di quanto un italiano medio incassa in cinque anni? La lotta all'evasione è sufficiente a risanare le casse dell'Erario? Sono questi e tanti altri - ma non molti di più - gli argomenti attorno ai quali, da settimane sono - e ci resteranno ancora per settimane - al centro di dibattiti televisivi, talk show e tribune elettorali.

Pressione fiscale, lotta all'evasione, legalità, questione morale e mercato del lavoro sono le principali questioni - per non dire tutte - attorno alle quali i leader di tutti i piccoli e grandi schieramenti, vecchi o nuovi che siano nell'agone politico, si giocheranno la campagna elettorale, cercando di accaparrarsi più poltrone possibili in Parlamento.

E sono, naturalmente, gli stessi i temi sui quali i mezzi busti più famosi della scena televisiva italiana e le penne più in vista della nostra carta stampata amano intervistare veterani ed esordienti nella campagna elettorale.

Nessuno appare curioso di sapere cosa il Professor Monti, il Cavalier Berlusconi, il favorito Bersani o uno qualsiasi dei tanti sfidanti pensano di Internet e, più in generale, delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione come volano per la crescita culturale, democratica ed economica del Paese?

E, naturalmente, nessuno dei contendenti, aspiranti parlamentari - ivi incluso, per la verità, il Comico della Rete per antonomasia, Beppe Grillo - appare ansioso di dire la sua sull'argomento.

Eppure la Commissione Europea - e non un qualsiasi smanettone fanatico di Internet o un esponente del Partito Pirata - non ha alcun dubbio nel dire che "La crescita sostenibile e la competitività future dell'Europa dipendono in larga misura dalla sua capacità di accettare la trasformazione digitale in tutta la sua complessità" ed a stimare "che la metà della crescita complessiva della produttività dipenda dagli investimenti nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione".

Sono le parole con le quali si apre la Comunicazione della Commissione europea al Consiglio ed al Parlamento dello scorso 18 dicembre.

Ci sarà almeno un aspirante parlamentare o un giornalista politico che l'abbia letta? "In Europa i lavoratori impiegati nel settore delle TIC sono più di 4 milioni, ripartiti in diversi settori, e crescono del 3% l'anno malgrado la crisi" ma - sono sempre parole della Commissione - "entro il 2015, in Europa non saranno coperti tra i 700 000 e 1 milione di posti di lavoro nelle TIC a causa della mancanza di personale competente."

Possibile che a nessuno, neppure in campagna elettorale, interessi la possibilità di combattere la piaga della disoccupazione giovanile stimolando - come suggerito dalla Commissione "il numero complessivo degli esperti in materia di TIC [Tecnologie dell'informazione e della comunicazione], nonché la loro occupabilità e mobilità"?
Non è più facile, più serio e costruttivo proporre ricette per consentire ai giovani di occupare posti di lavoro già esistenti in Europa piuttosto che continuare a raccontare favole sulla creazione di nuove centinaia di migliaia di posti di lavoro?

"La piena attuazione dell'agenda digitale potrebbe aumentare il PIL europeo del 5% o di 1 500 EUR a persona nei prossimi otto anni, potenziando gli investimenti nelle TIC, migliorando il livello delle competenze digitali della forza lavoro e riformando le condizioni quadro dell'economia di internet. In tal modo, inoltre, a breve termine si creerebbero 1,2 milioni di posti di lavoro nella costruzione di infrastrutture e 3,8 milioni di posti di lavoro in tutti i settori dell'economia nel lungo termine."

Neppure numeri e previsioni di questo genere bastano per porre Internet ed il digitale al centro della campagna elettorale?

"Se il commercio elettronico crescesse fino a rappresentare il 15% del totale del settore del commercio al dettaglio e gli ostacoli al mercato unico fossero eliminati, si stima che i vantaggi complessivi in termini di benessere dei consumatori ammonterebbero a circa 204 miliardi di EUR, pari all'1,7% del PIL dell'UE", si legge nella Comunicazione della Commissione.

Ha senso davanti a certe prospettive concrete spendere tempo ed energie a confrontarsi sui cento mila euro al giorno che il Cavalier Berlusconi deve a Donna Lario? "Soltanto gli appalti elettronici consentono un risparmio di 100 miliardi di EUR all'anno e l'eGovernment può ridurre i costi amministrativi del 15-20%" senza contare che "il riutilizzo dei dati del settore pubblico...creerà un valore economico pari a 140 miliardi di EUR".

Eccola la più importante riforma della pubblica amministrazione della quale abbiamo bisogno.

Ce n'è abbastanza per scommetterci un'intera campagna elettorale senza neppure il bisogno di promettere agli elettori qualcosa che non si sarà poi in condizione di mantenere.

"La connettività internet ad alta velocità è il fondamento dell'economia digitale, senza il quale servizi essenziali come il cloud computing, la sanità online (eHealth), le città intelligenti, i servizi audiovisivi, nonché i benefici da essi derivati, semplicemente non potrebbero essere attuati. Un aumento del 10% della penetrazione della banda larga potrebbe determinare un aumento pari all'1-1,5% del PIL annuale30 o potrebbe aumentare la produttività del lavoro dell'1,5% nei prossimi cinque anni."

Come si fa dinanzi a certi dati a lasciare alzare un politico da una qualsiasi poltrona televisiva senza avergli domandato come pensa di garantire a tutte le imprese ed a tutti i cittadini italiani l'accesso ad un'infrastruttura di connettività efficiente e neutrale?

"La società e l'economia dell'UE devono trasformarsi in un'Europa digitale, in cui l'intera popolazione possa sfruttare le tecnologie, i mezzi di comunicazione e i contenuti digitali", scrive la Commissione, che, poi aggiunge come "la crescita incontenibile dell'utilizzo delle TIC nella vita quotidiana contribuisce più di qualunque altra innovazione tecnologica a mutare radicalmente l'economia e la società nel loro complesso. Nel prossimo decennio, le TIC potranno contribuire a un radicale cambiamento della società e dei sistemi di produzione, consentendo una crescita e un benessere maggiori grazie a un incremento dell'efficienza, a nuovi prodotti, a nuovi servizi e a servizi pubblici più sviluppati".

Come è possibile candidarsi alla guida del Paese senza aver chiaro in testa che questi sono gli argomenti, i problemi e le opportunità che fanno la differenza e che senza il Paese non ha futuro.

Ma non sarebbe giusto prendersela solo con i candidati.

La colpa è anche - e, forse, soprattutto - nostra e dei tanti giornalisti televisivi e della carta stampata che per pigrizia, accondiscendenza o arretratezza culturale non spingono Lorsignori a confrontarsi anche e soprattutto sul "futuro", raccontando al Paese come lo pensano di regalargliene uno anche e, soprattutto, in digitale.

Non lasciamo che, anche questa volta, la campagna elettorale sia senza "futuro".

17 gennaio 2013

Il FMI si pente dell'austerità ma si giustifica come i nazisti a Norimberga



 Ai processi di Norimberga, i funzionari del Terzo Reich tentarono di difendersi sostenendo di non aver capito, all'epoca, dove avrebbe condotto la politica razzista. Ma furono condannati per crimini contro l'umanità. Similmente, il FMI ha pubblicato oggi un rapporto che riguardo alla medicina–killer imposta dalla Troika a Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia sostiene di non aver capito dove essa avrebbe condotto.
La popolazione greca muore. Quella irlandese emigra in massa. Anche spagnoli e portoghesi emigrano, rovistano nelle pattumiere e nei loro paesi crolla la natalità. Sottolineando l'assurdità della situazione, un alto funzionario del ministero della Sanità portoghese si è appellato ai cittadini il 28 dicembre a non ammalarsi, perché rischierebbero di far fallire il sistema sanitario nazionale! Ora l'economista capo del FMI, Olivier Blanchard, assieme al collega Daniel Leigh, ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che il Fondo ha sbagliato formulando, chiedendo e imponendo l'austerità alla Grecia, senza capire quali sarebbero stati i risultati. Il Washington Post del 4 gennaio l'ha definito un "mea culpa sommerso in un profondo pozzo di calcoli".
Nell'elaborare il primo pacchetto di "salvataggio" nel 2010, gli economisti del FMI ritennero che la Grecia avrebbe potuto "tagliare profondamente la spesa pubblica e rapidamente tornare alla crescita economica e all'aumento dell'occupazione". Invece, 30 mesi dopo, l'economia si contrae al ritmo annuale dell'8 per cento e il debito pubblico è salito al 175% del PIL.
"Le previsioni sottovalutarono significativamente l'aumento della disoccupazione e il declino nella domanda interna associati al consolidamento fiscale", scrivono Blanchard e Leigh. Infatti, essi calcolarono – senza spiegare il perché – che per ogni punto di PIL tagliato dal bilancio si sarebbe verificato un calo del PIL dello 0,5%. Invece, "le circostanze dell'economia europea" hanno portato la contrazione almeno all'1,5%, producendo la "spirale del debito" che affligge la Grecia almeno dal 2010.
I tagli hanno provocato una catastrofe umanitaria in Grecia, ma ciononostante il direttore del FMI Christine Lagarde chiedeva ulteriori "correzioni" e tasse ad ogni stadio, lanciando invettive contro gli evasori. I cosiddetti memoranda hanno provocato l'emigrazione di massa, distrutto i diritti dei lavoratori con la scusa della produttività ma in realtà per pagare un debito impagabile. Sono probabilmente responsabili della morte precoce di migliaia di persone e minacciano la vita di milioni di cittadini in un paese di 10 milioni di abitanti.
I crimini che ora il FMI sostiene essere frutto del caso comprendono la riduzione dei salari dei dipendenti pubblici del 25-50%, la riduzione del salario minimo del 50% e la disoccupazione ufficiale al 26% (58% tra i giovani), non tenendo conto dell'emigrazione. Sono state aumentate le imposte senza riguardo per gli strati più poveri. Un litro di olio da riscaldamento costa più della benzina diesel. Si brucia legno per riscaldare le case, il che ha portato ad un aumento del 400% dell'inquinamento ad Atene.
Mentre i suicidi sono aumentati di almeno il 50%, si muore veramente a causa della distruzione del sistema sanitario, i cui fondi sono stati tagliati del 30%. Il governo non rimborsa le farmacie e i pazienti sono costretti a pagare in contanti, il che significa per molti rinunciare alle cure per i cuore, il cancro e ad altri medicinali costosi. In molti casi, le imprese farmaceutiche internazionali hanno sospeso le vendite alla Grecia. E nonostante il blocco delle assunzioni negli ultimi tre anni, il memorandum firmato a dicembre esige un'ulteriore riduzione del 10% nel numero dei medici.

by (MoviSol) 

16 gennaio 2013

L’opportunismo dei partiti e i fessi che gli credono







fini_opportunismo.jpg C’è un fenomeno che potremmo chiamare trasformista, se il trasformismo non avesse in realtà delle origini… nasce nel 1882, quando la sinistra di De Pretis si allena con la destra di Marco Minghetti, per avere un governo stabile e governare il Paese.
Quello che succede oggi, con questi che passano da un partito all’altro, creano nuovi partiti fittizi, non è trasformismo in senso classico del termine, è semplicemente opportunismo, essendosi creato un vuoto politico con il governo tecnico, tutti cercano di inserirsi e di riprendere e di riposizionarsi per poter poi arrivare in Parlamento e continuare a fare le solite cose, si tratta poi della solita gente, cambiano partito, ne creano, etc., ma è come se tu mescolassi dei bussolotti, ma poi quello che viene fuori è la solita poltiglia che conosciamo da trent'anni. Si ripresentano con casacche cambiate, ma sono gli stessi che sono responsabili della situazione in cui è arrivata l’Italia oggi, e ripeto non solo negli ultimi vent'anni di Berlusconi, ma anche negli ultimi trent'anni, per cui la responsabilità pro quota è di tutti quelli che hanno avuto posizioni di potere in questi trent'anni. Il passaparola… per me sarebbe prendere delle mazze da baseball e cacciare questi con la forza, sennò non ne usciremo mai, in mancanza di questo dico: o astensione o 5 Stelle.
Massimo Fini
Il Passaparola di Massimo Fini , giornalista e scrittore
Il trasformismo
"I programmi, diceva Max Weber, hanno un valore semplicemente folkloristico, sono parole, promesse, poi la Storia dimostra che nessuno rispetta mai i propri programmi, sono come dei piazzisti che vengono a elemosinare il tuo voto, facendoti una serie di promesse e poi una volta che hanno ottenuto quello che volevano fanno quello che vogliono.
Sono oligarchie, minoranze organizzate che formano una oligarchia dominante che si auto perpetua! Ed è per quello che non cambia mai niente in questo Paese, l’unica vera classe rimasta su piazza è oggi la classe politica.
Io ho scritto un libro in questo senso, si chiama “Sudditi, Manifesto contro la Democrazia” in cui credo di avere dimostrato abbastanza bene che l’uno vale l’altro e tutti insieme sono una classe che si autotutela i propri interessi!
Il trasformismo ha una origine che potrebbe essere anche nobile, questo è puramente opportunismo, cioè io so che non verrò più eletto nel PDL e vado nel partito di Monti, io so che non ho posto nel Partito di Bersani e vado in un altro partito, ma per mantenere la mia posizione di privilegio.
Io vorrei dire qualche cosa su questa trasmissione di Santoro con Berlusconi, dove purtroppo Berlusconi è uscito come un gigante perché Santoro è un confusionario che non c’entra mai il punto e Travaglio invece di fare il giornalista ha fatto a sua volta l’uomo di spettacolo ed è venuto fuori una sorta di show in cui Berlusconi va a nozze dicendo delle palle sesquipedali ma non è stato contrastato efficacemente, è stato proprio un boomerang, un autogol, del resto è noto che Berlusconi è sempre stato favorito dai suoi avversari.
No, questo non c’entra con il trasformismo, ma con la nostra cretineria e con la cretineria della cosiddetta opposizione e forse con quella degli italiani che dopo anni e anni di televisione sono ridotti a un livello sotto culturale impressionante.
Qualche cosa in questo senso cambia, per esempio l’esempio siciliano, dove il 54% non è andato a votare e il 18% ha votato 5 Stelle, se questa cosa si ripetesse a livello nazionale, vuole dire che due cittadini su tre non credono più a questo sistema, al sistema della democrazia dei partiti. I partiti in realtà sono delle lobby, sono delle associazioni molto simili alla mafia, gli manca l’omicidio e non sempre, ed è la partitocrazia, contro cui i Radicali combattevano in anni lontani e anche io nel mio piccolo, per lo meno dagli anni '80.
Adesso che c’è una crisi economica, la gente si rende conto che il voto è semplicemente un andare a legittimare il ceto politico di sempre, dargli l' autorizzazione non a governarci, ma a comandarci per altri 5 anni. Per cui io spero per le prossime elezioni ci sia un'astensione altrettanto forte o forse più forte, e un successo di 5 Stelle, perché è vero che Grillo ha un suo programma, etc., ma è innanzitutto un movimento antipartiti.
La democrazia così come si è venuta sviluppando in Italia e non solo, la democrazia rappresentativa, non è la democrazia, è una sua parodia, è una truffa, tradisce profondamente il pensiero liberare, perché che cosa voleva il pensiero liberale? I padri fondatori John Locke, Mill e Tocqueville, che cosa volevano? Il pensiero liberale voleva che ognuno potesse esprimere le proprie capacità, potenzialità, meriti, e quindi è antitetico alle lobby, perché le lobby chi premiano? Premiano i propri adepti, e del resto la cosiddetta scuola elitista italiana dei primi del '900, cioè Vilfredo Pareto, Mosca e Michael, l’ha detto in modo inequivocabile e definitivo: cioè 100 che agiscono sempre, dice Mosca, d’accordo tra di loro, prevarranno su mille che invece questo accordo non hanno, cioè sul cittadino libero, che non vuole infeudarsi a queste lobby e mafie, e questo è la democrazia rappresentativa.
Non solo in Italia, per la verità, in Italia in modo particolarmente eclatante, perché non vengono rispettate neanche i minimi fondamentali della democrazia rappresentativa, che ha però questo vizio, ripeto, di origine di creare mafie alias partiti, legati poi a mafie economiche.

Oggi siamo tutti repressi
La Costituzione purtroppo è una dichiarazione, nobile, di intenti ma in realtà c’è tutto e il contrario di tutto, per cui tu puoi manipolare come vuoi la Costituzione.
Facciamo un esempio: l’articolo 11 dice che l’Italia ripudia la guerra come risoluzione dei conflitti internazionali e basta chiamarla invece che guerra,missione di pace. L’articolo 11 è bello mi pare abbastanza fondamentale, perché ammette la difesa, ma non l’attacco agli altri. Noi siamo da 11 anni in Afghanistan a fare i servi degli americani, facendo guerra all’Afghanistan, in realtà, nessuno dice niente su questo, anzi mi piacerebbe che 5 Stelle su questa cosa si soffermasse.Noi spendiamo oltre un miliardo l’anno per tenere i soldati in Afghanistan a uccidere gente o ogni tanto a farsi uccidere. Ora, non è che con un miliardo tu risolvi una economia, però per esempio alcune cose potresti tamponarle, per esempio il problema degli esodati. Siamo lì, con arroganza, inutili, perché non combattiamo i Talebani e anzi li paghiamo perché non ci attacchino, perché questa è la situazione, non solo noi, anche altri contingenti, e spendiamo questi soldi del tutto inutilmente, solo per fare un piacere all’amico americano, solo per fare i servi dell’amico americano, sono 60 anni che ci comportiamo in questo modo, invece di guardare agli interessi nazionali, siamo sempre lì in ginocchio davanti agli americani.
Ora è vero che ci hanno salvato dal nazifascismo, però come dice la Litizzetto, ogni tanto i comici hanno battute fulminanti: "Quando è che scade il mutuo?".Sono passati 65 anni mi pare! Noi, in Italia abbiamo una serie di Basi Nato, ovunque, ma anche una serie di basi americane che sono totalmente extraterritoriali. Quando è successa la cosa del Cermis i piloti che hanno fatto 14 morti non abbiamo potuto giudicarli, sono stati “non giudicati” negli Stati Uniti, insomma, hanno potuto e possono fare quello che vogliono.
E’ una situazione di sudditanza politica, militare, economica, alla fine anche culturale, che riguarda tutta l’Europa e l’Italia in particolare.
Adesso dei paesi stanno prendendo le distanze, Germania e Francia per esempio, che non sono andati a fare la guerra in Iraq, qui non si alza orecchio, non si alza una minima voce!
L’unico settore che non è stato toccato è quello delle armi, della difesa. Noi abbiamo anche l’OTO Melara,che per esempio, è il massimo produttore di mine anti-uomo, in Afghanistan quando saltano su una mina anti-uomo, saltano su una mina italiana, però qui allora che cosa fai? Metti a rischio dei posti di lavoro? E allora no, uccidiamo come è stato di recente, 9 ragazze, bambine, che raccoglievano nel bosco legna sono saltate su una mina anti-uomo e sono morte e questo non ci fa nessuna impressione.
Poi se allo stadio uno dice negher al calciatore allora sì, guai al mondo, ma non è lì il problema!
L’invasione del modello dei paesi occidentali nell’Africa Nera ha distrutto l’economia, la socialità, l’equilibrio e ridotto alla fame quelle popolazioni, questa è la vera responsabilità.
Oggi siamo tutti repressi, perché tutto deve essere Politically_correcte alla fine la repressione è come una pentola tenuta troppo a lungo sotto pressione e alla fine esplode.

Recuperare valore pre-politici
Secondo me è legato a una società che comprime in modo troppo totalizzante, istinti naturali e questi istinti devono trovare, ripeto, un qualche sfogo, in forme il meno possibile cruente, ma non puoi..lo Stato oggi entra in tutte le questioni della vita dell’individuo.
Quindi non è in realtà la difficoltà economica che crea queste forme di impazzimento, pensate a quello che succede in America, ma è proprio la repressione totale della naturale aggressività, è importante che ci sia una parte, una quota, perché fa parte della vitalità. Noi perché siamo così tremebondi con gli immigrati balcanici o magrebini, perché abbiamo perso vitalità, loro l’hanno mantenuta, ora questo non vuole dire che si debba andare a sbudellare la gente, ma che la aggressività fa parte della vitalità e una quota di aggressività deve essere mantenuta, sennò ci trasformiamo in una società totalmente svirilizzata, uno, due la violenza esplode poi in forme ancora peggiori naturalmente.
Una buona scazzottata, come un tempo si faceva, è una forma di sfogo,l'educazione sentimentale di noi ragazzini è stata che sulla strada ogni tanto si faceva a cazzotti e non è mai morto nessuno, c’erano delle regole, chi cadeva per terra non si toccava, etc.. E’ l’errore dell’illuminismo, che non considera l’uomo per quello che è, ma per quello che dovrebbe astrattamente essere, le società precedenti erano più realiste e concrete. Poniamo una cosa che ci riguarda in realtà da vicino, in Tunisia in due giorni di rivolta violenta, ma non armata, hanno cacciato il dittatore e la sua cricca. Qui non siamo in grado di reagire in questo modo anche perché siamo un popolo vecchio. L’età media dei tunisini è 32 anni, la nostra è 44,5 , ma sopportare, come sopportiamo noi è una presa in giro costante e continua, un insulto al cittadino, signifiac aver perso vitalità.
Una società come questa è riuscita a fare stare male anche chi sta bene. Il massimo uso di droghe, psicofarmaci è nei centri benestanti. Negli Stati Uniti 599 americani su 1000 fanno uso di psicofarmaci, eppure è il paese più ricco e potente, vuole dire che un americano su due non si trova bene nella pelle in cui vive, vuol dire che c’è qualche cosa di sbagliato in questo modello di sviluppo. Questo è quello che sostengo da tanti anni, cioè che è il modello di sviluppo che è sbagliato.
E’una questionedi recuperare, questo secondo me è fondamentale, valori che sono pre -politici come l’onestà, lealtà, dignità soprattutto. Pensate ai recenti scandali, quelli dei consiglieri regionali, sono già dei miracolati, gente che non sa fare assolutamente nulla, prendono un mucchio di soldi e poi si vendono per una cena in un bel ristorante o per fare una vacanza gratis, ma questo neanche l’ultimo clochard… si vergognerebbe come un cane! Questi lo fanno invece perché hanno perso un fattore decisivo che si chiama dignità.
Che è la prima cosa che si dovrebbe recuperare, ma non è una cosa che si recupera per diktat! Il popolo italiano, con tutti i suoi difetti negli anni ‘50, alla borghesia dava credito, per il buon contadino non parliamone, se tu violavi la stretta di mano eri espulso dalla comunità.
E così per il mondo proletario.
Adesso manca addirittura la sanzione sociale nei confronti del disonesto, che è considerato uno dritto, un furbo e chi invece è onesto è un pirla, è proprio un ribaltamento no? Una persona normale si vergognerebbe di farsi pagare una cena dal denaro .
Il passaparola… per me sarebbe prendere delle mazze da baseball e cacciare questi con la forza, sennò non ne usciremo mai, in mancanza di questo dico: o astensione o 5 Stelle.  
di Massimo Fini 

18 gennaio 2013

Una campagna elettorale senza "futuro"

E' davvero possibile abolire l'IMU? E, soprattutto, può il Professor Monti, dopo averla introdotta, dichiararsi pronto a ridiscuterla? Ma se Berlusconi dovesse fare il Ministro dell'Economia chi sarà Premier? Cosa dire di quelle "giudichesse comuniste" che hanno condannato il Cavaliere a versare, ogni giorno, alla sua ex moglie più di quanto un italiano medio incassa in cinque anni? La lotta all'evasione è sufficiente a risanare le casse dell'Erario? Sono questi e tanti altri - ma non molti di più - gli argomenti attorno ai quali, da settimane sono - e ci resteranno ancora per settimane - al centro di dibattiti televisivi, talk show e tribune elettorali.

Pressione fiscale, lotta all'evasione, legalità, questione morale e mercato del lavoro sono le principali questioni - per non dire tutte - attorno alle quali i leader di tutti i piccoli e grandi schieramenti, vecchi o nuovi che siano nell'agone politico, si giocheranno la campagna elettorale, cercando di accaparrarsi più poltrone possibili in Parlamento.

E sono, naturalmente, gli stessi i temi sui quali i mezzi busti più famosi della scena televisiva italiana e le penne più in vista della nostra carta stampata amano intervistare veterani ed esordienti nella campagna elettorale.

Nessuno appare curioso di sapere cosa il Professor Monti, il Cavalier Berlusconi, il favorito Bersani o uno qualsiasi dei tanti sfidanti pensano di Internet e, più in generale, delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione come volano per la crescita culturale, democratica ed economica del Paese?

E, naturalmente, nessuno dei contendenti, aspiranti parlamentari - ivi incluso, per la verità, il Comico della Rete per antonomasia, Beppe Grillo - appare ansioso di dire la sua sull'argomento.

Eppure la Commissione Europea - e non un qualsiasi smanettone fanatico di Internet o un esponente del Partito Pirata - non ha alcun dubbio nel dire che "La crescita sostenibile e la competitività future dell'Europa dipendono in larga misura dalla sua capacità di accettare la trasformazione digitale in tutta la sua complessità" ed a stimare "che la metà della crescita complessiva della produttività dipenda dagli investimenti nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione".

Sono le parole con le quali si apre la Comunicazione della Commissione europea al Consiglio ed al Parlamento dello scorso 18 dicembre.

Ci sarà almeno un aspirante parlamentare o un giornalista politico che l'abbia letta? "In Europa i lavoratori impiegati nel settore delle TIC sono più di 4 milioni, ripartiti in diversi settori, e crescono del 3% l'anno malgrado la crisi" ma - sono sempre parole della Commissione - "entro il 2015, in Europa non saranno coperti tra i 700 000 e 1 milione di posti di lavoro nelle TIC a causa della mancanza di personale competente."

Possibile che a nessuno, neppure in campagna elettorale, interessi la possibilità di combattere la piaga della disoccupazione giovanile stimolando - come suggerito dalla Commissione "il numero complessivo degli esperti in materia di TIC [Tecnologie dell'informazione e della comunicazione], nonché la loro occupabilità e mobilità"?
Non è più facile, più serio e costruttivo proporre ricette per consentire ai giovani di occupare posti di lavoro già esistenti in Europa piuttosto che continuare a raccontare favole sulla creazione di nuove centinaia di migliaia di posti di lavoro?

"La piena attuazione dell'agenda digitale potrebbe aumentare il PIL europeo del 5% o di 1 500 EUR a persona nei prossimi otto anni, potenziando gli investimenti nelle TIC, migliorando il livello delle competenze digitali della forza lavoro e riformando le condizioni quadro dell'economia di internet. In tal modo, inoltre, a breve termine si creerebbero 1,2 milioni di posti di lavoro nella costruzione di infrastrutture e 3,8 milioni di posti di lavoro in tutti i settori dell'economia nel lungo termine."

Neppure numeri e previsioni di questo genere bastano per porre Internet ed il digitale al centro della campagna elettorale?

"Se il commercio elettronico crescesse fino a rappresentare il 15% del totale del settore del commercio al dettaglio e gli ostacoli al mercato unico fossero eliminati, si stima che i vantaggi complessivi in termini di benessere dei consumatori ammonterebbero a circa 204 miliardi di EUR, pari all'1,7% del PIL dell'UE", si legge nella Comunicazione della Commissione.

Ha senso davanti a certe prospettive concrete spendere tempo ed energie a confrontarsi sui cento mila euro al giorno che il Cavalier Berlusconi deve a Donna Lario? "Soltanto gli appalti elettronici consentono un risparmio di 100 miliardi di EUR all'anno e l'eGovernment può ridurre i costi amministrativi del 15-20%" senza contare che "il riutilizzo dei dati del settore pubblico...creerà un valore economico pari a 140 miliardi di EUR".

Eccola la più importante riforma della pubblica amministrazione della quale abbiamo bisogno.

Ce n'è abbastanza per scommetterci un'intera campagna elettorale senza neppure il bisogno di promettere agli elettori qualcosa che non si sarà poi in condizione di mantenere.

"La connettività internet ad alta velocità è il fondamento dell'economia digitale, senza il quale servizi essenziali come il cloud computing, la sanità online (eHealth), le città intelligenti, i servizi audiovisivi, nonché i benefici da essi derivati, semplicemente non potrebbero essere attuati. Un aumento del 10% della penetrazione della banda larga potrebbe determinare un aumento pari all'1-1,5% del PIL annuale30 o potrebbe aumentare la produttività del lavoro dell'1,5% nei prossimi cinque anni."

Come si fa dinanzi a certi dati a lasciare alzare un politico da una qualsiasi poltrona televisiva senza avergli domandato come pensa di garantire a tutte le imprese ed a tutti i cittadini italiani l'accesso ad un'infrastruttura di connettività efficiente e neutrale?

"La società e l'economia dell'UE devono trasformarsi in un'Europa digitale, in cui l'intera popolazione possa sfruttare le tecnologie, i mezzi di comunicazione e i contenuti digitali", scrive la Commissione, che, poi aggiunge come "la crescita incontenibile dell'utilizzo delle TIC nella vita quotidiana contribuisce più di qualunque altra innovazione tecnologica a mutare radicalmente l'economia e la società nel loro complesso. Nel prossimo decennio, le TIC potranno contribuire a un radicale cambiamento della società e dei sistemi di produzione, consentendo una crescita e un benessere maggiori grazie a un incremento dell'efficienza, a nuovi prodotti, a nuovi servizi e a servizi pubblici più sviluppati".

Come è possibile candidarsi alla guida del Paese senza aver chiaro in testa che questi sono gli argomenti, i problemi e le opportunità che fanno la differenza e che senza il Paese non ha futuro.

Ma non sarebbe giusto prendersela solo con i candidati.

La colpa è anche - e, forse, soprattutto - nostra e dei tanti giornalisti televisivi e della carta stampata che per pigrizia, accondiscendenza o arretratezza culturale non spingono Lorsignori a confrontarsi anche e soprattutto sul "futuro", raccontando al Paese come lo pensano di regalargliene uno anche e, soprattutto, in digitale.

Non lasciamo che, anche questa volta, la campagna elettorale sia senza "futuro".

17 gennaio 2013

Il FMI si pente dell'austerità ma si giustifica come i nazisti a Norimberga



 Ai processi di Norimberga, i funzionari del Terzo Reich tentarono di difendersi sostenendo di non aver capito, all'epoca, dove avrebbe condotto la politica razzista. Ma furono condannati per crimini contro l'umanità. Similmente, il FMI ha pubblicato oggi un rapporto che riguardo alla medicina–killer imposta dalla Troika a Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia sostiene di non aver capito dove essa avrebbe condotto.
La popolazione greca muore. Quella irlandese emigra in massa. Anche spagnoli e portoghesi emigrano, rovistano nelle pattumiere e nei loro paesi crolla la natalità. Sottolineando l'assurdità della situazione, un alto funzionario del ministero della Sanità portoghese si è appellato ai cittadini il 28 dicembre a non ammalarsi, perché rischierebbero di far fallire il sistema sanitario nazionale! Ora l'economista capo del FMI, Olivier Blanchard, assieme al collega Daniel Leigh, ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che il Fondo ha sbagliato formulando, chiedendo e imponendo l'austerità alla Grecia, senza capire quali sarebbero stati i risultati. Il Washington Post del 4 gennaio l'ha definito un "mea culpa sommerso in un profondo pozzo di calcoli".
Nell'elaborare il primo pacchetto di "salvataggio" nel 2010, gli economisti del FMI ritennero che la Grecia avrebbe potuto "tagliare profondamente la spesa pubblica e rapidamente tornare alla crescita economica e all'aumento dell'occupazione". Invece, 30 mesi dopo, l'economia si contrae al ritmo annuale dell'8 per cento e il debito pubblico è salito al 175% del PIL.
"Le previsioni sottovalutarono significativamente l'aumento della disoccupazione e il declino nella domanda interna associati al consolidamento fiscale", scrivono Blanchard e Leigh. Infatti, essi calcolarono – senza spiegare il perché – che per ogni punto di PIL tagliato dal bilancio si sarebbe verificato un calo del PIL dello 0,5%. Invece, "le circostanze dell'economia europea" hanno portato la contrazione almeno all'1,5%, producendo la "spirale del debito" che affligge la Grecia almeno dal 2010.
I tagli hanno provocato una catastrofe umanitaria in Grecia, ma ciononostante il direttore del FMI Christine Lagarde chiedeva ulteriori "correzioni" e tasse ad ogni stadio, lanciando invettive contro gli evasori. I cosiddetti memoranda hanno provocato l'emigrazione di massa, distrutto i diritti dei lavoratori con la scusa della produttività ma in realtà per pagare un debito impagabile. Sono probabilmente responsabili della morte precoce di migliaia di persone e minacciano la vita di milioni di cittadini in un paese di 10 milioni di abitanti.
I crimini che ora il FMI sostiene essere frutto del caso comprendono la riduzione dei salari dei dipendenti pubblici del 25-50%, la riduzione del salario minimo del 50% e la disoccupazione ufficiale al 26% (58% tra i giovani), non tenendo conto dell'emigrazione. Sono state aumentate le imposte senza riguardo per gli strati più poveri. Un litro di olio da riscaldamento costa più della benzina diesel. Si brucia legno per riscaldare le case, il che ha portato ad un aumento del 400% dell'inquinamento ad Atene.
Mentre i suicidi sono aumentati di almeno il 50%, si muore veramente a causa della distruzione del sistema sanitario, i cui fondi sono stati tagliati del 30%. Il governo non rimborsa le farmacie e i pazienti sono costretti a pagare in contanti, il che significa per molti rinunciare alle cure per i cuore, il cancro e ad altri medicinali costosi. In molti casi, le imprese farmaceutiche internazionali hanno sospeso le vendite alla Grecia. E nonostante il blocco delle assunzioni negli ultimi tre anni, il memorandum firmato a dicembre esige un'ulteriore riduzione del 10% nel numero dei medici.

by (MoviSol) 

16 gennaio 2013

L’opportunismo dei partiti e i fessi che gli credono







fini_opportunismo.jpg C’è un fenomeno che potremmo chiamare trasformista, se il trasformismo non avesse in realtà delle origini… nasce nel 1882, quando la sinistra di De Pretis si allena con la destra di Marco Minghetti, per avere un governo stabile e governare il Paese.
Quello che succede oggi, con questi che passano da un partito all’altro, creano nuovi partiti fittizi, non è trasformismo in senso classico del termine, è semplicemente opportunismo, essendosi creato un vuoto politico con il governo tecnico, tutti cercano di inserirsi e di riprendere e di riposizionarsi per poter poi arrivare in Parlamento e continuare a fare le solite cose, si tratta poi della solita gente, cambiano partito, ne creano, etc., ma è come se tu mescolassi dei bussolotti, ma poi quello che viene fuori è la solita poltiglia che conosciamo da trent'anni. Si ripresentano con casacche cambiate, ma sono gli stessi che sono responsabili della situazione in cui è arrivata l’Italia oggi, e ripeto non solo negli ultimi vent'anni di Berlusconi, ma anche negli ultimi trent'anni, per cui la responsabilità pro quota è di tutti quelli che hanno avuto posizioni di potere in questi trent'anni. Il passaparola… per me sarebbe prendere delle mazze da baseball e cacciare questi con la forza, sennò non ne usciremo mai, in mancanza di questo dico: o astensione o 5 Stelle.
Massimo Fini
Il Passaparola di Massimo Fini , giornalista e scrittore
Il trasformismo
"I programmi, diceva Max Weber, hanno un valore semplicemente folkloristico, sono parole, promesse, poi la Storia dimostra che nessuno rispetta mai i propri programmi, sono come dei piazzisti che vengono a elemosinare il tuo voto, facendoti una serie di promesse e poi una volta che hanno ottenuto quello che volevano fanno quello che vogliono.
Sono oligarchie, minoranze organizzate che formano una oligarchia dominante che si auto perpetua! Ed è per quello che non cambia mai niente in questo Paese, l’unica vera classe rimasta su piazza è oggi la classe politica.
Io ho scritto un libro in questo senso, si chiama “Sudditi, Manifesto contro la Democrazia” in cui credo di avere dimostrato abbastanza bene che l’uno vale l’altro e tutti insieme sono una classe che si autotutela i propri interessi!
Il trasformismo ha una origine che potrebbe essere anche nobile, questo è puramente opportunismo, cioè io so che non verrò più eletto nel PDL e vado nel partito di Monti, io so che non ho posto nel Partito di Bersani e vado in un altro partito, ma per mantenere la mia posizione di privilegio.
Io vorrei dire qualche cosa su questa trasmissione di Santoro con Berlusconi, dove purtroppo Berlusconi è uscito come un gigante perché Santoro è un confusionario che non c’entra mai il punto e Travaglio invece di fare il giornalista ha fatto a sua volta l’uomo di spettacolo ed è venuto fuori una sorta di show in cui Berlusconi va a nozze dicendo delle palle sesquipedali ma non è stato contrastato efficacemente, è stato proprio un boomerang, un autogol, del resto è noto che Berlusconi è sempre stato favorito dai suoi avversari.
No, questo non c’entra con il trasformismo, ma con la nostra cretineria e con la cretineria della cosiddetta opposizione e forse con quella degli italiani che dopo anni e anni di televisione sono ridotti a un livello sotto culturale impressionante.
Qualche cosa in questo senso cambia, per esempio l’esempio siciliano, dove il 54% non è andato a votare e il 18% ha votato 5 Stelle, se questa cosa si ripetesse a livello nazionale, vuole dire che due cittadini su tre non credono più a questo sistema, al sistema della democrazia dei partiti. I partiti in realtà sono delle lobby, sono delle associazioni molto simili alla mafia, gli manca l’omicidio e non sempre, ed è la partitocrazia, contro cui i Radicali combattevano in anni lontani e anche io nel mio piccolo, per lo meno dagli anni '80.
Adesso che c’è una crisi economica, la gente si rende conto che il voto è semplicemente un andare a legittimare il ceto politico di sempre, dargli l' autorizzazione non a governarci, ma a comandarci per altri 5 anni. Per cui io spero per le prossime elezioni ci sia un'astensione altrettanto forte o forse più forte, e un successo di 5 Stelle, perché è vero che Grillo ha un suo programma, etc., ma è innanzitutto un movimento antipartiti.
La democrazia così come si è venuta sviluppando in Italia e non solo, la democrazia rappresentativa, non è la democrazia, è una sua parodia, è una truffa, tradisce profondamente il pensiero liberare, perché che cosa voleva il pensiero liberale? I padri fondatori John Locke, Mill e Tocqueville, che cosa volevano? Il pensiero liberale voleva che ognuno potesse esprimere le proprie capacità, potenzialità, meriti, e quindi è antitetico alle lobby, perché le lobby chi premiano? Premiano i propri adepti, e del resto la cosiddetta scuola elitista italiana dei primi del '900, cioè Vilfredo Pareto, Mosca e Michael, l’ha detto in modo inequivocabile e definitivo: cioè 100 che agiscono sempre, dice Mosca, d’accordo tra di loro, prevarranno su mille che invece questo accordo non hanno, cioè sul cittadino libero, che non vuole infeudarsi a queste lobby e mafie, e questo è la democrazia rappresentativa.
Non solo in Italia, per la verità, in Italia in modo particolarmente eclatante, perché non vengono rispettate neanche i minimi fondamentali della democrazia rappresentativa, che ha però questo vizio, ripeto, di origine di creare mafie alias partiti, legati poi a mafie economiche.

Oggi siamo tutti repressi
La Costituzione purtroppo è una dichiarazione, nobile, di intenti ma in realtà c’è tutto e il contrario di tutto, per cui tu puoi manipolare come vuoi la Costituzione.
Facciamo un esempio: l’articolo 11 dice che l’Italia ripudia la guerra come risoluzione dei conflitti internazionali e basta chiamarla invece che guerra,missione di pace. L’articolo 11 è bello mi pare abbastanza fondamentale, perché ammette la difesa, ma non l’attacco agli altri. Noi siamo da 11 anni in Afghanistan a fare i servi degli americani, facendo guerra all’Afghanistan, in realtà, nessuno dice niente su questo, anzi mi piacerebbe che 5 Stelle su questa cosa si soffermasse.Noi spendiamo oltre un miliardo l’anno per tenere i soldati in Afghanistan a uccidere gente o ogni tanto a farsi uccidere. Ora, non è che con un miliardo tu risolvi una economia, però per esempio alcune cose potresti tamponarle, per esempio il problema degli esodati. Siamo lì, con arroganza, inutili, perché non combattiamo i Talebani e anzi li paghiamo perché non ci attacchino, perché questa è la situazione, non solo noi, anche altri contingenti, e spendiamo questi soldi del tutto inutilmente, solo per fare un piacere all’amico americano, solo per fare i servi dell’amico americano, sono 60 anni che ci comportiamo in questo modo, invece di guardare agli interessi nazionali, siamo sempre lì in ginocchio davanti agli americani.
Ora è vero che ci hanno salvato dal nazifascismo, però come dice la Litizzetto, ogni tanto i comici hanno battute fulminanti: "Quando è che scade il mutuo?".Sono passati 65 anni mi pare! Noi, in Italia abbiamo una serie di Basi Nato, ovunque, ma anche una serie di basi americane che sono totalmente extraterritoriali. Quando è successa la cosa del Cermis i piloti che hanno fatto 14 morti non abbiamo potuto giudicarli, sono stati “non giudicati” negli Stati Uniti, insomma, hanno potuto e possono fare quello che vogliono.
E’ una situazione di sudditanza politica, militare, economica, alla fine anche culturale, che riguarda tutta l’Europa e l’Italia in particolare.
Adesso dei paesi stanno prendendo le distanze, Germania e Francia per esempio, che non sono andati a fare la guerra in Iraq, qui non si alza orecchio, non si alza una minima voce!
L’unico settore che non è stato toccato è quello delle armi, della difesa. Noi abbiamo anche l’OTO Melara,che per esempio, è il massimo produttore di mine anti-uomo, in Afghanistan quando saltano su una mina anti-uomo, saltano su una mina italiana, però qui allora che cosa fai? Metti a rischio dei posti di lavoro? E allora no, uccidiamo come è stato di recente, 9 ragazze, bambine, che raccoglievano nel bosco legna sono saltate su una mina anti-uomo e sono morte e questo non ci fa nessuna impressione.
Poi se allo stadio uno dice negher al calciatore allora sì, guai al mondo, ma non è lì il problema!
L’invasione del modello dei paesi occidentali nell’Africa Nera ha distrutto l’economia, la socialità, l’equilibrio e ridotto alla fame quelle popolazioni, questa è la vera responsabilità.
Oggi siamo tutti repressi, perché tutto deve essere Politically_correcte alla fine la repressione è come una pentola tenuta troppo a lungo sotto pressione e alla fine esplode.

Recuperare valore pre-politici
Secondo me è legato a una società che comprime in modo troppo totalizzante, istinti naturali e questi istinti devono trovare, ripeto, un qualche sfogo, in forme il meno possibile cruente, ma non puoi..lo Stato oggi entra in tutte le questioni della vita dell’individuo.
Quindi non è in realtà la difficoltà economica che crea queste forme di impazzimento, pensate a quello che succede in America, ma è proprio la repressione totale della naturale aggressività, è importante che ci sia una parte, una quota, perché fa parte della vitalità. Noi perché siamo così tremebondi con gli immigrati balcanici o magrebini, perché abbiamo perso vitalità, loro l’hanno mantenuta, ora questo non vuole dire che si debba andare a sbudellare la gente, ma che la aggressività fa parte della vitalità e una quota di aggressività deve essere mantenuta, sennò ci trasformiamo in una società totalmente svirilizzata, uno, due la violenza esplode poi in forme ancora peggiori naturalmente.
Una buona scazzottata, come un tempo si faceva, è una forma di sfogo,l'educazione sentimentale di noi ragazzini è stata che sulla strada ogni tanto si faceva a cazzotti e non è mai morto nessuno, c’erano delle regole, chi cadeva per terra non si toccava, etc.. E’ l’errore dell’illuminismo, che non considera l’uomo per quello che è, ma per quello che dovrebbe astrattamente essere, le società precedenti erano più realiste e concrete. Poniamo una cosa che ci riguarda in realtà da vicino, in Tunisia in due giorni di rivolta violenta, ma non armata, hanno cacciato il dittatore e la sua cricca. Qui non siamo in grado di reagire in questo modo anche perché siamo un popolo vecchio. L’età media dei tunisini è 32 anni, la nostra è 44,5 , ma sopportare, come sopportiamo noi è una presa in giro costante e continua, un insulto al cittadino, signifiac aver perso vitalità.
Una società come questa è riuscita a fare stare male anche chi sta bene. Il massimo uso di droghe, psicofarmaci è nei centri benestanti. Negli Stati Uniti 599 americani su 1000 fanno uso di psicofarmaci, eppure è il paese più ricco e potente, vuole dire che un americano su due non si trova bene nella pelle in cui vive, vuol dire che c’è qualche cosa di sbagliato in questo modello di sviluppo. Questo è quello che sostengo da tanti anni, cioè che è il modello di sviluppo che è sbagliato.
E’una questionedi recuperare, questo secondo me è fondamentale, valori che sono pre -politici come l’onestà, lealtà, dignità soprattutto. Pensate ai recenti scandali, quelli dei consiglieri regionali, sono già dei miracolati, gente che non sa fare assolutamente nulla, prendono un mucchio di soldi e poi si vendono per una cena in un bel ristorante o per fare una vacanza gratis, ma questo neanche l’ultimo clochard… si vergognerebbe come un cane! Questi lo fanno invece perché hanno perso un fattore decisivo che si chiama dignità.
Che è la prima cosa che si dovrebbe recuperare, ma non è una cosa che si recupera per diktat! Il popolo italiano, con tutti i suoi difetti negli anni ‘50, alla borghesia dava credito, per il buon contadino non parliamone, se tu violavi la stretta di mano eri espulso dalla comunità.
E così per il mondo proletario.
Adesso manca addirittura la sanzione sociale nei confronti del disonesto, che è considerato uno dritto, un furbo e chi invece è onesto è un pirla, è proprio un ribaltamento no? Una persona normale si vergognerebbe di farsi pagare una cena dal denaro .
Il passaparola… per me sarebbe prendere delle mazze da baseball e cacciare questi con la forza, sennò non ne usciremo mai, in mancanza di questo dico: o astensione o 5 Stelle.  
di Massimo Fini